993 resultados para Bibliografies valencianes-S.XIII-XVII
Resumo:
La ricerca ha come oggetto l’edizione critica di circa tremila regesti di documenti di area bolognese datati al X-XII secolo. I documenti sono stati trascritti tra il XVII e XVIII secolo in undici cartulari ecclesiastici, conservati presso l’Archivio di Stato di Bologna. Il lavoro s’inserisce nel progetto di edizione delle carte bolognesi di epoca medievale in corso presso la cattedra di Paleografia latina e Diplomatica dell’Università di Bologna, attualmente incentrata sull’edizione delle carte del secolo XII. La ricerca si propone come strumento di supporto a tale progetto e come completamento delle carte già pubblicate: i cartulari, infatti, offrono spesso copie di documenti mancanti dell’originale o in cattivo stato di conservazione, e costituiscono l’unica traccia di una memoria storica altrimenti perduta. Le raccolte esaminate si collocano a ridosso del periodo napoleonico, quando la maggior parte degli enti ecclesiastici venne soppressa e i loro beni incamerati dallo Stato; esse quindi rispecchiano la condizione dei principali archivi ecclesiastici cittadini dei primi secoli del Medioevo bolognese. La ricerca è strutturata in una prima parte volta a definire in termini storico-diplomatistici la tipologia di fonte esaminata: oggi i cartulari non sono più intesi come semplici raccoglitori di documenti, ma come sistema organico di fonti in grado di far luce su aspetti importanti della storia dell’ente che li ha prodotti. L’indagine del loro contesto di produzione permette di comprenderne meglio le finalità, la forma e il valore giuridico. Parte della ricerca è stata poi incentrata sullo studio delle ragioni che hanno portato gli istituti religiosi bolognesi alla redazione dei cartulari: a tal fine è stata esaminata la legislazione ecclesiastica cinque-settecentesca in materia di conservazione della documentazione e il rapporto della legislazione stessa con la prassi archivistica. Infine è stata realizzata l’edizione critica vera e propria dei regesti, mirante a descrivere le caratteristiche principali di ciascun cartulario.
Resumo:
L’oggetto della ricerca è stato il processo di creazione del distretto del Comune di Reggio Emilia tra il XII e l’inizio del XIII secolo, di cui sono stati analizzati diversi aspetti salienti, così come emergono in primo luogo dall’analisi del liber iurium reggiano, il Liber grossus antiquus. L’elaborato è suddiviso in due parti. Nella prima parte si è cercato di ricostruire le vicende, i legami e il patrimonio delle famiglie rurali reggiane nel corso del XII secolo in particolare e gli aspetti caratteristici del Comune cittadino nella sua fase iniziale. Nella seconda parte ci si è concentrati sull’analisi dei caratteri più rilevanti del processo di creazione del distretto comunale reggiano: il rapporto tra i signori del contado, i Comuni rurali e il Comune urbano; la difesa e l’incremento dei Communia cittadini; la fondazione di borghi franchi e nuovi. Il Comune di Reggio Emilia tentò di annettere l’intero territorio diocesano al distretto cittadino, non riuscendoci completamente e adottando una politica territoriale diversificata a seconda dei caratteri delle zone controllate.
