989 resultados para Levi, Primo


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I dati delle indagini sugli apprendimenti degli studenti in Italia rivelano l’esistenza di fragilità nell’acquisizione di competenze essenziali e di differenze tra i risultati conseguiti. Per innovare la didattica al fine di adeguarla ai bisogni degli studenti, gli esperti di Docimologia caldeggiano l’uso di pratiche di valutazione formativa, o formative assessment (FA). In ambito internazionale diversi studi hanno mostrato l'efficacia di tali prassi, mentre in Italia non esistono ricerche sperimentali finalizzate a studiarne l’impatto sugli apprendimenti. Il progetto è entrato all’interno di quest’ambito di studi per controllare l’efficacia di un insieme di pratiche di FA sull'incremento delle abilità di comprensione dei testi degli studenti. Lo scopo è stato perseguito realizzando una sperimentazione in una scuola secondaria di primo grado che ha coinvolto gli studenti di due classi prime, i quali sono stati suddivisi a metà attraverso tecniche di randomizzazione per formare i due gruppi, sperimentale e di controllo. Dopo aver effettuato una rilevazione iniziale delle abilità di comprensione dei testi degli studenti (pre-test), è stato realizzato con quelli del gruppo sperimentale un intervento composto da 15 incontri di FA della durata di due ore ciascuno. Alla fine, sono state effettuate due rilevazioni finali (post-test) utilizzando sia la stessa prova utilizzata come pre-test sia una prova parallela. È stata calcolata la differenza post-test-pre-test per ogni gruppo ed è stato verificato quanto avesse influito la partecipazione all’intervento sperimentale su tale differenza tramite test non parametrici. I risultati hanno mostrato un incremento di abilità lievemente maggiore nel gruppo sperimentale, se confrontato con quello del gruppo di controllo, anche se questa differenza tra i due gruppi non è statisticamente significativa. Sebbene le analisi non abbiano consentito di rifiutare l’ipotesi nulla, la rilevanza di tale progetto risiede nel tentativo di aprire il dibattito sull’efficacia di prassi di FA sugli apprendimenti degli studenti in Italia.

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Gli integratori esponenziali costituiscono un'ampia classe di metodi numerici per la risoluzione di equazioni differenziali ordinarie. I primi esempi risalgono a ottanta anni fa e vennero introdotti per la prima volta da Certaine e Pope, ma non hanno avuto un ruolo importante nelle applicazioni per molto tempo, in quanto fanno uso esplicito dell'esponenziale di matrice o di funzioni di matrici di grandi dimensioni. Originariamente, tali metodi vennero sviluppati per problemi stiff e successivamente vennero applicati a equazioni differenziali alle derivate parziali; l'applicazione degli integratori esponenziali a problemi di notevole rilevanza diede inizio a un rigoroso approfondimento teorico e alla costruzione di nuove classi, ad esempio con ordine di convergenza maggiore. I primi modelli di integratori esponenziali sfruttano la linearizzazione del problema e fanno uso della matrice Jacobiana. In generale, tale matrice non ha una struttura particolare e varia continuamente nel tempo, pertanto le tecniche standard per la valutazione dell'esponenziale non sono molto efficienti dal punto di vista computazionale. In questa tesi, studiamo inizialmente l'esponenziale di matrice e il Metodo di Scaling and Squaring per approssimarlo. In seguito, introduciamo alcuni metodi numerici a un passo per la risoluzione di Problemi di Cauchy; infine studiamo il Metodo di Rosenbrock - Eulero che fa uso degli integratori esponenziali per risolvere problemi differenziali con dato iniziale, ne analizziamo convergenza e stabilità e lo applichiamo all'equazione differenziale alle derivate parziali di Allen - Cahn.

