754 resultados para Perch.


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In questo lavoro di tesi si è analizzato il problema di creare un sistema di assistenza allo shopping integrabile in applicazioni e-commerce web e mobile sviluppate con le tecnologie messe a disposizione da Marketcloud, ovvero un progetto che punta a fornire strumenti per la realizzazione, la manutenzione, la gestione, la diffusione e la pubblicizzazione di tali applicazioni limitando i costi e le problematiche di sviluppo a carico delle aziende che intendono fornire servizi di e-commerce. Dopo aver discusso gli aspetti principali del progetto Marketcloud, sono state analizzate le necessità delle aziende interessate allo sviluppo del sistema di assistenza in esame, così come le aspettative degli utenti (i clienti) finali, ed è stato discusso perché fosse necessario e preferibile, nel caso in esame, non utilizzare soluzioni già presenti sul mercato. Infine, è stata progettata ed implementata un’applicazione web che includesse tale sistema e che fosse immediatamente integrabile tra i servizi già sviluppati da Marketcloud, testandone risultati, prestazioni, problemi e possibili sviluppi futuri. Al termine del lavoro di implementazione, il sistema e l'applicazione garantiscono all'utente finale l'utilizzo di tre funzioni: ricerca per categoria, ricerca libera, recommendation di prodotti. Per gestire la ricerca libera, è stato implementato un sistema di filtri successivi, ed una rete neurale multi-livello dotata di un opportuno algoritmo di machine learning per poter apprendere dalle scelte degli utenti; per la recommendation di prodotti, è stato utilizzato un sistema di ranking (classificazione). Le prestazioni della rete neurale sono state oggetto di attenta analisi.

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Lo scopo di questa tesi è dimostrare quale sia il miglior Web Framework con linguaggio Python fra i tre principali esponenti: Django, web2py e TurboGears. Inizialmente verrà effettuata un’analisi generale sui Web Framework, in particolare quelli con architettura MVC poiché sarà l’architettura utilizzata da Django, web2py e TurboGears. Successivamente, per ogni Web Framework verrà analizzata la struttura generale e i componenti core degli stessi. Tuttavia per stabilire chi sia il migliore fra di essi bisogna anche analizzare come essi gestiscono altri ambiti dello sviluppo web e quindi vengono analizzati tutti i tools messi a disposizione dai Web Framework. Alla fine verranno tratte le conclusioni in cui verrà chiarito quale sia il Web Framework migliore per uno sviluppatore e perché, andando a riassumere le caratteristiche di tutti e tre.

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Negli ultimi anni la biologia ha fatto ricorso in misura sempre maggiore all’informatica per affrontare analisi complesse che prevedono l’utilizzo di grandi quantità di dati. Fra le scienze biologiche che prevedono l’elaborazione di una mole di dati notevole c’è la genomica, una branca della biologia molecolare che si occupa dello studio di struttura, contenuto, funzione ed evoluzione del genoma degli organismi viventi. I sistemi di data warehouse sono una tecnologia informatica che ben si adatta a supportare determinati tipi di analisi in ambito genomico perché consentono di effettuare analisi esplorative e dinamiche, analisi che si rivelano utili quando si vogliono ricavare informazioni di sintesi a partire da una grande quantità di dati e quando si vogliono esplorare prospettive e livelli di dettaglio diversi. Il lavoro di tesi si colloca all’interno di un progetto più ampio riguardante la progettazione di un data warehouse in ambito genomico. Le analisi effettuate hanno portato alla scoperta di dipendenze funzionali e di conseguenza alla definizione di una gerarchia nei dati. Attraverso l’inserimento di tale gerarchia in un modello multidimensionale relativo ai dati genomici sarà possibile ampliare il raggio delle analisi da poter eseguire sul data warehouse introducendo un contenuto informativo ulteriore riguardante le caratteristiche dei pazienti. I passi effettuati in questo lavoro di tesi sono stati prima di tutto il caricamento e filtraggio dei dati. Il fulcro del lavoro di tesi è stata l’implementazione di un algoritmo per la scoperta di dipendenze funzionali con lo scopo di ricavare dai dati una gerarchia. Nell’ultima fase del lavoro di tesi si è inserita la gerarchia ricavata all’interno di un modello multidimensionale preesistente. L’intero lavoro di tesi è stato svolto attraverso l’utilizzo di Apache Spark e Apache Hadoop.

