499 resultados para Pellet


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Studio e progettazione di una stufa a pellet in ghisa per il riscaldamento domestico per generare una potenza termica di 6.5 kW.

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Nel seguente lavoro è stata sviluppata una analisi ambientale ed economica del ciclo di vita del pellet, realizzato con scarti agricoli dalle potature degli uliveti. L’obiettivo di tale lavoro è dimostrare se effettivamente l’utilizzo del pellet apporti vantaggi sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico. In tale progetto si sviluppano quindi un LCA, Life cycle analysis, e un LCC, Life Cycle Cost, secondo gli steps standard suggeriti da tali metodologie. Per effettuare l’analisi del ciclo di vita è stato utilizzato il software Simapro che ha permesso di valutare gli impatti ambientali sulle varie categorie di impatto incluse. In particolare sono stati considerati due metodologie, una midpoint ed una endpoint, ossia l’Ecoindicator 99 e il CML2 baseline 2000. Per le valutazioni finali è stata poi utilizzata la normativa spagnola sugli impatti ambientali, BOE 21/2013 del 9 dicembre, che ci ha permesso di caraterizzare le varie categorie d’impatto facendo emergere quelle più impattate e quelle meno impattate. I risultati finali hanno mostrato che la maggior parte degli impatti sono di tipo compatibile e moderato; pochi, invece, sono gli impatti severi e compatibili, che si riscontrano soprattutto nella categoria d’impatto “Fossil Fuels”. Per quanto riguarda invece l’analisi economica, si è proceduto effettuando una valutazione iniziale fatta su tutto il processo produttivo considerato, poi una valutazione dal punto di vista del produttore attraverso una valutazione dell’investimento ed infine, una valutazione dal punto di vista del cliente finale. Da queste valutazioni è emerso che ciò risulta conveniente dal punto di vista economico non solo per il produttore ma anche per l’utente finale. Per il primo perché dopo i primi due anni di esercizio recupera l’investimento iniziale iniziando ad avere un guadagno; e per il secondo, poiché il prezzo del pellet è inferiore a quello del metano. Quindi, in conclusione, salvo cambiamenti in ambito normativo ed economico, l’utilizzo del pellet realizzato da scarti di potature di uliveti risulta essere una buona soluzione per realizzare energia termica sia dal punto di vista ambientale, essendo il pellet una biomassa il cui ciclo produttivo non impatta severamente sull’ambiente; sia dal punto di vista economico permettendo al produttore introiti nell’arco del breve tempo e favorendo al cliente finale un risparmio di denaro sulla bolletta.

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The aim of this work is to evaluate the emissions of the main pollutants of a pellet stove, by trying to simulate the real use in domestic operations. All the operating phases of this system were considered: ignition, partial load, increase in power, and nominal load. In each phase, quantity and type of some pollutants in emissions were determined: the main pollutant gases (CO, NOx, SO2, H2S and volatile organic compounds (VOCs)), total dust (PM) and its content of polycyclic aromatic hydrocarbons (PAHs), regulated heavy metals (Ni, Cd, As and Pb), main soluble ions and Total Carbon (TC). Results show that emission factors of TSP, CO, and of the main determined pollutants (TC, Cd and PAHs) are higher during ignition phase. In particular, this phase prevalently contributes to PAHs emissions. During increase in power phase, gas and particulate emissions do not appreciably differ from nominal load ones; nevertheless, PAH emission factors are higher than steady state ones, but lower than ignition phase. Moreover, during not-steady state phases, PAH mixture is more toxic than during steady state phases. In conclusion, this study allowed to go deeper in pellet stove environmental impact, by pointing out how the different operating conditions can modify the emissions. These are different from certificated data, which are based exclusively on measurements in steady state conditions.

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Studio e ottimizzazione di una stufa a pellet a basso costo con CFD.

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Questo lavoro si è posto l’obiettivo di valutare come differenti qualità di pellet di legno, in accordo con la norma EN 14961-2, e la diversa potenza termica di una moderna stufa domestica influenzino le relative emissioni prodotte. La norma EN 14961-2 prevede una serie di proprietà per il pellet di legno con valori caratteristici per ogni classe di qualità, A1, A2 e B. Per simulare le condizioni cui sono sottoposte le emissioni in aria ambiente, il campionamento del particolato è stato effettuato per mezzo di un tunnel di diluizione. Per valutare e confrontare le emissioni prodotte della stufa a pellet, i dati ottenuti sono stati espressi come fattori di emissione cioè il rapporto tra la quantità di inquinante emesso e i MJ sviluppati dalla combustione. Dallo studio emerge che il pellet di più scarsa qualità mostra emissioni maggiori di CO, NOx, PM, ioni solubili, e la formazione di IPA con alta tossicità: questo implica un maggior impatto sulla salute dell’uomo e sull’ambiente. Inoltre la combustione di pellet di bassa qualità di tipo B causa frequenti problemi di combustione dovuti all’alta percentuale di ceneri, portando a maggiori emissioni di prodotti da combustione incompleta (TC, IPA, PM). La maggior potenza di funzionamento della stufa limita l’emissione di prodotti di combustione incompleta, TC, CO, PM e IPA, ma aumenta la tossicità di quest’ultimi.

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Signatur des Originals: S 36/F11701

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The samples were collected using a T-80 net (375 µm mesh size) equipped with a non-filtering cod-end in the North Atlantic during the G.O. Sars Trans-Atlantic cruise in 2013. Within 15-30 minutes after the recovery, 20 Calanus finmarchicus females were sorted out under microscope in ice chilled petri dishes and incubated individually in 600 ml polycarbonate culture bottles resulting in 20 replicate measurements. The bottles were filled with 50 µm screened seawater originated from 6 m water depth. The samples were incubated upright in thermoroom for 24 hours at the surface temperature (3°C). After the samples had been filtered (40 µm filter), female prosome length, egg as well as pellet abundance were determined. Subsequently, eggs from six females were incubated in petri dishes at 5°C. After 4 days, the number of nauplii and eggs were counted in order to calculate hatching success.

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Mesozooplankton is collected by vertical tows within the Black sea water body mass layer in the NE Aegean, using a WP-2 200 µm net equipped with a large non-filtering cod-end (10 l). Macrozooplankton organisms are removed using a 2000 µm net. A few unsorted animals (approximately 100) are placed inside several glass beaker of 250 ml filled with GF/F or 0.2 µm Nucleopore filtered seawater and with a 100 µm net placed 1 cm above the beaker bottom. Beakers are then placed in an incubator at natural light and maintaining the in situ temperature. After 1 hour pellets are separated from animals and placed in separated flasks and preserved with formalin. Pellets are counted and measured using an inverted microscope. Animals are scanned and counted using an image analysis system. Carbon- Specific faecal pellet production is calculated from a) faecal pellet production, b) individual carbon: Animals are scanned and their body area is measured using an image analysis system. Body volume is then calculated as an ellipsoid using the major and minor axis of an ellipse of same area as the body. Individual carbon is calculated from a carbon- total body volume of organisms (relationship obtained for the Mediterranean Sea by Alcaraz et al. (2003) divided by the total number of individuals scanned and c) faecal pellet carbon: Faecal pellet length and width is measured using an inverted microscope. Faecal pellet volume is calculated from length and width assuming cylindrical shape. Conversion of faecal pellet volume to carbon is done using values obtained in the Mediterranean from: a) faecal pellet density 1,29 g cm**3 (or pg µm**3) from Komar et al. (1981); b) faecal pellet DW/WW=0,23 from Elder and Fowler (1977) and c) faecal pellet C%DW=25,5 Marty et al. (1994).