800 resultados para Project to promote healthy lifestyle choices
Resumo:
Descrizione, tema e obiettivi della ricerca La ricerca si propone lo studio delle possibili influenze che la teoria di Aldo Rossi ha avuto sulla pratica progettuale nella Penisola Iberica, intende quindi affrontare i caratteri fondamentali della teoria che sta alla base di un metodo progettuale ed in particolar modo porre l'attenzione alle nuove costruzioni quando queste si confrontano con le città storiche. Ha come oggetto principale lo studio dei documenti, saggi e scritti riguardanti il tema della costruzione all'interno delle città storiche. Dallo studio di testi selezionati di Aldo Rossi sulla città si vuole concentrare l'attenzione sull'influenza che tale teoria ha avuto nei progetti della Penisola Iberica, studiare come è stata recepita e trasmessa successivamente, attraverso gli scritti di autori spagnoli e come ha visto un suo concretizzarsi poi nei progetti di nuove costruzioni all'interno delle città storiche. Si intende restringere il campo su un periodo ed un luogo precisi, Spagna e Portogallo a partire dagli anni Settanta, tramite la lettura di un importante evento che ha ufficializzato il contatto dell'architetto italiano con la Penisola Iberica, quale il Seminario di Santiago de Compostela tenutosi nel 1976. Al Seminario parteciparono numerosi architetti che si confrontarono su di un progetto per la città di Santiago e furono invitati personaggi di fama internazionale a tenere lezioni introduttive sul tema di dibattito in merito al progetto e alla città storica. Il Seminario di Santiago si colloca in un periodo storico cruciale per la Penisola Iberica, nel 1974 cade il regime salazarista in Portogallo e nel 1975 cade il regime franchista in Spagna ed è quindi di rilevante importanza capire il legame tra l'architettura e la nuova situazione politica. Dallo studio degli interventi, dei progetti che furono prodotti durante il Seminario, della relazione tra questo evento ed il periodo storico in cui esso va contestualizzato, si intende giungere alla individuazione delle tracce della reale presenza di tale eredità. Presupposti metodologici. Percorso e strumenti di ricerca La ricerca può quindi essere articolata in distinte fasi corrispondenti per lo più ai capitoli in cui si articola la tesi: una prima fase con carattere prevalentemente storica, di ricerca del materiale per poter definire il contesto in cui si sviluppano poi le vicende oggetto della tesi; una seconda fase di impronta teorica, ossia di ricerca bibliografica del materiale e delle testimonianze che provvedono alla definizione della reale presenza di effetti scaturiti dai contatti tra Rossi e la Penisola Iberica, per andare a costruire una eredità ; una terza fase che entra nel merito della composizione attraverso lo studio e la verifica delle prime due parti, tramite l'analisi grafica applicata ad uno specifico esempio architettonico selezionato; una quarta fase dove il punto di vista viene ribaltato e si indaga l'influenza dei luoghi visitati e dei contatti intrattenuti con alcuni personaggi della Penisola Iberica sull'architettura di Rossi, ricercandone i riferimenti. La ricerca è stata condotta attraverso lo studio di alcuni eventi selezionati nel corso degli anni che si sono mostrati significativi per l'indagine, per la risonanza che hanno avuto sulla storia dell'architettura della Penisola. A questo scopo si sono utilizzati principalmente tre strumenti: lo studio dei documenti, le pubblicazioni e le riviste prodotte in Spagna, gli scritti di Aldo Rossi in merito, e la testimonianza diretta attraverso interviste di personaggi chiave. La ricerca ha prodotto un testo suddiviso per capitoli che rispetta l'organizzazione in fasi di lavoro. A seguito di determinate condizioni storiche e politiche, studiate nella ricerca a supporto della tesi espressa, nella Penisola Iberica si è verificato il diffondersi della necessità e del desiderio di guardare e prendere a riferimento l'architettura europea e in particolar modo quella italiana. Il periodo sul quale viene focalizzata l'attenzione ha inizio negli anni Sessanta, gli ultimi prima della caduta delle dittature, scenario dei primi viaggi di Aldo Rossi nella Penisola Iberica. Questi primi contatti pongono le basi per intense e significative relazioni future. Attraverso l'approfondimento e la studio dei materiali relativi all'oggetto della tesi, si è cercato di mettere in luce il contesto culturale, l'attenzione e l'interesse per l'apertura di un dibattito intorno all'architettura, non solo a livello nazionale, ma europeo. Ciò ha evidenziato il desiderio di innescare un meccanismo di discussione e scambio di idee, facendo leva sull'importanza dello sviluppo e ricerca di una base teorica comune che rende coerente i lavori prodotti nel panorama architettonico iberico, seppur ottenendo risultati che si differenziano gli uni dagli altri. E' emerso un forte interesse per il discorso teorico sull'architettura, trasmissibile e comunicabile, che diventa punto di