The flora and vegetation in an area of the Caatinga in Taperuaba, Sobral, Ceará state, Brazil

The Caatinga, covering about 800.000 km2, is the predominant vegetation type of the semi-arid region of Brazil. The Caatinga biome comprises several phytophysiognomies and floristic compositions, with many endemic species, especially in Fabaceae, Cactaceae, Euphorbiaceae, Bignoniaceae e Combretaceae. Despite considerable advances, the Brazilian semi-arid needs more studies and inventories of biodiversity, especially the Ceará state. On the basis of these considerations, the present study aims to identify the flora and vegetation, in order to characterize the phytophysiognomy in an area of the Caatinga, in locality of Taperuaba, municipality of Sobral, Ceará, Brazil. Field work was conducted in March 2015 and 2016 respectively, in three transects. The life-forms were established in accordance of Raunkiaer´s system. The floristic list is composed of 87 species, distributed in 66 genera and 36 families. The flora comprises 22 Brazilian endemic species. The most representative family was Fabaceae with 15 species, followed by Malvaceae (7) Convolvulaceae (6), Euphorbiaceae (5) and Poaceae (5). The biological spectrum had a high proportion of therophytes (29,9%), chamaephytes (29,9%) and phanerophytes (26,4%). In the area were identified two phytophysiognomies: outcrops communities highlighting succulent phanerophytes (Pilosocereus chrysostele (Vaupel) Byles & G.D. Rowley subsp. cearensis P.J. Braun & Esteves and P. gounellei (F.A.C. Weber) Byles & Rowley), chamaephytes (Encholirium spectabile Mart. ex Schult. & Schult. f. and Lepidaploa chalybaea (Mart. ex DC.) H. Rob.) and therophytes (Mitracarpus baturitensis Sucre), mixed with communities including small trees and shrubs on deeper soil, composed of Cereus jamacaru DC., a succulent phanerophyte, and many woody phanerophytes, such as Cordia oncocalyx Allemão, Crateva trapia L., Mimosa caesalpiniifolia Benth., M. tenuiflora (Willd.) Poir., Poincianella bracteosa (Tul.) L.P. Queiroz and P. pyramidalis (Tul.) L.P. Queiroz.

Aspetti microstrutturali, proprietà meccaniche e ottimizzazione del trattamento termico di un acciaio inossidabile PH processato con laser powder bed fusion

L’attività di ricerca svolta in questa tesi ha riguardato gli aspetti microstrutturali, le proprietà meccaniche e l’ottimizzazione del trattamento termico di un acciaio inossidabile indurente per precipitazione processato mediante tecnologia additiva Laser Powder Bed Fusion (L-PBF). I provini, realizzati presso il competence center Bi-REX (Bologna) e lavorati presso il laboratorio di Metallurgia del DIN, sono stati oggetto di vari trattamenti termici sperimentali in cui è stata fatta variare la temperatura e la durata di mantenimento in forno, al fine di identificare la combinazione ottimale di temperatura e tempo sia per la fase di solubilizzazione che di invecchiamento. Nello specifico, la scelta dei parametri di solubilizzazione e invecchiamento è stata fatta solo sulla base dei trend di durezza. Da queste attività sono stati scelti i parametri di trattamento che garantissero elevata durezza, prossima alla massima ottenibile, senza durate di invecchiamento eccessive. L'esito della sperimentazione ha permesso di ridurre sensibilmente temperatura e durata di solubilizzazione rispetto al trattamento benchmark senza penalizzazione della durezza risultante. Dopodiché è stata eseguita una caratterizzazione microstrutturale e meccanica dell’acciaio, in termini di durezza, trazione e resilienza, per confrontare il trattamento termico ottimizzato con la condizione As-Built (AB) e con il trattamento termico standard indicato dal produttore. L’elevata durezza misurata dopo invecchiamento si deve alla presenza di precipitati di rinforzo in grado di ostacolare il moto delle dislocazioni. Le prove meccaniche hanno confermato l’ottenimento di elevata resistenza a snervamento e a trazione, superiore al benchmark, ma di un basso allungamento a rottura e bassissima resilienza a causa di difetti quali porosità, mancate fusioni e spattering. Infine, lo studio delle superfici di frattura ha permesso di analizzare i meccanismi di rottura dei campioni di trazione e resilienza.