922 resultados para MIPv6 ABPS LISP Reti Mobilita Simulazione OMNeT INET


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Questa tesi ha lobiettivo di comprendere e valutare se lapproccio al paradigma SDN, che verr spiegato nel capitolo 1, pu essere utilizzato efficacemente per implementare dei sistemi atti alla protezione e alla sicurezza di una rete pi o meno estesa. Oltre ad introdurre il paradigma SDN con i relativi componenti basilari, si introduce il protocollo fondamentale OpenFlow, per la gestione dei vari componenti. Per ottenere lobiettivo prestabilito, si sono seguiti alcuni passaggi preliminari. Primo tra tutti si studiato cos lSDN. Esso introduce una potenziale innovazione nellutilizzo della rete. La combinazione tra la visione globale di tutta la rete e la programmabilit di essa, rende la gestione del traffico di rete un processo abbastanza complicato in termini di livello applicativo, ma con un risultato alquanto performante in termini di flessibilit. Le alterazioni allarchitettura di rete introdotte da SDN devono essere valutate per garantire che la sicurezza di rete sia mantenuta. Le Software Defined Network (come vedremo nei primi capitoli) sono in grado di interagire attraverso tutti i livelli del modello ISO/OSI e questa loro caratteristica pu creare problemi. Nelle reti odierne, quando si agisce in un ambiente confinato, facile sia prevedere cosa potrebbe accadere, che riuscire a tracciare gli eventi meno facilmente rilevabili. Invece, quando si gestiscono pi livelli, la situazione diventa molto pi complessa perch si hanno pi fattori da gestire, la variabilit dei casi possibili aumenta fortemente e diventa pi complicato anche distinguere i casi leciti da quelli illeciti. Sulla base di queste complicazioni, ci si chiesto se SDN abbia delle problematiche di sicurezza e come potrebbe essere usato per la sicurezza. Per rispondere a questo interrogativo si fatta una revisione della letteratura a riguardo, indicando, nel capitolo 3, alcune delle soluzioni che sono state studiate. Successivamente si sono chiariti gli strumenti che vengono utilizzati per la creazione e la gestione di queste reti (capitolo 4) ed infine (capitolo 5) si provato ad implementare un caso di studio per capire quali sono i problemi da affrontare a livello pratico. Successivamente verranno descritti tutti i passaggi individuati in maniera dettagliata ed alla fine si terranno alcune conclusioni sulla base dellesperienza svolta.

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Lanalisi della risposta delle pavimentazioni flessibili alle sollecitazioni veicolari ed alle variazioni di temperatura non pu prescindere dallo studio del legante bituminoso: allinterno del film di bitume, infatti, che avviene la rottura per fatica alle basse temperature (alte frequenze di carico) e che si sviluppano le deformazioni con conseguente fenomeno dellormaiamento alle alte temperature di esercizio (basse frequenze di carico). Il deterioramento di queste pavimentazioni, dovuto a fenomeni di fessurazione da fatica o di ormaiamento, infatti, divenuto nel settore infrastrutturale oggetto di studio ed approfondimento. Spesso tali ammaloramenti sono accelerati dallazione dellacqua che, in assenza di strati impermeabili, raggiunge gli strati inferiori della sovrastruttura indebolendo le propriet coesive del legante e di adesione tra bitume ed aggregati. Se a queste problematiche si aggiunge limpatto ambientale di uninfrastruttura viaria (emissione di fumi durante la stesa del conglomerato), risulta evidente linteresse nel campo della ricerca circa lo studio di leganti bituminosi modificati e additivati, in grado di aumentare le prestazioni del pacchetto stradale, oltre che a ridurne gli effetti negativi sullambiente. Per queste motivazioni, la presente Tesi si concentra sullo studio dei leganti e dei mastici bituminosi ottenuti con laggiunta di Powdered Rubber Modifier (PRM) ovvero di Polverino di Gomma ottenuto mediante il riciclaggio di pneumatici usati, attraverso opportune lavorazioni di natura meccanica. In campo stradale sta assumendo sempre pi importanza lutilizzo di pneumatici riciclati, in grado di aumentare le prestazioni del pacchetto stradale e di ridurne gli effetti negativi sullambiente. Per studiare e testare questi leganti e mastici bituminosi si scelto di utilizzare un approccio tradizionale, consistente nella simulazione della risposta meccanica macroscopica mediante modelli costitutivi basati sulla teoria del mezzo continuo: ci significa che la miscela viene sottoposta a prove di tipo statico e dinamico in un ampio intervallo di condizioni inerenti allintensit della forza, alla velocit di applicazione del carico ed alla temperatura. In particolare, i materiali sopra citati sono stati testati mediante Dynamic Shear Rheometer (DSR-UNI EN 14770); tale apparecchiatura in grado, attraverso lapplicazione di una sollecitazione dinamica con andamento sinusoidale, di simulare le reali condizioni di carico cui sottoposta una pavimentazione stradale durante la sua vita utile. I risultati reologici ottenuti sono stati confrontati per valutare il contributo prestazionale di ciascun materiale componente le miscele.

