93 resultados para Roaring twenties


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The thesis reconstructs the cinema’s experience of Italian missionaries during the XX century in a historical-pragmatic key. Italian missionaries, who started producing movies around the Twenties, have used cinema as a helpful instrument for religious propaganda. They have considered the rules of the Catholic Church, the political and social context and the audience’s expectations. Each chapter (1-4) analyses the phenomenon inside the context constituted by the Italian colonial experiences, the relationship between Catholic Church and images during the Evangelization, the history of cinema and the history of missions. A specific chapter (chapter 5) is dedicated to the archives of missionary’s cinema and to the value to be assigned to this film production (in terms of social memory and archive’s memory). At the end of the first part, the thesis presents a proposal about the relationship between missionary’s cinema and visual anthropology. The second part of the thesis includes the film cards of the missionary’s movies preserved in Italy: 339 cards of Italian movies and 149 cards of foreign movies placed in different archives and bureaus.

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Effects of the conflict between reason and passion in Bernard Mandeville’s moral, economic and political thought My PhD dissertation focuses on Bernard Mandeville (1670-1732), a Dutch philosopher who moved to London in his late twenties. The aspect of Mandeville’s thought I take into account in my research is the conflicting relation between reason and passions, and the consequences that Mandeville’s view of this conflict has in the development of his theory of human nature which, I argue, is what grounds his moral, economic and, above all, political theory. According to Mandeville, reason is fundamentally weak. Passions influence with more strength human actions, and, eventually, are the ones which motivate them. The role of reason is merely instrumental, restricted to finding appropriate means in order to reach the desired ends, which are capricious and inconstant, since they all come from unstable passions. Reason cannot take decisions meant to act in the long term, pursuing an object which has not a selfish and temporary nature. There is no possibility, thus, that men’s actions aim just to achieve a good and just society, without their interests being directly involved. The basically selfish root of every desire leads Mandeville to claim that there is neither benevolence nor altruism which guides human behaviour. Hence he expresses a judgement on the moral character of human beings, always busy with their self-satisfaction, and hardly ever considering what would be good on a wider perspective, including other people’s sake. The anthropological features ascribed to men by Mandeville, are those which lead him to prefer a political system where governors are not supposed to have particular abilities, either from an intellectual or from a moral point of view, and peace and order are preserved by the bureaucratic machine, which is meant to work with the least effort on the part of the politicians, and no big harm can be done even by corrupted or wicked governors. This system is adopted with an eye at remedying human deficiencies: Mandeville takes into primary account, when he thinks of how to build a peaceful and functioning society, that everyone is concerned with his selfish interest, and that the rationality of a single politician, or of a group of them belonging to a same generation, cannot find a good “solution” to govern men able to last over the long period, and to work in different ages. This implies a refusal of the Hobbesian theory of the pactum subjectionis, which has the character of a rational and definitive choice, and leads Mandeville to consider the order which arises spontaneously, without any plan or rational intervention.

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Questa ricerca mostra l’evoluzione della letteratura mitologica per ragazzi in Italia. Il primo libro italiano di mitologia per bambini è stato pubblicato nel 1911 (lo stesso anno di un’importante e violenta guerra coloniale tra l’Italia e la Libia): la scrittrice italiana Laura Orvieto pubblicò allora “Storie della storia del mondo”, in cui riunì antichi racconti greci per giovani lettori. Queste storie erano ispirate al libro mitologico per bambini “Il libro delle meraviglie” di Hawthorne (titolo originale “A Wonder Book for Girls and Boys”). In seguito molti scrittori italiani scrissero libri mitologici per giovani lettori: serie importanti di libri di mitologia per bambini furono pubblicate durante il regime mussoliniano – talvolta per diffondere l’ideologia fascista della superiorità romana. Durante questo periodo, i libri mitologici spesso mostravano uno stile letterario solenne. Dopo la seconda guerra mondiale, la letteratura mitologica per bambini cambiò lentamente prospettiva: gli scrittori italiani cominciarono ad usare il mito per parlare di problemi sociali (p.e. Gianni Rodari descriveva re Mida come un capitalista) e per spiegare le diverse condizioni umane (p.e. Beatrice Masini fa riferimento alle dee e alle eroine greche per descrivere la condizione femminile). La ricerca analizza anche la relazione tra mito e scuola in Italia: i racconti mitologici hanno sempre fatto parte dei programmi scolastici italiani per bambini dagli 8 agli 11 anni. Le riforme scolastiche – deliberate negli anni ’20 e ’40 – fissarono pratiche didattiche sui miti ancora oggi in uso. I racconti mitologici erano soprattutto un supporto per gli studi storici e letterari. Tuttavia, negli ultimi decenni, i miti sono divenuti un importante aiuto per gli insegnamenti scientifici e artistici.

