Vita mirabile, et dottrina santa della beata Caterina da Genova, nella quale si contiene vna vtile, e cattolica dimostratione, [et] dichiaratione del Purgatorio. Con vn dialogo tra l'anima, [et] il corpo, composto dalla medesima.

Edit16,

Libro de la Descension de Nuestra Señora a la Santa Yglesia de Toledo y vida de San Ilefonso, arçobispo della /

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La rosa peruana overo Vita della sposa di Christo suor Rosa di Santa Maria nativa della cittá di Lima .../

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Vita di Santa Giovanna Francesca Fremiot di Chantal fondatrice della visitazione di Santa Maria /

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Dell' historia ecclesiastica di Piacenza di Pietro Maria Campi canonico Piacentino parte prima [-terza] : nella quale si spiegano le attioni de' santi, de' beati, e de' vescoui della città di Piacenza, e l'antichissima immunità, e giurisditione di quella chiesa, con le fondationi di molti luoghi sacri, et insieme le varie donationi, e gratie riportate da' sommi pontefici, imperadori, rè, e principi, e si fà anche mentione di molte famiglie, huomini illustri, e maggiori successi d'Italia : con l'origine de' nomi de' villaggi, terre, e castella del Piacentino ... e nel fine vn' Apologia del medesimo autore per l'innocente, e santa vita del B. Gregorio papa X. Piacentino, e la vita Latina antichissima dello stesso pontefice non mai più vscita in luce ... ; Parte seconda.

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La Primavera del Botticelli : le Cantorie di Luca della Robbia e di Donatello : la Sepoltura di Lemmo Balducci : Opere d'arte dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova /

On spine: Scritti d'arte.

Istoria della conuersione alla nostra santa fede dell'Isole Mariane, dette prima de'Ladroni, nella vita, predicatione, e morte gloriosa per Christo del venerable P. Diego Luigi di Sanuitores, e d'altri suoi compagni della Compagnia di Giesù /

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Viaggi di Gesù Cristo, o Descrizione geografica de' principali luoghi e monumenti della Terra Santa,

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Viaggio di Lionardo di Nicolò Frescobaldi in Egitto e in Terra Santa; con le relazioni del Nilo, del Pretegianni, del Mar Rosso e della China,

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Istoria della translazione della miracolosa immagine di Santa Maria di Costantinopoli nella città di Bari,

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Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell'Oriente francescano ...

Succeeded by Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell'Oriente francescano. Nuova serie-documenti, diretta dal p. Girolamo Golubovich.

Memorie storiche riguardanti il martirio e culto della vergine Santa Filomena e l' invenzione de suo corpo nel cimiterio di Priscilla.

University of Illinois Library bookplate "From the library of Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo, purchased 1921" on the inside front cover.

El lenguaje místico en Santa Catalina de Siena

Resumen: El lenguaje místico posee características propias, una de ellas es la inefabilidad. En este artículo la autora, basándose en los conceptos elaborados por M. De Certeau, analiza en primer lugar los rasgos que posee este lenguaje en la obra de Santa Catalina de Siena. En segundo lugar el artículo explora la matriz epistolar que posee Il Dialogo della Divina Provvidenza, la obra más importante de la santa. Aquí se observa de qué manera una gramática hablada conserva las entonaciones propias de la meditación que le da origen. Teniendo su origen en una carta Il Dialogo no sólo manifiesta el lenguaje oral usado en su época sino su estatuto privado y público a la vez.

A santa absolvição do crime: violência, revolta e religiosidade nas dramaturgias de Jean Genet e Plínio Marcos

