734 resultados para Compulsory Heteronormativity
Resumo:
The influence of training in labor risk prevention and the development of the resulting pre-emptive culture are analyzed within this paper. In order to achieve this, a quantitative analysis of the students of Building Degree in the Technic University of Madrid has been developed. This study has been made in all grades, valuating the previous knowledge acquired during compulsory education. It must be kept in mind that the students in 3rd and 4th grade have received general and specific compulsory training in prevention and safety in the building sector.
Resumo:
The intellectual property laws in the United States provide the owners of intellectual property with discretion to license the right to use that property or to make or sell products that embody the intellectual property. However, the antitrust laws constrain the use of property, including intellectual property, by a firm with market power and may place limitations on the licensing of intellectual property. This paper focuses on one aspect of antitrust law, the so-called “essential facilities doctrine,” which may impose a duty upon firms controlling an “essential facility” to make that facility available to their rivals. In the intellectual property context, an obligation to make property available is equivalent to a requirement for compulsory licensing. Compulsory licensing may embrace the requirement that the owner of software permit access to the underlying code so that others can develop compatible application programs. Compulsory licensing may undermine incentives for research and development by reducing the value of an innovation to the inventor. This paper shows that compulsory licensing also may reduce economic efficiency in the short run by facilitating the entry of inefficient producers and by promoting licensing arrangements that result in higher prices.
Resumo:
Background: sulla base delle evidenze emerse dalle rassegne sistematiche in materia (Johnstone, 1994; Cohen et al.,1998; Robson et al., 2012; Burke et al., 2006; Ricci et al., 2015) si è ipotizzato che la formazione alla salute e sicurezza sul lavoro sia maggiormente efficace quando non è presentata come obbligatoria e venga articolata su più livelli di apprendimento, attraverso metodologie adeguate per ogni livello, con docenti che abbiano caratteristiche corrispondenti allo specifico obiettivo di apprendimento e la cui durata sia parametrata all’obiettivo stesso. Obiettivo di questa ricerca è valutare se esista e quanto sia intensa la relazione causale tra la formazione alla sicurezza sul lavoro e i suoi effetti sul miglioramento delle conoscenze, degli atteggiamenti, dei comportamenti, degli esiti per la salute, del clima di sicurezza aziendale, del controllo comportamentale percepito dai lavoratori, delle condizioni operative e procedure interne, oltre l’eventuale effetto di moderazione determinato da caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti e dal gradimento della formazione. Metodo: la variabile indipendente è costituita dell’intervento formativo erogato, articolato in tre condizioni: formazione obbligatoria, formazione non obbligatoria, gruppo di controllo: sono stati posti a confronto due interventi di pari durata (16 settimane, per 10h complessive), realizzati con identiche modalità (step1 audio-visivo; step2 affiancamento su lavoro da parte del preposto; step3 discussione di auto-casi), ma differenziati rispetto all’essere presentati uno come formazione obbligatoria, l’altro come non obbligatoria. I due gruppi sono anche stati confrontati con un gruppo di controllo per il quale la formazione è prevista successivamente. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo con obbligo formativo, senza obbligo formativo, di controllo. Sono stati presi come indicatori (variabili dipendenti) per valutare l’effetto della formazione: I livello – conoscenze: riconoscimento o produzione di un maggior numero di risposte corrette. II livello – atteggiamenti e credenze: maggiore propensione a mettere in atto comportamenti auto ed etero protettivi. III livello – comportamenti: comportamenti osservati più adeguati per la tutela della salute propria e altrui. IV livello – salute: maggior grado di benessere bio-psico-sociale auto-riferito. Le misure di esito consistono nella variazione tra la rilevazione iniziale e ogni rilevazione successiva, sulla base delle diverse misure registrate per ognuno dei quattro livelli dell’intervento formativo. Lo stesso confronto del tempo è stato realizzato per le misure del clima di sicurezza aziendale, del controllo comportamentale percepito dai lavoratori, delle condizioni operative e procedure interne, oltre l’eventuale effetto di moderazione determinato da caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti e dal gradimento della formazione, quest’ultimo misurato solo immediatamente al termine dell’intervento. Risultati: le condizioni di intervento non differiscono in termini di efficacia, la formazione determina infatti gli stessi