863 resultados para knowledge work


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O tema desta tese é a Gestão do Conhecimento, abordagem em evidência crescente nos meios acadêmicos e empresariais, espaços em que o conhecimento começa a ser visto como recurso substituto do trabalho. A discussão da ruptura entre os conceitos de conhecimento e trabalho vigora desde a antiguidade até os dias de hoje. E foi esse argumento de ruptura que impulsionou a definição do foco desta pesquisa: a discussão das relações entre conhecimento e trabalho, e a forma como esses conceitos interagem no contexto das organizações. A pesquisa de campo foi realizada em uma instituição financeira brasileira de grande porte, o Banco do Brasil, diante do contexto do sistema financeiro. Buscou-se construir um quadro referencialteórico das relações entre conhecimento e trabalho nessa empresa. Para o desenvolvimento da tese, foi utilizado um referencial teórico multidisciplinar baseado nas interfaces da Gestão do Conhecimento com a Filosofia (concepções de vita contemplativa e vita activa) a Sociologia (o conhecimento como construção social e histórica) e a Psicologia (o conhecimento associado ao desenvolvimento humano). Para a realização da pesquisa, optou-se por um método de orientação pós-moderna, que se admite o uso das técnicas científicas mais recentes, sem excluir o uso de abordagens tradicionais. Entende-se que a visão pós-moderna transcende a modernidade, sem excluí-la. Para a coleta de informações, foi utilizada uma abordagem multimétodos, que abrangeu a aplicação das seguintes técnicas: questionários fechados, entrevistas em profundidade, observação participante e análise documental. Os questionários foram aplicados, exclusivamente, junto a profissionais do Banco do Brasil. As entrevistas em profundidade foram realizadas com profissionais do Banco do Brasil e de outros bancos públicos e privados (das cinco regiões do país) e também com representantes do Sindicato dos Bancários de Brasília e com um técnico do Instituto de Pesquisa Econômica Aplicada - IPEA. Como resultados da pesquisa, foram identificadas seis categorias analíticas (Concepção de Gestão do Conhecimento, Ambiente de Trabalho, Compartilhamento de Conhecimento, Aprendizagem, Identidade Profissional e Identidade Corporativa) as quais são necessárias para a compreensão das relações entre conhecimento e trabalho no âmbito da instituição finaceira pesquisada. A partir desses resultados, foi construído um modelo teórico da Gestão do Conhecimento.

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Pós-graduação em Educação - IBRC

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In this project, I examine current forms of scientific management systems, Lean and Six Sigma, as they relate to technical communication. With the goal of breaking work up into standardized processes in order to cut costs and increase efficiency, Lean, Six Sigma and Lean Six Sigma hybrid systems are increasingly applied beyond manufacturing operations to service and other types of organizational work, including technical communication. By consulting scholarship from fields such as business, management, and engineering, and analyzing government Lean Six Sigma documentation, I investigate how these systems influence technical communication knowledge and practice in the workplace. I draw out the consequences of system-generated power structures as they affect knowledge work, like technical communication practice, when it is reduced to process. In pointing out the problems these systems have in managing knowledge work, I also ask how technical communication might shape them.

