1000 resultados para Arte moderna


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Proyecto que recoge el estado del arte de los gestores de ventanas de GNU/Linux, incorporando un análisis y comparativa de los principales gestores de ventanas.

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Aquest document és un esborrany. Amb l'objectiu d'aprofundir en el procés d'institucionalització, vam dissenyar una investigació empírica que permetés visualitzar les tendències discursives i àmbits d'activitats de les pràctiques relacionades amb les interseccions entre l'art, la ciència i la tecnologia. La metodologia va consistir en la implementació de tres bases de dades que recullen l'activitat dels últims anys en relació a: 1) els congressos (i festivals associats) realitzats a nivell internacional 2) les publicacions acadèmiques i divulgatives centrades en aquest àmbit interdisciplinar 3) els programes acadèmics.

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A hospitalização pode ser uma experiência traumática para as crianças e seus familiares. O objetivo deste estudo foi explorar a experiência da utilização da arte do teatro clown no cuidado as crianças hospitalizadas, a partir de uma atividade desenvolvida por alunos de cursos de graduação da área da saúde. Os dados foram obtidos mediante observação de 20 crianças e 11 alunos, personagens do teatro clown em interação na clínica pediátrica de um hospital-escola do interior do estado de São Paulo. Os dados empíricos foram analisados segundo a análise temática de conteúdo, os quais foram agrupados ao redor dos seguintes temas: expressões artísticas como forma de comunicação, participação do binômio criança e acompanhante e o clown como recurso terapêutico. Os resultados indicaram que esta experiência constituiu-se em uma intervenção concreta que valoriza o processo de desenvolvimento infantil, pois abre espaço para a fantasia, o riso, a alegria e a apropriação do cotidiano hospitalar; é um exemplo de ampliação do processo diagnóstico e terapêutico com a incorporação de intervenções que privilegiem as necessidades afetivas, emocionais e culturais da criança e sua família, na busca do cuidado atraumático.

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El modest propòsit de la nostra participació en aquesta miscel·lània és posar de relleu dues importants resolucions adoptades al Reial Consell i Audiència de Catalunya a principi de la dècada de 1580, en relació amb discriminacions per motius de genealogia i de pretesa condició o sang jueva. Dóna fe de la rellevància de tals resolucions el fet que fossin comentades amb deteniment per dos autors de literatura jurídica cabdal com Lluís de Peguera (1540-1610) iJoan Pere Fontanella (1575-1649). Per bé que tinguessin trajectòries professionals molt dissímils –el primer seria ministre de la monarquia al Principat i el segon advocat de grans corporacions i particulars–, ambdós contribuirien a difondre sentències de les principals jurisdiccions del país i s’esplaiarien sobre llurs fonaments legals i doctrinals. És a dir, cultivarien, cadascú a la seva manera, el gènere ‘decisionista’ tan en boga a l’Europa moderna del ius commune tardà.

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Este trabajo tiene por objeto el estudio de las relaciones entre arte y política en el contexto del capitalismo neoliberal. Propone una lectura e interpretación de las tesis estético-políticas de Jacques Rancière incidiendo en dos ejes fundamentales de las mismas. De un lado, la elaboración de su concepto de política, planteado como un desacuerdo respecto a la hegemonía contemporánea del pensamiento neoliberal. Del otro, el modo en que su razonamiento se sostiene sobre una original reflexión estética, la cual desemboca en unaredefinición de las prácticas artísticas como medios eficaces de intervención política en la realidad. Es importante subrayar que esta investigación no se limita a una simple paráfrasis del pensamiento del filósofo francés. Así, sus ideas serán puestas en diálogo con lasaportaciones de otros autores y disciplinas y, sobre todo, se ensayará su pertinencia en el análisis de un caso concreto de estudio: el proyecto Megafone.net del artista catalán Antoni Abad, tomado como un ejemplo terminado del concepto de “arte político” elaborado por Rancière.

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El disseny i la implementació d'un prototip de display interactiu perifèric per a la cerca divergent de relacions conceptuals entre obres (films).

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Ce ms. a été donné en 1734 au chapitre de Notre-Dame de Paris par le chanoine Gagne de Périgny: "Ex dono Domini Gagne de Perigny canonici Parisiensis anno 1734" (f. 1). L'ex-libris "A l'église de Paris" (XIXe s.) figure au f. 1, suivi de la cote M9. Notre-Dame.

