63 resultados para Rufescens


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Kahalalide compounds are peptides that are isolated from a Hawaiian herbivorous marine species of mollusc, Elysia rufescens, and its diet, the green alga Bryopsis sp. Kahalalide F and its synthetic analogues are the most promising compounds of the Kahalalide family because they show anti-tumoral activity. Linear solid-phase syntheses of Kahalalide F have been reported. Here we describe several new improved synthetic routes based on convergent approaches with distinct orthogonal protection schemes for the preparation of Kahaladide analogues. These strategies allow a better control and characterization of the intermediates because more reactions are performed in solution. Five derivatives of Kahalalide F were synthesized using several convergent approaches.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The tarantula genus Ephebopus Simon 1892 is reviewed and includes the type species, E. murinus (Walckenaer 1837), and E. uatuman Lucas, Silva & Bertani 1992, E. cyanognathus West & Marshall 2000, E. rufescens West & Marshall 2000 and Ephebopus foliatus, sp. nov., from Guyana. Ephebopus violaceus Mello-Leitao 1930 is transferred to Tapinauchenius Ausserer, where it is a senior synonym of Tapinauchenius purpureus Schmidt 1995 new synonymy. Ephebopus fossor Pocock 1903 is considered a nomen dubium. Ephebopus occurs in northeastern South America where it is known only from Brazil, Guyana, Suriname, and French Guiana. Spiders of the genus are generally fossorial; however, Ephebopus murinus has a developmental stage that is arboreal. A cladistic analysis of the Theraphosidae retrieves the Aviculariinae as monophyletic, including Avicularia Lamarck, Iridopelma Pocock 1901, Pachistopelma Pocock 1901, Tapinauchenius, Psalmopoeus Pocock, Ephebopus, Stromatopelma Karsch and Heteroscodra Pocock, having as a synapomorphy the well-developed scopulae on tarsi and metatarsi I-II that is very laterally extended.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Foram estudados os grãos de pólen de 12 gêneros e 41 espécies de Solanaceae ocorrentes na Reserva do Parque Estadual das Fontes do Ipiranga: Acnistus arborescens (L.) Schlecht., Athenaea picta (Mart.) Sendtn., Brunfelsia latifolia Benth., Brunfelsia pauciflora (Cham. & Schlecht.) Benth., Capsicum flexuosum (L.) Sendtn., Capsicum villosum (L.) Sendtn., Cestrum amictum (L.) Schlecht., Cestrum corymbosum (L.) Schlecht., Cestrum lanceolatum (L.) Miers, Cestrum schlechtendalii (L.) G. Don, Cestrum sendtnerianum (L.) Mart. ex Sendtn., Cyphomandra diploconos Sendtn., Cyphomandra velutina Sendtn., Dyssochroma viridiflora (Sims) Ducke, Nicotiana langsdorffii (Weinm.) Roem. & Schult., Physalis peruviana L., Physalis viscosa L., Sessea brasiliensis Tol., Solandra grandiflora Sw, Solanum americanum Mill., Solanum atropurpureum Schrank., Solanum bullatum Vell., Solanum capsicoides Allion., Solanum cernuum Vell., Solanum concinnum Schott ex Sendtn., Solanum didynum Dun., Solanum diflorum Vell., Solanum excelsum St. Hil. ex Dun., Solanum granuloso-leprosum Dun., Solanum hoehnei Morton, Solanum inaequale Vell., Solanum inodornum Vell., Solanum lycocarpum St. Hil. ex Dun., Solanum mauritianum Scop., Solanum paniculatum L., Solanum rufescens Sendtn., Solanum sisymbriifolium Lam., Solanum swartzianum Roem. & Schult., Solanum vaillantii Dun., Solanum variabile Mart., Solanum viarum Dun. São apresentadas descrições para todas as espécies estudadas, ilustrações, observações e seis chaves polínicas.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Novos táxons descritos: em Cerambycinae, Bomarion caudatum sp. nov., da Bolívia (Ectenessini); Nephalius levigatus sp. nov., do Brasil, Paraíba (Elaphidiini); Bothriospila pulcherrima sp. nov., do Brasil, Bahia (Bothriospilini); Cycnidolon rufescens sp. nov., do Brasil, Paraíba (Neoibidionini). Em Lamiinae: Cicatricallia gen. nov., espécie-tipo: C. cicatricosa sp. nov. de Trindade e Tobago (Calliini); Mimasyngenes clarkei sp. nov., de Trinidad e Tobago e Mimasyngenes fonticulus sp. nov., do Brasil, Piauí; Ibypeba gen. nov., espécie-tipo: I. camiri sp. nov., da Bolívia; Micratelodesmis gen. nov., espécie-tipo: M. minor sp. nov. (Desmiphorini); Lycidola affinis sp. nov. de Trinidad e Tobago (Hemilophini). Novos registros: Lycidola beltii Bates, 1872 para a Costa Rica e Alampyris fuscus Martins & Galileo, 2008 para o Panamá (Hemilophini).

