743 resultados para Inversão


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La tesi ha come obiettivo l’analisi della correlazione dello stile tettonico, in termini di deformazione sismica, con il b-value della relazione magnitudo-frequenza di occorrenza (Gutenberg e Richter, 1944) in area globale ed euro-mediterranea. L’esistenza di una dipendenza funzionale tra il b-value e gli angoli di rake, del tipo di quella segnalata da Schorlemmer et al. (2005) e Gulia e Wiemer (2010), viene confermata prima su scala globale e poi su scala euro-mediterranea, a partire dai dati dei principali dataset di tensori momento delle aree in esame, il Global Centroid Moment Tensor (GCMT) ed il Regional Centroid Moment Tensor (RCMT). La parte innovativa della tesi consiste invece nell’incrocio di tali dataset con un database globale di terremoti, l’International Seismological Center (ISC), con magnitudo momento omogenea rivalutata in accordo con Lolli et al. (2014), per il calcolo del b-value. Il campo di deformazione sismica viene ottenuto attraverso il metodo della somma dei tensori momento sismico secondo Kostrov (1974) su pixelizzazioni a celle quadrate o esagonali. All’interno di ciascuna cella, le componenti del tensore di ciascun terremoto vengono sommate tra loro e dal tensore somma vengono estratte le direzioni dei piani principali della migliore doppia coppia. Il sub-catalogo sismico per il calcolo del b-value, ottenuto come scomposizione di quello globale ISC, viene invece ricavato per ogni cluster di celle comprese all'interno di un opportuno range di rake, le quali condividono un medesimo stile tettonico (normale, inverso o trascorrente). La magnitudo di completezza viene valutata attraverso i metodi di massima verosimiglianza [Bender, 1983] ed EMR [Woessner e Wiemer 2005]. La retta di interpolazione per il calcolo del b-value viene costruita quindi secondo il metodo di massima verosimiglianza [Bender, 1983] [Aki 1965]. L’implementazione nel linguaggio del software Matlab® degli algoritmi di pixelizzazione e di costruzione dei tensori somma, l’utilizzo di funzioni di calcolo dal pacchetto Zmap [Wiemer e Wyss, 2001], unite al lavoro di traduzione di alcune routines [Gasperini e Vannucci (2003)] dal linguaggio del FORTRAN77, hanno costituito la parte preliminare al lavoro. La tesi è strutturata in 4 capitoli.Nel primo capitolo si introducono le nozioni teoriche di base riguardanti i meccanismi focali e la distribuzione magnitudo-frequenza, mentre nel secondo capitolo l’attenzione viene posta ai dati sismici dei database utilizzati. Il terzo capitolo riguarda le procedure di elaborazione dati sviluppate nella tesi. Nel quarto ed ultimo capitolo infine si espongono e si discutono i risultati sperimentali ottenuti, assieme alle conclusioni finali.

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L’elaborato si propone di trattare i principali meccanismi di produzione dell’energia studiati in ambito astrofisico. L’ambiente di lavoro `e molto vasto e spazia dal “microscopico”, come le reazioni termonucleari, al “macroscopico”, come le contrazioni termodinamiche, le Supernovae, e i dischi di accrescimento. Non essendo possibile trattare tutti i meccanismi esistenti sono stati tralasciati i processi di conversione di energia, come ad esempio l’emissione di Sincrotrone, la Bremsstrahlung e l’effetto Compton Inverso, pur tenendo presente che, visti dall’esterno del sistema dove essi si verificano, tali processi possono essere considerati meccanismi che producono fotoni a spese dell’energia interna del sistema. Data la brevità del testo ci limiteremo ad affrontare solo i meccanismi relativi agli interni stellari, tralasciando per`o lo stadio finale di Supernovae. Una completa impostazione del problema richiederebbe la derivazione formale delle Equazioni fondamentali degli interni stellari che costituiscono l’insieme completo delle equazioni che governano la struttura interna delle stelle, il modo in cui l’energia viene trasportata dal core alla superficie, l’opacità e i tassi di produzione di energia. Si assume tale derivazione come già affrontata, riferendosi alle parti dei testi [5] e [6] in bibliografia che trattano questi argomenti.

