982 resultados para Symphonic poems (Piano with orchestra)


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We present measurements of Underlying Event observables in pp collisions at root s = 0 : 9 and 7 TeV. The analysis is performed as a function of the highest charged-particle transverse momentum p(T),L-T in the event. Different regions are defined with respect to the azimuthal direction of the leading (highest transverse momentum) track: Toward, Transverse and Away. The Toward and Away regions collect the fragmentation products of the hardest partonic interaction. The Transverse region is expected to be most sensitive to the Underlying Event activity. The study is performed with charged particles above three different p(T) thresholds: 0.15, 0.5 and 1.0 GeV/c. In the Transverse region we observe an increase in the multiplicity of a factor 2-3 between the lower and higher collision energies, depending on the track p(T) threshold considered. Data are compared to PYTHIA 6.4, PYTHIA 8.1 and PHOJET. On average, all models considered underestimate the multiplicity and summed p(T) in the Transverse region by about 10-30%.

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The first measurement of neutron emission in electromagnetic dissociation of Pb-208 nuclei at the LHC is presented. The measurement is performed using the neutron zero degree calorimeters of the ALICE experiment, which detect neutral particles close to beam rapidity. The measured cross sections of single and mutual electromagnetic dissociation of Pb nuclei at root s(NN) = 2.76 TeV with neutron emission are sigma(singleEMD) = 187.4 +/- 0.2(stat)(-11.2)(+13.2) (syst) b and sigma(mutualEMD) = 5. 7 +/- 0.1(stat) +/- 0.4(syst) b, respectively. The experimental results are compared to the predictions from a relativistic electromagnetic dissociation model. DOI: 10.1103/PhysRevLett.109.252302

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A measurement of the multi-strange Xi(-) and Omega(-) baryons and their antiparticles by the ALICE experiment at the CERN Large Hadron Collider (LHC) is presented for inelastic proton-proton collisions at a centre-of-mass energy of 7 TeV. The transverse momentum (p(T)) distributions were studied at mid-rapidity (vertical bar y vertical bar < 0.5) in the range of 0.6 < p(T) < 8.5 GeV/c Xi(-) for and Xi(+) baryons, and in the range of 0.8 < P-T < 5 GeV/c for Omega(-) and<(Omega)over bar>(+). Baryons and antibaryons were measured as separate particles and we find that the baryon to antibaryon ratio of both particle species is consistent with unity over the entire range of the measurement. The statistical precision of the current data has allowed us to measure a difference between the mean p(T) of Xi(-) ((Xi) over bar)(+) and Omega(-) ((Omega) over bar (+)). Particle yields, mean pi, and the spectra in the intermediate pi range are not well described by the PYTHIA Perugia 2011 tune Monte Carlo event generator, which has been tuned to reproduce the early LHC data. The discrepancy is largest for Omega(-)((Omega) over bar (+)). This PYTHIA tune approaches the pi spectra of Xi(-) and Xi(+) baryons below p(T) <0.85 GeV/c and describes the Xi(-) and Xi(+) spectra above p(T) > 6.0 GeV/c. We also illustrate the difference between the experimental data and model by comparing the corresponding ratios of (Omega(-) +(Omega) over bar (+))/(Xi(-) + Xi(+)) as a function of transverse mass. (C) 2012 CERN. Published by Elsevier B.V. All rights reserved.

