993 resultados para indirizzo :: 908 :: Processi e materiali


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Con il lancio di nuove applicazioni tecnologiche come l'Internet of Things, Big Data, Cloud computing e tecnologie mobili che stanno accelerando in maniera spropositata la velocità di cambiamento, i comportamenti, le abitudini e i modi di vivere sono completamente mutati nel favorire un mondo di tecnologie digitali che agevolino le operazioni quotidiane. Questi progressi stanno velocemente cambiando il modo in cui le aziende fanno business, con grandi ripercussioni in tutto quello che è il contesto aziendale, ma non solo. L’avvento della Digital Transformation ha incrementato questi fenomeni e la si potrebbe definire come causa scatenante di tutti i mutamenti che stiamo vivendo. La velocità e l’intensità del cambiamento ha effetti disruptive rispetto al passato, colpendo numerosi settori economici ed abitudini dei consumatori. L’obiettivo di questo elaborato è di analizzare la trasformazione digitale applicata al caso dell’azienda Alfa, comprendendone le potenzialità. In particolare, si vogliono studiare i principali risvolti portati da tale innovazione, le più importanti iniziative adottate in merito alle nuove tecnologie implementate e i benefici che queste portano in campo strategico, di business e cultura aziendale.

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I problemi ambientali che oggi ci troviamo ad affrontare sono senza precedenti e richiedono l’intervento di tutte le parti coinvolte, in ogni tipo di organizzazione.È il momento di allargare i propri orizzonti e di rivolgere l’attenzione oltre le mura aziendali. Per una crescita sostenibile, in linea con l’Agenda 2030 e i Sustainable Development Goals, è fondamentale guardare all’intera catena del valore e di approvvigionamento; non solo la dedizione verso il lato downstream deve essere perseguita, ma anche quella in upstream. Collaborare con fornitori che condividono gli stessi valori è di grande impatto sia per il business che per il raggiungimento degli obiettivi in termini di sostenibilità. Questa sostenibilità non è intesa soltanto da un punto di vista strettamente ambientale, ma in accordo con gli SDGs, abbraccia temi più ampi, rivolgendosi anche al settore sociale, di governance ed economico. La triple bottom line è alla base per il raggiungimento del fine ultimo comune a tutte le attività legate alla transizione ecologica. Per adempiere all’obiettivo, si propone di selezionare accuratamente gli acquisti seguendo i Criteri Ambientali Minimi italiani ed europei. In più, la capacità di spingersi oltre assume sempre maggiore importanza; anticipare le regolamentazioni è tipico delle aziende proattive che guidano il mercato. A tal proposito, il progetto esemplificativo descritto nell’elaborato, vede protagonista un ufficio acquisti all’avanguardia che ha individuato autonomamente ulteriori cluster, da affiancare ai criteri citati precedentemente. contrattuale. [...]

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All’interno dell'elaborato verrà approfondito il Servizio Idrico Integrato, in particolare saranno descritti i processi di trattamento dell’acqua dalla captazione fino al rilascio in ambiente e introdotte le Autorità che regolano il Servizio Idrico con la relativa normativa. In particolare, oggetto di questa tesi è l’applicativo Geocall, implementato dalla Direzione Acqua del Gruppo Hera S.p.A. nel 2018, a supporto dei processi di Pronto Intervento e di Conduzione e Manutenzione delle reti e impianti idrici. In seguito alla descrizione delle modalità di gestione di questi processi da parte del Gruppo prima dell’implementazione di Geocall, la piattaforma, messa a confronto con gli strumenti a disposizione del Gruppo prima della sua introduzione, verrà approfondita nelle sue applicazioni e nelle sue funzionalità all’interno dei processi coinvolti dall’analisi, con l’obbiettivo di mettere in luce le differenze con le modalità di gestione passate e in particolare i vantaggi e gli eventuali svantaggi ottenuti con l’utilizzo del nuovo software.

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Con il seguente elaborato ci si è posti come oggetto di ricerca il valutare e mostrare come l’implementazione delle nuove tecnologie di realtà virtuale e aumentata possano portare un miglioramento al metodo di studio e lavoro dello Stylistic Design Engineering nello sviluppo di un concept design di un nuovo veicolo. Si illustreranno i cambiamenti apportati dall’utilizzo di un software di modellazione in realtà virtuale lungo tutto il processo di sviluppo, mettendo in evidenza la grande potenzialità di poter essere un forte strumento di condivisione e integrazione in ogni fase del progetto di tutte le figure professionali coinvolte nello sviluppo del prodotto.

