951 resultados para Matrona romana
Resumo:
Introduzione : Plinio il Giovane erogò una somma di denaro per costruire una biblioteca e assicurarne il funzionamento. Una cittadina donò al Municipio di Balerna due case di appartamenti con lo scopo di mantenervi pigioni moderate e di mettere i vani a disposizione quale abitazione primaria per la popolazione del Comune. Questi due esempi illustrano casi di donazioni gravate da un onere. Da essi si evince che la donazione modale consta di due elementi: un dono e una finalità posta allo stesso. Una tale donazione esemplifica l'idea di alterità dell'unità, come Giano - dio del Pantheon romano - il quale è rappresentato con due volti, che gli permettevano di vedere il passato e di scrutare il futuro. Così, il presente lavoro - anch'esso paradigma dell'alterità dell'unità - si prefigge lo scopo di creare un ponte tra il passato e il potenziale futuro, sulla scorta anche di testi filosofici e letterari, senza tacere la sua dimensione giuridica. Un'invocazione a Giano si giustifica: anche Seneca, nel suo canzonatorio poema sulla trasformazione in zucca dell'imperatore Claudio - l'Apocolocintosi - narra che il dio patrocinò l'interessato, siccome abile oratore e aduso all'arte forense poiché i suoi due volti indicano in senso metaforico - e ironico - la capacità di esaminare le questioni sotto tutti i loro aspetti. Ciò posto, giovi considerare che la donazione modale è costituita di due scorciatoie cognitive che espongono la sua alterità: l'una, il dono, rimanda all'idea di gratuità, di benevolenza, di amicizia, di reciprocità; l'altra, l'onere, riconduce all'onerosità, allo scambio, al contratto, alla commutatività. Così, per enucleare l'unità della donazione gravata da un onere occorre chinarsi sulla sua alterità e percorrere i cammini che essa propone: la gratuità e l'onerosità, per poi ridurre gli esiti nell'unitarietà dell'istituto. Il presente lavoro vaglia invero la donazione modale. Esso è nondimeno condito di riflessioni più generali inerenti alla teoria dei contratti e alla filosofia del diritto, in una digressione temporale che dal diritto romano porta al diritto svizzero, passando per alcuni glossatori e umanisti e, anche, attraverso alcune legislazioni regionali del XIX secolo. Donde un lavoro che, in ultima analisi, abbraccia più tematiche, suddivise come esposto in appresso. Il primo capitolo, di introduzione al tema, è un compendio della terminologia latina del dono, ottenuto individuando esempi addotti dalle fonti giuridiche e fatti narrati da scrittori latini. Dacché la legge si palesa mediante uno scritto insieme di segni che esprimono concetti - mi è parso opportuno soffermarmi sulle sfaccettature linguistiche del "dono". La società romana era tributaria di molteplici rapporti di amicizia, i cui contenuti hanno poi dato adito ai cosiddetti contratti gratuiti. A Roma, la gratuità era un concetto bicefalo. Esisteva una gratuità propriamente detta e una gratuità qualificata di lucrativa. L'una escludeva l'altra. Esse godevano di un campo d'applicazione autonomo e indipendente. Queste due nozioni sono l'oggetto del secondo capitolo. Dato che la donazione modale è una commistione tra gratuità e onerosità, dopo aver esposto i criteri della gratuità, il terzo capitolo si incentra sull'analisi del modus testamentario e del concetto di donazione remuneratoria. Lungo le pagine del quarto capitolo, preludio al nucleo stesso della tesi, si tratteggia lo sviluppo giuridico della donazione nel diritto romano: da causa di atti a contratto indipendente. Dopo avere tracciato i contorni degli elementi che si fondono nel concetto di donazione gravata da un onere (dono, gratuità, onerosità), il quinto capitolo contiene la base del presente studio: l'analisi della donazione modale. Assemblando i risultati emersi nei capitoli precedenti, si definisce e si delimita questo istituto, si elabora la sua maturazione storica e concettuale. L'incedere della tesi, in ambito svizzero, segue quasi pedissequamente la struttura romanistica del primo titolo. Dopo una presentazione di alcune legislazioni del XIX secolo, nel preludio, il secondo capitolo si concentra sulla nozione di gratuità, quale può essere estrapolata dal Codice civile, dal Codice delle obbligazioni e dalla Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento. Il terzo capitolo tratta dell'onerosità, limitata al Codice civile e, principalmente, all'onere successorio. La tesi si chiude, nel quarto capitolo, con una digressione sulla donazione gravata da un onere nel diritto svizzero. In questo lavoro i quesiti di fondo, cui si cerca di fornire una risposta, riguardano la natura e la struttura dell'istituto in esame: di che tipo di contratto si tratta? È gratuito, lucrativo o oneroso? Come risponde il donatario inadempiente? Permettetemi un'avvertenza preliminare: i testi letterari, giuridici e filosofici su cui poggia il primo titolo sono vecchi di un paio di millenni, e, prima di giungere nelle nostre biblioteche e nelle nostre case, hanno subito un percorso tortuoso. Alcuni sono stati alterati, altri modificati. Errori di trascrizione si sommano ad adeguamenti alle nuove realtà storiche. Ciò premesso, i testi letterari e filosofici sono presentati nelle versioni indicate nelle pagine della bibliografia e non sono stati l'oggetto di particolari attenzioni interpolazionistiche, critiche che affiorano tuttavia per i frammenti giuridici più interessanti per il presente lavoro.