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Il presente lavoro di Tesi si inserisce nell’ambito della previsione e caratterizzazione spaziale di fenomeni convettivi, tipicamente intensi e a carattere locale, come i sistemi temporaleschi organizzati che spesso sono i protagonisti di eventi calamitosi importanti. Lo studio è stato condotto in modo tale da poter apportare un contributo ai sistemi previsionali, i quali attualmente non consentono una valutazione accurata ed una caratterizzazione spaziale attendibile di detti fenomeni temporaleschi (Elisabetta Trovatore, Ecoscienza, numero 4, 2012). Lo scopo è stato quello di verificare l’esistenza caratteristiche spaziali comuni a questa tipologia di eventi di precipitazione mediante un confronto tra la curva di riduzione della precipitazione media all’area, ottenuta dalle mappe di precipitazione cumulata oraria desunte da radar meteorologici e da mappe corrispondenti ricavate a partire dai dati pluviometrici osservati al suolo servendosi di tre modelli di interpolazione spaziale: Kriging ordinario (con variogramma desunto da dati ai pluviometri e da dati al radar), Inverso delle Distanze Pesate (Inverse Distance Weighted, IDW) e Poligoni di Voronoi.Le conclusioni del lavoro di Tesi hanno evidenziato che: - la curva di riduzione della precipitazione valutata da dati radar viene in generale meglio approssimata da due metodi: il Kriging ordinario, che utilizza come modello di variogramma teorico quello dedotto da misure ai pluviometri, e le distanze inverse pesate (IDW, Inverse Distance Weighted); - paragonando le curve di riduzione della precipitazione media all’area dedotte da radar si è potuta notare l’esistenza di quattro curve, di cui tre relative ad eventi che hanno registrato valori elevati di intensità di precipitazione (superiori ai 140 mm/h), che presentano un comportamento analogo, mentre nella porzione superiore del grafico sono presenti due curve che non seguono tale andamento e che sono relative ad eventi convettivi meno intensi; - non esiste una distanza alla quale tutti i variogrammi, desunti da dati radar, raggiungono la stazionarietà ma si è visto come questa, per i sei casi di studio, vari tra 10000 e 25000 metri.

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La prima parte di questa trattazione è dedicata alla descrizione di due importanti processi di emissione non termici, ovvero la radiazione di Sincrotrone e l’effetto Compton Inverso, poi verranno confrontati e sarà stabilito il limite massimo di temperatura di una radiosorgente. La seconda parte tratta di alcuni effetti che si verificano nel caso di sorgenti in movimento a velocità relativistiche, cioè effetto Doppler relativistico, moti superluminali e Doppler Boosting. Infine mostrerò come questi effetti relativistici, in particolare il Doppler Boosting, in combinazione con l’opacità dei fotoni-γ diano un’evidenza indiretta che per i lampi-γ e in oggetti come i Nuclei Galattici Attivi vi sia emissione di materiale relativistico.

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Il presente lavoro di tesi presenta la progettazione, realizzazione e applicazione di un setup sperimentale miniaturizzato per la ricostruzione di immagine, con tecnica di Tomografia ad Impedenza Elettrica (EIT). Il lavoro descritto nel presente elaborato costituisce uno studio di fattibilità preliminare per ricostruire la posizione di piccole porzioni di tessuto (ordine di qualche millimetro) o aggregati cellulari dentro uno scaffold in colture tissutali o cellulari 3D. Il setup disegnato incorpora 8 elettrodi verticali disposti alla periferia di una camera di misura circolare del diametro di 10 mm. Il metodo di analisi EIT è stato svolto utilizzando i) elettrodi conduttivi per tutta l’altezza della camera (usati nel modello EIT bidimensionale e quasi-bidimensionale) e ii) elettrodi per deep brain stimulation (conduttivi esclusivamente su un ridotto volume in punta e posti a tre diverse altezze: alto, centro e basso) usati nel modello EIT tridimensionale. Il metodo ad elementi finiti (FEM) è stato utilizzato per la soluzione sia del problema diretto che del problema inverso, con la ricostruzione della mappa di distribuzione della conduttività entro la camera di misura. Gli esperimenti svolti hanno permesso di ricostruire la mappa di distribuzione di conduttività relativa a campioni dell’ordine del millimetro di diametro. Tali dimensioni sono compatibili con quelle dei campioni oggetto di studio in ingegneria tissutale e, anche, con quelle tipiche dei sistemi organ-on-a-chip. Il metodo EIT sviluppato, il prototipo del setup realizzato e la trattazione statistica dei dati sono attualmente in fase di implementazione in collaborazione con il gruppo del Professor David Holder, Dept. Medical Physics and Bioengineering, University College London (UCL), United Kingdom.