partenza per un metodo progettuale. Ciò ha reso palese una condivisione di intenti e l'assunzione della teoria di Aldo Rossi, acquisita, diffusa e discussa, attraverso la pubblicazione dei suoi saggi, la conoscenza diretta con l'architetto e la sua architettura, conferenze, seminari, come base teorica su cui fondare il proprio sapere architettonico ed il processo metodologico progettuale da applicare di volta in volta negli interventi concreti. Si è giunti così alla definizione di determinati eventi che hanno permesso di entrare nel profondo della questione e di sondare la relazione tra Rossi e la Penisola Iberica, il materiale fornito dallo studio di tali episodi, quali il I SIAC, la diffusione della rivista "2C. Construccion de la Ciudad", la Coleccion Arquitectura y Critica di Gustavo Gili, hanno poi dato impulso per il reperimento di una rete di ulteriori riferimenti. E' stato possibile quindi individuare un gruppo di architetti spagnoli, che si identificano come allievi del maestro Rossi, impegnato per altro in quegli anni nella formazione di una Scuola e di un insegnamento, che non viene recepito tanto nelle forme, piuttosto nei contenuti. I punti su cui si fondano le connessioni tra l'analisi urbana e il progetto architettonico si centrano attorno due temi di base che riprendono la teoria esposta da Rossi nel saggio L'architettura della città : - relazione tra l'area-studio e la città nella sua globalità, - relazione tra la tipologia edificatoria e gli aspetti morfologici. La ricerca presentata ha visto nelle sue successive fasi di approfondimento, come si è detto, lo sviluppo parallelo di più tematiche. Nell'affrontare ciascuna fase è stato necessario, di volta in volta, operare una verifica delle tappe percorse precedentemente, per mantenere costante il filo del discorso col lavoro svolto e ritrovare, durante lo svolgimento stesso della ricerca, gli elementi di connessione tra i diversi episodi analizzati. Tale operazione ha messo in luce talvolta nodi della ricerca rimasti in sospeso che richiedevano un ulteriore approfondimento o talvolta solo una rivisitazione per renderne possibile un più proficuo collegamento con la rete di informazioni accumulate. La ricerca ha percorso strade diverse che corrono parallele, per quanto riguarda il periodo preso in analisi: - i testi sulla storia dell'architettura spagnola e la situazione contestuale agli anni Settanta - il materiale riguardante il I SIAC - le interviste ai partecipanti al I SIAC - le traduzioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica - la rivista "2C. Construccion de la Ciudad" Esse hanno portato alla luce una notevole quantità di tematiche, attraverso le quali, queste strade vengono ad intrecciarsi e a coincidere, verificando l'una la veridicità dell'altra e rafforzandone il valore delle affermazioni. Esposizione sintetica dei principali contenuti esposti dalla ricerca Andiamo ora a vedere brevemente i contenuti dei singoli capitoli. Nel primo capitolo Anni Settanta. Periodo di transizione per la Penisola Iberica si è cercato di dare un contesto storico agli eventi studiati successivamente, andando ad evidenziare gli elementi chiave che permettono di rintracciare la presenza della predisposizione ad un cambiamento culturale. La fase di passaggio da una condizione di chiusura rispetto alle contaminazioni provenienti dall'esterno, che caratterizza Spagna e Portogallo negli anni Sessanta, lascia il posto ad un graduale abbandono della situazione di isolamento venutasi a creare intorno al Paese a causa del regime dittatoriale, fino a giungere all'apertura e all'interesse nei confronti degli apporti culturali esterni. E' in questo contesto che si gettano le basi per la realizzazione del I Seminario Internazionale di Architettura Contemporanea a Santiago de Compostela, del 1976, diretto da Aldo Rossi e organizzato da César Portela e Salvador Tarragó, di cui tratta il capitolo secondo. Questo è uno degli eventi rintracciati nella storia delle relazioni tra Rossi e la Penisola Iberica, attraverso il quale è stato possibile constatare la presenza di uno scambio culturale e l'importazione in Spagna delle teorie di Aldo Rossi. Organizzato all'indomani della caduta del franchismo, ne conserva una reminescenza formale. Il capitolo è organizzato in tre parti, la prima si occupa della ricostruzione dei momenti salienti del Seminario Proyecto y ciudad historica, dagli interventi di architetti di fama internazionale, quali lo stesso Aldo Rossi, Carlo Aymonino, James Stirling, Oswald Mathias Ungers e molti altri, che si confrontano sul tema delle città storiche, alle giornate seminariali dedicate all’elaborazione di un progetto per cinque aree individuate all’interno di Santiago de Compostela e quindi dell’applicazione alla pratica progettuale dell’inscindibile base teorica esposta. Segue la seconda parte dello stesso capitolo riguardante La selezione di interviste ai partecipanti al Seminario. Esso contiene la raccolta dei colloqui avuti con alcuni dei personaggi che presero parte al Seminario