832 resultados para Terapia de erradicação


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Objetivo: O objetivo deste estudo foi comparar o efeito do tratamento hormonal do hormônio Gonadotrofina Coriônica Humana (HCG), em dois esquemas posológicos diferentes, ao placebo quanto sua efetividade e segurança no tratamento da Criptorquidia. Métodos: Este estudo é um ensaio clínico randomizado, duplo-cego, placebo-controlado de 14 semanas. A amostra de 92 pacientes que foram randomizados para o grupo-HCG dias alternados, denominados de Grupo G1 (N = 29), para o grupo HCG a cada quatro dias, denominados Grupo G4 (N= 33) e o grupo-placebo, denominados como Grupo O(N = 30). 2. Os desfechos clínicos primários para este estudo foram 1) Cura, 2) Melhora, 3) Não Cura. Os desfechos complementares foram: 4) Efeitos adversos, 5) Níveis séricos hormonais. Resultados: Não existiram diferenças entre os grupos HCG dias alternados, HCG a cada quatro dias e placebo para as medidas dos desfechos primários. 1) Cura: G1: 3/29(3,3%), G4: 4/33(4,3%) e O: 3/30(3,3%) 2) Melhora: G1:3/29(3,3%), G4: 1/33(1,1%) e O: 3/30(3,3%). 3) Não Cura: G1: 23/29(25%), G4: 28/33(30,4%) e O: 24/30(26,1%) p=0,815. 4) Os efeitos adversos mais freqüentes em nossa amostra foram: Aumento do numero de ereções: não foi possível avaliar. 5) Níveis séricos hormonais: Testosterona sérica: G1: de 34,15 ± 5,8ng/ml; G4: 49,6± 5,6 ng/ml e O: 7,5± 3,5ng/ml. Hormônio Luteinizante (LH): G1: 0,22± 0,2 , G4: 0,07±0,1 e O: 0,08±0,02 Hormônio Folículo Estimulante (FSH): G1: 0,88±0,16, G4: 0,3±0,1 e O 1,15±0,6. Conclusão: Não foi encontrada nenhuma diferença estatística no tratamento com HCG, independente da posologia adotada, e placebo. Os autores concluem a hormonioterapia com HCG não demonstrou superioridade na eficácia e ou segurança no tratamento da criptorquidia ao placebo.

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La terapia di resincronizzazione cardiaca (TRC) è un presidio non farmacologico che riduce la mortalità e la morbosità nei pazienti con scompenso refrattario alla terapia medica. La maggior parte dei dati riguardanti gli effetti della TRC coinvolgono i pazienti con le indicazioni consolidate seguenti: classe NYHA III-IV, ritardo della conduzione ventricolare (QRS>opp= 20 msec), disfunzione sistolica ventricolare sinistra (frazione di eiezione ventricolare sinistra >opp= 35%) e ritmo sinusale (RS). Mentre è noto che la fibrillazione atriale permanente (FA) sia presente in una porzione consistente dei pazienti con scompenso cardiaco, vi sono pochi dati riguardanti la sopravvivenza e gli effetti a lungo-termine della TRC in pazienti con scompenso cardiaco e fibrillazione atriale (FA); la maggior parte degli studi sono osservazionali ed hanno dimostrato che la TRC potrebbe conferire dei benefici a corto e medio termine anche in pazienti con FA permanente. Solo recentemente un ampio studio osservazionale ha descritto che, a lungo-termine, la TRC migliora significativamente la capacità funzionale, la frazione di eiezione e induce il rimodellamento inverso del ventricolo sinistro solamente in quei pazienti con FA dove la TRC viene combinata con l’ablazione del nodo atrio-ventricolare (NAV). La strategia ablativa del NAV infatti conferendo una stimolazione completa e costante, permette di eliminare gli effetti del ritmo spontaneo di FA (ritmo irregolare e tendenzialmente tachicardico) cheinterferisce in maniera importante con la stimolazione biventricolare in particolare durante gli sforzi fisici. Sulla base di queste premesse il presente studio si propone di valutare gli effetti a lungo-termine della TRC su pazienti con scompenso cardiaco e FA permanente focalizzando su due aspetti principali: 1) confrontando la sopravvivenza di pazienti con FA permanente rispetto ai pazienti in RS; 2) confrontando la sopravvivenza di pazienti in FA suddivisi secondo la modalità di controllo della frequenza con somministrazione di farmaci antiaritmici (gruppo FA-farm) oppure mediante controllo ablazione del NAV (gruppo FA-abl). Metodi e risultati: Sono presentati i dati di 1303 pazienti sottoposti consecutivamente ad impianto di dispositivo per la TRC e seguiti per un periodo mediano di 24 mesi. Diciotto pazienti sono stati persi durante il follow-up per cui la popolazione dello studio è rappresentata da una popolazione totale di 1295 pazienti di cui 1042 in RS e 243 (19%) in FA permanente. Nei pazienti con FA il controllo della frequenza cardiaca è stato effettuato mediante la somministrazione di farmaci anti-aritmici (gruppo FA-farm: 125 pazienti) oppure mediante ablazione del NAV (FA-abl: 118 pazienti). Rispetto ai pazienti in RS, i pazienti in FA permanente erano significativamente più vecchi, più spesso presentavano eziologia nonischemica, avevano una frazione di eiezione più elevata al preimpianto, una durata del QRS minore e erano più raramente trattati con un defibrillatore. Lungo un follow-up mediano di 24 mesi, 170/1042 pazienti in RS e 39/243 in FA sono deceduti (l’incidenza di mortalità a 1 anno era di 8,4% e 8,9%, rispettivamente). I rapporti di rischio derivanti dall’analisi multivariata con il 95% dell’intervallo di confidenza (HR, 95% CI) erano simili sia per la morte per tutte le cause che per la morte cardiaca (0.9 [0.57-1.42], p=0.64 e 1.00 [0.60-1.66] p=0.99, rispettivamente). Fra i pazienti con FA, il gruppo FA-abl presentava una durata media del QRS minore ed era meno frequentemente trattato con il defibrillatore impiantabile rispetto al gruppo FA-farm. Soli 11/118 pazienti del FA-abl sono deceduti rispetto a 28/125 nel gruppo FA-farm (mortalità cumulativa a 1 anno di 9,3% e 15,2% rispettivamente, p<0.001), con HR, 95% CI per FA-abl vs FA-farm di 0.15 [0.05-0.43],,p<0.001 per la mortalità per tutte le cause, di 0.18 [0.06-0.57], p=0.004 per la mortalità cardiaca, e di 0.09 [0.02-0.42], p<0.002 per la mortalità da scompenso cardiaco. Conclusioni: I pazienti con scompenso cardiaco e FA permanente trattati con la TRC presentano una simile sopravvivenza a lungo-termine di pazienti in RS. Nei pazienti in FA l’ablazione del NAV in aggiunta alla TRC migliora significativamente la sopravvivenza rispetto alla sola TRC; questo effetto è ottenuto primariamente attraverso una riduzione della morte per scompenso cardiaco.