987 resultados para Estoicismo romano


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O concelho de Montemor-o-Novo é rico em vestígios arqueológicos de várias cronologias, pelo que a época romana não é excepção. Durante muito tempo pouco se conhecia deste período cronológico, particularmente a forma do seu povoamento. Durante os anos 60 do século XX, foram identificadas e escavadas algumas estruturas deste período, nomeadamente a Fonte do Prior, o Curral dos Cães e o Cabeço do Ceivo. No entanto, foi durante as obras da Barragem dos Minutos que começamos a ter uma nova perceção de como seria o povoamento romano neste território. Sítios como estes têm vindo, ao longo do tempo, a ser colocados de parte quando se falava sobre a romanização dos campos por se considerar que essa ocupação era exclusiva das luxuosas villae e por se pensar que estes sítios fariam parte das villae. Neste trabalho iremos ver o resultado das intervenções realizados na Barragem dos Minutos, bem como as realizadas no regolfo da Barragem de Alqueva com o objectivo de tentar perceber estas novas realidades do povoamento romano; Abstract: The Montemor-o-Novo municipality is rich in archaeological remains of various chronologies, so the Roman era is no exception. But for a long time little was known of this chronological period and especially the shape of your settlement. During the 60s of the twentieth century, they have been identified and excavated some structures of this period, namely the Fonte do Prior, the Curral dos Cães and the Cabeço Ceivo. But it was during the construction of the dam of Minutos we started to have a new perception of how would the Roman settlement in this territory. Sites like these have been, over time, to be put aside when talking about the romanization of the fields in Roman times as it was considered that this occupation was exclusive of villae luxurious and think that these sites would be part of the villae. In this work we will see the result of the work done at the dam of the Minutos, as well as the work carried out in the surroundings of the Alqueva Dam and try to understand these new realities of the Roman settlement.

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Misal romano traducido al español conforme al que usa la iglesia, según el decreto del sagrado concilio tridentino, confirmado por los sumos pontifices

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Un grabado frecuentemente usado para ilustrar la expulsión del pueblo judío decretada por los emperadores Adriano o Heraclio representa en realidad la predicación del profeta Muḥammad ante una asamblea de árabes y judíos. Este artículo identifica el manuscrito a partir del que se elaboró el grabado, propone la interpretación correcta de la imagen y explica el origen de la confusión.

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O presente estudo centra-se na análise da rede de povoamento rural romano num terreno que se estende a Oeste da Serra d’Ossa. Num território que peca por escassez de dados, pretende-se analisar o padrão de organização do povoamento e as comunidades que nele habitavam, através da informação, até então, publicada, em conjunto com os dados recolhidos durante as prospeções efetuadas na região em causa. Dentro deste prisma, serão abordadas as estratégias de povoamento, desde a romanização até aos momentos iniciais da Antiguidade Tardia, com um olhar geral sobre os indicadores que fundamentaram a estabilização povo romano nesta área; Roman settlement network West from Serra d’Ossa Abstract: This study focuses on the analysis of roman rural settlement network in an area that extends west from Serra d'Ossa. In a territory characterized by lack of data, this study intends to analyze the pattern of settlement organization and the communities that inhabited it, through published literature and data collected during surveys conducted in the concerned region. Within this perspective, it will address settlement strategies from romanization until the early stages of Late Antiquity, with a general look at the indicators that supported the stabilization of roman people in this area

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L’obiettivo del presente elaborato è quello di analizzare il fenomeno del patronato delle associazioni professionali nell'Occidente romano nei primi tre secoli della nostra era. Per fare ciò è stato necessario indagare le fonti epigrafiche, le uniche in grado di fornirci notizie a riguardo. A tale scopo è stato approntato un catalogo di 214 iscrizioni. Il testo, composto da sei capitoli, presenta una struttura tripartita. La prima parte, costituita dai primi due capitoli, ha come scopo quello di fornire tutte le coordinate concettuali e pratiche per muoversi all’interno dell’analisi successiva. In particolare, il primo capitolo introduce il lettore alla definizione di patronatus e collegium, termini che costituiscono ovviamente i punti focali della mia ricerca. Nel secondo capitolo, invece, sono stati presentati i dati quantitativi emersi dall’analisi delle iscrizioni. I capitoli tre e quattro costituiscono la seconda parte dell’elaborato, dove ad essere trattati sono contesti specifici. Il capitolo terzo è consacrato allo studio del fenomeno a Sarmizegetusa e a Lugdunum. Il capitolo quarto è stato dedicato interamente ad Ostia, una città che, per quanto concerne il fenomeno associativo, non ha eguali nel resto dell’Impero. L’ultima sezione è formata dai capitoli quinto e sesto, dove, in luogo di un’analisi incentrata su contesti specifici, ho messo a fuoco degli aspetti che emergono trasversalmente dalla nostra documentazione. Nello specifico, il capitolo quinto si pone come obiettivo quello di delineare lo spazio di azione del patronato entro la comunità cittadina. L’ultimo capitolo, invece, si propone di indagare aspetti propri del legame di patronato che erano in grado di alimentare il rapporto.

