Sub-kiloparsec alma imaging of compact star-forming galaxies at z ~ 2.5: revealing the formation of dense galactic cores in the progenitors of compact quiescent galaxies

We present spatially resolved Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) 870 μm dust continuum maps of six massive, compact, dusty star-forming galaxies at z ~ 2.5. These galaxies are selected for their small rest-frame optical sizes (r_e,F160W ~ 1.6 kpc) and high stellar mass densities that suggest that they are direct progenitors of compact quiescent galaxies at z ~ 2. The deep observations yield high far-infrared (FIR) luminosities of L_IR = 10^12.3-12.8 L_⨀ and star formation rates (SFRs) of SFR = 200–700 M_⊙ yr^−1, consistent with those of typical star-forming "main sequence" galaxies. The high spatial resolution (FWHM ~ 0 12–0 18) ALMA and Hubble Space Telescope photometry are combined to construct deconvolved, mean radial profiles of their stellar mass and (UV+IR) SFR. We find that the dusty, nuclear IR–SFR overwhelmingly dominates the bolometric SFR up to r ~ 5 kpc, by a factor of over 100× from the unobscured UV–SFR. Furthermore, the effective radius of the mean SFR profile (r_e,SFR ~ 1 kpc) is ~30% smaller than that of the stellar mass profile. The implied structural evolution, if such nuclear starburst last for the estimated gas depletion time of Δt = ±100 Myr, is a 4×increase of the stellar mass density within the central 1 kpc and a 1.6× decrease of the half-mass–radius. This structural evolution fully supports dissipation-driven, formation scenarios in which strong nuclear starbursts transform larger, star-forming progenitors into compact quiescent galaxies.

Nuovo copoliestere multiblocco a base di acido 2,5-furandicarbossilico contenente sequenze PEG-like per la realizzazione di film compostabili per il packaging flessibile ecosostenibile

La società civile pone oggi particolare attenzione al tema della sostenibilità ambientale, di qui la crescente necessità di progettare e sviluppare imballaggi ecosostenibili e/o biodegradabili con elevate prestazioni. I materiali polimerici, in particolare i poliesteri, presentano sicuramente una valida soluzione. Un monomero proveniente da fonti rinnovabili che consente la realizzazione di polimeri dalle eccellenti proprietà meccaniche e barriera è l'acido 2,5-furandicarbossilico. Tuttavia, i poliesteri furan-based non possiedono le caratteristiche di biodegradabilità desiderate, inoltre sono materiali duri e fragili e quindi non idonei per l’imballaggio flessibile. In tale contesto si inserisce il presente lavoro di tesi che ha come scopo la realizzazione di un nuovo poli(estere uretano) multiblocco a base di acido 2,5-furandicarbossilico, caratterizzato da proprietà migliorate rispetto all’omopolimero di partenza (poli(esametilene 2,5-furanoato)), il quale presenti una maggiore velocità di degradazione, combinata con un comportamento meccanico elastomerico, e eccellenti proprietà barriera. Per questo sono state prese in considerazione due diverse unità copolimeriche: una cosiddetta “hard” il poli(esametilene 2,5-furanoato) e l’altra “soft” il poli(trietilene 2,5-furanoato). L’alternanza di queste due porzioni ha permesso di realizzare un copolimero tenace, con un’elevata temperatura di fusione (dovuta all’elevato grado di cristallinità del segmento hard), e con un basso modulo elastico ed un elevato allungamento a rottura (tipici invece del segmento soft). I risultati ottenuti hanno evidenziato come la copolimerizzazione abbia aumentato la flessibilità del materiale, la velocità di degradazione, entrambi grazie al ridotto grado di cristallinità. Infine il copolimero presenta eccellenti proprietà barriera, grazie alla presenza di una fase bidimensionale ordinata (mesofase).