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Questa tesi si pone l'obiettivo di applicare un metodo lineare per l'inversione delle curve di dispersione delle onde superficiali di Rayleigh da rumore sismico, al fine di descrivere con maggior definizione la struttura della crosta terrestre in corrispondenza dell'Italia settentrionale e confrontarlo con il modello di riferimento. Si è fatto uso del processo di cross-correlazione applicato al rumore sismico per ricostruire la Funzione di Green per ogni coppia di stazioni. Sono state considerate circa 100 stazioni, tutte nel Nord-Italia. I segnali ottenuti sono costituiti principalmente da onde di superficie, in particolare onde di Rayleigh, le quali dominano i segnali in ampiezza. Per periodi compresi tra 1s e 50s, per ogni raggio tra coppie di stazioni, è stata misurata la velcoità di gruppo tramite l'utilizzo del software EGFAnalysisTimeFreq per Matlab. Le curve di dispersione così ottenute sono state utilizzate come dato per la risoluzione del problema inverso, al fine di ottenere mappe2D della velocità di gruppo che è fortemente dipendente dalle caratteristiche del mezzo. Infine queste ultime sono state confrontate con mappe di un modello esistente per la regione (Molinari et al. [22]).

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In questo elaborato mi accingerò ad illustrare una concisa classificazione e descrizione della struttura delle galassie ellittiche. In seguito verranno trattati in modo più specifico i meccanismi alla base dell'emissione di questa classe di galassie, quali: corpo nero, breamsstrahlung, sincrotrone e Compton inverso.

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Il funzionamento del cervello umano, organo responsabile di ogni nostra azione e pensiero, è sempre stato di grande interesse per la ricerca scientifica. Dopo aver compreso lo sviluppo dei potenziali elettrici da parte di nuclei neuronali in risposta a stimoli, si è riusciti a graficare il loro andamento con l'avvento dell'ElettroEncefaloGrafia (EEG). Tale tecnologia è entrata a far parte degli esami di routine per la ricerca di neuropsicologia e di interesse clinico, poiché permette di diagnosticare e discriminare i vari tipi di epilessia, la presenza di traumi cranici e altre patologie del sistema nervoso centrale. Purtroppo presenta svariati difetti: il segnale è affetto da disturbi e richiede un'adeguata elaborazione tramite filtraggio e amplificazione, rimanendo comunque sensibile a disomogeneità dei tessuti biologici e rendendo difficoltoso il riconoscimento delle sorgenti del segnale che si sono attivate durante l'esame (il cosiddetto problema inverso). Negli ultimi decenni la ricerca ha portato allo sviluppo di nuove tecniche d'indagine, di particolare interesse sono la ElettroEncefaloGrafia ad Alta Risoluzione (HREEG) e la MagnetoEncefaloGrafia (MEG). L'HREEG impiega un maggior numero di elettrodi (fino a 256) e l'appoggio di accurati modelli matematici per approssimare la distribuzione di potenziale elettrico sulla cute del soggetto, garantendo una migliore risoluzione spaziale e maggior sicurezza nel riscontro delle sorgenti neuronali. Il progresso nel campo dei superconduttori ha reso possibile lo sviluppo della MEG, che è in grado di registrare i deboli campi magnetici prodotti dai segnali elettrici corticali, dando informazioni immuni dalle disomogeneità dei tessuti e andando ad affiancare l'EEG nella ricerca scientifica. Queste nuove tecnologie hanno aperto nuovi campi di sviluppo, più importante la possibilità di comandare protesi e dispositivi tramite sforzo mentale (Brain Computer Interface). Il futuro lascia ben sperare per ulteriori innovazioni.