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Gracias a los estudios del Dr. Hauschild en la Parte Alta de Tarragona se ha identificado una estructura urbana en tres niveles que se conoce como Concilium Provinciae Hispaniae Citerioris. La investigación posterior ha permitido confirmar las hipótesis del Dr. Hauschild, y ampliar el conocimiento del conjunto. En este artículo se presentan los últimos estudios referentes al Recinto de Culto, gracias a los trabajos del Plan Director de la Catedral de Tarragona y al proyecto Planimetría Arqueológica de Tárraco.
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Es descriu l’evolució del poblament des de l’època preibèrica fins a l’ibèric, tot seguint J. Sanmartí, que l’interpreta com a resultat d’una dinàmica interna de la societat que va conduir a la formació de protoestats o estats arcaics en el període ibèric ple. A partir de l’arribada dels romans, el 218 aC, l’àrea catalana va sofrir el canvi de poblament més radical que ha experimentat el país des del neolític, a conseqüència de la introducció del sistema de la ciutat romana. Això es deu al pas d’una societat amb una estructura que es podria interpretar com un protoestat o estat arcaic a una societat que correspon a un estat de dret, el de la república romana. Es fa molt difícil fer càlculs sobre les xifres de poblament, tot i que se suposa que la població va augmentar en època romana. El canvi radica en el pas d’una densa xarxa jerarquitzada de poblats encastellats, dalt de turons, i amb alguns establiments rurals dispersos pel territori, a l’establiment de les ciutats romanes, que buscaven les millors planes per fer-hi una producció agrícola que va entrar en el comerç de llargues distàncies del Mediterrani de l’època. Les ciutats romanes es troben en l’origen de les principals ciutats de la Catalunya actual.
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En aquest article es presenta la fase de la intervenció realitzada al mercat de Santa Caterina que es desenvolupa en l’època altimperial romana i està relacionada amb els inicis de la ciutat de Barcino. En funció de les estructures recuperades i la gran quantitat de material d’escòries ceràmiques recollides, les restes documentades s’han identificat amb una zona de producció ceràmica suburbial, on podrien produir-se tant ceràmiques comunes com recipients amfòrics. Aquests últims són els que han aportat més informació, tant per la quantitat com per la diversitat de marques recollides, que han permès ampliar el coneixement sobre les possibles produccions a la ciutat i els circuits del vi a la zona.
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Amb aquest treball volem contribuir al coneixement de la dinàmica comercial de la Tàrraco del segle i dC. Es presenta una possible producció local documentada d’una manera abundant en el jaciment de la plaça de la Font de Tarragona. També presentem com a novetat un petit conjunt de ceràmiques procedents de la zona de Nàpols i Narbona. Per últim, destacar algunes imitacions de TSI d’origen indeterminat.
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In 1991 was brought to light a collection of architectural terracottas from the villa of the Vilarenc and some pieces from Tarraco that were identified as lastre Campana. Five years later, in the excavations of the Plaza de la Font of Tarragona, a collection of six pieces was discovered. Altogether, the collection is based in 14/15 lastre and 4 different topics: “Women flanking a candelabra”, “Theseus known by his father”, “Adornment of a hermes” and “Scene of portico of palestra”. The interest of these finds lies in several factors: Their absolute exceptionality (it is very rare to find them outside of Italy); the geographical concentration, the topics, and their chronological relation and precise culture, since the finds are concentrated in a provincial capital and its territory, and they come from contexts of the beginning of first century AD. The physicochimique analyses make possible to assign an origin from Latium to some pieces and a local manufacture to others. These finds make possible to talk about the area and the provincial impact of certain iconographic and cultural models of Augustus’ time.