e attraverso le loro parole si è cercato di approfondire la materia, in particolar modo andando ad evidenziare l’ambiente culturale in cui nacque l’idea del Seminario, il ruolo avuto nella diffusione della teoria di Aldo Rossi in Spagna e la ripercussione che ebbe nella pratica costruttiva. Le diverse interviste, seppur rivolte a persone che oggi vivono in contesti distanti e che in seguito a questa esperienza collettiva hanno intrapreso strade diverse, hanno fatto emergere aspetti comuni, tale unanimità ha dato ancor più importanza al valore di testimonianza offerta. L’elemento che risulta più evidente è il lascito teorico, di molto prevalente rispetto a quello progettuale che si è andato mescolando di volta in volta con la tradizione e l’esperienza dei cosiddetti allievi di Aldo Rossi. Negli stessi anni comincia a farsi strada l’importanza del confronto e del dibattito circa i temi architettonici e nel capitolo La fortuna critica della teoria di Aldo Rossi nella Penisola Iberica è stato affrontato proprio questo rinnovato interesse per la teoria che in quegli anni si stava diffondendo. Si è portato avanti lo studio delle pubblicazioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, pubblica e traduce in lingua spagnola i più importanti saggi di architettura, tra i quali La arquitectura de la ciudad di Aldo Rossi, nel 1971, e Comlejidad y contradiccion en arquitectura di Robert Venturi nel 1972. Entrambi fondamentali per il modo di affrontare determinate tematiche di cui sempre più in quegli anni si stava interessando la cultura architettonica iberica, diventando così ¬ testi di riferimento anche nelle scuole. Le tracce dell’influenza di Rossi sulla Penisola Iberica si sono poi ricercate nella rivista “2C. Construccion de la Ciudad” individuata come strumento di espressione di una teoria condivisa. Con la nascita nel 1972 a Barcellona di questa rivista viene portato avanti l’impegno di promuovere la Tendenza, facendo riferimento all’opera e alle idee di Rossi ed altri architetti europei, mirando inoltre al recupero di un ruolo privilegiato dell’architettura catalana. A questo proposito sono emersi due fondamentali aspetti che hanno legittimato l’indagine e lo studio di questa fonte: - la diffusione della cultura architettonica, il controllo ideologico e di informazione operato dal lavoro compiuto dalla rivista; - la documentazione circa i criteri di scelta della redazione a proposito del materiale pubblicato. E’ infatti attraverso le pubblicazioni di “2C. Construccion de la Ciudad” che è stato possibile il ritrovamento delle notizie sulla mostra Arquitectura y razionalismo. Aldo Rossi + 21 arquitectos españoles, che accomuna in un’unica esposizione le opere del maestro e di ventuno giovani allievi che hanno recepito e condiviso la teoria espressa ne “L’architettura della città”. Tale mostra viene poi riproposta nella Sezione Internazionale di Architettura della XV Triennale di Milano, la quale dedica un Padiglione col titolo Barcelona, tres epocas tres propuestas. Dalla disamina dei progetti presentati è emerso un interessante caso di confronto tra le Viviendas para gitanos di César Portela e la Casa Bay di Borgo Ticino di Aldo Rossi, di cui si è occupato l’ultimo paragrafo di questo capitolo. Nel corso degli studi è poi emerso un interessante risvolto della ricerca che, capovolgendone l’oggetto stesso, ne ha approfondito gli aspetti cercando di scavare più in profondità nell’analisi della reciproca influenza tra la cultura iberica e Aldo Rossi, questa parte, sviscerata nell’ultimo capitolo, La Penisola Iberica nel “magazzino della memoria” di Aldo Rossi, ha preso il posto di quello che inizialmente doveva presentarsi come il risvolto progettuale della tesi. Era previsto infatti, al termine dello studio dell’influenza di Aldo Rossi sulla Penisola Iberica, un capitolo che concentrava l’attenzione sulla produzione progettuale. A seguito dell’emergere di un’influenza di carattere prettamente teorica, che ha sicuramente modificato la pratica dal punto di vista delle scelte architettoniche, senza però rendersi esplicita dal punto di vista formale, si è preferito, anche per la difficoltà di individuare un solo esempio rappresentativo di quanto espresso, sostituire quest’ultima parte con lo studio dell’altra faccia della medaglia, ossia l’importanza che a sua volta ha avuto la cultura iberica nella formazione della collezione dei riferimenti di Aldo Rossi. L’articolarsi della tesi in fasi distinte, strettamente connesse tra loro da un filo conduttore, ha reso necessari successivi aggiustamenti nel percorso intrapreso, dettati dall’emergere durante la ricerca di nuovi elementi di indagine. Si è pertanto resa esplicita la ricercata eredità di Aldo Rossi, configurandosi però prevalentemente come un’influenza teorica che ha preso le sfumature del contesto e dell’esperienza personale di chi se ne è fatto ricevente, diventandone così un continuatore attraverso il proprio percorso autonomo o collettivo intrapreso in seguito. Come suggerisce José Charters