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Resumo:
PO artigo demonstra as interações entre algumas bases de dados internacionais na disponibilização de periódicos da área de Ciência da Informação. Para isso, foram investigadas seis bases de dados com acesso a texto completo dentro da área de Ciência da Informação. Foram elas: Web of Science, Scopus, Library, Information Science & Technology Abstracts, Information Science & Technology Abstracts, Library Literature Information Science – full text e Library Information Science Abstract. No desenvolvimento da pesquisa foram utilizados conceitos, princípios e equações da ‘teoria ingênua dos conjuntos’, o que permitiu observar as bases de dados como conjuntos compostos por elementos, aqui considerados os títulos de periódicos, bem como conferir consistência aos resultados. A análise dos dados foi dividida em três etapas, a saber: a) a primeira priorizou o cruzamento entre as duas maiores bases de dados utilizadas para levantamento bibliográfico (Web of Science e Scopus), seguido do cruzamento com a mais utilizada na Ciência da Informação, a Library and Information Science Abstracts; b) a segunda etapa tratou somente do cruzamento das bases especialistas da área; c) a terceira e última etapa tratou da interseção de todas as bases de dados do estudo. O resultado mostra que 10 títulos de periódicos constituem a interseção dos seis conjuntos de bases de dados. Foi possível identificar, também, o número de periódicos disponibilizados exclusivamente por uma base de dados, demonstrando que as necessidades de pesquisas bibliográficas exaustivas passam, obrigatoriamente, pelo levantamento em todas as bases de dados aqui elencadas.
Resumo:
Se il lavoro dello storico è capire il passato come è stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non è azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalità di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nell’area della multimedialità come la realtà virtuale, permettono agli storici di comunicare l’esperienza del passato in più sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilità di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici è se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realtà 3D può suscitare, è un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo però la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasività di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma è necessario riconoscere che esiste più di una verità storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer è diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dell’informazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed è su questi due binari che è si muove l’offerta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di esplorare, attraverso l’utilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si può raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa città in particolare tra fabbrica e movimento operaio, è inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in città fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella città, intesa come entità biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la città: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed è nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorità, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni .... Il modello della città qui rappresentata non è una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realtà modellata è rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno è possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attività di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro è far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e l’informatica, nelle diverse opportunità tecnologiche che questa presenta. Le possibilità di ricostruzione offerte dal 3D vengono così messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realtà dell’epoca presa in considerazione e convogliando in un’unica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della città dell’epoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sull’argomento attraverso l’utilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessità di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della città che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perciò le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di un’interfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi è ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. È il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione dell’uso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nell’apprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realtà storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicità dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non è specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non può farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunità di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto è che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso più canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio è uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto è una ricostruzione in realtà virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi può poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dall’aspetto ludico della ricostruzione, apprendono con più facilità. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e l’oggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si è giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology è il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto è quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui è possibile costruire mondi virtuali, e che è quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) è il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E’ stata utilizzata la versione gratuita dell’editor. Il risultato finale del progetto è un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. L’utente può visitare l’edificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di “spettacolarizzazione” degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersività rendendo l’ambiente più credibile e immediatamente codificabile. L’architettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore è, quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualità, La presenza di un certo numero di bug lo rende, però, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilità di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico è di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo più ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto all’estero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, è sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre più rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sarà in futuro una attività alla portata di un pubblico sempre più vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento più immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio più tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo è stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunità per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che l’estetica abbia un effetto sull’epistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Un’analisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati può comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perchè non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perchè gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacità, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con sè, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica può essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non può fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa più importante è stata la possibilità di fare esperienze nell’uso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare “leggi universali” dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico l’informatica, con la sua capacità di gestire masse impressionanti di dati, dà agli studiosi la possibilità di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro è andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione d’eccellenza per determinate fasce d’età (adolescenti). Volendo spingere all’estremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia è la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una tribù o di una città. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie all’interattività con il mezzo. La nostra capacità come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sarà l’unico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattività consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno.
