558 resultados para Ligas de titanio
Resumo:
Negli ultimi tempi sta assumendo grande importanza la ricerca sulla produzione di idrogeno dall’acqua tramite celle foto-elettrolitiche. In questa tesi vengono descritte le analisi condotte su un materiale che può essere coinvolto in questa applicazione: il TiO2 drogato con atomi di V. In particolare è stato valutato l’effetto del drogaggio sull’energy gap tramite misure di trasmittanza ottica effettuate in laboratorio su campioni con diverse concentrazioni di V e trattati termicamente a varie temperature. Nel primo capitolo vengono descritte le caratteristiche dei semiconduttori legate all’ottica, soffermandosi in particolare sul TiO2. Nel secondo capitolo sono illustrati l’apparato e il metodo sperimentale; viene inoltre fornita una descrizione dettagliata dei campioni analizzati. Nel terzo capitolo vengono esposti i risultati delle analisi dei dati.
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Lo scopo di questa tesi è decretare quale tipo di lavorazione tra elettroerosione e fresatura sia più adatta per la realizzazione di particolari soggetti a carichi affaticanti. Sono stati realizzati provini di due diversi materiali (lega di titanio Ti6Al4V e acciaio X30Cr13 bonificato). I provini presentano un intaglio in corrispondenza del quale avviene l'innesco della cricca. Tale punto rappresenta una zona critica sia per la lavorazione sia per la resistenza a fatica. Le curve di Wöhler ottenute per ogni combinazione di materiale-lavorazione sono state confrontate per trarre le conclusioni.
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Sono stati studiati ed applicati metodi “green” per l’estrazione di poliidrossialcanoati (PHA) da colture microbiche singole (Cupriavidus necator) e miste. Sono stati effettuati esperimenti che prevedono l’utilizzo di surfattanti anionici switchable (SAS) per l’estrazione del polimero, al fine di arrivare ad un protocollo ottimale per l’estrazione di PHB da C.necator che prevede l’uso di NH4 laurato come SAS (100 wt% rispetto al peso dei batteri) per tre ore a 90°C. La sostanza ambifilica agisce distruggendo la membrana cellulare esponendo così i granuli di PHB. Il SAS utilizzato si caratterizza per la possibilità di essere recuperabile tramite aggiunta di CO2 al sistema con una resa del 98%. Per le colture microbiche miste, più refrattarie all’impiego dei surfattanti, sono stati utilizzati dei pre-trattamenti, meccanici e fotocatalitici, al fine di indebolire la membrana batterica. Per il trattamento meccanico sono stati impiegati un omogeneizzatore e un sonicatore ad ultrasuoni; mentre per il trattamento fotocatalitico è stata sperimentata l’azione del nano biossido di titanio (sospensione 1% nano-TiO2) in miscela con i batteri, esposti a radiazioni UV. Dai risultati ottenuti sia il trattamento meccanico che quello fotocatalitico non sono risultati adeguati per i batteri misti. Infine il PHB estratto dalla biomassa batterica è stato purificato con un trattamento fotocatalitico che prevede l’utilizzo di nano-TiO2 1% supportato in tessuti, esposti a luce UV. I risultati di questo post-trattamento mostrano che, anche utilizzando diverse tipologie di tessuto, il PHB viene in parte adsorbito dal tessuto, con la seguente perdita di campione. In conclusione il trattamento del C. necator con i SAS risulta essere un ottimo metodo di estrazione di PHB considerando sia la qualità del polimero estratto sia il riciclo e il riutilizzo del surfattante, mentre per il trattamento delle colture microbiche miste ancora non è stato trovato un protocollo soddisfacente.
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L'utilizzo dell'idrogeno come vettore energetico è uno dei temi, riguardanti la sostenibilità energetica, di maggior rilievo degli ultimi anni. Tuttavia ad oggi è ancora in corso la ricerca di un sistema che ne permetta un immagazzinamento efficiente. Il MgH2 costituisce un valido candidato per la produzione di sistemi per lo stoccaggio di idrogeno allo stato solido. In questa tesi, per migliorare le proprietà cinetiche e termodinamiche di cui questo sistema, sono stati sintetizzati dei campioni nanostrutturati composti da Mg-Ti attraverso la tecnica Inert Gas Condensation. I campioni così ottenuti sono stati analizzati dal punto di vista morfologico e composizionale, mediante la microscopia elettronica a scansione, la microanalisi e la diffrazione di raggi X. Tali analisi hanno mostrato che le dimensioni delle nanoparticelle sono comprese tra i 10-30 nm e che la tecnica IGC permette una distribuzione uniforme del titanio all'interno della matrice Mg. Le misure di caratterizzazione per l'assorbimento reversibile di idrogeno sono state effettuate attraverso il metodo volumetrico, Sievert. I campioni sono stati analizzati a varie temperature (473K-573K). Cineticamente la presenza di titanio ha provocato un aumento della velocità delle cinetiche sia per i processi di desorbimento che per quelli di assorbimento ed ha contribuito ad una diminuzione consistente delle energie di attivazione di entrambi i processi rispetto a quelle note in letteratura per il composto MgH2. Dal punto di vista termodinamico, sia le pressioni di equilibrio ottenute dalle analisi PCT a diverse temperature, che l'entalpia e l'entropia di formazione risultano essere in accordo con i valori conosciuti per il sistema MgH2. All'interno di questo lavoro di tesi è inoltre presentata un'analisi preliminare di un campione analizzato con la tecnica Synchrotron Radiation-Powder X Ray Diffraction in situ, presso la facility MAX-lab (Svezia), all’interno dell’azione COST, MP1103 per la ricerca di sistemi per lo stoccaggio di idrogeno allo stato solido.
