688 resultados para vena cava


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Critical lower limb ischemia is a severe disease. A common approach is infrainguinal bypass. Synthetic vascular prosthesis, are good conduits in high-flow low-resistance conditions but have difficulty in their performance as small diameter vessel grafts. A new approach is the use of native decellularized vascular tissues. Cell-free vessels are expected to have improved biocompatibility when compared to synthetic and are optimal natural 3D matrix templates for driving stem cell growth and tissue assembly in vivo. Decellularization of tissues represent a promising field for regenerative medicine, with the aim to develop a methodology to obtain small-diameter allografts to be used as a natural scaffold suited for in vivo cell growth and pseudo-tissue assembly, eliminating failure caused from immune response activation. Material and methods. Umbilical cord-derived mesenchymal cells isolated from human umbilical cord tissue were expanded in advanced DMEM. Immunofluorescence and molecular characterization revealed a stem cell profile. A non-enzymatic protocol, that associate hypotonic shock and low-concentration ionic detergent, was used to decellularize vessel segments. Cells were seeded cell-free scaffolds using a compound of fibrin and thrombin and incubated in DMEM, after 4 days of static culture they were placed for 2 weeks in a flow-bioreactor, mimicking the cardiovascular pulsatile flow. After dynamic culture, samples were processed for histological, biochemical and ultrastructural analysis. Discussion. Histology showed that the dynamic culture cells initiate to penetrate the extracellular matrix scaffold and to produce components of the ECM, as collagen fibres. Sirius Red staining showed layers of immature collagen type III and ultrastructural analysis revealed 30 nm thick collagen fibres, presumably corresponding to the immature collagen. These data confirm the ability of cord-derived cells to adhere and penetrate a natural decellularized tissue and to start to assembly into new tissue. This achievement makes natural 3D matrix templates prospectively valuable candidates for clinical bypass procedures

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

L'approvvigionamento di risorse minerali e la tutela dell'ambiente sono spesso considerate attività contrapposte ed inconciliabili, ma in realtà rappresentano due necessità imprescindibili per le società moderne. Le georisorse, in quanto non rinnovabili, devono essere valorizzate in maniera efficiente, adoperando strumenti che garantiscano la sostenibilità ambientale, sociale ed economica degli interventi estrattivi. La necessità di tutelare il territorio e migliorare la qualità della vita delle comunità locali impone alla Pubblica Amministrazione di implementare misure per la riqualificazione di aree degradate, ma fino ai primi anni '90 la normativa di settore non prevedeva strumenti a tal proposito, e ciò ha portato alla proliferazione di siti estrattivi dismessi e abbandonati senza interventi di recupero ambientale. Il presente lavoro di ricerca fornisce contributi innovativi alla pianificazione e progettazione sostenibile delle attività estrattive, attraverso l'adozione di un approccio multidisciplinare alla trattazione del tema e l'utilizzo esperto dei Sistemi Informativi Geografici, in particolare GRASS GIS. A seguito di una approfondita analisi in merito agli strumenti e le procedure adottate nella pianificazione delle Attività Estrattive in Italia, sono stati sviluppati un metodo di indagine ed un sistema esperto per la previsione ed il controllo delle vibrazioni indotte nel terreno da volate in cava a cielo aperto, che consentono di ottimizzare la progettazione della volata e del sistema di monitoraggio delle vibrazioni grazie a specifici strumenti operativi implementati in GRASS GIS. A supporto di una più efficace programmazione di interventi di riqualificazione territoriale, è stata messa a punto una procedura per la selezione di siti dismessi e di potenziali interventi di riqualificazione, che ottimizza le attività di pianificazione individuando interventi caratterizzati da elevata sostenibilità ambientale, economica e sociale. I risultati ottenuti dimostrano la necessità di un approccio esperto alla pianificazione ed alla progettazione delle attività estrattive, incrementandone la sostenibilità attraverso l'adozione di strumenti operativi più efficienti.