996 resultados para QL Zoología


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Programa de doctorado: Sanidad animal

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INDICE INTRODUZIONE 1 1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA COSTRUTTIVO 5 1.1 I pannelli modulari 5 1.2 Le pareti tozze in cemento armato gettate in opera realizzate con la tecnologia del pannello di supporto in polistirene 5 1.3 La connessione tra le pareti e la fondazione 6 1.4 Le connessioni tra pareti ortogonali 7 1.5 Le connessioni tra pareti e solai 7 1.6 Il sistema strutturale così ottenuto e le sue caratteristiche salienti 8 2. RICERCA BIBLIOGRAFICA 11 2.1 Pareti tozze e pareti snelle 11 2.2 Il comportamento scatolare 13 2.3 I muri sandwich 14 2.4 Il “ferro-cemento” 15 3. DATI DI PARTENZA 19 3.1 Schema geometrico - architettonico definitivo 19 3.2 Abaco delle sezioni e delle armature 21 3.3 Materiali e resistenze 22 3.4 Valutazione del momento di inerzia delle pareti estese debolmente armate 23 3.4.1 Generalità 23 3.4.2 Caratteristiche degli elementi provati 23 3.4.3 Formulazioni analitiche 23 3.4.4 Considerazioni sulla deformabilità dei pannelli debolmente armati 24 3.4.5 Confronto tra rigidezze sperimentali e rigidezze valutate analiticamente 26 3.4.6 Stima di un modulo elastico equivalente 26 4. ANALISI DEI CARICHI 29 4.1 Stima dei carichi di progetto della struttura 29 4.1.1 Stima dei pesi di piano 30 4.1.2 Tabella riassuntiva dei pesi di piano 31 4.2 Analisi dei carichi da applicare in fase di prova 32 4.2.1 Pesi di piano 34 4.2.2 Tabella riassuntiva dei pesi di piano 35 4.3 Pesi della struttura 36 4.3.1 Ripartizione del carico sulle pareti parallele e ortogonali 36 5. DESCRIZIONE DEL MODELLO AGLI ELEMENTI FINITI 37 5.1 Caratteristiche di modellazione 37 5.2 Caratteristiche geometriche del modello 38 5.3 Analisi dei carichi 41 5.4 Modello con shell costituite da un solo layer 43 5.4.1 Modellazione dei solai 43 5.4.2 Modellazione delle pareti 44 5.4.3 Descrizione delle caratteristiche dei materiali 46 5.4.3.1 Comportamento lineare dei materiali 46 6. ANALISI DEL COMPORTAMENTO STATICO DELLA STRUTTURA 49 6.1 Azioni statiche 49 6.2 Analisi statica 49 7. ANALISI DEL COMPORTAMENTO DINAMICO DELLA STRUTTURA 51 7.1 Determinazione del periodo proprio della struttura con il modello FEM 51 7.1.1 Modi di vibrare corrispondenti al modello con solai e pareti costituiti da elementi shell 51 7.1.1.1 Modi di vibrare con modulo pari a E 51 7.1.1.2 Modi di vibrare con modulo pari a 0,5E 51 7.1.1.3 Modi di vibrare con modulo pari a 0,1E 51 7.1.2 Modi di vibrare corrispondenti al modello con solai infinitamente rigidi e pareti costituite da elementi shell 52 7.1.2.1 Modi di vibrare con modulo pari a E 52 7.1.2.2 Modi di vibrare con modulo pari a 0,5E 52 7.1.2.3 Modi di vibrare con modulo pari a 0,1E: 52 7.1.3 Modi di vibrare corrispondenti al modello con solai irrigiditi con bielle e pareti costituite da elementi shell 53 7.1.3.1 Modi di vibrare con modulo pari a E 53 7.1.3.2 Modi di vibrare con modulo pari a 0,5E 53 7.1.3.3 Modi di vibrare con modulo pari a 0,1E 53 7.2 Calcolo del periodo proprio della struttura assimilandola ad un oscillatore semplice 59 7.2.1 Analisi svolta assumendo l’azione del sisma in ingresso in direzione X-X 59 7.2.1.1 Analisi svolta assumendo il modulo elastico E pari a 300000 Kg/cm2 59 7.2.1.1.1 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H e modulo elastico assunto pari ad E 59 7.2.1.1.2 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H e modulo elastico assunto pari ad E 61 7.2.1.1.3 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H, modulo elastico assunto pari ad E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 63 7.2.1.1.4 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H, modulo elastico assunto pari ad E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 66 7.2.1.2 Analisi svolta assumendo il modulo elastico E pari a 150000 Kg/cm2 69 7.2.1.2.1 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H e modulo elastico assunto pari a 0,5E 69 7.2.1.2.2 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H e modulo elastico assunto pari a 0,5E 71 7.2.1.2.3 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H, modulo elastico assunto pari a 0,5 E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 73 7.2.1.2.4 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H, modulo elastico assunto pari a 0,5 E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 76 7.2.1.3 Analisi svolta