980 resultados para Farmacia galénica
Resumo:
Lo scopo di questo lavoro di tesi consiste nel valutare l’efficacia di inibizione delle HDAC e la selettività per le cellule tumorali di nuove molecole basate su coniugati poliamminici (PC1, PC2, PC3, PC4, PC5). I modelli sperimentali utilizzati saranno una linea cellulare tumorale di glioblastoma umano (U87), paragonata a una linea cellulare sana di fibroblasti fetali umani (IMR90). Il progetto nasce dalla collaborazione con la Prof.ssa Anna Minarini del Dipartimento di Farmacia e BioTecnologie di Bologna e con il Dott. Andrea Milelli del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita di Rimini che hanno progettato e sintetizzato i composti poliamminici utilizzati negli esperimenti condotti nel laboratorio di Ingegneria Cellulare e Molecolare “S. Cavalcanti” a Cesena. Gli obiettivi del progetto consistono nel valutare i potenziali vantaggi che sembrano offrire le poliammine se coniugate a molecole con specifiche funzioni antitumorali, quali l’acido idrossamico e il gruppo intercalante il DNA, naftalene-diimide. L’aggiunta della coda poliamminica al composto, infatti, permetterebbe alla molecola risultante di sfruttare il sistema di trasporto delle poliammine, tipicamente sovraespresso o iperattivo nelle cellule neoplastiche, favorendo così l’ingresso in cellula del farmaco e conferendogli selettività per le cellule tumorali. Inoltre, l’affinità elettrostatica che intercorre tra la coda policationica poliamminica e il DNA, carico negativamente, direzionerebbe con maggior efficacia l’intera molecola, compresa la parte intercalante e l’acido idrossamico (HDACi), verso il loro bersaglio, la doppia elica dell’acido nucleico e le HDAC. Gli effetti dei PC valutati in questo lavoro di tesi comprendono l’influenza dei farmaci sulla vitalità cellulare e l’efficacia di inibizione delle HDAC. Si effettueranno test di crescita cellulare in seguito ai trattamenti farmacologici per confrontare i diversi composti poliamminici, individuare quelli con maggior effetto citotossico e stabilire se il tipo di trattamento risulti idoneo per il proseguimento dell’indagine. Il grado di inibizione delle HDAC, relativo ai diversi farmaci, verrà valutato indirettamente mediante la tecnica del Western Blotting quantificando il livello di iperacetilazione istonica globale indotta. I vantaggi che queste nuove molecole potenzialmente possiedono e che andranno verificati con ulteriori studi, inducono ad attribuire loro un grande potenziale per la terapia antitumorale, come induttori dell’apoptosi e/o riprogrammazione dell’assetto epigenetico, risultante nella riattivazione di geni oncosoppressori silenziati nelle cellule neoplastiche. L’azione antitumorale di queste molecole potrà essere più efficace se combinata con altri farmaci, quali chemioterapici standard o demetilanti del DNA. Inoltre la variazione della coda poliamminica potrà essere utile per lo sviluppo di inibitori specifici per le diverse isoforme delle HDAC. La selettività per le cellule tumorali e l’affinità per il DNA di questi nuovi composti potrebbe infine limitare gli eventuali effetti collaterali in clinica.
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Il presente lavoro si incentra sulla parziale caratterizzazione del sito attivo del dominio PHP della subunità alpha, componente fondamentale dell'Oloenzima polimerasi III di E. coli. E' stato messo in luce il coinvolgimento di questo dominio nel meccanismo di idrolisi del pirofosfato generato dalla reazione polimerasica, valutando inoltre il grado di associazione tra queste due attività.