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La tesi di Dottorato, condotta in accordo di colutela tra l'Università di Roma Tor Vergata e l'UNIL di Losanna, ha affrontato l'analisi di un gruppo di undici disegni custodia presso la National Gallery of Scotland di Edimburgo, copie di alcuni dei più significativi mosaici medioevali delle chiese di Roma, ricostruendone la genesi, quindi le vicende legate alla committenza, e il percorso collezionistico. I disegni scozzesi, oggetto di un importante articolo di Julian Gardner pubblicato sul Burlington Magatine nel 1973, furono commissionati intorno agli anni Settanta del XVII secolo dall'antiquario romano Giovanni Giustino Ciampini (1633-1698) in connessione alla stesura della sua opera di erudizione più avvertita e famosa: i Vetera Mommenta in' quibus praecipue Musiva Opera, sacrarum, profanan,mque, Aedìum structura, ac nonnulli antiqui ritus dissertationibus iconìbusque illustrantur. La composizione dei Vetera Mommenta - un'opera riccamente illustrata che nasce per rispondere alle esigenze della ideologia della Chiesa di Roma in un momento di rinnovata crisi del sistema - impone a Ciampini di porsi da un lato nella prospettiva della più alta tradizione antiquaria cinque e seicentesca, di cui recupera i metodi di lettura e di analisi applicati allo studio delle monete e dei monumenti antichi interpretati quali prove per la ricostruzione storica, e dall'altra, come è emerso dalle mie ricerche, lo pone immediatamente in contatto con gli avamposti del più moderno metodo di indagine storica e filologica applicato alle fonti e ai documenti della storia ecclesiastica, inaugurato dall'ambiente bollandista e inaurino. I monumenti paleocristiani e medioevali assumono in quest'ottica lo status di 'fatti incontestabili', le fonti primarie attraverso le quali Ciampini ricuce le tappe salienti della storia della Chiesa, da Costantino fino al XV secolo. Nel 1700 le copie di Edimburgo arrivano nelle mani del mercante e connoisseur milanese il padre oratoriano Sebastiano Resta (1635-1714), di stanza a Roma presso la Chiesa Nuova della Vallicella dal 1660, che decide di rilegarle tutte insieme in un volume da donare al suo maggiore acquirente e patrono, il vescovo di Arezzo Giovanni Matteo Marchetti. Come spiega Resta in alcune sue lettere, il presente avrebbe dovuto costituire insieme una curiosità ed offrire un confronto: infatti «le copie delli mosaici di Roma che erano di Monsignor Ciampini» - afferma Resta - avrebbero mostrato al Marchetti «le maniere di que' tempi gottici, barbari e divoti de cristiani e [fatto] spiccare i secoli seguenti». Questa indagine infatti ha fatto riemergere aspetti della precoce attenzione di Sebastiano Resta per l'arte dei "secoli bassi", mai debitamente affrontata dagli studi. E' infatti sulla scorta di una profonda conoscenza dei testi della letteratura artistica, e in connessione alla esplosione vivacissima della controversia Malvasia/Baldinucci sul primato del risorgere delle arti in Toscana, che Sebastiano a partire dagli anni Ottanta del Seicento comincia a meditare sul Medioevo artistico con il fine di spiegare l'evoluzione del linguaggio tecnico e formale che ha condotto alla perfezione dell'atte moderna. In questa prospettiva ι disegni del XIV e XV secolo che egli riuscì ad intercettare sul mercato valgono quali testimonianze delle maniere degli artefici più antichi e sono imbastiti nei molteplici album che Resta compone nel rispetto della successione cronologica dei presunti autori, e ordinati in base alle scuole pittoriche di pertinenza. La tesi permette perciò di descrivere nelle loro diverse specificità: da un lato il modo dei conoscitori come Resta, interessati nell'opera al dato stilistico, con immediate e sensibili ricadute sul mercato, e disposti anche con passione a ricercare i documenti relativi all'opera in quanto pressati dall'urgenza di collocarla nella sequenza cronologica dello sviluppo del linguaggio formale e tecnico; dall'altro gli antiquari come Ciampini e come Bianchini, per i quali le opere del passato valgono come prove irrefutabili della ricostruzione storica, e divengono quindi esse stesse, anche nel loro statuto di copia, documento della stona. Sono due approcci che si manifestano nel Seicento, e talvolta in una medesima persona, come mostra il caso anche per questo cruciale di Giovati Pietro Bellori, ma che hanno radici cinquecentesche, di cui i protagonisti di queste vicende sono ben consapevoli: e se dietro Resta c'è palesemente Vasari, dietro Ciampini e soprattutto Bianchini c'è la più alta tradizione antiquaria del XVI secolo, da Antonio Augustin a Fulvio Orsini.

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