990 resultados para Occupational light vehicle use


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Since the passage of the Federal-Aid Highway Act of 1956, the automobile has become the primary form of transportation on the Mississippi Gulf Coast. As the rate of motor vehicle use continues to rise faster than population growth, the benefits of the current transportation system are coming at a price that rivals annual household expenditures for housing. Furthermore, the automobile-centric transportation system incurs environmental costs. Carbon dioxide emissions, motor fuel use, health care costs for chronic illness, and the loss and impairment of natural resources due to sprawling development, continue to escalate. This project analyzes the environmental costs associated with automobile-centric planning for the urbanized area of the Mississippi Gulf Coast and compares these costs to those of alternative transportation modes.

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We tested a social-cognitive intervention to influence contraceptive practices among men living in rural communes in Vietnam. It was predicted that participants who received a stage-targeted program based on the Transtheoretical Model (TTM) would report positive movement in their stage of motivational readiness for their wife to use an intrauterine device (IUD) compared to those in a control condition. A quasi-experimental design was used, where the primary unit for allocation was villages. Villages were allocated randomly to a control condition or to two rounds of intervention with stage-targeted letters and interpersonal counseling. There were 651 eligible married men in the 12 villages chosen. A significant positive movement in men's stage of readiness for IUD use by their wife occurred in the intervention group, with a decrease in the proportions in the precontemplation stage from 28.6 to 20.2% and an increase in action/maintenance from 59.8 to 74.4% (P < 0.05). There were no significant changes in the control group. Compared to the control group, the intervention group showed higher pros, lower cons and higher self-efficacy for IUD use by their wife as a contraceptive method (P < 0.05). Interventions based on social-cognitive theory can increase men's involvement in IUD use in rural Vietnam and should assist in reducing future rates of unwanted pregnancy.