assumendo il modulo elastico E pari a 30000 Kg/cm2 79 7.2.1.3.1 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H e modulo elastico assunto pari a 0,1E 79 7.2.1.3.2 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H e modulo elastico assunto pari a 0,1E 81 7.2.1.3.3 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H, modulo elastico assunto pari a 0,1E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 83 7.2.1.3.4 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H, modulo elastico assunto pari a 0,1E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 86 7.2.2 Analisi svolta assumendo l’azione del sisma in ingresso in direzione Y-Y 89 7.2.2.1 Analisi svolta assumendo il modulo elastico E pari a 300000 Kg/cm2 89 7.2.2.1.1 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H e modulo elastico assunto pari ad E 89 7.2.2.1.2 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H e modulo elastico assunto pari ad E 91 7.2.2.1.3 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H, modulo elastico assunto pari ad E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 93 7.2.2.1.4 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H, modulo elastico assunto pari ad E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 98 7.2.2.1.5 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H e modulo elastico assunto pari ad E 103 7.2.2.1.6 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H e modulo elastico assunto pari ad E 105 7.2.2.1.7 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H, modulo elastico assunto pari ad E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 107 7.2.2.1.8 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H, modulo elastico assunto pari ad E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 112 7.2.2.2 Analisi svolta assumendo il modulo elastico E pari a 150000 Kg/cm2 117 7.2.2.2.1 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H e modulo elastico assunto pari a 0,5E 117 7.2.2.2.2 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H e modulo elastico assunto pari a 0,5E 119 7.2.2.2.3 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H, modulo elastico assunto pari a 0,5 E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 121 7.2.2.2.4 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H, modulo elastico assunto pari a 0,5 E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 126 7.2.2.2.5 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H e modulo elastico assunto pari a 0,5 E 131 7.2.2.2.6 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H e modulo elastico assunto pari ad E 133 7.2.2.2.7 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H, modulo elastico assunto pari a 0,5E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 135 7.2.2.2.8 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H, modulo elastico assunto pari a 0,5E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 140 7.2.2.3 Analisi svolta assumendo il modulo elastico E pari a 30000 Kg/cm2 145 7.2.2.3.1 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H e modulo elastico assunto pari a 0,1E 145 7.2.2.3.2 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H e modulo elastico assunto pari a 0,1E 147 7.2.2.3.3 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H, modulo elastico assunto pari a 0,1E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 149 7.2.2.3.4 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H, modulo elastico assunto pari a 0,1E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 154 7.2.2.3.5 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H e modulo elastico assunto pari a 0,1 E 159 7.2.2.3.6 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H e modulo elastico assunto pari ad E 161 7.2.2.3.7 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 2/3 H, modulo elastico assunto pari a 0,1E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 163 7.2.2.3.8 Determinazione del periodo proprio della struttura considerando la massa complessiva concentrata a 1/2 H, modulo elastico assunto pari a 0,1E, e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari” delle pareti parallele all’azione del sisma 168 7.3 Calcolo del periodo proprio della struttura approssimato utilizzando espressioni analitiche 174 7.3.1 Approssimazione della struttura ad una mensola incastrata di peso Q=ql avente un peso P gravante all’estremo libero 174 7.3.1.1 Riferimenti teorici: sostituzione di masse distribuite con masse concentrate 174 7.3.1.2 