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La ricerca aveva come obiettivo principale quello di esaminare i sinodi svoltisi nell’Impero Romano d'Oriente, in Italia e in Africa nel periodo compreso tra il 325 e 787. L’obiettivo era quello di porre particolare attenzione a tutti quei temi legati all’organizzazione, alla logistica, ai luoghi di svolgimento e agli aspetti cerimoniali collegati ai momenti di manifestazione dell’autorità ecclesiastica e civile, poco noti nella storiografia moderna. Poco, infatti, si conosce delle forme di convocazione dei presuli, degli itinerari e delle modalità di viaggio che essi affrontavano per raggiungere la sede conciliare; è inoltre particolarmente difficile ricostruire i regolamenti che caratterizzavano le discussioni del consesso riunito, le modalità di voto e la formulazione delle deliberazioni; poco si conosce ad oggi anche delle varie categorie di persone che prendevano parte attiva ai dibattiti con funzioni e ruoli differenti e le varie tipologie di luoghi e aule impiegate per le riunioni e per l’ospitalità dei partecipanti, delle modalità di sfruttamento degli spazi da loro occupati e del cerimoniale che doveva essere rigorosamente seguito dai presenti. Sulla base di una prima campionatura introduttiva basata sui primi tre volumi dell'opera di Hefele-Leclercq coniugati con la raccolta di atti conciliari del Mansi, sono stati censiti più di 300 sinodi di varia natura. Partendo da questo dato preliminare sono stati selezionati 80 casi per i quali è stato possibile risalire all’edificio in cui i dibattiti sinodali si svolsero e intorno ai quali è stata svolta l’intera ricerca.

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La ricerca si prefigge di indagare sulla donna che commette reato nel corso dell’intera esperienza giuridica romana. Attraverso l’analisi delle fonti, con speciale riferimento a quelle letterarie, vengono analizzati i singoli illeciti in cui la donna stessa poteva assumere la qualifica di soggetto attivo, che danno luogo a un nutrito catalogo di fattispecie attinenti alla sfera sessuale, per quanto non manchino casi di maiestas e, più in generale, di cospirazione contro il principe. Nella presente ricerca si tenta dunque di investigare, proprio a partire dalla peculiare condizione riconosciuta alla donna all’interno della società romana, la sua dimensione ‘pubblica’, che sarebbe stata lesa con la commissione dell’illecito giacché la rea, in questo modo, avrebbe sovente compromesso un valore superindividuale, ossia la pudicitia. È proprio la lesione di siffatto principio, tale da assumere un ruolo centrale nel quadro dell’etica sessuale degli antichi romani, a giustificare la repressione degli illeciti femminili nella forma del crimen: non deve dunque meravigliare che la mulier, venuta meno all’onore familiare, sia sanzionata pubblicamente, potendosi intendere i reati dalla stessa commessi alla stregua di ‘attentati alla res publica’.

