1000 resultados para Zona marino costera


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[ES]El barrio de San Cristóbal se caracteriza por una situación estratégica dentro de la ciudad de Las Palmas de Gran Canaria. Su condición de lugar aislado, que a su vez se incluye dentro del sistema urbano, su proximidad a espacios dotacionales relevantes, su inevitable relación con el mar, etc., hacen del barrio un lugar ideal para vivir, en donde coexisten conceptos como lo local y lo urbano, lugar de trabajo y lugar de bienestar o la relación con la ciudad y la naturaleza. El objetivo de la propuesta es fomentar el uso de la calle, entendiéndola como espacio de encuentro y de relación que forma parte de lo residencial, de la vivienda, y que crea espacios ambiguos en donde no es fácil diferenciar entre lo público y lo privado, lo individual y lo colectivo, el interior y el exterior. La reactivación de esta zona del barrio se realiza mediante la introducción de usos comunitarios en planta baja, que permitan una mayor interacción entre el vacío y lo edificado y la creación de un nuevo espacio de encuentro elevado que permita dotar a todas las viviendas de las características de extensión existentes en las que se encuentran a nivel de calle. Se trata de una intervención que, a pesar de volcarse hacia el interior, trata de no perder la referencia del exterior, del mar.

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Máster Oficial en Gestión Costera

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Programa de doctorado Ecología y gestión de recursos vivos marinos

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[ES]La zona costera representa una estrecha franja de la superficie de nuestro planeta, caracterizada por un comportamiento dinámico extraordinariamente complejo. Esta zona es única por interactuar directamente en ella los medios terrestre, marino y atmosférico. Además, debido al enorme interés del ser humano por utilizar dicho medio, se encuentra sometido a grandes presiones que llevan a la aparición de numerosos conflictos de tipo socioeconómico y ambiental. Las Islas Canarias poseen una gran extensión de costa con diferentes grados de exposición a condiciones severas de la dinámica marina, en particular del oleaje. Ello conlleva frecuentes estados de alerta y situaciones de emergencia en algunas zonas de su litoral. En consecuencia, resultan fundamentales el planeamiento y gestión eficaz de las intervenciones por parte de las entidades responsables, así como la realización de estudios de riesgo y la implantación de sistemas de alerta, con el objetivo de minimizar los daños sobre infraestructuras y, especialmente, en términos de vidas humanas. El objetivo principal es examinar la probabilidad de ocurrencia de eventos de remonte, capaces de rebasar diferentes cotas de nivel o inundación del terreno, así como el nivel de riesgo asociado a la inundación de las diferentes áreas en las que se puede segmentar la zona de la playa. La metodología aplicada para estimar la frecuencia de ocurrencia de eventos de remonte de diferente intensidad incluye, en primer lugar, la propagación de las condiciones de oleaje desde los puntos de medida hacia la zona de interés, considerando el nivel de marea asociado, mediante un modelo de propagación de oleaje de tercera generación. Posteriormente, conocidas las condiciones de oleaje a pie de playa, se hace uso de diversas formulaciones empíricas sugeridas en la literatura especializada para evaluar el remonte. La evaluación del riesgo tiene en cuenta el producto entre los grados de las probabilidades de ocurrencia y el grado de consecuencia. Así, una vez estimada la probabilidad asociada a diferentes niveles de remonte, se asigna un grado de consecuencia empleando la metodología propuesta por Laboratorio Nacional de Ingeniería Civil de Lisboa, LNEC, (Neves et al., 2010, Santos et al., 2011, Silva et al., 2011, Reis et al., 2011, Neves et al., 2012 Rocha et al., 2013; Poseiro et al., 2013, y de estas se deriva el nivel de riesgo. Por último, las conclusiones del estudio quedan reflejadas en un mapa de riesgos asociados al remonte del oleaje en la zona de estudio.