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Negli ultimi anni la produzione di materiale ceramico si è spostata su formati di grandi dimensioni. Questo processo è stato possibile grazie allo sviluppo di nuove tecnologie adeguate alla produzione di lastre in grès porcellanato con spessore sempre più ridotto e in formati sempre più grandi. Molte aziende si sono quindi orientate alla produzione delle grandi lastre servendosi di queste nuove tecnologie innovative, proprio perché questi prodotti sono risultati essere particolarmente versatili. Come le piastrelle di formato tradizionale, anche questi grandi formati devono essere certificati con il marchio CE, quindi devono essere eseguite delle prove di caratterizzazione delle loro caratteristiche fisiche-meccaniche. Tuttavia, cambiando notevolmente le dimensioni, per queste grandi lastre si possono introdurre anche nuovi test di prova per determinare nuove caratteristiche, come ad esempio la possibilità di flettersi per adattarsi alla forma della superficie dove vengono collocate (facciate di edifici, rivestimenti di gallerie autostradali, etc.). Di conseguenza nasce l’esigenza di valutare questi nuovi parametri, tra cui il raggio di curvatura è particolarmente rilevante per valutare appunto la flessibilità della lastra. Nel presente lavoro di tesi sono state svolte prove di caratterizzazione delle proprietà fisiche-meccaniche di piastrelle ceramiche di grande formato. I campioni sono stati sottoposti a prove per la determinazione della freccia e del raggio di curvatura sotto il peso proprio e a rottura nelle configurazioni fronte e retro. Dall’analisi dei dati sperimentali sono state dedotte conclusioni in merito alla possibile dipendenza della freccia e del raggio di curvatura dalle caratteristiche dei campioni. Oltre alle prove di determinazione della freccia e conseguente raggio di curvatura, a completamento del lavoro sperimentale svolto sono state eseguite anche prove di assorbimento di acqua e di analisi d’immagine per determinare la porosità totale.

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Il gioco è un concetto che accompagna la vita di innumerevoli specie animali in forme, modi e tempi differenti. L’uomo scopre il gioco sin dai primi mesi di vita. Con l’obiettivo di migliorare la condizione emotiva dell'uomo nello svolgimento delle azioni quotidiane, nasce negli ultimi anni la gamification. Il termine consta nell’integrazione delle tecniche di progettazione dei giochi in contesti esterni ai giochi. Consiste nel progettare ponendo particolare attenzione sul coinvolgimento dell’utente per renderlo capace di sperimentare le emozioni tipiche dello svago: fierezza per le proprie azioni, qualunque esse siano. Gli ambiti di applicazione sono innumerevoli. Questa tesi si concentra sullo studio del contesto aziendale, focalizzandosi sulle mansioni di data entry, allo scopo di creare una piattaforma completa, composta da strumenti informatici ed elementi di gioco, che possa aumentare il coinvolgimento dei dipendenti nel proprio lavoro. Si è scelto questo tipo di attività in quanto composta da incarichi facilmente misurabili e allo stesso tempo poco appassionanti per il dipendente perché altamente meccanici e ripetitivi. La sperimentazione in questo ambito permette quindi di valutare con certezza matematica se i miglioramenti introdotti dall'integrazione delle tecniche di gamification nello stato d’animo dei dipendenti hanno anche la conseguenza di aumentare la produttività, verificando quindi se una piattaforma ludicizzata possa essere auto-sostenibile in ambito aziendale. Al termine della tesi si giungerà ad ottenere il progetto di un sistema completo, composto da software ed attività extra-informatiche, che i dipendenti valuteranno con un questionario. La piattaforma otterrà buoni voti necessitando principalmente di un maggior apporto contenutistico e del contributo professionale di un esperto progettista di giochi perché abbia le potenzialità per diventare un caso di successo.