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Background: sulla base delle evidenze emerse dalle rassegne sistematiche in materia (Johnstone, 1994; Cohen et al.,1998; Robson et al., 2012; Burke et al., 2006; Ricci et al., 2015) si è ipotizzato che la formazione alla salute e sicurezza sul lavoro sia maggiormente efficace quando non è presentata come obbligatoria e venga articolata su più livelli di apprendimento, attraverso metodologie adeguate per ogni livello, con docenti che abbiano caratteristiche corrispondenti allo specifico obiettivo di apprendimento e la cui durata sia parametrata all’obiettivo stesso. Obiettivo di questa ricerca è valutare se esista e quanto sia intensa la relazione causale tra la formazione alla sicurezza sul lavoro e i suoi effetti sul miglioramento delle conoscenze, degli atteggiamenti, dei comportamenti, degli esiti per la salute, del clima di sicurezza aziendale, del controllo comportamentale percepito dai lavoratori, delle condizioni operative e procedure interne, oltre l’eventuale effetto di moderazione determinato da caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti e dal gradimento della formazione. Metodo: la variabile indipendente è costituita dell’intervento formativo erogato, articolato in tre condizioni: formazione obbligatoria, formazione non obbligatoria, gruppo di controllo: sono stati posti a confronto due interventi di pari durata (16 settimane, per 10h complessive), realizzati con identiche modalità (step1 audio-visivo; step2 affiancamento su lavoro da parte del preposto; step3 discussione di auto-casi), ma differenziati rispetto all’essere presentati uno come formazione obbligatoria, l’altro come non obbligatoria. I due gruppi sono anche stati confrontati con un gruppo di controllo per il quale la formazione è prevista successivamente. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo con obbligo formativo, senza obbligo formativo, di controllo. Sono stati presi come indicatori (variabili dipendenti) per valutare l’effetto della formazione: I livello – conoscenze: riconoscimento o produzione di un maggior numero di risposte corrette. II livello – atteggiamenti e credenze: maggiore propensione a mettere in atto comportamenti auto ed etero protettivi. III livello – comportamenti: comportamenti osservati più adeguati per la tutela della salute propria e altrui. IV livello – salute: maggior grado di benessere bio-psico-sociale auto-riferito. Le misure di esito consistono nella variazione tra la rilevazione iniziale e ogni rilevazione successiva, sulla base delle diverse misure registrate per ognuno dei quattro livelli dell’intervento formativo. Lo stesso confronto del tempo è stato realizzato per le misure del clima di sicurezza aziendale, del controllo comportamentale percepito dai lavoratori, delle condizioni operative e procedure interne, oltre l’eventuale effetto di moderazione determinato da caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti e dal gradimento della formazione, quest’ultimo misurato solo immediatamente al termine dell’intervento. Risultati: le condizioni di intervento non differiscono in termini di efficacia, la formazione determina infatti gli stessi risultati per i partecipanti del gruppo obbligo formativo e di quello non obbligo, con una significativa differenza post-intervento rispetto al gruppo di controllo. La formazione ha un effetto forte nel miglioramento delle conoscenze che solo parzialmente decade nel tempo, ma comunque mantenendo un livello maggiore rispetto ai valori iniziali. In relazione al miglioramento di atteggiamenti e comportamenti sicuri nel lavoro al Videoterminale, l’effetto della formazione è modesto: per gli atteggiamenti si registra solo un miglioramento verso l’applicazione delle procedure come utili realmente e non come mero adempimento, ma tale effetto decade entro quattro mesi riportando i partecipanti su valori iniziali; i comportamenti invece migliorano nel tempo, ma con deboli differenze tra partecipanti alla formazione e gruppo di controllo, tuttavia tale miglioramento non decade in seguito. Non si registrano invece effetti della formazione nella direzione attesa in termini di esiti per la salute, per il miglioramento del clima di sicurezza e come maggior controllo comportamentale percepito, non risultano nemmeno dati evidenti di moderazione degli effetti dovuti a caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti. Inoltre emerge che il gradimento per la formazione è correlato con migliori atteggiamenti (strumento audio-visivo), il miglioramento del clima di sicurezza e un maggior controllo comportamentale percepito (studio di auto-casi), ovvero gli step che hanno visto l’intervento di formatori qualificati. Infine, la formazione ha determinato migliori condizioni operative e l’adeguamento delle procedure interne. Conclusioni: la presente ricerca ci consente di affermare che la formazione erogata è stata efficace, oltre che molto gradita dai partecipanti, in particolare quando il formatore è qualificato per questa attività (step1 e 3). L’apprendimento prodotto è tanto più stabile nel tempo quanto più i contenuti sono in stretta relazione con l’esperienza lavorativa quotidiana dei partecipanti, mentre negli altri casi il decremento degli effetti è alquanto rapido, di conseguenza ribadiamo la necessità di erogare la formazione con continuità nel tempo. E’ risultato comunque modesto l’effetto della formazione per migliorare gli atteggiamenti e i comportamenti nel lavoro al VDT, ma, al di là di alcuni limiti metodologici, sono obiettivi ambiziosi che richiedono più tempo di quanto abbiamo potuto disporre in questa occasione e il cui conseguimento risente molto delle prassi reali adottate nel contesto lavorativo dopo il termine della formazione. Le evidenze finora prodotte non hanno poi chiarito in modo definitivo se attraverso la formazione si possano determinare effetti significativi nel miglioramento di esiti per la salute, anche eventualmente attraverso interventi di supporto individuale. Inoltre l’assenza di differenze significative negli effetti tra i partecipanti assegnati alla condizione di obbligo e quelli di non obbligo, eccezion fatta in direzione opposta alle attese per la misura del danno da lavoro, suggeriscono che nell’erogare la formazione, occorre sottolineare in misura molto rilevante l’importanza dell’intervento che viene realizzato, anche qualora esistesse una prescrizione normativa cogente. Infine, la ricerca ci ha fornito anche indicazioni metodologiche e misure valide che invitano ad estendere questa formazione, e la sua valutazione di efficacia, a diversi comparti economici e svariate mansioni. Nel fare questo è possibile fare riferimento, e testare nuovamente, un modello che indica la corretta percezione del rischio (conoscenza) come fattore necessario, ma non sufficiente per ottenere, con la mediazione di atteggiamenti favorevoli allo specifico comportamento, azioni sicure, attraverso le quali si rinforza l’atteggiamento e migliorano le conoscenze. La formazione, per raggiungere i propri obiettivi, deve tuttavia agire anche sui meccanismi di conformismo sociale favorevoli alla safety, questi originano da conoscenze e azioni sicure e reciprocamente le rinforzano.