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Dalla collaborazione fra il Comune di Ravenna ed ENI ha preso origine il progetto “RIGED – Ra” ossia il “Progetto di ripristino e gestione delle dune costiere ravennati”. Nell’ambito di tale attività sperimentale si è voluto effettuare una caratterizzazione dell’idrologia di una limitata, ma rappresentativa, porzione dell’acquifero freatico costiero situata in un cordone di dune posto nella Pineta di Lido di Classe, a sud di Foce Bevano. Lo studio si pone di essere rappresentativo per le caratteristiche idrogeologiche delle dune costiere adriatiche nella zona di Ravenna. A tale fine è stato valutato l’andamento di alcuni parametri chimico-fisici delle acque sotterranee; inoltre, è stata monitorata mensilmente la profondità della tavola d’acqua (water table - WT). Questi monitoraggi hanno permesso di descrivere la distribuzione delle acque dolci e di quelle salate nonché la loro dinamica stagionale. Infine, è stata eseguita un’analisi idro-geochimica con l’intento di valutare la tipologia delle acque presenti nell’area in esame e la loro eventuale variazione stagionale. Per la raccolta dei campioni è stata sfruttata l’innovativa metodologia a minifiltri utilizzata da alcuni anni nel nord dell’Europa, in modo particolare in Olanda. Questa tecnica ha due caratteristiche peculiari: i tempi di campionamento vengono ridotti notevolmente ed, inoltre, permette un’ottima precisione e rappresentatività delle acque di falda a diverse profondità poiché si effettua un campionamento ogni 0,50 m. L’unico limite riscontrato, al quale vi è comunque rimedio, è il fatto che la loro posizione risulti fissa per cui, qualora vi siano delle fluttuazioni dell’acquifero al di sopra del minifiltro più superficiale, queste non vengono identificate. È consigliato quindi utilizzare questo metodo di campionamento poiché risulta essere più performante rispetto ad altri (ad esempio al sistema che sfrutta lo straddle packers SolinstTM ) scegliendo tra due diverse strategie per rimediare al suo limite: si aggiungono minifiltri superficiali che nel periodo estivo si trovano nella zona vadosa dell’acquifero oppure si accompagna sempre il campionamento con una trivellata che permetta il campionamento del top della falda. Per quanto concerne la freatimetria il campionamento mensile (6 mesi) ha mostrato come tutta l’area di studio sia un sistema molto suscettibile all’andamento delle precipitazioni soprattutto per la fascia di duna prossima alla costa in cui la scarsa vegetazione e la presenza di sedimento molto ben cernito con una porosità efficace molto elevata facilitano la ricarica dell’acquifero da parte di acque dolci. Inoltre, sul cordone dunoso l’acquifero si trova sempre al di sopra del livello medio mare anche nel periodo estivo. Per questa caratteristica, nel caso l’acquifero venisse ricaricato artificialmente con acque dolci (Managed Aquifer Recharge), potrebbe costituire un efficace sistema di contrasto all’intrusione salina. Lo spessore d’acqua dolce, comunque, è molto variabile proprio in funzione della stagionalità delle precipitazioni. Nell’area retro-dunale, invece, nel periodo estivo l’acquifero freatico è quasi totalmente al di sotto del livello marino; ciò probabilmente è dovuto al fatto che, oltre ai livelli topografici prossimi al livello medio mare, vi è una foltissima vegetazione molto giovane, ricresciuta dopo un imponente incendio avvenuto circa 10 anni fa, la quale esercita una notevole evapotraspirazione. È importante sottolineare come durante la stagione autunnale, con l’incremento delle precipitazioni la tavola d’acqua anche in quest’area raggiunga livelli superiori a quello del mare. Dal monitoraggio dei parametri chimico – fisici, in particolare dal valore dell’Eh, risulta che nel periodo estivo l’acquifero è un sistema estremamente statico in cui la mancanza di apporti superficiali di acque dolci e di flussi sotterranei lo rende un ambiente fortemente anossico e riducente. Con l’arrivo delle precipitazioni la situazione cambia radicalmente, poiché l’acquifero diventa ossidante o lievemente riducente. Dalle analisi geochimiche, risulta che le acque sotterranee presenti hanno una composizione esclusivamente cloruro sodica in entrambe le stagioni monitorate; l’unica eccezione sono i campioni derivanti dal top della falda raccolti in gennaio, nei quali la composizione si è modificata in quanto, il catione più abbondante rimane il sodio ma non si ha una dominanza di un particolare anione. Tale cambiamento è causato da fenomeni di addolcimento, rilevati dall’indice BEX, che sono causati all’arrivo delle acque dolci meteoriche. In generale, si può concludere che la ricarica superficiale e la variazione stagionale della freatimetria non sono tali da determinare un processo di dolcificazione in tutto l’acquifero dato che, nelle zone più profonde, si rivela la presenza permanente di acque a salinità molto superiore a 10 g/L. La maggior ricarica superficiale per infiltrazione diretta nelle stagioni a più elevata piovosità non è quindi in grado di approfondire l’interfaccia acqua dolce-acqua salata e può solamente causare una limitata diluizione delle acque di falda superficiali.