Nuovo copolimero multiblocco a base di acido polilattico e acido 2,5-furandicarbossilico 100% biobased e compostabile per packaging sostenibile

Questo progetto di tesi sperimentale è incentrato sulla sintesi di un copolimero multiblocco alifatico/aromatico a partire da reagenti aventi origine da fonti rinnovabili. L’applicazione proposta per il prodotto è nell’ambito del packaging sostenibile. E’ stato prima sintetizzato il poli(pentametilene furanoato) idrossil-terminato (PPeF-OH) a partire dall’acido 2,5-furandicarbossilico; esso è stato poi sottoposto ad una reazione di estensione di catena con acido poli-L-lattico (PLLA) parzialmente depolimerizzato. L’innovativa strategia di sintesi utilizzata è in linea con i principi della green chemistry, partendo da building block bio-based ed evitando l’uso di solventi. Il copolimero finale, definito P(LLA50PeF50)-CE, è stato caratterizzato dal punto di vista molecolare, strutturale e termico attraverso, rispettivamente, analisi NMR e GPC, WAXS, TGA e DSC. Sono state anche effettuate prove a trazione, test delle proprietà barriera e valutazione della compostabilità. I risultati dimostrano che la stabilità termica del PLLA è stata migliorata, determinando anche un allargamento della finestra di processabilità del materiale; la rigidità e la fragilità del PLLA sono state ridotte, rendendo il nuovo materiale idoneo alla realizzazione di film per imballaggi flessibili. La permeabilità all’ossigeno del PLLA è stata migliorata del 40% circa e un analogo miglioramento è stato riscontrato anche rispetto all’anidride carbonica. Infine, la compostabilità del PLLA non è stata compromessa.

CeO2 depositato su schiuma di Cu per la riduzione elettrochimica selettiva di 5-idrossimetilfurfurale a 2,5-bis(idrossimetil)furano

Il 5-idrossimetilfurfurale (HMF) è una delle principali molecole piattaforma ricavabili da biomassa e può essere trasformato, con diversi processi, in altre molecole utili, tra cui il 2,5-bis(idrossimetil)furano (BHMF), utilizzato nel campo dei polimeri come precursore, e ottenibile tramite reazione di idrogenazione. L’idrogenazione elettrocatalitica dell’HMF è una via sostenibile per ottenere BHMF che opera a temperatura e pressione ambiente, utilizzando acqua come solvente e sorgente di idrogeno, evitando l’utilizzo di H2 gassoso. Per catalizzare la reazione vengono utilizzate schiume di rame con alta area superficiale che possono essere ricoperte con fase attiva a base di argento per aumentarne l’attività. In questo lavoro, viene realizzato e studiato un nuovo tipo di elettrocatalizzatore a base di ceria elettrodepositata su schiuma di rame, con l’obiettivo di replicare o migliorare i risultati ottenuti con i catalizzatori Ag/Cu. Le prestazioni dei catalizzatori dei catalizzatori Ce/Cu sono state studiate in soluzioni di HMF 0,05 M, 0,10 M e 0,50 M e confrontate con schiume Ag/Cu e Cu bare. I catalizzatori a base di Ce dimostrano la capacità di convertire selettivamente HMF in BHMF. A 0,05 M i catalizzatori Ag/Cu si sono dimostrati i migliori per conversione, selettività, efficienza faradica e produttività, invece, i catalizzatori Ce/Cu forniscono risultati migliori rispetto alla schiuma di rame in termini di selettività e produttività, che risulta comparabile con quello dei catalizzatori Ag/Cu. A 0,10 M i catalizzatori Ce/Cu riescono a migliorarsi in termini di conversione e a superare i catalizzatori Ag/Cu in produttività, grazie al minore tempo di reazione impiegato. All’aumentare della concentrazione di HMF, comunque, i risultati di selettività dei catalizzatori Ce/Cu diminuiscono ma rimangono in linea con quelli ottenuti con i catalizzatori Ag/Cu.

