892 resultados para One City Nine Towns


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Calyptraeotheres garthi (Fenucci, 1975) is one of nine species of Pinnotheridae occurring in Argentina and the only species of that genus located in this region. This species can be found from the San Maths Gulf, Argentina to Rio Grande do Sul, Brazil where it lives in symbiotic association with limpets of the family Calyptraeidae. Currently, two species of limpets have been reported as hosts of this species: Crepidula protea (d'Orbigny, 1841) and Crepidula argentina Simone, Pastorino & Penchaszadeh, 2000. We report here four more species of limpets serving as hosts of C. garthi, namely Bostrycapulus odites Collin, 2005, Crepidula cachimilla Cledon, Simone & Penchaszadeh, 2004, Crepidula plana Say, 1822 and Trochita pileus (Lamarck, 1822). Thus, this pinnotherid appears to be, as others members of the family, a generalist symbiotic species since it dwells on almost all the potential limpet species reported for Argentina. However, there are notable differences in prevalence of C. garthi on each host, which suggest that the symbiont might prefer species of Crepidula over the others genera (Trochita and Bostrycapulus). Additionally, there exists an apparent relationship between host size and prevalence (e.g., Crepidula cachimilla, the limpet with the highest prevalence, is clearly larger than the others hosts). Perhaps it is premature to conclude that the size of the host might be of benefit for the symbiont, but it is a hypothesis worthy of being explored.

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The treatment of hemorrhoidal disease (HD) by conventional hemorrhoidectomy is associated with significant morbidity, mainly represented by the postoperative pain and the late return to daily activities. Doppler-guided hemorrhoid artery ligation (DGHAL) is a minimal-invasive surgical treatment for HD that has been used as an alternative method in order to reduce these inconveniences. OBJECTIVE: To analyze the initial results of the DGHAL technique associated with rectal mucopexy in the treatment of HD. METHODS:Forty-two patients with stage I, III and IV hemorrhoids who were submitted to DGHAL were analyzed from December 2010 to August 2011. Eleven patients (26%) were stage II; 21 (50%), stage III; and 10 (24%), stage IV HD. All patients were operated by the same surgeon under spinal anesthesia and using the same equipment and technique to perform the procedure. The 42 patients underwent ligation of six arterial branches followed by rectal mucopexia by uninterrupted suture. Nine patients needed concomitant removal of perianal skin tag. In the postoperative, the following parameters were evaluated: pain, tenesmus, bleeding, itching, prolapse, mucus discharge and recurrence. The mean postoperative follow-up lasted four months (one to nine months). RESULTS: Tenesmus was the most common postoperative complaint for 85.7% of patients followed by pain, in 28.6%, perianal burning, in 12.3%, mucus discharge and perianal hematoma in 4.7%. Two patients had severe postoperative bleeding and required surgical haemostasis, one of which needed blood transfusion. Ninety-five percent of the patients declared to be satisfied with the method. CONCLUSION: Even though DGHAL has complications similar to those of other surgical methods, its results present less postoperative pain, allowing faster recovery and return to work. Studies with more cases and a longer follow-up are still necessary to assess the late recurrence.

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Se il lavoro dello storico è capire il passato come è stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non è azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalità di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nell’area della multimedialità come la realtà virtuale, permettono agli storici di comunicare l’esperienza del passato in più sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilità di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici è se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realtà 3D può suscitare, è un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo però la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasività di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma è necessario riconoscere che esiste più di una verità storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer è diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dell’informazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed è su questi due binari che è si muove l’offerta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di esplorare, attraverso l’utilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si può raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa città in particolare tra fabbrica e movimento operaio, è inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in città fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella città, intesa come entità biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la città: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed è nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorità, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni .... Il modello della città qui rappresentata non è una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realtà modellata è rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno è possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attività di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro è far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e l’informatica, nelle diverse opportunità tecnologiche che questa presenta. Le possibilità di ricostruzione offerte dal 3D vengono così messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realtà dell’epoca presa in considerazione e convogliando in un’unica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della città dell’epoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sull’argomento attraverso l’utilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessità di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della città che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perciò le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di un’interfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi è ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. È il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione dell’uso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nell’apprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realtà storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicità dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non è specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non può farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunità di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto è che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso più canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio è uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto è una ricostruzione in realtà virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi può poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dall’aspetto ludico della ricostruzione, apprendono con più facilità. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e l’oggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si è giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology è il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto è quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui è possibile costruire mondi virtuali, e che è quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) è il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E’ stata utilizzata la versione gratuita dell’editor. Il risultato finale del progetto è un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. L’utente può visitare l’edificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di “spettacolarizzazione” degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersività rendendo l’ambiente più credibile e immediatamente codificabile. L’architettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore è, quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualità, La presenza di un certo numero di bug lo rende, però, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilità di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico è di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo più ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto all’estero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, è sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre più rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sarà in futuro una attività alla portata di un pubblico sempre più vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento più immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio più tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo è stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunità per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che l’estetica abbia un effetto sull’epistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Un’analisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati può comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perchè non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perchè gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacità, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con sè, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica può essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non può fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa più importante è stata la possibilità di fare esperienze nell’uso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare “leggi universali” dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico l’informatica, con la sua capacità di gestire masse impressionanti di dati, dà agli studiosi la possibilità di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro è andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione d’eccellenza per determinate fasce d’età (adolescenti). Volendo spingere all’estremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia è la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una tribù o di una città. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie all’interattività con il mezzo. La nostra capacità come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sarà l’unico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattività consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno.