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=300000 kg/cm2 177 7.3.1.3 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=30000 kg/cm2 179 7.3.2 Approssimazione della struttura ad una mensola incastrata alla base, di peso Q=ql, avente un peso P gravante all’estremo libero e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari”delle pareti parallele all’azione del sisma 181 7.3.2.1 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=300000 kg/cm2 181 7.3.2.2 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=30000 kg/cm2 186 7.3.3 Approssimazione della struttura ad un portale avente peso Qp = peso di un piedritto, Qt=peso del traverso e un peso P gravante sul traverso medesimo 191 7.3.3.1 Riferimenti teorici: sostituzione di masse distribuite con masse concentrate 191 7.3.3.2 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo ellastico E=300000 kg/cm2 192 7.3.3.3 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo ellastico E=30000 kg/cm2 194 7.3.4 Approssimazione della struttura ad un portale di peso Qp = peso di un piedritto, Qt=peso del traverso e avente un peso P gravante sul traverso medesimo e struttura resistente costituita dai soli “maschi murari”delle pareti parallele all’azione del sisma 196 7.3.4.1 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=300000 kg/cm2 196 7.3.4.2 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=30000 kg/cm2 201 7.3.5 Approssimazione della struttura ad una mensola incastrata di peso Q=ql avente le masse m1,m2....mn concentrate nei punti 1,2….n 206 7.3.5.1 Riferimenti teorici: metodo approssimato 206 7.3.5.2 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=300000 kg/cm2 207 7.3.5.3 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=30000 kg/cm2 209 7.3.6 Approssimazione della struttura ad un telaio deformabile con tavi infinitamente rigide 211 7.3.6.1 Riferimenti teorici: vibrazioni dei telai 211 7.3.6.2 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=300000 kg/cm2 212 7.3.6.3 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=30000 kg/cm2 215 7.3.7 Approssimazione della struttura ad una mensola incastrata di peso Q=ql avente masse m1,m2....mn concentrate nei punti 1,2….n e studiata come un sistema continuo 218 7.3.7.1 Riferimenti teorici: metodo energetico; Masse ripartite e concentrate; Formula di Dunkerley 218 7.3.7.1.1 Il metodo energetico 218 7.3.7.1.2 Masse ripartite e concentrate. Formula di Dunkerley 219 7.3.7.2 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=300000 kg/cm2 221 7.3.7.3 Applicazione allo specifico caso di studio in esame con modulo elastico E=30000 kg/cm2 226 7.4 Calcolo del periodo della struttura approssimato mediante telaio equivalente 232 7.4.1 Dati geometrici relativi al telaio equivalente e determinazione dei carichi agenti su di esso 232 7.4.1.1 Determinazione del periodo proprio della struttura assumendo diversi valori del modulo elastico E 233 7.5 Conclusioni 234 7.5.1 Comparazione dei risultati relativi alla schematizzazione dell’edificio con una struttura ad un grado di libertà 234 7.5.2 Comparazione dei risultati relativi alla schematizzazione dell’edificio con una struttura a più gradi di libertà e a sistema continuo 236 8. ANALISI DEL COMPORTAMENTO SISMICO DELLA STRUTTURA 239 8.1 Modello con shell costituite da un solo layer 239 8.1.1 Analisi dinamica modale con spettro di risposta avente un valore di PGA pari a 0,1g 239 8.1.1.1 Generalità 239 8.1.1.2 Sollecitazioni e tensioni sulla sezione di base 242 8.1.1.2.1 Combinazione di carico ”Carichi verticali più Spettro di Risposta scalato ad un valore di PGA pari a 0,1g” 242 8.1.1.2.2 Combinazione di carico ”Spettro di Risposta scalato ad un valore di 0,1g di PGA” 245 8.1.1.3 Spostamenti di piano 248 8.1.1.4 Accelerazioni di piano 248 8.1.2 Analisi Time-History lineare con accelerogramma caratterizzato da un valore di PGA pari a 0,1g 249 8.1.2.1 Generalità 249 8.1.2.2 Sollecitazioni e tensioni sulla sezione di base 251 8.1.2.2.1 Combinazione di carico ” Carichi verticali più Accelerogramma agente in direzione Ye avente una PGA pari a 0,1g” 251 8.1.2.2.2 Combinazione di carico ” Accelerogramma agente in direzione Y avente un valore di PGA pari a 0,1g ” 254 8.1.2.3 Spostamenti di piano assoluti 257 8.1.2.4 Spostamenti di piano relativi 260 8.1.2.5 Accelerazioni di piano assolute 262 8.1.3 Analisi dinamica modale con spettro di risposta avente un valore di PGA pari a 0,3g 264 8.1.3.1 Generalità 264 8.1.3.2 Sollecitazioni e tensioni sulla sezione di base 265 8.1.