Miscele del poli(ottilene 2,5-furanoato) e poli(trietilene 2,5-furanoato) per imballaggi alimentari flessibili, ad alta barriera e compostabili

Nel presente progetto di tesi sono state preparate e studiate delle miscele polimeriche di poli(ottilene 2,5-furanoato) (POF) e il poli(trietilene 2,5-furanoato) (PTEF) a diversa composizione allo scopo di ottenere materiali adatti al packaging alimentare flessibile e sostenibile. I due omopolimeri sono stati sintetizzati mediante policondensazione in massa, ed in seguito sono state preparate le miscele fisiche per solvent casting, processate in forma di film per pressofusione. Dopo una completa caratterizzazione molecolare, i materiali realizzati sono stati caratterizzati morfologicamente (SEM), termicamente (TGA e DSC), strutturalmente (WAXS), meccanicamente (prove a trazione), e ne sono studiate le proprietà barriera. Le miscele sono risultate immiscibili ma comunque caratterizzate da buona compatibilità e stabilità termica. Considerando che il POF è un materiale gommoso e semicristallino mentre il PTEF è gommoso ma amorfo, le miscele presentano caratteristiche meccaniche coerenti con la loro composizione: in particolare, al diminuire della porzione cristallizabile POF e all’aumentare della porzione gommosa PTEF, si registra un progressivo aumento degli allungamenti a rottura e una diminuzione del modulo elastico. Inoltre, nelle blend contenenti il 50 e il 60% di PTEF, le performance barriera risultano migliori di quasi due ordini di grandezza rispetto a quelle dell’omopolimero POF. Per quanto riguarda le prove di compostaggio, le miscele con una quantità di POF superiore al 50% non subiscono degradazione, mentre si registra una totale compostabilità per le due miscele più ricche in PTEF.

Film di poli(esametilene 2,5- furanoato) contenenti filler lignocellulosici per imballaggio alimentare attivo e sostenibile

Nel seguente lavoro di tesi sperimentale è stato svolto uno studio su film di poli(esametilen furanoato) additivato con filler antiossidanti estratti da una materia prima lignocellulosica, la corteccia di betulla. Tale studio ha lo scopo di incrementare le proprietà meccaniche e soprattutto conservative dei film di PHF per applicazioni nel campo del packaging alimentare. Il poli(esametilen furanoato) è un poliestere i cui monomeri di sintesi possono essere ottenuti da fonti rinnovabili, tale caratteristica lo rende completamente bio-based e di elevato interesse per l’ottenimento di materiali sostenibili. Nella fase iniziale dello studio è stato sintetizzato il polimero in esame tramite una sintesi di tipo solvent-free, in accordo con le attuali strategie sintetiche che mirano a ridurre l’impatto del solvente. Tale polimero è stato quindi caratterizzato tramite NMR e GPC. Sono state poi preparate quattro miscele di polimero additivato, due differenti composizioni per ciascuno dei due filler disponibili. Le miscele sono state preparate tramite solvent casting e in seguito stampate tramite pressofusione per ottenere dei film. È stata svolta una caratterizzazione dei film ottenuti, di tipo morfologica (SEM), termica (TGA e DSC), meccanica, comportamento barriera e con analisi antiossidanti. I filler hanno mostrato una buona miscibilità con l’omopolimero e non hanno causato interferenze nel comportamento termico. È stato osservato un miglioramento nella flessibilità dei film in tutte le miscele studiate e un aumento dell’allungamento a rottura nelle composizioni con quantità di filler pari al 5%. Le proprietà barriera si sono mantenute in linea con quelle dell’omopolimero e ancora migliori dei poliesteri attualmente in commercio. Infine, l’aggiunta del filler ha reso il film attivo per lo scavenging di radicali, valutato attraverso il test con DPPH, confermando il trasferimento delle proprietà antiossidanti dei filler alle miscele polimeriche.

Temporal variation of the biomass and structure of Caulerpa prolifera (Forsskal) Lamouroux meadows in the Mar Menor lagoon (SE Spain).