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Questo elaborato prevede la caratterizzazione delle proprietà elettriche di nanocompositi a matrice epossidica additivata con Quantum Dots. Inizialmente sono state presentate le caratteristiche fondamentali dei materiali polimerici con particolare attenzione alle proprietà elettriche. In seguito, sono stati descritti i temi pratici e teorici delle misure che permettono di ottenere i risultati utili alla caratterizzazione, nello specifico: Spettroscopia Dielettrica, metodo Pulsed Electro-Acustic (PEA), Prova di Conducibilità e metodo Thermally Simulated Depolarization Current (TSDC). Le misure sono state effettuate su dei provini di resina epossidica vergine e nanocompositi Epoxy/QDsCS. Sono stati esposti i processi fondamentali che portano alla realizzazione dei diversi provini e di seguito sono stati mostrati i risultati delle misure precedentemente elencate. L’analisi e l’elaborazione dei dati ha portato alla caratterizzazione finale e permette di concludere che l’inserzione di Quantum Dots Core-Shell non provoca variazioni della conducibilità del materiale ma ne modifica le proprietà dielettriche, quali profondità di trappola e carica di spazio.

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I materiali piezoelettrici sono una classe di materiali che hanno la capacità di convertire energia elettrica in meccanica, e viceversa. I piezoelettrici si suddividono in tre classi: naturarli, ceramici e polimerici. Quest'ultimi, seppur mostrando coefficienti piezoelettrici non elevati rispetto ai primi due, presentano grandi vantaggi in termini di proprietà meccaniche, essendo per esempio molto flessibili, grazie anche all'ausilio delle nanotecnologie. In questo elaborato si è utilizzato il PVDF-TrFE, un materiale polimerico, prodotto sotto forma di nanofibre tramite il processo di elettrofilatura. La struttura nanofibrosa incrementa le proprietà piezoelettriche, che dipendono dalla superficie totale del materiale, poiché massimizza il rapporto superficie/volume. Lo scopo dell'elaborato è quello di ottimizzare il processo di polarizzazione, e quindi incrementare la risposta elettromeccanica dei provini a seguito di una sollecitazione, applicando una tecnica innovativa. Questa prevede l'applicazione di un campo elettrico AC sinusoidale, partendo da un valor nullo fino a un valore massimo di regime, continuando successivamente con un campo in DC avente la stessa apiezza massima. Questa tecnica è stata applicata a differenti provini di PVDF-TrFE, variando alcuni parametri come frequenza, numero di cicli e temperatura. I valori misurati sono stati suddivisi in diversi grafici al variare della temperatura, mostrando notevoli miglioramenti rispetto alle tecniche già note di polarizzazione. È stata inoltre mostrata la struttura in scala nanometrica delle fibre, valutando così l'effetto della temperatura di esercizio sui provini durante il processo di polarizzazione.

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L’elaborato si è sviluppato all'interno dell’azienda System Logistics S.p.A. di Fiorano Modenese, leader nel settore del material handling e dell’intralogistica. Il focus dell'elaborato è sulla progettazione di un piano di campionamento indicizzato secondo il livello di qualità accettabile. Successivamente ad una presentazione più approfondita dell’azienda e dei prodotti offerti, si passa all’introduzione teorica dei temi dell’intralogistica e della qualità. Questo permette di comprendere il contesto operativo più generale in cui si inserisce il progetto. Infatti, la parte centrale è dedicata alla presentazione delle origini, degli obiettivi e della metodologia del progetto, in particolare, anticipando le procedure che si sono poste come basi strutturali della progettazione. La parte finale descrive il processo statistico che ha portato all’ottenimento del nuovo piano di campionamento e la sua applicazione empirica ai componenti più critici della navetta del LogiMate, il più recente prodotto dell’azienda. In quest’ultima fase si pone il focus sul processo di raccolta e analisi dei dati presentando, in particolare, un’analisi comparativa rispetto alla situazione iniziale dal punto di vista del rischio e un’analisi effettuata con le Carte di Controllo sul processo produttivo di un fornitore. L’esposizione è realizzata anche mediante grafici, ottenuti principalmente attraverso il supporto di Excel e Minitab, al fine illustrare in modo più agevole ed esplicito i risultati ottenuti.