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Incorporating physical activity and exertion into pervasive gaming applications can provide health and social benefits. Prior research has resulted in several prototypes of pervasive games that encourage exertion as interaction form; however, no detailed critical account of the various approaches exists. We focus on networked exertion games and detail some of our work while identifying the remaining issues towards providing a coherent framework. We outline common lessons learned and use them as the basis for generalizations for the design of networked exertion games. We propose possible directions of further investigation, hoping to provide guidance for future work to facilitate greater awareness and exposure of exertion games and their benefits.
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We tested the assumption that persistent performance in an exhausting indoor cycling task would depend on momentarily available self-control strength (N = 20 active participants). In a within-subjects design (two points of measurement, exactly seven days apart), participants’ self-control strength was experimentally manipulated (depletion: yes vs. no; order counterbalanced) via the Stroop test before the participants performed a cycling task. In line with our hypothesis, hierarchical linear modelling (HLM) revealed that participants consistently performed worse over a period of 18 minutes when they were ego depleted. In addition, HLM analysis revealed that depleted participants invested less effort in the cycling task, as indicated by their lower heart rate. This effect escalated over time, as indicated by a time × condition interaction. These results indicate that self-control strength is necessary to obtain an optimal level of performance in endurance tasks requiring high levels of persistence. Practical implications are discussed.
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The effects of temperature and food was examined for Calanus finmarchicus and C. glacialis during 3 phases of the phytoplankton spring bloom in Disko Bay, western Greenland. The 2 species were collected during pre-bloom, bloom, and post-bloom and exposed to temperatures from 0 to 10°C, combined with deficient or excess food. Fecal pellet and egg production were measured as indices for grazing and secondary production, respectively. Furthermore, changes in body carbon, nitrogen, and lipid content were measured. C. glacialis sampled before the bloom and incubated with excess food exhibited high specific egg production at temperatures between 0 and 2.5°C. Higher temperatures did not increase egg production considerably, whereas egg production for C. finmarchicus more than tripled between 2.5 and 5°C. Starved C. glacialis produced eggs at all temperatures stimulated by increasing temperatures, whereas starved C. finmarchicus needed temperatures above 5°C to produce eggs fueled by their lipid stores. Few C. finmarchicus had mature gonads at the initiation of the pre-bloom and bloom experiment, and egg production of C. finmarchicus therefore only increased as the ratio of individuals with mature gonads increased. During the bloom, both C. glacialis and C. finmarchicus used the high food availability for egg production, while refueling or exhausting their lipid stores, respectively. Finally, during the post-bloom experiment, production was low by C. finmarchicus, whereas C. glacialis had terminated production. Our results suggest that a future warmer ocean will reduce the advantage of early spawning by C. glacialis and that C. finmarchicus will become increasingly prevalent.
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Authigenic carbonates in the caldera of an Arctic (72°N) submarine mud volcano with active methane-bearing fluid discharge are formed at the bottom surface during anaerobic microbial methane oxidation. The microbial community consists of specific methane-producing bacteria, which act as methanotrophic ones in conditions of excess methane, and sulfate reducers developing on hydrogen, which is an intermediate product of microbial CH4 oxidation. Isotopically light carbon (aver. d13C = -28.9 per mil) of CO2 produced during CH4 oxidation is the main carbonate carbon source. Heavy oxygen isotope ratio (aver. d18O = 5 per mil) in carbonates is inherited from seawater sulfate. Rapid sulfate reduction (up to 12 mg S/dm**3/day) results in total exhausting of sulfate ion in the upper sediment layer (10 cm). Because of this carbonates can only be formed in surface sediments near the water-bottom interface. Salinity as well as CO3/Ca and Mg/Ca ratios correspond to the field of non-magnesian calcium carbonate precipitation. Calcite is the dominant carbonate mineral in the methane seep caldera, where it occurs in the paragenetic association with barite. Radiocarbon age of carbonates is about 10 Ka.