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En este artículo se desarrollan una serie puntos para entender al istmo oaxaqueño como una zona de convergencia cultural diversa, múltiple y por lo tanto diferenciada tanto en el ámbito de la historia de los pueblos que en ella viven, como en el ámbito de la estructura económica que permite su reproducción no sólo como grupos étnicos, sino como comunidades. El autor plantea que las manifestaciones culturales de cada grupo se confunden, se entrelazan se influencian mutuamente y en una lógica asociada a la perdurabilidad de dichos procesos, terminan por imponerse. Para comprender las relaciones interétnicas no basta con dar cuenta de las características generales de estos grupos sino que es necesario actualizar la información que se ha obtenido de ellos, sobre todo ahora que nuevos procesos nacionales o internacionales están afectando de manera irreversible la composición y la estructura de estas culturas. Aspectos como la falta de vías de comercialización de productos agrícolas y pesqueros, la marginación sempiterna, la falta de empleo a escala regional, la migración, etc.. son entre otros, las aristas de una realidad que se revela en su irremediable avance frente a comunidades que ponen en funcionamiento estrategias de reproducción y de sobreviviencia para mantenerse como comunidad. Las manifestaciones de las relaciones interétnicas aquí se definen como asimétricas horizontales en virtud de una diferenciación entre etnias y las relaciones entre ellas, de tal forma que así como se ha analizado la relación grupos étnicos-sociedad nacional, en la que se constatan desigualdades flagrantes a nivel del acceso a la riqueza generada en el país, calidad de vida, educación, comunicación, y otras variables importantes, de la misma manera se constata que en los grupos étnicos hay unos que tienen una posición privilegiada en el acceso a vías de comunicación, redes comerciales e influencia política, entre otros aspectos, mientras que otros se encuentran excluidos de ellos, no sólo por su condición de indígenas, sino también como consecuencia de la dominación entre etnias que existe en la región. Finalmente, el autor enfatiza que en esta zona del estado de Oaxaca existe una gama considerable de recursos naturales cuya apropiación y explotación para beneficios económicos está en el centro de la discusión actual. En efecto, el sistema de lagunas del Golfo de Tehuantepec, las reservas de la biodiversidad como la selva de los Chimalapas, o la actividad ganadera agrícola en la zona mixe son, entre otras, no sólo zonas importantes de explotación económica, que han fortalecido a grupos de poder locales. También son espacios de control estratégico para el futuro desarrollo del país pues en el istmo oaxaqueño se ha ubicado una fuente importante de riqueza en agua, bosques, especies endémicas, etc... que puede tener un papel importante en la vida económica regional y nacional. La cuestión es saber qué dispositivos sociales o legales se han puesto en marcha para definir a los beneficiarios de esa riqueza natural.