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Il mondo dei materiali compositi in continua espansione, e sono sempre di pi le aziende che richiedono componenti prodotti con questi materiali, uno dei quali la fibra di carbonio. Tali aziende producono inevitabilmente scarti di lavorazione derivanti dal taglio di sagome dai fogli di fibra di carbonio; questi ritagli rappresentano ancora una buona materia prima, che, se ben conservata, pu essere utilizzata per la fabbricazione di prodotti secondari. Cos facendo sar possibile ridurre il costo di smaltimento della fibra, e, al contempo, ottenere manufatti in fibra di carbonio a basso costo. in questo contesto che rientra il lavoro e la ricerca di questo elaborato il cui obbiettivo riutilizzare gli sfridi di lavorazione per realizzare protesi di piede a basso costo in fibra di carbonio. Un ulteriore attenzione stata posta al metodo di fabbricazione della protesi, il quale deve risultare semplice da realizzare. Per questa ragione si deciso che la pressione durante la cottura fosse da applicare per via meccanica, attraverso la presenza di uno stampo e di un controstampo, serrati tramite collegamenti bullonati. Nellelaborato sar descritto il lavoro svolto per lottenimento della forma e della disposizione degli strati di fibra di carbonio, basato su simulazione di modelli ad elementi finiti, che ha condotto alle migliori sagome e al miglior orientamento delle fibre negli strati di materiale composito. Sar inoltre illustrato il metodo utilizzato per ottenere lo stampo, e le procedure da seguire per la realizzazione del prototipo di protesi. Saranno infine illustrati i risultati ottenuti dalle prove di caratterizzazione di due prototipi differenti, uno ottenuto con fibre intere, e uno realizzato con fibre corte.