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Le reti devono essere in grado di gestire i modelli di traffico generati dalle nuove applicazioni, per questo si sta concentrando un interesse senza precedenti nella storia di Internet parlando di Software Defined Networking (SDN), un nuovo modo di concepire le reti. SDN è un paradigma che permette di dividere il piano di controllo dal piano dati consentendo il controllo della rete da un dispositivo unico centralizzato,il controller. In questa tesi abbiamo voluto esaminare due specifici casi di studio, affinché si dimostri come SDN possa fornire il miglior supporto per risolvere il problema delle architetture tradizionali, e uno strumento utile per progettare SDN. Per primo viene analizzato Procera, utilizzato nelle reti domestiche e nelle reti campus per dimostrare che, grazie ad esso, è possibile ridurre la complessità di un’intera rete. Poi è stato visto AgNos, un’architettura basata su azioni svolte da agenti rappresentando così un ottimo strumento di lavoro sia perché gli agenti sono implementati nei controller di rete e sia perché AgNos ha la peculiarità di fornire all’utente (o al sistema) un livello stabile di concretezza. Inoltre sono stati analizzati due problemi comuni su Internet: 1.la mitigazione degli attacchi Ddos, dove i domini SDN collaborano per filtrare i pacchetti dalla fonte per evitare l’esaurimento delle risorse 2.l’attuazione di un meccanismo di prevenzione per risolvere il problema dell’attacco Dos nella fase iniziale rendendo l’aggressione più facile da gestire. L’ultimo argomento trattato è il sistema Mininet, ottimo strumento di lavoro in quanto permette di emulare topologie di rete in cui fanno parte host, switch e controller, creati utilizzando il software. Rappresenta un ottimo strumento per implementare reti SDN ed è molto utile per lo sviluppo, l'insegnamento e la ricerca grazie alla sua peculiarità di essere open source.

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Several studies have shown a high prevalence of keel bone deformities in commercial laying hens. The aim of this project was to assess the effects of perch material, a vitamin D feed additive (25-hydroxyvitamin D(3); HyD, DSM Nutritional Products, Basel, Switzerland), and genetics on keel bone pathology. The study consisted of 2 experiments. In the first experiment, 4,000 Lohmann Selected Leghorn hens were raised in aviary systems until 18 wk of age. Two factors were investigated: perch material (plastic or rubber-coated metal) and feed (with and without HyD). Afterward, the hens were moved to a layer house with 8 pens with 2 aviary systems. Daily feed consumption, egg production, mortality, and feather condition were evaluated. Every 6 wk, the keel bones of 10 randomly selected birds per pen were palpated and scored. In the second experiment, 2,000 Lohmann Brown (LB) hens and 2,000 Lohmann Brown parent stock (LBPS) hens were raised in a manner identical to the first experiment. During the laying period, the hens were kept in 24 identical floor pens but equipped with different perch material (plastic or rubber-coated metal). The same variables were investigated as in the first experiment. No keel bone deformities were found during the rearing period in either experiment. During the laying period, deformities gradually appeared and reached a prevalence of 35% in the first experiment and 43.8% in the second experiment at the age of 65 and 62 wk, respectively. In the first experiment, neither HyD nor the aviary system had any significant effect on the prevalence of keel bone deformities. In the second experiment, LBPS had significantly fewer moderate and severe deformities than LB, and rubber-coated metal perches were associated with a higher prevalence of keel bone deformities compared with plastic perches. The LBPS laid more but smaller eggs than the LB. Again, HyD did not affect the prevalence of keel bone deformities. However, the significant effect of breed affiliation strongly indicates a sizeable genetic component that may provide a basis for targeted selection.