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Axillary clearance in early breast cancer aims to improve locoregional control and provide staging information but is associated with undesirable morbidity. We therefore investigated whether avoiding axillary surgery in older women would result in improved quality of life (QL) with similar disease-free survival (DFS) and overall survival (OS).

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GOALS OF WORK: To investigate the self-reported symptoms related to endocrine therapy in women with early or advanced breast cancer and the impact of these symptoms on quality of life (QL) indicators. MATERIALS AND METHODS: Symptom occurrence was assessed by the Checklist for Patients on Endocrine Therapy (C-PET) and symptom intensity was assessed by linear analogue self-assessment (LASA) indicators. Patients also responded to global LASA indicators for physical well-being, mood, coping effort and treatment burden. Associations between symptoms and these indicators were analysed by linear regression models. MAIN RESULTS: Among 373 women, the distribution of symptom intensity showed considerable variation in patients reporting a symptom as present. Even though patients recorded a symptom as absent, some patients reported having experienced that symptom when responding to symptom intensity, as seen for decreased sex drive, tiredness and vaginal dryness. Six of 13 symptoms and lower age had a detrimental impact on the global indicators, particularly tiredness and irritability. CONCLUSIONS: Patients' experience of endocrine symptoms needs to be considered both in patient care and research, when interpreting the association between symptoms and QL.

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Quality of life (QL) is an important consideration when comparing adjuvant therapies for early breast cancer, especially if they differ substantially in toxicity. We evaluated QL and Q-TWiST among patients randomised to adjuvant dose-intensive epirubicin and cyclophosphamide administered with filgrastim and progenitor cell support (DI-EC) or standard-dose anthracycline-based chemotherapy (SD-CT). We estimated the duration of chemotherapy toxicity (TOX), time without disease symptoms and toxicity (TWiST), and time following relapse (REL). Patients scored QL indicators. Mean durations for the three transition times were weighted with patient reported utilities to obtain mean Q-TWiST. Patients receiving DI-EC reported worse QL during TOX, especially treatment burden (month 3: P<0.01), but a faster recovery 3 months following chemotherapy than patients receiving SD-CT, for example, less coping effort (P<0.01). Average Q-TWiST was 1.8 months longer for patients receiving DI-EC (95% CI, -2.5 to 6.1). Q-TWiST favoured DI-EC for most values of utilities attached to TOX and REL. Despite greater initial toxicity, quality-adjusted survival was similar or better with dose-intensive treatment as compared to standard treatment. Thus, QL considerations should not be prohibitive if future intensive therapies show superior efficacy.

