530 resultados para Arqueòlegs -- Biografia


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Anàlisi de les diverses biografies realitzades per Agustí Pons.

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Dissertação de Mestrado, Ciências da Linguagem, Faculdade de Ciências Humanas e Sociais, Universidade do Algarve, 2013

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The dissertation intends to develop an investigation on the artistic existence in human beings with different bodies in society at different historical moments. In this regard and based on this scenario, the study develops a description of the stigmas production and how they are established, spread and interfere with the sociability among human beings regarded as normal and those with different bodies. Regarding the scenic arts, the text describes about the participation of artists with different bodies in the scene, specifically the freak show and postdramatic theater. The text also investigates aspects of the biography and the work of mexican artist Frida Kahlo, which underpin methodological proceedings and produce contribution to the creative process of performance Kahlo em mim Eu e(m) Kahlo , which is to investigate the practice of the scene in this dissertation

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Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Instituto de Letras, Departamento de Línguas Estrangeiras e Tradução, Programa de Pós-Graduação em Estudos da Tradução, 2016.

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o artigo trata da biografia de Robert McNamara, falecido em julho de 2009. Ele foi Secretário de Defesa durante a gestão de John Kennedy e Lyndon Johnson. Nesse sentido, ele foi um dos responsáveis pelo fracasso da Guerra do Vietnã. _______________________________________________________________________________________________ ABSTRACT

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Este estudio de caso busca evaluar los alcances y limitaciones que tiene la movilización social para lograr transformaciones en las instituciones a partir del estudio de la movilización social en Egipto durante el período 2010-2013. Se analiza y se explica en qué sentido las instituciones de movimiento lento, como las estructuras de poder y estructuras mentales, han frustrado lo acontecido en Egipto conocido como la primavera árabe. Siguiendo la perspectiva de las instituciones de Gérard Roland y Alejandro Portes, se avanza hacia el resultado de la investigación de que las instituciones de movimiento lento tienen en cuenta aspectos estructurales de una sociedad tales como el poder y la cultura. Por ello, no pueden ser cambiadas con facilidad ya que cuentan con bases sólidas que han sido construidas mediante procesos históricos fundamentados en ideologías y valores.

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Esta pesquisa estuda Incidente em Antares, de Erico Veríssimo, e O cão e os caluandas, de Pepetela, na perspectiva da sátira menipeia. Para além da biografia dos autores, busca-se discutir as origens do gênero da menipeia, recuperando o seu mais importante representante - Luciano de Samósata. É, porém, sob a teoria de Mikhail Bakhtin que se analisam as obras dos escritores brasileiro e angolano. Quer-se verificar a presença de específicas características da sátira menipeia, as quais são o carnaval e o riso ritual, a paródia, a liberdade imaginativa, o fantástico e seus desdobramentos, as cenas excêntricas, os contrastes, a polifonia, a utilização de gêneros intercalados e a chamada publiscística atualizada. No último capítulo há uma observação sociológica das obras, o que permite pensá-las como um retrato das sociedades a que os autores se referem. ABSTRACT: This research studies Incidente em Antares, by Erico Veríssimo, and O cão e os caluandas, by Pepetela, in the perspective of the menippean sati.re. Besides de authors' biography, it tries to discuss the origin of the genre, recovering its most important representative - Luciano de Samosata. However, the search analyses the works of the Brazilian and Angolan writers upon the theory of Mikhail Bakhtin. lt intends to verify the presence of the specific characteristics of the menippean satire, which are: carnival and the ritual Iaughting, parody, imaginative freedom, the fantastic and its unfolding, eccentric scenes, contrasts, polyphony, intercalary genres and the up-to-date publiscistic. ln the last chapter there is a sociologic observation concerning the works, which allow thinking about them as a portrait of the societies that the authors want to discuss.