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Oggetto della ricerca è il museo Wilhelm Lehmbruck di Duisburg, un'opera dell'architetto Manfred Lehmbruck, progettata e realizzata tra il 1957 e il 1964. Questa architettura, che ospita la produzione artistica del noto scultore Wilhelm Lehmbruck, padre di Manfred, è tra i primi musei edificati ex novo nella Repubblica Federale Tedesca dopo la seconda guerra mondiale. Il mito di Wilhelm Lehmbruck, costruito negli anni per donare una identità culturale alla città industriale di Duisburg, si rinvigorì nel secondo dopoguerra in seno ad una più generale tendenza sorta nella Repubblica di Bonn verso la rivalutazione dell'arte moderna, dichiarata “degenerata” dal nazionalsocialismo. Ricollegarsi all'arte e all'architettura moderna degli anni venti era in quel momento funzionale al ridisegno di un volto nuovo e democratico del giovane stato tedesco, che cercava legittimazione proclamandosi erede della mitica e gloriosa Repubblica di Weimar. Dopo anni di dibattiti sulla ricostruzione, l'architettura del neues Bauen sembrava l'unico modo in cui la Repubblica Federale potesse presentarsi al mondo, anche se la realtà del paese era assai più complessa e svelava il “doppio volto” che connotò questo stato a partire dal 1945. Le numerose dicotomie che popolarono presto la tabula rasa nata dalle ceneri del conflitto (memoria/oblio, tradizione/modernità, continuità/discontinuità con il recente e infausto passato) trovano espressione nella storia e nella particolare architettura del museo di Duisburg, che può essere quindi interpretato come un'opera paradigmatica per comprendere la nuova identità della Repubblica Federale, un'identità che la rese capace di risorgere dopo l' “anno zero”, ricercando nel miracolo economico uno strumento di redenzione da un passato vergognoso, che doveva essere taciuto, dimenticato, lasciato alle spalle.

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Obiettivo principale della ricerca è quello di aggiungere un tassello mancante, attraverso una nuova chiave di lettura, alla complessa attività artistico-teorica dell’artista futurista Enrico Prampolini (1894-1956). Questa tesi, oltre a riordinare e raccogliere tutto ciò che riguarda l’architettura e il rapporto di quest’ultima con le arti nell'opera di Prampolini, coglie l’occasione per puntualizzarne aspetti ancora poco esplorati, grazie anche all'analisi inedita dei documenti originali dell'artista conservati presso il CRDAV del Museo d’arte contemporanea di Roma. Partendo dall'analisi dei rapporti dell’artista modenese con le avanguardie straniere, la ricerca prosegue con la presa in esame dei manifesti, degli scritti e degli articoli noti e inediti legati alla teoria architettonica nella produzione dell’artista modenese. Il nucleo centrale della ricerca è costituito dagli elementi inediti emersi presso l’Archivio Prampolini consistenti in relazioni di progetti architettonici per un Piano urbanistico del Centro Alberghiero di Castel Fusano (1938) e per due alberghi nel centro di Roma (1938-1939). La seconda parte della ricerca si concentra sull'analisi del rapporto tra arte e architettura nel Futurismo e sul fondamentale contributo dato in tal senso da Prampolini, in particolare attraverso la “plastica murale”, come completamento dell’architettura futurista e fascista e la concezione dell’Arte Polimaterica. Nell'ultima parte della ricerca si affronta infine l'analisi del rapporto tra arte e architettura gestito in ambito istituzionale in Italia tra le due guerre, con l’emanazione, nel 1942, della legge detta “del 2%”. Aspetto finora inedito delle vicende legate alla “legge del 2%” è l'emergere del ruolo centrale di Prampolini nel contribuire al dibattito che portò alla sua approvazione, e non secondariamente nella ricerca di migliori condizioni economiche e maggiori occasioni di lavoro per gli artisti. La figura di Enrico Prampolini emerge dunque, da questa ricerca, come un nodo fondamentale per comprendere alcuni degli aspetti ancora inesplorati della cultura artistico-architettonica italiana degli anni Venti-Quaranta.