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La ricerca si propone di definire le linee guida per la stesura di un Piano che si occupi di qualità della vita e di benessere. Il richiamo alla qualità e al benessere è positivamente innovativo, in quanto impone agli organi decisionali di sintonizzarsi con la soggettività attiva dei cittadini e, contemporaneamente, rende evidente la necessità di un approccio più ampio e trasversale al tema della città e di una più stretta relazione dei tecnici/esperti con i responsabili degli organismi politicoamministrativi. La ricerca vuole indagare i limiti dell’urbanistica moderna di fronte alla complessità di bisogni e di nuove necessità espresse dalle popolazioni urbane contemporanee. La domanda dei servizi è notevolmente cambiata rispetto a quella degli anni Sessanta, oltre che sul piano quantitativo anche e soprattutto sul piano qualitativo, a causa degli intervenuti cambiamenti sociali che hanno trasformato la città moderna non solo dal punto di vista strutturale ma anche dal punto di vista culturale: l’intermittenza della cittadinanza, per cui le città sono sempre più vissute e godute da cittadini del mondo (turisti e/o visitatori, temporaneamente presenti) e da cittadini diffusi (suburbani, provinciali, metropolitani); la radicale trasformazione della struttura familiare, per cui la famiglia-tipo costituita da una coppia con figli, solido riferimento per l’economia e la politica, è oggi minoritaria; l’irregolarità e flessibilità dei calendari, delle agende e dei ritmi di vita della popolazione attiva; la mobilità sociale, per cui gli individui hanno traiettorie di vita e pratiche quotidiane meno determinate dalle loro origini sociali di quanto avveniva nel passato; l’elevazione del livello di istruzione e quindi l’incremento della domanda di cultura; la crescita della popolazione anziana e la forte individualizzazione sociale hanno generato una domanda di città espressa dalla gente estremamente variegata ed eterogenea, frammentata e volatile, e per alcuni aspetti assolutamente nuova. Accanto a vecchie e consolidate richieste – la città efficiente, funzionale, produttiva, accessibile a tutti – sorgono nuove domande, ideali e bisogni che hanno come oggetto la bellezza, la varietà, la fruibilità, la sicurezza, la capacità di stupire e divertire, la sostenibilità, la ricerca di nuove identità, domande che esprimono il desiderio di vivere e di godere la città, di stare bene in città, domande che non possono essere più soddisfatte attraverso un’idea di welfare semplicemente basata sull’istruzione, la sanità, il sistema pensionistico e l’assistenza sociale. La città moderna ovvero l’idea moderna della città, organizzata solo sui concetti di ordine, regolarità, pulizia, uguaglianza e buon governo, è stata consegnata alla storia passata trasformandosi ora in qualcosa di assai diverso che facciamo fatica a rappresentare, a descrivere, a raccontare. La città contemporanea può essere rappresentata in molteplici modi, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista sociale: nella letteratura recente è evidente la difficoltà di definire e di racchiudere entro limiti certi l’oggetto “città” e la mancanza di un convincimento forte nell’interpretazione delle trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno investito la società e il mondo nel secolo scorso. La città contemporanea, al di là degli ambiti amministrativi, delle espansioni territoriali e degli assetti urbanistici, delle infrastrutture, della tecnologia, del funzionalismo e dei mercati globali, è anche luogo delle relazioni umane, rappresentazione dei rapporti tra gli individui e dello spazio urbano in cui queste relazioni si muovono. La città è sia concentrazione fisica di persone e di edifici, ma anche varietà di usi e di gruppi, densità di rapporti sociali; è il luogo in cui avvengono i processi di coesione o di esclusione sociale, luogo delle norme culturali che regolano i comportamenti, dell’identità che si esprime materialmente e simbolicamente nello spazio pubblico della vita cittadina. Per studiare la città contemporanea è necessario utilizzare un approccio nuovo, fatto di contaminazioni e saperi trasversali forniti da altre discipline, come la sociologia e le scienze umane, che pure contribuiscono a costruire l’immagine comunemente percepita della città e del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. La rappresentazione del sociale urbano varia in base all’idea di cosa è, in un dato momento storico e in un dato contesto, una situazione di benessere delle persone. L’urbanistica moderna mirava al massimo benessere del singolo e della collettività e a modellarsi sulle “effettive necessità delle persone”: nei vecchi manuali di urbanistica compare come appendice al piano regolatore il “Piano dei servizi”, che comprende i servizi distribuiti sul territorio circostante, una sorta di “piano regolatore sociale”, per evitare quartieri separati per fasce di popolazione o per classi. Nella città contemporanea la globalizzazione, le nuove forme di marginalizzazione e di esclusione, l’avvento della cosiddetta “new economy”, la ridefinizione della base produttiva e del mercato del lavoro urbani sono espressione di una complessità sociale che può essere definita sulla base delle transazioni e gli scambi simbolici piuttosto che sui processi di industrializzazione e di modernizzazione verso cui era orientata la città storica, definita moderna. Tutto ciò costituisce quel complesso di questioni che attualmente viene definito “nuovo welfare”, in contrapposizione a quello essenzialmente basato sull’istruzione, sulla sanità, sul sistema pensionistico e sull’assistenza sociale. La ricerca ha quindi analizzato gli strumenti tradizionali della pianificazione e programmazione territoriale, nella loro dimensione operativa e istituzionale: la destinazione principale di tali strumenti consiste nella classificazione e nella sistemazione dei servizi e dei contenitori urbanistici. E’ chiaro, tuttavia, che per poter rispondere alla molteplice complessità di domande, bisogni e desideri espressi dalla società contemporanea le dotazioni effettive per “fare città” devono necessariamente superare i concetti di “standard” e di “zonizzazione”, che risultano essere troppo rigidi e quindi incapaci di adattarsi all’evoluzione di una domanda crescente di qualità e di servizi e allo stesso tempo inadeguati nella gestione del rapporto tra lo spazio domestico e lo spazio collettivo. In questo senso è rilevante il rapporto tra le tipologie abitative e la morfologia urbana e quindi anche l’ambiente intorno alla casa, che stabilisce il rapporto “dalla casa alla città”, perché è in questa dualità che si definisce il rapporto tra spazi privati e spazi pubblici e si contestualizzano i temi della strada, dei negozi, dei luoghi di incontro, degli accessi. Dopo la convergenza dalla scala urbana alla scala edilizia si passa quindi dalla scala edilizia a quella urbana, dal momento che il criterio del benessere attraversa le diverse scale dello spazio abitabile. Non solo, nei sistemi territoriali in cui si è raggiunto un benessere diffuso ed un alto livello di sviluppo economico è emersa la consapevolezza che il concetto stesso di benessere sia non più legato esclusivamente alla capacità di reddito collettiva e/o individuale: oggi la qualità della vita si misura in termini di qualità ambientale e sociale. Ecco dunque la necessità di uno strumento di conoscenza della città contemporanea, da allegare al Piano, in cui vengano definiti i criteri da osservare nella progettazione dello spazio urbano al fine di determinare la qualità e il benessere dell’ambiente costruito, inteso come benessere generalizzato, nel suo significato di “qualità dello star bene”. E’ evidente che per raggiungere tale livello di qualità e benessere è necessario provvedere al soddisfacimento da una parte degli aspetti macroscopici del funzionamento sociale e del tenore di vita attraverso gli indicatori di reddito, occupazione, povertà, criminalità, abitazione, istruzione, etc.; dall’altra dei bisogni primari, elementari e di base, e di quelli secondari, culturali e quindi mutevoli, trapassando dal welfare state allo star bene o well being personale, alla wellness in senso olistico, tutte espressioni di un desiderio di bellezza mentale e fisica e di un nuovo rapporto del corpo con l’ambiente, quindi manifestazione concreta di un’esigenza di ben-essere individuale e collettivo. Ed è questa esigenza, nuova e difficile, che crea la diffusa sensazione dell’inizio di una nuova stagione urbana, molto più di quanto facciano pensare le stesse modifiche fisiche della città.