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The goal of this study was to evaluate the prevalence of keel bone deformities of laying hens in Switzerland. The keel bones of 100 end-of-lay hens from each of 39 flocks (3900 in total) were palpated. On average, 25.4% of the hens had moderately or severely deformed keel bones and the overall prevalence including slight deformities was 55%. 3. Variation between flocks was considerable. Thus, the prevalence of moderately or severely deformed keel bones ranged from 6 to 48%, and the overall prevalence including slight deformities ranged from 20 to 83%. Aviary housing was associated with a higher prevalence of total, and severe or moderate deformations, compared with floor pens. There were no significant differences in the number of deformities between the different plumage colours, hybrids or perch materials.

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Small pumpkinseed sunfish ( Lepomis gibbosus), were found to be capable of removing the spine of Bythotrephes longimanus, an invasive cladoceran. Because fish consumption may be important in the dispersal or control of Bythotrephes, aquarium feeding experiments were conducted to 1) establish if the spine removal behavior of the pumpkinseeds was locally unique; 2) quantify how frequently pumpkinseeds exhibit the behavior; 3) determine if pumpkinseed handle Bythotrephes more quickly than other species of fish; and 4) verify if Bythotrephes' resting eggs pass through the digestive systems of pumpkinseeds in viable condition. The experiments revealed that pumpkinseeds (45-70 mm TL) from two geographic regions were more successful (100%) at removing Bythotrephes' spine, and handled Bythotrephes more quickly than yellow perch (Perca flavescens) (49-57 mm TL) and smallmouth bass (Micropterus dolomieu) (50-57mm TL) used in the study. Of 244 live Bythotrephes' resting eggs fed to the pumpkinseeds, 104 (42.6%) passed through their digestive systems. From those eggs, only 10 successfully hatched. Preliminary enclosure experiments were carried out and indicated that pumpkinseeds will consume Bythotrephes in natural settings. These findings provide new evidence that certain fish, with specialized morphology for prey manipulation, have the ability to influence the distribution and establishment of Bythotrephes.

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Che cosa succede con le competenze linguistiche quando una persona va in pensione? Perde delle competenze perché si indebolisce il contatto con la rete sociale del lavoro o acquisisce nuove competenze grazie alla maggiore disponibilità di tempo (frequentando per esempio un corso di lingua)? Partendo da queste domande il presente lavoro indaga la tematica finora poco studiata della percezione di cambiamenti riguardo all’uso e alle competenze delle lingue durante il processo del pensionamento. Dopo aver passato in rassegna il quadro interdisciplinare degli studi incentrati sulla terza età, viene discusso il complesso di fattori che interagiscono nelle dinamiche del pensionamento. Nella seconda parte del lavoro, si presenta invece una serie di indagini empiriche svolte dall’autrice che offrono un primo approccio sociolinguistico ai mutamenti legati a questo importante momento della vita.

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Ecological research and monitoring of lacustrine ecosystems often requires a whole-lake assessment of fish communities. Gillnet sampling offers an efficient means of estimating abundance, biomass and fish community composition. However the choice of gillnet sampling protocol may influence lake characterization via physical properties of the nets and allocation of sampling effort between littoral, benthic and pelagic habitats. This paper compares two commonly used, whole-lake sampling protocols applied across 17 prealpine, subalpine and alpine European lakes ranging widely in size, depth and altitude to determine their relative strength for research and management applications. Effort-corrected estimates of abundance, biomass and species richness were correlated between the protocols and both distinguished the trout-dominated alpine communities from subalpine and prealpine lakes dominated by whitefish and perch. A considerable amount of variance remained unexplained between the two protocols however, which seemed to correspond with differences in the proportion of effort among benthic and pelagic habitats. We suggest that both the European standard (CEN) and vertical (VERT) netting protocols are suitable for assessing ecological status and monitoring changes in lake fish communities through time. However the details of each protocol should be kept in mind when comparing fish communities between lakes. Mesh sizes used in CEN nets produce a more even size frequency distribution, suggesting that this protocol is most appropriate for assessing size structure of fish assemblages. The high proportion of netting effort in benthic habitats shallower than 70 m depth under the CEN protocol means that, particularly in larger lakes, outcomes will be disproportionately influenced by the ecological condition of this habitat. The VERT protocol presumably provides a more accurate estimate of whole-lake CPUE and community composition because effort, in terms of net area, is more evenly distributed across the entire volume of the lake. This is particularly important in large and deep lakes where pelagic habitats occupy a high proportion of the lake volume.

