327 resultados para Proteina ciliar


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In most brazilian cities, urban growth has occurred without adequate planning. Consequently, portions of the city were being occupied, often areas unfit for use and occupation of land, causing risks to local residents and decline of urban environmental quality. One of the most frequent problems is the riverbank occupation, causing the deforestation of the riparian vegetation. Given the above, this paper aimed to map the urban sprawl of Rio Claro/SP, as well as riparian vegetation in the vicinity of Corumbataí in the area including the urban area. For this purpose, GIS techniques were used in order to prepare the thematic map of urban expansion, as well as a map of the riparian vegetation through interpretation of aerial photographs in the environment of ARCGIS. From the maps, an analysis of “Plano Diretor” was made in order to verify if the current occupation of urban land meets the stipulations of this legal instrument

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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One of the greatest challenges for the agricultural system is to establish agricultural production combined with the conservation of genetic resources, mainly aiming to protect the Permanent Preservation Areas. In this context, mulungu ( Erythrina velutina Willd), among other native species, has been suffering with anthropogenic pressures in various ecosystems, causing reductions in its genetic basis. This work aims to identify ecological and genetic population parameters as indicators of sustainability in two natural populations of mulungu, located in riparian forest, in the state of Sergipe, and to assess the tendency to their sustainability, aiming genetic conservation of the species. The matrix of Pressure-State-Impact/Effect-Response (PEI/ER) was used with the selection of 13 indicators, from the use of RAPDmolecular markers and biochemical (enzymes) markers in populations, in order to present them as relevant information to measure progress as for sustainability and conservation ofmulungu. The studied populations presented low tendency to sustainability, requiring strategies to change this status.

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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Numerosi studi hanno mostrato come i meccanismi epigenetici di regolazione della cromatina svolgano un ruolo centrale nel controllare la trascrizione genica. E’ stato infatti dimostrato che complessi inibitori come SWI/SNF e gli enzimi ad esso associati quali istone deacetilasi (HDAC) e protein arginin-metiltrasferasi (PRMT), siano coinvolti nel controllo della crescita, differenziazione e proliferazione cellulare. Diversi studi hanno mostrato come i meccanismi epigenetici di controllo della trascrizione genica svolgano un ruolo di primo piano nel promuovere la sopravvivenza cellulare in leucemie/linfomi di derivazione dai linfociti B come la leucemia linfatica cronica, il linfoma mantellare ed i linfomi associati al virus di Epstein-Barr (EBV). Tuttavia, molto poco e’ conosciuto circa i meccanismi epigenetici di controllo della trascrizione che divengono operativi e che contribuiscono al processo di trasformazione dei linfociti B. PRMT5 e’ un enzima che di-metila specificamente residui argininici sugli istoni (H) 3 (H3R8) ed 4 (H4R3). PRMT5 ed HDAC lavorano in concerto per reprimere la trascrizione di specifici geni oncosoppressori. In questo progetto sono stati studiati i meccanismi e le conseguenze dell’iperespressione di PRMT5 durante il processo di trasformazione dei linfociti B indotto da EBV, e’ stata dimostrata l’importanza di questo enzima nel processo di trasformazione, e sono stati studiati nuovi metodi per inibirne l’espressione/attivita’. In particolare si e’ dimostrato che l’espressione di PRMT5 e’ ridotta o assente in linfociti B normali (o attivati da stimoli fisiologici) ed elevata in linee cellulari linfoblastoidi immortalizzate o completamente trasformate. Elevati livelli citosolici di PRMT5 sono detectabili dopo 4 giorni dall’infezione di linfociti B normali con EBV, PRMT5 e’ detectabile a livello nucleare, dove esercita la sua funzione repressoria la trascrizione, a partire dal giorno 8. L’utilizzo di specifici small interference RNAs (siRNA) in linee cellulari linfoblastoidi ha permesso di dimostrare la riduzione dell’espressione di PRMT5, la riduzione della metilazione degli istoni target di PRMT5, inibizione della proliferazione cellulare e abbassamento della soglia di sensibilita’ cellulare a stimoli pro-apoptotici. Esperimenti di co-immunoprecipitazione cromatinica hanno permesso di evidenziare che in queste cellule PRMT5 e’ parte di un complesso proteico a funzione inibitoria e che questo complesso si lega alla regione promotrice di specifici geni oncosoppressori quali ST7, GAS e NM23, inibendone la trascrizione. Si e’ inoltre provveduto a sviluppare una categoria di inibitori allosterici di PRMT5: l’attivita’ terapeutica/la specificita’ in vitro e la modalita’ di somministrazione ottimale in modelli murini di linfoma non-Hodgkin, sono in corso di valutazione.

