739 resultados para sociality of cinema
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Pós-graduação em Comunicação - FAAC
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Pós-graduação em Psicologia - FCLAS
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Pós-graduação em Letras - FCLAS
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Pós-graduação em Letras - FCLAS
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Pretendemos examinar a relação entre cinema, música e história do período silencioso. Será abordada a produção referente aos chamados filmes cantantes (1908 1911), propondo recortes temáticos mais amplos do que os adotados pela historiografia clássica no cinema nacional
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Em 1924, Blaise Cendrars, em meio a um projeto ambicioso de realização de um “filme de propaganda sobre o Brasil”, em parceria com Oswald de Andrade, teve a oportunidade de testemunhar a eclosão da Revolução de 1924, reprimida com violência pelo governo federal. A experiência marcou a sua imaginação e sepultou os planos de realizar um filme no Brasil, baseado em episódios da história paulista. Um dos elementos que aproximaram Oswald e Cendrars foi o desejo comum de se tornarem cineastas-cavadores
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While discussing images of Our Lady and of the mothers and women of the Garden of Flowers (or "Devils' Hole"), a peripheral district of a city in the interior of Sao Paulo state, this paper intends to explore the specificity of dramatic aesthetics. Rather than depend upon the aesthetics of social drama, as discussed in the works of Victor Turner, the present paper deals with a concept of montage that is inspired by the cinema of Sergei Eisenstein in order to illuminate a selection of field notes... and, along with Eisenstein, Julia Kristeva, Walter Benjamin, Michael Taussig and Antonin Artaud. Wit regards to those readers interested in hearing what these women may have to say, caution is suggested, for the words of these women may ring in our ears as the sounds of musket shots
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Termites are social cockroaches and this sociality is founded on a high plasticity during development. Three molting types (progressive, stationary and regressive molts) are fundamental to achieve plasticity during alate/sexual development, and they make termites a major challenge to any model on endocrine regulation in insect development. As the endocrine signatures underpinning this plasticity are barely understood, we studied the developmental dynamics and their underlying juvenile hormone OH) titers in a wood-dwelling termite. Cryptotermes secundus, which is characterized by an ancestral life style of living in dead wood and individuals being totipotent in development. The following general pattern elements could be identified during winged sexual development (i) regressive molts were accompanied by longer intermolt periods than other molting types, (ii) JH titers decreased gradually during the developmental transition from larva (immatures without wing buds), to nymph (immatures with wing buds), to winged adult, (iii) in all nymphal stages, the JH titer rose before the next molt and dropped thereafter within the first week, (iv) considerable variation in JH titers occurred in the midphase of the molting cycle of the 2nd and 3rd nymphal instar, inferring that this variation may reflect the underlying endocrine signature of each of the three molting types, (v) the 4th nymphal instar, the shortest of all, seems to be a switch point in development, as nymphs in this stage mainly developed progressively. When comparing these patterns with endocrine signatures seen in cockroaches, the developmental program of Cryprotermes can be interpreted as a co-option and repetitive use of hormonal dynamics of the post dorsal-closure phase of cockroach embryonic development. (C) 2012 Elsevier Ltd. All tights reserved.
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Come dimostrano i sempre più numerosi casi di cronaca riportati dai notiziari, la preoccupazione per la gestione delle immagini di morte si configura come un nodo centrale che coinvolge spettatori, produttori di contenuti e broadcaster, dato che la sua emersione nel panorama mediale in cui siamo immersi è sempre più evidente. Se la letteratura socio-antropologica è generalmente concorde nel ritenere che, rispetto al passato, oggi la morte si manifesti con meno evidenza nella vita comune delle persone, che tendono a rimuovere i segni della contiguità vivendo il lutto in forma privata, essa è però percepita in modo pervasivo perché disseminata nei (e dai) media. L'elaborato, concentrandosi in maniera specifica sulle produzioni audiovisive, e quindi sulla possibilità intrinseca al cinema – e alle sue forme derivate – di registrare un evento in diretta, tenta di mappare alcune dinamiche di produzione e fruizione considerando una particolare manifestazione della morte: quella che viene comunemente indicata come “morte in diretta”. Dopo una prima ricognizione dedicata alla tensione continua tra la spinta a considerare la morte come l'ultimo tabù e le manifestazioni che essa assume all'interno della “necrocultura”, appare chiaro che il paradigma pornografico risulta ormai inefficace a delineare compiutamente le emersioni della morte nei media, soggetta a opacità e interdizioni variabili, e necessita dunque di prospettive analitiche più articolate. Il fulcro dell'analisi è dunque la produzione e il consumo di precisi filoni quali snuff, cannibal e mondo movie e quelle declinazioni del gore che hanno ibridato reale e fittizio: il tentativo è tracciare un percorso che, a partire dal cinema muto, giunga al panorama contemporaneo e alle pratiche di remix rese possibili dai media digitali, toccando episodi controversi come i Video Nasties, le dinamiche di moral panic scatenate dagli snuff film e quelle di contagio derivanti dalla manipolazione e diffusione delle immagini di morte.