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L’inquinamento olfattivo, negli ultimi anni, ha acquisito rilevanza a livello istituzionale e varie Regioni italiane hanno adottato Regolamenti e Linee Guida in materia. Queste, individuano gli studi di impatto olfattivo come strumenti per valutare la necessità di interventi correttivi, a seguito di simulazioni effettuate con modelli di dispersione atmosferica. In studi di primo livello uno dei modelli utilizzabili è quello gaussiano, con cui vengono ricercate le concentrazioni di inquinante massime possibili nelle situazioni di simulazione considerate, a scopo di screening. In questo elaborato gli output di queste simulazioni saranno confrontati e correlati con quelli ottenuti da un modello di dispersione non stazionario di tipo lagrangiano a particelle, utilizzato invece negli studi di impatto olfattivo di secondo livello. Le variabili studiate sono state la concentrazione odorigena di picco, confrontata con il 98° percentile delle concentrazioni di picco orario su base annua, e la relativa distanza dalla sorgente. Il setting sperimentale presume una singola sorgente puntiforme, di cui è stata variata l’altezza della ciminiera. Per tutte le altezze emissive considerate, ogni run di simulazione è stato effettuato con entrambi i modelli. Le operazioni di regressione eseguite sugli output così ottenuti, hanno evidenziato delle buone funzioni di correlazione per entrambe le variabili considerate, valutate attraverso il parametro R2. Questo permette un’analisi di impatto olfattivo di primo livello molto più accurata, poiché, utilizzando all’atto pratico un modello di tipo gaussiano, si possono stimare da esso i risultati che si sarebbero ottenuti con l’applicazione di quello lagrangiano, più complesso e in linea con quanto richiesto dalla normativa. Si ottengono, quindi, valutazioni di impatto più aderenti al territorio analizzato senza, tuttavia, la necessità di utenti con competenze tecniche specifiche e di strumenti informatici con potenze di calcolo molto elevate.

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To characterize the relaxation induced by BAY 41-2272 in human ureteral segments. Ureter specimens (n = 17) from multiple organ human deceased donors (mean age 40 ± 3.2 years, male/female ratio 2:1) were used to characterize the relaxing response of BAY 41-2272. Immunohistochemical analysis for endothelial and neuronal nitric oxide synthase, guanylate cyclase stimulator (sGC) and type 5 phosphodiesterase was also performed. The potency values were determined as the negative log of the molar to produce 50% of the maximal relaxation in potassium chloride-precontracted specimens. The unpaired Student t test was used for the comparisons. Immunohistochemistry revealed the presence of endothelial nitric oxide synthase in vessel endothelia and neuronal nitric oxide synthase in urothelium and nerve structures. sGC was expressed in the smooth muscle and urothelium layer, and type 5 phosphodiesterase was present in the smooth muscle only. BAY 41-2272 (0.001-100 μM) relaxed the isolated ureter in a concentration dependent manner, with a potency and maximal relaxation value of 5.82 ± 0.14 and 84% ± 5%, respectively. The addition of nitric oxide synthase and sGC inhibitors reduced the maximal relaxation values by 21% and 45%, respectively. However, the presence of sildenafil (100 nM) significantly potentiated (6.47 ± 0.10, P <.05) this response. Neither glibenclamide or tetraethylammonium nor ureteral urothelium removal influenced the relaxation response by BAY 41-2272. BAY 41-2272 relaxes the human isolated ureter in a concentration-dependent manner, mainly by activating the sGC enzyme in smooth muscle cells rather than in the urothelium, although a cyclic guanosine monophosphate-independent mechanism might have a role. The potassium channels do not seem to be involved.

