804 resultados para Vet


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

According to recent studies, antioxidant supplementation on gamete processing and/or storage solutions improvesgamete quality parameters, after cooling or storage at sub zero temperature. The aim of the present study was to investigate the effects of antioxidant supplementation on pig and horse gamete storage. The first study aimed to determine the effects of resveratrol (RESV) on the apoptotic status of porcine oocytes vitrified by Cryotop method, evaluating phosphatidylserine (PS) exteriorization and caspases activation. RESV(2µM) was added during: IVM (A); 2 h post-warming incubation (B); vitrification/warming and 2 h post-warming incubation (C); all previous phases (D). The obtained data demonstrate that RESV supplementation in the various steps of IVM and vitrification/warming procedure can modulate the apoptotic process, improving the resistance of porcine oocytes to cryopreservation-induced damage. In the second work different concentrations of RESV (10, 20, 40, and 80µM) were added during liquid storage of stallion sperm for 24 hours at either 10°C or 4°C, under anaerobic conditions. Our findings demonstrate that RESV supplementation does not enhance sperm quality of stallion semen after 24 hours of storage. Moreover, the highest RESV concentrations tested (40 and 80µM) could damage sperm functional status, probably acting as pro-oxidant. Finally, in the third work other two antioxidants, ascorbic acid (AA) (100 µM) and glutathione (GSH) (5mM) were added on boar freezing and/or thawing solutions. In our study different sperm parameters were evaluated before freezing and at 30 and 240 minutes after thawing. Our results showed that GSH and AA significantly improved boar sperm cryotolerance, especially when supplemented together to both freezing and thawing media. This improvement was observed in sperm viability and acrosome integrity, sperm motility, and nucleoprotein structure. Although ROS levels were not much increased by freeze-thawing procedures, the addition of GSH and AA to both freezing and thawing extenders significantly decreased intracellular peroxide levels.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Nei Roditori e nei Primati, studi di immunoistochimica condotti sulla formazione ippocampale hanno dimostrato che le proteine leganti il calcio (parvalbumina, calbindina-D28k e calretinina) sono dei marker che consentono di identificare differenti sottopopolazioni di neuroni. Nel presente studio è stata analizzata la distribuzione di queste proteine nella formazione ippocampale di cane. L’immunoreattività per la parvalbumina è stata localizzata in neuroni multipolari presenti nello strato polimorfo e nei campi CA3-CA1, così come in alcuni neuroni presumibilmente inibitori localizzati nel campo CA1 e nel subicolo. I granuli e le fibre muschiate presentavano una forte immunoreattività per la calbindina-D28k. Tale immunoreattività era evidente anche nei neuroni piramidali del campo CA1 e del subicolo ed in alcuni interneuroni, presumibilmente inibitori, distribuiti nella formazione ippocampale. L’immunoreatività per la calretinina era relativamente bassa in tutta la formazione ippocampale. Le analisi immunoistochimiche hanno evidenziato, nel giro dentato e nel campo CA1, una riduzione età-dipendente dell’immunoreattività per la parvalbumina e la calretinina. Le analisi condotte mediante risonanza magnetica hanno inoltre dimostrato una riduzione volumetrica età-dipendente della formazione ippocampale di cane.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