Monteiro, l’eredità di Rossi può essere letta attraverso tre aspetti su cui si basa la sua lezione: la biografia, la teoria dell’architettura, l’opera. In particolar modo per quanto riguarda la Penisola Iberica si può parlare dell’individuazione di un insegnamento riferito alla seconda categoria, i suoi libri di testo, le sue partecipazioni, le traduzioni. Questo è un lascito che rende possibile la continuazione di un dibattito in merito ai temi della teoria dell’architettura, della sue finalità e delle concrete applicazioni nelle opere, che ha permesso il verificarsi di una apertura mentale che mette in relazione l’architettura con altre discipline umanistiche e scientifiche, dalla politica, alla sociologia, comprendendo l’arte, le città la morfologia, la topografia, mediate e messe in relazione proprio attraverso l’architettura.
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Intorno alla metà degli anni trenta la Spagna diventò il centro dell’attenzione del mondo e tutte le grandi potenze internazionali, vecchie e nuove, vennero coinvolte, in misura diversa, nella guerra civile. Già nell’agosto del 1936, un mese dopo l’esplosione del conflitto, tutti gli Stati più rappresentativi caldeggiavano l’ipotesi di una politica comune di “non intervento”. Il ruolo guida in tal senso venne assunto dal governo inglese, capace di dissuadere, in tempi estremamente rapidi, il governo frontista francese di Leon Blum dall’intento di sostenere economicamente e militarmente il legittimo governo repubblicano spagnolo. La preoccupazione che il conflitto potesse degenerare in uno scontro più generale fu quindi la ragione principale per la quale qualche settimana dopo nacque il “Comitato di Non Intervento”, cui aderirono ben ventisette nazioni europee tra cui Francia, Inghilterra, URSS, Italia, Germania e Portogallo. Il mio progetto di ricerca dottorale esamina il ruolo, le scelte ed i relativi dibattiti in merito all’unica grande potenza, gli Stati Uniti d’America, che, pur scegliendo di rimanere neutrale, si astenne dal partecipare al suddetto Comitato. In ambito statunitense particolare rilievo assumono due aspetti del dibattito politico sulla Spagna: il primo maturato in seno all’Amministrazione Roosevelt, il secondo elaborato dalla componente Liberal della coalizione del New Deal attraverso i settimanali, “The Nation” e “The New Republic”. Il confronto pubblico acceso dalla guerra civile spagnola fu infatti l’occasione per la società civile americana per dibattere apertamente e francamente circa l’opportunità e la capacità della nazione di assumere o meno un ruolo internazionale corrispondente al prestigio socio-economico in via di acquisizione a livello mondiale. Approfondire ed esaminare il dibattito sulla guerra civile spagnola negli USA significa dunque andare alla ricerca delle radici culturali di quello che sarà uno dei più vasti ed articolati confronti politici e teorici del ventesimo secolo: l’internazionalismo americano.
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The growing substrate of the putting greens is considered a key factor for a healthy turf ecosystem. Actually detailed study on the effects of growth promoting bacteria and biostimulants on a professional sport turf are very limited. This thesis aimed to study the effectiveness of different microorganisms and biostimulants in order to improve the knowledge relative to the relationship between the beneficial microflora and root apparatus of sport turfs. The research project was divided in three principal steps: Initially, commercial products based on biostimulants and microorganisms were tested on a Lolium perenne L. essence grown in a controlled-environment. The principal evaluations were the study of the habitus of plants, biomass production and length of leaves and roots. Were studied the capacity of colonization of microorganisms within root tissues and rhizosphere. In the second step were developed two different biostimulant solutions based on effective microorganisms, mycorrhizae and humic acids. This test was conducted both on an Agrostis stolonifera putting green (Modena Golf & Country Club) in a semi-field condition and within a growth chamber on a Lolium perenne L. essence. Fungicide and chemicals applications were suspended in order to assess the effectiveness of the inoculants for nutrition and control of pests. In the last step, different microorganism mixes and biostimulants were tested on an experimental putting green in the Turf Research Center (TRC) (Virginia Tech, United States) in a real managing situation. The effects of different treatments were studied maintaining all chemicals and mechanicals managements scheduled during a sport season. Both growth-chamber and field results confirmed the capacity of microorganisms based biostimulants to promote the physiologic conditions of the plants, improve the growth of the roots and enhance the aesthetic performance of the turf. Molecular analysis confirmed the capacity of microorganisms to colonize the root tissues.