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Tutte le attività che utilizzano acqua nel ciclo produttivo, inevitabilmente la sporcano, l'acqua che si prende pulita deve essere restituire "pulita". Basta pensare agli scarichi fognari: ognuno di noi prende a casa propria acqua pulita dall'acquedotto e la restituisce alla rete fognaria sporca. Pensiamo allo scarico della lavastoviglie, della lavatrice, della doccia e via di seguito. Gli impianti di depurazione sono quegli impianti che hanno il compito di depurare l'acqua, sia per il rispetto dei corpi ricettori allo scarico, sia per il possibile riutilizzo. Naturalmente le normative regolano la qualità dell'acqua e gli enti di controllo vigilano sul rispetto delle leggi. Ovviamente ogni carico inquinante insieme ai volumi giornalieri e agli spazi a disposizione, impone una scelta tecnica diversa per la depurazione. In un impianto di trattamento inerti, materiale di cava a basso valore di mercato, è importante riutilizzare ogni prodotto ricavato dal processo. Di seguito viene considerato il caso specifico dei limi di lavaggio inerti: “patata bollente” per tutte le aziende e soggetto di numerose discussioni in quanto è un argomento complesso da più punti di vista. Il materiale in esame, denominato “limo da lavaggio inerti”, rappresenta lo scarto della lavorazione degli inerti stessi provenienti dalle cave di ghiaia e sabbia in un impianto di produzione di inerti. Questi impianti eseguono sui materiali di cava le operazioni di macinazione, vagliatura, classificazione, slimatura e recupero dei fini. Dunque l’acqua, che proviene dai processi di macinazione, vagliatura e lavaggio del materiale, trascina con sé impurità di origine organica e argillosa, ma soprattutto finissimi in sospensione: i limi. Essi generano un inquinamento dell’acqua il cui aspetto visibile (la colorazione dell’acqua) è il meno pericoloso, infatti suddette sospensioni, dopo lo scarico delle torbide in fiumi, laghi o mare, generano depositi sulle rive che possono causare deviazioni del corso stesso nel caso dei corsi d’acqua; o ancor più grave la impermeabilizzazione dei terreni attraversati con le relative conseguenze in campo agricolo, e ancora il mancato approvvigionamento delle falde acquifere per l’impossibilità da parte dell’acqua superficiale di penetrare nel terreno. Essa dunque, necessita di trattamenti specifici per separare questi solidi in sospensione e consentirne il suo reimpiego nell’impianto stesso almeno in buona percentuale e di conseguenza la diminuzione di nuova acqua fresca necessaria. Per fortuna l’inquinamento è solo “fisico” e molto si può fare per ridurlo, esistono infatti macchinari specifici per eliminare dall’acqua gli elementi inquinanti e restituirla (quasi) limpida.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Coltivazione di pietre ornamentali: ottimizzazione dei parametri di progetto sulla base di indagini in situ

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Le cellule mesenchimali stromali (MSC) sono cellule multipotenti e numerosi studi hanno mostrato i loro effetti benefici nel danno renale acuto ma non sono ancora stati dimostrati potenziali effetti nella malattia renale cronica. L'ostruzione ureterale unilaterale (UUO) è un modello di fibrosi interstiziale nel quale l'attivazione di molecole vasoattive, citochine profibrotiche e infiammatorie gioca un ruolo patogenetico nello sviluppo dell'apoptosi e atrofia tubulare. Il sistema renina-angiotensina (RAS) gioca un ruolo chiave nello sviluppo della fibrosi renale e i farmaci che hanno come target l'angiotensina II, principale mediatore del RAS, sono attualmente la terapia più efficace nel ridurre la progressione della malattia renale cronica. E' noto che gli ACE-inibitori (ACEi) inducono un aumento compensatorio della renina plasmatica per la mancaza del feedback negativo sulla sua produzione. Tuttavia, la renina (R) promuove il danno renale non solo stimolando la produzione di ANGII, ma anche up-regolando geni profibrotici attraverso l'attivazione del recettore renina/prorenina. Lo scopo dello studio è stato indagare se l'infusione di MSC riduceva il danno renalein un modello animale di UUO e comparare gli eventuali effetti protettivi di ACEi e MSC in UUO. Abbiamo studiato 5 gruppi di ratti. A: sham operati. B: ratti sottoposti a UUO che ricevevano soluzione salina. C: ratti sottoposti a UUO che ricevavano MSC 3X106 nella vena della coda al giorno 0. D:ratti sottoposti a UUO che ricevevano lisinopril dal g 1 al g 21. E: ratti sottoposti a UUO che ricevevano MSC 3X106 nella vena della coda al giorno 0 e lisinopril dal g 1 al g 21. I ratti sono stati sacrificati al giorno 7 e 21. I risultati dello studio mostrano che MSC in UUO prevengono l'aumento della renina, riducono la generazione di ANGII e che in terapia combinata con ACEi riducono ulteriormente l'ANGII, determinando una sinergia nel miglioramento della fibrosi renale.