I sottotipi H1N1, H1N2 e H3N2 di influenza A virus sono largamente diffusi nella popolazione suina di tutto il mondo. Nel presente lavoro è stato sviluppato un protocollo di sequenziamento di c.d. nuova generazione, su piattaforma Ion Torrent PGM, idoneo per l’analisi di tutti i virus influenzali suini (SIV). Per valutare l’evoluzione molecolare dei SIV italiani, sono stati sequenziati ed analizzati mediante analisi genomica e filogenetica un totale di sessantadue ceppi di SIV appartenenti ai sottotipi H1N1, H1N2 e H3N2, isolati in Italia dal 1998 al 2014. Sono stati evidenziati in sei campioni due fenomeni di riassortimento: tutti i SIV H1N2 esaminati presentavano una neuraminidasi di derivazione umana, diversa da quella dei SIV H1N2 circolanti in Europa, inoltre l’emoagglutinina (HA) di due isolati H1N2 era originata dal riassortimento con un SIV H1N1 avian-like. L’analisi molecolare dell’HA ha permesso di rivelare un’inserzione di due amminoacidi in quattro SIV H1N1 pandemici e una delezione di due aminoacidi in quattro SIV H1N2, entrambe a livello del sito di legame con il recettore cellulare. E’ stata inoltre evidenziata un’elevata omologia di un SIV H1N1 con ceppi europei isolati negli anni ’80, suggerendo la possibile origine vaccinale di questo virus. E’ stato possibile, in aggiunta, applicare il nuovo protocollo sviluppato per sequenziare un virus influenzale aviare altamente patogeno trasmesso all’uomo, direttamente da campione biologico. La diversità genetica nei SIV esaminati in questo studio conferma l’importanza di un continuo monitoraggio della costellazione genomica dei virus influenzali nella popolazione suina.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La prima parte del nostro studio riguarda la tecnica LAMP (Loop-mediated isothermal amplification), una tecnica di amplificazione isotermica recentemente inventata (Notomi et al., 2000). Essa presenta notevoli vantaggi rispetto alle tradizionali PCR: non necessita di strumentazioni sofisticate come i termociclatori, può essere eseguita da personale non specializzato, è una tecnica altamente sensibile e specifica ed è molto tollerante agli inibitori. Tutte queste caratteristiche fanno sì che essa possa essere utilizzata al di fuori dei laboratori diagnostici, come POCT (Point of care testing), con il vantaggio di non dover gestire la spedizione del campione e di avere in tempi molto brevi risultati paragonabili a quelli ottenuti con la tradizionale PCR. Sono state prese in considerazione malattie infettive sostenute da batteri che richiedono tempi molto lunghi per la coltivazione o che non sono addirittura coltivabili. Sono stati disegnati dei saggi per la diagnosi di patologie virali che necessitano di diagnosi tempestiva. Altri test messi a punto riguardano malattie genetiche del cane e due batteri d’interesse agro-alimentare. Tutte le prove sono state condotte con tecnica real-time per diminuire il rischio di cross-contaminazione pur riuscendo a comprendere in maniera approfondita l’andamento delle reazioni. Infine è stato messo a punto un metodo di visualizzazione colorimetrico utilizzabile con tutti i saggi messi a punto, che svincola completamente la reazione LAMP dall’esecuzione in un laboratorio specializzato. Il secondo capitolo riguarda lo studio dal punto di vista molecolare di un soggetto che presenza totale assenza di attività mieloperossidasica all’analisi di citochimica automatica (ADVIA® 2120 Hematology System). Lo studio è stato condotto attraverso amplificazione e confronto dei prodotti di PCR ottenuti sul soggetto patologico e su due soggetti con fenotipo wild-type. Si è poi provveduto al sequenziamento dei prodotti di PCR su sequenziatore automatico al fine di ricercare la mutazione responsabile della carenza di MPO nel soggetto indicato.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Poiché le infestazioni parassitarie dei rettili in cattività possono incidere sulla loro salute, è stato condotto uno studio sui parassiti intestinali e gli ectoparassiti su 213 rettili del Bioparco di Roma. In cattività, dove gli animali sono confinati in piccoli spazi, la concentrazione di parassiti può essere più alta. Alcuni di essi sono innocui, ma altri, specialmente in associazione allo stress, possono essere pericolosi, causare malattie e portare anche alla morte se non trattati. Inoltre, i rettili parassitati hanno una vita più breve, sono più suscettibili ad altre malattie, hanno scarsa fertilità, ridotta crescita ed alta mortalità. Tra Gennaio 2012 e Dicembre 2014 