risultati per i partecipanti del gruppo obbligo formativo e di quello non obbligo, con una significativa differenza post-intervento rispetto al gruppo di controllo. La formazione ha un effetto forte nel miglioramento delle conoscenze che solo parzialmente decade nel tempo, ma comunque mantenendo un livello maggiore rispetto ai valori iniziali. In relazione al miglioramento di atteggiamenti e comportamenti sicuri nel lavoro al Videoterminale, l’effetto della formazione è modesto: per gli atteggiamenti si registra solo un miglioramento verso l’applicazione delle procedure come utili realmente e non come mero adempimento, ma tale effetto decade entro quattro mesi riportando i partecipanti su valori iniziali; i comportamenti invece migliorano nel tempo, ma con deboli differenze tra partecipanti alla formazione e gruppo di controllo, tuttavia tale miglioramento non decade in seguito. Non si registrano invece effetti della formazione nella direzione attesa in termini di esiti per la salute, per il miglioramento del clima di sicurezza e come maggior controllo comportamentale percepito, non risultano nemmeno dati evidenti di moderazione degli effetti dovuti a caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti. Inoltre emerge che il gradimento per la formazione è correlato con migliori atteggiamenti (strumento audio-visivo), il miglioramento del clima di sicurezza e un maggior controllo comportamentale percepito (studio di auto-casi), ovvero gli step che hanno visto l’intervento di formatori qualificati. Infine, la formazione ha determinato migliori condizioni operative e l’adeguamento delle procedure interne. Conclusioni: la presente ricerca ci consente di affermare che la formazione erogata è stata efficace, oltre che molto gradita dai partecipanti, in particolare quando il formatore è qualificato per questa attività (step1 e 3). L’apprendimento prodotto è tanto più stabile nel tempo quanto più i contenuti sono in stretta relazione con l’esperienza lavorativa quotidiana dei partecipanti, mentre negli altri casi il decremento degli effetti è alquanto rapido, di conseguenza ribadiamo la necessità di erogare la formazione con continuità nel tempo. E’ risultato comunque modesto l’effetto della formazione per migliorare gli atteggiamenti e i comportamenti nel lavoro al VDT, ma, al di là di alcuni limiti metodologici, sono obiettivi ambiziosi che richiedono più tempo di quanto abbiamo potuto disporre in questa occasione e il cui conseguimento risente molto delle prassi reali adottate nel contesto lavorativo dopo il termine della formazione. Le evidenze finora prodotte non hanno poi chiarito in modo definitivo se attraverso la formazione si possano determinare effetti significativi nel miglioramento di esiti per la salute, anche eventualmente attraverso interventi di supporto individuale. Inoltre l’assenza di differenze significative negli effetti tra i partecipanti assegnati alla condizione di obbligo e quelli di non obbligo, eccezion fatta in direzione opposta alle attese per la misura del danno da lavoro, suggeriscono che nell’erogare la formazione, occorre sottolineare in misura molto rilevante l’importanza dell’intervento che viene realizzato, anche qualora esistesse una prescrizione normativa cogente. Infine, la ricerca ci ha fornito anche indicazioni metodologiche e misure valide che invitano ad estendere questa formazione, e la sua valutazione di efficacia, a diversi comparti economici e svariate mansioni. Nel fare questo è possibile fare riferimento, e testare nuovamente, un modello che indica la corretta percezione del rischio (conoscenza) come fattore necessario, ma non sufficiente per ottenere, con la mediazione di atteggiamenti favorevoli allo specifico comportamento, azioni sicure, attraverso le quali si rinforza l’atteggiamento e migliorano le conoscenze. La formazione, per raggiungere i propri obiettivi, deve tuttavia agire anche sui meccanismi di conformismo sociale favorevoli alla safety, questi originano da conoscenze e azioni sicure e reciprocamente le rinforzano.
Resumo:
Esta pesquisa tem como objetivo compreender as vivências da Geografia Escolar pelas crianças no primeiro ano do Ensino Fundamental a partir do seu protagonismo. Inspirada em princípios qualitativos, tem na Etnografia sua base metodológica, enfocando especialmente o trabalho realizado em duas escolas públicas de Juiz de Fora (MG). Assim, busca aproximar-se dos significados que as crianças atribuem a este campo de saber nas práticas escolares, colocando-os em diálogo com alguns discursos adultos constituintes da Geografia Escolar. Tomando como referencial teórico os estudos da infância e, em especial, a Geografia da Infância, traz as vozes das crianças, sujeitos centrais no processo de antecipação do ingresso obrigatório no Ensino Fundamental para os seis anos de idade. Os achados da investigação foram organizados em três campos interpretativos que reorientam o olhar sobre a política de antecipação do ingresso obrigatório no Ensino Fundamental, bem como a Geografia Escolar com crianças.