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La tesi affronta la vita e la riflessione politica di Beatrice Potter collocandola all’interno del pensiero politico britannico ed europeo della fine dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento. Rispetto alla maggior parte della bibliografia disponibile, risulta un’autonomia e un’originalità anche rispetto alla riflessione del marito Sidney Webb. La riflessione politica di Potter è caratterizzata in primo luogo dalla ricerca del significato immediatamente politico di quella scienza sociale, che si sta affermando come approccio scientifico dominante nell’intero panorama europeo. Il lavoro è diviso in tre ampi capitoli così suddivisi: il primo ricostruisce l’eredità intellettuale di Potter, con particolare attenzione al rapporto con la filosofia evoluzionista di Herbert Spencer, suo mentore e amico. In questo capitolo vengono anche discussi i contributi di John Stuart Mill, Joseph Chamberlain, Alfred Marshall e Karl Marx e la loro influenza sull’opera di Potter. Il secondo capitolo prende in esame la sua opera prima dell’incontro con il marito e mostra come lo studio della povertà, del lavoro, della metropoli, della cooperazione e delle condizioni delle donne getti le basi di tutta la produzione successiva della partnership. Lo studio politico della povertà, cioè la messa a punto di una scienza amministrativa del carattere sociale del lavoro, rappresenta uno degli elementi principali di quella che viene qui definita un’epistemologia della democrazia. Il terzo capitolo riprende il tema cruciale della democrazia nella sua accezione «industriale» e indaga il ruolo funzionale dello Stato, anche in relazione alla teoria pluralista di Harold Laski, al socialismo guildista di George D. H. Cole e all’idealismo di Bernard Bosanquet. Centrale in questo confronto del pensiero di Potter con il più ampio dibattito degli anni venti e trenta sulla sovranità è la concezione della decadenza della civiltà capitalista e dell’emergere di una new civilisation, dopo la conversione al comunismo sovietico.

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This research is an examination of the life of Edith Fetherston through studying her clothing and comparing her clothes to fashion history. The authors of Survey of Historic Costume, Tortora and Eubank, state that: 'Dress serves as a means of communication,' and that 'historic dress provides readers with some context for the period in which costumes were worn'. Most importantly, they state that clothing is 'a glimpse of attitudes and values as they were expressed by individuals of [a] period.' (4). Studying clothing history is a way to understand the attitudes of the times; it has a relationship with the attitudes of the society in which it is or was worn. Studying garments can identify personalities, as well as professions, and economic status. My research is based on the wardrobe of Edith Fetherston between the early twenties and late sixties. This thesis begins by examining Edith herself, then it examines each decade and its major characteristics, and finally my research examines at least two garments from each of the five decades.