sono stati raccolti campioni da 213 rettili che non mostravano alcun segno clinico e che includevano 23 specie di sauri, 20 specie di cheloni, 20 specie di ofidi e 4 specie di alligatori. I campioni sono stati esaminati per la presenza di parassiti intestinali mediante copromicroscopia di tipo qualitativo previa sedimentazione e successiva flottazione, mentre la tecnica di Zihel-Neelsen è stata usata per la ricerca di oocisti di Cryptosporidium . I campioni di feci sottoposti ad esame copromicroscopico qualitativo sono risultati positivi per almeno una tipologia di endoparassiti nel 49% dei casi. Il 35% dei campioni è risultato positivo per ossiuri, il 22% per coccidi, l’1% per strongili ed il 5% per ascaridi. Degli strisci fecali colorati con la tecnica di Zihel-Neelsen, il 25% sono risultati positivi per Cryptosporidium spp. Ossiuri e coccidi sono stati più prevalenti nei sauri rispetto ai cheloni, agli ofidi e agli alligatori e nel 14% è stata osservata la presenza di entrambi. Inoltre, per quanto riguarda gli ectoparassiti, sono state rilevate uova di Myocoptes musculinus nel 24% dei rettili esaminati. Tutti gli strisci risultati positivi per Cryptosporidium spp. sono stati inviati all’Università di Santiago de Compostela per essere sottoposti alla tecnica PCR.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Lo studio è stato condotto su pazienti affetti da carcinoma nasale trattati con radioterapia presso il Centro Oncologico Veterinario (Sasso Marconi, BO). Lo studio, prospettico, randomizzato e in doppio cieco, ha valutato l’efficacia del trattamento radioterapico in combinazione o meno con firocoxib, un inibitore selettivo dell’enzima ciclossigenasi 2 (COX-2). Sono stati inclusi pazienti con diagnosi istologica di carcinoma nasale sottoposti a stadiazione completa. I pazienti sono stati successivamente suddivisi in due gruppi in base alla tipologia di trattamento: radioterapia associata a firocoxib (Gruppo 1) o solo radioterapia (Gruppo 2). Dopo il trattamento, i pazienti sono stati monitorati a intervalli di 3 mesi sia clinicamente che mediante esami collaterali, al fine di valutare condizioni generali del paziente, un’eventuale tossicità dovuta alla somministrazione di firocoxib e la risposta oggettiva al trattamento. Per valutare la qualità di vita dei pazienti durante la terapia, è stato richiesto ai proprietari la compilazione mensile di un questionario. La mediana del tempo libero da progressione (PFI) è stata di 228 giorni (range 73-525) nel gruppo dei pazienti trattati con radioterapia e firocoxib e di 234 giorni (range 50-475) nei pazienti trattati solo con radioterapia. La sopravvivenza mediana (OS) nel Gruppo 1 è stata di 335 giorni (range 74-620) e di 244 giorni (range 85-505) nel Gruppo 2. Non si sono riscontrate differenze significative di PFI e OS tra i due gruppi. La presenza di metastasi ai linfonodi regionali condizionava negativamente PFI e sopravvivenza (P = 0.004). I pazienti trattati con firocoxib hanno mostrato un significativo beneficio in termini di qualità di vita rispetto ai pazienti trattati con sola radioterapia (P=0.008). La radioterapia può essere considerata un’efficace opzione terapeutica per i cani affetti da neoplasie nasali. Firocoxib non sembra migliorare significativamente i tempi di sopravvivenza, ma risulta utile al fine di garantire una migliore qualità di vita.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Questo studio prospettico valuta l’efficacia e i vantaggi del sistema LigasureTM rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali, in quattro differenti procedure eseguite su 77 cani. I soggetti sono stati suddivisi in 4 gruppi, a seconda della chirurgia eseguita: Gruppo 1, 25 pazienti sottoposti a Splenectomia “aperta” semplice; Gruppo 2, 15 pazienti sottoposti a Splenectomia “aperta” complessa; Gruppo 3, 22 pazienti sottoposti ad Ovariectomia “aperta”. Gruppo 4: 18 pazienti sottoposti a Linfoadenectomia. Ciascun gruppo è stato a sua volta suddiviso in due sottogruppi: a (LigasureTM) e b (Tradizionale), a seconda della metodica