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La scelta del materiale da costruzione (MOC) delle apparecchiature nell’industria farmaceutica rappresenta uno step cruciale per garantire il successo dell’impianto. Infatti, per evitare la contaminazione dei lotti e quindi assicurare la massima qualità del farmaco, è necessario evitare qualsiasi interazione chimica, nonostante il continuo contatto, tra il prodotto, la superficie dei macchinari e i fluidi di processo. Allo stato attuale, gli acciai inossidabili sono il riferimento per il settore. Il loro storico utilizzo è da imputare alla loro estrema versatilità: oltre ad essere particolarmente performanti dal punto di vista meccanico, mostrano alta resistenza alle temperature ed eccellente coefficiente igienico, grazie anche alla loro ottima resistenza alla corrosione. Tuttavia, ci sono stati diversi sviluppi e innovazioni nella produzione dei materiali plastici, che hanno portato alla generazione di nuovi polimeri ingegnerizzati in grado di competere per proprietà meccaniche, e non solo, con gli acciai. L’additive manufacturing (AM), inoltre, si è dimostrata essere un’importante innovazione per la produzione di componenti industriali in materiale plastico, in quanto può favorire la riduzione di peso del componente e l’abbassamento dei costi di produzione. Tra le varie tecnologie AM una delle più mature è la sinterizzazione laser selettiva (SLS), dove però i componenti prodotti, nonostante i numerosi vantaggi che garantiscono, sono tuttavia soggetti alla formazione di porosità. Nell’ottica dell’introduzione di polimeri come materiali da costruzione per macchinari dell’industria farmaceutica, questo elaborato si è concentrato sullo studio della durabilità di alcune tipologie di materiali plastici (elastomeri, poliolefine e poliammidi), andando a valutare nello specifico la compatibilità dei differenti polimeri studiati con diversi fluidi di lavaggio, e la loro pulibilità, essendo questa una prerogativa fondamentale dei componenti a contatto con il farmaco.

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L’uscita dalla pandemia, il conflitto russo-ucraino e la corsa ai bonus edilizia hanno provocato un generale aumento del prezzo dei materiali edili e delle opere provvisionali. I ponteggi hanno visto particolari rincari, per via del fatto che superbonus e bonus facciate ne richiedono un ampio utilizzo. Nel presente elaborato si è cercata una soluzione a tale criticità nelle direzioni che sta prendendo a livello internazionale il settore delle costruzioni, sulla strada della digitalizzazione e dell’applicazione di soluzioni informatiche in grado di ottimizzare i processi. Si è perciò creato un modello parametrico di ponteggio a telai prefabbricati che si adatti nel miglior modo possibile a ogni tipo di fabbricato. Nello specifico, è stato elaborato un algoritmo che, dati il sedime e l’altezza dell’edificio, generi in maniera automatica il modello tridimensionale del ponteggio, consentendo la visualizzazione immediata del suo sviluppo nello spazio del cantiere e l’estrapolazione di elaborati grafici quali pianta e prospetti. Nella presente dissertazione viene illustrato come è stato sviluppato tale algoritmo, utilizzando il software Revit e in particolare lo strumento di programmazione visiva Dynamo. Infine, poiché l’obiettivo è quello di individuare un algoritmo applicabile a qualsiasi edificio dato, il modello viene testato su un caso di studio particolare: la ristrutturazione di un fabbricato all’interno del complesso Cooperativa Sociale CIM.