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La riduzione dei consumi di combustibili fossili e lo sviluppo di tecnologie per il risparmio energetico sono una questione di centrale importanza sia per l’industria che per la ricerca, a causa dei drastici effetti che le emissioni di inquinanti antropogenici stanno avendo sull’ambiente. Mentre un crescente numero di normative e regolamenti vengono emessi per far fronte a questi problemi, la necessità di sviluppare tecnologie a basse emissioni sta guidando la ricerca in numerosi settori industriali. Nonostante la realizzazione di fonti energetiche rinnovabili sia vista come la soluzione più promettente nel lungo periodo, un’efficace e completa integrazione di tali tecnologie risulta ad oggi impraticabile, a causa sia di vincoli tecnici che della vastità della quota di energia prodotta, attualmente soddisfatta da fonti fossili, che le tecnologie alternative dovrebbero andare a coprire. L’ottimizzazione della produzione e della gestione energetica d’altra parte, associata allo sviluppo di tecnologie per la riduzione dei consumi energetici, rappresenta una soluzione adeguata al problema, che può al contempo essere integrata all’interno di orizzonti temporali più brevi. L’obiettivo della presente tesi è quello di investigare, sviluppare ed applicare un insieme di strumenti numerici per ottimizzare la progettazione e la gestione di processi energetici che possa essere usato per ottenere una riduzione dei consumi di combustibile ed un’ottimizzazione dell’efficienza energetica. La metodologia sviluppata si appoggia su un approccio basato sulla modellazione numerica dei sistemi, che sfrutta le capacità predittive, derivanti da una rappresentazione matematica dei processi, per sviluppare delle strategie di ottimizzazione degli stessi, a fronte di condizioni di impiego realistiche. Nello sviluppo di queste procedure, particolare enfasi viene data alla necessità di derivare delle corrette strategie di gestione, che tengano conto delle dinamiche degli impianti analizzati, per poter ottenere le migliori prestazioni durante l’effettiva fase operativa. Durante lo sviluppo della tesi il problema dell’ottimizzazione energetica è stato affrontato in riferimento a tre diverse applicazioni tecnologiche. Nella prima di queste è stato considerato un impianto multi-fonte per la soddisfazione della domanda energetica di un edificio ad uso commerciale. Poiché tale sistema utilizza una serie di molteplici tecnologie per la produzione dell’energia termica ed elettrica richiesta dalle utenze, è necessario identificare la corretta strategia di ripartizione dei carichi, in grado di garantire la massima efficienza energetica dell’impianto. Basandosi su un modello semplificato dell’impianto, il problema è stato risolto applicando un algoritmo di Programmazione Dinamica deterministico, e i risultati ottenuti sono stati comparati con quelli derivanti dall’adozione di una più semplice strategia a regole, provando in tal modo i vantaggi connessi all’adozione di una strategia di controllo ottimale. Nella seconda applicazione è stata investigata la progettazione di una soluzione ibrida per il recupero energetico da uno scavatore idraulico. Poiché diversi layout tecnologici per implementare questa soluzione possono essere concepiti e l’introduzione di componenti aggiuntivi necessita di un corretto dimensionamento, è necessario lo sviluppo di una metodologia che permetta di valutare le massime prestazioni ottenibili da ognuna di tali soluzioni alternative. Il confronto fra i diversi layout è stato perciò condotto sulla base delle prestazioni energetiche del macchinario durante un ciclo di scavo standardizzato, stimate grazie all’ausilio di un dettagliato modello dell’impianto. Poiché l’aggiunta di dispositivi per il recupero energetico introduce gradi di libertà addizionali nel sistema, è stato inoltre necessario determinare la strategia di controllo ottimale dei medesimi, al fine di poter valutare le massime prestazioni ottenibili da ciascun layout. Tale problema è stato di nuovo risolto grazie all’ausilio di un algoritmo di Programmazione Dinamica, che sfrutta un modello semplificato del sistema, ideato per lo scopo. Una volta che le prestazioni ottimali per ogni soluzione progettuale sono state determinate, è stato possibile effettuare un equo confronto fra le diverse alternative. Nella terza ed ultima applicazione è stato analizzato un impianto a ciclo Rankine organico (ORC) per il recupero di cascami termici dai gas di scarico di autovetture. Nonostante gli impianti ORC siano potenzialmente in grado di produrre rilevanti incrementi nel risparmio di combustibile di un veicolo, è necessario per il loro corretto funzionamento lo sviluppo di complesse strategie di controllo, che siano in grado di far fronte alla variabilità della fonte di calore per il processo; inoltre, contemporaneamente alla massimizzazione dei risparmi di combustibile, il sistema deve essere mantenuto in condizioni di funzionamento sicure. Per far fronte al problema, un robusto ed efficace modello dell’impianto è stato realizzato, basandosi sulla Moving Boundary Methodology, per la simulazione delle dinamiche di cambio di fase del fluido organico e la stima delle prestazioni dell’impianto. Tale modello è stato in seguito utilizzato per progettare un controllore predittivo (MPC) in grado di stimare i parametri di controllo ottimali per la gestione del sistema durante il funzionamento transitorio. Per la soluzione del corrispondente problema di ottimizzazione dinamica non lineare, un algoritmo basato sulla Particle Swarm Optimization è stato sviluppato. I risultati ottenuti con l’adozione di tale controllore sono stati confrontati con quelli ottenibili da un classico controllore proporzionale integrale (PI), mostrando nuovamente i vantaggi, da un punto di vista energetico, derivanti dall’adozione di una strategia di controllo ottima.

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In most of the discussions about environmental issues and policies, transportation is highlighted as one of the main sources of pollutant emissions and energy consumption. The attention given to the automotive industry is understandable in this context due to its size, expansion, presence in our daily lives, and of course its environmental impact. If we scrutinize the “greenness” of car manufacturers we will find issues of concern from the raw material use, production processes, use, and end-of-life of vehicles. The main issues for production are high consumption of energy, raw materials, water and the waste stream, which contains the four substances of concern (cadmium, lead, hexavalent chromium, mercury). In respect of carbon emissions and energy use the use of cars is the main phase of its life-cycle due to the combination of internal combustion engines with fossil fuels. The most recent pressure is aimed at the end-of-life vehicles (ELV). In addition to the pollution from vehicle use, traffic jams and car accidents continue to be part of the downside of a car culture. Landfills sites are becoming scarce and the contamination of soil and aquifers completes the picture.