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Transmissible spongiform encephalopathies (TSEs), or prion diseases, are neurodegenerative disorders that affect humans and mammals. Creutzfeldt-Jakob disease (CJD), the most common TSE in humans, can be sporadic (sCJD), genetic (gCJD), or acquired by infection. All TSEs are characterised by the accumulation of PrPSc, a misfolded form of the cellular protein PrPC. PrPSc is insoluble in detergents, partially resistant to proteolysis and shows a highly enriched β-sheet secondary structure. Six clinico-pathological phenotypes of sCJD have been characterized which correlate at the molecular level with two types (1 or 2) of PrPSc with distinctive physicochemical properties and the genotype at the polymorphic (methionine or valine) codon 129 of the prion protein gene. According to the protein-only hypothesis, which postulates that prions are composed exclusively of PrPSc, the strains of prions that are largely responsible for the wide spectrum of TSE phenotypes are enciphered in PrPSc conformation. In support to this view, studies mainly conducted in experimental scrapie, have shown that several prion strains can be identified based on distinguishing PrPSc biochemical properties. To further contribute to the understanding of the molecular basis of strains and to develop more sensitive strain typing assays in humans we have analyzed PrPSc biochemical properties in two experimental setting. In the first we compared the size of the core after protease digestion and the glycoform pattern of PrPSc before and after transmission of human prions to non human primates or bank voles, whereas in the second we analyzed the conformational stability of PrPSc associated with sCJD, vCJD or fCJD using guanidine hydrochloride (GdnHCl) as denaturant. Combining the results of the two studies, we were able to distinguish five human strains for at least one biochemical property. The present data extend our knowledge about the extent of strain variation and its relationship with PrPSc properties in human TSEs.

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In questo lavoro di tesi sono stati confrontati diversi protocolli per la purificazione della proteina CRM197 mediante cromatografia di affinità a cationi divalenti. Il CRM197 è una variante della tossina difterica caratterizzata da stessa massa molecolare e struttura. A causa di un’unica mutazione (G52E), tale variante è atossica e presenta numerose applicazioni in campo farmaceutico (in particolare nella preparazione di vaccini coniugati). Fino ad ora, per la produzione del CRM197 è stato utilizzato il ceppo originale di derivazione, cioè Corynebacterium diphteriae, e la produzione eterologa nel batterio Escherichia coli ha mostrato notevoli difficoltà. In particolare, mentre è stato possibile definire un valido protocollo di sovraespressione e di estrazione proteica, le fasi successive di purificazione e di refolding (rinaturazione) sono ancora problematiche e causano basse rese finali, ostacolando le prospettive di scale-up su scala industriale. Il CRM197, infatti, per le sue caratteristiche strutturali, come l’elevata percentuale di amminoacidi idrofobici e la presenza di foglietti β esposti al solvente, è suscettibile alla formazione di aggregati insolubili che impone, lungo tutto il processo, il controllo delle interazioni idrofobiche (con agenti denaturanti e/o detergenti). In un precedente lavoro di tesi, è stato sviluppato un protocollo valido per ottenere un’elevata espressione proteica intracellulare. Il primo passaggio di purificazione prevede una cromatografia di affinità su colonna che viene sfruttata anche per eseguire il refolding proteico. Tuttavia, durante la messa a punto di tale processo, sono stati osservati evidenti fenomeni di aggregazione della proteina, oltre all’instaurarsi di legami aspecifici proteina-proteina o proteina-resina cromatografica. In questo lavoro di tesi sono state affrontate alcune problematiche legate a tale passaggio di purificazione per cercare di individuare le condizioni ottimali per ottenere il CRM197 in forma nativa e biologicamente attiva.