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Il CP-ESFR un progetto integrato di cooperazione europeo sui reattori a sodio SFR realizzato sotto il programma quadro EURATOM 7, che unisce il contributo di venticinque partner europei. Il CP-ESFR ha l'ambizione di contribuire all'istituzione di una "solida base scientifica e tecnica per il reattore veloce refrigerato a sodio, al fine di accelerare gli sviluppi pratici per la gestione sicura dei rifiuti radioattivi a lunga vita, per migliorare le prestazioni di sicurezza, l'efficienza delle risorse e il costo-efficacia di energia nucleare al fine di garantire un sistema solido e socialmente accettabile di protezione della popolazione e dell'ambiente contro gli effetti delle radiazioni ionizzanti. " La presente tesi di laurea un contributo allo sviluppo di modelli e metodi, basati sulluso di codici termo-idraulici di sistema, per l analisi di sicurezza di reattori di IV Generazione refrigerati a metallo liquido. L'attivit stata svolta nell'ambito del progetto FP-7 PELGRIMM ed in sinergia con lAccordo di Programma MSE-ENEA(PAR-2013). Il progetto FP7 PELGRIMM ha come obbiettivo lo sviluppo di combustibili contenenti attinidi minori 1. attraverso lo studio di due diverse forme: pellet (oggetto della presente tesi) e spherepac 2. valutandone limpatto sul progetto del reattore CP-ESFR. La tesi propone lo sviluppo di un modello termoidraulico di sistema dei circuiti primario e intermedio del reattore con il codice RELAP5-3D (INL, US). Tale codice, qualificato per il licenziamento dei reattori nucleari ad acqua, stato utilizzato per valutare come variano i parametri del core del reattore rilevanti per la sicurezza (es. temperatura di camicia e di centro combustibile, temperatura del fluido refrigerante, etc.), quando il combustibile venga impiegato per bruciare gli attinidi minori (isotopi radioattivi a lunga vita contenuti nelle scorie nucleari). Questo ha comportato, una fase di training sul codice, sui suoi modelli e sulle sue capacit. Successivamente, lo sviluppo della nodalizzazione dellimpianto CP-ESFR, la sua qualifica, e lanalisi dei risultati ottenuti al variare della configurazione del core, del bruciamento e del tipo di combustibile impiegato (i.e. diverso arricchimento di attinidi minori). Il testo suddiviso in sei sezioni. La prima fornisce unintroduzione allo sviluppo tecnologico dei reattori veloci, evidenzia lambito in cui stata svolta questa tesi e ne definisce obbiettivi e struttura. Nella seconda sezione, viene descritto limpianto del CP-ESFR con attenzione alla configurazione del nocciolo e al sistema primario. La terza sezione introduce il codice di sistema termico-idraulico utilizzato per le analisi e il modello sviluppato per riprodurre limpianto. Nella sezione quattro vengono descritti: i test e le verifiche effettuate per valutare le prestazioni del modello, la qualifica della nodalizzazione, i principali modelli e le correlazioni pi rilevanti per la simulazione e le configurazioni del core considerate per lanalisi dei risultati. I risultati ottenuti relativamente ai parametri di sicurezza del nocciolo in condizioni di normale funzionamento e per un transitorio selezionato sono descritti nella quinta sezione. Infine, sono riportate le conclusioni dellattivit.

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A seconda della forma del modello da realizzare, durante la laminazione su stampo le fibre di cui composto un materiale composito si dispongono in maniera differente rispetto alla trama originale del tessuto. In questo lavoro di tesi, dopo una descrizione dei materiali compositi, dei processi di produzione e dei metodi implementati attualmente per la loro simulazione in codici di calcolo commerciali, si concentra l'attenzione su un metodo di modellazione dei tessuti, chiamato metodo di Verlet, che consente di studiare la disposizione di un tessuto che si adagia su un corpo di forma qualsiasi, tenendo in conto le deformazioni delle fibre. La tesi si conclude con alcune considerazioni sulla problematica affrontata e sui risultati ottenuti.

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Questa tesi si occupa della progettazione, simulazione via software, caratterizzazione e realizzazione con microfresatrice di una tipologia di filtri passivi. Questo trattato si inserisce su una linea di ricerca gi avanzata, che si occupa di studio e realizzazione di sistemi di ricetrasmissione wireless UWB di segnali provenienti da sensori per applicazioni biologiche. Lo scopo dello studio di questa tesi l'ottimizzazione dell'efficienza del filtro, ovvero il miglioramento del rapporto segnale rumore R/S.

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Lo studio di sistemi quantistici sta alla base di molti dei moderni sviluppi teorici e applicativi della Fisica. In questo scritto vogliamo studiare il funzionamento di simulatori e computer quantistici. I primi permettono di simulare levoluzione di un sistema quantistico in maniera controllata gli altri possono eseguire operazioni logiche su oggetti chiamati qubits. Andremo a studiare come ottenere un set universale di porte logiche quantistiche e le loro caratteristiche. Analizzeremo le differenze tra simulazione analogica(AQS) e digitale(DQS). Applicheremo questultima a sistemi di particelle fermioniche e bosoniche in un reticolo.

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Lo studio di tesi che segue analizza un problema di controllo ottimo che ho sviluppato con la collaborazione dell'Ing. Stefano Varisco e della Dott.ssa Francesca Mincigrucci, presso la Ferrari Spa di Maranello. Si trattato quindi di analizzare i dati di un controllo H-infinito; per eseguire ci ho utilizzato i programmi di simulazione numerica Matlab e Simulink. Nel primo capitolo presente la teoria dei sistemi di equazioni differenziali in forma di stato e ho analizzato le loro propriet. Nel secondo capitolo, invece, ho introdotto la teoria del controllo automatico e in particolare il controllo ottimo. Nel terzo capitolo ho analizzato nello specifico il controllo che ho utilizzato per affrontare il problema richiesto che il controllo H-infinito. Infine, nel quarto e ultimo capitolo ho specificato il modello che ho utilizzato e ho riportato l'implementazione numerica dell'algoritmo di controllo, e l'analisi dei dati di tale controllo.

