680 resultados para livello di servizio fornitori, operations, operations management, supply chain, lusso, moda
Resumo:
Mediante el acercamiento que se hizo al área corporativa de BCD TRAVEL COLOMBIA y considerando el importante crecimiento actual del Sector Turismo y más precisamente de los viajes con motivo corporativo en el país, surge la necesidad del presente trabajo. Al hacer un análisis interno en la organización y de su entorno, se evidenció que la compañía tiene carencia en procesos y establecimiento de nuevas estrategias que le permitan identificar y potencializar oportunidades en su mercado objetivo y en torno a sus clientes y proveedores, lo cual, puede amenazar y comprometer la estabilidad y prestigio de empresa y así mismo su perdurabilidad. Se elaborará un propuesta de mejora en torno a el área de mercadeo y de logística con el fin de estructurar herramientas que le permitan a la compañía tener un horizonte definido, conocer su posición estratégica en el mercado actual, a donde quiere llegar y que debe hacer para lograr los objetivos establecidos en su unidad de negocio corporativa, la cual representa el mayor porcentaje de ingresos para la compañía. . Se espera que los planes de mejora y estrategias establecidas generen servicios de valor agregado e impacten positivamente a lo largo de la cadena de suministro logrando mayor rentabilidad, competitividad y seguimiento de todos los procesos de esta unidad de negocio.
Resumo:
Se il lavoro dello storico è capire il passato come è stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non è azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalità di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nell’area della multimedialità come la realtà virtuale, permettono agli storici di comunicare l’esperienza del passato in più sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilità di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici è se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realtà 3D può suscitare, è un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo però la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasività di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma è necessario riconoscere che esiste più di una verità storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer è diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dell’informazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed è su questi due binari che è si muove l’offerta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di esplorare, attraverso l’utilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si può raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa città in particolare tra fabbrica e movimento operaio, è inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in città fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella città, intesa come entità biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la città: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed è nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorità, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni .... Il modello della città qui rappresentata non è una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realtà modellata è rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno è possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attività di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro è far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e l’informatica, nelle diverse opportunità tecnologiche che questa presenta. Le possibilità di ricostruzione offerte dal 3D vengono così messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realtà dell’epoca presa in considerazione e convogliando in un’unica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della città dell’epoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sull’argomento attraverso l’utilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessità di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della città che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perciò le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di un’interfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi è ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. È il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione dell’uso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nell’apprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realtà storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicità dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non è specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non può farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunità di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto è che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso più canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio è uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto è una ricostruzione in realtà virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi può poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dall’aspetto ludico della ricostruzione, apprendono con più facilità. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e l’oggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si è giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology è il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto è quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui è possibile costruire mondi virtuali, e che è quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) è il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E’ stata utilizzata la versione gratuita dell’editor. Il risultato finale del progetto è un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. L’utente può visitare l’edificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di “spettacolarizzazione” degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersività rendendo l’ambiente più credibile e immediatamente codificabile. L’architettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore è, quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualità, La presenza di un certo numero di bug lo rende, però, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilità di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico è di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo più ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto all’estero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, è sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre più rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sarà in futuro una attività alla portata di un pubblico sempre più vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento più immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio più tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo è stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunità per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che l’estetica abbia un effetto sull’epistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Un’analisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati può comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perchè non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perchè gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacità, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con sè, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica può essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non può fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa più importante è stata la possibilità di fare esperienze nell’uso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare “leggi universali” dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico l’informatica, con la sua capacità di gestire masse impressionanti di dati, dà agli studiosi la possibilità di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro è andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione d’eccellenza per determinate fasce d’età (adolescenti). Volendo spingere all’estremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia è la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una tribù o di una città. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie all’interattività con il mezzo. La nostra capacità come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sarà l’unico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattività consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno.