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A randomized controlled trial study was performed to evaluate the efficacy of transcutaneous tibial nerve stimulation (TTNS) and sham TTNS, in patients with Parkinson disease (PD) with lower urinary tract symptoms (LUTS). Randomized controlled trial. Thirteen patients with a diagnosis of PD and bothersome LUTS were randomly allocated to one of the following groups: Group I: TTNS group (n = 8) and group II: Sham group (n = 5). Both groups attended twice a week during 5 weeks; each session lasted 30 minutes. Eight patients received TTNS treatment and 5 subjects allocated to group II were managed with sham surface electrodes that delivered no electrical stimulation. Assessments were performed before and after the treatment; they included a 3-day bladder diary, Overactive Bladder Questionnaire (OAB-V8), and the International Consultation on Incontinence Quality of Life Questionnaire Short Form (ICIQ-SF), and urodynamic evaluation. Following 5 weeks of treatment, patients allocated to TTNS demonstrated statistically significant reductions in the number of urgency episodes (P = .004) and reductions in nocturia episodes (P < .01). Participants allocated to active treatment also showed better results after treatment in the OAB-V8 and ICIQ-SF scores (P < .01, respectively). Urodynamic testing revealed that patients in the active treatment group showed improvements in intravesical volume at strong desire to void (P < .05) and volume at urgency (P < .01) when compared to subjects in the sham treatment group. These findings suggest that TTNS is effective in the treatment of LUTS in patients with PD, reducing urgency and nocturia episodes and improving urodynamic parameters as well as symptom scores measured by the OAB-V8 and health-related quality-of-life scores measured by the ICIQ-SF.

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The mechanical control of supragingival biofilm is accepted as one of the most important measures to treat and prevent dental caries and periodontal diseases. Nevertheless, maintaining dental surfaces biofilm-free is not an easy task. In this regard, chemical agents, mainly in the form of mouthwashes, have been studied to help overcome the difficulties involved in the mechanical control of biofilm. The aim of this paper was to discuss proposals for the teaching of supragingival chemical control (SCC) in order to improve dentists' knowledge regarding this clinical issue. Firstly, the literature regarding the efficacy of antiseptics is presented, clearly showing that chemical agents are clinically effective in the reduction of biofilm and gingival inflammation when used as adjuvant agents to mechanical control. Thus, it is suggested that the content related to SCC be included in the curricular grid of dental schools. Secondly, some essential topics are recommended to be included in the teaching of SCC as follows: skills and competencies expected of a graduate dentist regarding SCC; how to include this content in the curricular grid; teaching-learning tools and techniques to be employed; and program content.

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PURPOSE: To evaluate different protocols to isolate stem cells from ovine umbilical cord blood and adipose tissue. METHODS: There were used 5 samples of umbilical blood and 5 samples of perirenal adipose tissue from 10 female sheep. All the samples were obtained through surgery, to harvest aseptic samples. There were used 3 protocols for obtainment and culture of umbilical cord blood stem cells and 4 protocols for ovine adipose tissue stem cells. RESULTS: It was possible to observe only one successful protocol for the obtainment of umbilical cord blood stem cells. When analyzing the techniques used to obtain adipose tissue stem cells, only one of the methods was effective as well. Through colony forming unit assay, there were obtained 58 colonies of cells after seven days in culture. Flow citometry tests revealed the cells were positive to CD44 and exhibited negative reaction to CD38, CD45, CD41/61. These cells showed a growth curve with very well defined phases LOG, LAG and PLATEAU. This phases are typically seem in mesenchymal stem cells growth curves. CONCLUSIONS: The isolation and culture of mesenchymal stem cells from ovine umbilical cord blood are complex and request more detailed assays. Stem cells from fat tissue sheep showed mesenchymal characteristics, according to their cell growth curve, ability to origin colonies of fibroblastoid cells and positive reactivity with the antibody CD44 by flow citometry.

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PURPOSE: Evaluate the bone tissue recovery following transplantation of ovine mesenchymal stem cells (MSC) from bone marrow and human immature dental-pulp stem cells (hIDPSC) in ovine model of induced osteonecrosis of femoral head (ONFH). METHODS: Eight sheep were divided in three experimental groups. First group was composed by four animals with ONFH induced by ethanol through central decompression (CD), for control group without any treatment. The second and third group were compose by two animals, six weeks after ONFH induction received transplantation of heterologous ovine MSC (CD + oMSC), and hIDPSC (CD + hIDPSC), respectively. In both experiments the cells were transplanted without application of any type of immunosupression protocol. RESULTS: Our data indicate that both cell types used in experiments were able to proliferate within injured site providing bone tissue recovery. The histological results obtained from CD+hIDPSC suggested that the bone regeneration in such animals was better than that observed in CD animals. CONCLUSION: Mesenchymal stem cell transplant in induced ovine osteonecrosis of femoral head by central decompression technique is safe, and apparently favors bone regeneration of damaged tissues.

