972 resultados para Federal Reserve banks.


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In the shadow of the global financial crisis, the issue of the marketing of credit has become an increasing concern in the past 12 months. Outstanding personal debt in the UK currently stands at £1479 billion and is rising by £1 million every 10.6 min. In Australia, there is currently $44.6 billion worth of outstanding credit card debt, and in the US, $2596 billion was owed on credit cards in 2008. At present, the banking sector utilizes sophisticated research methods to profile consumers, including those who might be considered financially vulnerable. However, the policy frameworks in most industrialized countries do not account for this form of target marketing when considering how to protect vulnerable groups. This paper is an initial attempt to examine the different methods by which profiling is conducted and the policy implications of this sophisticated form of segmentation and targeting. We argue that current consumer policies are inadequate in protecting vulnerable consumers from these marketing techniques, and recent recommendations from the Federal Reserve Bank of the United States, and the Australian Law Reform Commission to allow banks and lenders to ‘pre-screen’ potential customers will exacerbate personal debt levels, rather than reducing them.

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Logo após à crise financeira de 2007-08 o Federal Reserve interveio para tentar controlar a recessão. No entanto, ele não apenas baixou os juros, como também adotou políticas não-convencionais, incluindo o empréstimo direto para empresas em mercados de crédito de alto nível. Estas novas medidas foram controversas e alguns opositores protestaram porque elas estariam ajudando disproporcionalmente aquelas pessoas ligadas ao sistema financeiro que já eram ricas. Nós utilizamos um modelo DSGE para a análise de políticas monetária não convencional e introduzimos dois tipos distintos de agentes, capitalistas e trabalhadores, para investigar o seu impacto distributivo. Nós encontramos que a política de crédito to Fed foi bem sucedida no mercado de trabalho, o que ajuda mais os trabalhadores, e introduziu um novo competidor no mercado bancário, o governo, o que prejudica mais os capitalistas. Logo, nós encontramos que a política de crédito diminuiu a desigualdade nos EUA.

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We explore the macroeconomic effects of a compression in the long-term bond yield spread within the context of the Great Recession of 2007–09 via a time-varying parameter structural VAR model. We identify a “pure” spread shock defined as a shock that leaves the policy rate unchanged, which allows us to characterize the macroeconomic consequences of a decline in the yield spread induced by central banks asset purchases within an environment in which the policy rate is constrained by the effective zero lower bound. Two key findings stand out. First, compressions in the long-term yield spread exert a powerful effect on both output growth and inflation. Second, conditional on available estimates of the impact of the Federal Reserve’s and the Bank of England’s asset purchase programs on long-term yield spreads, our counterfactual simulations suggest that U.S. and U.K. unconventional monetary policy actions have averted significant risks both of deflation and of output collapses comparable to those that took place during the Great Depression.

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Regulatory change not seen since the Great Depression swept the U.S. banking industry beginning in the early 1980s and culminated with the Interstate Banking and Branching Efficiency Act of 1994. Banking analysts anticipated dramatic consolidation with large numbers of mergers and acquisitions. Some expressed concern about the long-term health of the smaller community banks. This paper describes and discusses the actual evolution of the U.S. banking industry over the past two decades, using the 1976 to 1998 Report of Condition and Income (Call Report) and merger data recently posted on the web site of the Federal Reserve Bank of Chicago. Among several results, more permissive interstate banking and branching regulation significantly associates with higher merger rates, with lower net entry rates, and with higher concentration within states. Interestingly, more permissive intrastate banking and branching regulation only associates with higher concentration.

