975 resultados para Arquitectura romana
Resumo:
Questa tesi di laurea prosegue il lavoro intrapreso durante il Laboratorio di Laurea “Archeologia e Progetto di Architettura” nell’anno accademico 2013-2014; il corso si è occupato delle indagini e analisi preliminari sulla città romana di Suasa nella valle del fiume Cesano nelle Marche. Attraverso la collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche e il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna questo lavoro si è poi sviluppato nei mesi successivi arrivando a comporre il progetto di tesi per la valorizzazione e musealizzazione del parco archeologico di Suasa. Questo testo si compone di due parti: la prima raccoglie tutto il lavoro di analisi della città e del suo territorio frutto del lavoro collettivo di alcuni dei componenti del Laboratorio di Laurea, mentre la seconda descrive il progetto del nostro gruppo. Questo consiste nell’individuazione degli obiettivi e nello sviluppo delle strategie per fare di Suasa un parco archeologico di rilievo su cui sperimentare alcuni temi fondamentali nel dibattito attuale sulla musealizzazione dei reperti archeologici, confrontandosi con una intera area urbana inserita in un contesto paesaggistico che assume un ruolo fondamentale nelle scelte progettuali.
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Il sito archeologico della città romana di Suasa, nell’entroterra marchigiano, costituisce l'area di intervento della Tesi di Laurea. Il tema progettuale riguarda la musealizzazione del sito e del relativo scavo nell'ambito marchigiano. Si è stabilito come obiettivo progettuale quello di rievocare, proteggere e conservare le tracce archeologiche e la città nel suo insieme. Il progetto mette in evidenza l’estensione dell’insediamento urbano attraverso la riproposizione in superficie di tutte le tracce rinvenute mediante i sondaggi effettuati dagli archeologi. Particolare attenzione è stata posta a Fòro, Domus dei Coiedii e Decumano, attraverso lo scavo di una finestra archeologica con lo scopo di avvicinare il visitatore alla quota degli scavi. Osservando i resti si è concluso che l’atteggiamento progettuale dovesse differenziarsi a seconda dei casi con interventi mirati e specifici: il Decumano, di cui è evidente un'ampia parte del basolato, è stato preservato dal continuo passaggio dei visitatori mediante l’inserimento di una passerella sopraelevata e traslata rispetto ad esso; L'intento progettuale riguardante il Fòro è quello di rievocarne la forma e la relazione che esso instaurava con la città e col paesaggio circostante. La scelta architettonica è ricaduta sulla riproposizione in volume dell'edificio, attraverso la semplificazione della sagoma e l'utilizzo di tecnologie moderne, senza tuttavia negare i principi compositivi romani. Tale involucro viene posizionato al di sopra del dato preesistente senza punti di contatto con esso, mentre la struttura vi poggia direttamente. Atteggiamento differente è stato adottato per la musealizzazione della Domus dei Coiedii; l’intenzione progettuale è, in questo caso, conseguenza della necessità di coprire e rendere fruibile ed apprezzabile, oltre che proteggere, l'intero scavo, in quanto le tracce risultano essere più consistenti e costituite inoltre da una ricca compagine di elementi musivi in un buono stato di conservazione. Definiti tali obiettivi è risultato necessario studiare un percorso museografico interno.
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Il percorso progettuale intrapreso ci ha permesso di confrontarci con un’analisi del territorio e della storia romana, che ne ha influenzato l’evoluzione. Considerando tutti i frammenti come parte di un sistema più grande dove non è possibile comprenderne uno se non attraverso gli altri, si è deciso di valorizzare con una strategia diversa con criteri ben precisi. Così viene ristabilita la rete di connessioni e relazioni che secondo noi più aiutano nella comprensione del sito e della sua storia, cercando di integrare nel contesto la varietà di sistemi archeologici, storici e culturali che caratterizzano il sito. I resti della città romana vengono trattati con approcci diversi, a seconda del grado di conoscenza e di esperienza che possiamo avere di ogni reperto. Per le tracce meno evidenti sono stati usati interventi più leggeri, reversibili, mentre per le rovine di cui abbiamo maggiori informazioni, sono stati proposti interventi più strutturati, che accompagnino il visitatore nella loro scoperta e comprensione. Le tracce di cui non si hanno molte informazioni, sono state trattate con segni molto più leggeri e reversibili, usando una strategia di lining out che comporti l’impiego di essenze, scelte in base ad associazioni con quello che vanno a simboleggiare. Per le emergenze archeologiche evidenti, è stato pensato un percorso interno che possa renderle fruibili, lasciando le rovine più intatte possibile, mentre l’intervento di musealizzazione più importante è destinato alla domus, che contiene i resti più rilevanti e quelli che necessitano una maggiore protezione.
