269 resultados para Palin, Tutta


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Questa tesi è un contributo al dibattito meta-terminologico sull'uso scientifico del termine "monoteismo" in relazione alla religione dell'Israele antico. L'attenzione è rivolta principalmente a un tema specifico: l'esplorazione della nozione teistica di "esistenza" divina (implicita nell'uso di "monoteismo" come lente di osservazione) e il problema della sua applicazione alle concettualizzazioni della divinità che emergono nella Bibbia ebraica. In primo luogo, il "monoteismo" come termine e concetto viene ricondotto alle sue origini storiche nell'ambiente intellettuale del platonismo di Cambridge nell'Inghilterra del XVII secolo. Poi, si affronta il dibattito contemporaneo sull'uso del termine "monoteismo" in relazione alla religione dell'Israele antico e si evidenzia il ruolo dell'"esistenza" teistica come lente distorcente nella lettura dei testi biblici. La maggior parte della tesi sostiene questo assunto con una lettura esegetica dettagliata di tre passi biblici scelti come casi di studio: Sal 82; 1Re 18,20-40* e Zc 14,9. Queste analisi mostrano come la nozione teistica di un'esistenza divina astratta non sia in grado di spiegare la rappresentazione del divino che emerge da questi testi. Allo stesso tempo, il potere divino come categoria euristica viene proposto come un'alternativa più adatta a spiegare queste concettualizzazioni della divinità. L'ultima sezione elabora ulteriormente questi risultati. Qui la regalità di YHWH, come immagine metaforica del suo potere, viene utilizzata per descrivere i cambiamenti nella concettualizzazione di questa divinità. L'argomentazione finale è che in nessuna parte del materiale biblico affrontato in questa tesi si trova una nozione simile a quella di esistenza divina astratta. Poiché tale nozione è implicita nell'uso del termine "monoteismo", questi risultati richiedono una considerazione ancora più attenta del suo uso nel dibattito scientifico.

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La Bibbia è uno dei più favolosi tesori di storia e storie dell'umanità. Fin dalla notte dei tempi, infatti, i credenti raccontano, non importa come. A lungo plasmati dalla tradizione orale, pazientemente redatti, i racconti biblici obbediscono a sottili regole di composizione. Dietro a storie apparentemente ingenue si nasconde la fine strategia di un narratore. Il libro di Daniel Marguerat e Yvan Bourquin è il primo manuale di iniziazione all'analisi narrativa biblica in italiano. Conduce il lettore tra le pieghe del racconto per osservarne la costruzione. Il mettere in luce l'architettura nascosta dei testi porta a interrogare in modo nuovo il loro significato. Con grande chiarezza pedagogica, gli autori hanno organizzato un percorso che permette di scoprire gli strumenti dell'analisi narrativa, di studiarne l'applicazione, di valutarne l'efficacia. Tutta la magia della lettura vi si trova illustrata.

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La Bibbia è uno dei più favolosi tesori di storia e storie dell'umanità. Fin dalla notte dei tempi, infatti, i credenti raccontano, non importa come. A lungo plasmati dalla tradizione orale, pazientemente redatti, i racconti biblici obbediscono a sottili regole di composizione. Dietro a storie apparentemente ingenue si nasconde la fine strategia di un narratore. Il libro di Daniel Marguerat e Yvan Bourquin è il primo manuale di iniziazione all'analisi narrativa biblica in italiano. Conduce il lettore tra le pieghe del racconto per osservarne la costruzione. Il mettere in luce l'architettura nascosta dei testi porta a interrogare in modo nuovo il loro significato. Con grande chiarezza pedagogica, gli autori hanno organizzato un percorso che permette di scoprire gli strumenti dell'analisi narrativa, di studiarne l'applicazione, di valutarne l'efficacia. Tutta la magia della lettura vi si trova illustrata.

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PURPOSE: To report our results of endovascular aneurysm repair (EVAR) over a 10-year period using systematic preoperative collateral artery embolization. METHODS: From 1999 until 2009, 124 patients (117 men; mean age 70.8 years) with abdominal aortic aneurysm (AAA) underwent embolization of patent lumbar and/or inferior mesenteric arteries prior to elective EVAR procedures. Embolization was systematically attempted and, whenever possible, performed using microcoils and a coaxial technique. Follow-up included computed tomography and/or magnetic resonance imaging and abdominal radiography. RESULTS: The technical success for EVAR was 96% (119/124), with 4 patients dying within 30 days (3.2% perioperative mortality) and 1 type III endoleak accounting for the failures. Collateral arteries were occluded spontaneously or by embolization in 60 (48%) of 124 patients. The endoleak rate was 50.9% (74 in 61 patients), most of which were type II (19%). Over a mean clinical follow-up of 60.5±34.1 months (range 1-144), aneurysm sac dimensions decreased in 66 patients, increased in 19 patients, and were stable in 35. The endoleak rate was significantly higher in the patients with increasing sac diameter (p<0.001). Among the patients with patent collateral arteries, 38/64 (59.3%) developed 46 leaks, while 28 leaks appeared in 23 (41%) of 56 patients with collateral artery occlusion (p=0.069). The type II endoleak rate significantly differed between these two groups (47.8% vs. 3.6%, p<0.001). CONCLUSION: Preoperative collateral embolization seems to be a valid method of reducing the incidence of type II endoleak, improving the long-term outcome.