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BACKGROUND Primary hyperventilation is defined as a state of alveolar ventilation in excess of metabolic requirements, leading to decreased arterial partial pressure of carbon dioxide. The primary aim of this study was to characterise patients diagnosed with primary hyperventilation in the ED. METHODS Our retrospective cohort study comprised adult (≥16 years) patients admitted to our ED between 1 January 2006 and 31 December 2012 with the primary diagnosis of primary (=psychogenic) hyperventilation. RESULTS A total of 616 patients were eligible for study. Participants were predominantely female (341 [55.4%] female versus 275 [44.6%] male respectively, p <0.01). The mean age was 36.5 years (SD 15.52, range 16-85). Patients in their twenties were the most common age group (181, 29.4%), followed by patients in their thirties (121, 19.6%). Most patients presented at out-of-office hours (331 [53.7%]. The most common symptom was fear (586, 95.1%), followed by paraesthesia (379, 61.5%) and dizziness (306, 49.7%). Almost a third (187, 30.4%) of our patients had previously experienced an episode of hyperventilation and half (311, 50.5%) of patients had a psychiatric co-morbidity. CONCLUSION Hyperventilation is a diagnostic chimera with a wide spectrum of symptoms. Patients predominantly are of young age, female sex and often have psychiatric comorbidities. The severity of symptoms accompanied with primary hyperventilation most often needs further work-up to rule out other diagnosis in a mostly young population. In the future, further prospective multicentre studies are needed to evaluate and establish clear diagnostic criteria for primary hyperventilation and possible screening instruments.

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Since early 2000, the Western Cape of South Africa has been documented as an area for monitoring the spread of HIV. The majority of HIV cases occur within individuals between the ages of 15-49 years, and the epidemic is believed to be complicated by the increased use of crystal methamphetamine (CM), or “tik.” Eighty percent of current CM users in Cape Town are under the age of 21 years, and almost 18% of current HIV cases are in individuals under the age of 24 years. Gang membership in youth may also be complicating the HIV problem as gangs feed the social acceptability of “tik” and encourage sexual violence. With almost half the population of Cape Town in their mid-twenties, the threat of a new HIV epidemic complicated by CM use has become a concern in the young adults of the city. Research into the relationships between gang membership and drugs/violence has been extensively studied in the Cape Flats. Yet, few have examined the role of gangs in the perpetuation of HIV. Therefore, the purpose of this investigation was exploratory in nature. Key informant interviews from Cape Town youth were used as case illustrations to generate potential hypotheses on the interrelationships between “gangsterism,” “tik” use, and HIV. Such awareness is important if effective efforts to reduce HIV incidence in Cape Town (and Sub-Saharan Africa) are to transpire. If the problem of CM is not addressed quickly, the Cape Flats may find itself with a higher rate of an already uncontrollable HIV epidemic. ^

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El propósito de este trabajo es investigar los motivos, anhelos, sueños, deseos que llevan a un grupo de entre 20 y 25 ex presos políticos a reunirse semanalmente en el local del sindicato Luz y Fuerza, Córdoba. Optamos por entrevistar a quienes daban la sensación de ser más participativos o más explícitos, en la elección procuramos que hubiesen casi por igual miembros de las dos organizaciones mayoritarias en el pasado: Montoneros y Partido Revolucionario de los Trabajadores. El celo a la hora de elegir se entronca con las subculturas que emergieron de las organizaciones. Otro aspecto observado es la cuestión de género, mujeres y hombres, equitativamente incorporados, se constituyeron en narradores.2 En la ciudad mediterránea hubo alrededor de dos mil detenidos por causas políticas a partir de la dictadura que iniciara Jorge Rafael Videla. La curiosidad social es acicateada por el número exiguo de ex-represaliados que constituyen la comisión de presos políticos, que entre otras tareas peticiona ante las autoridades solicitando reivindicaciones a raíz de su condición de ex detenidos, organizan eventos sociales y políticos, gestionan los ex centros de detención convertidos en "museos de la memoria", impulsan los juicios contra los ex represores, editan publicaciones. Concurrimos a las reuniones semanales, a asados, "locreadas"; empleamos en las investigaciones la observación participante. La participación se dio en eventos, en compartir ruedas de mate en la casa de los entrevistados, íntimas ruedas de café, por un fenómeno de indexicalidad en relación con el discurso ideológico pudimos avanzar en la profundidad de la conversación. Además, de las entrevistas en profundidad, analizamos material periodístico y material escrito por los detenidos; cuando la emoción del entrevistado dificultaba la conversación, en algunos casos nos remitieron a elaboraciones suyas sobre la situación planteada.. Nos favoreció, en el trabajo, el hecho de haber participado en la vida política, y el tener familiares que lucharon junto a los ex-represaliados. A pesar de ello no fue fácil llegar a subjetividades que hacía largo tiempo se hallaban abroqueladas. Mead e Erving Goffman nos acompañaron en el camino de reconocimiento de los selfs en la dramaturgia montada en el local de Luz y Fuerza