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Cardiac patients after an acute event and/or with chronic heart disease deserve special attention to restore their quality of life and to maintain or improve functional capacity. They require counselling to avoid recurrence through a combination of adherence to a medication plan and adoption of a healthy lifestyle. These secondary prevention targets are included in the overall goal of cardiac rehabilitation (CR). Cardiac rehabilitation can be viewed as the clinical application of preventive care by means of a professional multi-disciplinary integrated approach for comprehensive risk reduction and global long-term care of cardiac patients. The CR approach is delivered in tandem with a flexible follow-up strategy and easy access to a specialized team. To promote implementation of cardiac prevention and rehabilitation, the CR Section of the EACPR (European Association of Cardiovascular Prevention and Rehabilitation) has recently completed a Position Paper, entitled 'Secondary prevention through cardiac rehabilitation: A condition-oriented approach'. Components of multidisciplinary CR for seven clinical presentations have been addressed. Components include patient assessment, physical activity counselling, exercise training, diet/nutritional counselling, weight control management, lipid management, blood pressure monitoring, smoking cessation, and psychosocial management. Cardiac rehabilitation services are by definition multi-factorial and comprehensive, with physical activity counselling and exercise training as central components in all rehabilitation and preventive interventions. Many of the risk factor improvements occurring in CR can be mediated through exercise training programmes. This call-for-action paper presents the key components of a CR programme: physical activity counselling and exercise training. It summarizes current evidence-based best practice for the wide range of patient presentations of interest to the general cardiology community.
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Background Healthy lifestyle including sufficient physical activity may mitigate or prevent adverse long-term effects of childhood cancer. We described daily physical activities and sports in childhood cancer survivors and controls, and assessed determinants of both activity patterns. Methodology/Principal Findings The Swiss Childhood Cancer Survivor Study is a questionnaire survey including all children diagnosed with cancer 1976–2003 at age 0–15 years, registered in the Swiss Childhood Cancer Registry, who survived ≥5years and reached adulthood (≥20years). Controls came from the population-based Swiss Health Survey. We compared the two populations and determined risk factors for both outcomes in separate multivariable logistic regression models. The sample included 1058 survivors and 5593 controls (response rates 78% and 66%). Sufficient daily physical activities were reported by 52% (n = 521) of survivors and 37% (n = 2069) of controls (p<0.001). In contrast, 62% (n = 640) of survivors and 65% (n = 3635) of controls reported engaging in sports (p = 0.067). Risk factors for insufficient daily activities in both populations were: older age (OR for ≥35years: 1.5, 95CI 1.2–2.0), female gender (OR 1.6, 95CI 1.3–1.9), French/Italian Speaking (OR 1.4, 95CI 1.1–1.7), and higher education (OR for university education: 2.0, 95CI 1.5–2.6). Risk factors for no sports were: being a survivor (OR 1.3, 95CI 1.1–1.6), older age (OR for ≥35years: 1.4, 95CI 1.1–1.8), migration background (OR 1.5, 95CI 1.3–1.8), French/Italian speaking (OR 1.4, 95CI 1.2–1.7), lower education (OR for compulsory schooling only: 1.6, 95CI 1.2–2.2), being married (OR 1.7, 95CI 1.5–2.0), having children (OR 1.3, 95CI 1.4–1.9), obesity (OR 2.4, 95CI 1.7–3.3), and smoking (OR 1.7, 95CI 1.5–2.1). Type of diagnosis was only associated with sports. Conclusions/Significance Physical activity levels in survivors were lower than recommended, but comparable to controls and mainly determined by socio-demographic and cultural factors. Strategies to improve physical activity levels could be similar as for the general population.