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There is a general consensus that healthy soils are pivotal for food security. Food production is one of the main ecosystem services provided by and thus dependent on well-functioning soils. There are also intrinsic connections between the four pillars of food security: food availability, access, utilization, and stability; with how soils are managed, accessed and secured, in particular by food insecure and vulnerable populations. On the other hand, socio-political and economic processes that precipitate inequalities and heighten vulnerabilities among poor populations often increase pressure on soils due to unsustainable forms of land use and poor agricultural practises. This has often led to scenarios that can be described as: ‘poor soils, empty stomachs (hungry people) and poor livelihoods.' In 2015, in particular, as we head towards approval of the ‘Sustainable Development Goals' (SDGs), the role of Financing for Development is debated and agreed upon and a new climate pact is signed – these three political dimensions define how a new post-2015 agenda needs to be people-smart as well as resource-smart. For proposed SDG 2 (Food Security and Hunger), there can be so resolution without addressing people, policies and institutions.

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Lake Victoria is Africa’s single most important source of inland fishery production. After it was initially fished down in the first half of the 20th century, Lake Victoria became home to a series of introduced food fishes, culminating in the eventual demographic dominance of the Nile perch, Lates niloticus. Simultaneously with the changes in fish stocks, Lake Victoria experienced dramatic changes in its ecology. The lake fishery during most of the 20th century was a multispecies fishery resting on a diverse lake ecosystem, in which native food fishes were targeted. The lake ended the century with a much more productive fishery, but one in which three species — two of them introduced — made up the majority of the catch. Although many fish stocks in Lake Victoria had declined before the expansion of the Nile perch population, a dramatic increase in the population size of Nile perch in the 1980s roughly coincided with the drastic decline or disappearance of many indigenous species. Now, two decades after the rise of Nile perch in Lake Victoria, this species has shown signs of being overfished, and some of the native species that were in retreat — or even thought extinct — are now reemerging. Data on the resurgence of the indigenous species suggest that heavy fishing of Nile perch may enhance biodiversity; this has spawned renewed interest in management options that promote both fishery sustainability and biodiversity conservation.

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In Lake Nabugabo, Uganda, a small satellite of the equatorial Lake Victoria, approximately 50% of the indigenous fish species disappeared from the open waters subsequent to establishment of the introduced predatory Nile perch (Lates niloticus). However, several of these species persisted in wetland refugia. Over the past decade, Nile perch in Lake Nabugabo have been intensively fished. Herein we report a resurgence of some indigenous species in open waters. In a multiyear study, we used annual transects in inshore and offshore waters of exposed (no wetland) and wetland habitats to document the pattern of resurgence. In 1995, haplochromine cichlids were largely confined to inshore areas, particularly wetland ecotones, and were rare in Nile perch stomachs, as were most other indigenous species. By 2000 haplochromine cichlids were abundant in inshore and offshore areas of both exposed and wetland transects. Several indigenous noncichlids also reappeared in the main lake, including three of the four original mormyrid species. Between 1995 and 1999, there was a dramatic increase in the proportion of haplochromines in the diet of Nile perch. When haplochromines were rare (1995), Nile perch switched from an invertebrate-dominated diet to piscivory at a large size (30 cm total length). In 2000, however, Nile perch were strongly piscivorous by 5–10 cm total length. The pattern of faunal loss and recovery in Lake Nabugabo demonstrates the importance of refugia in providing the seeds of resurgence and provides a model with which to understand some changes in Lake Victoria.