utilizzata. Sono stati analizzati: il segnalamento, i parametri ematologici, le condizioni cliniche, le informazioni riguardanti l’intervento chirurgico e l’outcome. In tutti i gruppi il ricorso all’utilizzo di garze nonché dei fili da sutura sono risultati statisticamente inferiori nei pazienti operati con il sistema a radiofrequenza (Gruppo 1, P < 0.0001; Gruppo 2, P < 0,0014; Gruppo 3, P = 0,0001; Gruppo 4, P = 0,0148). Anche i tempi per la rimozione dell’organo sono significativamente ridotti in tutti i gruppi in cui è stato utilizzato il sistema LigasureTM (Gruppo 1 P < 0.0001; Gruppo 2 P < 0,0014; Gruppo 3 P = 0,0009; Gruppo 4 P = 0,0008), come i tempi chirurgici nei gruppi 1, 2 e 3 (P = 0,0287; P = 0,0064; e P = 0,0124) ed anestesiologici nei gruppi 1a e 2a (P = 0,0176; P = 0,0043). Tra le variabili analizzate, l’utilizzo del sistema di sintesi vascolare a radiofrequenza, è l’unico ad influenzare i tempi necessari per l’esecuzione della procedura. Questo studio dimostra, quindi, come il sistema LigasureTM sia sicuro ed efficace per le procedure chirurgiche esaminate, riducendo i tempi della chirurgia e limitando, quindi, i rischi per il paziente, indipendentemente dall’operatore, dall’esecuzione di altre procedure contemporanee e dalla natura della patologia splenica o linfonodale.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

L’approccio chirurgico agli adenomi ipofisari ACTH secernenti è la terapia d’elezione nell’uomo. L’ipofisectomia transfenoidale è invece una tecnica poco diffusa in ambito veterinario. La terapia più diffusa nel cane con ipercortisolismo ipofisi dipendente (PDH) è di tipo medico e prevede la somministrazione di farmaci inibitori della sintesi del cortisolo. Gli adenomi ipofisari possono aumentare di volume e determinare una conseguente sintomatologia neurologica; in questi casi le uniche opzioni terapeutiche sono rappresentate dall’asportazione chirurgica della neoplasia e dalla radioterapia. Nella presente tesi vengono descritti 8 interventi di ipofisectomia transfenoidale effettuati su 7 cani con macroadenoma ipofisario presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna. La difficoltà maggiore per il chirurgo è rappresentata dalla localizzazione della fossa ipofisaria rispetto ai punti di repere visibile in tomografia computerizzata o in risonanza magnetica nucleare, oltre ai problemi di sanguinamento durante la rimozione della neoplasia. Nel periodo post-operatorio maggiori complicazioni si riscontrano in soggetti con adenomi ipofisari di maggiori dimensioni. Al contrario, in presenza di adenomi di dimensioni più contenute, la ripresa post-operatoria risulta più rapida e il tasso di successo maggiore. Al fine di poter eseguire nel cane l’exeresi mirata della sola neoplasia ipofisaria, al pari di quanto avviene nell’uomo, è stato condotto uno studio sulla tomografia computerizzata (TC) in 86 cani con PDH. Il protocollo TC non ha tuttavia permesso di individuare con precisione la posizione della neoplasia per guidare il chirurgo nella sua rimozione. In due casi riportati nel presente lavoro si è verificata una recidiva della neoplasia ipofisaria. In un soggetto si è optato per il reintervento, mentre nell’altro caso per la radioterapia. Entrambe le opzioni hanno garantito una buona qualità di vita per più di un anno dall’intervento terapeutico. Questi casi clinici dimostrano come il reintervento e la radioterapia possano essere considerate valide opzioni in caso di recidiva.