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La questione energetica ha assunto, negli ultimi anni, un ruolo centrale nel dibattito mondiale in relazione a quattro fattori principali: la non riproducibilità delle risorse naturali, l’aumento esponenziale dei consumi, gli interessi economici e la salvaguardia dell'equilibrio ambientale e climatico del nostro Pianeta. E’ necessario, dunque, cambiare il modello di produzione e consumo dell’energia soprattutto nelle città, dove si ha la massima concentrazione dei consumi energetici. Per queste ragioni, il ricorso alle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) si configura ormai come una misura necessaria, opportuna ed urgente anche nella pianificazione urbanistica. Per migliorare la prestazione energetica complessiva del sistema città bisogna implementare politiche di governo delle trasformazioni che escano da una logica operativa “edificio-centrica” e ricomprendano, oltre al singolo manufatto, le aggregazioni di manufatti e le loro relazioni/ interazioni in termini di input e output materico-energetiche. La sostituzione generalizzata del patrimonio edilizio esistente con nuovi edifici iper-tecnologici, è improponibile. In che modo quindi, è possibile ridefinire la normativa e la prassi urbanistica per generare tessuti edilizi energeticamente efficienti? La presente ricerca propone l’integrazione tra la nascente pianificazione energetica del territorio e le più consolidate norme urbanistiche, nella generazione di tessuti urbani “energy saving” che aggiungano alle prestazioni energetico-ambientali dei singoli manufatti quelle del contesto, in un bilancio energetico complessivo. Questo studio, dopo aver descritto e confrontato le principali FER oggi disponibili, suggerisce una metodologia per una valutazione preliminare del mix di tecnologie e di FER più adatto per ciascun sito configurato come “distretto energetico”. I risultati di tale processo forniscono gli elementi basilari per predisporre le azioni necessarie all’integrazione della materia energetica nei Piani Urbanistici attraverso l’applicazione dei principi della perequazione nella definizione di requisiti prestazionali alla scala insediativa, indispensabili per un corretto passaggio alla progettazione degli “oggetti” e dei “sistemi” urbani.

