973 resultados para Heidegger, Martin


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Pós-graduação em Filosofia - FFC

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The George C. Martin Papers includes Civil War correspondence between George Canning Martin and his wife, Sarah Jane, from May 1862 to August 1864. Subjects include camp life, the progress of the war in North Carolina and Virginia, and the physical and mental condition of the Confederate soldiers (such as ill health, poor food, and depression). Also included are tax receipts, pension records, newspapers clippings (1863), a commonplace book belonging to Robert Smith, and a memoir (author unknown).

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Applying ecological studies to the adaptations of prehistoric human hunter-gatherer groups has greatly increased our abilities to interpret effects of an ever-changing environment and our access to critical resources on these populations. The Pleistocene/Holocene transition, its climate and human genesis in the new world, draws intensive interest from a number of scientific communities. In Twilight of the Mammoths, Paul Martin adds his views, which are of no surprise, on the megafaunal extirpations during a cultural period referred to in North America as Clovis.

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A pesquisa latino-americana de comunicação lembra uma ilha isolada, indiferente aos grandes debates filosófico- comunicacionais do século 20. Martín-Barbero ainda pensa segundo o modelo das totalidades e das hegemonias. Estudar a comunicação, para ele, é intervir, agir socialmente, e o processo comunicacional não está no ato de se assistir a TV, mas nas trocas que o receptor faz, lá fora, com sua comunidade. Néstor Canclini, trabalhando com arte e cultura popular, é mais realista, vê o consumo como feito da cumplicidade entre a sociedade civil e o Estado. Critica os que enaltecem os objetos da arte popular e se esquecem dos homens e de seus processos. Guillermo Orozco segue Martín-Barbero e critica as pesquisas que se ocupam do ato comunicacional específico. É alguém que busca a ressurreição dos agentes que vão esclarecer as pessoas como assistir “corretamente” à TV

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This study is founded on the phenomenology of Martin Heidegger, with the objective to understand the care needs of women infected with the human papilloma virus. Participants were fourteen women who had been diagnosed with this infection. The guiding questions were: What is it like to have this diagnosis? Tell me your experience, from when you received your diagnosis until today. What has your health care been like? The questions revealed the theme - seeking care as solicitude - which showed the importance of the support of family and friends. The presence of the infection as the cause of marital conflicts and separation was another highlighted aspect. The statements showed that there was a sense of resignation after an unsuccessful attempt to find accurate and clear information in order to make assertive decisions. Health interventions for infected women must overcome the traditional models of care, including interventions for health promotion and prevention, with trained professionals who are sensitive to the subjective dimension.

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Paraehlersia San Martin, 2003 is reported for the first time for the Atlantic coast off South America based on specimens collected off Brazil and Argentina. The specimens belong to two new species, which are herein described. Paraehlersia longichaetosa sp. nov., is characterized by having spiniger-like chaetae with long blades, up to 120 mu m in length, bidentate anterior falcigers, with relatively coarse subdistal tooth, bidentate dorsal simple chaetae, with teeth about same size, and subdistally irregularly inflated aciculae, apparently hollow, with acute tip. Paraehlersia martapolae sp. nov., has spiniger-like chaetae with shorter blades, up to 82 mu m in length, bidentate falcigers, with thin subdistal tooth, distally irregularly rounded dorsal simple chaetae, and aciculae subdistally bent at almost right angle, sometimes with apparently flattened top. These new species are compared to their most similar congeners. Additionally, a table summarizing relevant morphological traits of all currently known species of Paraehlersia is included.

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Pesquisa fundamentada na fenomenologia de Martin Heidegger que objetivou compreender as necessidades de cuidados das mulheres infectadas pelo Papilomavírus Humanos. Participaram catorze mulheres que haviam recebido o diagnóstico dessa infecção. As questões norteadoras foram: como é, para você, estar com este diagnóstico? Conte-me sua experiência, desde que soube do diagnóstico até hoje. Como está sendo a assistência que você tem recebido? O desvelamento do tema - buscando o cuidado como solicitude - mostrou a importância do suporte dos familiares e de amigos. A presença da infecção como motivo de conflitos e separação conjugal foi outro aspecto ressaltado. Os depoimentos deixam em evidência a resignação após a tentativa frustrada de busca por informações precisas e esclarecedoras para a tomada de decisões assertivas. As ações de saúde à mulher infectada necessitam ultrapassar os modelos tradicionais de cuidado, incluindo ações de promoção e prevenção à saúde, com profissionais capacitados, sensíveis à dimensão subjetiva.