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L'attività di tesi è stata svolta presso la divisione System Ceramics della società System Group S.p.A. di Fiorano Modenese (MO) che si occupa dello sviluppo di soluzioni per l'industria ceramica, tra cui la decorazione delle piastrelle. Tipicamente nelle industrie ceramiche la movimentazione dei pezzi è effettuata tramite nastro trasportatore e durante il trasporto i pezzi possono subire leggeri movimenti. Se il pezzo non viene allineato alla stampante prima della fase di decorazione la stampa risulta disallineata e vi possono essere alcune zone non stampate lungo i bordi del pezzo. Perciò prima di procedere con la decorazione è fondamentale correggere il disallineamento. La soluzione più comune è installare delle guide all'ingresso del sistema di decorazione. Oltre a non consentire un’alta precisione, questa soluzione si dimostra inadatta nel caso la decorazione venga applicata in fasi successive da stampanti diverse. Il reparto di ricerca e sviluppo di System Ceramics ha quindi ideato una soluzione diversa e innovativa seguendo l'approccio inverso: allineare la grafica via software a ogni pezzo in base alla sua disposizione, invece che intervenire fisicamente modificandone la posizione. Il nuovo processo di stampa basato sull'allineamento software della grafica consiste nel ricavare inizialmente la disposizione di ogni piastrella utilizzando un sistema di visione artificiale posizionato sul nastro prima della stampante. Successivamente la grafica viene elaborata in base alla disposizione del pezzo ed applicata una volta che il pezzo arriva presso la zona di stampa. L'attività di tesi si è focalizzata sulla fase di rotazione della grafica ed è consistita nello studio e nell’ottimizzazione del prototipo di applicazione esistente al fine di ridurne i tempi di esecuzione. Il prototipo infatti, sebbene funzionante, ha un tempo di esecuzione così elevato da risultare incompatibile con la velocità di produzione adottata dalle industrie ceramiche.

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In questo lavoro si è tentato di fornire un metodo per la calibrazione di modelli numerici in analisi dinamiche spettrali. Attraverso una serie di analisi time history non lineari sono stati ottenuti gli spostamenti relativi orizzontali che nascono, in corrispondenza della connessione trave-pilastro di tipo attritivo, quando una struttura prefabbricata monopiano viene investita dalla componente orizzontale e verticale del sisma. Con un procedimento iterativo su varie analisi spettrali sono state calibrate delle rigidezze equivalenti che hanno permesso di ottenere, con buona approssimazione, gli stessi risultati delle analisi time history. Tali rigidezze sono state poi restituite in forma grafica. Per riprodurre gli spostamenti relativi orizzontali con un’analisi dinamica spettrale è quindi possibile collegare le travi ai pilastri con degli elementi elastici aventi rigidezza Kcoll. I valori di rigidezza restituiti da questo studio valgono per un’ampia gamma di prefabbricati monopiano (periodo proprio 0.20s < T < 2.00s) e tre differenti livelli di intensità sismica; inoltre è stata data la possibilità di considerare la plasticizzazione alla base dei pilastri e di scegliere fra due diverse posizioni nei confronti della rottura di faglia (Near Fault System o Far Fault System). La diminuzione di forza d’attrito risultante (a seguito della variazione dell’accelerazione verticale indotta dal sisma) è stata presa in considerazione utilizzando un modello in cui fra trave e pilastro è posto un isolatore a pendolo inverso (opportunamente calibrato per funzionare come semplice appoggio ad attrito). Con i modelli lineari equivalenti si riescono ad ottenere buoni risultati in tempi relativamente ridotti: è possibile così compiere delle valutazioni approssimate sulla perdita di appoggio e sulle priorità d’intervento in una determinata zona sismica.

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El periodo de transición desde el sistema colonial español a la nueva república trajo aparejado el impulso de la prensa periódica como órgano de difusión y promoción de nuevas propuestas políticas e ideológicas, donde los publicistas se convirtieron en portavoces de una opinión que ellos mismos crearon y movilizaron. Este desarrollo tuvo como contracara el fenómeno inverso: el hombre común se preocupó por registrar los sucesos excepcionales para generaciones posteriores. Nos proponemos analizar las complejas relaciones entre producción memorialística y prensa, a partir de Memorias curiosas, de Juan Manuel Beruti y algunos números de la Gaceta de Buenos Aires (1801-1811)