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En este artículo se desarrollan una serie puntos para entender al istmo oaxaqueño como una zona de convergencia cultural diversa, múltiple y por lo tanto diferenciada tanto en el ámbito de la historia de los pueblos que en ella viven, como en el ámbito de la estructura económica que permite su reproducción no sólo como grupos étnicos, sino como comunidades. El autor plantea que las manifestaciones culturales de cada grupo se confunden, se entrelazan se influencian mutuamente y en una lógica asociada a la perdurabilidad de dichos procesos, terminan por imponerse. Para comprender las relaciones interétnicas no basta con dar cuenta de las características generales de estos grupos sino que es necesario actualizar la información que se ha obtenido de ellos, sobre todo ahora que nuevos procesos nacionales o internacionales están afectando de manera irreversible la composición y la estructura de estas culturas. Aspectos como la falta de vías de comercialización de productos agrícolas y pesqueros, la marginación sempiterna, la falta de empleo a escala regional, la migración, etc.. son entre otros, las aristas de una realidad que se revela en su irremediable avance frente a comunidades que ponen en funcionamiento estrategias de reproducción y de sobreviviencia para mantenerse como comunidad. Las manifestaciones de las relaciones interétnicas aquí se definen como asimétricas horizontales en virtud de una diferenciación entre etnias y las relaciones entre ellas, de tal forma que así como se ha analizado la relación grupos étnicos-sociedad nacional, en la que se constatan desigualdades flagrantes a nivel del acceso a la riqueza generada en el país, calidad de vida, educación, comunicación, y otras variables importantes, de la misma manera se constata que en los grupos étnicos hay unos que tienen una posición privilegiada en el acceso a vías de comunicación, redes comerciales e influencia política, entre otros aspectos, mientras que otros se encuentran excluidos de ellos, no sólo por su condición de indígenas, sino también como consecuencia de la dominación entre etnias que existe en la región. Finalmente, el autor enfatiza que en esta zona del estado de Oaxaca existe una gama considerable de recursos naturales cuya apropiación y explotación para beneficios económicos está en el centro de la discusión actual. En efecto, el sistema de lagunas del Golfo de Tehuantepec, las reservas de la biodiversidad como la selva de los Chimalapas, o la actividad ganadera agrícola en la zona mixe son, entre otras, no sólo zonas importantes de explotación económica, que han fortalecido a grupos de poder locales. También son espacios de control estratégico para el futuro desarrollo del país pues en el istmo oaxaqueño se ha ubicado una fuente importante de riqueza en agua, bosques, especies endémicas, etc... que puede tener un papel importante en la vida económica regional y nacional. La cuestión es saber qué dispositivos sociales o legales se han puesto en marcha para definir a los beneficiarios de esa riqueza natural.

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En este artículo se desarrollan una serie puntos para entender al istmo oaxaqueño como una zona de convergencia cultural diversa, múltiple y por lo tanto diferenciada tanto en el ámbito de la historia de los pueblos que en ella viven, como en el ámbito de la estructura económica que permite su reproducción no sólo como grupos étnicos, sino como comunidades. El autor plantea que las manifestaciones culturales de cada grupo se confunden, se entrelazan se influencian mutuamente y en una lógica asociada a la perdurabilidad de dichos procesos, terminan por imponerse. Para comprender las relaciones interétnicas no basta con dar cuenta de las características generales de estos grupos sino que es necesario actualizar la información que se ha obtenido de ellos, sobre todo ahora que nuevos procesos nacionales o internacionales están afectando de manera irreversible la composición y la estructura de estas culturas. Aspectos como la falta de vías de comercialización de productos agrícolas y pesqueros, la marginación sempiterna, la falta de empleo a escala regional, la migración, etc.. son entre otros, las aristas de una realidad que se revela en su irremediable avance frente a comunidades que ponen en funcionamiento estrategias de reproducción y de sobreviviencia para mantenerse como comunidad. Las manifestaciones de las relaciones interétnicas aquí se definen como asimétricas horizontales en virtud de una diferenciación entre etnias y las relaciones entre ellas, de tal forma que así como se ha analizado la relación grupos étnicos-sociedad nacional, en la que se constatan desigualdades flagrantes a nivel del acceso a la riqueza generada en el país, calidad de vida, educación, comunicación, y otras variables importantes, de la misma manera se constata que en los grupos étnicos hay unos que tienen una posición privilegiada en el acceso a vías de comunicación, redes comerciales e influencia política, entre otros aspectos, mientras que otros se encuentran excluidos de ellos, no sólo por su condición de indígenas, sino también como consecuencia de la dominación entre etnias que existe en la región. Finalmente, el autor enfatiza que en esta zona del estado de Oaxaca existe una gama considerable de recursos naturales cuya apropiación y explotación para beneficios económicos está en el centro de la discusión actual. En efecto, el sistema de lagunas del Golfo de Tehuantepec, las reservas de la biodiversidad como la selva de los Chimalapas, o la actividad ganadera agrícola en la zona mixe son, entre otras, no sólo zonas importantes de explotación económica, que han fortalecido a grupos de poder locales. También son espacios de control estratégico para el futuro desarrollo del país pues en el istmo oaxaqueño se ha ubicado una fuente importante de riqueza en agua, bosques, especies endémicas, etc... que puede tener un papel importante en la vida económica regional y nacional. La cuestión es saber qué dispositivos sociales o legales se han puesto en marcha para definir a los beneficiarios de esa riqueza natural.