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Negli ultimi anni si è assistito ad un miglioramento della qualità di vita dei piccoli animali che, oltre ad aumentarne l'aspettativa di vita, ha determinato un aumento della frequenza di patologie associate all'età medio-avanzata, quali le patologie renali croniche. Il presente studio si fonda sulla necessità, sempre più sentita nella pratica clinica veterinaria, di poter fornire al proprietario del paziente affetto da CKD, una serie di parametri che, oltre a fungere da target terapeutico, possano aiutare a comprenderne la prognosi. Lo studio ha valutato una popolazione di cani affetti da CKD e ne ha seguito o ricostruito il follow-up, per tutto il periodo di sopravvivenza fino al momento dell’exitus. Di tali soggetti sono stati raccolti dati relativi ad anamnesi, esame clinico, misurazione della pressione arteriosa, diagnostica per immagini, esami ematochimici, analisi delle urine ed eventuale esame istologico renale. È stato possibile individuare alcuni importanti fattori prognostici per la sopravvivenza in pazienti con CKD. Oltre a fattori ben noti in letteratura, come ad esempio elevati valori di creatinina e fosforo, o la presenza di proteinuria, è stato possibile anche evidenziare il ruolo prognostico negativo di alcuni parametri meno noti, ed in particolare delle proteine di fase acuta positive e negative, e del rapporto albumina/globuline. Una possibile spiegazione del valore prognostico di tali parametri risiede nel ruolo prognostico negativo dell’infiammazione nel paziente con CKD: tale ruolo è stato suggerito e dimostrato nell’uomo e avrebbe alla base numerosi possibili meccanismi (sviluppo di anemia, complicazioni gastroenteriche, neoplasie, etc.), ma dati analoghi sono mancanti in medicina veterinaria. Una seconda possibile spiegazione risiede nel fatto che potenzialmente i livelli delle proteine di fase acuta possono essere influenzati dalla presenza di proteinuria nel paziente con CKD e di conseguenza potrebbero essere una conferma di come la proteinuria influenzi negativamente l'outcome.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Nel presente studio ci si è proposti di valutare la presenza e diffusione della leishmaniosi in una provincia dell’Italia centrale (Rieti) che, per caratteristiche ambientali (prevalentemente montuosa, clima freddo-secco) poco sembra prestarsi al ciclo della malattia. A questo scopo sono stati calcolati: i) sieroprevalenza grezza nella popolazione canina (2006-2013) e prevalenza media annuale ii) casi di leishmaniosi viscerale (LV) e cutanea (LC) (2000-2013). Catture di flebotomi sono state effettuate per due stagioni consecutive (2011-2012) per ogni sito sono stati registrati i dati climatici (temperatura, umidità etc.) ed altitudine. I flebotomi sono stati sottoposti a ricerca di Leishmania mediante PCR. La sieroprevalenza grezza per leishmania varia da 0 a 76,9% e la prevalenza media annuale non presenta un trend lineare. Sono stati registrati 6 casi di LV tutti in pazienti italiani tutti residenti in provincia di Rieti. I flebotomi sono stati rilevati in 5 dei 6 siti monitorati fino agli 800 m s.l.m., seppur con basse densità. Sono state identificate le seguenti specie: P. perniciosus (6,4 %), P. perfiliewi (1,8%), P. mascittii (0,1%) e S. minuta (91,7 %). E’ stata rilevata una correlazione statisticamente significativa (r=0,69, p<0,001) tra numero di flebotomi e temperatura giornaliera (Tmed°C) ed una correlazione negativa significativa (r= -0,51, p<0,05) con l’umidità relativa (Umed%). La ricerca di leishmania ha dato esito negativo in tutti i flebotomi analizzati. Questi rilievi suggeriscono l’endemia della leishmaniosi nella provincia di Rieti.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The aims of this research study is to explore the opportunity to set up Performance Objectives (POs) parameters for specific risks in RTE products to propose for food industries and food authorities. In fact, even if microbiological criteria for Salmonella and Listeria monocytogenes Ready-to-Eat (RTE) products are included in the European Regulation, these parameters are not risk based and no microbiological criteria for Bacillus cereus in RTE products is present. For these reasons the behaviour of Salmonella enterica in RTE mixed salad, the microbiological characteristics in RTE spelt salad, and the definition of POs for Bacillus cereus and Listeria monocytogenes in RTE spelt salad has been assessed. Based on the data produced can be drawn the following conclusions: 1. A rapid growth of Salmonella enterica may occurr in mixed ingredient salads, and strict temperature control during the production chain of the product is critical. 