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Il percorso progettuale intrapreso ci ha permesso di confrontarci con un’analisi del territorio e della storia romana, che ne ha influenzato l’evoluzione. Considerando tutti i frammenti come parte di un sistema più grande dove non è possibile comprenderne uno se non attraverso gli altri, si è deciso di valorizzare gli elementi presenti con criteri ben precisi. Così viene ristabilita la rete di connessioni e relazioni che secondo noi più aiutano nella comprensione del sito e della sua storia, cercando di integrare nel contesto la varietà di sistemi archeologici, storici e culturali che caratterizzano il sito. I resti della città romana vengono trattati con approcci diversi, a seconda del grado di conoscenza e di esperienza che possiamo avere di ogni reperto. Per le tracce meno evidenti sono stati usati interventi più leggeri, reversibili, mentre per le rovine di cui abbiamo maggiori informazioni, sono stati proposti interventi più strutturati, che accompagnino il visitatore nella loro scoperta e comprensione. Le tracce di cui non si hanno molte informazioni, sono state trattate con segni molto più leggeri e reversibili, usando una strategia di lining out che comporti l’impiego di essenze, scelte in base ad associazioni con quello che vanno a simboleggiare. Per le emergenze archeologiche evidenti, è stato pensato un percorso interno che possa renderle fruibili, lasciando le rovine più intatte possibile, mentre l’intervento di musealizzazione più importante è destinato alla domus, che contiene i resti più rilevanti e quelli che necessitano una maggiore protezione.
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Il tema delle coperture in ambito archeologico è particolarmente presente nel dibattito architettonico attuale per le implicazioni che una tale struttura comporta nella relazione con un manufatto antico, nella lettura che ne può dare al pubblico e anche nello sviluppo di tecniche costruttive che consenta di coprire grandi luci interferendo il meno possibile con lo strato archeologico. I temi sviluppati in questa tesi di laurea partono dagli studi intrapresi durante il Laboratorio di Laurea “Archeologia e Progetto di Architettura” nell’anno accademico 2013-2014, che si è occupato delle analisi della città romana di Suasa, nel territorio marchigiano, con l’obiettivo di confrontarsi con le tematiche della musealizzazione e della progettazione in un ambito delicato come quello archeologico con tutte le sue particolarità. La tesi si occupa del progetto strutturale della copertura iniziato in gruppo con due miei colleghi, Thomas Fabbri e Sara Salvigni, la cui prima parte si è conclusa nel 2015 nella loro tesi di laurea intitolata Rileggere le tracce: valorizzazione e musealizzazione della città romana di Suasa.
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P. Manfrin
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[von] Nicola Ferorelli
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Welsch (Projektbearbeiter): Darstellung der (stadt)römischen Revolution 1848/49. Von dem italienischen Wirtschaftshistoriker Demarco
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Trägerband: "Hauptschießen mit dem Stahlbogen... 1573 u. 1578"; Vorbesitzer: Stadtarchiv Frankfurt am Main
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Luego de una primera etapa de investigación concluida, que durante tres años nos llevó a investigar interdisciplinariamente turismo y arquitectura, el mismo equipo de investigación que llevara adelante el proyecto Patrimonio, turismo y educación: la arquitectura del Movimiento Moderno de Misiones 16H313 2010/12, Facultad de Humanidades y Ciencias Sociales (F.H.y C.S.) Universidad Nacional de Misiones (U.Na.M.), se propone un segundo estamento de investigación. Este equipo interdisciplinario de investigación en producción continua desde 2001 donde a partir del patrimonio jesuítico y el concepto de territorio museo abierto, luego con la inclusión de otras fundamentaciones como el aportado recientemente por ICOMOS de espíritu del lugar. Utilizado desde la antigüedad por el hombre el espíritu del lugar le ha servido para acordar con sus dioses antes del asentamiento de un poblado/castro/chester/burgo/burger/borgo/burg, entre ellos el de locus genius que los campamentos de centuriones romanos utilizaban para denominar al espíritu dueño de ese espacio, que en general tenía alguna caracterización particular y diferente del resto. En este nuevo ciclo nuestro equipo se plantea la cuestion en tres escalas de trabajo: La escala Macro/Territorial: el antiguo Territorio Nacional devenido con la presidencia de Juan Domingo Perón mediante, en provincia de Misiones en diciembre de 1953 en una escala macro; en La escala Media/Urbana: la influencia que algunas obras tuvieron en el devenir de sus poblados y las que no lo hicieron. La escala Micro/Arquitectónica: en la que se estudiará detenidamente la Escuela Normal de Alem, declarada recientemente Monumento Historico Nacional mediante decreto N°1934/12 del Poder Ejecutivo Nacional con la firma de la presidenta Cristina Fernández de Kirchner, y otros. La utilización de la información de este modo producida tendrá como resultado más tangible la formulación en la provincia de un Circuito Turístico de la Modernidad que utilice como antecedente el producido, puesto en marcha y analizado en MMM1, sin perjuicio de una profundización del análisis de dicho modelo en MMM2
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El presente trabajo indaga acerca de las problemáticas teóricas que implica la aplicación de categorías foráneas en el estudio del estilo neocolonial en arquitectura, para esto revisa algunas de las posturas de distintos autores frente a esta corriente estilística y propone retomar los textos epocales para su mejor interpretación. Es así cómo, en primer lugar, se analizan distintos posicionamientos tradicionales, herederos de la influencia del Movimiento Moderno Internacional, que han atribuido al estilo ciertas actitudes románicas y conservadoras. En segundo lugar, este trabajo propone repensar la complejidad y particularidades del estilo a partir del análisis de textos aparecidos en la prensa de la provincia de Mendoza.