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La erosión costera es un fenómeno que ha cobrado importancia durante los últimos años, debido a sus repercusiones tanto en el turismo, como en el incremento de riesgo para las infraestructuras y para la población allí ubicada. Se define como el retroceso progresivo de la línea de costa cuyas causas pueden ser de origen natural o antropogénicas. La costa merece la máxima protección, y su gestión debe asegurar su integridad física y su libre acceso, al igual que un uso público por parte de todos. En este horizonte, la reducción de costes, la facilidad de construcción y velocidad de realización, las obras de geotextil se han mostrado como una alternativa muy seria a las obras duras u obras clásicas, tradicionalmente realizadas a lo largo de las costas. Pero esta alternativa de uso conlleva un mayor conocimiento en el comportamiento de éstas, su diseño y durabilidad. Las obras de geotextil, como su nombre indica, se realizan con elementos tridimensionales de geotextil (cosidos o no cosidos) rellenos de arena. Estos elementos se pueden considerar innovadores, económicos, ecológicos y alternativos frente a los tradicionales. Se distinguen tres tipos denominados: sacos, tubos y contenedores. El principal objetivo de esta tesis se centra en la determinación de las zonas de la costa apropiados para la utilización de estructuras compuestas de elementos de geotextil rellenos de arena, como obras de defensa de costas, con el fin de facilitar su uso en la ingeniería de costas. Para ello se ha clasificado tanto las distintas zonas del perfil longitudinal de una playa, como los tipos de costa en función de la variable altura de ola significante. Se han determinado las limitaciones de esta variable en las distintas fórmulas de estabilidad de estas estructuras. Y finalmente, en función de la máxima limitación de altura de ola significante y de sus posibles valores en las zonas y tipos de costa, se han determinado las zonas más apropiadas para el uso de las estructuras compuestas por elementos de geotextil. Finalmente se han redactado las conclusiones de la investigación y se han propuesto nuevas líneas de investigación relacionadas con esta Tesis Doctoral. Coastal erosion is a phenomenon that has become more important in recent years because of its impact on both on tourism, and increased risk to infrastructure and the population located there. It is defined as the gradual decline in the coastline whose causes may be natural or anthropogenic origin. The coast deserves maximum protection, and management should ensure their physical integrity and their free access, as well as public use by all. In this line, cost reduction, ease of construction and completion rate, geotextile works have been shown as a very serious to hard works or classics alternative, traditionally performed along the coasts. But this alternative use entails greater insight into the behaviour of these, design and durability. Works of geotextile, as its name suggests, are made with three-dimensional elements of geotextile (sewn or stitched) filled with sand. These items can be considered innovative, economic, and ecological alternative compared to traditional. Bags, tubes and containers, three known types are distinguished. The main objective of this thesis focuses on determining the appropriate areas of the coast for the use of composite structures of elements filled geotextile sand as coastal defence works, in order to facilitate their use, in coastal engineering. For it, has been classified by both the different areas of the longitudinal profile of a beach as the shoreline types depending on the variable significant wave height. We have determined the limitations of this variable in the different formulas stability of these structures. And finally, depending on the maximum limitation of significant wave height and its possible values in the areas and types of coastline, have determined the most appropriate for use in structures composed of elements of geotextile areas. Finally, the conclusions of the research have been addressed and the proposal of new lines of work related to the topic has been made.