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Los dibujos y collages realizados por la escritora han sido poco estudiados por la crítica. Se cuenta con el excelente artículo de Kathleen Glenn titulado ┤Collage, Textile and Palimpsest: Carmen Martín Gaite's Nubosidad variable' en el que analiza detalladamente el collage que adorna la portada de la novela y lo considera como "a visualization of the novel's content and structure" (Glenn, 1993: 409). Años anteriores a la publicación de dicha novela, Martín Gaite ya había elaborado otros collages. Cinco de ellos aparecen en From Fiction to Metafiction. Con la publicación de Cuadernos de todo, se incrementa el material visual elaborado por la escritora ya que además de collages, se pueden apreciar algunos dibujos. Cualquier persona que haya leído Caperucita en Manhattan se habrá dado cuenta que los dibujos de la novela fueron hechos por la autora de la novela. Durante los años noventa, Martín Gaite escribe conferencias donde comenta el trabajo de pintores españoles como Dalí, Murillo, Maura y Montaner y Tuset. En esa misma época, participa en el Museo Thyssen Bornemisza con el comentario sobre Habitación de hotel de Edward Hopper. En este artículo, voy a trabajar con los dibujos, los collages y los artículos sobre los pintores ya mencionados porque en todos ellos radica la idea de que lo visual es material para lo literario y lo literario también se entrecruza con lo visual. Me interesa mostrar el proceso de cómo Martín Gaite utiliza la imagen visual y la convierte en texto porque considero que existe una serie de acciones similares a las identificadas y señaladas en sus reflexiones de cómo construir una novela vaciadas en El cuento de nunca acabar. También analizaré el proceso inverso, es decir, el de tener primero un texto que posteriormente se represente visualmente. Con esto, pretendo mostrar la relación intrínseca entre lo visual y lo literario por medio del dibujo, el collage y la pintura en la narrativa de los noventa de Martín Gaite.

