999 resultados para Visual Studio


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L’objectiu d’aquest treball és analitzar la inclusió d’un infant amb deficiència visual durant l’etapa d’Educació Infantil, amb la finalitat d’establir propostes de millora al centre encaminades a potenciar mesures per a la inclusió de tot l’alumnat. Per a la realització d’aquest estudi primerament ha estat necessari conèixer la fonamentació teòrica del concepte de visió i d’inclusió escolar, així com també les implicacions per part del centre, la família i l’entorn. Per a realitzar aquest anàlisi hem utilitzat entrevistes i pautes d’observació validades, amb la finalitat de conèixer més a fons la trajectòria de l’infant a l’etapa d’Educació Infantil, sempre des d’una concepció interaccionista, és a dir, tenint en compte l’àmbit escolar, familiar i l’entorn. I ja per acabar, aquest anàlisi ha servit per a proposar propostes de millora per a la inclusió de futurs alumnes en el centre.

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We report the case study of a French-Spanish bilingual dyslexic girl, MP, who exhibited a severe visual attention (VA) span deficit but preserved phonological skills. Behavioural investigation showed a severe reduction of reading speed for both single items (words and pseudo-words) and texts in the two languages. However, performance was more affected in French than in Spanish. MP was administered an intensive VA span intervention programme. Pre-post intervention comparison revealed a positive effect of intervention on her VA span abilities. The intervention further transferred to reading. It primarily resulted in faster identification of the regular and irregular words in French. The effect of intervention was rather modest in Spanish that only showed a tendency for faster word reading. Text reading improved in the two languages with a stronger effect in French but pseudo-word reading did not improve in either French or Spanish. The overall results suggest that VA span intervention may primarily enhance the fast global reading procedure, with stronger effects in French than in Spanish. MP underwent two fMRI sessions to explore her brain activations before and after VA span training. Prior to the intervention, fMRI assessment showed that the striate and extrastriate visual cortices alone were activated but none of the regions typically involved in VA span. Post-training fMRI revealed increased activation of the superior and inferior parietal cortices. Comparison of pre- and post-training activations revealed significant activation increase of the superior parietal lobes (BA 7) bilaterally. Thus, we show that a specific VA span intervention not only modulates reading performance but further results in increased brain activity within the superior parietal lobes known to housing VA span abilities. Furthermore, positive effects of VA span intervention on reading suggest that the ability to process multiple visual elements simultaneously is one cause of successful reading acquisition.