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Lo studio riportato in questa tesi ha come scopo l’osservazione e la comprensione dei processi molecolari associati alla deposizione di CaCO3 nei polimorfi di calcite e aragonite nel mollusco gasteropode Haliotis rufescens. In particolare l’attenzione si è focalizzata sullo strato glicoproteico (green layer) che si trova inserito all’interno dell’ipostraco o strato madreperlaceo. Studi precedenti suggeriscono l’ipotesi che il green layer sia una struttura polifunzionale che svolge un ruolo attivo nell’induzione di crescita dei cristalli di carbonato di calcio nella conchiglia. All’analisi microscopica il green layer si presenta come un foglietto trilaminato. Sugli strati esterni è depositata aragonite nella forma prismatica da una parte e sferulitica dall’altra. All’interno è racchiuso un core proteico, formato da glicoproteine e ricco di chitina. Questa struttura tripartita conferisce al guscio calcareo nuove proprietà meccaniche, come la resistenza alle fratture molto maggiore rispetto al minerale naturale. Il green layer è stato trattato in ambiente alcalino, l’unico in grado di solubilizzarlo. È stato ottenuto del materiale proteico che è stato caratterizzato utilizzando SDS-PAGE, colorato con Blu Comassie e all’argento per visualizzarne la componente peptidica. Il green layer è fluorescente, sono state quindi eseguite analisi spettroscopiche sull’estratto peptidico per determinarne le proprietà chimo fisiche (dipendenza dal pH dell’intensità di fluorescenza). Sono stati eseguiti esperimenti di crescita dei cristalli di CaCO3 in ambiente saturo di CaCl2 in assenza e presenza del peptide e in assenza e presenza di Mg++. I cristalli sono stati osservati al microscopio elettronico a scansione (SEM) e al microscopio confocale. Da un punto di vista spettroscopico si osserva che, eccitando l’estratto alcalino del green layer a 280 nm e 295 nm, lunghezze d’onda caratteristiche degli aminoacidi aromatici, si ottiene uno spettro di emissione che presenta una forte banda centrata a 440 nm e una spalla a circa 350 nm, quest’ultima da ascrivere all’emissione tipica di aminoacidi aromatici. L’emissione di fluorescenza dell’estratto dal green layer dipende dal pH per tutte le bande di emissione; tale effetto è particolarmente visibile per lo spettro di emissione a 440 nm, la cui lunghezza d’onda di emissione e l’intensità dipendono dalla ionizzazione di aminoacidi acidi (pKa = 4) e dell’istidina (pKa = 6.5 L’emissione a 440 nm proviene invece da un’eccitazione il cui massimo di eccitazione è centrato a 350 nm, tipica di una struttura policiclica aromatica. Poiché nessun colorante estrinseco viene isolato dalla matrice del green layer a seguito dei vari trattamenti, tale emissione potrebbe derivare da una modificazione posttraduzionale di aminoacidi le cui proprietà spettrali suggeriscono la formazione di un prodotto di dimerizzazione della tirosina: la ditirosina. Questa struttura potrebbe essere la causa del cross-link che rende resistente il green layer alla degradazione da parte di agenti chimici ed enzimatici. La formazione di ditirosina come fenomeno post-traduzionale è stato recentemente acquisito come un fenomeno di origine perossidativa attraverso la formazione di un radicale Tyr ed è stato osservato anche in altri organismi caratterizzati da esoscheletro di tipo chitinoso, come gli insetti del genere Manduca sexta. Gli esperimenti di cristallizzazione in presenza di estratto di green layer ne hanno provato l’influenza sulla nucleazione dei cristalli. In presenza di CaCl2 avviene la precipitazione di CaCO3 nella fase calcitica, ma la conformazione romboedrica tipica della calcite viene modificata dalla presenza del peptide. Inoltre aumenta la densità dei cristalli che si aggregano a formare strutture sferiche di cristalli incastrati tra loro. Aumentando la concentrazione di peptide, le sfere a loro volta si uniscono tra loro a formare strutture geometriche sovrapposte. In presenza di Mg++, la deposizione di CaCO3 avviene in forma aragonitica. Anche in questo caso la morfologia e la densità dei cristalli dipendono dalla concentrazione dello ione e dalla presenza del peptide. È interessante osservare che, in tutti i casi nei quali si sono ottenute strutture cristalline in presenza dell’estratto alcalino del green layer, i cristalli sono fluorescenti, a significare che il peptide è incluso nella struttura cristallina e ne induce la modificazione strutturale come discusso in precedenza. Si osserva inoltre che le proprietà spettroscopiche del peptide in cristallo ed in soluzione sono molto diverse. In cristallo non si ha assorbimento alla più corta delle lunghezze d’onda disponibili in microscopia confocale (405 nm) bensì a 488 nm, con emissione estesa addirittura sino al rosso. Questa è un’indicazione, anche se preliminare, del fatto che la sua struttura in soluzione e in cristallo è diversa da quella in soluzione. In soluzione, per un peptide il cui peso molecolare è stimato tra 3500D (cut-off della membrana da dialisi) e 6500 D, la struttura è, presumibilmente, totalmente random-coil. In cristallo, attraverso l’interazione con gli ioni Ca++, Mg++ e CO3 -- la sua conformazione può cambiare portando, per esempio, ad una sovrapposizione delle strutture aromatiche, in modo da formare sistemi coniugati non covalenti (ring stacking) in grado di assorbire ed emettere luce ad energia più bassa (red shift).