Resumo:
A Constituição da República, de 1988, previu em seu artigo 201, que a Previdência Social seria organizada sob a forma de regime geral, de caráter contributivo e de filiação obrigatória. Em regra, o trabalho remunerado enseja a filiação obrigatória e automática do trabalhador, assim como o surgimento de sua obrigação de contribuir para o custeio das prestações previdenciárias. Caso o empregador não registre o empregado e promova o recolhimento das contribuições previdenciárias, o trabalhador poderá ter limitada ou excluída sua proteção previdenciária. Mesmo reconhecido o vínculo de emprego no processo do trabalho, o Instituto Nacional da Seguridade Social (INSS) condiciona o aproveitamento previdenciário desse tempo de trabalho e de contribuição à apresentação de início de prova material. Essa exigência, por vezes, cria situação de contradição: há sentença trabalhista de reconhecimento de vínculo de emprego, com execução e recolhimento de contribuições previdenciárias, mas o INSS não reconhece o tempo de contribuição correspondente e nega ao trabalhador proteção previdenciária. A presente dissertação analisa se o reconhecimento de vínculo empregatício pela Justiça do Trabalho é suficiente para que se reconheça o direito do trabalhador à proteção previdenciária, partindo da premissa que o segurado empregado apenas tem de demonstrar sua filiação, não sendo prejudicado pelo descumprimento de obrigações previdenciárias de seu empregador.
Resumo:
A ciência e a tecnologia cada vez mais vêm proporcionando avanços em produtos inovadores. Particularmente na área da saúde nota-se eminente sinergismo entre os materiais utilizados, suas propriedades de biocompatibilidade, biofuncionalidade, processabilidade, esterilidade e a área de aplicabilidade no organismo humano. O setor farmacêutico por apresentar grande complexidade exige conhecimentos multidisciplinares, atualizados e em conformidade às tendências internacionais. A Agência Nacional de Vigilância Sanitária (ANVISA) tem sob sua responsabilidade extensa diversidade de bens, serviços e produtos, dentre eles estão os correlatos, que também compreende os produtos para saúde. Os produtos para saúde são classificados conforme o seu risco, no Brasil podendo apresentar até quatro classes, sendo as classes III e IV as que caracterizam maior risco. Para alguns produtos, devido seu risco sanitário, é compulsório a Certificação de Conformidade pelo Instituto Nacional de Metrologia, Qualidade e Tecnologia (INMETRO) previamente a concessão de seu registro sanitário pela ANVISA. Dentre as normas técnicas aplicáveis pelo INMETRO estão as normas da Associação Brasileira de Normas Técnicas (ABNT) e na sua ausência, as normas da International Organization for Standardization (ISO). Outros requisitos técnicos e regulatórios devem ser contemplados com o propósito de comprovação da segurança e eficácia dos produtos. Entretanto, as regulamentações sanitárias inerentes a essa categoria de produtos ainda se encontram incipientes no país. A desenvoltura do setor produtivo nesse segmento pode ser evidenciada pelo aumento de novas solicitações na ANVISA e de seu crescimento na balança comercial. No entanto, observa-se pouco estudo e entendimento do setor regulado e regulador referente à relação mútua entre ANVISA, INMETRO e ABNT e quanto à regulação sanitária aplicável para obtenção da anuência do produto ao consumo. Na conjuntura das demandas apontadas o objetivo deste estudo foi avaliar o processo regulatório aplicável à cadeia produtiva dos produtos para saúde com a finalidade de compreender a relação entre ANVISA, INMETRO e ABNT na garantia da qualidade, segurança e eficácia dos produtos. A metodologia aplicada neste trabalho foi à pesquisa qualitativa. Com o auxílio da pesquisa documental constatou-se que o processo regulatório brasileiro é complexo, específico e robusto e apresenta estrutura e exigências semelhantes dos Estados Unidos e União Europeia. A fiscalização pós-uso é uma tendência internacional e a ANVISA vem adotando com frequência com intuito de acompanhar a qualidade dos produtos comercializados. As três instituições apresentam competências definidas e regulamentadas, bem como mecanismos de inter-relação por meio de conselhos consultivos. O estudo de caso caracterizou que o perfil dos profissionais do setor regulado apresenta em grande percentual formação na área da saúde e nível de pós-graduação, porém o nível de conhecimento dos principais conceitos relativos aos produtos para saúde é parcial, reforçando a necessidade de incentivos de capacitação de recursos humanos em regulação em saúde.