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Like other mountain areas in the world, the Hindu Kush-Himalayan (HKH) region is particularly vulnerable to climate change. Ongoing climate change processes are projected to have a high impact on the HKH region, and accelerated warming has been reported in the Himalayas. These climate change impacts will be superimposed on a variety of other environmental and social stresses, adding to the complexity of the issues. The sustainable use of natural resources is crucial to the long-term stability of the fragile mountain ecosystems in the HKH and to sustain the socio-ecological resilience that forms the basis of sustainable livelihoods in the region. In order to be prepared for these challenges, it is important to take stock of previous research. The ‘People and Resource Dynamics Project’ (PARDYP), implemented by International Centre for Integrated Mountain Development (ICIMOD), provides a variety of participatory options for sustainable land management in the HKH region. The PARDYD project was a research for development project that operated in five middle mountain watersheds across the HKH – two in Nepal and one each in China, India, and Pakistan. The project ran from 1996 to 2006 and focused on addressing the marginalisation of mountain farmers, the use and availability of water, issues relating to land and forest degradation and declining soil fertility, the speed of regeneration of degraded land, and the ability of the natural environment to support the growing needs of the region’s increasing population. A key learning from the project was that the opinion of land users is crucial to the acceptance (and, therefore, successful application) of new technologies and approaches. A major challenge at the end of every project is to promote knowledge sharing and encourage the cross-fertilization of ideas (e.g., in the case of PARDYP, with other middle mountain inhabitants and practitioners in the region) and to share lessons learned with a wider audience. This paper will highlight how the PARDYP findings, including ways of addressing soil fertility and water scarcity, have been mainstreamed in the HKH region through capacity building (international, regional, and national training courses), networking, and the provision of backstopping services. In addition, in view of the challenges in watershed management in the HKH connected to environmental change, the lessons learned from the PARDYP are now being used by ICMOD to define and package climate change proof technology options to address climate change adaptation.
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Qualitative assessment of spontaneous motor activity in early infancy is widely used in clinical practice. It enables the description of maturational changes of motor behavior in both healthy infants and infants who are at risk for later neurological impairment. These assessments are, however, time-consuming and are dependent upon professional experience. Therefore, a simple physiological method that describes the complex behavior of spontaneous movements (SMs) in infants would be helpful. In this methodological study, we aimed to determine whether time series of motor acceleration measurements at 40-44 weeks and 50-55 weeks gestational age in healthy infants exhibit fractal-like properties and if this self-affinity of the acceleration signal is sensitive to maturation. Healthy motor state was ensured by General Movement assessment. We assessed statistical persistence in the acceleration time series by calculating the scaling exponent α via detrended fluctuation analysis of the time series. In hand trajectories of SMs in infants we found a mean α value of 1.198 (95 % CI 1.167-1.230) at 40-44 weeks. Alpha changed significantly (p = 0.001) at 50-55 weeks to a mean of 1.102 (1.055-1.149). Complementary multilevel regression analysis confirmed a decreasing trend of α with increasing age. Statistical persistence of fluctuation in hand trajectories of SMs is sensitive to neurological maturation and can be characterized by a simple parameter α in an automated and observer-independent fashion. Future studies including children at risk for neurological impairment should evaluate whether this method could be used as an early clinical screening tool for later neurological compromise.
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Previous work has reported that in the Iowa gambling task (IGT) advantageous decisions may be taken before the advantageous strategy is known [Bechara, A., Damasio, H., Tranel, D., ; Damasio, A. R. (1997). Deciding advantageously before knowing the advantageous strategy. Science, 275, 1293-1295]. In order to test whether explicit memory is essential for the acquisition of a behavioural preference for advantageous choices, we measured behavioural performance and skin conductance responses (SCRs) in five patients with dense amnesia following damage to the basal forebrain and orbitofrontal cortex, six amnesic patients with damage to the medial temporal lobe or the diencephalon, and eight control subjects performing the IGT. Across 100 trials healthy participants acquired a preference for advantageous choices and generated large SCRs to high levels of punishment. In addition, their anticipatory SCRs to disadvantageous choices were larger than to advantageous choices. However, this dissociation occurred much later than the behavioural preference for advantageous alternatives. In contrast, though exhibiting discriminatory autonomic SCRs to different levels of punishment, 9 of 11 amnesic patients performed at chance and did not show differential anticipatory SCRs to advantageous and disadvantageous choices. Further, the magnitude of anticipatory SCRs did not correlate with behavioural performance. These results suggest that the acquisition of a behavioural preference--be it for advantageous or disadvantageous choices--depends on the memory of previous reinforcements encountered in the task, a capacity requiring intact explicit memory.