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In den westlichen Industrieländern ist das Mammakarzinom der häufigste bösartige Tumor der Frau. Sein weltweiter Anteil an allen Krebserkrankungen der Frau beläuft sich auf etwa 21 %. Inzwischen ist jede neunte Frau bedroht, während ihres Lebens an Brustkrebs zu erkranken. Die alterstandardisierte Mortalitätrate liegt derzeit bei knapp 27 %.rnrnDas Mammakarzinom hat eine relative geringe Wachstumsrate. Die Existenz eines diagnostischen Verfahrens, mit dem alle Mammakarzinome unter 10 mm Durchmesser erkannt und entfernt werden, würden den Tod durch Brustkrebs praktisch beseitigen. Denn die 20-Jahres-Überlebungsrate bei Erkrankung durch initiale Karzinome der Größe 5 bis 10 mm liegt mit über 95 % sehr hoch.rnrnMit der Kontrastmittel gestützten Bildgebung durch die MRT steht eine relativ junge Untersuchungsmethode zur Verfügung, die sensitiv genug zur Erkennung von Karzinomen ab einer Größe von 3 mm Durchmesser ist. Die diagnostische Methodik ist jedoch komplex, fehleranfällig, erfordert eine lange Einarbeitungszeit und somit viel Erfahrung des Radiologen.rnrnEine Computer unterstützte Diagnosesoftware kann die Qualität einer solch komplexen Diagnose erhöhen oder zumindest den Prozess beschleunigen. Das Ziel dieser Arbeit ist die Entwicklung einer vollautomatischen Diagnose Software, die als Zweitmeinungssystem eingesetzt werden kann. Meines Wissens existiert eine solche komplette Software bis heute nicht.rnrnDie Software führt eine Kette von verschiedenen Bildverarbeitungsschritten aus, die dem Vorgehen des Radiologen nachgeahmt wurden. Als Ergebnis wird eine selbstständige Diagnose für jede gefundene Läsion erstellt: Zuerst eleminiert eine 3d Bildregistrierung Bewegungsartefakte als Vorverarbeitungsschritt, um die Bildqualität der nachfolgenden Verarbeitungsschritte zu verbessern. Jedes kontrastanreichernde Objekt wird durch eine regelbasierte Segmentierung mit adaptiven Schwellwerten detektiert. Durch die Berechnung kinetischer und morphologischer Merkmale werden die Eigenschaften der Kontrastmittelaufnahme, Form-, Rand- und Textureeigenschaften für jedes Objekt beschrieben. Abschließend werden basierend auf den erhobenen Featurevektor durch zwei trainierte neuronale Netze jedes Objekt in zusätzliche Funde oder in gut- oder bösartige Läsionen klassifiziert.rnrnDie Leistungsfähigkeit der Software wurde auf Bilddaten von 101 weiblichen Patientinnen getested, die 141 histologisch gesicherte Läsionen enthielten. Die Vorhersage der Gesundheit dieser Läsionen ergab eine Sensitivität von 88 % bei einer Spezifität von 72 %. Diese Werte sind den in der Literatur bekannten Vorhersagen von Expertenradiologen ähnlich. Die Vorhersagen enthielten durchschnittlich 2,5 zusätzliche bösartige Funde pro Patientin, die sich als falsch klassifizierte Artefakte herausstellten.rn

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Inspired by research in the field of behavioral economics as well as social psychology, this study aimed to explore if conformity plays a role in the occurrence of herd behavior in the financial market. Participants received one of nine different versions of a survey either online or on paper. They answered questions related to riskiness when making decisions, dependency on others when making decisions, and investment preferences among other questions. In experimental conditions, participants were told the majority of investors, either sixty percent or eighty percent, invested in a certain stock or won a game. It was predicted that individuals would conform to the group behavior in both experimental conditions with the highest level of conformity in the high pressure to conform condition. Results of experiments revealed that when the overwhelming majority of other investors behaved a certain way (80%), participants were more likely to behave that same way. Results of the third experiment supported previous research stating that emotion affects economic decision-making and facilitates herd behavior.