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The thesis comprises three essays that use experimental methods, one about other-regarding motivations in economic behavior and the others on pro-social behavior in two environmental economics problems. The first chapter studies how the expectations of the others and the concern to maintain a balance between effort exerted and rewards obtained interact in shaping the behavior in a modified dictator game. We find that dictators condition their choices on recipients' expectations only when there is a high probability that the the recipient will not be compensated for her effort. Otherwise, dictators tend to balance the efforts and rewards of the recipients, irrespective of the recipients' expectations. In the second chapter, I investigate the problem of local opposition to large public projects (e.g. landfills, incinerators, etc.). In particular, the experiment shows how the uncertainty about the project's quality makes the community living in the host site skeptical about the project. I also test whether side-transfers and costly information disclosure can help to increase the efficiency. Both tools succesfully make the host more willing to accept the project, but they lead to the realization of different types of projects. The last chapter is an experiment on climate negotiations. To avoid the global warming, countries are called to cooperate in the abatement of their emissions. We study whether the dynamic aspect of the climate change makes cooperation across countries behaviorally more difficult. We also consider inequality across countries as a possible factor that hinders international cooperation.
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Tra le plurime conseguenze dell’avvento del digitale, la riarticolazione dei rapporti tra immagine statica e immagine in movimento è certamente una delle più profonde. Sintomatica dei cambiamenti in atto sia nei film studies sia nella storia dell’arte, tale riarticolazione richiede un ripensamento dei confini disciplinari tradizionali entro cui il cinema e la fotografia sono stati affrontati come oggetti di studio separati e distinti. Nell’adottare un approccio molteplice, volto a comprendere prospettive provenienti dalla New Film History e dalla media archaeology, dalla teoria dell’arte e dagli studi visuali, questo lavoro esplora l’esistenza di una relazione dialettica tra il cinema e la fotografia intesa in modo duplice: come tensione costitutiva tra due media indissolubilmente connessi – non tanto in considerazione di un medesimo principio realistico di rappresentazione quanto, piuttosto, in virtù di uno scambio incessante nella modellizzazione di categorie quali il tempo, il movimento, l’immobilità, l’istante, la durata; come istanza peculiare della pratica artistica contemporanea, paradigma di riferimento nella produzione estetica di immagini. La tesi si suddivide in tre capitoli. Il primo si concentra sul rapporto tra l’immobilità e il movimento dell’immagine come cifra in grado di connettere l’estetica delle attrazioni e la cronofotografia a una serie di esperienze filmiche e artistiche prodotte nei territori delle avanguardie. Il secondo capitolo considera l’emergenza, dagli anni Novanta, di pratiche artistiche in cui l’incontro intermediale tra film e fotografia fornisce modelli di analisi volti all’indagine dell’attuale condizione estetica e tecnologica. Il terzo offre una panoramica critica su un caso di studio, la GIF art. La GIF è un formato digitale obsoleto che consente di produrre immagini che appaiono, simultaneamente, come fisse e animate; nel presente lavoro, la GIF è discussa come un medium capace di contraddire i confini attraverso cui concepiamo l’immagine fissa e in movimento, suggerendo, inoltre, un possibile modello di pensiero storico-cronologico anti-lineare.
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Studio storiografico condotto su fonti archivistiche, filmiche e sulla stampa locale e specializzata che ricostruisce dettagliatamente l'ambiente cittadino d'inizio Novecento nel quale si sono diffusi i primi spettacoli cinematografici, determinandone le caratteristiche e tracciandone l'evoluzione fra 1896 e 1925. L'avvento della cinematografia è strettamente connesso a un processo di modernizzazione del volto urbano, degli stili di vita, delle idee e il cinema si salda a queste istanze di rinnovamento, con una precisa ricaduta sull'immagine della città e sull'esperienza dei suoi cittadini appartenenti alle diverse classi sociali.