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Kinosternon scorpioides é uma pequena tartaruga semi-aquática, típica de água doce, de distribuição geográfica bastante diversificada, encontrada no estado do Maranhão, onde é denominada de jurará ou muçuã. Sua carne é uma excelente fonte de proteína e a despeito da legislação vigente, é comercializado nas praias e feiras da cidade de São Luís e consumido nos restaurantes sob a forma de farofa servida em casquinha. Os órgãos genitais do macho foram estudados visando fornecer dados morfológicos da própria espécie, que poderão ser utilizados na biologia reprodutiva voltada para ações de preservação em cativeiro. Compõe-se a amostra de 10 machos adultos, obtidos mediante apreensões do IBAMA-MA (Proc. nº 020.12.002400/99-31, licença nº 002/01), os quais foram eutanaziados conforme normas do Comitê de Ética do Curso de Medicina Veterinária, Universidade Estadual do Maranhão. A cavidade celomática foi aberta e os órgãos fixados em solução aquosa de formaldeído 10%, e posteriormente dissecados. Os testículos possuem formato ovóide e coloração amarelo-ouro. Os epidídimos convolutos estavam aderidos dorsalmente à superfície medial dos testículos, terminando em um pequeno ducto deferente. Os ductos deferentes não forma-ram nenhuma ampola distinta, abrindo-se na cloaca. O pênis sulcado, localizado no assoalho da cloaca, estendeu-se até a cauda, composto de raíz, corpo e glande. A morfologia dos órgãos reprodutivos destes animais assemelha-se aos de outras tartarugas, sugerindo uma morfologia conservada entre as tartarugas.

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Os cardiomiócitos são sustentados e inseridos em um esqueleto de tecido conjuntivo, este possui distribuição desigual de acordo com as propriedades das distintas regiões em que se encontra. O propósito deste estudo foi quantificar a proporção de tecido conjuntivo em relação à disposição de cardiomiócitos dos ventrículos direito e esquerdo e no septo interventricular do miocárdio de seis equinos subnutridos, adultos, sendo quatro machos e duas fêmeas, sem raça definida e utilizados para tração. Com auxílio de paquímetro eletrônico digital, avaliou-se a altura do ventrículo esquerdo, a largura do coração, assim como sua circunferência, as espessuras das paredes livres dos ventrículos e do septo interventricular. Os fragmentos relativos ao terço médio do septo interventricular e das paredes livres dos ventrículos foram submetidos à técnica histológica convencional. Os blocos foram cortados com espessura de 5µm e corados com Picrosirius Red, Tricromo de Gomori e Tricromo de Azan para evidenciação do tecido conjuntivo. As lâminas foram analisadas com uso do microscópio óptico digital acoplado ao programa de análise de imagens Image-Pro Plus®. A proporção média de tecido conjuntivo no ventrículo esquerdo foi de 6,1±3,7%, no septo interventricular foi obtida a média de 6,8±3,6% e no ventrículo direito a média foi de 6,1±3,1%. Ao aplicarmos teste H de Kruskal-Wallis, verificamos que ocorreu diferença estatística entre os diferentes corantes utilizados em relação às regiões avaliadas. No teste de correlação de Pearson, não foi encontrado padrão de correlação entre a espessura das regiões analisadas e a proporção de tecido conjuntivo.