Resumo:
In questo lavoro si è avuta la possibilità di studiare e confrontare i reperti ceramici provenienti da tre recenti scavi condotti nella zona della Romagna dall’Università di Bologna: il monastero di San Severo a Classe (RA), il castello di Rontana (Brisighella-RA) e la pieve di S. Reparata a Terra del Sole (FC). Si tratta di scavi ancora inediti differenti tra loro sia per connotazione distrettuale di appartenenza che per tipologia insediativa La cesura cronologica che si è preso in esame va dal XIII a XV secolo. Il XIII secolo corrisponde a un periodo in cui si assiste ad una riapertura dei trasporti a lunga distanza e si diffonde la tendenza al trasferimento dei saperi tecnici da Oriente verso Occidente, fenomeno che include l’introduzione di nuove tecnologie produttive in campo ceramico come l’ingobbio e la maiolica in diversi centri urbani. Si passa poi attraverso il XIV secolo, momento in cui alcune produzioni, come quella della maiolica, raggiungono la loro massima diffusione, con una diversificazione qualitativa dei prodotti, raggiungendo anche l’ambito rurale, e si assiste alla moltiplicazione dei centri di produzione. Si arriva così al XV secolo periodo in cui iniziano ad affermarsi dei veri e propri centri produttivi “industriali”, rappresentativi anche di una specializzazione regionale dei prodotti di qualità medio-alta. La possibilità di confrontare materiali di siti così differenti tra loro ha dato modo di sottolineare analogie e differenze anche tra città e campagna, in un territorio come quello romagnolo che ancora risente del peso della lunga tradizione antiquaria che ha caratterizzato gli studi fino al secolo scorso.
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We have recently shown that FXIII activation peptide (AP-FXIII) can be measured in plasma. The objective of this pilot study was to investigate for the first time if AP-FXIII can be detected in plasma from patients with acute ischaemic stroke.
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Severe factor XIII (FXIII) deficiency is a rare autosomal recessive coagulation disorder affecting one in two million individuals. The aim of the present study was to screen for and analyse F13B gene defects in the German population. A total of 150 patients presenting with suspected FXIII deficiency and one patient with severe (homozygous) FXIII deficiency were screened for mutations in F13A and F13B genes. Twenty-five individuals presented with detectable heterozygous mutations, 12 of them in the F13A gene and 13 of them in the F13B gene. We report on the genotype-phenotype correlations of the individuals showing defects in the F13B gene. Direct sequencing revealed 12 unique mutations including seven missense mutations (Cys5Arg, Ile81Asn, Leu116Phe, Val217Ile, Cys316Phe, Val401Glu, Pro428Ser), two splice site mutations (IVS2-1G>C, IVS3-1G>C), two insertions (c.1155_1158dupACTT, c.1959insT) and one in-frame deletion (c.471-473delATT). Two of the missense mutations (Cys5Arg, Cys316Phe) eliminated disulphide bonds (Cys5-Cys56, Cys316-Cys358). Another three missense mutations, (Leu116Phe, Val401Glu, Pro428Ser) were located proximal to other cysteine disulphide bonds, therefore indicating that the region in and around these disulphide bonds is prone to functionally relevant mutations in the FXIII-B subunit. The present study reports on a fairly common prevalence of F13B gene defects in the German population. The regions in and around the cysteine disulphide bonds in the FXIII-B protein may be regions prone to frequent mutations.
Resumo:
Severe hereditary coagulation factor XIII deficiency is a rare homozygous bleeding disorder affecting one person in every two million individuals. In contrast, heterozygous factor XIII deficiency is more common, but usually not associated with severe hemorrhage such as intracranial bleeding or hemarthrosis. In most cases, the disease is caused by F13A gene mutations. Causative mutations associated with the F13B gene are rarer.
Resumo:
Less than 60 cases of acquired factor (F)XIII deficiencies have been reported, most having distinct clinical features. To illustrate the therapeutic challenges of acquired FXIII inhibitors, we report a case of a 65-year-old patient with no previous bleeding history who suddenly developed massive haemorrhages associated to a strong and isolated FXIII inhibitor. No underlying disorder has been detected till now after three years of follow-up. Despite aggressive treatment with prednisone, rituximab, cyclophosphamide, immunoglobulin, immunoadsorption and immune tolerance his inhibitor is still present, although at low titre and with a clinical benefit since the patient has no more bleed since more than one year. Moreover the patient had a venous thromboembolic complication. After a review of the management of acquired FXIII deficiency patients and based on the management of acquired haemophilia we discuss a possible strategy for such difficult cases.