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Introduzione : Plinio il Giovane erogò una somma di denaro per costruire una biblioteca e assicurarne il funzionamento. Una cittadina donò al Municipio di Balerna due case di appartamenti con lo scopo di mantenervi pigioni moderate e di mettere i vani a disposizione quale abitazione primaria per la popolazione del Comune. Questi due esempi illustrano casi di donazioni gravate da un onere. Da essi si evince che la donazione modale consta di due elementi: un dono e una finalità posta allo stesso. Una tale donazione esemplifica l'idea di alterità dell'unità, come Giano - dio del Pantheon romano - il quale è rappresentato con due volti, che gli permettevano di vedere il passato e di scrutare il futuro. Così, il presente lavoro - anch'esso paradigma dell'alterità dell'unità - si prefigge lo scopo di creare un ponte tra il passato e il potenziale futuro, sulla scorta anche di testi filosofici e letterari, senza tacere la sua dimensione giuridica. Un'invocazione a Giano si giustifica: anche Seneca, nel suo canzonatorio poema sulla trasformazione in zucca dell'imperatore Claudio - l'Apocolocintosi - narra che il dio patrocinò l'interessato, siccome abile oratore e aduso all'arte forense poiché i suoi due volti indicano in senso metaforico - e ironico - la capacità di esaminare le questioni sotto tutti i loro aspetti. Ciò posto, giovi considerare che la donazione modale è costituita di due scorciatoie cognitive che espongono la sua alterità: l'una, il dono, rimanda all'idea di gratuità, di benevolenza, di amicizia, di reciprocità; l'altra, l'onere, riconduce all'onerosità, allo scambio, al contratto, alla commutatività. Così, per enucleare l'unità della donazione gravata da un onere occorre chinarsi sulla sua alterità e percorrere i cammini che essa propone: la gratuità e l'onerosità, per poi ridurre gli esiti nell'unitarietà dell'istituto. Il presente lavoro vaglia invero la donazione modale. Esso è nondimeno condito di riflessioni più generali inerenti alla teoria dei contratti e alla filosofia del diritto, in una digressione temporale che dal diritto romano porta al diritto svizzero, passando per alcuni glossatori e umanisti e, anche, attraverso alcune legislazioni regionali del XIX secolo. Donde un lavoro che, in ultima analisi, abbraccia più tematiche, suddivise come esposto in appresso. Il primo capitolo, di introduzione al tema, è un compendio della terminologia latina del dono, ottenuto individuando esempi addotti dalle fonti giuridiche e fatti narrati da scrittori latini. Dacché la legge si palesa mediante uno scritto insieme di segni che esprimono concetti - mi è parso opportuno soffermarmi sulle sfaccettature linguistiche del "dono". La società romana era tributaria di molteplici rapporti di amicizia, i cui contenuti hanno poi dato adito ai cosiddetti contratti gratuiti. A Roma, la gratuità era un concetto bicefalo. Esisteva una gratuità propriamente detta e una gratuità qualificata di lucrativa. L'una escludeva l'altra. Esse godevano di un campo d'applicazione autonomo e indipendente. Queste due nozioni sono l'oggetto del secondo capitolo. Dato che la donazione modale è una commistione tra gratuità e onerosità, dopo aver esposto i criteri della gratuità, il terzo capitolo si incentra sull'analisi del modus testamentario e del concetto di donazione remuneratoria. Lungo le pagine del quarto capitolo, preludio al nucleo stesso della tesi, si tratteggia lo sviluppo giuridico della donazione nel diritto romano: da causa di atti a contratto indipendente. Dopo avere tracciato i contorni degli elementi che si fondono nel concetto di donazione gravata da un onere (dono, gratuità, onerosità), il quinto capitolo contiene la base del presente studio: l'analisi della donazione modale. Assemblando i risultati emersi nei capitoli precedenti, si definisce e si delimita questo istituto, si elabora la sua maturazione storica e concettuale. L'incedere della tesi, in ambito svizzero, segue quasi pedissequamente la struttura romanistica del primo titolo. Dopo una presentazione di alcune legislazioni del XIX secolo, nel preludio, il secondo capitolo si concentra sulla nozione di gratuità, quale può essere estrapolata dal Codice civile, dal Codice delle obbligazioni e dalla Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento. Il terzo capitolo tratta dell'onerosità, limitata al Codice civile e, principalmente, all'onere successorio. La tesi si chiude, nel quarto capitolo, con una digressione sulla donazione gravata da un onere nel diritto svizzero. In questo lavoro i quesiti di fondo, cui si cerca di fornire una risposta, riguardano la natura e la struttura dell'istituto in esame: di che tipo di contratto si tratta? È gratuito, lucrativo o oneroso? Come risponde il donatario inadempiente? Permettetemi un'avvertenza preliminare: i testi letterari, giuridici e filosofici su cui poggia il primo titolo sono vecchi di un paio di millenni, e, prima di giungere nelle nostre biblioteche e nelle nostre case, hanno subito un percorso tortuoso. Alcuni sono stati alterati, altri modificati. Errori di trascrizione si sommano ad adeguamenti alle nuove realtà storiche. Ciò premesso, i testi letterari e filosofici sono presentati nelle versioni indicate nelle pagine della bibliografia e non sono stati l'oggetto di particolari attenzioni interpolazionistiche, critiche che affiorano tuttavia per i frammenti giuridici più interessanti per il presente lavoro.

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Visual areas 17 and 18 were studied with morphometric methods for numbers of neurons, glia, senile plaques (SP), and neurofibrillary tangles (NFT) in 13 cases of Alzheimer's disease (AD) as compared to 11 controls. In AD cases, the mean neuronal density was significantly decreased by about 30% in both areas 17 and 18, while the glial density was increased significantly only in area 17. The volume of area 17 was unchanged in AD cases but its total number of neurons was decreased by 33% and its total number of glia increased by 45% compared to controls. In AD the number of SP was similar in areas 17 and 18, while that of NFT was significantly higher in area 18. The number of neurons with NFT was only 2% in area 17 and about 10% in area 18. The discrepancy between the loss of neurons and the amount of NFT suggests that neuronal loss can occur without passing through NFT degeneration. The deposition of SP was correlated with glial proliferation, but not with neuronal loss or neurofibrillary degeneration.

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Purpose: C57/Bl6, Cpfl1-/- (Cone photoreceptors function loss 1; pure rod function), Gnat1alpha-/- (rod alpha-transducin; pure cone function) and Rpe65-/-;Rho-/- double knock-out mice were studied in order to distinguish the respective contributions of the different photoreceptor (PR) systems that enable light perception and mediate a visual reflex in adult Rpe65-/- mice using a simple behavioural procedure. Methods: Visual function was estimated using a rotating automatized optomotor drum covered with vertical black and white stripes at spatial frequencies of 0.025 to 0.5 cycles per degree (cpd) in both photopic and scotopic conditions. To evaluate the contribution as well as the light intensity threshold of each PR system, we tested the mouse strains with different luminances. Results: Stripe rotation elicits head movements in wild-type (WT) animals in photopic and scotopic conditions depending on the spatial frequency, whereas Cpfl1-/- mice show a reduced activity in the photopic condition and Gnat1alpha-/- mice an almost absent response in the scotopic condition. Interestingly, a robust visual response is obtained with Rpe65-/- knockout mice at 0.075 cpd and 0.1 cpd in the photopic condition. The residual rod function in the Rpe65-/- animals was demonstrated by testing Rpe65-/-;Rho-/- mice that present no response in photopic conditions. Conclusions: The optomotor test is a simple method to estimate the visual function, and to evaluate the respective contributions of rod and cone systems. Using this test, we demonstrate that in Rpe65-/- mice, devoid of functional cones and of detectable 11-cis-retinal protein, rods mimic in part the cone function by mediating vision in photopic conditions.