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El objetivo general de la presente investigación está orientado a analizar en profundidad la perspectiva filosófico-pragmatista que desarrollara Clarence Irving Lewis en torno a la teoría del conocimiento, señalando las vinculaciones e implicancias de la misma para su teoría de la valoración y para la ética temas que consideramos centrales en las agendas de investigación actuales en epistemología. Todo ello con el propósito de contribuir a una mejor comprensión de su importancia e incidencia en el marco de la corriente pragmatista, de determinar el carácter original y novedoso de sus aportes al campo de la epistemología, y de evaluar su potencial para pensar las prácticas cognitivas y científicas actuales. Cabe señalar que C. I. Lewis forma parte de la tradición del pragmatismo clásico, un movimiento filosófico surgido en EEUU a finales del s. XIX en torno a la obra de pensadores como C. S. Peirce, W. James, J. Dewey y G. H. Mead. Si bien esta línea de pensamiento ha sido criticada y en muchos aspectos malinterpretada, desde hace ya unas décadas ha resurgido un neto interés en dicho pensamiento desde perspectivas interpretativas de innegable valor para el campo de la epistemología, de la vida social y de la ética; más allá de las coincidencias y divergencias que sin duda sigue suscitando. En lo que respecta especialmente a Lewis, ha sido sin duda uno de los epistemólogos más importantes de la filosofía norteamericana durante el siglo XX. Su largo paso por Harvard, como estudiante y como profesor, le significó una importante formación, una vinculación con grandes pensadores de la filosofía local y continental, y una indudable influencia en las generaciones que le sucedieron. Sin embargo, su filosofía no ha recibido la atención que merece en su propio contexto y, mucho menos, en la filosofía de habla hispana. Ha sido, además, objeto de diferentes interpretaciones y asociaciones, muchas de las cuales lo desvincularon de la corriente del pragmatismo clásico opacando sus más lúcidos aportes teóricos. Frente a este estado de la cuestión y teniendo en cuenta, por otra parte, el resurgimiento que ha tenido el pensamiento pragmatista en las últimas décadas y el renovado interés que se registra en torno a sus perspectivas interpretativas para el terreno de la epistemología, la filosofía política y la ética, es que nos proponemos los siguientes objetivos específicos de trabajo. En primer lugar, recobrar el pensamiento lewisiano analizando en profundidad su novedosa posición, denominada "pragmatismo conceptualista", sistematizando sus conceptos específicos y sus tesis fundamentales. En segundo lugar, dar cuenta de su filiación pragmatista para así habilitar lo que, a nuestro juicio y tal como pretendemos mostrar aquí, constituye una mejor y más cabal comprensión de su propuesta integral; o, dicho en sentido inverso, abordar desde una perspectiva global su propuesta filosófica en torno al conocimiento de modo de poner en evidencia su innegable veta pragmatista. En tercer lugar, dar a conocer para el caso de la filosofía hispanoparlante lo que consideramos una de las teorías gnoseológicas más complejas, potentes y acabadas del siglo XX (sobre todo teniendo en cuenta que es casi desconocida en dicho contexto y que no ha sido traducida al español), de manera tal de habilitar su incorporación a las reflexiones actuales vinculadas al resurgimiento que tiene desde hace unas décadas el pragmatismo. En cuarto lugar, dar cuenta de algunos problemas o puntos de tensión que presenta su teoría y revisar algunas de las principales críticas que ha recibido. Finalmente y acorde a todo lo anterior, evaluar la pertinencia, los aportes y la incidencia de la perspectiva lewisiana en el campo del conocimiento para así contribuir a las discusiones más actuales en epistemología y filosofía de las ciencias, así como también a las reflexiones éticas y axiológicas íntimamente vinculadas a ellas. En función de los objetivos anteriormente señalados, proponemos una metodología consistente en abordar analíticamente la concepción filosófica de Lewis a lo largo de diferentes escritos, centrándonos básicamente en su teoría del conocimiento; situar contextualmente su pensamiento tratando de reconstruir su trayecto filosófico a través de distintos tópicos e intereses; mostrar las influencias que recibió y las que supo ejercer a partir de diferentes intercambios con profesores, colegas y alumnos; y abordar algunos de los problemas gnoseológicos más importantes a los que Lewis pretendió dar respuesta, señalando el tono específico de los debates en los que se enmarcaban y analizando puntualmente algunas de las críticas de mayor relevancia que se le han formulado y que, a nuestro juicio, han incidido en la recepción de sus propuestas. Todo ello, en orden a dar cuenta crítica y argumentalmente de las siguientes tesis: que (1) Lewis es un pragmatista, a pesar de las importantes interpretaciones en contrario realizadas por destacados filósofos contemporáneos; que (2) su propuesta constituye un genuino sistema filosófico de ideas sólidamente articuladas sobre el trasfondo de su perspectiva pragmatista; que (3) si asumimos las dos tesis anteriores muchas de las dificultades interpretativas que por momentos pone de manifiesto la teoría lewisiana se resuelven reforzando consistentemente dichas premisas; lo cual nos permite pensar que (4) en muchos casos Lewis ha sido mal comprendido precisamente porque se lo ha desvinculado del pragmatismo o porque se han desarticulado algunas partes de su teoría, de su sistema como un todo; y finalmente, y en consonancia con los objetivos principales del trabajo, la tesis según la cual (5) la interpretación en clave pragmatista de Lewis ofrece una perspectiva integral de su teoría que resuelve ciertas aporías al mismo tiempo que permite visualizar un conjunto de aportes que resultan significativos para las discusiones epistemológicas actuales; todos éstos resultados que, a su vez, nos estimulan a seguir en nuestra dirección interpretativa. Por último, ofrecemos algunas conclusiones finales que muestran resumidamente los argumentos que nos permiten respaldar las afirmaciones anteriormente señaladas, que recapitulan en líneas generales los puntos más significativos desarrollados a lo largo del trabajo, y que retoman de manera orgánica las conclusiones parciales obtenidas. Asimismo, ofrecemos un conjunto de hipótesis que podrían orientar una futura investigación que de continuidad al trabajo aquí presentado y que se fundan en la convicción de que la propuesta de Lewis tiene todavía mucho que aportar y que su incorporación a las reflexiones actuales puede resultar muy enriquecedora