2. Spelt salad is characterized by the presence of high number of Lactic Acid Bacteria. Listeria spp. and Enterobacteriaceae, on the contrary, did not grow during the shlef life, probably due to the relevant metabolic activity of LAB. 3. The use of spelt and cheese compliant with the suggested POs might significantly reduce the incidence of foodborne intoxications due to Bacillus cereus and Listeria monocytogenes and the proportions of recalls, causing huge economic losses for food companies commercializing RTE products. 4. The approach to calculate the POs values and reported in my work can be easily adapted to different food/risk combination as well as to any changes in the formulation of the same food products. 5. The optimized sampling plans in term of number of samples to collect can be derive in order to verify the compliance to POs values selected.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Tooth resorption is among the most common and most challenging problems in feline dentistry It is a progressive disease eventually leading to tooth loss and often root replacement. The etiology of moth resorption remains obscure and to date no effective therapeutic approach is known. The present study is aimed at assessing the reliability of radiographic imaging and addressing the possible involvement of receptor activator of NF kappa B (RANK), its ligand (RANKL), and osteoprotegerin (OPG) in the process of tooth resorption. Teeth from 8 cats were investigated by means of radiographs and paraffin sections followed by immunolabeling. Six cats were diagnosed with tooth resorption based on histopathologic and radiographic findings. Samples were classified according to a four-stage diagnostic system. Radiologic assessment of tooth resorption correlated very strongly with histopathologic findings. Tooth resorption was accompanied by a strong staining with all three antibodies used, especially with anti-RANK and anti-RANKL antibodies. The presence of OPG and RANKL at the resorption site is indicative of repair attempts by fibroblasts and stromal cells. These findings should be extended by further investigations in order to elucidate the pathophysiologic processes underlying tooth resorption that might lead to prophylactic and/or therapeutic measures. J Vet Dent 27(2); 75 - 83, 2010

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The vibrational excitation of CO2 by a fast-moving O atom followed by infrared emission from the vibrationally excited CO2 has been shown to be an important cooling mechanism in the upper atmospheresof Venus, Earth and Mars. We are trying to determine more precisely the efficiency (rate coefficient) of the CO2-O vibrational energy transfer. For experimental ease the reverse reaction is used, i.e. collision of a vibrationally excited CO2 with atomic O, where we are able to convert to the atmospherically relevant reaction via a known equilibrium constant. The goal of this experiment was to measure the magnitudes of rate coefficients for vibrational energy states above the first excited state, a bending mode in CO2. An isotope of CO2, 13CO2, was used for experimental ease. The rate coefficients for given vibrational energy transfers in 13CO2 are not significantly different from 12CO2 at this level of precision. A slow-flowing gas mixture was flowed through a reaction cell: 13CO2 (vibrational specie of interest), O3(atomic O source), and Ar (bath gas). Transient diode laser absorption spectroscopy was used to monitor thechanging absorption of certain vibrational modes of 13CO2 after a UV pulse from a Nd:YAG laser was fired. Ozone absorbed the UV pulse in a process which vibrationally excited 13CO2 and liberated atomic O.Transient absorption signals were obtained by tuning the diode laser frequency to an appropriate ν3 transition and monitoring the population as a function of time following the Nd:YAG pulse. Transient absorption curves were obtained for various O atom concentrations to determine the rate coefficient of interest. Therotational states of the transitions used for detection were difficult to identify, though their short reequilibration timescale made the identification irrelevant for vibrational energy transfer measurements. The rate coefficient for quenching of the (1000) state was found to be (4 ± 8) x 10-12 cm3 s-1 which is the same order of magnitude as the lowest-energy bend-excited mode: (1.8 ± 0.3) x 10-12 cm3 s-1. More data is necessary before it can be certain that the numerical difference between the two is real.