Resumo:
This paper analyzes post-pornographic practices – an activist and theoretical movement that recognizes pornography as valuable in understanding social, cultural, and political systems that construct and reflect identity – through the work of American artist Marilyn Minter. The analysis contextualizes post-pornography and concludes with an examination of several of Minter’s recent paintings and photographs through a postpornographic lens to assert that these examples of her work explore sexuality and gender by incorporating aesthetic and ideological references to porn and by invoking the postpornographic tenets of collaboration, disruption of public space, and the inversion of heteronormativity. Creating art with Wangechi Mutu, displaying in Times Square high definition videos of lips that slurp green goo, and painting men garbed in lingerie constitute some of Minter’s endeavors, which reenvision pornographic relationships to authorship and agency, public versus private space, and the expression or repression of fantasy.
Resumo:
Objetivos: El estudio se plantea profundizar en el análisis del discurso del régimen franquista que se dirigió a la población femenina, especialmente a las madres y a las enfermeras, en relación con los cuidados a la infancia. Métodos: Se analizó la colección «Al Servicio de España y del Niño Español» (1938-1964), publicada por el Ministerio de Gobernación, mediante un análisis del contenido de las monografías que se ocupaban del los cuidados a la infancia. Discusión y conclusiones: El régimen franquista condenó el trabajo fuera del hogar de las mujeres y promovió una política pronatalista. Las mujeres fueron consideradas ignorantes y por tanto culpables de la elevada mortalidad infantil. Su acción se orientó a capacitar a todas las mujeres (que algún día llegarían a ser madres) en el cuidado de los niños. Fue obligatoria la enseñanza de la puericultura a las niñas en todos los niveles. Se fomento la lactancia materna con un discurso culpabilizador (la mujer que no lacta es una semimadre). Con todo, a pesar de todas estas iniciativas pronatalistas, la realidad social se impuso y la natalidad disminuyó, y también lo hizo la mortalidad infantil debido a la mejora de las condiciones de vida, al mismo tiempo que se produjo un fuerte aumento del uso del biberón y del trabajo femenino fuera del hogar.
Resumo:
In recent years, several explanatory models have been developed which attempt to analyse the predictive worth of various factors in relation to academic achievement, as well as the direct and indirect effects that they produce. The aim of this study was to examine a structural model incorporating various cognitive and motivational variables which influence student achievement in the two basic core skills in the Spanish curriculum: Spanish Language and Mathematics. These variables included differential aptitudes, specific self-concept, goal orientations, effort and learning strategies. The sample comprised 341 Spanish students in their first year of Compulsory Secondary Education. Various tests and questionnaires were used to assess each student, and Structural Equation Modelling (SEM) was employed to study the relationships in the initial model. The proposed model obtained a satisfactory fit for the two subjects studied, and all the relationships hypothesised were significant. The variable with the most explanatory power regarding academic achievement was mathematical and verbal aptitude. Also notable was the direct influence of specific self-concept on achievement, goal-orientation and effort, as was the mediatory effect that effort and learning strategies had between academic goals and final achievement.
Resumo:
Póster presentado en EDULEARN12, International Conference on Education and New Learning Technologies, Barcelona, 2nd-4th July 2012.
Resumo:
Reverse engineering is the process of discovering the technological principles of a device, object or system through analysis of its structure, function, and operation. From a device used in clinical practice, as the corneal topographer, reverse engineering will be used to infer physical principles and laws. In our case, reverse engineering involves taking this mechanical device apart and analyzing its working detail. The initial knowledge of the application and usefulness of the device provides a motivation that, together with the combination of theory and practice, will help the students to understand and learn concepts studied in different subjects in the Optics and Optometry degree. These subjects belong to both the core and compulsory subjects of the syllabus of first and second year of the degree. Furthermore, the experimental practice is used as transverse axis that relates theoretical concepts, technology transfer and research.