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Nowadays, processing Industry Sector is going through a series of changes, including right management and reduction of environmental affections. Any productive process which looks for sustainable management is incomplete if Cycle of Life of mineral resources sustainability is not taken into account. Raw materials for manufacturing are provided by mineral resources extraction processes, such as copper, aluminum, iron, gold, silver, silicon, titanium? Those elements are necessary for Mankind development and are obtained from the Earth through mineral extractive processes. Mineral extraction processes are operations which must take care about the environmental consequences. Extraction of huge volumes of rock for their transformation into raw materials for industry must be optimized to reduce ecological cost of the final product as l was possible. Reducing the ecological balance on a global scale has no sense to design an efficient manufacturing in secondary industry (transformation), if in first steps of the supply chain (extraction) impact exceeds the savings of resources in successive phases. Mining operations size suggests that it is an environmental aggressive activity, but precisely because of its great impact must be the first element to be considered. That idea implies that a new concept born: Reduce economical and environmental cost This work aims to make a reflection on the parameters that can be modified to reduce the energy cost of the process without an increasing in operational costs and always ensuring the same production capacity. That means minimize economic and environmental cost at same time. An efficient design of mining operation which has taken into account that idea does not implies an increasing of the operating cost. To get this objective is necessary to think in global operation view to make that all departments involved have common guidelines which make you think in the optimization of global energy costs. Sometimes a single operational cost must be increased to reduce global cost. This work makes a review through different design parameters of surface mining setting some key performance indicators (KPIs) which are estimated from an efficient point of view. Those KPIs can be included by HQE Policies as global indicators. The new concept developed is that a new criteria has to be applied in company policies: improve management, improving OPERATIONAL efficiency. That means, that is better to use current resources properly (machinery, equipment,?) than to replace them with new things but not used correctly. As a conclusion, through an efficient management of current technologies in each extractive operation an important reduction of the energy can be achieved looking at downstream in the process. That implies a lower energetic cost in the whole cycle of life in manufactured product.
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In global environment, a company has to make many decisions that impact upon its position in global supply chain networks such as outsourcing, offshoring, joint venture, vertical/horizontal integration, etc. All these decisions impact on the company’s strategic position, and hence on competitive space and performance. Therefore, it is important for a company to carefully manage strategic positioning by making careful decisions about the adoption of alternative manufacturing and supply chain activities. Unfortunately, there is no complete process studied in strategic positioning of manufacturing operations within global supply chain. Therefore, the work presented in this paper has investigated leading research and industrial practices to create a formal and rational decision process. An analysis of previous literature, industrial practices, and the resulting decision process are all presented in this paper.
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A lean bevezetése nem korlátozódik a termelés újraértelmezésére, hanem jellemzően a vállalati belső működés (számvitel, emberi erőforrás, beszerzés) és külső kapcsolatok (beszállítók, ellátási lánc) újszervezését is megköveteli. Ezek a kapcsolódási pontok számos, tudományterületek határán fekvő kutatási irányt nyitnak meg. Ebben a tanulmányban a lean termelés és a belső működéshez sorolt emberi erőforrás menedzsment kapcsolatára fókuszálok. Célom, hogy a tevékenységmenedzsment vonatkozó irodalmának áttekintésével bemutassam a lean termelés logikájához illeszkedő emberi erőforrás menedzsmentet, annak jellemző gyakorlatait. = Lean goes beyond manufacturing, implementing its principles usually requires companies to reorganize their companywide internal operations (accounting, human resource, purchasing) and also external relations (supplier, supply chain). This linkages offer several multidisciplinary research directions, this study focuses on the relationship between human resource management and lean production. The main aim of this working paper is to review Operations Management’s literatures on this issue and present the human resource policy and its practices that fit and support lean production.
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Learning capability (LC) is a special dynamic capability that a firm purposefully builds to develop a cognitive focus, so as to enable the configuration and improvement of other capabilities (both dynamic and operational) to create and respond to market changes. Empirical evidence regarding the essential role of LC in leveraging operational manufacturing capabilities is, however, limited in the literature. This study takes a routine-based approach to understand capability, and focuses on demonstrating leveraging power of LC upon two essential operational capabilities within the manufacturing context, i.e., operational new product development capability (ONPDC), and operational supplier integration capability (OSIC). A mixed-methods research framework was used, which combines sources of evidence derived from a survey study and a multiple case study. This study identified high-level routines of LC that can be designed and controlled by managers and practitioners, to reconfigure underlying routines of ONPDC and OSIC to achieve superior performance in a turbulent environment. Hence, the study advances the notion of knowledge-based dynamic capabilities, such as LC, as routine bundles. It also provides an impetus for managing manufacturing operations from a capability-based perspective in the fast changing knowledge era.