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OBJECTIVES: Fever is one of the most commonly seen symptoms in the pediatric emergency department. The objective of this study was to observe how the rapid testing for influenza virus impacts on the management of children with fever. METHODS: We performed a review of our pediatric emergency department records during the 2008/2009 annual influenza season. The BinaxNow Influenza A+B test was performed on patients with the following criteria: age 1.0 to 16.0 years, fever greater than 38.5 °C, fever of less than 96 hours' duration after the onset of clinical illness, clinical signs compatible with acute influenza, and nontoxic appearance. Additional laboratory tests were performed at the treating physician's discretion. RESULTS: The influenza rapid antigen test was performed in 192 children. One hundred nine (57%) were influenza positive, with the largest fraction (101 patients) positive for influenza A. The age distribution did not differ between children with negative and positive test results (mean, 5.3 vs. 5.1 years, not statistically significant). A larger number of diagnostic tests were performed in the group of influenza-negative patients. Twice as many complete blood counts, C-reactive protein determinations, lumbar punctures, and urinalyses were ordered in the latter group. CONCLUSIONS: Rapid diagnosis of influenza in the pediatric emergency department affects the management of febrile children as the confirmation of influenza virus infection decreases additional diagnostic tests ordered.

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In Switzerland, harm-reduction programs have the support of the national government and many localities, in congruence with much of the rest of Europe and in contrast with the United States, and take place in public settings. The threat of AIDS is recognized as the greater harm. This paper describes the overall national program and highlights the experience from one city; the program is noteworthy because it is aimed at gathering comparative data from controlled trials.

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PAX2 is one of nine PAX genes regulating tissue development and cellular differentiation in embryos. PAX2 promotes cell proliferation, oncogenic transformation, cell-lineage specification, migration, and survival. Unattenuated PAX2 has been found in several cancer types. We therefore sought to elucidate the role of PAX2 in ovarian carcinomas. We found that PAX2 was expressed in low-grade serous, clear cell, endometrioid and mucinous cell ovarian carcinomas, which are relatively chemoresistant compared to high grade serous ovarian carcinomas. Four ovarian cancer cell lines, RMUGL (mucinous), TOV21G (clear cell), MDAH-2774 (endometrioid) and IGROV1 (endometrioid), which express high-levels of PAX2, were used to study the function of PAX2. Lentiviral shRNAs targeting PAX2 were used to knock down PAX2 expression in these cell lines. Cellular proliferation and motility assays subsequently showed that PAX2 stable knockdown had slower growth and migration rates. Microarray gene expression profile analysis further identified genes that were affected by PAX2 including the tumor suppressor gene G0S2. Reverse phase protein array (RPPA) data showed that PAX2 knockdown affected several genes that are involved in apoptosis, which supports the fact that downregulation of PAX2 in PAX2-expressing ovarian cancer cells inhibits cell growth. We hypothesize that this growth inhibition is due to upregulation of the tumor suppressor gene G0S2 via induction of apoptosis. PAX2 represents a potential therapeutic target for chemoresistant PAX2-expressing ovarian carcinomas.

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Analogies may arise from the conscious detection of similarities between a present and a past situation. In this functional magnetic resonance imaging study, we tested whether young volunteers would detect analogies unconsciously between a current supraliminal (visible) and a past subliminal (invisible) situation. The subliminal encoding of the past situation precludes awareness of analogy detection in the current situation. First, participants encoded subliminal pairs of unrelated words in either one or nine encoding trials. Later, they judged the semantic fit of supraliminally presented new words that either retained a previously encoded semantic relation (“analog”) or not (“broken analog”). Words in analogs versus broken analogs were judged closer semantically, which indicates unconscious analogy detection. Hippocampal activity associated with subliminal encoding correlated with the behavioral measure of unconscious analogy detection. Analogs versus broken analogs were processed with reduced prefrontal but enhanced medial temporal activity. We conclude that analogous episodes can be detected even unconsciously drawing on the episodic memory network.

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PURPOSE Rapid weight loss is a risk factor for gallstone formation, and postoperative treatment options for gallstone formation are still part of scientific discussion. No prospective studies monitored the incidence for gallstone formation and subsequent cholecystectomy after bariatric surgery longer than 5 years. The aim of the study was to determine the incidence of gallstone formation and cholecystectomy in bariatric patients over 10 years. MATERIALS AND METHODS One hundred nine patients were observed over 10 years after laparoscopic gastric banding or gastric bypass/gastric sleeve. The incidence of gallstone formation and cholecystectomy was correlated to longitudinal changes in anthropometric parameters. RESULTS In total, 91 female and 18 male patients were examined. Nineteen patients had postoperative gallstone formation, and 12 female patients required cholecystectomy. The number needed to harm for gallstone formation was 7.1 and 2.3 cases in the banding group and gastric bypass/gastric sleeve group, respectively. The number needed to harm for cholecystectomy was 11.6 and 2.5 cases in the banding group and the gastric bypass/gastric sleeve group, respectively. Weight loss was higher in patients requiring subsequent cholecystectomy. Mean follow-up to cholecystectomy was 21.5 months with the latest operation after 51 months. CONCLUSION Female gender and rapid weight loss were major risk factors for postoperative cholelithiasis. Ultrasound examinations within 2 to 5 years are recommended in every patient, independent of bariatric procedure. Pharmacologic treatment should be considered in high risk patients within 2 to 5 years to prevent postoperative cholelithiasis. This helps to optimize patient care and lowers postoperative morbidity.

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