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Case Description-A 9-year-old spayed female green iguana (Iguana iguana) was evaluated because of a distended coelom and weight loss. History included a single episode of egg binding and subsequent bilateral ovariosalpingectomy.;Clinical Findings-Physical examination revealed a mass within the coelomic cavity. Ultrasonography revealed a large, irregular mass with hypoechoic regions and coelomic effusion. Clinicopathologic derangements included heterophilia, monocytosis, lymphopenia, basophilia, hypocholesterolemia, hypoproteinemia, and hypercalcemia. Results of cytologic evaluation of the mass were suggestive of malignant epithelial neoplasia, but neoplastic cells were not found in the effusion. An ovarian tumor was suspected on the basis of clinical signs, clinicopathologic findings, and results of cytologic evaluation of the mass.;Treatment and Outcome-Surgical exploration revealed a large left ovary, a normal-appearing contralateral ovary, and a mass in the fat body, all of which were removed and submitted for histologic examination. The histologic diagnosis was granulosa cell tumor with metastasis to the fat body. The patient died 11 months after evaluation, and disseminated granulosa cell tumor was confirmed at necropsy; histologic examination at that time also identified systemic mastocytosis.;Clinical Relevance-Granulosa cell tumors are uncommon in reptiles, and this was the first granulosa cell tumor described antemortem cytologically, histologically, and ultrastructurally in an iguana. Findings in this iguana underscored concerns associated with incomplete oophorectomy of iguanas; cytologic and histopathologic findings were similar to those observed in other domestic animals. Oophorectomy should be considered as an alternative to standard ovariosalpingectomy to avoid potential complications in pet reptiles, and use of microsurgical instruments and vascular clips is advised. (J Am Vet Med Assoc 2011239:237-242)

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Listeria monocytogenes (LM) is a Gram-positive facultative intracellular bacterium that causes fatal meningoencephalitis in humans and ruminants. A current paradigm predicts that intracellular bacteria are controlled by nitric oxide (NO) whose synthesis is catalyzed by inducible nitric oxide synthase (iNOS). The ability of macrophages (Mphi) to express iNOS shows extreme interspecies variability. Here the expression of iNOS and synthesis of NO was studied in listeric encephalitis of cattle, sheep, and goats. iNOS was expressed by a subset of Mphi in cerebral microabscesses in all three species. The level of iNOS expression and the density of cells per lesion expressing iNOS was highest in cattle, intermediate in sheep, and lowest in goats. The accumulation of nitrotyrosine (NT), an indicator of local NO synthesis, was observed in lesions of cattle but not in those of small ruminants. The density of iNOS-expressing cells in lesions was inversely correlated with the number of bacteria. No species differences were observed in regard to reactive oxygen intermediate (ROI) production by stimulated granulocytes, using the flow cytometric dihydrorhodamine-123 (DHR) method indicating ROI generation. Thus, the marked species differences in iNOS expression, NT accumulation, and LM content in lesions of ruminants with listeric encephalitis are explained by different amounts of ROI produced. It suggests that variations in the ability of Mphi to synthesize NO are of pathophysiological significance in listeriosis.