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La presente tesis doctoral surge ante la necesidad de completar el estudio sobre la corrosión en el hormigón armado expuesto al ambiente marino iniciado por D. Miguel Ángel Bermúdez Odriozola en 2007 con la tesis doctoral con título “Corrosión de las armaduras del hormigón armado en ambiente marino: zona de carrera de mareas y zona sumergida”. Una vez realizado el estudio bibliográfico, se ha planteado un estudio experimental en el que se analizan cuatro muelles de distintas edades y localizados en distintos lugares de la geografía española. Uno de ellos contiene adiciones en el hormigón. Una vez inspeccionados, se extraen testigos de cada uno de ellos con el fin de realizar ensayos de caracterización y se analizan sus resultados en paralelo con los coeficientes de difusión. Uno se los objetivos ha sido comprobar el mejor método de ensayo que permita controlar la durabilidad del hormigón en ambiente IIIa. La tesis que se presenta ha demostrado la efectividad del ensayo de penetración de agua para discriminar los hormigones que presentarán un buen comportamiento frente a la difusión de cloruros y por tanto para predecir la vida útil de la estructura. Asimismo, otro objetivo ha sido valorar el uso de adiciones en el hormigón y cómo afectan a la mejora del comportamiento del hormigón expuesto al ambiente marino. Se han obtenido valores del coeficiente de eficacia de cenizas volantes y humo de sílice frente a la difusión de cloruros, muy superiores a los actualmente considerados en términos de resistencia. El ambiente marino aéreo engloba estructuras situadas en primera línea de costa así como aquellas que se sitúan hasta 5km de distancia de la línea del mar. La investigación realizada ha demostrado la necesidad de establecer una nueva subdivisión en este ambiente introduciendo la zona Spray, siguiendo criterios internacionales, que permita diferenciar la zona más desfavorable del mismo que comprende las estructuras ubicadas sobre el nivel del mar tal como los tableros de pantalanes portuarios estudiados. Se han analizado en profundidad los valores del contenido de cloruros en superficie de hormigón en los diferentes tipos de ambiente marino recogidos por la Instrucción EHE- 08 contrastando los requisitos normativos. Como conclusión se han hecho nuevas propuestas normativas que afectan al ambiente sumergido y al ambiente marino aéreo (zona spray). Asimismo se ha realizado un análisis en profundidad de la concentración crítica de cloruros recogida por la Instrucción EHE-08, a partir de los datos obtenidos en estructuras reales. Se ha evaluado el ensayo de resistividad para estimar el valor del coeficiente de difusión de cloruros. Este ensayo ha demostrado su efectividad para discriminar hormigones con adiciones y con muy baja penetración de agua, si bien no resulta sensible para detectar hormigones con elevada permeabilidad. Finalmente en la tesis se ha obtenido un modelo de difusión de cloruros (a/c-D) en ambiente marino aéreo a fin de poder estimar la difusión de cloruros en el hormigón a partir de un requisito normativo como es la relación a/c. This Thesis is focussed to complete the previous study on the corrosion of reinforced concrete exposed to marine environment, carried out by Dr. Miguel Ángel Bermúdez Odrizola in 2007. That Thesis title was “Corrosion of concrete reinforcement located in marine environment: tidal zone and submerged zone”. After the literature review presented in the State of the Art, an experimental programme was carried out. Four docks of different ages and locations have been studied, one of them was a fly ash concrete. The structures were inspected on site and several cores extracted in order to develop characterization tests and obtain diffusion profiles at the laboratory. One of the objectives has been to check the best laboratory test method to control concrete durability when exposed to atmospheric marine environment. This Thesis has proven the effectiveness of the water penetration test to differentiate concretes well behaved against chloride diffusion and also to predict the structure service life. Another objective has been to study the effect of mineral additions in concrete and how they improve the durability of concrete in this environment. Efficiency factors have been obtained for fly ashes and silica fume, much higher than those consider for strength. According to the Spanish Concrete Code EHE 08, the atmospheric marine environment includes structures located at the cost, from the sea line up to 5km inland. The research conducted has shown the need to consider a spray zone which is the most unfavourable area of the atmospheric environment, affecting structures over the sea level as the decks of the wharves here studied. Surface chloride contents of structures in the different marine environments have been deeply analysed, checking the actual standard limits. As a conclusion, new normative values have been proposed for submerged and atmospheric zone (spray zone). A complete analysis of the chloride threshold concentration from the data obtained in real structures has also been performed. It has been evaluated the resistivity test as a tool to estimate the chloride diffusion coefficient. This test has proven effectiveness to discriminate concrete with mineral additions and low water penetration values, while it is not sensitive to detect concretes with high permeability. Finally, a chloride diffusion model (w/c) has been obtained in atmospheric marine environment in order to estimate the chloride diffusion of the concrete knowing a normative requirement as w/c.