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La tesi esamina il trattamento drammatico e musicale del soggetto di Semiramide in una delle sue prime trasposizioni operistiche: "La Semirami" di Giovanni Andrea Moniglia (Firenze 1625-1700) e Antonio Cesti (Arezzo 1623 - Firenze 1669). Quest’opera è legata ai più importanti centri d’influenza dell’attività compositiva di Cesti – Firenze, Innsbruck, Vienna e Venezia – e riassume tutti i mondi produttivi della sua carriera, divisa fra gli ambienti di corte e i teatri cittadini veneziani. L’opera fu commissionata nel 1665 per le nozze dell’arciduca d’Austria Sigismondo Francesco a Innsbruck, ma fu rappresentata solo nel 1667 alla corte di Leopoldo I a Vienna, e infine ripresa a Venezia al teatro di S. Moisè nel 1674 con una serie di ritocchi e il nuovo titolo "La schiava fortunata": Giulio Cesare Corradi revisionò il testo e Marc’Antonio Ziani aggiornò la musica. La tesi contiene una prima parte di studio dell’opera suddivisa in cinque capitoli, in cui offro: una panoramica aggiornata della biografia del compositore aretino e la contestualizzazione della "Semirami" nella sua carriera, con particolare attenzione alla genesi e alle fasi evolutive del dramma; l’analisi drammaturgica e musicale dell’opera, in cui esamino le scelte compositive di Cesti in rapporto al testo poetico dato; infine la fortuna della "Semirami" con l’allestimento veneziano del 1674 e le sue riprese. Un capitolo è dedicato interamente alla fortuna del soggetto di Semiramide nel Seicento operistico. La seconda parte della tesi contiene l’edizione dei testi poetici della "Semiramide" (Firenze 1690), della "Semirami" (Vienna 1667) e della "Schiava fortunata" (Venezia 1674) con la presentazione delle aggiunte e sostituzioni riscontrate nei testimoni relativi agli allestimenti successivi, fino al 1693.

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Sempre più spesso negli ultimi decenni la figura e la musica di Carlo Ambrogio Lonati (c.1645-post 1701) hanno destato l’interesse degli studiosi e degli esecutori, i quali hanno preso in considerazione singoli aspetti della sua biografia e della sua produzione. Tuttavia, il processo di riscoperta e di recupero è stato ostacolato dalla mancanza di un’investigazione complessiva e integrata, capace tanto di dar conto della poliedricità di Lonati – violinista, compositore, cantante, didatta – quanto di riesaminare e ricontestualizzare le sue composizioni. Questa dissertazione tenta di colmare tale lacuna e propone una riconsiderazione di Lonati alla luce della sua produzione per violino. L’impiego di un approccio circolare fa in modo che mentre le composizioni violinistiche offrono un canale privilegiato allo studio del percorso artistico e dell’opera di questo compositore, la riconsiderazione critica della biografia permette di calare la musica per violino in un contesto ampio, oltre le distinzioni tra generi. L’integrazione di approcci metodologici differenti ha permesso di proporre una visione completamente nuova del compositore e di riformulare lo studio delle sonate violinistiche. Uno scrupoloso studio codicologico e filologico ha investito quattro testimoni a stampa e diciannove manoscritti e ha permesso di riconsiderare profondamente alcune composizioni già individuate. Suddivise in certe, attribuibili e dubbie, le trentuno sonate sono state poste sotto la lente di diverse prospettive interpretative e analitiche e appaiono differenti per tradizione e statuto testuale, stile, forma e scrittura. Il quadro multiforme che esse descrivono permette un approccio trasversale al repertorio violinistico e strumentale europeo del tardo Sei e del primo Settecento e introduce questioni relative all’autorialità, all’attribuzionismo e ai concetti di opus, creatività e stile. L’edizione critica delle diciannove sonate per violino inedite offre un primo confronto con questo repertorio; l’inventario di tutte le composizioni oggi note attribuite a Lonati fornisce invece le basi per i prossimi studi.

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Siegfried Kracauer (1889-1966) fu di formazione ingegnere-architetto, giornalista. Egli fu un instancabile osservatore critico della superficie della realtà, convinto quale era che solo dall’osservazione dei fenomeni superficiali si potesse davvero intuire la realtà di un’epoca. L’obiettivo della tesi è cercare di cogliere il rapporto tra forma e critica della realtà attraverso saggi, articoli di giornale, recensioni di libri e film, biografie e autobiografie. All’interno di questo lavoro si sono isolate alcune immagini e opere che permettono, a nostro parere, di cogliere il senso della decifrazione della modernità in Kracauer. La luce come figura ambigua della fantasmagoria e della metropoli, il mito e la razionalizzazione capitalistica, la figura di Ginster, personaggio letterario chiaramente autobiografico incaricato di descrivere le tensioni nel passaggio dall’esperienza della prima guerra mondale al mondo moderno dell’improvvisazione e della perdita dei confini e, infine, Jacques Offenbach e l’operetta, incursione storica di Kracauer alla ricerca di una biografia sociale della città di Parigi come archeologia della modernità sviluppando un parallelo tra l’epoca del Secondo Impero di Napoleone III e l’avvento del nazismo. A ognuno di questi momenti è dedicato un capitolo che cerca di sviluppare continuità e discontinuità del pensiero di Kracauer nei confronti delle eredità filosofiche e metodologiche di György Lukács, Georg Simmel, Karl Marx. mL’attenzione è stata rivolta alle testimonianze dei rapporti e dei confronti, talora aspri, con i suoi colleghi e amici a partire da quelli complicati con Benjamin e Adorno che restituiscono un’immagine di un pensatore originale e complesso alla ricerca e, paradossalmente sulla soglia, di una via per pensare l’irruzione della cultura di massa e del potere assoggettante delle immagini.