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The operation of supply chains (SCs) has for many years been focused on efficiency, leanness and responsiveness. This has resulted in reduced slack in operations, compressed cycle times, increased productivity and minimised inventory levels along the SC. Combined with tight tolerance settings for the realisation of logistics and production processes, this has led to SC performances that are frequently not robust. SCs are becoming increasingly vulnerable to disturbances, which can decrease the competitive power of the entire chain in the market. Moreover, in the case of food SCs non-robust performances may ultimately result in empty shelves in grocery stores and supermarkets.
The overall objective of this research is to contribute to Supply Chain Management (SCM) theory by developing a structured approach to assess SC vulnerability, so that robust performances of food SCs can be assured. We also aim to help companies in the food industry to evaluate their current state of vulnerability, and to improve their performance robustness through a better understanding of vulnerability issues. The following research questions (RQs) stem from these objectives:
RQ1: What are the main research challenges related to (food) SC robustness?
RQ2: What are the main elements that have to be considered in the design of robust SCs and what are the relationships between these elements?
RQ3: What is the relationship between the contextual factors of food SCs and the use of disturbance management principles?
RQ4: How to systematically assess the impact of disturbances in (food) SC processes on the robustness of (food) SC performances?
To answer these RQs we used different methodologies, both qualitative and quantitative. For each question, we conducted a literature survey to identify gaps in existing research and define the state of the art of knowledge on the related topics. For the second and third RQ, we conducted both exploration and testing on selected case studies. Finally, to obtain more detailed answers to the fourth question, we used simulation modelling and scenario analysis for vulnerability assessment.
Main findings are summarised as follows.
Based on an extensive literature review, we answered RQ1. The main research challenges were related to the need to define SC robustness more precisely, to identify and classify disturbances and their causes in the context of the specific characteristics of SCs and to make a systematic overview of (re)design strategies that may improve SC robustness. Also, we found that it is useful to be able to discriminate between varying degrees of SC vulnerability and to find a measure that quantifies the extent to which a company or SC shows robust performances when exposed to disturbances.
To address RQ2, we define SC robustness as the degree to which a SC shows an acceptable performance in (each of) its Key Performance Indicators (KPIs) during and after an unexpected event that caused a disturbance in one or more logistics processes. Based on the SCM literature we identified the main elements needed to achieve robust performances and structured them together to form a conceptual framework for the design of robust SCs. We then explained the logic of the framework and elaborate on each of its main elements: the SC scenario, SC disturbances, SC performance, sources of food SC vulnerability, and redesign principles and strategies.
Based on three case studies, we answered RQ3. Our major findings show that the contextual factors have a consistent relationship to Disturbance Management Principles (DMPs). The product and SC environment characteristics are contextual factors that are hard to change and these characteristics initiate the use of specific DMPs as well as constrain the use of potential response actions. The process and the SC network characteristics are contextual factors that are easier to change, and they are affected by the use of the DMPs. We also found a notable relationship between the type of DMP likely to be used and the particular combination of contextual factors present in the observed SC.
To address RQ4, we presented a new method for vulnerability assessments, the VULA method. The VULA method helps to identify how much a company is underperforming on a specific Key Performance Indicator (KPI) in the case of a disturbance, how often this would happen and how long it would last. It ultimately informs the decision maker about whether process redesign is needed and what kind of redesign strategies should be used in order to increase the SC’s robustness. The VULA method is demonstrated in the context of a meat SC using discrete-event simulation. The case findings show that performance robustness can be assessed for any KPI using the VULA method.
To sum-up the project, all findings were incorporated within an integrated framework for designing robust SCs. The integrated framework consists of the following steps: 1) Description of the SC scenario and identification of its specific contextual factors; 2) Identification of disturbances that may affect KPIs; 3) Definition of the relevant KPIs and identification of the main disturbances through assessment of the SC performance robustness (i.e. application of the VULA method); 4) Identification of the sources of vulnerability that may (strongly) affect the robustness of performances and eventually increase the vulnerability of the SC; 5) Identification of appropriate preventive or disturbance impact reductive redesign strategies; 6) Alteration of SC scenario elements as required by the selected redesign strategies and repeat VULA method for KPIs, as defined in Step 3.