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O objetivo deste trabalho foi comparar as estimativas de parâmetros genéticos obtidas em análises bayesianas uni-característica e bi-característica, em modelo animal linear e de limiar, considerando-se as características categóricas morfológicas de bovinos da raça Nelore. Os dados de musculosidade, estrutura física e conformação foram obtidos entre 2000 e 2005, em 3.864 animais de 13 fazendas participantes do Programa Nelore Brasil. Foram realizadas análises bayesianas uni e bi-características, em modelos de limiar e linear. De modo geral, os modelos de limiar e linear foram eficientes na estimação dos parâmetros genéticos para escores visuais em análises bayesianas uni-características. Nas análises bi-características, observou-se que: com utilização de dados contínuos e categóricos, o modelo de limiar proporcionou estimativas de correlação genética de maior magnitude do que aquelas do modelo linear; e com o uso de dados categóricos, as estimativas de herdabilidade foram semelhantes. A vantagem do modelo linear foi o menor tempo gasto no processamento das análises. Na avaliação genética de animais para escores visuais, o uso do modelo de limiar ou linear não influenciou a classificação dos animais, quanto aos valores genéticos preditos, o que indica que ambos os modelos podem ser utilizados em programas de melhoramento genético.

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OBJECTIVE: Patients with schizophrenia show deficits in visuospatial working memory and visual pursuit processes. It is currently unclear, however, whether both impairments are related to a common neuropathological origin. The purpose of the present study was therefore to examine the possible relations between the encoding and the discrimination of dynamic visuospatial stimuli in schizophrenia. METHOD: Sixteen outpatients with schizophrenia and 16 control subjects were asked to encode complex disc displacements presented on a screen. After a delay, participants had to identify the previously presented disc trajectory from a choice of six static linear paths, among which were five incorrect paths. The precision of visual pursuit eye movements during the initial presentation of the dynamic stimulus was assessed. The fixations and scanning time in definite regions of the six paths presented during the discrimination phase were investigated. RESULTS: In comparison with controls, patients showed poorer task performance, reduced pursuit accuracy during incorrect trials and less time scanning the correct stimulus or the incorrect paths approximating its global structure. Patients also spent less time scanning the leftmost portion of the correct path even when making a correct choice. The accuracy of visual pursuit and head movements, however, was not correlated with task performance. CONCLUSIONS: The present study provides direct support for the hypothesis that active integration of visuospatial information within working memory is deficient in schizophrenia. In contrast, a general impairment of oculomotor mechanisms involved in smooth pursuit did not appear to be directly related to lower visuospatial working memory performance in schizophrenia.

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Visual implant elastomer (VIE) has recently been employed to investigate different aspects of earthworm ecology. However, a number of fundamental questions relating to the detection and positioning of the tag, its persistence and potential effects on earthworms remain unknown. Seven earthworm species belonging to three ecological groupings, with different pigmentation and burrowing behaviour, were tagged using different coloured VIE. External inspection after two days, one week and 1, 10 and 27 months were followed by preservation, dissection and internal inspection. Tags could be seen in living specimens to 27 months, and dissection revealed that in most cases they were lodged in the coelomic cavity, held in place by septa. However, over longer time periods (more than two years), the chlorogogenous tissue tended to bind to the tags and made external observation increasingly difficult. Migration of the VIE material towards the posterior of the earthworm and potential loss of the tag were only observed on rare occasions, and a recovery rate in excess of 98% was recorded. By introducing a reasonable amount of VIE into segments, just after the clitellum, this technique can become a valuable tool in earthworm ecology and life history studies, particularly in short-medium term laboratory and field experiments.

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We describe a patient presenting with a first generalized convulsion after alcohol consumption, in whom the early postictal finding of a rapidly regressive cortical visual impairment suggested the presence of a posterior reversible encephalopathy. This was confirmed radiologically, and probably represented the key factor in the seizure etiology.

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Con el nombre de Universo de la Comunicación Audiovisual presentamos un proyecto que tiene, como elemento más significativo, la representación en la red de un mapa conceptual formado por las referencias (autores, obras, conceptos) que el profesorado y alumnado hemos propuesto para definir nuestro campo de estudio. El Universo... incluye, además del mapa conceptual, un espacio para el debate y un conjunto de fichas que interrelacionan el mapa con las asignaturas de la licenciatura. El proyecto busca acercar y potenciar la participación del alumnado en el reconocimiento y lectura crítica de aquellos elementos referenciales que, de forma significativa, permiten acotar e identificarse con el propio ámbito de conocimiento, dando visibilidad al procedimiento y haciéndolo público. Desde el Universo... proponemos una nueva aproximación a la competencia general descrita como capacidad crítica de naturaleza multidisciplinaria que dote al alumnado de capacidad de investigación académica y aplicada. Entendemos esta capacitación crítica como un proceso que va desarrollando el alumnado durante todo el grado. Este proceso supone, en una dimensión individual, alcanzar objetivos como el reconocimiento, localización y configuración de un marco referencial propio, y que permite, en su dimensión colectiva, participar en la definición, concreción y trazado de un marco referencial común.