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Il mercato col tempo si è reso sempre più dinamico e ha richiesto alle aziende per sopravvivere una sempre maggiore capacità di innovare e adattarsi. Per rispondere a queste esigenze sono stati ridisegnati nuovi modelli di innovazione, il più famoso tra questi è l’Open Innovation. GELLIFY nasce nel 2016 per favorire l’Open Innovation in Italia, il suo stesso modello è basato sul concetto di Ecosistema e su una strategia win-win tra tutti i soggetti partecipanti: investitori, Start-ups, Corporate. Grazie a questa brillante idea l’azienda ha raggiunto in pochi anni più di 200 dipendenti con tre sedi (Italia, Middle East, Iberia) e un fatturato superiore agli 11 milioni di euro. Per sostenere la crescita e mantenersi agili, GELLIFY, ha dovuto effettuare dei grandi cambiamenti strutturali. Lo scopo di questo elaborato è analizzare GELLIFY combinando insieme la teoria dei microfondamenti con la stella di Galbraith rivisitata da Mckinsey (in cui il sistema premiante è stato incorporato dentro i processi ed è stato dato un ruolo a se stante alla tecnologia). Tutti i diversi elementi sono stati analizzati studiando ciò che l’azienda ha fatto o sta facendo in merito e soprattutto analizzando il percepito dei dipendenti a riguardo, raccolto attraverso l’utilizzo di interviste semistrutturate ai dipendenti e ad alcuni manager. Infine, tutti questi elementi sono stati collegati tra loro studiando come questi incidano sull’espressione delle capacità dinamiche degli individui facendo emergere una carenza nella gestione delle risorse umane dell’azienda. Per risolvere questo problema si è ipotizzato di restringere il campo della soluzione al processo di Onboarding, ritenuto un tassello fondamentale per l’employeer branding e per l’engagement dei dipendenti. La soluzione è stata descritta in maniera dettagliata considerando anche gli elementi presenti in GELLIFY che possono favorirne l’attuazione ma anche evidenziando i fattori critici e come gestirli.

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Negli ultimi decenni, la filiera ittica sta subendo una grande espansione grazie al miglioramento delle tecniche di pesca, allevamento, conservazione, e trasformazione. Di pari passo, però, si assiste ad un accumulo di scarti e sottoprodotti per i quali è necessario trovare soluzioni sostenibili al fine di ridurre al minimo il loro impatto sull’ambiente e sull’economia. Risulta pertanto indispensabile trovare tecnologie che possano valorizzare le componenti ancora presenti in questi scarti, come ad esempio l'utilizzo di processi biotecnologici che sfruttano microrganismi selezionati. Questo progetto di tesi si è focalizzato sull’utilizzo di lieviti e batteri, con attività proteolitica e lipolitica, per l’estrazione di composti funzionali tramite fermentazione da scarti di pesce. Gli idrolizzati sono stati caratterizzati in termini di contenuto in peptidi, attività antiossidante e profilo in composti volatili. I ceppi di Yarrowia lipolytica testati sono stati quelli che hanno prodotto il più alto quantitativo di peptidi, la maggiore attività antiossidante e la produzione di alcoli (isoamilico e feniletilico) o acidi (acetico, butirrico e isovalerico) in base all'assenza o presenza di glucosio nel mezzo di crescita.

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La tesi presenta la storia e le caratteristiche dei materiali compositi con particolare riguardo ai CFRP, alle resine termoplastiche e ai materiali termoindurenti. Sono, poi, riportati i risultati di alcuni esperimenti condotti su questi materiali con lo scopo di analizzarne le proprietà e capire se possono essere adatti o meno ad un particolare utilizzo. In seguito, si procede con l'analisi del comportamento dei materiali compositi quando vengono soggetti ad impatti a bassa energia, al fine di verificare la variazione subita dalle proprietà dei materiali stessi. Da ultimo, lo studio tratta l'impiego dei CFRP, delle resine termoplastiche e dei materiali termoindurenti nell'industria aerospaziale ed automobilistica.