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La presente tesis aborda el análisis de la incidencia de los procesos de metropolización surgidos en los años 90 en la costa de la Región Metropolitana de Buenos Aires como instancias de configuración y reconfiguración de los nuevos escenarios. A partir de la lectura de la relación entre la ciudad y el estuario surge un supuesto de partida: si entendemos que el territorio es parte integral de la sociedad y el estuario como un recorte territorial contextualizado, dicha relación es la expresión de una realidad construida, por lo que no puede existir separación entre el medio estuarial y lo metropolitano. El Estuario como parte integral de la metrópoli se concibe desde el momento que fue un espacio estructurante por su vocación portuaria. En otras palabras, sin estuario no hubiera habido metrópolis porque fue una valoración histórica como puerto. Pensando al estuario como una realidad construida permite que nos preguntemos ¿Cómo los actores han valorado ese territorio?: ¿cómo una mercancía donde prima el interés de la renta o como patrimonio social común donde la identidad del lugar adquiere un peso destacado? Así surgen los siguientes interrogantes: ¿cómo jugó y juega el estuario y sus vocaciones en la estructuración de la metrópolis o viceversa? ¿Cómo es el perfil de la interface entre ambos? ¿Qué clima de ideas contiene el territorio estuarial hoy? ¿Cuáles son los ejes de organización de la década de los 90 que impactaron en el espacio costero? ¿Cómo se inserta la costa en este nuevo modelo de metropolización? ¿Cuál es la nueva lectura de la costa emergente del proceso de globalización? Estos interrogantes conducen a formular la siguiente hipótesis de trabajo: La costa estuarial metropolitana responde a las características del modelo de metropolización de la década de los 90, donde la fragmentación territorial es su eje rector. Sin embargo esta fragmentación ha permitido el surgimiento de dos modelos de área costera: uno integrado a la metrópoli, donde las inversiones inmobiliarias y la desregulación y la privatización de los servicios son la dominante en la conformación de estos territorios ?desde la Ciudad Autónoma de Buenos Aires hasta Tigre-; otro, alejado del modelo metropolitano intenta su desarrollo desde las vocaciones estuariales específicas y sus herencias territoriales y sociales -desde la ciudad Autónoma de Buenos Aires hasta Berisso-, donde la escasa incorporación al modelo metropolitano se hace en forma puntual en algunos sectores (Puerto La Plata, emprendimientos inmobiliarios de Marinas, entre otros). El desarrollo de la tesis se realiza en el marco de cinco momentos que permiten definir 6 capítulos. En el primer momento se pone el acento en las cuestiones teórico-metodológicas de la tesis donde se inicia el análisis definiendo qué se entiende por espacio estuarial metropolitano intentando superar el dualismo entre el estuario y la metrópoli desde una mirada del espacio y territorio como partes integrales de la sociedad, de la costa como un recorte territorial contextualizado contiguo al frente estuarial y al estuario como forma litoral producto de relaciones sociales que construyen vocaciones litorales. Para luego abordar la trilogía clima de ideas, herencias territoriales y vocaciones, concluyendo con el planteo del juego de contrapuestos dialécticos como una instancia para descubrir el germen de considerar al territorio como patrimonio social común. En un segundo momento se trabajó con las tendencias históricas de valorización costera haciendo hincapié en las vocaciones como una lectura desde lo estuarial, para luego introducirnos en una tercera etapa en el modelo de metropolización surgido del clima de ideas de los 90. Estos tres momentos nos permitieron definir un cuarto donde se trabaja con las dos visiones antagónicas pero complementarias del territorio estuarial metropolitano: el caso representativo del modelo territorial costero de los 90 (el escenario emblemático de la posmodernidad de Puerto Madero) y su contrapuesto (los territorios del anonimato desde la producción del vino de la costa). Así llegamos a plantear, en un quinto momento, el comienzo de un camino inverso: pensar desde el territorio para llegar a lo espacial como corolario de entender el juego de contrapuestos dialéctico de los lugares, que permitirá sentar las bases para considerar al territorio como Patrimonio social común

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Este texto pertenece al capitulo I de la tesis de maestría 'El aguante en el cuerpo: construcción de identidad de los hinchas de un club de fútbol argentino.' Dicho trabajo de investigación se desarrollo sobre un enfoque predominantemente cualitativo, triangulando distintos métodos como la entrevista en profundidad, la observación participante y no participante y grupos focales. En dicho capitulo, presentaremos a la hinchada, sus practicas y representaciones. Mostrando a los sujetos y sus acciones, exhibiendo el principal de los mecanismos de asociación al grupo 'El aguante'.También, reconstruiremos como éste se conforma, por un lado, como un símbolo de prestigio y honor, y por otro, como uno de los factores mas relevantes en la constitución de la identidad, entendiendo a esta desde un posicionamiento constructivita que viaja en sentido estrictamente inverso de las miradas escencialistas