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The interaction of bovine cells with lipopolysaccharide (LPS) was explored using human embryo kidney (HEK) 293 cell line stably transduced with bovine toll-like receptor-4 (TLR4) alone or in combination with bovine MD-2. These lines and mock-transduced HEK293 cells were tested by flow cytometry for LPS-fluorescein isothiocyanate (LPS-FITC) binding, nuclear factor kappa B (NFkappaB) activation, interleukin-8 (IL-8) production and interferon-beta mRNA expression/interferon (IFN) type I production. Whereas bovine TLR4 was sufficient to promote binding of high concentrations of LPS-FITC, both bovine TLR4 and MD-2 were required for activation by LPS, as assessed by NFkappaB activation and IL-8 production. Induction of IFN bioactivity was not observed in doubly transduced HEK293 cells, and no evidence for IFN-beta mRNA induction in response to LPS was obtained, although cells responded by IFN-beta mRNA expression to stimulation by Sendai virus and poly-inosinic acid-poly-cytidylic acid (poly(I:C)). Cells stably transduced with both bovine TLR4 and bovine MD-2 responded to LPS by IL-8 production, in decreasing order, in the presence of fetal bovine serum (FCS), of human serum, and of human serum albumin (HSA). The reduced activity in the presence of HSA could be restored by the addition of soluble CD14 (sCD14) but not of LPS binding protein (LBP). This is in contrast to macrophages which show a superior response to LPS in the presence of HSA when compared with macrophages stimulated by LPS in the presence of FCS. This suggests that macrophages but not HEK293 cells express factors rendering LPS stimulation serum-independent. Stably double-transduced cells reacted, in decreasing order, to LPS from Rhodobacter sphaeroides, to LPS from Escherichia coli, to synthetic lipd-IVa (compound 406), to diphosphoryl-lipid-A (S. minnesota) and to monophosphoryl-lipid-A (S. minnesota). They failed to react to the murine MD-2/TLR4 ligand taxol. This resembles the reactivity of bovine macrophages with regard to sensitivity (ED(50)) and order of potency but is distinct from the reactivity pattern of other species. This formally establishes that in order to react to LPS, cattle cells require serum factors (e.g. sCD14) and cell-expressed factors such as MD-2 and TLR4. The cell lines described are the first of a series expressing defined pattern recognition receptors (PRR) of bovine origin. They will be useful in the study of the interaction of the bovine TLR4-MD-2 complex and Gram-negative bovine pathogens, e.g. the agents causing Gram-negative bovine mastitis.
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Recalling an egoistic act nudges people to choose healthy over unhealthy food options. Conversely, participants preferred unhealthy over healthy food options when they recalled an altruistic deed. Consistent with this choice pattern participants were willing to pay more for healthy than for unhealthy options. This experiment extends the self-licensing literature.
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BACKGROUND The extent to which physical performance limitations affect the ability of childhood cancer survivors to reach healthy activity levels is unknown. Therefore this study aims to describe the effect of different types of limitations on activity levels in survivors. PROCEDURE Within the Swiss Childhood Cancer Survivor Study we sent a questionnaire to all survivors (≥16 years) registered in the Swiss Childhood Cancer Registry, who survived >5 years and were diagnosed 1976-2005 aged <16 years. We measured healthy activity levels using international guidelines and assessed different kinds of performance limitations (visual impairment, weight and endurance problems, cardiorespiratory, musculoskeletal, and neurological problems, pain and fatigue syndromes). RESULTS The sample included 1,560 survivors (75% response rate), of whom 209 (13.5%) reported they have performance limitations. Forty-two percent of survivors with limitations reached healthy activity levels, compared to 57% of survivors without limitations. Least active were survivors with vision impairments (25% active), weight and endurance problems (27.3%), cardiorespiratory problems (36.4%), and musculoskeletal problems (43.1%). After adjusting for socio-demographic variables and type of cancer, we found that survivors with limitations were 1.4 (95%CI 1.0-2.0; P = 0.047) times more likely to be inactive. CONCLUSIONS Although many survivors with physical performance limitations maintain healthy activity levels, there is room for improvement. Adapted and targeted physical activity counseling for survivors with performance limitations might help them to raise level of activity and pursue a healthy lifestyle.
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Within the current context that favours the emergence of new diseases, syndromic surveillance (SyS) appears increasingly more relevant tool for the early detection of unexpected health events. The Triple-S project (Syndromic Surveillance Systems in Europe), co-financed by the European Commission, was launched in September 2010 for a three year period to promote both human and animal health SyS in European countries. Objectives of the project included performing an inventory of current and planned European animal health SyS systems and promoting knowledge transfer between SyS experts. This study presents and discusses the results of the Triple-S inventory of European veterinary SyS initiatives. European SyS systems were identified through an active process based on a questionnaire sent to animal health experts involved in SyS in Europe. Results were analyzed through a descriptive analysis and a multiple factor analysis (MFA) in order to establish a typology of the European SyS initiatives. Twenty seven European SyS systems were identified from twelve countries, at different levels of development, from project phase to active systems. Results of this inventory showed a real interest of European countries for SyS but also highlighted the novelty of this field. This survey highlighted the diversity of SyS systems in Europe in terms of objectives, population targeted, data providers, indicators monitored. For most SyS initiatives, statistical analysis of surveillance results was identified as a limitation in using the data. MFA results distinguished two types of systems. The first one belonged to the private sector, focused on companion animals and had reached a higher degree of achievement. The second one was based on mandatory collected data, targeted livestock species and is still in an early project phase. The exchange of knowledge between human and animal health sectors was considered useful to enhance SyS. In the same way that SyS is complementary to traditional surveillance, synergies between human and animal health SyS could be an added value, most notably to enhance timeliness, sensitivity and help interpreting non-specific signals.