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Nella presente tesi vengono presentati gli strumenti necessari ad un dispositivo mobile per spostarsi attraverso una molteplicit di reti wi-fi senza perdere l'identit della connessione in essere.

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Il Data Distribution Management (DDM) un componente dello standard High Level Architecture. Il suo compito quello di rilevare le sovrapposizioni tra update e subscription extent in modo efficiente. All'interno di questa tesi si discute la necessit di avere un framework e per quali motivi stato implementato. Il testing di algoritmi per un confronto equo, librerie per facilitare la realizzazione di algoritmi, automatizzazione della fase di compilazione, sono motivi che sono stati fondamentali per iniziare la realizzazione framework. Il motivo portante stato che esplorando articoli scientifici sul DDM e sui vari algoritmi si notato che in ogni articolo si creavano dei dati appositi per fare dei test. L'obiettivo di questo framework anche quello di riuscire a confrontare gli algoritmi con un insieme di dati coerente. Si deciso di testare il framework sul Cloud per avere un confronto pi affidabile tra esecuzioni di utenti diversi. Si sono presi in considerazione due dei servizi pi utilizzati: Amazon AWS EC2 e Google App Engine. Sono stati mostrati i vantaggi e gli svantaggi dell'uno e dell'altro e il motivo per cui si scelto di utilizzare Google App Engine. Si sono sviluppati quattro algoritmi: Brute Force, Binary Partition, Improved Sort, Interval Tree Matching. Sono stati svolti dei test sul tempo di esecuzione e sulla memoria di picco utilizzata. Dai risultati si evince che l'Interval Tree Matching e l'Improved Sort sono i pi efficienti. Tutti i test sono stati svolti sulle versioni sequenziali degli algoritmi e che quindi ci pu essere un riduzione nel tempo di esecuzione per l'algoritmo Interval Tree Matching.

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Il concetto di cella a eterogiunzione in silicio ha portato allo sviluppo di dispositivi in grado di convertire oltre il 25% dello spettro solare. Il raggiungimento di alte efficienze di conversione dovuto alla ricerca nel campo dei vari strati a base di silicio cristallino, amorfo e nanocristallino impiegati per formare le giunzioni. In particolare, lo studio e lottimizzazione dello strato di emettitore in silicio amorfo o nanocristallino insieme allinserimento di uno strato amorfo intrinseco passivante, ha permesso la realizzazione di celle con alte tensioni di circuito aperto. Questi materiali contengono tuttavia dei difetti legati alla struttura amorfa, che compromettono le prestazioni dei dispositivi abbassandone la corrente di cortocircuito. Una possibile soluzione al problema pu essere ottenuta formando composti che incorporano elementi come azoto e ossigeno e aumentando il grado di cristallinit del materiale con un processo di annealing. In questa tesi viene studiato lenergy gap di campioni di Silicon Oxynitride (SiOxNy:H) in funzione delle diverse condizioni di crescita e di annealing attraverso il programma di simulazione spettroscopica Optical.