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Con la presente tesi si è inteso studiare le possibilità applicative di una particolare tipologia strutturale dotata di isolamento sismico “di piano”, intendendosi con ciò una struttura in cui l'intero piano terra, tramite l'inserimento di opportuni elementi dissipativi isteretici ed in analogia al consueto isolamento sismico di base, agisce da “strato” di protezione passiva per i piani sovrastanti. A riguardo, fra le possibili soluzioni per realizzare effettivamente tale isolamento "di piano" è stata considerata la disposizione di particolari elementi dissipativi isteretici di controvento detti Crecent-Shaped Braces, caratterizzati da una forma bilatera o curva, tale comunque da presentare un'eccentricità non nulla fra l'asse del controvento stesso e la linea congiungente gli estremi.

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The aim of this study was to investigate the influence of the diaphragm flexibility on the behavior of out-of-plane walls in masonry buildings. Simplified models have been developed to perform kinematic and dynamic analyses in order to compare the response of walls with different restraint conditions. Kinematic non linear analyses of assemblages of rigid blocks have been performed to obtain the acceleration-displacement curves for walls with different restraint conditions at the top. A simplified 2DOF model has been developed to analyse the dynamic response of the wall with an elastic spring at the top, following the Housner rigid behaviour hypothesis. The dissipation of energy is concentrated at every impact at the base of the wall and is modelled through the introduction of the coefficient of restitution. The sets of equations of the possible configurations of the wall, depending on the different positions of the centre of rotation at the base and at the intermediate hinge have been obtained. An algorithm for the numerical integration of the sets of the equations of motion in the time domain has been developed. Dynamic analyses of a set of walls with Gaussian impulses and recorded accelerograms inputs have been performed in order to compare the response of the simply supported wall with the one of the wall with elastic spring at the top. The influence of diaphragm stiffness Kd has been investigated determining the variation of maximum displacement demand with the value of Kd. A more regular trend has been obtained for the Gaussian input than for the recorded accelerograms.

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La presente dissertazione si pone come oggetto di analisi la produzione poetica di Robert Kroetsch (1927-2011), scrittore e critico letterario canadese nativo dell’Alberta (Canada), che tra il 1960 e il 2010 ha pubblicato un numero notevole di opere (nove romanzi, più di venti opere poetiche tra componimenti singoli e in raccolta, due volumi di saggi e diverse interviste). In particolare si è scelto di focalizzare l’attenzione sulle ultime tre raccolte di poesia – rispettivamente The Hornbooks of Rita K (2001), The Snowbird Poems (2004) e Too Bad: Sketches Toward a Self-Portrait (2010) – che, se confrontate con la produzione precedente, forniscono prova di alcuni elementi di novità all’interno della prospettiva poetica di Kroetsch. L’ipotesi dalla quale trae origine il presente studio è infatti che, a partire dalla raccolta The Hornbooks of Rita K, Kroetsch abbia imboccato un percorso di evoluzione stilistica che corre in parallelo con la formulazione di una nuova poetica. Nello specifico, si osserva che, negli ultimi dieci anni, da un punto di vista formale i componimenti si frammentano progressivamente, passando da una forma lunga – quella del long poem – a una breve – lo sketch, che risulta più adatta a rappresentare sul piano espressivo una mutata percezione dell’Io poetico. A un simile aspetto si aggiunge poi il fatto che la raffigurazione della propria vicenda umana diventa, con sempre maggiore evidenza, motivo di riflessione su una condizione universale dell’umano e sulla dimensione etica del suo agire.

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La traduzione poetica viene affrontata sul piano empirico dell'analisi testuale. Una breve introduzione presenta le riflessioni più importanti sulla traduzione del testo poetico, da Benjamin e Steiner fino alle teorie più recenti di Meschonnic, Apel, Berman e Mattioli. Alla luce di queste teorie vengono analizzate le opere di due coppie di poeti e poeti-traduttori. Nel primo esempio troviamo il poeta svizzero (francofono) Philippe Jaccottet alle prese con l'intera opera di Ungaretti; nel secondo il rapporto travagliato di Vittorio Sereni con la poesia di René Char. Oltre a indagare la natura problematica della traduzione poetica come pratica e come esperienza, questa tesi di Letteratura Comparata vuole presentare la traduzione come strumento ermeneutico e come meccanismo rienunciativo: il suo ruolo nella dialettica delle influenze e dell'evoluzione letteraria è da considerarsi infatti essenziale. La vocazione originariamente etica della traduzione è sfondo costante della trattazione.