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Il lavoro di tesi si pone l'obiettivo di valorizzare la cinta muraria medievale della città di Rimini attraverso la progettazione di un sistema di percorsi archeologici, analizzando le criticità e sviluppando linee guida per il restauro e la riqualificazione dell’ambiente circostante. Il lavoro è diviso in fasi: 1-Ricerca storica di tipo archivistico e iconografico per indagare l’evoluzione del sistema difensivo partendo dalle origini fino alle recenti demolizioni. 2-Sulla base delle trilaterazioni in possesso, si è proceduto al rilievo diretto della cinta muraria di San Giuliano con l’obiettivo di comprendere la fabbrica delle mura e restituire graficamente lo stato dell’opera nelle parti che la compongono, in particolare della torre malatestiana e la scala riportandole informazioni necessarie al restauro. Si sono poi rilevate le criticità dell’area circostante le mura. 3-Si è elaborata una proposta progettuale di restauro in merito: -alla riqualificazione del parco con un progetto di restauro urbano degli spazi verdi e dei percorsi ciclo-pedonali per facilitare la lettura del tracciato storico e favorire la fruizione ai cittadini creando punti di ritrovo e di sosta; -alle mura, fondata sui principi di reversibilità, distinguibilità e minimo intervento restituendo un’idea volumetrica dell'immagine interrotta del monumento, minimi interventi di ripristino, la chiusura del varco incongruo della torre; -ai percorsi archeologici per facilitare la lettura della cinta muraria creando un sistema circolare sia interno che esterno tramite l’installazione di segnaletica sia orizzontale che verticale e la realizzazione di nuovi percorsi ciclo-pedonali collegati a quelli già esistenti. Nell’iter progettuale si sono voluti raggiungere il recupero e la valorizzazione dell’intera cinta muraria riminese collegando diversi interventi puntuali realizzati nel recente passato tramite un sistema organico di opere atte a fornire un’unità di linguaggio facilmente riconoscibile.

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To evaluate the outcomes in patients treated for humerus distal third fractures with MIPO technique and visualization of the radial nerve by an accessory approach, in those without radial palsy before surgery. The patients were treated with MIPO technique. The visualization and isolation of the radial nerve was done by an approach between the brachialis and the brachiorradialis, with an oblique incision, in the lateral side of the arm. MEPS was used to evaluate the elbow function. Seven patients were evaluated with a mean age of 29.8 years old. The average follow up was 29.85 months. The radial neuropraxis after surgery occurred in three patients. The sensorial recovery occurred after 3.16 months on average and also of the motor function, after 5.33 months on average, in all patients. We achieved fracture consolidation in all patients (M=4.22 months). The averages for flexion-extension and prono-supination were 112.85° and 145°, respectively. The MEPS average score was 86.42. There was no case of infection. This approach allowed excluding a radial nerve interposition on site of the fracture and/or under the plate, showing a high level of consolidation of the fracture and a good evolution of the range of movement of the elbow. Level of Evidence IV, Case Series.

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Objective To evaluate the occurrence of severe obstetric complications associated with antepartum and intrapartum hemorrhage among women from the Brazilian Network for Surveillance of Severe Maternal Morbidity.Design Multicenter cross-sectional study.Setting Twenty-seven obstetric referral units in Brazil between July 2009 and June 2010.Population A total of 9555 women categorized as having obstetric complications.Methods The occurrence of potentially life-threatening conditions, maternal near miss and maternal deaths associated with antepartum and intrapartum hemorrhage was evaluated. Sociodemographic and obstetric characteristics and the use of criteria for management of severe bleeding were also assessed in these women.Main outcome measures The prevalence ratios with their respective 95% confidence intervals adjusted for the cluster effect of the design, and multiple logistic regression analysis were performed to identify factors independently associated with the occurrence of severe maternal outcome.Results Antepartum and intrapartum hemorrhage occurred in only 8% (767) of women experiencing any type of obstetric complication. However, it was responsible for 18.2% (140) of maternal near miss and 10% (14) of maternal death cases. On multivariate analysis, maternal age and previous cesarean section were shown to be independently associated with an increased risk of severe maternal outcome (near miss or death).Conclusion Severe maternal outcome due to antepartum and intrapartum hemorrhage was highly prevalent among Brazilian women. Certain risk factors, maternal age and previous cesarean delivery in particular, were associated with the occurrence of bleeding.

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Algumas más oclusões exigem do ortodontista capacidade de diagnóstico para decidir pela melhor maneira de tratar o paciente. O objetivo dos autores deste artigo foi apresentar casos clínicos e discutir alguns elementos de diagnóstico utilizados na elaboração do plano de tratamento, auxiliando na decisão de extrair dentes. Foi dada ênfase em cada elemento de diagnóstico: aspectos relacionados à cooperação, discrepância de modelo, discrepância cefalométrica e perfil facial, idade esquelética (crescimento) e relações anteroposteriores, assimetrias dentárias, padrão facial e patologias. Sugere-se que a associação dos aspectos citados é importante para a decisão correta. Todavia, algumas vezes, uma característica, por si só, pode definir o plano de tratamento.