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In 186 patients with early colon cancer, we investigated the assumption that the meaning of 'quality of life' (QL) remains constant over time. Within a phase-III trial (SAKK 40/93), patients estimated both their overall QL and a range of disease- and treatment-related domains at five timepoints, comprising three concurrent and 2 retrospective estimates: their pre-surgery QL both before surgery and retrospectively thereafter, and their pre-adjuvant QL both at the beginning of adjuvant treatment and retrospectively about 2 months later, and their current QL 2 weeks thereafter. Multilevel models were developed to determine whether the selected domains made stable contributions to overall QL at the concurrent estimates. The weights of the domains changed over time. They did not differ significantly according to whether patients were considering their concurrent state or reflecting on this state at a later timepoint. In the process of adaptation, patients with early colon cancer substantially change the relative importance of QL domains to overall QL. This finding argues for QL as a changing construct and against the assumption that domain-specific weights are stable across distinct clinical phases.

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En el cultivo de pimiento, Myzus persicae es una plaga cuyo manejo se basa en el uso de agroquímicos de síntesis. Una alternativa de menor impacto ambiental para su control es la aplicación de extractos naturales. El objetivo del trabajo fue evaluar el efecto de extractos provenientes de Melia azedarach, Eucalyptus globulus y Ricinus communis sobre este pulgón. Se escogió la técnica del film residual en papel de filtro, manteniendo los individuos sobre hojas de pimiento ornamental. Se utilizaron extractos acetónicos a una dilución de 10 000 ppm, con 5 individuos en cada una de las 10 réplicas de los tratamiento. Se efectuaron lecturas para mortalidad a los 30 minutos y 24, 48 y 72 horas. Los resultados se analizaron mediante ANOVA de medidas repetidas y prueba de Tukey. El extracto de eucalipto produjo una mortalidad significativa, alcanzando un máximo cercano al 50 % en promedio, para la lectura a las 72 horas. Asimismo se observó un efecto sobre la reproducción, generado por los extractos de eucalipto y ricino, aunque no pudo probarse esto estadísticamente. Para el ricino, se infiere un probable efecto de repelencia. Se propone continuar con los ensayos de extractos, ampliando la evaluación de su efecto sobre el potencial reproductivo del organismo blanco.

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El objetivo fue estudiar la diversidad de coleópteros epígeos en el cultivo de maní, su composición taxonómica y su hábito alimenticio, a fin de aportar conocimientos acerca de especies potencialmente dañinas o benéficas al cultivo. Durante las campañas agrícolas 2004/05, 2005/06 y 2006/07 se colocaron 10 trampas Barber en un lote de maní ubicado en la localidad de Olaeta (Córdoba, Argentina). Se instalaron siguiendo un diseño en "X" dentro del lote en el momento de la siembra del cultivo y se dejaron hasta la cosecha. La colecta se realizó con una frecuencia semanal y el material fue identificado y cuantificado. Se determinó la frecuencia y constancia de cada especie colectada y la riqueza de especies fue calculada a través del Índice de diversidad de Simpson. Se registraron 10 familias y dentro de ellas 19 géneros/especies: los individuos fitófagos representaron entre el 66 y el 71%; los predadores entre el 18 y el 27% y los coprófagos entre el 2 y el 16% en los tres ciclos estudiados. La mayor diversidad (0,80-0,82) se obtuvo entre mediados de diciembre y principios de enero. Las especies fitófagas que se encontraron podrían comportarse como plagas para el cultivo.