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Negli ultimi anni lo spreco alimentare ha assunto un’importanza crescente nel dibattito internazionale, politico ed accademico, nel contesto delle tematiche sulla sostenibilità dei modelli di produzione e consumo, sull’uso efficiente delle risorse e la gestione dei rifiuti. Nei prossimi anni gli Stati Membri dell’Unione Europea saranno chiamati ad adottare specifiche strategie di prevenzione degli sprechi alimentari all’interno di una cornice di riferimento comune. Tale cornice è quella che si va delineando nel corso del progetto Europeo di ricerca “FUSIONS” (7FP) che, nel 2014, ha elaborato un framework di riferimento per la definizione di “food waste” allo scopo di armonizzare le diverse metodologie di quantificazione adottate dai paesi membri. In questo scenario, ai fini della predisposizione di un Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari per l’Italia, il presente lavoro applica per la prima volta il “definitional framework” FUSIONS per l’analisi dei dati e l’identificazione dei principali flussi nei diversi anelli della filiera e svolge un estesa consultazione degli stakeholder (e della letteratura) per identificare le possibili misure di prevenzione e le priorità di azione. I risultati ottenuti evedenziano (tra le altre cose) la necessità di predisporre e promuovere a livello nazionale l’adozione di misure uniformi di quantificazione e reporting; l’importanza del coinvolgimento degli stakeholder nel contesto di una campagna nazionale di prevenzione degli sprechi alimentari; l’esigenza di garantire una adeguata copertura economica per le attività di pianificazione e implementazione delle misure di prevenzione da parte degli enti locali e di un coordinamento a livello nazionale della programmazione regionale; la necessità di una armonizzazione/semplificazione del quadro di riferimento normativo (fiscale, igienico-sanitario, procedurale) che disciplina la donazione delle eccedenze alimentari; l’urgenza di approfondire il fenomeno degli sprechi alimentari attraverso la realizzazione di studi di settore negli stadi a valle della filiera.

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L’uso di particelle cariche pesanti in radioterapia prende il nome di adroterapia. L’adroterapia permette l’irraggiamento di un volume bersaglio minimizzando il danno ai tessuti sani circostanti rispetto alla radioterapia tradizionale a raggi X. Le proprietà radiobiologiche degli ioni carbonio rappresentano un problema per i modelli radiobiologici a causa della non linearità della loro efficacia biologica. In questa tesi presenteremo gli algoritmi che possono essere usati per calcolare la dose fisica e biologica per un piano di trattamento del CNAO (Centro Nazionale Adroterapia Oncologica). Un caso di particolare interesse è l’eventualità che un piano di trattamento venga interrotto prima del dovuto. A causa della non linearità della sopravvivenza cellulare al variare della quantità di dose ricevuta giornalmente, è necessario studiare gli effetti degli irraggiamenti parziali utilizzando algoritmi che tengano conto delle tante variabili che caratterizzano sia i fasci di ioni che i tessuti irraggiati. Nell'ambito di questa tesi, appositi algoritmi in MATLAB sono stati sviluppati e implementati per confrontare la dose biologica e fisica assorbita nei casi di trattamento parziale.

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as coll. and sung by Anna Shomer Rothenberg. Piano arr. by ...

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The chapbooks created in the year ending in June 2012 include eleven themed collections and three installments of “In Thirteen Moons,” which didn’t get completed till that fall. This Wildest Year brings together the poems of the eleven themed chapbooks, each as a separate chapter. I have e-published this book for three reasons. First, the chapbooks have all been printed in very limited runs, and few copies remain to be shared with friends, old and new. Second, by ordering the chapters more or less chronologically, one can more easily see themes unfold and new connections made. And finally, this e-book is a bit of an experiment, allowing me to develop skills in self-publishing and graphic design. I hope you will find it to be a successful experiment.