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La comisaria de la última edición de la documenta de Kassel en 2012, Carolyn Christov-Bakargiev, resumió su planteamiento expositivo con el concepto de “no tener concepto”. Este posicionamiento se puede interpretar como una contradicción o como la voluntad de superar el marco discursivo. Entender la materialización de esta proposición en la dOCUMENTA (13) es un viaje al centro del individuo, construido en torno a la necesidad de ser o de tener una voz, y el anhelo de no ser o evitar agotarse en esa voz. La dOCUMENTA (13) da por hecho el colapso de la civilización occidental y se plantea como un espacio para propiciar el acontecimiento de su recuperación. El lugar en sí adquiere unas dimensiones metafísicas; límite entre el principio y el fin de la existencia. Ese territorio se puede recorrer desde la experiencia del visitante o desde la idea de los organizadores del evento. Para comprenderse mejor, la interpretación del usuario se desdobla, en lo que se percibe inmediatamente y lo que se piensa después. El primer recorrido es la experiencia estética extra-corporal de un no-individuo. El segundo camino es la invención de un sujeto que contempla cómo el ser que habita un mundo racional desaparece en un mundo especular e intenta encontrarse en el origen. El último itinerario es la expresión propia de la dOCUMENTA (13). Lo que dice de sí misma es la justificación del equipo curatorial; lo que siente es la superación de su discurso en el cuerpo del escritor Vila-Matas; lo que es lo encuentra en su memoria. ABSTRACT The commissioner of the 2012 edition of dOCUMENTA in Kassel, Carolyn Christov-Bakargiev, summed up her approach to exhibiting with the concept of "not having a concept". This standpoint could be viewed as a contradiction or as evidence of the will to overcome the discursive framework. Understanding the materialisation of this proposition at dOCUMENTA (13) is a journey to the centre of the individual, built around the need to be or to have a voice, and the desire to not be or to avoid exhausting oneself in that voice. The collapse of Western civilization serves as a starting point for dOCUMENTA (13), and the exhibition is conceived as a space for promoting its recovery. The venue itself acquires metaphysical dimensions; the boundary between the beginning and the end of existence. The exhibition can be viewed from different standpoints: through the experience of the visitor or through the idea of the organisers of the event, whilst a personal visit unfolds to provide a deeper understanding; that which is perceived immediately and that which is unveiled through subsequent reflection. The first viewpoint represents the aesthetic, extracorporeal experience of a non-individual. The second is the invention of a subject that contemplates how the being that inhabits the rational world disappears into the world of reflections and tries to return to the origin. The final itinerary is the expression of dOCUMENTA (13) itself. What it says of itself is the justification of the curatorial team; what it feels is the surpassing of its discourse in the body of the writer Vila-Matas; what it is can be found in its memory.
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After a dramatic economic decline after the collapse of the Soviet Union and the financial breakdown of 1998, the Russian economy has begun to emerge from its deep crisis. The years 1999-2004 were a period of dynamic development in all sectors of Russian economy, and saw a rapid growth in GDP of over 7 per cent per year. Russia owed the excellent macroeconomic results of that period to a combination of favourable factors. The key factors were: high hydrocarbon prices on the global markets; an increase in Russia's international competitiveness thanks to the "rouble devaluation effect" (following the 1998 financial crash); and the market reforms carried out within that period. In 2004, despite very high oil and gas prices on world markets, a slowdown of the GDP growth took place. Even though the economy is still developing fairly rapidly, we are able to say that Russia is exhausting those traditional mechanisms (apart from oil and gas prices) which have hitherto stimulated GDP growth. Moreover, there are no new mechanisms which could replace the old ones. In the longer term, these unsolved structural problems may seriously impede Russia's economic growth.
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We propose the adaptive algorithm for solving a set of similar scheduling problems using learning technology. It is devised to combine the merits of an exact algorithm based on the mixed graph model and heuristics oriented on the real-world scheduling problems. The former may ensure high quality of the solution by means of an implicit exhausting enumeration of the feasible schedules. The latter may be developed for certain type of problems using their peculiarities. The main idea of the learning technology is to produce effective (in performance measure) and efficient (in computational time) heuristics by adapting local decisions for the scheduling problems under consideration. Adaptation is realized at the stage of learning while solving a set of sample scheduling problems using a branch-and-bound algorithm and structuring knowledge using pattern recognition apparatus.