Resumo:
Nell’ambito del nuoto, la scelta della strumentazione è legata all’ambiente, il metodo più utilizzato per analizzare il movimento degli atleti, ancora oggi, è quello dell’analisi video, che utilizza videocamere subacquee. L’analisi video in acqua ha diversi limiti: presenta errori legati alla turbolenza e alla rifrazione aria/acqua, necessità di elevati tempi sia per la calibrazione sia per l’elaborazione dei dati, non consente un feedback in tempo reale e quindi non fornisce informazioni immediate all’allenatore e ha costi elevati. Da qui la necessità di investigare altri metodi. Il metodo alternativo proposto, per la prima volta da Oghi et al. nel 2000 utilizza i sensori inerziali (IMU- Inertial Measurements Units) che possono essere indossati dall’atleta, previa impermeabilizzazione. Non sono invasivi e non limitano eccessivamente il movimento, non richiedono un setup di calibrazione complesso e hanno costi ridotti. Per questo elaborato sono stati stimati i parametri che vengono tipicamente utilizzati dagli allenatori per valutare le performance degli atleti durante l’allenamento: parametri temporali legati alle fasi della bracciata e la velocità istantanea. Sono state effettuate prove sul campo, presso il Laboratorio di Biomeccanica della Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze Motorie, situato nella palestra Record del CUSB di Bologna.
Resumo:
Objetivo: Identificar abuso, dependencia, adicciones (tabaquismo, problemas con alcohol y alimentación) y automedicación en el personal de la salud de un Hospital de agudos.- Material y Métodos: Estudio protocolizado y observacional mediante. encuesta estructurada, autoadministrada y anónima. Se realizó el análisis en 4 grupos: Médicos (M) (MS: Staff y MF: en formación), NO M: enfermeros (E) y otros (O: administración, laboratorio, farmacia, servicios generales). Se realizó un estudio comparativo con una población encuestada en el año 2004. Resultados: Se incluyeron 373 personas: 195 M (73 MS y 122 MF), 83 E y 92 O; 225 mujeres (60,3%); edad promedio grupal: 36.1 años (DS± 9.98). El 77.5% con pareja estable, el 98.1% heterosexuales y 67,3% universitarios. El 67.3% se automedicaba, el 35.1% eran tabaquistas activos; el 28.4% presentaba problemas con el alcohol y el 36.2% con la alimentación. El tabaquismo fue más frecuente entre 40-50 años (42,5%) y en E: 56.6%; MS: 21,9%; MF: 27% y O: 36.9%(p<0.05). Se incrementó la intención de abandonar el cigarrillo comparado con el año 2004 (74.6 vs 56.3%)(p<0.05). Los problemas con el alcohol fueron frecuentes entre 20 y 30 años (47.2%), en personas con pareja inestable (73.6%), sin diferencias entre los grupos y en 51.8% coexistía con tabaquismo. Los problemas de alimentación ocurrieron significativamente en MF (46,9%) comparados con MS (22.5%) (p<0.05). Se detectó automedicación en el 68.3 del Grupo O y en 48.1% del Grupo M (p<0.05). Al comparar la automedicación en las encuestas del año 2004 y 2007, se comprobó una reducción en E (87.8 vs 52.4%) y en O (77.5 vs 48.1%)(p<0.05).- Conclusiones: Se detectó elevada prevalencia de tabaquismo, problemas con el alcohol, alimentación y automedicación en todo el personal hospitalario. El tabaquismo predominó en enfermeros, los trastornos alimentarios en médicos en formación y el alcoholismo en solteros con pareja inestable.
