994 resultados para Piranesi, Giovanni Battista, 1720-1778
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Signatur des Originals: S 36/G04348
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Signatur des Originals: S 36/G14359
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Signatur des Originals: S 36/G04360
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Fil: Jumar, Fernando. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.
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Fil: Jumar, Fernando. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.
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Limited ed. of 300 copies.
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Mode of access: Internet.
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Last leaf numbered 165.
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In mid-18th century Giovanni Battista Piranesi’s etchings systematically document the old and new monuments, decrepit buildings and broken down infrastructures of a Rome that continues to inhabit and reinvent its past. His views of Rome offer a devastating account of the blurring of distinctions and articulations that time, use and neglect have imposed on the old differentiations of the urban and the rural, the public and the private, the monumental and the domestic in the 18th century city. Rome becomes for Piranesi the laboratory for a questioning of architecture that places his work well beyond the debate on style and on the origin that dominated the architectural discourse of his time. This paper suggests that Piranesi’s images anticipate the dispersion and sprawl of the city of today, in which the ‘vague’, the ‘viral’ and the ‘parasitic’ become modes of inhabitation and of transient negotiated definition. In the Antichità di Roma, ancient buildings are represented not only in their large scale and magnificence, but also in their decay and reversal to a state of naturalness. These works, together with the acute observations of the Vedute di Roma, provide the materials that are then dislocated, manipulated, cloned and endlessly mutated by Piranesi in the synthesis of the Campo Marzio dell’Antica Roma, in which the historical city is almost entirely dissolved and replaced by an extraordinary congestion of fragments. When they are re-examined on the grounds of contemporary architectural and urban theory, the sites of Piranesi's views reveal anticipations of phenomena that affect the metropolis of today. Political, social and economic conditions have changed dramatically, but the questions asked of architecture in and by these sites challenge the definition of an architecture of style, forms and boundaries - in the 18th century as well as in the 21st -in favour of an architecture of change.
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Felicita Sartori, nata a Pordenone nel 1714 ca. come figlia del notaio Felice Sartori e di Tommasa Scotti, ricevette la sua prima formazione artistica intorno al 1724 da suo zio, il calcografo Antonio dall'Agata a Gorizia. Tramite lo zio la quattordicenne si trasferisce a Venezia dove entra nella bottega-casa di Rosalba Carriera per perfezionarsi nella miniatura e nella pittura a pastello senoché nelle varie tecniche della grafica. Durante gli anni seguenti Felicita diventa, accanto alle sorelle di Rosalba, la collaboratrice piú stretta della Carriera che in questi anni tocca il colmo della fama artistica, dovuto soprattutto al suo strepitoso successo riscosso durante il soggiorno a Parigi dal 1720 al 1721. I numerosissimi incarichi che le giungono da tutta l'Europa incrementano la produttivitá e lasciano supporre che la bottega abbia contribuito in misura notevole a contentare tali richieste. Negli anni dopo il 1730 l'attività di Felicita oltre le varie attività pittoriche entro la bottega della Carriera si estende alla produzione di incisioni per le pubblicazioni di Gaspare Stampa e di Jacques-Bénigne Bossuet. Incide inoltre le stampe dai disegni di Giovanni Battista Piazetta, pubblicati da Antonio Maria Zanetti. La finora anonima collaboratrice della famosa veneziana esce dall'ombra quando, nel 1741, viene nominata artista di corte da Augusto III, principe elettore di Sassonia e ré di Polonia. Trasferitosi a Dresda, si unisce poche settimane dopo la nomina in matrimonio al consigliere di corte Franz Joseph von Hoffmann, che probabilmente aveva concosciuto nel 1740 nello studio veneziano di Rosalba spesso frequentato dall'elettore e del suo seguito. Felicita continua la su attività a Dresda dove nella Gemäldegalerie Alte Meister si conservano tuttora 15 miniature di sua mano. Grazie alle ricerche dedicate a queste opere è stato possibile di aumentare l'œuvre della Sartori di altre opere tra cui una Betsabea al bagno (coll. priv. München) già nelle collezioni reali sassoni. Sembra che l'artista dopo la morte del marito nel 1749, si sia trasferito con un secondo marito a Bamberg ma altre fonti citano la sua presenza a Dresda nel 1753 dove secondo le notizie fornite da Jean Pierre Mariette muore nel 1760 all'età di soli 46 anni.
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Sign.: A-H8, I-K4, L-P8
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"Nella maggior parte degli esemplari la nota delle pagg. 212-213 fu ristampata come volle la censura; ma tuttavia in qualche raro esemplare si ritrova nella sua integrità."--Razzolini, Bibl. dei testi di lingua a stampa, p. 391.