543 resultados para Stair nesting
Resumo:
Although the prominent role of neural oscillations in perception and cognition has been continuously investigated, some critical questions remain unanswered. My PhD thesis was aimed at addressing some of them. First, can we dissociate oscillatory underpinnings of perceptual accuracy and subjective awareness? Current work would strongly suggest that this dissociation can be drawn. While the fluctuations in alpha-amplitude decide perceptual bias and metacognitive abilities, the speed of alpha activity (i.e., alpha-frequency) dictates sensory sampling, shaping perceptual accuracy. Second, how are these oscillatory mechanisms integrated during attention? The obtained results indicate that a top-down visuospatial mechanism modulates neural assemblies in visual areas via oscillatory re-alignment and coherence in the alpha/beta range within the fronto-parietal brain network. These perceptual predictions are reflected in the retinotopically distributed posterior alpha-amplitude, while perceptual accuracy is explained by the higher alpha-frequency at the to-be-attended location. Finally, sensory input, elaborated via fast gamma oscillations, is linked to specific phases of this slower activity via oscillatory nesting, enabling integration of the feedback-modulated oscillatory activity with sensory information. Third, how can we relate this oscillatory activity to other neural markers of behaviour (i.e., event-related potentials)? The obtained results favour the oscillatory model of ERP genesis, where alpha-frequency shapes the latency of early evoked-potentials, namely P1, with both neural indices being related to perceptual accuracy. On the other hand, alpha-amplitude dictates the amplitude of later P3 evoked-response, whereas both indices shape subjective awareness. Crucially, by combining different methodological approaches, including neurostimulation (TMS) and neuroimaging (EEG), current work identified these oscillatory-behavior links as causal and not just as co-occurring events. Current work aimed at ameliorating the use of the TMS-EEG approach by explaining inter-individual differences in the stimulation outcomes, which could be proven crucial in the way we design entrainment experiments and interpret the results in both research and clinical settings.
Resumo:
La tesi in oggetto ha lo scopo di valutare la fattibilità di sviluppare, sulla base di dati sperimentali, un metodo previsionale per il comportamento a fatica della lega AlSi10Mg prodotta mediante Laser Powder Bed Fusion, adattabile a componenti di dimensioni qualsiasi. La lega è stata trattata con invecchiamento diretto (T5) ottimizzato per ottenere una parziale riduzione delle tensioni residue senza comprometterne la durezza. Partendo da prove di fatica a flessione rotante condotte seguendo il metodo statistico Stair-Case per la definizione della resistenza a fatica, si vuole correlare il difetto killer, ossia quello che innesca la rottura del provino, alla caratterizzazione dei difetti condotta pre-prova con tomografia computerizzata ad alta risoluzione (µCT). Il difetto killer, osservato sulle superfici di frattura, viene analizzato in termini di dimensione, posizione e forma. Contemporaneamente è stato sviluppato un metodo per l’analisi dei difetti ottenuta con µCT tale da poter identificare quelli considerati più pericolosi, sulla base dello stato tensionale del campione, di posizione e dimensione dei difetti. Inoltre, è stata eseguita una caratterizzazione microstrutturale sulle sezioni trasversali dei campioni per valutare la quantità, dimensione e forma dei difetti e confrontarla con i dati di µCT. Per mostrare la relazione tra le dimensioni del difetto killer e la resistenza a fatica è stato adottato il diagramma di Kitagawa-Takahashi, con il modello di El Haddad. Dal confronto tra le metodologie è stata riscontrata una buona correlazione tra i difetti individuati come pericolosi dai dati di µCT e quelli che hanno effettivamente portato a rottura il campione, osservati in frattografia, supportando quindi la possibilità di sviluppare un metodo previsionale del comportamento a fatica. Quantitativamente, le dimensioni dei difetti killer sono nell’intervallo 90-130 µm e si trovano ad una distanza massima dalla superficie di non oltre 250 µm.
Resumo:
La tesi in oggetto ha lo scopo di determinare l’effetto della sabbiatura sul comportamento a fatica della lega AlSi10Mg prodotta mediante Laser Powder Bed Fusion e trattata termicamente. I parametri di processo e di trattamento termico (T5 e T6) sono stati precedentemente ottimizzati. Al fine di determinare l’effetto della sabbiatura su topografia superficiale e microstruttura dei campioni, si sono condotte molteplici analisi avvalendosi di strumenti quali profilometria, microscopia ottica ed in scansione, analisi di tensioni residue con diffrazione a raggi X e prove di durezza. Attraverso prove di fatica per flessione rotante, eseguite secondo il metodo Stair-Case per la determinazione della resistenza a fatica, e successiva caratterizzazione delle superfici di frattura si vuole correlare il difetto killer, ossia quello responsabile del cedimento per fatica, alle caratteristiche morfologiche e microstrutturali. Il difetto killer viene caratterizzato in termini di dimensione e distanza dalla superficie e per mostrare la relazione fra la dimensione del difetto killer e la resistenza a fatica si adotta il diagramma di Kitagawa-Takahashi con modellazione di Murakami ed EL Haddad. Si è evidenziato che tutti i difetti killer sono riconducibili a lack-of-fusion con dimensione superiore ai 100 μm ad una profondità compresa fra i 150 e i 200 μm, indipendentemente dal trattamento termico o meccanico applicato. In termini di fatica si osserva che il trattamento T6 conferisce al materiale migliori proprietà rispetto a quello T5. Il processo di sabbiatura, confrontato con quello di lucidatura superficiale, ha portato a miglioramenti in termini di durezza e tensioni residue di compressione, ma si è rivelato quasi ininfluente sulla resistenza a fatica. Sulla base di quanto sopra, si conferma la possibilità di applicazione della sabbiatura in ambito industriale a componenti meccanici, anche in sostituzione della lucidatura, ottenendo un beneficio anche economico.