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Las "orugas defoliadoras" afectan la producción del cultivo de soja, sobre todo en años secos y con altas temperaturas que favorecen su desarrollo. El objetivo del presente trabajo fue evaluar la eficiencia de control de insecticidas neurotóxicos e IGRs sobre "orugas defoliadoras" en soja. Se realizaron ensayos en lotes comerciales en tres localidades de la provincia de Córdoba en las campañas agrícolas 2008/09 y 2009/10, bajo un diseño de bloques al azar, con seis tratamientos y tres repeticiones. Los tratamientos fueron: T1: Clorpirifos (384 g p.a.ha-1), T2: Cipermetrina (37,5 g p.a.ha-1), T3: Lufenuron+Profenofos (15 + 150 g p.a.ha-1), T4: Metoxifenocide (28,8 g p.a.ha-1), T5: Novaluron (10 g p.a.ha-1) y T6: Testigo. El tamaño de las parcelas fue de 12 surcos de 10 m de largo distanciados a 0,52 m. La aplicación se realizó con una mochila provista de boquillas de cono hueco (40 gotas.cm-2), cuando la plaga alcanzó el umbral de daño económico. En cada parcela se tomaron cinco muestras a los 0, 2, 7 y 14 días después de la aplicación (DDA) utilizando el paño vertical, identificando y cuantificando las orugas vivas mayores a 1,5 cm. A los 14 DDA se extrajeron 30 folíolos por parcela (estrato medio y superior de la planta) y se determinó el porcentaje de defoliación utilizando el software WinFolia Reg. 2004. Se estimó el rendimiento sobre 5 muestras de 1 m2 en cada parcela y se realizó ANOVA y test de comparación de medias LSD de Fisher. El Clorpirifos mostró el mayor poder de volteo y el Metoxifenocide la mayor eficiencia a los 7 DDA. En general los IGRs mostraron mayor poder residual.

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Se informa acerca de la presencia por vez primera de Greenidea ficicola Takahashi en la Argentina. El áfido fue encontrado sobre Ficus benjamina cv variegata en La Plata, Buenos Aires, en octubre de 2009. Se describe e ilustra la hembra vivípara áptera.

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Myzus persicae (Sulz.), Brevicoryne brassicae L. y Lipaphis erysimi (Kalt.) constituyen plagas del cultivo de colza canola, Brassica napus L., y de otras crucíferas cultivadas. Los pulgones fueron colectados en un cultivo de canola y se multiplicaron en un insectario. Para el estudio se criaron 2 cohortes de 20 hembras neonatas, para cada especie de áfido y cultivar de colza, a 20 ± 1°C, 60-70% de humedad relativa y 14:10 horas de fotofase. Las principales diferencias entre especies de pulgones se observaron en la duración de los períodos reproductivo y post-reproductivo, la longevidad y la fecundidad. M. persicae fue el áfido más longevo y fecundo en Impact, mientras que en Teddy el más fecundo fue L. erysimi y el más longevo M. persicae. Con respecto a los parámetros poblacionales, la mayor tasa de incremento poblacional (R0) fue de 58,43 (♀/♀/generación) para M. persicae en Impact. En cambio en Teddy la mayor R0 (63,17) fue para L. erysimi. La tasa intrínseca de crecimiento natural (rm) más elevada fue para L. erysimi en Teddy (0,29 ♀/♀/día) y para M. persicae en Impact (0,24 ♀/♀/día). Estos estudios indican que, de acuerdo con el cultivar de colza empleado, teniendo en cuenta la tasa de crecimiento poblacional de las diferentes especies de pulgones, se podría inferir cuál será la especie dominante y el daño potencial que ocasionarían al cultivo.

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Feedlots have increased in several regions of Argentina, particularly in the Pampas. The absence of adequate treatments of the effluents produced in these establishments creates serious problems to the society. Phytoremediation can be defined as inexpensive and environmentally sustainable strategy used to remove pollutants by plants. The aim of this study was to evaluate the remediation potential of two macrophyte species (Eichhornia crassipes and Hydrocotyle ranunculoides) on a feedlot effluent. This effluent was treated with these species for 31 days. Control and macrophyte treatments decreased dissolved inorganic nitrogen (DIN), Kjeldahl nitrogen (Kj N), biological oxygen demand (BOD), chemical oxygen demand (COD), total dissolved salts (TDS), total phosphorus (TP), Pb, Zn and Cr levels. At macrophyte treatments, relatively constant pH levels were kept and decreased EC and TDS values were obtained compared to control, mitigating the release of contaminants and potential greenhouse gases to the atmosphere. Moreover, significant increases in biomass were obtained, being higher in E. crassipes. The results allow concluding that the presence of aquatic plants increases the removal rates of nutrients, organic matter and heavy metals from wastewater in approximately 10-17 days for a feedlot effluent with high organic load.