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Letterato versatile e curioso del presente, Sertorio Quattromani (Cosenza 1541-1603) fu uno dei migliori critici letterari della seconda metà del Cinquecento, come dimostrano innanzi tutto l'importante esposizione delle Rime di Della Casa (edita postuma nel 1616) e ora il commento alle Rime di Bembo, qui per la prima volta pubblicato, sulla base del manoscritto Palatino 1036 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nel quale si conserva adespoto con il titolo Luoghi difficili del Bembo. Elaborato tra il 1564 e il 1570, il commento bembiano si presenta non del tutto compiuto, per quanto già ricco di chiose esplicative e di riferimenti intertestuali. Occorre tuttavia considerare che la tipologia esegetica scelta da Quattromani non è quella dell'esposizione continua ma quella del commento tecnico e selettivo, incentrato sulla spiegazione dei luoghi difficili e sull'allegazione dei loci paralleli, oltre che sulle censure di gusto e sui rilievi linguistici, stilistici e retorici. Focalizzata sulla parafrasi e sull'intertestualità, l'annotazione di Quattromani intende essere al servizio del testo e insieme offrire agli scrittori coevi la possibilità di entrare in uno dei più raffinati laboratori poetici del Rinascimento. Almeno due sono le ragioni per motivare il recupero di un'opera incompiuta, e che lo stesso autore non ritenne più adeguata ai tempi, impegnandosi nell'esegesi delle Rime dellacasiane. Innanzi tutto un motivo di ordine generale: letture e commenti di critici coevi all'autore sono di grande utilità per un'interpretazione dei testi storicamente fondata. Poi un motivo specifico, che riguarda lo sviluppo della lirica italiana: già da metà Cinquecento l'esegesi dei poeti contemporanei diventa uno strumento essenziale per costruire la lirica moderna sulle fondamenta gettate da Bembo prima e da Della Casa poi. Infatti nel commento bembiano di Quattromani la fitta allegazione di loci paralleli estratti dalla letteratura latina serve anche a rivelare quanto il petrarchismo di Bembo non si alimenti del solo Petrarca. Rispetto alla vulgata petrarchistica, ciò che emerge nel Bembo di Quattromani è pertanto l'impossibilità per un poeta non corrivo di attenersi a norme insensibili al mutare dei tempi. Il riuso del dettato petrarchesco resta ovviamente legge, ma a patto che accolga nuove commistioni e svariati incrementi. In particolare, si avverte come sempre più vitale la riappropriazione profonda di tutta la letteratura in latino, da quella antica a quella umanistico-rinascimentale, tanto da pervenire a una contaminazione di latino e volgare che può essere considerata uno dei principali fattori di apertura della strada verso il Barocco intrapresa a fine Cinquecento dalla poesia italiana.

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PURPOSE: To explore the use of telementoring for distant teaching and training in endovascular aortic aneurysm repair (EVAR). METHODS: According to a prospectively designed study protocol, 48 patients underwent EVAR: the first 12 patients (group A) were treated at a secondary care center by an experienced interventionist, who was training the local team; a further 12 patients (group B) were operated by the local team at their secondary center with telementoring by the experienced operator from an adjacent suite; and the last 24 patients (group C) were operated by the local team with remote telementoring support from the experienced interventionist at a tertiary care center. Telementoring was performed using 3 video sources; images were transmitted using 4 ISDN lines. EVAR was performed using intravascular ultrasound and simultaneous fluoroscopy to obtain road mapping of the abdominal aorta and its branches, as well as for identifying the origins of the renal arteries, assessing the aortic neck, and monitoring the attachment of the stent-graft proximally and distally. RESULTS: Average duration of telementoring was 2.1 hours during the first 12 patients (group B) and 1.2 hours for the remaining 24 patients (group C). There was no difference in procedural duration (127+/-59 minutes in group A, 120+/-4 minutes in group B, and 119+/-39 minutes in group C; p=0.94) or the mean time spent in the ICU (26+/-15 hours in group A, 22+/-2 hours in group B, and 22+/-11 hours for group C; p=0.95). The length of hospital stay (11+/-4 days in group A, 9+/-4 days in group B, and 7+/-1 days in group C; p=0.002) was significantly different only for group C versus A (p=0.002). Only 1 (8.3%) patient (in group A: EVAR performed by the experienced operator) required conversion to open surgery because of iliac artery rupture. This was the only conversion (and the only death) in the entire study group (1/12 in group A versus 0/36 in groups B + C, p=0.31). CONCLUSIONS: Telementoring for EVAR is feasible and shows promising results. It may serve as a model for development of similar projects for teaching other invasive procedures in cardiovascular medicine.

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Tämän tutkimuksen tarkoituksena on kuvata ja ymmärtää osuustoiminnallisen yrityksen alaistaitoja henkilöstön näkökulmasta. Alaistaitoja pyritään ymmärtämään psykologisen sopimuksen, luottamuksen ja organisaatioon sitoutumisen kautta. Tavoitteena on kartoittaa henkilöstön käsityksiä alaistaidoista. Lisäksi pyritään ymmärtämään mitä osuustoiminnallisuus on henkilöstön näkökulmasta ja minkälaisia yhteyksiä sillä on henkilöstön alaistaitoihin. Tutkimus on luonteeltaan laadullinen tutkimus, jossa tutkimusmetodina on käytetty teemahaastattelua. Tutkimuksen aineisto on kerätty kahdellatoista yksilöhaastattelulla tutkimuksen kohteena olevan organisaation henkilöstöstä. Tutkimustulosten perusteella voidaan todeta, että toimihenkilöiden hahmottamat mahdollisuudet olla osallisena johtamistyössä sekä esimiesten odotukset ja toiveet alaisten toteuttamista alaistaidoista ovat samansuuntaisia. Eroavaisuudet toimihenkilöiden ja esimiesten alaistaito käsityksistä liittyvät työyhteisöön ja esimieheen suuntautuvaan vuorovaikutukseen sekä ammatillisen kasvun menetelmiin. Osuustoiminnallisuus luo pohjaa yhteisöllisyydellä ja sitoutumisen kautta.

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Invocatio: Divina favente gratia.