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Nell'ambito della Fisica Medica, le simulazioni Monte Carlo sono uno strumento sempre pi diffuso grazie alla potenza di calcolo dei moderni calcolatori, sia nell'ambito diagnostico sia in terapia. Attualmente sono disponibili numerosi pacchetti di simulazione Monte Carlo di carattere "general purpose", tra cui Geant4. Questo lavoro di tesi, svolto presso il Servizio di Fisica Sanitaria del Policlinico "S.Orsola-Malpighi", basato sulla realizzazione, utilizzando Geant4, di un modello Monte Carlo del target del ciclotrone GE-PETtrace per la produzione di C-11. Nel modello sono stati simulati i principali elementi caratterizzanti il target ed il fascio di protoni accelerato dal ciclotrone. Per la validazione del modello sono stati valutati diversi parametri fisici, tra i quali il range medio dei protoni nell'azoto ad alta pressione e la posizione del picco di Bragg, confrontando i risultati con quelli forniti da SRIM. La resa a saturazione relativa alla produzione di C-11 stata confrontata sia con i valori forniti dal database della IAEA sia con i dati sperimentali a nostra disposizione. Il modello stato anche utilizzato per la stima di alcuni parametri di interesse, legati, in particolare, al deterioramento dell'efficienza del target nel corso del tempo. L'inclinazione del target, rispetto alla direzione del fascio di protoni accelerati, influenzata dal peso del corpo del target stesso e dalla posizione in cui questo fissato al ciclotrone. Per questo sono stati misurati sia il calo della resa della produzione di C-11, sia la percentuale di energia depositata dal fascio sulla superficie interna del target durante l'irraggiamento, al variare dell'angolo di inclinazione del target. Il modello che abbiamo sviluppato rappresenta, dunque, un importante strumento per la valutazione dei processi che avvengono durante l'irraggiamento, per la stima delle performance del target nel corso del tempo e per lo sviluppo di nuovi modelli di target.

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Uno dei cardini nel programma di ricerca attuale del Large Hadron Collider (LHC) al CERN lapprofondimento della conoscenza relativa al bosone di Higgs e agli accoppiamenti di questa particella, di recente scoperta, con le altre del Modello Standard. Il prossimo Run di LHC sar caratterizzato da collisioni di fasci di protoni con un'energia di 6.5 TeV ciascuno e render possibile lacquisizione di grandi campioni di dati nei quali si prevede un aumento della statistica per tipologie di eventi che fino a questo momento stato problematico studiare. Tra questi la produzione per Higgs-strahlung del bosone di Higgs associato al bosone vettore Z, che, essendo caratterizzata da una bassa sezione durto, sempre stata considerata un processo molto difficile da investigare. Questa tesi fornisce uno studio preliminare della fattibilit di recuperare in modo efficiente questo canale, con lobiettivo di individuare alcuni tagli che permettano di ripulire il grande fondo adronico prodotto nelle collisioni protone-protone a LHC. La presente analisi stata effettuata su campioni di dati ottenuti tramite una generazione Monte Carlo e una simulazione parametrica del rivelatore ATLAS. Sebbene la statistica dei campioni MC sia ancora limitata e la simulazione della risposta del detector non sia dettagliata, le tecniche e i tagli utilizzati in questo lavoro di tesi potranno dare utili indicazioni per futuri studi pi dettagliati e per l'investigazione di questo processo una volta che i dati del prossimo Run di LHC a s=13 TeV saranno disponibili.

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Per il telescopio di neutrini ANTARES, sul quale basata questa tesi, il principale problema nella ricostruzione delle tracce dei muoni provenienti dal basso, i quali possono essere generati solo da neutrini provenienti dallemisfero sud che interagiscono nei pressi del rivelatore, rappresentato dai muoni atmosferici (in particolare dagli sciami muonici). La luce Cherenkov da essi prodotta pu essere utilizzata per ricostruire erroneamente tracce dirette verso lalto (upgoing). Lo scopo di questa tesi la valutazione, tramite un metodo Montecarlo, della probabilit che i muoni atmosferici vengano ricostruiti come muoni diretti verso lalto. Lesposizione organizzata in quattro capitoli: nei primi due vengono descritti la fisica dellastronomia a neutrini e i principi di funzionamento di un telescopio di neutrini, con particolare attenzione al telescopio ANTARES.Nel terzo capitolo riportata la descrizione del software utilizzato per simulare lo sciame di muoni atmosferici e la conseguente risposta del rivelatore. Infine, nel quarto capitolo, sono presentati i grafici eseguiti con ROOT che riassumono ed evidenziano i risultati della simulazione.

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un' applicazione in grado di memorizzare e mappare tutti i punti dove possibile collegarsi, in modo gratuito, ad internet usando il nostro Smartphone. Per tenere traccia di questi punti si utilizza un meccanismo in grado di determinare la posizione geografica del dispositivo mediante il quale lutente si connette alla rete. Inoltre possibile la condivisione di tutti i punti registrati su un database online per rendere pubbliche le proprie registrazioni.