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La Directiva 2003/10/CE del Parlamento Europeo y del Consejo, del 6 de febrero de 2003, específica con arreglo al apartado 1 del artículo 16 de la Directiva 89/391/CEE las disposiciones mínimas de seguridad y de salud relativas a la exposición de los trabajadores a los riesgos derivados de los agentes físicos (ruido). En la industria musical, y en concreto en los músicos de orquesta, una exposición de más de ocho horas al día a un nivel de presión sonora de 80dB(A) o más es algo muy común. Esta situación puede causar a los trabajadores daños auditivos como la hiperacusia, hipoacusia, tinitus o ruptura de la membrana basilar entre otros. Esto significa que deben tomarse medidas para implementar las regulaciones de la forma más razonable posible para que la interpretación del músico, la dinámica y el concepto musical que se quiere transmitir al público se vea lo menos afectada posible. Para reducir la carga auditiva de los músicos de orquesta frente a fuertes impactos sonoros provenientes de los instrumentos vecinos, se está investigando sobre el uso de unos paneles acústicos que colocados en puntos estratégicos de la orquesta pueden llegar a reducir el impacto sonoro sobre el oído hasta 20dB. Los instrumentos de viento metal y de percusión son los responsables de la mayor emisión de presión sonora. Para proteger el oído de los músicos frente a estos impactos, se colocan los paneles en forma de barrera entre dichos instrumentos y los músicos colocados frente a ellos. De esta forma se protege el oído de los músicos más afectados. Para ver el efecto práctico que producen estos paneles en un conjunto orquestal, se realizan varias grabaciones en los ensayos y conciertos de varias orquestas. Los micrófonos se sitúan a la altura del oído y a una distancia de no más de 10cm de la oreja de varios de los músicos más afectados y de los músicos responsables de la fuerte emisión sonora. De este modo se puede hacer una comparación de los niveles de presión sonora que percibe cada músico y evaluar las diferencias de nivel existentes entre ambos. Así mismo se utilizan configuraciones variables de los paneles para comparar las diferencias de presión sonora que existen entre las distintas posibilidades de colocarlos y decidir así sobre la mejor ubicación y configuración de los mismos. A continuación, una vez obtenidos las muestras de audio y los diferentes archivos de datos medidos con un analizador de audio en distintas posiciones de la orquesta, todo ello se calibra y analiza utilizando un programa desarrollado en Matlab, para evaluar el efecto de los paneles sobre la percepción auditiva de los músicos, haciendo especial hincapié en el análisis de las diferencias de nivel de presión sonora (SPL). Mediante el cálculo de la envolvente de las diferencias de nivel, se evalúa de un modo estadístico el efecto de atenuación de los paneles acústicos en los músicos de orquesta. El método está basado en la probabilidad estadística de varias muestras musicales ya que al tratarse de música tocada en directo, la dinámica y la sincronización entre los músicos varía según el momento en que se toque. Estos factores junto con el hecho de que la partitura de cada músico es diferente dificulta la comparación entre dos señales grabadas en diferentes puntos de la orquesta. Se necesita por lo tanto de varias muestras musicales para evaluar el efecto de atenuación de los paneles en las distintas configuraciones mencionadas anteriormente. El estudio completo del efecto de los paneles como entorno que influye en los músicos de orquesta cuando están sobre el escenario, tiene como objetivo la mejora de sus condiciones de trabajo. Abstract For several years, the European Union has been adopting many laws and regulations to protect and give more security to people who are exposed to some risk in their job. Being exposed to a loud sound pressure level during many hours in the job runs the risk of hearing damage. Particularly in the field of music, the ear is the most important working tool. Not taking care of the ear can cause some damage such as hearing loss, tinnitus, hyperacusis, diplacusis, etc. This could have an impact on the efficiency and satisfaction of the musicians when they are playing, which could also cause stress problems. Orchestra musicians, as many other workers in this sector, are usually exposed to a sound level of 80dB(A) or more during more than eight hours per day. It means that they must satisfy the law and their legal obligations to avoid health problems proceeding from their job. Putting into practice the new regulations is a challenge for orchestras. They must make sure that the repertoire, with its dynamic, balance and feeling, is not affected by the reduction of sound levels imposed by the law. This study tries to investigate the benefits and disadvantages of using shields as a hearing protector during rehearsals and orchestral concerts.

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Encuadernado con: A favourite concerto for the piano-forte or harpsichord with accompaniments for two violins and a violoncello ; Trois trios pour le clavecin ou piano-forte avec violon [et] violoncelle : oeuvre 41. Liv. I y Liv. II ; Haydn's celebrated overture composed for & performed at Mr. Salomon's concert Hanover-Square : adapted for the piano-forte, with an accompaniment for a violin & violoncello ad libitum. N. 2 y N. 3 ; [Sonatas] ; Sonata for the pianoforte or harpsichord : op. 66