Contributions of this research are listed as follows. First, we have identified emerging research areas - SC robustness, and its counterpart, vulnerability. Second, we have developed a definition of SC robustness, operationalized it, and identified and structured the relevant elements for the design of robust SCs in the form of a research framework. With this research framework, we contribute to a better understanding of the concepts of vulnerability and robustness and related issues in food SCs. Third, we identified the relationship between contextual factors of food SCs and specific DMPs used to maintain robust SC performances: characteristics of the product and the SC environment influence the selection and use of DMPs; processes and SC networks are influenced by DMPs. Fourth, we developed specific metrics for vulnerability assessments, which serve as a basis of a VULA method. The VULA method investigates different measures of the variability of both the duration of impacts from disturbances and the fluctuations in their magnitude.
With this project, we also hope to have delivered practical insights into food SC vulnerability. First, the integrated framework for the design of robust SCs can be used to guide food companies in successful disturbance management. Second, empirical findings from case studies lead to the identification of changeable characteristics of SCs that can serve as a basis for assessing where to focus efforts to manage disturbances. Third, the VULA method can help top management to get more reliable information about the “health” of the company.
The two most important research opportunities are: First, there is a need to extend and validate our findings related to the research framework and contextual factors through further case studies related to other types of (food) products and other types of SCs. Second, there is a need to further develop and test the VULA method, e.g.: to use other indicators and statistical measures for disturbance detection and SC improvement; to define the most appropriate KPI to represent the robustness of a complete SC. We hope this thesis invites other researchers to pick up these challenges and help us further improve the robustness of (food) SCs.
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Data from civil engineering projects can inform the operation of built infrastructure. This paper captures lessons for such data handover, from projects into operations, through interviews with leading clients and their supply chain. Clients are found to value receiving accurate and complete data. They recognise opportunities to use high quality information in decision-making about capital and operational expenditure; as well as in ensuring compliance with regulatory requirements. Providing this value to clients is a motivation for information management in projects. However, data handover is difficult as key people leave before project completion; and different data formats and structures are used in project delivery and operations. Lessons learnt from leading practice include defining data requirements at the outset, getting operations teams involved early, shaping the evolution of interoperable systems and standards, developing handover processes to check data rather than documentation, and fostering skills to use and update project data in operations
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People with disabilities have a right to a full life in every sense and one of those fundamental rights is the possibility to work. In this paper, the importance of social employment integration of disabled people is highlighted as one of the stakeholders to be satisfied by companies in the new framework that corporate social responsibility is constructing. The objective of the paper is to revise the benefits of some well-known operations research/management science tools that, if applied correctly, have a double positive impact on work accessibility and improved productivity. The responses collected from managers of Valencia`s ShelteredWork Centres for Disabled by means of a structured questionnaire are used to analyse the level of implementation of these tools and their impact depending on the type of centre, the kind of disability and other structural variables.
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Through the assessment of the fourth round of the High Performance Manufacturing (HPM) project and the introduction of Hofstede’s Cultural Classification, the present work aims to deepen the comprehension of the impact of National Cultures on firms’ Operations Strategy. The ANOVA comparisons of four Operations Strategy elements in countries with different industrialization and development backgrounds (e.g. Germany, China, Brazil and South Korea) suggest that while Integrating Leadership and Implementation of Manufacturing Strategy are affected by the cultural levels of Power Distance, Individualism vs. Collectivism and Uncertainty Avoidance, the other two elements of Operations Strategy, Functional Integration and Formal Manufacturing Strategy, show effects of the degree of Individualism vs. Collectivism and Long-Term Orientation. The results of the study are expected to offer new perspectives on the planning and implementation of strategic and operations management for both practitioners and academics. More specifically, the analysis of cross-cultural influence over operations strategy may contribute to a better understanding of how cooperative behavior may lead firms to generate higher rents through the strengths and weaknesses of their relations, particularly in terms of global supply chains.
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The purpose of this paper is mainly to show how training may support low-carbon operations and production management in a more sustainable organizational context. Design/methodology/approach – A conceptual framework to facilitate the integration between training and low-carbon operations and production is presented. Findings – To accomplish better training in a low-carbon organization, some steps should be followed. Challenges may occur, including the necessity of collaboration across the supply chain. Research limitations/implications – The proposed framework should be applied and improved based on the actual conditions in organizations.