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La tesi si propone di descrivere le diverse fasi storiche attraverso le quali si è evoluta la struttura narrativa del personaggio di Perceval nei primi due secoli della sua genesi nella letteratura romanza ed europea. Il personaggio ha avuto un notevole successo dal Medioevo di Chrétien of Troyes fino all'età moderna e contemporanea. Lo studio filologico dell'evoluzione del personaggio all'interno della galassia testuale e delle forme della sua tradizione permette di delineare un quadro composito, in cui è possibile rintracciare la genesi e lo sviluppo di importanti fenomeni storico-letterari, destinati a influenzare la letteratura europea e occidentale nel lungo periodo. Una seconda parte è invece dedicata allo studio della struttura letteraria e narrativa del personaggio rintracciabile all'interno della lettura delle differenti opere che tramandano le versioni della storia di Perceval. Infine, la ricerca si concentra su un caso di studio in grado di illuminare la persistenza delle strutture sopra individuate: le Prophecies de Merlin, romanzo arturiano della seconda metà del XIII secolo, sono infatti espressione delle modalità in cui la storia della vita di Perceval viene messa in scena in testi che non si concentrano direttamente sulla sua biografia. All'interno della tradizione delle Prophecies de Merlin, il profeta del regno arturiano di cui sono raccolte numerose profezie, il caso del Livre d'Helias et Perceval è emblematico. Il Livre d'Helias et Perceval delle Prophecies de Merlin, accompagnato da uno studio filologico che comprende un'edizione critica, uno studio completo della tradizione e un'analisi linguistica, si propone quindi come caso di studio ideale per analizzare la fortuna e l'evoluzione del personaggio di Perceval nel Medioevo romanzesco ed europeo.

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La presente ricerca prende avvio dalla ricostruzione della biografia di Giovanni Giacomo Leonardi (1498-1562), pesarese, architetto militare, ambasciatore e cavaliere al servizio dei duchi d’Urbino Francesco Maria I (1490-1538) e Guidobaldo II (1514-1574) della Rovere. Attraverso lo spoglio delle fonti tra Pesaro, Firenze e Venezia, se ne è fornita una collocazione nel panorama politico-culturale dell’Italia cinquecentesca, al fine di evidenziare l’importanza del suo trattato in trentadue libri, intitolato "Il Principe Cavalliero", dedicato ai precetti dell’arte militare, diplomatica e cavalleresca necessari a formare il perfetto principe del tardo Rinascimento. Dell’opera, rimasta inedita, sono state trascritte e studiate le parti dedicate alla scienza dell’onore e all’arte dell’ambasceria, al fine di dimostrare come i dettami della ‘religione di cavalleria’ influenzassero ogni ambito delle relazioni tra gentiluomini, comprese quelle interstatuali.

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Il presente elaborato verte sulla figura di intellettuale dell’umanista Pellegrino Prisciani (1435ca-1518), il primo tomo, prova a ridiscutere alla luce della sua esperienza culturale la biografia, tra letteratura ed impegno politico. Chiude il tomo una lunga e articolata appendice di tutte le lettere da e per il ferrarese, che riguardano l’intera parabola di vita. Il secondo tomo prende in esame i due manoscritti miscellanei a questi attribuiti: nel primo capitolo se ne discute autorialità, datazione e contenuti, nel secondo si riflette sulla partecipazione di Pellegrino al revival antiquario del XV secolo, testimoniata tanto dalla presenza di trascrizioni di epigrafi quanto dall’uso di scritture all’antica, come le maiuscole epigrafiche. Il secondo tomo si conclude con le trascrizioni semi-integrali dei due manoscritti.

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Studio delle cartoline postali e delle cartoline illustrate trovate all'interno dei fondi privati di Guido Aristarco (della Biblioteca "Renzo Renzi" e della Biblioteca "Luigi Chiarini"). Elementi per ricostruire una biografia del noto critico cinematografico e in futuro la sua rete relazionale.

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In questo elaborato viene proposta la traduzione di un capitolo di "The Plant", libro inedito di Stephen King. Vengono illustrati il procedimento, l'approccio alla traduzione e le sfide maggiori riscontrate nel testo originale con relativi esempi. All'inizio è presente anche un capitolo introduttivo sull'autore, con biografia, storia e trama del libro preso in questione, nonché una breve parentesi sui suoi traduttori italiani più famosi.