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La ricerca, presentata in questa tesi di laurea, si pone quale obiettivo, quello di studiare le possibilità di impiego di materiali provenienti da attività da C&D, in sostituzione degli inerti vergini di cava, nella confezione dei misti cementati per strati di base e fondazioni stradali. Lo studio è stato condotto per conto della CEA (Cooperativa Edile Appennino S.c.a.r.l.) la quale ha fornito il materiale riciclato in due diverse curve granulometriche 0/20 e 0/30. Tutte le prove sono state eseguite presso il Laboratorio di Strade della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Bologna.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La ricerca riguarda lo studio del cantiere edilizio protobizantino, con particolare riferimento al ciclo della lavorazione del marmo. Quest’ultimo viene analizzato sotto il profilo amministrativo, tecnico, sociale ed artigianale. L’elemento guida della ricerca sono i marchi dei marmorari, sigle apposte da funzionari e maestranze durante il processo produttivo. Dapprima, fonti letterarie ed epigrafiche, tra cui le sigle di cava e officina su marmo, vengono esaminate per ricostruire il sistema alto-imperiale di amministrazione delle cave e di gestione dei flussi marmorei, nonché l’iter tecnico-artigianale adottato per la produzione dei manufatti. Il confronto con i dati disponibili per la tarda antichità, con particolare riferimento alle cave di Proconneso, evidenzia una sostanziale continuità della prassi burocratico-amministrativa, mentre alcuni cambiamenti si riscontrano nell’ambito produttivo-artigianale. Il funzionamento degli atelier marmorari viene approfondito attraverso lo studio dei marchi dei marmorari. Si tratta di caratteri greci singoli, multipli o monogrammi. Una ricognizione sistematica delle sigle dalla pars Orientalis dell’impero, reperite in bibliografia o da ricognizioni autoptiche, ha portato alla raccolta di circa 2360 attestazioni. Per esse si propone una classificazione tipologica tra sigle di cava, stoccaggio, officina. Tra le sigle di cava si annoverano sigle di controllo, destinazione/committenza, assemblaggio/posizionamento. Una particolare attenzione è riservata alle sigle di officina, riferibili ad un nome proprio di persona, ovvero al πρωτομαΐστωρ, il capo-bottega che supervisionava il lavoro dei propri artigiani e fungeva da garante del prodotto consegnato alla committenza. Attraverso lo studio comparato delle sigle reperite a Costantinopoli e in altri contesti si mette in luce la prassi operativa adottata dagli atelier nei processi di manifattura, affrontando anche il problema delle maestranze itineranti. Infine, sono analizzate fonti scritte di varia natura per poter collocare il fenomeno del marmo in un contesto socio-economico più ampio, con particolare riferimento alle figure professionali ed artigianali coinvolte nei cantieri e al problema della committenza.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Anche se la politica editoriale comunista rappresenta un campo di indagine fondamentale nella ricerca sul Pci, la sua attività editoriale è caduta in un oblio storico. Assumendo il libro come supporto materiale e veicolo della cultura politica comunista, e la casa editrice come canale di socializzazione, questa ricerca s’interroga sui suoi processi di costruzione e di diffusione. La ricerca si muove in due direzioni. Nel primo capitolo si è tentato di dare conto delle ragioni metodologiche dell’indagine e della messa a punto delle ipotesi di ricerca sul “partito editore”, raccogliendo alcune sfide poste alla storia politica da altri ambiti disciplinari, come la sociologia e la scienza politica, che rappresentano una vena feconda per la nostra indagine. La seconda direzione, empirica, ha riguardato la ricognizione delle fonti e degli strumenti di analisi per ricostruire le vicende del “partito editore” dal 1944 al 1956. La suddivisione della ricerca in due parti – 1944-1947 e 1947-1956 – segue a grandi linee la periodizzazione classica individuata dalla storiografia sulla politica culturale del Pci, ed è costruita su quattro fratture storiche – il 1944, con la “svolta di Salerno”; il 1947, con la “svolta cominformista”; il 1953, con la morte di Stalin e il disgelo; il 1956, con il XX Congresso e i fatti d’Ungheria – che sono risultate significative anche per la nostra ricerca sull’editoria comunista. Infine, il presente lavoro si basa su tre livelli di analisi: l’individuazione dei meccanismi di decisione politica e dell’organizzazione assunta dall’editoria comunista, esaminando gli scopi e i mutamenti organizzativi interni al partito per capire come i mutamenti strategici e tattici si sono riflessi sull’attività editoriale; la ricostruzione della produzione editoriale comunista; infine, l’identificazione dei processi di distribuzione e delle politiche per la lettura promosse dal Pci.