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Negli ultimi anni i modelli VAR sono diventati il principale strumento econometrico per verificare se può esistere una relazione tra le variabili e per valutare gli effetti delle politiche economiche. Questa tesi studia tre diversi approcci di identificazione a partire dai modelli VAR in forma ridotta (tra cui periodo di campionamento, set di variabili endogene, termini deterministici). Usiamo nel caso di modelli VAR il test di Causalità di Granger per verificare la capacità di una variabile di prevedere un altra, nel caso di cointegrazione usiamo modelli VECM per stimare congiuntamente i coefficienti di lungo periodo ed i coefficienti di breve periodo e nel caso di piccoli set di dati e problemi di overfitting usiamo modelli VAR bayesiani con funzioni di risposta di impulso e decomposizione della varianza, per analizzare l'effetto degli shock sulle variabili macroeconomiche. A tale scopo, gli studi empirici sono effettuati utilizzando serie storiche di dati specifici e formulando diverse ipotesi. Sono stati utilizzati tre modelli VAR: in primis per studiare le decisioni di politica monetaria e discriminare tra le varie teorie post-keynesiane sulla politica monetaria ed in particolare sulla cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015) e regola del GDP nominale in Area Euro (paper 1); secondo per estendere l'evidenza dell'ipotesi di endogeneità della moneta valutando gli effetti della cartolarizzazione delle banche sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria negli Stati Uniti (paper 2); terzo per valutare gli effetti dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria in Italia in termini di implicazioni di politiche economiche (paper 3). La tesi è introdotta dal capitolo 1 in cui si delinea il contesto, la motivazione e lo scopo di questa ricerca, mentre la struttura e la sintesi, così come i principali risultati, sono descritti nei rimanenti capitoli. Nel capitolo 2 sono esaminati, utilizzando un modello VAR in differenze prime con dati trimestrali della zona Euro, se le decisioni in materia di politica monetaria possono essere interpretate in termini di una "regola di politica monetaria", con specifico riferimento alla cosiddetta "nominal GDP targeting rule" (McCallum 1988 Hall e Mankiw 1994; Woodford 2012). I risultati evidenziano una relazione causale che va dallo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo alle variazioni dei tassi di interesse di mercato a tre mesi. La stessa analisi non sembra confermare l'esistenza di una relazione causale significativa inversa dalla variazione del tasso di interesse di mercato allo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo. Risultati simili sono stati ottenuti sostituendo il tasso di interesse di mercato con il tasso di interesse di rifinanziamento della BCE. Questa conferma di una sola delle due direzioni di causalità non supporta un'interpretazione della politica monetaria basata sulla nominal GDP targeting rule e dà adito a dubbi in termini più generali per l'applicabilità della regola di Taylor e tutte le regole convenzionali della politica monetaria per il caso in questione. I risultati appaiono invece essere più in linea con altri approcci possibili, come quelli basati su alcune analisi post-keynesiane e marxiste della teoria monetaria e più in particolare la cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015). Queste linee di ricerca contestano la tesi semplicistica che l'ambito della politica monetaria consiste nella stabilizzazione dell'inflazione, del PIL reale o del reddito nominale intorno ad un livello "naturale equilibrio". Piuttosto, essi suggeriscono che le banche centrali in realtà seguono uno scopo più complesso, che è il regolamento del sistema finanziario, con particolare riferimento ai rapporti tra creditori e debitori e la relativa solvibilità delle unità economiche. Il capitolo 3 analizza l’offerta di prestiti considerando l’endogeneità della moneta derivante dall'attività di cartolarizzazione delle banche nel corso del periodo 1999-2012. Anche se gran parte della letteratura indaga sulla endogenità dell'offerta di moneta, questo approccio è stato adottato raramente per indagare la endogeneità della moneta nel breve e lungo termine con uno studio degli Stati Uniti durante le due crisi principali: scoppio della bolla dot-com (1998-1999) e la crisi dei mutui sub-prime (2008-2009). In particolare, si considerano gli effetti dell'innovazione finanziaria sul canale dei prestiti utilizzando la serie dei prestiti aggiustata per la cartolarizzazione al fine di verificare se il sistema bancario americano è stimolato a ricercare fonti più economiche di finanziamento come la cartolarizzazione, in caso di politica monetaria restrittiva (Altunbas et al., 2009). L'analisi si basa sull'aggregato monetario M1 ed M2. Utilizzando modelli VECM, esaminiamo una relazione di lungo periodo tra le variabili in livello e valutiamo gli effetti dell’offerta di moneta analizzando quanto la politica monetaria influisce sulle deviazioni di breve periodo dalla relazione di lungo periodo. I risultati mostrano che la cartolarizzazione influenza l'impatto dei prestiti su M1 ed M2. Ciò implica che l'offerta di moneta è endogena confermando l'approccio strutturalista ed evidenziando che gli agenti economici sono motivati ad aumentare la cartolarizzazione per una preventiva copertura contro shock di politica monetaria. Il capitolo 4 indaga il rapporto tra spesa pro capite sanitaria, PIL pro capite, indice di vecchiaia ed aspettativa di vita in Italia nel periodo 1990-2013, utilizzando i modelli VAR bayesiani e dati annuali estratti dalla banca dati OCSE ed Eurostat. Le funzioni di risposta d'impulso e la scomposizione della varianza evidenziano una relazione positiva: dal PIL pro capite alla spesa pro capite sanitaria, dalla speranza di vita alla spesa sanitaria, e dall'indice di invecchiamento alla spesa pro capite sanitaria. L'impatto dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria è più significativo rispetto alle altre variabili. Nel complesso, i nostri risultati suggeriscono che le disabilità strettamente connesse all'invecchiamento possono essere il driver principale della spesa sanitaria nel breve-medio periodo. Una buona gestione della sanità contribuisce a migliorare il benessere del paziente, senza aumentare la spesa sanitaria totale. Tuttavia, le politiche che migliorano lo stato di salute delle persone anziane potrebbe essere necessarie per una più bassa domanda pro capite dei servizi sanitari e sociali.