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In this talk we will review some of the key enabling technologies of optical communications and potential future bottlenecks. Single mode fibre (SMF) has long been the preferred waveguide for long distance communication. This is largely due to low loss, low cost and relative linearity over a wide bandwidth. As capacity demands have grown SMF has largely been able to keep pace with demand. Several groups have been identifying the possibility of exhausting the bandwidth provided by SMF [1,2,3]. This so called “capacity-crunch” has potentially vast economic and social consequences and will be discussed in detail. As demand grows optical power launched into the fibre has the potential to cause nonlinearities that can be detrimental to transmission. There has been considerable work done on identifying this nonlinear limit [4, 5] with a strong re- search interest currently on the topic of nonlinear compensation [6, 7]. Embracing and compensating for nonlinear transmission is one potential solution that may extend the lifetime of the current waveguide technology. However, at sufficiently high powers the waveguide will fail due to heat-induced mechanical failure. Moving forward it be- comes necessary to address the waveguide itself with several promising contenders discussed, including few-mode fibre and multi-core fibre.
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The construct of feeling trusted reflects the perception that another party is willing to accept vulnerability to one's actions. Although this construct has received far less attention than trusting, the consensus is that believing their supervisors trust them has benefits for employees' job performance. Our study challenges that consensus by arguing that feeling trusted can be exhausting for employees. Drawing on Stevan Hobfoll's conservation of resources theory, we develop a model in which feeling trusted fills an employee with pride a benefit for exhaustion and performance while also increasing perceived workload and concerns about reputation maintenance burdens for exhaustion and performance. We test our model in a field study using a sample of public transit bus drivers in London, England. Our results suggest that feeling trusted is a double-edged sword for job performance, bringing with it both benefits and burdens. Given that recommendations for managers generally encourage placing trust in employees, these results have important practical implications.
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A kőolaj (és a földgáz), a XX. században felfutott fosszilis energiahordozók történetileg a szenet váltották fel. Ma egyértelműen meghatározzák a világ energiafelhasználását. Miután fosszilisak, rövid távon nem újratermelhetőek, ezért felhasználásuk történetét végigkísérte a feltárt és feltárható készletek mennyiségének állandó újrabecslése is, és folyamatosan jelen van a végességükre vonatkozó apokaliptikus kép, amit az elmúlt 40 év rendkívül hektikus, sokszor kiugróan magas árai is alátámasztanak. Cikkünkben reális képet szeretnénk adni az olaj mennyiségi és árváltozásairól, és ezek lehetséges közgazdasági, társadalmi hatásairól. Miután a rendelkezésre álló hely kevés, csak a legfontosabb összefüggéseket emeljük ki, bizonyos adatokat is inkább illusztrációszerűen közlünk. Célunk nem mélyelemzés, hanem egy átfogó helyzetkép. Vázoljuk a kőolajjal kapcsolatos fontosabb történeti mozzanatokat, a kőolaj felhasználásának irányait Európában és Magyarországon, valamint a készletekkel kapcsolatos összefoglaló gondolatokat. _______________ The volatile oil prices of the past 40 years have always foreshadowed an apocalyptic vision of the exhaustion of global reserves. The paper reviews the important historical moments of the usage of oil, with a special focus on Europe and Hungary. It also details issues related to oil reserves. The main conclusions of the paper are the following: (1) fears of exhausting oil reserves have been rebutted several times; (2) high oil prices can be barriers to the development of the transportation sector, even if innovation is happening in the background; (3) the distribution of oil reserves carries huge political risks; and (4) it is unclear what will take the place of oil as the main source of energy.