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Il Genius Loci, affrontato nelle sue caratteristiche e analizzato tra la perdita e la riscoperta del luogo, è il filo conduttore per la rilettura di un percorso, che si snoda attraverso le esperienze didattiche progettuali maturate durante il corso di studi. L’analisi del concetto di luogo avviene secondo la lettura data dagli architetti che in particolare ne hanno promosso il confronto, Aldo Rossi e Christian Norberg-Schulz, nella loro interpretazione volta alla riscoperta della memoria del luogo e dell’identificazione con esso. Se da una parte c’è una valutazione della sedimentazione storica, individuata come memoria imprescindibile; dall’altra c’è un apprezzamento delle caratteristiche intrinseche del sito, che ne costituiscono la sua identità. Il confronto con alcuni scritti di Umberto Cao e Franco Purini ha permesso di concludere un lungo discorso, riallacciandolo al dibattito culturale che aveva suscitato. Per avvicinarci a questo concetto di rispetto del luogo e alla sua valorizzazione si sono presentati due progetti, che ne rappresentano da una parte la piena realizzazione e dall’altra il fallimento e questi sono il Centro culturale Jean-Marie Tjibaou a Nouméa in Nuova Caledonia di Renzo Piano ed il progetto Nexus di un complesso di abitazioni a Fukuoka, in Giappone, coordinato da Arata Isozaky. I progetti maturati durante le esperienze didattiche e presentati per un confronto sul tema sono: Un giardino in forma di teatro, progettato per il quadrilatero di Cervia, con la professoressa Maura Savini; Tre edifici per uffici e pubblici esercizi, realizzati all’interno di un intervento di gruppo più ampio, sulla Vena Mazzarini, a Cesenatico, affrontati con il professor Jose’ Charters Monteiro; un Edificio per il rilevamento delle acque, in prossimità di Kleve, in Germania, realizzato durante il periodo Erasmus, svoltosi presso la Fachhochschule di Colonia, con il professor Hannes Hermanns.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Il volume raccoglie al suo interno il risultato complessivo della progettazione di uno stadio per la città di Bogotà, e più specificatamente per la localidad di Usme. Il progetto rappresenta la sintesi architettonica del processo conoscitivo del luogo, rielaborato in maniera da offrire una soluzione coerente a problematiche di tipo urbano, sociale e archiettonico. L'intervento si configura come una riqualificazione ambientale e territoriale dell'area delle cave di Usme, nel tentativo di fornire alla città uno spazio sportivo e al contempo sociale, che comprenda al suo interno una struttura di servizi attualmente insufficienti nella zona, con l'obbiettivo di valorizzare il sito di progetto in maniera da sfruttarne tutte le potenzialità. La riqualificazione verrà operata ricercando il collegamento della cava alle zone adiacenti e attraverso l'inserimento dello stadio che andrà a costituire un polo attrattivo non soltanto per la localidad di Usme ma per l'intera Bogotà.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

We report the case of a 39-year old patient with septicemia treated for pharyngitis with antibiotics since a few days. She wasn't able to swallow her antibiotics anymore because of dysphagia. Radiologic examination revealed pulmonary infiltrates and Vena iugularis interna-thrombosis. These findings and anamnesis led to the diagnosis of Lemierre syndrome inspite of lacking detection of bacteria. After changing the antibiotic therapy and start of anticoagulation further course of illness was favorable. The long duration of hospitalization was indepted to high morbidity typically seen in Lemierre syndrome.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The exponential increase in cardioverter-defibrillator implantations has resulted in a need for safe implantations that do not require long waiting periods. We report intraoperative and follow-up results in 48 patients with ventricular tachyarrhythmias who underwent cardioverter-defibrillator implantation in the catheterization laboratory. Twenty-six (54%) patients had their first cardioverter-defibrillator implant (group 1), and 22 (46%) patients underwent pulse-generator replacement (group 2). In all patients, cardioverter-defibrillator implant or pulse-generator replacement was performed with the patient under general anesthesia. In 25 (96%) of 26 patients in group 1, cardioverter-defibrillator implantation was possible with a mean defibrillation threshold of 13 +/- 8 J. One patient had a defibrillation threshold of > 25 J, and therefore cardioverter-defibrillator implant was not achieved. This patient underwent epicardial device implantation 1 day later. Another patient in group 1 had vessel rupture (vena subclavia) intraoperatively. During a mean follow-up of 2 +/- 1 months, two patients died from congestive heart failure 2 and 4 months after device implantation. An infection occurred in one patient in group 2, 3 months after generator replacement. In conclusion, these data show that in the majority of patients cardioverter-defibrillator implantation in the catheterization laboratory is safe and has a low complication rate and therefore can generally be recommended.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

