989 resultados para Mola invasiva (MI)


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Questo elaborato si basa sulla proposta di traduzione del saggio letterario giornalistico "Antisemiten sind mir egal" di Maxim Biller pubblicato sulla Zeit (Nº 41/2014) il 18.10.2014. L'idea di usare questo testo è nata da una lezione di letteratura tedesca svolta quest'anno durante il secondo semestre dal professor Giovanni Nadiani. Sicuramente questa traduzione è stata fin dall'inizio una grande sfida vista la difficoltà del testo dovuta al tema legato all'attualitá e ricco di riferimenti alla cultura tedesca e israeliana, per i quali si è rivelato necessario l'uso delle note a piè di pagina con l’obiettivo di agevolare la comprensione al lettore italiano. Una volta superate le difficoltà iniziali, sviluppare questo elaborato si è rivelato molto interessante e mi ha arricchita molto sia a livello personale sia a livello formativo. Per poter rendere il testo tradotto in modo adeguato, il traduttore deve prima comprendere il messaggio originario. La comprensione del linguaggio è possibile solo se emittente e destinatario condividono il contesto situazionale e la cultura di riferimento. Per riuscire a comprendere totalmente il messaggio, i destinatari del testo tradotto potrebbero avere difficoltà interpretative. Da qui l’esigenza di aggiungere parti esplicative per colmare e sanare le divergenze tra cultura di partenza e di arrivo. Questo lavoro è stato lungo e impegnativo ma anche fonte di grande soddisfazione e uno stimolo ad approfondire non solo la mia conoscenza della lingua tedesca, ma anche quella della mia lingua madre. Infine spero con la mia proposta di traduzione di essere riuscita ad avvicinare il pubblico italiano a questo saggio, che mette in discussione una tematica di grande attualità e su cui è sempre bene riflettere.

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La portata media cardiaca, (cardiac output “CO”) è un parametro essenziale per una buona gestione dei pazienti o per il monitoraggio degli stessi durante la loro permanenza nell’unità di terapia intensiva. La stesura di questo elaborato prende spunto sull’articolo di Theodore G. Papaioannou, Orestis Vardoulis, and Nikos Stergiopulos dal titolo “ The “systolic volume balance” method for the non invasive estimation of cardiac output based on pressure wave analysis” pubblicato sulla rivista American Journal of Physiology-Heart and Circulatory Physiology nel Marzo 2012. Nel sopracitato articolo si propone un metodo per il monitoraggio potenzialmente non invasivo della portata media cardiaca, basato su principi fisici ed emodinamici, che usa l’analisi della forma d’onda di pressione e un metodo non invasivo di calibrazione e trova la sua espressione ultima nell’equazione Qsvb=(C*PPao)/(T-(Psm,aorta*ts)/Pm). Questa formula è stata validata dagli autori, con buoni risultati, solo su un modello distribuito della circolazione sistemica e non è ancora stato validato in vivo. Questo elaborato si pone come obiettivo quello di un’analisi critica di questa formula per la stima della portata media cardiaca Qsvb. La formula proposta nell'articolo verrà verificata nel caso in cui la circolazione sistemica sia approssimata con modelli di tipo windkessel. Dallo studio svolto emerge il fatto che la formula porta risultati con errori trascurabili solo se si approssima la circolazione sistemica con il modello windkessel classico a due elementi (WK2) e la portata aortica con un’onda rettangolare. Approssimando la circolazione sistemica con il modello windkessel a tre elementi (WK3), o descrivendo la portata aortica con un’onda triangolare si ottengono risultati con errori non più trascurabili che variano dal 7%-9% nel caso del WK2 con portata aortica approssimata con onda triangolare ad errori più ampi del 20% nei i casi del WK3 per entrambe le approssimazioni della portata aortica.

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BACKGROUND Posttraumatic Stress Disorder (PTSD) may occur in patients after exposure to a life-threatening illness. About one out of six patients develop clinically relevant levels of PTSD symptoms after acute myocardial infarction (MI). Symptoms of PTSD are associated with impaired quality of life and increase the risk of recurrent cardiovascular events. The main hypothesis of the MI-SPRINT study is that trauma-focused psychological counseling is more effective than non-trauma focused counseling in preventing posttraumatic stress after acute MI. METHODS/DESIGN The study is a single-center, randomized controlled psychological trial with two active intervention arms. The sample consists of 426 patients aged 18 years or older who are at 'high risk' to develop clinically relevant posttraumatic stress symptoms. 'High risk' patients are identified with three single-item questions with a numeric rating scale (0 to 10) asking about 'pain during MI', 'fear of dying until admission' and/or 'worrying and feeling helpless when being told about having MI'. Exclusion criteria are emergency heart surgery, severe comorbidities, current severe depression, disorientation, cognitive impairment and suicidal ideation. Patients will be randomly allocated to a single 45-minute counseling session targeting either specific MI-triggered traumatic reactions (that is, the verum intervention) or the general role of psychosocial stress in coronary heart disease (that is, the control intervention). The session will take place in the coronary care unit within 48 hours, by the bedside, after patients have reached stable circulatory conditions. Each patient will additionally receive an illustrated information booklet as study material. Sociodemographic factors, psychosocial and medical data, and cardiometabolic risk factors will be assessed during hospitalization. The primary outcome is the interviewer-rated posttraumatic stress level at three-month follow-up, which is hypothesized to be at least 20% lower in the verum group than in the control group using the t-test. Secondary outcomes are posttraumatic stress levels at 12-month follow-up, and psychosocial functioning and cardiometabolic risk factors at both follow-up assessments. DISCUSSION If the verum intervention proves to be effective, the study will be the first to show that a brief trauma-focused psychological intervention delivered within a somatic health care setting can reduce the incidence of posttraumatic stress in acute MI patients. TRIAL REGISTRATION ClinicalTrials.gov: NCT01781247.

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OBJECTIVE: Because studies suggest that ultraviolet (UV) radiation modulates the myositis phenotype and Mi-2 autoantigen expression, we conducted a retrospective investigation to determine whether UV radiation may influence the relative prevalence of dermatomyositis and anti-Mi-2 autoantibodies in the US. METHODS: We assessed the relationship between surface UV radiation intensity in the state of residence at the time of onset with the relative prevalence of dermatomyositis and myositis autoantibodies in 380 patients with myositis from referral centers in the US. Myositis autoantibodies were detected by validated immunoprecipitation assays. Surface UV radiation intensity was estimated from UV Index data collected by the US National Weather Service. RESULTS: UV radiation intensity was associated with the relative proportion of patients with dermatomyositis (odds ratio [OR] 2.3, 95% confidence interval [95% CI] 0.9-5.8) and with the proportion of patients expressing anti-Mi-2 autoantibodies (OR 6.0, 95% CI 1.1-34.1). Modeling of these data showed that these associations were confined to women (OR 3.8, 95% CI 1.3-11.0 and OR 17.3, 95% CI 1.8-162.4, respectively) and suggests that sex influences the effects of UV radiation on autoimmune disorders. Significant associations were not observed in men, nor were UV radiation levels related to the presence of antisynthetase or anti-signal recognition particle autoantibodies. CONCLUSION: This first study of the distribution of myositis phenotypes and UV radiation exposure in the US showed that UV radiation may modulate the clinical and immunologic expression of autoimmune disease in women. Further investigation of the mechanisms by which these effects are produced may provide insights into pathogenesis and suggest therapeutic or preventative strategies.