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En Argentina se están desarrollando genotipos de garbanzo (Cicer arietinum L.) para adecuarlos a las distintas zonas de producción. Estos presentan diferentes fenotipos lo que podría afectar las preferencias de oviposición de los insectos herbívoros de hábito minador. Los objetivos de este trabajo fueron: 1) determinar si las hembras del género Liriomyza spp. muestran preferencia por algún genotipo de garbanzo, y 2) evaluar el efecto del extracto de Melia azedarach sobre las líneas de garbanzo que resultaran susceptibles. Se sembraron dos líneas selectas y dos cultivares de C. arietinum que presentan hojas unifoliadas enteras o compuestas, en el Campo Experimental de la Facultad de Ciencias Agropecuarias, Universidad Nacional de Córdoba, en bloques al azar con tres repeticiones. Para analizar la preferencia, mediante censos semanales se evaluó la presencia de las larvas de las moscas en el período julio-septiembre. Los dípteros eligieron de manera significativa los genotipos de hoja entera y grande. Posteriormente, las plantas con hojas minadas de las variedades preferidas fueron sometidas a tratamiento con el extracto botánico. Para ello se marcaron cinco plantas de cada bloque: a 15 se les aplicó extracto (10%) y a las otras 15 agua (control). Se observó que el número de hojas minadas, de pupas y adultos emergidos disminuyeron en los tratamientos con el extracto. Estudios complementarios serán necesarios para poder considerar este compuesto natural en un plan de manejo del herbívoro.

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Los residuos del sector avícola, principalmente guano (aves ponedoras) y cama de parrilleros (aves de engorde), pueden generar un impacto negativo en el ambiente contribuyendo a la contaminación de suelo, agua y aire. La estabilización aeróbica a través del compostaje es una alternativa de tratamiento para reducir la contaminación. El objetivo de este trabajo fue evaluar el proceso de compostaje en dos mezclas con diferentes porcentajes de residuos avícolas (guano de aves ponedoras y cama de pollos parrilleros). Se compostaron dos mezclas que contenían 81% y 70% de residuos avícolas durante 16 semanas. Las variables analizadas fueron: temperatura (T°), pH, conductividad eléctrica (CE), humedad (H), capacidad de intercambio catiónico (CIC), carbono orgánico total (COT), amonio (NH4+), nitrato (NO3 - ), nitrógeno total (NT ) y carbono soluble (CS). Las características finales de los compost A y B fueron: pH 7,1 - 6,8, CE 3,3 - 2,9 (mS. cm- 1), COT 14,8 - 17,9 %, NT 0,97 - 0,88 %, NH4 + 501 - 144,9 mg kg-1, NO3-552,3 - 543,0 mg kg-1 respectivamente. El proceso de compostaje podría ser una herramienta para estabilizar los residuos avícolas minimizando su impacto en el ambiente.

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Este trabajo estudia dos procesos relacionados en una institución universitaria. En la primera parte analiza las formas autónomas de organización institucional disciplinar producidas por profesores e investigadores del Instituto del Museo y Escuela Superior/Facultad de Ciencias Naturales de la Universidad Nacional de La Plata en el período 1935 y 1946. Y en la segunda parte estudia dos situaciones sociales -las intervenciones universitarias de los años 1946 y 1955- donde las políticas del Estado nacional produjeron cambios en las trayectorias de esos académicos. Exploraremos esas relaciones en los liderazgos y grupos académicos en geología, paleontología, zoología, botánica y antropología.