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

This paper deals with the syntaxonomy and ecology of debris, scree and alluvium vegetation of the Ammassalik district, Southeast Greenland, on more or less moist soil. The Oxyria digyna- and Chamaenerion latifoliumvegetation types are classified as Saxifrago-Oxyrietum digynae (Böcher 1933 ap. Nordh. 1943) Gjaerevoll 1950 respectively Chamaenerietum latifolii Böcher 1933 in the class Thlaspietea rotundifolii Br.-BI. ap. Br.-BI. et al. 1947. The chionophytic Saxifrago-Oxyrietum digynae and the Chamaenerietum latifolii occurring on river-banks are classified in the alliance Saxifrago stellaris-Oxyrion digynae Gjaerevoll 1950. This alliance belongs to the order Androsacetalia alpinae Br.-BI. ap. Br.-BI. & Jenny 1926, Thlaspietea rotundifolii Br.-BI. ap. Br.-BI. et al. 1947. The following syntaxa are described as new: Saxifrago-Oxyrietum digynae stellarietosum humifusae and typicum with two variants and one variant of the subassociation inops De Molenaar 1976, and the Chamaenerietum latifolii typicum with two variants and salicetosum herbaceae with three variants.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Question: How do interactions between the physical environment and biotic properties of vegetation influence the formation of small patterned-ground features along the Arctic bioclimate gradient? Location: At 68° to 78°N: six locations along the Dalton Highway in arctic Alaska and three in Canada (Banks Island, Prince Patrick Island and Ellef Ringnes Island). Methods: We analysed floristic and structural vegetation, biomass and abiotic data (soil chemical and physical parameters, the n-factor [a soil thermal index] and spectral information [NDVI, LAI]) on 147 microhabitat releves of zonalpatterned-ground features. Using mapping, table analysis (JUICE) and ordination techniques (NMDS). Results: Table analysis using JUICE and the phi-coefficient to identify diagnostic species revealed clear groups of diagnostic plant taxa in four of the five zonal vegetation complexes. Plant communities and zonal complexes were generally well separated in the NMDS ordination. The Alaska and Canada communities were spatially separated in the ordination because of different glacial histories and location in separate floristic provinces, but there was no single controlling environmental gradient. Vegetation structure, particularly that of bryophytes and total biomass, strongly affected thermal properties of the soils. Patterned-ground complexes with the largest thermal differential between the patterned-ground features and the surrounding vegetation exhibited the clearest patterned-ground morphologies.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The non-geniculate crustose coralline alga (CCA) Mastophora pacifica can induce the metamorphosis of competent Haliotis asinina (Vetigastropoda) larvae. The ability to respond to this natural cue varies considerably with larval age, with a higher proportion of older larvae (e.g. 90 h) able to metamorphose in response to M. pacifica than younger larvae (e.g. 66 h). Here we document the variation in time to acquisition of competence within a larval age class. For example, after 18 h of exposure to M. pacifica, approximately 15 and 36% of 84 and 90-h-old H. asinina larvae had initiated metamorphosis, respectively. This age-dependent response to M. pacifica is also observed when different aged larvae are exposed to CCA for varying periods. A higher proportion of older larvae require shorter periods of exposure to CCA than younger larvae in order to initiate metamorphosis. In this experiment, as in the previous, a small proportion of young larvae were able to respond to brief periods of CCA exposure, suggesting that they had developed the same state of competency as the majority of their older counterparts. Comparisons of the proportions of larvae undergoing metamorphosis between families reveals that parentage also has a significant (P < 0.05) affect on whether an individual will initiate metamorphosis at a given age. These familial differences are more pronounced when younger, largely pre-competent larvae (i.e. 66 h old) are exposed to M. pacifica, with proportions of larvae undergoing metamorphosis differing by as much as 10 fold between families. As these data suggest that variation in the rate of development of the competent state has a genetic basis, and as a first step towards identifying the molecular basis to this variation, we have identified numerous genes that are differentially expressed later in larval development using a differential display approach. Spatial expression analysis of these genes suggests that they may be directly involved in the acquisition of competence, or may play a functional role in the postlarva following metamorphosis.