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The Beta version of the Land Matrix (Land Matrix 2012) was launched in April 2012 as a tool to promote public participation in building a constantly evolving database on large-scale land deals, and making the data visible and understandable. The aim of the Land Matrix partnership is to promote transparency and open data in decisionmaking over land and investment, as a step towards greater accountability. Since its launch, the Land Matrix has attracted a high degree of attention, and stirred some controversy. It provides valuable lessons on the challenges and benefits of promoting open data on practices that are often shrouded in secrecy. This paper critically examines the ongoing efforts by the Land Matrix partnership to build a public tool to promote greater transparency in decision-making over land and investment at a global level. It intends to provoke discussion of the extent to which such a tool can ultimately promote greater transparency and be a step towards greater accountability and improved decision-making. It will present the Land Matrix and its value addition, before detailing the challenges it encountered related to the measurement of the largescale land acquisition phenomenon. It will then specify how it intends to address these issues in order to establish a dynamic and participatory tool for open development.
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While most healthy elderly are able to manage their everyday activities, studies showed that there are both stable and declining abilities during healthy aging. For example, there is evidence that semantic memory processes which involve controlled retrieval mechanism decrease, whereas the automatic functioning of the semantic network remains intact. In contrast, patients with Alzheimer’s disease (AD) suffer from episodic and semantic memory impairments aggravating their daily functioning. In AD, severe episodic as well as semantic memory deficits are observable. While the hallmark symptom of episodic memory decline in AD is well investigated, the underlying mechanisms of semantic memory deterioration remain unclear. By disentangling the semantic memory impairments in AD, the present thesis aimed to improve early diagnosis and to find a biomarker for dementia. To this end, a study on healthy aging and a study with dementia patients were conducted investigating automatic and controlled semantic word retrieval. Besides the inclusion of AD patients, a group of participants diagnosed with semantic dementia (SD) – showing isolated semantic memory loss – was assessed. Automatic and controlled semantic word retrieval was measured with standard neuropsychological tests and by means of event-related potentials (ERP) recorded during the performance of a semantic priming (SP) paradigm. Special focus was directed to the N400 or N400-LPC (late positive component) complex, an ERP that is sensitive to the semantic word retrieval. In both studies, data driven topographical analyses were applied. Furthermore, in the patient study, the combination of the individual baseline cerebral blood flow (CBF) with the N400 topography of each participant was employed in order to relate altered functional electrophysiology to the pathophysiology of dementia. Results of the aging study revealed that the automatic semantic word retrieval remains stable during healthy aging, the N400-LPC complex showed a comparable topography in contrast to the young participants. Both patient groups showed automatic SP to some extent, but strikingly the ERP topographies were altered compared to healthy controls. Most importantly, the N400 was identified as a putative marker for dementia. In particular, the degree of the topographical N400 similarity was demonstrated to separate healthy elderly from demented patients. Furthermore, the marker was significantly related to baseline CBF reduction in brain areas relevant for semantic word retrieval. Summing up, the first major finding of the present thesis was that all groups showed semantic priming, but that the N400 topography differed significantly between healthy and demented elderly. The second major contribution was the identification of the N400 similarity as a putative marker for dementia. To conclude, the present thesis added evidence of preserved automatic processing during healthy aging. Moreover, a possible marker which might contribute to an improved diagnosis and lead consequently to a more effective treatment of dementia was presented and has to be further developed.
Resumo:
Background: In the last decades, children’s and adolescents’ obesity and overweight have increased in European Countries. Unhealthy eating habits and sedentary lifestyle have been recognized to determine such an epidemic. Schools represent an ideal setting to modify harmful behaviors, and physical activity could be regarded as a potential way to avoid the metabolic risks related to obesity. Methods: A systematic review of the literature was carried out to summarize the evidence of school-based interventions aimed to promote, enhance and implement physical activity in European schools. Only randomized controlled trials were included, carried out in Europe from January 2000 to April 2014, universally delivered and targeting pupils aged between 3 and 18 years old. Results: Forty-seven studies were retrieved based either on multicomponent interventions or solely physical activity programs. Most aimed to prevent obesity and cardiovascular risks among youths. While few studies showed a decrease in BMI, positive results were achieved on other outcomes, such as metabolic parameters and physical fitness. Conclusion: Physical activity in schools should be regarded as a simple, non-expensive and enjoyable way to reach all the children and adolescents with adequate doses of moderate to vigorous physical activity.