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For the better part of a decade, central banks have been making only limited headway in curbing powerful global deflationary forces. Since 2008, the US Federal Reserve has maintained zero interest rates, while pursuing multiple waves of unprecedented balance-sheet expansion through large-scale bond purchases. The Bank of England, the Bank of Japan and the European Central Bank have followed suit, each with its own version of so-called quantitative easing (QE). Yet inflation has not picked up appreciably anywhere.

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Latest issue consulted: 2002.

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Thesis (Ph.D.)--University of Washington, 2016-06

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The financial crisis of 2007-2008 led to extraordinary government intervention in firms and markets. The scope and depth of government action rivaled that of the Great Depression. Many traded markets experienced dramatic declines in liquidity leading to the existence of conditions normally assumed to be promptly removed via the actions of profit seeking arbitrageurs. These extreme events motivate the three essays in this work. The first essay seeks and fails to find evidence of investor behavior consistent with the broad 'Too Big To Fail' policies enacted during the crisis by government agents. Only in limited circumstances, where government guarantees such as deposit insurance or U.S. Treasury lending lines already existed, did investors impart a premium to the debt security prices of firms under stress. The second essay introduces the Inflation Indexed Swap Basis (IIS Basis) in examining the large differences between cash and derivative markets based upon future U.S. inflation as measured by the Consumer Price Index (CPI). It reports the consistent positive value of this measure as well as the very large positive values it reached in the fourth quarter of 2008 after Lehman Brothers went bankrupt. It concludes that the IIS Basis continues to exist due to limitations in market liquidity and hedging alternatives. The third essay explores the methodology of performing debt based event studies utilizing credit default swaps (CDS). It provides practical implementation advice to researchers to address limited source data and/or small target firm sample size.

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El objetivo de este trabajo es utilizar algunos hechos estilizados de la "Gran recesión", específicamente la drástica caída en el nivel de capitalización bancario, para analizar la relación entre los ciclos financieros y los ciclos reales, así como la efectividad de la política monetaria no convencional y las políticas macroprudenciales. Para esto, en el primer capítulo se desarrolla una microfundamentación de la banca a partir de un modelo de Costly State Verification, que es incluido posteriomente en distintas especificaciones de modelos DSGE. Los resultados muestran que: (i) los ciclos financieros y los ciclos económicos pueden relacionarse a partir del deterioro del capital bancario; (ii) Las políticas macroprudenciales y no convencionales son efectivas para moderar los ciclos económicos, pero son costosas en términos de recursos e inflación.

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This paper estimates Bejarano and Charry (2014)’s small open economy with financial frictions model for the Colombian economy using Bayesian estimation techniques. Additionally, I compute the welfare gains of implementing an optimal response to credit spreads into an augmented Taylor rule. The main result is that a reaction to credit spreads does not imply significant welfare gains unless the economic disturbances increases its volatility, like the disruption implied by a financial crisis. Otherwise its impact over the macroeconomic variables is null.