The temporal changes in the structure, biomass and C, N and P content of meadows of Caulerpa prolifera (Forsskal) Lamouroux in the Mar Menor coastal lagoon (SE Spain) are described over the period from November 1986 to March 1989. C. prolifera meadows showed a unimodal pattern of vegetative development with maximum biomass values (168-173 g d.w. m-2) reached in summer and maintained during autumn, and minimum biomass values (0-57 g d.w. m-2) during late winter and early spring. Leaf area index values changed between 0.37-0.40 m2 m-2 in January-February and 2.60-7.06 m2 m-2 in July. The seasonality in the biomass and structure of the meadow was mainly related to the vegetative development of the secondary fronds. Carbon and phosphorus content of the thallus (32.5-34.8% d.w. and 0.065-0.069% d.w., respectively) had no seasonality, but nitrogen content showed a bimodal annual pattern with higher values in spring and fall (>2.5% d.w.) than in summer and winter (<2.5% d.w.).

The effects of the menstrual cycle and hormonal contraceptives on the central thermoeffector threshold temperatures and width of the interthreshold zone

Basal body temperature (BBT) and thermoeffector thresholds increase following ovulation in many women. This study investigated if solely central thermoregulatory alterations are responsible. Seven females in a non-contraceptive group (NCG) were compared with 5 monophasic contraceptive users (HCG) on separate accounts: pre-ovulation (Trial I; d 2-5) and post-ovulation (Trial 2; 4-8 d post-positive ovulation) for NCG, and active phase for HCG (d 2-5, d 18-21). During immersion in 28°C water to the axilla, participants exercised for 20-30 min on an underwater ergometer. After steadily sweating, immersion continued until metabolism increased two-fold due to shivering. Rectal (Tre) BBT was not different between trials for neither NCG (1: 37.34±0.16°C; 2: 37.35±0.27°C) nor HCG. At exercise termination, Tre forehead sweating cessation increased (P<0.05) in trial 2 irrespective of group (1: 37.55±0.39°C; 2: 37.90±0,46°C). Tre shivering onset did not increase (P>0.05) in trial 2 (1: 36.91±0.50°C; 2: 37.07±0,45°C). The widths of the interthreshold zone increased (P<0.05) in trial 2 (1: 0.64±0.22°C; 2: 0.82±0.37°C) due to the increased sweating threshold only. HCG cooled quicker (1: -l.15±0,43°C; 2: -1.00±0.50°C) than NCG participants (1: - 0.58±0.22°C; 2: -0.52±O.29°C), and tympanic (Tty) sweat thresholds were significantly (P<0.05) decreased (1: 34.76±0.54°C; 2: 35.39±0.61°C) versus NCG (l: 35.57±0.77°C; 2: 35.89±1.04°C). Lastly, Tre and Tty thresholds were significantly different (P

Punching Shear Behavior of UHPC Flat Slabs

At the Institute of Structural Engineering of the Faculty of Civil Engineering, Kassel University, series tests of slab-column connection were carried out, subjected to concentrated punching load. The effects of steel fiber content, concrete compressive strength, tension reinforcement ratio, size effect, and yield stress of tension reinforcement were studied by testing a total of six UHPC slabs and one normal strength concrete slab. Based on experimental results; all the tested slabs failed in punching shear as a type of failure, except the UHPC slab without steel fiber which failed due to splitting of concrete cover. The post ultimate load-deformation behavior of UHPC slabs subjected to punching load shows harmonic behavior of three stages; first, drop of load-deflection curve after reaching maximum load, second, resistance of both steel fibers and tension reinforcement, and third, pure tension reinforcement resistance. The first shear crack of UHPC slabs starts to open at a load higher than that of normal strength concrete slabs. Typically, the diameter of the punching cone for UHPC slabs on the tension surface is larger than that of NSC slabs and the location of critical shear crack is far away from the face of the column. The angle of punching cone for NSC slabs is larger than that of UHPC slabs. For UHPC slabs, the critical perimeter is proposed and located at 2.5d from the face of the column. The final shape of the punching cone is completed after the tension reinforcement starts to yield and the column stub starts to penetrate through the slab. A numerical model using Finite Element Analysis (FEA) for UHPC slabs is presented. Also some variables effect on punching shear is demonstrated by a parametric study. A design equation for UHPC slabs under punching load is presented and shown to be applicable for a wide range of parametric variations; in the ranges between 40 mm to 300 mm in slab thickness, 0.1 % to 2.9 % in tension reinforcement ratio, 150 MPa to 250 MPa in compressive strength of concrete and 0.1 % to 2 % steel fiber content. The proposed design equation of UHPC slabs is modified to include HSC and NSC slabs without steel fiber, and it is checked with the test results from earlier researches.