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L’ermeneutica filosofica di Hans-Georg Gadamer – indubbiamente uno dei capisaldi del pensiero novecentesco – rappresenta una filosofia molto composita, sfaccettata e articolata, per così dire formata da una molteplicità di dimensioni diverse che si intrecciano l’una con l’altra. Ciò risulta evidente già da un semplice sguardo alla composizione interna della sua opera principale, Wahrheit und Methode (1960), nella quale si presenta una teoria del comprendere che prende in esame tre differenti dimensioni dell’esperienza umana – arte, storia e linguaggio – ovviamente concepite come fondamentalmente correlate tra loro. Ma questo quadro d’insieme si complica notevolmente non appena si prendano in esame perlomeno alcuni dei numerosi contributi che Gadamer ha scritto e pubblicato prima e dopo il suo opus magnum: contributi che testimoniano l’importante presenza nel suo pensiero di altre tematiche. Di tale complessità, però, non sempre gli interpreti di Gadamer hanno tenuto pienamente conto, visto che una gran parte dei contributi esegetici sul suo pensiero risultano essenzialmente incentrati sul capolavoro del 1960 (ed in particolare sui problemi della legittimazione delle Geisteswissenschaften), dedicando invece minore attenzione agli altri percorsi che egli ha seguito e, in particolare, alla dimensione propriamente etica e politica della sua filosofia ermeneutica. Inoltre, mi sembra che non sempre si sia prestata la giusta attenzione alla fondamentale unitarietà – da non confondere con una presunta “sistematicità”, da Gadamer esplicitamente respinta – che a dispetto dell’indubbia molteplicità ed eterogeneità del pensiero gadameriano comunque vige al suo interno. La mia tesi, dunque, è che estetica e scienze umane, filosofia del linguaggio e filosofia morale, dialogo con i Greci e confronto critico col pensiero moderno, considerazioni su problematiche antropologiche e riflessioni sulla nostra attualità sociopolitica e tecnoscientifica, rappresentino le diverse dimensioni di un solo pensiero, le quali in qualche modo vengono a convergere verso un unico centro. Un centro “unificante” che, a mio avviso, va individuato in quello che potremmo chiamare il disagio della modernità. In altre parole, mi sembra cioè che tutta la riflessione filosofica di Gadamer, in fondo, scaturisca dalla presa d’atto di una situazione di crisi o disagio nella quale si troverebbero oggi il nostro mondo e la nostra civiltà. Una crisi che, data la sua profondità e complessità, si è per così dire “ramificata” in molteplici direzioni, andando ad investire svariati ambiti dell’esistenza umana. Ambiti che pertanto vengono analizzati e indagati da Gadamer con occhio critico, cercando di far emergere i principali nodi problematici e, alla luce di ciò, di avanzare proposte alternative, rimedi, “correttivi” e possibili soluzioni. A partire da una tale comprensione di fondo, la mia ricerca si articola allora in tre grandi sezioni dedicate rispettivamente alla pars destruens dell’ermeneutica gadameriana (prima e seconda sezione) ed alla sua pars costruens (terza sezione). Nella prima sezione – intitolata Una fenomenologia della modernità: i molteplici sintomi della crisi – dopo aver evidenziato come buona parte della filosofia del Novecento sia stata dominata dall’idea di una crisi in cui verserebbe attualmente la civiltà occidentale, e come anche l’ermeneutica di Gadamer possa essere fatta rientrare in questo discorso filosofico di fondo, cerco di illustrare uno per volta quelli che, agli occhi del filosofo di Verità e metodo, rappresentano i principali sintomi della crisi attuale. Tali sintomi includono: le patologie socioeconomiche del nostro mondo “amministrato” e burocratizzato; l’indiscriminata espansione planetaria dello stile di vita occidentale a danno di altre culture; la crisi dei valori e delle certezze, con la concomitante diffusione di relativismo, scetticismo e nichilismo; la crescente incapacità a relazionarsi in maniera