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A avaliação da função pulmonar em cães pode ser obtida mediante exames cintilográficos, os quais incluem a injeção de radiofármacos, seguida de radiografias. Neste estudo, foram utilizados 10 cães machos hígidos da raça Rottweiler e radiograficamente normais e soronegativos para dirofilariose, com administração de doses variadas de macroagregado de albumina sérica humana marcados com tecnécio-99m ([99mTc](MAA)). Os resultados foram avaliados qualitativa e quantitativamente, considerando o índice de perfusão pulmonar e sua homogeneidade, sendo dessa maneira visualizado um aumento na homogeneidade da imagem diretamente relacionado ao número de partículas de MAA injetado. Este estudo define os critérios de normalidade e de dosagem na perfusão pulmonar em cães hígidos da raça Rottweiller estabelecidos com a técnica de cintilografia.

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A distrofia muscular de Duchenne (DMD) é um tipo de distrofia muscular em humanos caracterizada por uma doença genética ligada ao cromossomo X. O cão golden retriever portador da distrofia muscular (GRMD) tem sido intensamente estudado e considerado o modelo mais representativo para a doença observada em humanos. Assim, como forma de verificar anormalidades em órgãos internos nesses animais, foi realizado o exame ultra-sonográfico de 24 cães golden retriever saudáveis, portadores e afetados pela distrofia muscular. O exame ultra-sonográfico do GRMD diagnosticou aumento hepático de moderado a severo, incluindo os vasos hepáticos e seus ramos e aumento de ecogenicidade da vesícula biliar e vesícula urinária. Entretanto, não foram observadas imagens claras de alterações no baço e nos vasos ramos da aorta. A partir disso, acreditamos que o exame ultra-sonográfico constitui-se em um procedimento útil no acesso de órgãos abdominais em cães afetados pela distrofia muscular.

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O objetivo deste trabalho foi identificar se diferentes tipos de manejo físico e alimentar determinaram mudanças adaptativas na morfometria da região de transição esôfago-gástrica (TEG) em eqüinos. Foram utilizados 15 conjuntos de animais adultos com raça, sexo e idade não identificados, divididos em três grupos de acordo com a dieta e a atividade física: grupo I - composto por cinco conjuntos da TEG de eqüinos em treinamento intensivo e alimentados principalmente à base de concentrado; grupo II - com cinco conjuntos da TEG de eqüinos que não desempenhavam atividade física intensa e eram alimentados principalmente à base de concentrado, e o grupo III - composto por cinco conjuntos da TEG de eqüinos mantidos a pasto e que não desempenhavam atividade física intensa. A região de transição esôfago-gástrica teve a estrutura do seu epitélio avaliada morfometricamente, onde foram feitas mensurações para identificar a espessura do epitélio estratificado pavimentoso queratinizado. A espessura do grupo I teve como média 122,3µm, do grupo II foi de 173,4µm e do grupo III foi de 281,7µm. Os resultados encontrados para a espessura do epitélio estratificado pavimentoso queratinizado dos eqüinos mostraram a existência de diferenças estatisticamente significativas dos eqüinos do grupo I, quando comparados aos eqüinos do grupo III.

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study-specific results, their findings should be interpreted with caution

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Polylactic-co-glycolic nanocapsules, loaded with nanosized magnetic particles and Selol (a selenium-based anticancer drug), were successfully prepared by the precipitation method. Maghemite (gamma-Fe(2)O(3)) nanoparticles were incorporated into the nanocapsules using a highly stable ionic magnetic fluid sample. The obtained nanocapsules presented no agglomeration, negative surface charge while revealing a narrow monomodal size distribution. All the nanocapsule formulations exhibited a good physical stability at 4 degrees C during 3 month storage period. The in vitro antitumoral activity of Selol-magnetic nanocapsules was assessed using a murine melanoma cell line. The influence of nanocapsules on cell viability was investigated by spectrophotometric assay. The results demonstrated that Selol-loaded magnetic nanocapsules (at 100 mu g/ml/5 x 10(9) particle/ml) showed antitumoral activity of 50% on melanoma cells (absence of magnetic field). These results clearly indicate that the loaded nanocapsules represent a novel and promising magnetic drug delivery system suitable for cancer treatment via the active drug and magnetohyperthermia. (C) 2011 American Institute of Physics. [doi: 10.1063/1.3556950]