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Este proyecto pretende analizar, desde una perspectiva comparativa, el modo en que la obra poética, narrativa y ensayística del escritor brasileño Mário de Andrade se integra en el proyecto estético de una vanguardia enraizada en lo folklórico y en lo popular. En ese sentido además, busca evaluar en qué medida ese modelo forma parte de una reflexión más amplia, tanto en el seno del modernismo paulista de las décadas del veinte y del treinta como de otras vanguardias latinoamericanas, que aspira a problematizar y redefinir la identidad nacional desde el punto de vista cultural

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La espacialización del sujeto, uno de los procedimientos en que se sustenta la poesía de Borges de los veinte, es retomado en sus primeros relatos: el "yo" poético se transforma en un narrador-yo que se proyecta sobre la ciudad de Buenos Aires. La sucesión de imágenes estáticas de la poesía es reemplazada en el relato por un movimiento de exploración del espacio, que funda una tradición en la historia de la representación de la ciudad en la cultura argentina. Los narradores de estos cuentos de los años cuarenta a la vez ponen en escena una ficción de identidad con el autor y se presentan como poco confiables; los textos explicitan una serie de enfrentamientos entre narrador y lector, típicos del relato policial, mediante los cuales la literatura de Borges escenifica la función que atribuye a la ficción.

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El presente artículo aborda el estudio crítico de la antología Los mejores poetas de la Argentina, publicada en 1927 por la Compañía Ibero-Americana de Publicaciones (CIAP). El antólogo es el escritor y diplomático español Eduardo de Ory, meritorio por su abnegada labor en favor de las relaciones entre España e Hispanoamérica. A pesar de sus buenas intenciones, el panorama de poetas argentinos que presenta su obra queda fuera del debate estético que tiene lugar en la Argentina en la segunda mitad de la década del 20, en el que las antologías cobran un papel relevante

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Para Ti, el semanario femenino de Editorial Atlántida apareció en el mercado en 1922 como una revista de servicios multipropósitos. El presente artículo se propone estudiar el Epistolario Sentimental, columna que intentaba dar respuesta a los conflictos del corazón. Esta sección constituyó un lugar para hablar de temas que en el resto de la revista no se trataban. Así, la sexualidad, la sensualidad, los deseos y los conflictos familiares ingresaron en el mundo de Para Ti y de su público a través de un canal marginal. En este sentido, el Epistolario Sentimental constituye un espacio privilegiado para analizar tensiones y cambios en las costumbres y la moral

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El artículo analiza las representaciones fílmicas de la conciencia social y la experiencia de clase, en relación a varias series de películas del cine clásico, tanto europeo como hollywoodense, que ponen en escena a sujetos sociales colectivos y conflictos sociales. Se intenta responder a la pregunta sobre la posibilidad y alcances de la representación visual y fílmica de las categorías teóricas de las ciencias sociales En esta dirección se examina la homogeneización de las masas en la epopeya de multitudes anónimas en la época del cine mudo, en el cine épico-histórico de la Italia fascista y en las superproducciones históricas estadounidenses de los años cincuenta, así como la aparición fílmica del sujeto histórico proletariado en el cine de la vanguardia rusa de la década de 1920 y su preocupación por filmar expresamente la conciencia revolucionaria y los conflictos de concientización.