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La presente ricerca ha un duplice obiettivo. Primo, individuare i modi in cui lingue e identità culturali diverse sono state rappresentate al cinema. Secondo, identificare le diverse strade imboccate dai professionisti del doppiaggio italiano quando si trovano a confrontarsi con un film in cui si parlano più lingue. La ricerca propone un approccio multidisciplinare che combina i contributi teorici sviluppati nel campo degli studi di traduzione audiovisiva con le modalità di analisi più comunemente utilizzate dalla semiotica del cinema. L'analisi si basa su un campione di 224 film multilingue prodotti dall'inizio degli anni Trenta alla fine degli anni Duemila. Particolare attenzione viene indirizzata al quadro teorico all'interno del quale viene interpretato il ruolo che il multilinguismo assume al cinema. Vengono identificate tre funzioni principali: conflitto, confusione e resa realistica. Un altro elemento chiave nell'analisi è costituito dal genere cinematografico prevalente a cui è possibile ricondurre ciascuno dei film selezionati. Sono individuati tre generi principali: il film drammatico, la commedia e il thriller. Nel film drammatico il multilinguismo agisce come un veicolo che produce e accentua il conflitto, mentre nella commedia esso di solito diventa un dispositivo comico che crea confusione e umorismo. Nel cinema thriller, invece, il multilinguismo funziona essenzialmente come un veicolo di suspense. Per quanto riguarda le soluzioni traduttive adottate nel doppiaggio italiano del cinema multilingue, sono rilevate tre macro-strategie: la conservazione, la neutralizzazione e la riduzione dell'originale dimensione multilingue. Ciascuna di queste tre strategie è passata a vaglio critico. Se nel primo caso si tratta di un tentativo di riprodurre fedelmente le originali situazioni multilingue rappresentate nel film, negli altri due casi si tratta di soluzioni che risentono fortemente delle specificità del doppiaggio come modalità di traduzione degli audiovisivi (fattori ideologici ed economici, nonché il problema tecnico dell'armonizzazione delle voci per i personaggi bilingue).
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The study of animal sociality investigates the immediate and long-term consequences that a social structure has on its group members. Typically, social behavior is observed from interactions between two individuals at the dyadic level. However, a new framework for studying social behavior has emerged that allows the researcher to assess social complexity at multiple scales. Social Network Analysis has been recently applied in the field of ethology, and this novel tool enables an approach of focusing on social behavior in context of the global network rather than limited to dyadic interactions. This new technique was applied to a group of captive hamadryas baboons (Papio hamadryas hamadryas) in order to assess how overall network topology of the social group changes over time with the decline of an aging leader male. Observations on aggressive, grooming, and proximity spatial interactions were collected from three separate years in order to serve as `snapshots¿ of the current state of the group. Data on social behavior were collected from the group when the male was in prime health, when the male was at an old age, and after the male¿s death. A set of metrics was obtained from each time period for each type of social behavior and quantified a change in the patterns of interactions. The results suggest that baboon social behavior varies across context, and changes with the attributes of its individual members. Possible mechanisms for adapting to a changing social environment were also explored.
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How do prevailing narratives about Native Americans, particularly in the medium of film, conspire to promote the perspective of the dominant culture? What makes the appropriation of Indigenous images so metaphorically popular? In the past hundred years, little has changed in the forms of representation favored by Hollywood. The introductory chapter elucidates the problem and outlines the scope of this study. As each subsequent chapter makes clear, the problem is as relevant today as it has been throughout the entire course of filmic history. Chapter Two analyzes representational trends and defines each decade according to its favorite stereotype. The binary of the bloodthirsty savage is just as prevalent as it was during the 1920s and 30s. The same holds true for the drunken scapegoat and the exotic maiden, which made their cinematic debuts in the 1940s and 50s. But Hollywood has added new types as well. The visionary peacemaker and environmental activist have also made an appearance within the last forty years. What matters most is not the realism of these images, but rather the purposes to which they can be put toward validating whatever concerns the majority filmmakers wish to promote. Whether naïvely or not, such representations continue to evacuate Indigenous agency to the advantage of the majority. A brief historical overview confirms this legacy. Various disciplines have sought to interrogate this problem. Chapter three investigates the field of postcolonial studies, which makes inquiry into the various ways these narratives are produced, marketed, and consumed. It also raises the key questions of for whom, and by whom, these narratives are constructed. Additional consideration is given to their value as commodities in the mass marketplace. Typically the products of a boutique-multiculturalism, their storylines are apt to promote the prevailing point of view. Critical theory provides a foundational framework for chapter four. What is the blockbuster formula and how do the instruments of capital promote it? Concepts such as culture industry and repressive tolerance examine both the function and form of the master narrative, as well as its use to control the avenues of dissent. Moreover, the public sphere and its diminishment highlight the challenges inherent in the widespread promotion of an alternative set of narratives. Nonetheless, challenges to prevailing narratives do exist, particularly in the form of Trickster narratives. Often subject to persistent misrecognition, the Trickster demonstrates a potent form of agency that undeniably dismantles the hegemony of Western cinema. The final chapter examines some of the Trickster's more subtle and obscure productions. Usually subjugated to the realm of the mystical, rather than the mythical, these misinterpreted forms have the power to speak in circles around a majority audience. Intended for an Other audience, they are coded in a language that delivers a type of direction through indirection, promoting a poignant agency all their own.