Effects of dietary polyunsaturated fatty acid supplementation on fatty acid composition in muscle and subcutaneous adipose tissue of lambs

Lambs (n = 48) were used in a 2 × 2 factorial arrangement of treatments to evaluate effects of inclusion of oil containing PUFA in high-concentrate diets (with or without) and duration of oil supplementation (pre- vs. postweaning) on CLA concentration of muscle and adipose tissue. Lambs were fed preweaning creep diets (with or without oil) corresponding to the dietary lactation treatment diet (with or without oil) of the dam. Dams blocked by lambing date and rearing type were randomly assigned to 1 of 2 lactation dietary treatments with or without oil supplementation. Creep diets contained approximately 70% concentrate and 30% roughage and were provided to lambs for ad libitum intake. At weaning (58.7 ± 2.5 d of age), lambs (n = 48) were randomly assigned within preweaning treatment groups to 1 of 2 postweaning dietary treatments (with or without oil) and 16 pens in a randomized block design, blocked by sex and BW. Postweaning diets were formulated to contain approximately 80% concentrate and 20% roughage and were fed once daily for ad libitum intake. Soybean and linseed oil (2:1, respectively) replaced ground corn and provided 3% additional fat in pre- and postweaning diets. Lambs were slaughtered at 60.3 ± 4.2 kg of BW. A subcutaneous fat (SQ) sample was obtained within 1 h postmortem and a LM sample at the 12th rib was obtained 24 h postmortem, and both were analyzed for fatty acid profile. Feedlot performance and carcass measurements were not affected (P ≥ 0.26) by oil supplementation. Total CLA content of LM and SQ was not affected (P ≥ 0.08) by oil supplementation pre- or postweaning, but trans-10, cis-12 CLA was greater (P = 0.02) in SQ from lambs supplemented with oil postweaning. Total PUFA content in LM was greater (P = 0.02) in lambs supplemented with oil pre- or postweaning as a result of increased concentrations of 18:2cis-9, cis-12 and longer chain PUFA. Conversely, pre- and postweaning oil supplementation resulted in less (P = 0.04) MUFA content in LM. Only postweaning oil supplementation increased (P = 0.001) SQ PUFA content. Feeding oils containing PUFA to lambs pre- and postweaning did not increase CLA content of muscle, whereas postweaning oil supplementation minimally increased CLA concentration of SQ fat. Inclusion of soybean and linseed oil in pre- and postweaning diets increased total PUFA content of SQ fat and muscle tissue without adversely affecting growth performance or carcass characteristics.

Investigation of Plasma Immersion Ion Implantation Process in Magnetic Mirror Geometry

Plasma immersion ion implantation (PIII) with low external magnetic field has been investigated both numerically and experimentally. The static magnetic field considered is essentially nonuniform and is generated by two magnetic coils installed outside the vacuum chamber. Experiments have been conducted to investigate the effect of two of the most important PIII parameters: target voltage and gas pressure. In that context, it was found that the current density increased when the external parameters were varied. Later, the PIII process was analyzed numerically using the 2.5-D computer code KARAT. The numerical results show that the system of crossed E x B fields enhances the PIII process. The simulation showed an increase of the plasma density around the target under the operating and design conditions considered. Consequently, an increase of the ion current density on the target was observed. All these results are explained through the mechanism of gas ionization by collisions with electrons drifting in crossed E x B fields.