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I valori di identità e appartenenza degli ecosistemi territoriali ben si combinano con la sperimentazione e l’innovazione indotta dal design. Il punto di partenza è stata l’analisi della relazione tra design e territorio. Il rapporto tra design e territorio è stato inoltre analizzato in relazione alle modalità in cui le aziende multinazionali interpretano questa dicotomia. È stata scelta, quindi, Ikea come azienda. Una multinazionale che produce e commercializza elementi di arredo. Sono stati analizzati diversi casi studio inerenti a progetti legati al territorio; nei quali sono state raccontate storie e tradizioni di luoghi e quindi di persone. L’output dell’indagine è un Framework metodologico, che indirizza il progettista all’interno di linee progettuali atte a connettere con i territori locali. Al fine di verificare il modello è stato necessario passare in rassegna da nord a sud, alcune delle principali e tradizionali tecniche di lavorazione del nostro Paese, facendo un focus sulla Sicilia. Tra le varie tecniche di lavorazione tipiche della cultura siciliana, è stata scelto il pizzo o merletto. In seguito allo studio della tecnica è stato selezionato e riprogettato un prodotto della produzione di Ikea. Il prodotto in questione è il tavolo vassoio GLADOM della collezione Ikea, a cui sarà aggiunto un elemento quadrato in ricamo che avrà una duplice funzione: porta riviste e sacca per trasportare il vassoio. Ma il forte riferimento al territorio non si limita al semplice utilizzo della tecnica, bensì si sviluppa attraverso l’impiego di un innovativo materiale: l’Orange Fiber. Questo è un innovativo tessuto, ricavato dalla lavorazione dei sottoprodotti degli agrumi siciliani. Mentre, la personalizzazione di tali prodotti avverrebbe all’interno di spazi collocati negli Store Ikea, denominati Territorial Hub; ovvero dei laboratori della tradizione territoriale, nei quali diverse maestranze si sperimenteranno nel dare una nuova identità a prodotti già consolidati.

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Il seguente elaborato di tesi espone ed analizza le nuove strategie introdotte nell’hub logistico dell’azienda SIT S.p.A., multinazionale che produce e commercializza dispositivi intelligenti per il controllo meccanico ed elettronico del gas e per la misurazione dei consumi. Tali strategie hanno l’obiettivo di migliorare l’efficienza del magazzino, intervenendo su due attività, la pallettizzazione e lo stoccaggio. Inizialmente è stato creato uno strumento per misurare correttamente i due KPI principali utilizzati nel magazzino per valutarne il livello di servizio: il tempo medio che intercorre tra la ricezione di un pallet ed il suo stoccaggio e il tempo medio per effettuare un’operazione di picking. Successivamente si è intervenuti sulla pallettizzazione, con una nuova procedura guidata dalle etichette, che riduce le possibilità di errore dell’operatore, e sullo stoccaggio, per il quale si è passati da una strategia random ad una per classi, basata sul livello di movimentazione dei materiali, aggiungendo anche un vincolo per l’altezza di materiali e bin. L’aggiornamento dei due processi è volto al miglioramento dell’efficienza del magazzino, abbassando anche i tempi dei KPI. Per entrambe le strategie si è rilevata, tramite test, una riduzione del tempo necessario per il completamento, oltre ad un generale aumento dell’efficienza dell’hub logistico.

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Le aziende per rispondere ai bisogni dei clienti, che oltre ad essere plurimi sono imminenti, devono possedere un solido sistema logistico. In particolare, la logistica interna resta una delle aree con maggiore potenziale di miglioramento, in quanto le aziende riescono ad esercitare un migliore controllo sui propri processi. Per tale ragione l’azienda Marposs Spa, leader nella fornitura di strumenti di precisione per la misura, ispezione e testing, intende agire sulla leva dei flussi logistici interni, puntando alla loro ottimizzazione. Infatti, lo scopo del presente elaborato è quello di gestire e riorganizzare i flussi logistici interni in maniera efficiente, fornendo una risposta al dubbio aziendale riguardante lo stoccaggio dei codici presso le ubicazioni errate. Dubbio lecito, considerando la presenza in azienda di circa 100.000 codici materiali, distribuiti su 80 magazzini, in 2 principali stabilimenti, per un totale di 38.000 m². Attraverso l’analisi dettagliata delle quantità movimentate tra i vari magazzini aziendali e la successiva costruzione della From-to chart dei flussi AS-IS, si identificano i codici da esaminare. A questi si aggiunge lo studio dei codici ubicati nei magazzini dello stabilimento 1, al fine di ottimizzare, con la revisione del layout, i flussi logistici interni. La creazione di un nuovo magazzino “codici comuni”, da posizionare centralmente nell’area produttiva dello stabilimento 1, e la successiva distribuzione a raggiera della merce presso i tavoli di lavoro, permette la riduzione complessiva delle movimentazioni. Parallelamente si estraggono, attraverso la formulazione di due criteri, i codici che necessitano il cambio ubicazione (e quindi di stabilimento), quelli per i quali la posizione viene consolidata e quelli che conviene porre centralmente nell’area produttiva. Si calcolano, infine, i benefici economici, temporali e di movimentazione, utilizzando le From-to charts differenziali relative.