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Bhutan is a low-middle-income country with poor roads, rapidly increasing motor vehicle use and heavy alcohol consumption. We estimated the proportion of emergency department patients presenting with injury who had positive blood alcohol. We sought to breathalyse and interview all adult patients (≥18 years) presenting with injury at the Jigme Dorji Wangchuck National Referral Hospital in the capital city Thimphu, from April to October 2015. Breath tests and interviews were conducted with 339 (91%) of 374 eligible adult patients. A third (34%) were alcohol-positive and 22% had blood alcohol concentrations >0.08 g/dL. The highest alcohol-positive fractions were for assault (71%), falls (31%) and traffic crashes (30%). Over a third (36%) of patients had a delay of >2 h between injury and breath test. The results underestimate blood alcohol concentrations at the time of injury so the true prevalence of pre-injury alcohol impairment is greater than our estimates suggest. Countermeasures are urgently needed, particularly roadside random breath testing and alcohol controls.

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Research studies on the association between exposures to air contaminants and disease frequently use worn dosimeters to measure the concentration of the contaminant of interest. But investigation of exposure determinants requires additional knowledge beyond concentration, i.e., knowledge about personal activity such as whether the exposure occurred in a building or outdoors. Current studies frequently depend upon manual activity logging to record location. This study's purpose was to evaluate the use of a worn data logger recording three environmental parameters—temperature, humidity, and light intensity—as well as time of day, to determine indoor or outdoor location, with an ultimate aim of eliminating the need to manually log location or at least providing a method to verify such logs. For this study, data collection was limited to a single geographical area (Houston, Texas metropolitan area) during a single season (winter) using a HOBO H8 four-channel data logger. Data for development of a Location Model were collected using the logger for deliberate sampling of programmed activities in outdoor, building, and vehicle locations at various times of day. The Model was developed by analyzing the distributions of environmental parameters by location and time to establish a prioritized set of cut points for assessing locations. The final Model consisted of four "processors" that varied these priorities and cut points. Data to evaluate the Model were collected by wearing the logger during "typical days" while maintaining a location log. The Model was tested by feeding the typical day data into each processor and generating assessed locations for each record. These assessed locations were then compared with true locations recorded in the manual log to determine accurate versus erroneous assessments. The utility of each processor was evaluated by calculating overall error rates across all times of day, and calculating individual error rates by time of day. Unfortunately, the error rates were large, such that there would be no benefit in using the Model. Another analysis in which assessed locations were classified as either indoor (including both building and vehicle) or outdoor yielded slightly lower error rates that still precluded any benefit of the Model's use.^

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Traffic crashes are the leading cause of death and injury among children aged between 4-14 years1,2 and premature graduation to adult seat belts2,3 and restraint misuse4 are common and known risk factors. Children are believed to prematurely graduate to adult belts and misuse the seat belt in booster seats if uncomfortable2,5,6. Although research has concentrated on educating parents and designing better restraints to reduce errors in use, comfort of the child in the restraint has not been studied. Currently there is no existing method for studying comfort in children in restraint systems, although self-report survey tools and pressure distribution mapping is commonly used to measure comfort among adult in vehicle seats. This poster presents preliminary results from work aimed at developing an appropriate method to measure comfort of children in vehicle restraint systems. The specific aims are to: 1. Examine the potential of using modified adult self-report/survey and pressure distribution mapping in children 2. Develop a video based, objective measure of comfort in children.

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National Highway Traffic Safety Administration, Office of Research and Development, Washington, D.C.

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