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L’utilisation de nanovecteurs pour la livraison contrôlée de principes actifs est un concept commun de nous jours. Les systèmes de livraison actuels présentent encore cependant des limites au niveau du taux de relargage des principes actifs ainsi que de la stabilité des transporteurs. Les systèmes composés à la fois de nanovecteurs (liposomes, microgels et nanogels) et d’hydrogels peuvent cependant permettre de résoudre ces problèmes. Dans cette étude, nous avons développé un système de livraison contrôlé se basant sur l’incorporation d’un nanovecteur dans une matrice hydrogel dans le but de combler les lacunes des systèmes se basant sur un vecteur uniquement. Une telle combinaison pourrait permettre un contrôle accru du relargage par stabilisation réciproque. Plus spécifiquement, nous avons développé un hydrogel structuré intégrant des liposomes, microgels et nanogels séparément chargés en principes actifs modèles potentiellement relargués de manière contrôlé. Ce contrôle a été obtenu par la modification de différents paramètres tels que la température ainsi que la composition et la concentration en nanovecteurs. Nous avons comparé la capacité de chargement et la cinétique de relargage de la sulforhodamine B et de la rhodamine 6G en utilisant des liposomes de DOPC et DPPC à différents ratios, des nanogels de chitosan/acide hyaluronique et des microgels de N-isopropylacrylamide (NIPAM) à différents ratios d’acide méthacrylique, incorporés dans un hydrogel modèle d’acrylamide. Les liposomes présentaient des capacités de chargement modérés avec un relargage prolongé sur plus de dix jours alors que les nanogels présentaient des capacités de chargement plus élevées mais une cinétique de relargage plus rapide avec un épuisement de la cargaison en deux jours. Comparativement, les microgels relarguaient complétement leur contenu en un jour. Malgré une cinétique de relargage plus rapide, les microgels ont démontré la possibilité de contrôler finement le chargement en principe actif. Ce contrôle peut être atteint par la modification des propriétés structurelles ou en changeant le milieu d’incubation, comme l’a montré la corrélation avec les isothermes de Langmuir. Chaque système développé a démontré un potentiel contrôle du taux de relargage, ce qui en fait des candidats pour des investigations futures.
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Résumé: Les pratiques du Sensible sont des pratiques d’accompagnement formatives et soignantes. Elles permettent d’apprendre comment l’expérience du corps et de son mouvement interne conduit au développement de la conscience et de la présence à soi ainsi qu’à l’autre, des qualités enviables pour des professionnelles et professionnels de la relation d’aide du secteur de la santé. Dans ces pratiques, le corps joue un rôle central à travers quatre types d’intervention : la thérapie manuelle, la gymnastique sensorielle, l’introspection sensorielle et l’entretien verbal à propos de l’expérience corporelle. Selon Large (2009), une qualité de présence particulière se construit chez les participantes et le participant aux pratiques du Sensible. Selon lui, ceux-ci se rapprochent de leur intériorité, parviennent à verbaliser à autrui ce qu’ils ressentent et en arrivent à poser des actions qui expriment ce qu’ils deviennent. Large (2009) constate qu’ils acquièrent de la stabilité, de l’adaptabilité et de l’autonomie. À la fois plus affirmatifs, ils gagnent aussi en proximité à l’autre. Bois (2007) note un changement de représentation lié aux idées, aux valeurs, à l’image de soi et au rapport perceptif à soi. Une chercheure et des chercheurs constatent un changement de conception de la santé (Duval, 2010; Laemmlin-Cencig et Humpich, 2009). À notre connaissance, il n’y a pas eu d’étude antérieure concernant l’influence des pratiques du Sensible auprès de médecins. Nous avons exploré, le cas échéant, comment une formation aux pratiques du Sensible, suivie par des médecins, a modifié leur rapport à leur corps, à leur propre santé, à leur conception de la santé, à la qualité de leur présence à eux-mêmes, aux autres professionnelles et professionnels et aux patientes et patients. Des entretiens semi-structurés d’une durée de 90 à 105 minutes ont été effectués auprès de six médecins français (cinq femmes et un homme) ayant été formés aux pratiques du Sensible entre 2005 et 2012. Deux types d’entretiens à visée compréhensive (Kaufmann, 2011) et d’explicitation (Vermersch, 2010; 2012) ont été réalisés. Des informations ont aussi été recueillies sur la formation et les activités professionnelles des participantes et du participant. Deux démarches d’analyse ont été utilisées, entre autres pour vérifier la cohérence des résultats et augmenter la rigueur de notre projet. Notre première démarche d’analyse a été conçue à partir de deux méthodes : au départ avec l’analyse thématique et par la suite une analyse avec les catégories conceptualisantes afin de déboucher sur une théorisation ancrée. La deuxième démarche d’analyse a consisté à créer une liste de vingt-six phénomènes présents pour la majorité des entretiens suite à des discussions tenues avec notre équipe de direction. Selon nos résultats, suite à la formation aux pratiques du Sensible, les cinq participantes témoignent d’une plus grande proximité et attention à leur corps et d’une meilleure écoute de celui-ci. Cet ancrage corporel de leur présence les informe davantage sur leur mode de vie et d’existence. Il en ressort ainsi des prises de conscience importantes grâce auxquelles les participantes font des choix nouveaux pour une vie plus cohérente et recentrée sur leur intériorité. Par le fait même, elles récupèrent leur pouvoir sur leur vie comme sur leur santé. En outre, parmi les six médecins, quatre ont modifié leur conception de la santé. Celle-ci s’est en effet élargie pour inclure de nouveaux éléments, dont la qualité du rapport à soi et l’accordage entre le corps et la pensée. Le corps semble être une voie souterraine à partir de laquelle se sont réalisées des transformations dans la personne, comme si le corps devenait une interface ayant des effets sur plusieurs facettes de la personne. Ces transformations semblent avoir une influence sur la manière dont celle-ci exerce sa profession, comme si un savoir-être renouvelé de la personne transformait son savoir-faire au sein de sa pratique. Au plan de la qualité de la présence aux autres, il est rapporté que les relations professionnelles se sont améliorées pour la majorité des participantes. Des transformations personnelles semblent avoir eu des effets sur leurs relations professionnelles. Par exemple, tous témoignent d’une meilleure qualité de présence et de disponibilité aux patientes et patients. La plupart signalent l’apprentissage d’une juste distance thérapeutique et, en même temps, d’une relation plus singulière avec chaque patiente et patient. Nous constatons par notre analyse que la relation aux patientes et patients est modifiée aux plans de la communication, du toucher et de l’écoute. Le parcours de formation des étudiantes et étudiants en médecine semble créer des conditions favorisant l’épuisement (Brazeau, Schroeder, Rovi et Boyd, 2010; Colombat, Altmeyer, Barruel, Bauchetet, Blanchard, Colombat et al., 2011; Ishak, Nikravesh, Lederer, Perry, Ogunyemi et Bernstein, 2013; Llera et Durante, 2014; Rodrigues, Albiges et Blanchard, 2012). Certaines interventions de type corps / esprit semblent pouvoir minimiser cet impact (Elder, Rakel, Heitkemper, Hustedde, Harazduk, Gerik et al., 2007; Hewson, Copeland, Mascha, Arrigain, Topol et Fox, 2006; Irving, Park-Saltzman, Fitzpatrick, Dobkin, Chen et Hutchinson, 2014; Maclaughlin, Wang, Noone, Liu, Harazduk, Lumpkin et al., 2011; Motz, Graves, Gross, Saunders, Amri, Harazduk et al., 2012; Rosenzweig, Reibel, Greeson, Brainard et Hojat, 2003; Saunders, Tractenberg, Chaterji, Amri, Harazduk, Gordon et al., 2007). Notre recherche démontre chez nos participantes et notre participant que la formation aux pratiques du Sensible leur a permis de faire plusieurs gains pour leur propre santé. Il semble qu’en amont des apprentissages liés à la profession médicale, une qualité de savoir-être puisse solidifier la personne, ses apprentissages et sa future pratique médicale. Les étudiantes et étudiants en médecine seraient ainsi mieux outillés pour traverser ce cursus de formation exigent et épuisant. Il serait intéressant de reprendre la recherche auprès d’un plus grand nombre de médecins ou d’étudiantes et étudiants en médecine afin d’y observer les éléments de théorisation répétitifs inclus dans la théorisation ancrée de notre étude exploratoire. Ainsi, selon les résultats, il serait alors plus aisé de promouvoir l’apprentissage expérientiel d’approches de type corps / esprit (dont les PS) dans les cursus universitaires en médecine.
Resumo:
Trabalho Final de Mestrado para obtenção do Grau de Mestre em Engenharia de Redes de Comunicação e Multimédia