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Utilizar conceitos e fundamentos da ecologia da restauração pode aumentar as chances de sucesso dos projetos de recomposição da mata ciliar e significar a redução dos custos. Em área de mata ciliar dominada por Brachiaria spp. foi avaliada a técnica de estímulo ao banco de sementes por meio do revolvimento do solo com grade aradora. O delineamento experimental foi de blocos casualizados, com dois tratamentos e três repetições. Os tratamentos testados foram: a) estímulo ao banco de sementes do solo (EBS) e b) controle (C). As parcelas dos tratamentos foram instaladas a duas distâncias do igarapé: 5 m (solo sujeito ao encharcamento) e 20 metros (solo não sujeito ao encharcamento). Os resultados obtidos indicam que o controle químico das gramíneas, aliado ao revolvimento do solo com grade aradora, estimula a germinação de elevado número de indivíduos de espécies herbáceas nativas, que passam a ocupar o espaço dominado por Brachiaria spp.

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A importância que a vegetação de margem de rios representa para o meio ambiente exercendo funções tais como proteção de mananciais e do solo e manutenção do equilíbrio ecológico do ecossistema, faz com que seja fundamental a sua conservação. Este trabalho tem por objetivo identificar padrões de vegetação ciliar em imagens CBERS do Mato Grosso do Sul e seu respectivo estado de conservação. Foram utilizadas imagens do sensor CCD do satélite CBERS-2B do ano de 2007 e informações de campo, coletadas em 368 pontos de imagem referentes a 14 desses 368 pontos que representam áreas de vegetação ciliar ocupadas por campos úmidos, vegetação arbustiva e vegetação arbórea, além de áreas impactadas por cultivo de arroz, desmatamentos, implantação de pasto exótico, erosão e assoreamento de cursos d'água. De maneira geral, a vegetação ciliar do Estado encontra-se impactada ou ausente na maior parte das áreas observadas.

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As matas ciliares são encontradas nas margens dos rios e mananciais e são responsáveis por proteger os cursos d'água do assoreamento, da obstrução de alguns trechos do rio pelo aumento no volume de terra e outros sedimentos carregados pela correnteza. Realizou-se o inventário florístico próxima ao leito do igarapé na região nordeste paraense, nas respectivas áreas de monitoramento: Ceará, Monte-verde, São Francisco, Ver-o-peixe e Vitório. Objetivou-se neste trabalho caracterizar a estrutura demográfica e ocupação da área basal em cinco áreas de mata ciliar da região nordeste paraense. Com base, nestes dados coletados (diâmetros, espécie) foram calculadas a abundância e área basal absoluta e relativa dos indivíduos identificados por local e tamanho de classes diamétricas e/ou altura. Foram registrados 1.213 indivíduos, sendo a maior proporção encontrada na área São Francisco que obteve 10.039 indivíduos por hectare, enquanto à área basal destacou-se Ceará com 34,2%. A distribuição da demografia apresentou alta similaridade na proporcionalidade da distribuição dos indivíduos nas classes de tamanhos (muda, vara, árvore) e averiguamos que a quantidade de indivíduos apresentados por área não necessariamente implica no acúmulo da maior área basal.

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Para análise, realizou-se inventário florístico em cinco áreas de assentamento localizado no nordeste paraense, com finalidade de analisar a regeneração natural em propriedades de agricultura familiar. Em cada área foi determinado amostragem de 300 m² e sub-amostragem de 45m² em transectos perpendiculares a margem do rio, onde todos os indivíduos arbusto-arbóreos e palmeiras foram identificadas botanicamente e mensurados diâmetro e altura de todas as árvores e palmeiras, varas e mudas. Observou-se que houve diferença de dominância de cinco espécies que ocuparam metade da dominância florestal, sobre a diversidade e riqueza das áreas estudadas e maior similaridade foi em função da proximidade geográfica e ou, estádio sucessional.