adeguata e significativa all’arte, alla poesia e alla cultura, sempre più degradate a mero entertainment; infine, le problematiche legate alla diffusione di armi di distruzione di massa, alla concreta possibilità di una catastrofe ecologica ed alle inquietanti prospettive dischiuse da alcune recenti scoperte scientifiche (soprattutto nell’ambito della genetica). Una volta delineato il profilo generale che Gadamer fornisce della nostra epoca, nella seconda sezione – intitolata Una diagnosi del disagio della modernità: il dilagare della razionalità strumentale tecnico-scientifica – cerco di mostrare come alla base di tutti questi fenomeni egli scorga fondamentalmente un’unica radice, coincidente peraltro a suo giudizio con l’origine stessa della modernità. Ossia, la nascita della scienza moderna ed il suo intrinseco legame con la tecnica e con una specifica forma di razionalità che Gadamer – facendo evidentemente riferimento a categorie interpretative elaborate da Max Weber, Martin Heidegger e dalla Scuola di Francoforte – definisce anche «razionalità strumentale» o «pensiero calcolante». A partire da una tale visione di fondo, cerco quindi di fornire un’analisi della concezione gadameriana della tecnoscienza, evidenziando al contempo alcuni aspetti, e cioè: primo, come l’ermeneutica filosofica di Gadamer non vada interpretata come una filosofia unilateralmente antiscientifica, bensì piuttosto come una filosofia antiscientista (il che naturalmente è qualcosa di ben diverso); secondo, come la sua ricostruzione della crisi della modernità non sfoci mai in una critica “totalizzante” della ragione, né in una filosofia della storia pessimistico-negativa incentrata sull’idea di un corso ineluttabile degli eventi guidato da una razionalità “irrazionale” e contaminata dalla brama di potere e di dominio; terzo, infine, come la filosofia di Gadamer – a dispetto delle inveterate interpretazioni che sono solite scorgervi un pensiero tradizionalista, autoritario e radicalmente anti-illuminista – non intenda affatto respingere l’illuminismo scientifico moderno tout court, né rinnegarne le più importanti conquiste, ma più semplicemente “correggerne” alcune tendenze e recuperare una nozione più ampia e comprensiva di ragione, in grado di render conto anche di quegli aspetti dell’esperienza umana che, agli occhi di una razionalità “limitata” come quella scientista, non possono che apparire come meri residui di irrazionalità. Dopo aver così esaminato nelle prime due sezioni quella che possiamo definire la pars destruens della filosofia di Gadamer, nella terza ed ultima sezione – intitolata Una terapia per la crisi della modernità: la riscoperta dell’esperienza e del sapere pratico – passo quindi ad esaminare la sua pars costruens, consistente a mio giudizio in un recupero critico di quello che egli chiama «un altro tipo di sapere». Ossia, in un tentativo di riabilitazione di tutte quelle forme pre- ed extra-scientifiche di sapere e di esperienza che Gadamer considera costitutive della «dimensione ermeneutica» dell’esistenza umana. La mia analisi della concezione gadameriana del Verstehen e dell’Erfahrung – in quanto forme di un «sapere pratico (praktisches Wissen)» differente in linea di principio da quello teorico e tecnico – conduce quindi ad un’interpretazione complessiva dell’ermeneutica filosofica come vera e propria filosofia pratica. Cioè, come uno sforzo di chiarificazione filosofica di quel sapere prescientifico, intersoggettivo e “di senso comune” effettivamente vigente nella sfera della nostra Lebenswelt e della nostra esistenza pratica. Ciò, infine, conduce anche inevitabilmente ad un’accentuazione dei risvolti etico-politici dell’ermeneutica di Gadamer. In particolare, cerco di esaminare la concezione gadameriana dell’etica – tenendo conto dei suoi rapporti con le dottrine morali di Platone, Aristotele, Kant e Hegel – e di delineare alla fine un profilo della sua ermeneutica filosofica come filosofia del dialogo, della solidarietà e della libertà.