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This PhD dissertation is framed in the emergent fields of Reverse Logistics and ClosedLoop Supply Chain (CLSC) management. This subarea of supply chain management has gained researchers and practitioners' attention over the last 15 years to become a fully recognized subdiscipline of the Operations Management field. More specifically, among all the activities that are included within the CLSC area, the focus of this dissertation is centered in direct reuse aspects. The main contribution of this dissertation to current knowledge is twofold. First, a framework for the so-called reuse CLSC is developed. This conceptual model is grounded in a set of six case studies conducted by the author in real industrial settings. The model has also been contrasted with existing literature and with academic and professional experts on the topic as well. The framework encompasses four building blocks. In the first block, a typology for reusable articles is put forward, distinguishing between Returnable Transport Items (RTI), Reusable Packaging Materials (RPM), and Reusable Products (RP). In the second block, the common characteristics that render reuse CLSC difficult to manage from a logistical standpoint are identified, namely: fleet shrinkage, significant investment and limited visibility. In the third block, the main problems arising in the management of reuse CLSC are analyzed, such as: (1) define fleet size dimension, (2) control cycle time and promote articles rotation, (3) control return rate and prevent shrinkage, (4) define purchase policies for new articles, (5) plan and control reconditioning activities, and (6) balance inventory between depots. Finally, in the fourth block some solutions to those issues are developed. Firstly, problems (2) and (3) are addressed through the comparative analysis of alternative strategies for controlling cycle time and return rate. Secondly, a methodology for calculating the required fleet size is elaborated (problem (1)). This methodology is valid for different configurations of the physical flows in the reuse CLSC. Likewise, some directions are pointed out for further development of a similar method for defining purchase policies for new articles (problem (4)). The second main contribution of this dissertation is embedded in the solutions part (block 4) of the conceptual framework and comprises a two-level decision problem integrating two mixed integer linear programming (MILP) models that have been formulated and solved to optimality using AIMMS as modeling language, CPLEX as solver and Excel spreadsheet for data introduction and output presentation. The results obtained are analyzed in order to measure in a client-supplier system the economic impact of two alternative control strategies (recovery policies) in the context of reuse. In addition, the models support decision-making regarding the selection of the appropriate recovery policy against the characteristics of demand pattern and the structure of the relevant costs in the system. The triangulation of methods used in this thesis has enabled to address the same research topic with different approaches and thus, the robustness of the results obtained is strengthened.
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Recent research in the non-profit performing arts has shown that marketing efforts designed to increase revenue from ticket sales are not achieving the results required to sustain the performing arts. This paper applies operations management analytical techniques to the non-profit performing arts to increase understanding of operational issues and inform service management strategy. The paper takes a two-study idiographic approach. Implementing a modified version of service transaction analysis (STA), Study One describes a performing arts service from provider and customer perspectives, identifies service gaps and develops an elaborated service description incorporating both perspectives. In Study Two, building on the elaborated service description and extant research, in-depth interviews are conducted to gather thick descriptions of predictors of satisfaction, value and service quality as they relate to repurchase intention (RI). Technical, functional and critical factors required to improve organizational performance are identified. Implications for operational strategy, service design and service management theory for this context are discussed. (c) 2005 Published by Elsevier B.V.
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Purpose – The purpose of this paper is to explore the contribution of production and operations managers (POMs) and logistics managers (LMs) in improving manufacturing and service operations, comparing experiences in Australia and Britain. Design/methodology/approach – The findings are based on surveys of the two occupations in the two countries. Thus, the focus is on comparing and contrasting two strategically placed occupations within the supply chain and in two traditional manufacturing economies in developed countries, in opposing hemispheres of the world. Findings – The working lives of 254 Australian and 195 British POMs and 303 Australian and 168 British LMs are explored to see how well prepared they are for the business challenges of today, whether they see the need for changes in the ways in which they work and what satisfactions they derive from their worlds of work? Practical implications – Insights are provided for senior management into the deployment and personal and professional development needs of two key occupations within supply chain management. Originality/value – The findings from the research give fresh insights into the ways in which managers in the two areas of responsibilities in the two countries.view their worlds of work.