Estruturação litosférica da Província Borborema ao longo da Transecta Angüera (BA) Macau (RN), com base em dados gravimétricos

Since 2005, geophysical surveys have been carried out in the Precambri-an Borborema Province, along two transects with 800 km long each one. A pool of Brazilian public universities and institutions has been acquired deep refrac-tion seismic, gravity and magnetotelluric, with the purpose to model the conti-nental lithosphere of the region. This paper present the gravity survey of the second transect, that crosses the Borborema Province from SW to NE, passing through the São Francisco Craton, Transversal and Meridional zones and Rio Grande do Norte Domain, in the Setentrional Zone. In this way, it cuts some important geologic structures, like the limit of the São Francis Craton and the Borborema Province, Paleozoic and Mesozoic sedimentary basins of Tucano, Jatobá and Potiguar and the extensive Pernambuco and Patos shear zones. Recognition techniques gravity sources in the subsurface, such as spectral analysis and Euler Deconvolution, were applied to the Bouguer anomalies, as well as their regional and residual components. These techniques provided in-formation on possible anomalous bodies, which correlated with pre-existing geological and geophysical data, subsidized a 2.5 D gravity modeling of the lithosphere beneath the Borborema Province and its southern limit with the São Francisco Craton.

Follicle deviation and ovulatory capacity in Bos indicus heifers

The objectives of Experiment I were to determine the interval from ovulation to deviation, and diameter of the dominant follicle (DF) and largest subordinate follicle (SF) at deviation in Nelore (Bos indicus) heifers by two methods (observed and calculated). Heifers (n = 12) were examined ultrasonographically every 12 h from ovulation (Day 0) to Day 5. The time of deviation and diameter of the DF and largest SF at deviation did not differ (P > 0.05) between observed and calculated methods. Overall, deviation occurred 2.5 +/- 0.2 d (mean +/- S.E.M.) after ovulation, and diameters for DF and largest SF at deviation were 6.2 +/- 0.2 and 5.9 +/- 0.2 mm, respectively. Experiment 2 was designed to determine the size at which the DF acquires ovulatory capacity in B. indicus heifers. Twenty-nine heifers were monitored every 24 h by ultrasonography, from ovulation until the DF reached diameters of 7.0-8.4 mm (n = 9), 8.5-10.0 mm (n = 10), or >10.0 mm (n = 10). At that time, heifers were treated with 25 mg of pLH and monitored by ultrasonography every 12 h for 48 h. Ovulation occurred in 3 of 9, 8 of 10, and 9 of 10 heifers, respectively (P < 0.05). In summary, there was no significant difference between observed and calculated methods of determining the beginning of follicle deviation. Deviation occurred 2.5 d after ovulation when the DF reached 6.2 mm, and ovulatory capacity was acquired by DF as small as 7.0 mm. (c) 2008 Elsevier B.V. All rights reserved.

Effects of timing of induced luteolysis in embryo donor mares on reproductive performance and pregnancy rate in recipient mares

The objective was to evaluate the effects of giving prostaglandin F(2 alpha) (PGF) to donor mares 48 h prior to embryo collection. Non-lactating donor mares (n = 20 estrous cycles in 10 mares), ranging from 2.5 to 10 y of age and 400 to 500 kg of body weight were used from September 2004 to February 2005 in the southern hemisphere (Brazil). Donor mares were randomly assigned in a cross-over design study. During a Treated cycle, 7.5 mg PGF was given 48 h prior to embryo collection, whereas in the Control cycle, 7.5 mg PGF was given at embryo collection. In Treated Cycles, serum progesterone concentrations decreased between the day of PGF treatment and the day of embryo collection (13.9 +/- 5.4 and 0.5 +/- 0.3 ng/mL, respectively; P < 0.05). In Treated versus Control cycles, the interovulatory interval was shorter (14.9 +/- 0.9 vs 17.5 +/- 1.1 d, P < 0.05). However, there was no significant difference between these groups for the interval from PGF to ovulation (average, 9.8 d), embryo recovery rate (average, 75%), embryo quality, uterine protein concentration, and pregnancy rate in recipient mares (average, 87% at 15 d after ovulation, with no pregnancy loss detected by 60 d). In conclusion, giving donor mares PGF 48 h prior to embryo collection reduced the average interovulatory interval by approximately 2.5 d, thereby potentially increasing the numbers of embryos that could be collected during a breeding season, with no deleterious effects on embryo recovery rate, embryo quality, or pregnancy rate in recipient mares. (c) 2011 Elsevier B.V. All rights reserved.