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La expansión de la ciudad y zona conurbada de Veracruz, se encuentra en una dinámica en donde convergen el medio artificial construido por el hombre y que ha generado una ciudad fragmentada; el medio natural, en el que se encuentran importantes componentes ecosistémicos de la zona costera; las políticas y estrategias que establecen los cinco Programas de ordenamiento urbano vigentes, sujetos al patrón de acumulación de capital, favoreciendo los intereses de la iniciativa privada. Bajo este panorama encontramos un territorio complejo que se encuentra cada vez más vulnerado y en riesgo de que los sistemas humano y natural colapsen. Lo anterior se evidencia en los nuevos desarrollos urbanizados, a partir del estudio de la problemática que presentan los fraccionamientos habitacionales, donde cada vez son más vulnerables, lo que constata su ineficiencia dentro del sistema urbano. ABSTRACT The expansion of the city and metropolitan area of Veracruz, is in a dynamic where converge the artificial environment built by the man and that has generated a fragmented city; natural environment, in which there are important ecosystem components of the coastal zone; policies and strategies that establish the five existing urban planning programs, subject to the pattern of accumulation of capital, favoring the private enterprises interests. Under this scenario is found a complex area that is more vulnerable every time and at risk of human and natural systems collapse. The above mentioned is evident in the new urbanized development, from studies of the problem posed by housing developments, finding that more and more vulnerable, which finds its inefficiency within the urban system.

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El arrecife artificial de Tabarca se diseñó e instaló principalmente con el objetivo de impedir la pesca de arrastre ilegal sobre las praderas de Posidonia oceanica. Además se diseñó un arrecife alveolar experimental para estudiar sus efectos sobre la ictiofauna litoral y sus posibilidades como lugar de pesca alternativo a la flota artesanal de Tabarca. La ictiofauna asociada al arrecife artificial de Tabarca se estudió mediante censos visuales durante tres años consecutivos entre 1990 y 1992, con una frecuencia estacional. Los resultados muestran una estructura de la comunidad condicionada por el diseño y emplazamiento de los módulos. La dinámica temporal manifiesta una clara diferencia según consideremos el poblamiento total o sólo el residente: el primero refleja una pauta muy fluctuante, poco predecible; el poblamiento residente muestra una tendencia hacia la estructuración, con un aumento progresivo de especies sedentarias predadoras, y un incremento significativo de la biomasa. Estos resultados refuerzan las interpretaciones que dan un papel condicionante al tamaño del arrecife artificial y a su localización.

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La aplicación de los Sistemas de Información Geográfica (SIG) se ha extendido en el mundo científico-técnico, donde se ha convertido en un instrumento de análisis y almacenamiento de información imprescindible. El uso de los SIG abarca casi cualquier aplicación en la que haya una componente espacial, como usos militares, aplicaciones en infraestructuras, planificación territorial, etc. En el medio marino se pueden aplicar para teledetección, cartografía digital, geoestadística, análisis y modelación espacial, Infraestructuras de Datos Espaciales (IDE), visores web, etc. En 1988, la Región de Murcia impulsó el proyecto de cartografía binómica del litoral murciano, siendo un instrumento que ha ido actualizándose hasta nuestros días. En comparación con otras regiones mediterráneas españolas, el litoral murciano es el tramo del litoral mediterráneo con la información cartográfica más completa y precisa, además del SIG marino más avanzado. Son numerosos los trabajos y aplicaciones en los que se ha utilizado como base la cartografía y los datos asociados, como la Red Natura 2000, ‘Programa de gestión integrada del litoral del Mar Menor y su zona de influencia’, caracterización ambiental para la propuesta de Reservas Marinas, diagnóstico medioambiental, etc.

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PresentaciónEn 1993, la Escuela de Ciencias Biológicas de la Universidad Nacional inició una investigación en la región de las Llanuras del Tortuguero, provincia de Limón, Costa Rica, con el fin social, económico y ambiental de profundizar en el conocimiento de las interacciones presentes en una zona donde los conflictos en torno al uso y la explotación de los recursos naturales han venido en aumento en los últimos años...