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Buscou-se com essa pesquisa perceber como se apresenta o mercado de trabalho do profissional bibliotecário nos estados do Paraná (PR), Rio Grande do Sul (RS) e Santa Catarina (SC), que correspondem à região sul do Brasil (isso é metodologia). A pesquisa teve como objetivo geral analisar os anúncios publicados no site Bibliovagas (http://www.bibliovagas.com.br/), e específicos identificar fatores como: número de anúncios relativos à região Sul do Brasil, média da remuneração, competências e habilidades exigidas, jornada de trabalho, setor que mais procura esse profissional (Público x privado), além de perceber outras exigências requeridas, como por exemplo: Conhecimentos intelectuais, experiência profissional, gênero, etc.. Quanto aos aspectos metodológicos, trata-se de uma pesquisa descritiva, com procedimento técnico documental e abordagem qualiquantitativa. O intervalo de pesquisa se deu entre junho de 2014 e maio de 2015. Como resultados, foram contabilizados 109 anúncios, e 113 vagas na região Sul brasileira. Como consideração destaca-se que há mercado para o profissional, e este exige além dos conhecimentos técnicos, características pessoais, psicológicas e emocionais determinadas.

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No âmbito das obrigações que o Estado Português tem em garantir a segurança dos seus cidadãos, é efetuada, em países ou regiões onde há comunidades nacionais, uma avaliação quanto ao risco de vida para os cidadãos nacionais que aí residam ou aí se encontrem, entendendo-se, à luz do direito internacional consuetudinário, que é legítima a eventual execução de intervenção militar de extração de nacionais não combatentes dessas zonas de risco. Este trabalho pretende contribuir para uma reflexão sobre o apoio geoespacial a uma operação de extração de cidadãos nacionais não combatentes, que se denomina NEO (non-combatant evacuation operation). Dada a importância do conhecimento holístico do ambiente operacional para os comandantes militares, os Sistemas de Informação Geográfica desempenham um papel fundamental em termos da análise, contextualização e visualização da informação geoespacial, sendo um precioso sistema de apoio à decisão. A tomada de decisão é efetuada com os contributos de várias áreas de conhecimento, sendo fundamental que o planeamento seja efetuado com base na mesma informação geoespacial, evitando a existência de uma multitude de dados geoespaciais nem sempre coerentes, atualizados e acessíveis a todos os que deles necessitam, pretendendo-se com este trabalho fornecer um contributo para resolver este problema. Aborda-se também a escassez dos dados geográficos nas zonas em que este tipo de operações se poderá desenrolar, a pertinência e a adequabilidade de utilização de dados espaciais abertos, os modelos de dados, bem como a forma como a informação pode ser disponibilizada.

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In the longer introduction of Radical History Review’s two thematic issues “Queering Archives,” we frame the archive as an evasive and dynamic space animated by the tensions of knowledge production, absence, and presence. As Jeffrey Weeks argued in RHR in 1979, “The evolution of sexual meanings and identities that we have traced over the past hundred years or so are by no means complete.”1 Fragments of information float unfixed — historically unraveled — and we form archives when we pull the fragments into the orbit of efforts to know. Yet the business of knowing is unsteady, as scholars of sexuality and gender have amply demonstrated. Between the fraught and necessary practices of historicization, anachronism, interpretation, bias, and partial readings that propel historical scholarship, archival fragments fall in and out of the frame of an easily perceptible knowledge. Queer historical knowledge thus is evasive — like a coin dropped in the ocean and for which one grasps, reaching it only for it to slip away again, rolling deeper into the beyond. To say that the knowledge work of animating queer historical fragments is marked by such slipperiness is to underline how the archive negotiates the decomposition and recomposition of knowledge’s materials. We pull and push at the fading paper, the fraying fabric, the photographs bleaching into their backgrounds, and manipulate technologies on their way to obsolescence, all as part of some suturing effort of one kind or another.