A presente tese de doutorado analisa, em perspectiva comparada, as convergências e divergências entre as dramaturgias do francês Jean Genet e do brasileiro Plínio Marcos, sob o prisma de três tópicos inegavelmente presentes, nelas: a violência, a revolta e a religiosidade. As questões de margem, borda, periferia, ex-centricidade, dissenso etc são abordadas neste trabalho para situar a ideia de outro como o referencial ontológico que sustenta a obra teatral de ambos. As respectivas biografias dos autores em questão, direta ou indiretamente, tem relação com a aura de marginalidade artística atribuída (e até assumida por eles próprios) a sua produção em geral (seus romances, poemas, ensaios e contos). Pode-se dizer que muito da persona que ambos assumiram correspondia às expectativas que os círculos intelectuais engajados tinham em adotar uma figura que viesse a encarnar o papel de autêntico porta-voz do segmento marginalizado da sociedade na qual cada um deles se criou. Ambos gozam de certo status de vanguardistas no caso do metateatro de Genet, na sua atribuída vinculação ao Teatro do Absurdo, e, no caso do hipernaturalismo dramático de Plínio, na sua atribuída (e mesmo confessa) descendência da linhagem criativa de caracteres e motivos do teatro de Nelson Rodrigues. Outro aspecto comum à dramaturgia de Genet e Plínio que abordamos é a problematização de dois espaços alegóricos definidores por excelência do ethos dos tipos humanos que o habitam: a prisão e o prostíbulo. Para tanto, ganham destaque, aqui, Alta vigilância e O Balcão, de Genet, e Barrela e O abajur lilás, de Plínio. Nelas também se verifica a figuração de motivos de inspiração religiosa que, no autor francês, concorrem para uma espécie de sacralização ritual do crime (o que ecoa o ideário de Antonin Artaud) e, no brasileiro, funcionam como um exercício catártico de compaixão à sombra de uma cristandade de feição primitiva que se insinua no tratamento que dá à degradação dos párias sociais que compõem seu universo dramático. Por fim, analisamos comparativamente três peças brasileiras (Pedro Mico, de Antonio Callado; Gimba, o presidente dos valentes, de Gianfrancesco Guarnieri; e Oração para um pé de chinelo, de Plínio Marcos) tomando como ponto de partida uma situação dramática comum a elas para traçar, assim, as afinidades e distinções de cada qual quanto à abordagem da criminalidade. E, assim, também, poder apontar o tipo de projeto de teatro a que cada uma se vincula, trazendo à tona questões caras ao momento histórico-cultural no qual foram compostas, como a figuração do negro e do favelado na sociedade brasileira

D. Dinis del Portogallo e Isabel d'Aragona in vita e in morte. Creazione e trasmissione della memoria nel contesto storico e artistico europeo.

La Tesi è incentrata sulle figure di D. Dinis e Isabel d’Aragona, reali del Portogallo (fine del XIII-prima metà del XIV secolo), e si focalizza sul processo di creazione e trasmissione della memoria, elaborato e messo in atto dai sovrani nel corso della loro esistenza. L’atto finale di questo annoso processo fu la realizzazione dei loro monumenti funebri creati per essere conservati nella chiesa del monastero cistercense di São Bernardo e São Dinis di Odivelas, la tomba del re, e nella chiesa del monastero di Santa Clara e Santa Isabel di Coimbra, quella della regina. Infatti, in modo del tutto inedito rispetto alla tradizione precedente, i re commissionarono e videro in vita realizzati i sepolcri che avrebbero dovuto preservare la loro memoria per l’Eternità. Essi furono concepiti a priori come parte integrante del progetto monumentale più vasto costituito dagli edifici monastici che li avrebbero dovuti custodire. In tale prospettiva, è stata rivolta particolare attenzione alla storia del monastero di Odivelas, assurto a pantheon della Monarchia, seppure per breve tempo, e al monastero di Coimbra, ultima dimora della regina Isabel una volta fallito il progetto del pantheon reale a causa della guerra civile che sconvolse il regno del Portogallo tra il 1319 e il 1324. Oltre ai sepolcri reali, sono state prese in esame alcune opere di architettura e di scultura legate alla committenza regia – in coppia o individualmente –, in particolare tre tombe coeve, due delle quali destinate ad altrettanti membri della famiglia reale. All’interno di questa Tesi, i monumenti funebri esaminati sono stati considerati non solo come strumento privilegiato per la commemorazione del defunto, ma anche come forieri di un preciso messaggio indirizzato a tutti coloro che avrebbero fruito della loro visione. Così, l’iconografia dei sepolcri è stata analizzata alla luce della spiritualità e della religiosità dei sovrani, oltre che dal punto di vista stilistico e formale. Come premessa allo studio prettamente storico-artistico, inizialmente sono stati approfonditi i rapporti tra il regno del Portogallo e la Sede Apostolica al momento dell’ascesa al trono di D. Dinis e, successivamente, il tema della guerra civile che vide contrapporsi il re e il principe, il futuro Alfonso IV. A questo scopo, integra la Tesi un’Appendice documentaria che presenta 64 documenti, la maggior parte dei quali inediti. Questo studio intende dimostrare come il Portogallo dionisino si collochi pienamente nell’orbita culturale mediterranea e proporre nuove affermazioni, considerazioni ed ipotesi rispetto ai re Dinis e Isabel, alle loro vicende storiche e personali e alla memoria di sé che vollero trasmettere ai posteri.