OBJECTIVE: During surgery for colon carcinoma, tumour cells may spread into the blood and may lead to the development of distant metastases. The most frequent sites of metastases are the liver and lungs. A new therapeutic approach is required to prevent tumour implantation of freely circulating tumour cells during and after surgery and to treat established metastases. The aim of this prospective study was to observe the influence of long-term intravenous taurolidine on the development of lung metastases after intravenous injection of colon adenocarcinoma cells. METHODS: Tumour cells (DHD/K12/TRb colon adenocarcinoma cell line, 1 x 10(6) cells) were injected into the right vena jugularis interna of BDIX rats. The animals (n=13) were randomised into three groups: group 1: tumour cell implantation without taurolidine application (control group); group 2: tumour cell implantation and simultaneous start of the taurolidine injection through osmotic pump, removal of the osmotic pump on day 7; group 3: tumour cell implantation on day 0 and start of the taurolidine injection through osmotic pump on day 14. RESULTS: In the taurolidine groups, the number and size of lung metastases were significantly lower compared to the control group (p=0.018; p=0.018 and p=0.036; p=0.018). Although the results of the intravenous long-term therapy with taurolidine in group 2 did not reach statistical significance in comparison with the results of group 3, a positive trend was revealed: The mean number of metastases in group 2 was 18.2 versus 28.2 in group 3. CONCLUSIONS: The application of taurolidine tends to prevent the development of lung metastases. Furthermore, taurolidine seems to reduce established lung metastases in this in vivo model. Taurolidine may offer additional therapeutic options in patients with colon adenocarcinoma.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Purpose The better understanding of vertebral mechanical properties can help to improve the diagnosis of vertebral fractures. As the bone mechanical competence depends not only from bone mineral density (BMD) but also from bone quality, the goal of the present study was to investigate the anisotropic indentation moduli of the different sub-structures of the healthy human vertebral body and spondylophytes by means of microindentation. Methods Six human vertebral bodies and five osteophytes (spondylophytes) were collected and prepared for microindentation test. In particular, indentations were performed on bone structural units of the cortical shell (along axial, circumferential and radial directions), of the endplates (along the anterio-posterior and lateral directions), of the trabecular bone (along the axial and transverse directions) and of the spondylophytes (along the axial direction). A total of 3164 indentations down to a maximum depth of 2.5 µm were performed and the indentation modulus was computed for each measurement. Results The cortical shell showed an orthotropic behavior (indentation modulus, Ei, higher if measured along the axial direction, 14.6±2.8 GPa, compared to the circumferential one, 12.3±3.5 GPa, and radial one, 8.3±3.1 GPa). Moreover, the cortical endplates (similar Ei along the antero-posterior, 13.0±2.9 GPa, and along the lateral, 12.0±3.0 GPa, directions) and the trabecular bone (Ei= 13.7±3.4 GPa along the axial direction versus Ei=10.9±3.7 GPa along the transverse one) showed transversal isotropy behavior. Furthermore, the spondylophytes showed the lower mechanical properties measured along the axial direction (Ei=10.5±3.3 GPa). Conclusions The original results presented in this study improve our understanding of vertebral biomechanics and can be helpful to define the material properties of the vertebral substructures in computational models such as FE analysis.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

We present a case where multi-phase post-mortem computed tomography angiography (PMCTA) induced a hemorrhagic pericardial effusion during the venous phase of angiography. Post-mortem non-contrast CT (PMCT) suggested the presence of a ruptured aortic dissection. This diagnosis was confirmed by PMCTA after pressure controlled arterial injection of contrast. During the second phase of multi-phase PMCTA the presence of contrast leakage from the inferior cava vein into the pericardial sac was noted. Autopsy confirmed the post-mortem nature of this vascular tear. This case teaches us an important lesson: it underlines the necessity to critically analyze PMCT and PMCTA images in order to distinguish between artifacts, true pathologies and iatrogenic findings. In cases with ambiguous findings such as the case reported here, correlation of imaging findings with autopsy is elementary.