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New paradigms in science education are focused on moving towards a sustainable society, meaning redefining the educational practices and developing new methods in order to establish better relationships among individuals, groups, and the society. Being able to reflect upon developing new pedagogic strategies, that support collective action, is crucial to favour social change. Education in the twenty-first century should be based on critical and social theories of the environment and development, in order to link the prospects for sustainability to new forms of economy, social welfare, governance and education (Barraza et al., Environ Educ Res 9(3):347-357, 2003). The nature of contemporary knowledge and knowledge construction demands increasing collaboration and communication between once isolated disciplines. Curriculum integration can reduce curriculum fragmentation, promoting a better awareness of the way different forms of knowledge work and contribute to collaborative knowledge construction, stimulating a critical and a reflexive perspective in their learners. This chapter will focus on the pedagogic strategies used in a research project aiming to provide potential young scientists from rural communities of Mexico and Alaska with a unique opportunity to learn more about their own local knowledge whilst gaining a better understanding of how it intersects with global processes. The project has helped students make cognitive links between their scientific knowledge and life experience, and has established affective and behavioral links which have intensified the ways in which they value their environment, culture, traditions and communities (Tytler et al. 2010; Bodenhorn, Learning about environmental research in a context of climate change: an international scholastic interchange (pilot project). Final report. BASC (Barrow Arctic Science Consortium)). The conjunction of collaborative, interdisciplinary work and multiple pedagogic strategies applied in this specific educational practice has shown the potential of implementing research group initiatives in science education. We believe that educational approaches that create spaces for students to work together towards a goal defined as a common good, can contribute significantly to develop effective science programs in schools.

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El conocimiento campesino se ha pensado como un cúmulo de saberes y prácticas tradicionales que las personas que trabajan la tierra han aprendido y transmitido de generación en generación. Pero para el análisis de las relaciones que construyen los campesinos con la tierra, el agua, las semillas, los cultivos, los químicos, las herramientas de trabajo y el dinero, es importante considerar el conocimiento campesino como una red de aprendizajes, saberes, experiencias, prácticas y relaciones territoriales. Aquella red se teje desde múltiples actores tales como funcionarios de instituciones estatales y bancarias, empresarios, familiares, vecinos y amigos, quienes inciden, influyen e intervienen en los recursos que manejan los campesinos. Esta tesis aborda la construcción, reconstrucción y materialización del conocimiento sobre el trabajo en la tierra que han configurado campesinos agricultores en el municipio de Zona Bananera, Magdalena. En las parcelas que poseen dichas personas, han confluido diferentes controles sobre el uso de recursos por parte de empresas bananeras y extractoras de aceite, trabajadores del Instituto Colombiano para la Reforma Agraria INCORA, gobiernos locales y docentes de educación superior. Allí, los campesinos por medio de su conocimiento han apropiado, negociado, disputado y resistido saberes que regulan, restringen y direccionan el manejo de recursos en sus tierras.

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The impact of relations between an organization and its workers and the relations among workers on individual knowledge generation and sharing practices has not, to date, been addressed in an integrated way. This paper discusses the findings of a study analyzing issues at macro, locally-constructed and micro levels in a public sector organization, to identify and integrate the complex sets of mediators. Key factors were found to include (a) the contested nature of the process of knowledge construction, (b) the worker’s experience of the organization’s internal environment, (c) how the organization is understood to value knowledge sharing, (d) relations with colleagues, and (e) the perceived outcomes of knowledge sharing behaviors. Implications for practice are discussed.

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The determination of performance standards and assessment practices in regard to student work placements is an essential and important task. Inappropriate, inadequate, or excessively complex assessment tasks can influence levels of student engagement and the quality of learning outcomes. Critical to determining appropriate standards and assessment tasks is an understanding and knowledge of key elements of the learning environment and the extent to which opportunities are provided for students to engage in critical reflection and judgement of their own performance in the contexts of the work environment. This paper focuses on the development of essential skills and knowledge (capabilities) that provide evidence of learning in work placements by describing an approach taken in the science and technology disciplines. Assessment matrices are presented to illustrate a method of assessment for use within the context of the learning environment centred on work placements in science and technology. This study contributes to the debate on the meaning of professional capability, performance standards and assessment practices in work placement programs by providing evidence of an approach that can be adapted by other programs to achieve similar benefits. The approach may also be valuable to other learning contexts where capability and performance are being judged in situations that are outside a controlled teaching and learning environment i.e. in other life-wide learning contexts.