618 resultados para BALLOON


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Introducción: El monitoreo hemodinámico es una herramienta para diagnosticar el choque cardiogénico y monitorear la respuesta al tratamiento; puede ser invasivo, mínimamente invasivo o no invasivo. Se realiza rutinariamente con catéter de arteria pulmonar (CAP) o catéter de Swan Ganz; nuevas técnicas de monitoreo hemodinámico mínimamente invasivo tienen menor tasa de complicaciones. Actualmente se desconoce cuál técnica de monitoreo cuenta con mayor seguridad en el paciente con choque cardiogénico. Objetivo: Evaluar la seguridad del monitoreo hemodinámico invasivo comparado con el mínimamente invasivo en pacientes con choque cardiogénico en cuidado intensivo adultos. Diseño: Revisión sistemática de la literatura. Búsqueda en Pubmed, EMBASE, OVID - Cochrane Library, Lilacs, Scielo, registros de ensayos clínicos, actas de conferencias, repositorios, búsqueda de literatura gris en Google Scholar, Teseo y Open Grey hasta agosto de 2016, publicados en inglés y español. Resultados: Se identificó un único estudio con 331 pacientes críticamente enfermos que comparó el monitoreo hemodinámico con CAP versus PiCCO que concluyó que después de la corrección de los factores de confusión, la elección del tipo de monitoreo no influyó en los resultados clínicos más importantes en términos de complicaciones y mortalidad. Dado que se incluyeron otros diagnósticos, no es posible extrapolar los resultados sólo a choque cardiogénico. Conclusión: En la literatura disponible no hay evidencia de que el monitoreo hemodinámico invasivo comparado con el mínimamente invasivo, en pacientes adultos críticamente enfermos con choque cardiogénico, tenga diferencias en cuanto a complicaciones y mortalidad.

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Scopo Confrontare il trattamento transcatetere (TAVI) balloon-expandable con il trattamento chirurgico di sostituzione valvolare aortica (AVR) della stenosi valvolare aortica severa (SVAS) nella pratica clinica real world. Materiali e metodi Nel decennio 2010-2020, 1486 pazienti con SVAS isolata sono stati sottoposti a AVR (n=1049) o TAVI balloon-expandable (n=437) presso Hesperia Hospital Modena. Sono stati analizzati la Mortality nell’intera popolazione e gli episodi di ricovero cardiovascolare nei 5 anni precedenti e durante il follow-up nella popolazione residente in Emilia Romagna (n=1196) al momento della procedura (AVR n=879, TAVI balloon-expandable n=317). Risultati La popolazione TAVI è risultata mediamente più anziana di quella AVR (età media 82.2 vs. 72.7 anni) e maggiormente gravata da comorbidità. L’In-hospital mortality è stata del 1.4% nella AVR e 2.1% nella TAVI (pNS). La sopravvivenza a 5 anni è stata del 85.74% nella AVR e del 59.45% nella TAVI, con la TAVI come fattore predittivo di All-cause mortality (HR 1.44 95%CI 1.14-1.82). La riospedalizzazione per Heart Failure a 5 anni è stata del 20.6% per AVR e 51.3% per TAVI, con dialisi preoperatoria (HR 5.67 95%CI 3.06-10.49) come principale fattore predittivo. Il tasso di All Stroke a 5 anni è stato del 3.7% nella AVR e del 7.5% nella TAVI, con fibrillazione atriale preoperatoria come principale fattore predittivo (HR 1.91 95%CI 1.06-3.45). Il tasso di angioplastica coronarica percutanea (PCI) a 5 anni è stato del 3.1% sia nella AVR che nella TAVI, con previous PCI come principale fattore predittivo (HR 4.86 95%CI 2.57-9.21). L’impianto di pacemaker a 30 giorni è stato del 2.9% nella AVR e 3.4% nella TAVI (pNS). Conclusioni Nella pratica clinica real-world 2010-2020 di un centro cardiochirurgico a medio volume, la TAVI balloon-expandable ha mostrato una eccellente performance a 30 giorni in confronto con la AVR, che invece ha evidenziato una migliore performance durante follow-up.

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L'endoarteriectomia polmonare (PEA) rappresenta la terapia più efficace per il cuore polmonare cronico tromboembolico (CTEPH). Tuttavia, una quota sostanziale di pazienti sono non operabili ma hanno altre possibili strategie di trattamento: terapia medica e angioplastica polmonare(BPA). In questo studio abbiamo confrontato l'efficacia delle diverse strategie di trattamento del CTEPH nel mondo reale. Metodi: Sono stati inclusi tutti i pazienti con CTEPH riferiti al nostro centro. Abbiamo valutato l'efficacia della terapia medica a breve termine sui dati clinici, funzionali, capacità di esercizio e profilo emodinamico (indipendentemente dalle strategie di trattamento successive), l'efficacia di PEA e BPA (indipendentemente dalle strategie di trattamento precedenti/successive); Abbiamo inoltre riportato l'efficacia a lungo termine dei diversi trattamenti. Risultati: Sono stati inclusi in totale 467 pazienti (il 39% trattato solo con terapia medica, il 43% sottoposto a PEA, il 13% sottoposto a BPA e il 5% non ha ricevuto alcuna terapia). I pazienti trattati solo con terapia medica sono stati il gruppo più vecchio in termini di età, e confrontati rispetto ai pazienti sottoposti a PEA, mostravano minore capacità di esercizio, un profilo di rischio più elevato e minor miglioramento del profilo emodinamico, funzionale e della sopravvivenza. I pazienti sottoposti a BPA hanno avuto un miglioramento emodinamico inferiore rispetto ai pazienti sottoposti PEA, ma un miglioramento funzionale, dell'esercizio fisico e del profilo di rischio, e di sopravvivenza sovrapponibile ai pazienti sottoposti a PEA; la sopravvivenza è risultata migliore rispetto ai pazienti tsottoposti a sola terapia medica. Il gruppo di controllo storico di pazienti non trattati con alcuna terapia ha avuto la peggiore sopravvivenza. Conclusioni: Abbiamo confermato la superiorità della PEA rispetto a qualsiasi trattamento nei pazienti affetti da CTEPH, nei pazienti non operabili o con PH persistente/ricorrente dopo PEA, la BPA determina una prognosi migliore rispetto alla sola terapia medica.