Resumo:
El análisis de las autoatribuciones académicas constituye un aspecto esencial del componente afectivo y emocional de la motivación escolar en estudiantes de educación secundaria obligatoria (ESO). El objetivo de este estudio fue analizar, mediante un diseño transversal, las diferencias de género y curso y el papel predictivo de estas variables en las atribuciones causales académicas de los alumnos medidas a través de las escalas generales de la Sydney Attribution Scale (SAS). El cuestionario fue administrado a 2.022 estudiantes (51.08% chicos) de 1º a 4º de ESO. El rango de edad fue de 12 a 16 años (M = 13.81; DT = 1.35). Los resultados derivados de los análisis de varianza y de los tamaños del efecto (índice d) revelaron que los chicos atribuyeron sus éxitos significativamente más a su capacidad, mientras las chicas los atribuyeron significativamente más al esfuerzo. Respecto a las atribuciones de fracaso escolar, los resultados indicaron que los chicos los atribuyeron significativamente más a la falta de esfuerzo que las chicas. Asimismo, se hallaron diferencias de curso académico en la mayoría de las atribuciones causales analizadas. Los análisis de regresión logística indicaron que el género y el curso fueron predictores significativos de las atribuciones causales académicas, aunque los resultados variaron para cada una de las escalas de la SAS. Los resultados son discutidos en relación a la necesidad de diseñar programas de intervención que tengan en cuenta las variables sexo y curso académico.
Resumo:
El objetivo de este estudio fue analizar: (a) la relación entre el consumo de tabaco y alcohol y el rendimiento académico y (b) la capacidad predictiva de los factores psicoeducativos y el abuso de alcohol y tabaco sobre el rendimiento académico en una muestra de 352 adolescentes españoles de 2º a 4º de Educación Secundaria Obligatoria (ESO). Para analizar las variables cognitivo-motivacionales se utilizaron el Self-Description Questionnaire-II, la Sydney Attribution Scale y el Achievement Goal Tendencies Questionnaire. El consumo abusivo de alcohol y tabaco, el sexo y la repetición de curso fueron también evaluados utilizando medidas autoinformadas. El rendimiento académico fue evaluado a partir de los registros escolares. Se utilizaron análisis de frecuencias y regresión logística para analizar los datos. Los análisis de frecuencias revelaron que los estudiantes que abusan del tabaco y el alcohol presentan un rendimiento académico más pobre. Los análisis de regresión logística destacaron que los comportamientos saludables así como las variables educativas y cognitivo-motivacionales ejercieron un efecto predictivo diferente sobre el rendimiento académico dependiendo del área académica analizada. Estos resultados señalan que para mejorar el rendimiento académico en la adolescencia se han de tener en consideración no sólo variables académicas sino también variables relacionadas con la salud.
Resumo:
Paper submitted to ICERI2013, the 6th International Conference of Education, Research and Innovation, Seville (Spain), November 18-20, 2013.
Resumo:
El estudio de las disciplinas científicas resulta más atractivo si se acompaña de actividades de carácter práctico. En este trabajo se propone un taller cuya finalidad es introducir al alumnado en el trabajo científico que realizan los geólogos y paleontólogos a través de la información paleoambiental y bioestratigráfica que proporcionan los microfósiles y su aplicación a la Crisis de Salinidad del Messiniense. Este periodo es considerado como uno de los acontecimientos más relevantes de la historia geológica del Mediterráneo y se caracteriza por una acumulación masiva de evaporitas en el fondo de la cuenca, que se relaciona con la desecación y posterior reinundación del Mediterráneo hace aproximadamente cinco millones de años. El taller consta de tres sesiones: una teórica, de introducción de los contenidos necesarios para el desarrollo de la actividad, para la que se proponen una serie de recursos bibliográficos y audiovisuales de libre acceso en internet; una práctica, de obtención de datos; y una final, de interpretación de los cambios paleoambientales que conlleva la presentación de los resultados en forma de artículo científico y posterior debate en el aula. Todos los datos necesarios para el desarrollo de la actividad se proporcionan en el presente artículo, si bien esta propuesta de taller queda abierta a las posibles modificaciones y mejoras que el profesorado considere oportunas. Para vertebrar esta propuesta, en forma de ejemplo de aplicación, se ha incluido el taller en la programación de la asignatura Biología y Geología (4º ESO). La puesta a punto de este taller pone de manifiesto que resulta idóneo para el trabajo en grupo en el aula permitiendo que el alumnado se sienta partícipe de todas las fases que constituyen una investigación científica.