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Se presume que la prescripción de medicamentos sin receta médica en las farmacias es una práctica frecuente. El objetivo fue conocer la conducta del personal de las farmacias ante una consulta realizada por estudiantes de medicina entrenados para actuar como pacientes simulados de las siguientes situaciones: 1: Infección respiratoria alta, 2: Diarrea aguda; 3: Disuria, 4: Ulcera genital, 5: Hipertensión arterial, 6: Cefalea aguda, 7: Artralgia de tobillo. Se efectuaron 100 entrevistas y cada una de las situaciones se realizó al menos 12 veces. En solo el 28% de los casos no se indicó tratamiento y las 72 prescripciones fueron realizadas por 38 farmacéuticos y 34 no profesionales. La medicación se consideró inadecuada en 58.3%, iatrogénica en 51.4% y la posología incorrecta en 50%. Los fármacos más indicados fueron antibióticos (23.6%), AINES (20.8%), antidiarreicos (11.8%) y antigripales (9.7%). Las situaciones 7 (100%), 1 (93.3%) y 2 (84.6%) tuvieron la mayor frecuencia de indicación de tratamiento y fue significativa la negativa a medicar en las situaciones 4 (OR, 0.16) y 5 (OR, 0.22) (p<0.05). La prescripción fue incorrecta en el 100% de las situaciones 2 y 4 y iatrogénica en el 100% de las situaciones 2, 4 y 5. En 48 casos se sugirió consulta médica y la situación 5 tuvo 4.27 veces más posibilidades de ser derivada (p= 0.01). Este estudio demuestra que en las farmacias del gran Mendoza es común la venta de medicamentos sin prescripción médica lo que compromete la seguridad y salud de las personas.
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Los mastocitos son células del tejido conectivo que participan en la génesis y modulación de las respuestas inflamatorias celulares. En trabajos previos hemos demostrado que xanthatina (xanthanólido sesquiterpeno aislado de Xanthium cavanillesii Schouw) inhibe la activación de mastocitos inducida por secretagogos experimentales. Sin embargo, se desconoce su efecto sobre la activación de mastocitos inducida por estímulos fisiopatológicos. Estos estímulos incluyen, entre otros, los neuropéptidos pro-inflamatorios sustancia P y neurotensina, responsables de una de las principales vías de inflamación neurogénica. El objetivo del presente trabajo fue estudiar el efecto de xanthatina sobre la activación de mastocitos inducida por sustancia P y neurotensina. Mastocitos peritoneales de rata se incubaron con: 1) PBS (basal); 2) sustancia P (100 Fm); 3) neurotensina (50 Fm); 4) xanthatina (8-320 Fm)+sustancia P; 5) xanthatina (8-320 Fm)+neurotensina. La viabilidad de los mastocitos se evaluó con azul tripán. En las soluciones de incubación se cuantificó serotonina liberada (marcador de activación). En las células se cuantificó serotonina remanente (no liberada) y se analizó la morfología celular por microscopía óptica y electrónica de transmisión. Tratamiento estadístico: ANOVA-1 y Tukey-Kramer. La incubación de mastocitos con xanthatina inhibió (P<0,01), en forma dosisdependiente, la liberación de serotonina inducida por sustancia P y neurotensina, sin modificar la viabilidad celular. Los mastocitos tratados con neuropéptidos mostraron características morfológicas de degranulación, mientras que la morfología de los mastocitos tratados con xanthatina+neuropéptido fue semejante a los basales. En conclusión, xanthatina inhibe la activación de mastocitos inducida por sustancia P y por neurotensina. Este sesquiterpeno podría representar una nueva alternativa en el tratamiento de las inflamaciones neurogénicas.
Resumo:
En este trabajo se describen la cipsela y, por primera vez, la plántula de Grindelia ventanensis, un subarbusto con potencial ornamental endémico de las Sierras Australes de la provincia de Buenos Aires. También se presenta la cronología de floración y producción de semillas y se evalúa la relación entre el tamaño de las cipselas y el desarrollo de las plantas jóvenes respecto de la procedencia, cultivada o silvestre, de los propágulos. Las poblaciones cultivadas florecieron y produjeron semillas antes que las silvestres. Las cipselas de poblaciones cultivadas resultaron más pequeñas y las plántulas originadas a partir de ellas mostraron una mayor mortalidad. Las plántulas originadas de cipselas de poblaciones silvestres desplegaron su primera hoja verdadera entre los 7 y 21 días y presentaron una supervivencia a los 35 días de más del 70%. El menor tamaño de las cipselas de plantas cultivadas podría estar relacionado con las condiciones de cultivo o con un efecto fundador. La mayor supervivencia de las plantas germinadas de cipselas mayores resulta un dato de importancia al momento de seleccionar un stock de cultivo.