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L’acqua è una delle risorse critiche del pianeta e l’acqua dolce accessibile all’uomo rappresenta meno dell’1% delle risorse idriche; da questi numeri si capisce quanto siano importanti la prevenzione dell’inquinamento ambientale e i processi di depurazione delle acque reflue. A partire dagli anni ’70, grazie anche al miglioramento delle tecniche analitiche, sono iniziati monitoraggi degli inquinanti nelle acque superficiali e sotterranee e sono state riscontrate concentrazioni di inquinanti, i cui effetti di tossicità cronica sull’uomo e l’ecosistema non sempre sono trascurabili. Inoltre si è rilevato che alcune molecole di sintesi sono difficilmente biodegradabili e non sono mineralizzate con i trattamenti convenzionali di depurazione; perciò l’Unione Europea ha emanato delle direttive per preservare le risorse idriche in cui è contenuto un elenco di sostanze prioritarie, per le quali sono stati fissati gli standard di qualità ambientale. Nel 2013 è stata anche istituita una watch list che contiene dieci sostanze sulle quali raccogliere dati di monitoraggio ambientale e effetti sugli ecosistemi. Di qui la ricerca costante di nuovi trattamenti di depurazione delle acque, tra i quali i processi di ossidazione avanzata attirano molto interesse perché promettono di mineralizzare i composti bio-recalcitranti senza produrre fanghi da smaltire o sottoprodotti pericolosi. Oggetto della presente tesi sperimentale, svolta presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nell’Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività, è stato lo studio della de-gradazione e mineralizzazione di una miscela di cinque molecole (diclofenac, carbama-zepina, triton X-100, benzofenone-3, benzofenone-4), scelte per le diverse caratteristiche chimico-fisiche, utilizzando radiazione ultravioletta e ultrasuoni, in presenza di biossido di titanio come fotocatalizzatore o perossido d'idrogeno come additivo per produrre radicali idrossile e avviare catene di reazioni ossidative. A partire dai fenomeni fotochimici o fotocatalitici così ottenuti, eventualmente assistiti da ultrasuoni, sono stati studiati gli effetti delle variazioni dei parametri operativi sulla degradazione dei componenti della miscela e sono stati valutati i consumi energetici della strumentazione prototipale per unità di massa del contaminante degradato. La parte sperimentale è stata preceduta da un’accurata ricerca bibliografica riguardo gli effetti di tossicità degli inquinanti ritrovati nelle acque, la legislazione europea ed italiana in materia ambientale e delle acque e i processi di ossidazione avanzata.
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Il TiO2 è probabilmente il fotocatalizzatore maggiormente studiato in letteratura a partire già dagli anni settanta. Le applicazioni più rilevanti dei dispositivi fotocatalitici sono in campo ambientale (depurazione delle acque da inquinanti quali coloranti, microbatteri e residui metallici) e nella produzione di "solar fuel" (combustibili solari), fra questi l'idrogeno. L'idrogeno come vettore energetico è eco-compatibile e può essere utilizzato come carburante il cui prodotto di scarto è vapor d'acqua. Il biossido di titanio è uno dei materiali più promettenti per la costruzione di celle fotocatalitiche, grazie alla sua biocompatibilità e resistenza alla corrosione in ambiente acquoso. Il limite principale di questo materiale è legato allo scarso assorbimento nel visibile dovuto al band gap troppo elevato (circa 3.2 eV). Fra le varie strategie per superare questo problema, è stato mostrato che opportuni droganti permettono di incrementare la "Visible Light Activity", portando ai cosiddetti fotocatalizzatori di 2a generazione. I droganti più promettenti sono il vanadio e l'azoto che possono essere utilizzati singolarmente o in co-doping. L'inserimento di questi materiali nella matrice di TiO2 porta a un notevole miglioramento dei dispositivi abbassando il valore di band gap e permettendo un maggiore assorbimento nello spettro solare. Scopo di questa tesi è lo studio dei processi di crescita di film nanoparticellari di TiO2 drogato con vanadio. La tecnica di crescita usata è la Condensazione in Gas Inerte (IGC), mentre per l'indagine di morfologia e composizione ci si è serviti della microscopia elettronica. Con l'ausilio della diffrazione di raggi X è stato possibile controllare lo stato di cristallizzazione e determinare a quali temperature di trattamento in atmosfera ossidante avviene quest'ultima. Tramite le misure micro-Raman effettuate presso i laboratori dell'Università di Trento è stato possibile monitorare l'andamento della cristallizzazione di campioni depositati con parametri di evaporazione differenti (presenza di ossigeno o meno nell'atmosfera di evaporazione), evidenziando un maggior controllo sulla fase cristallina ottenuta per i campioni cresciuti in atmosfera ricca di ossigeno. Sono state effettuate analisi strutturali avanzate presso i laboratori ESRF di Grenoble, dove sono state portate avanti misure di assorbimento di raggi X di tipo EXAFS e XANES sulla soglia del titanio e del vanadio, evidenziando il carattere sostituzionale del vanadio all'interno della matrice di TiO2 e le diverse fasi di cristallizzazione.
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Uno dei concetti chiave dell'impiego della nanotecnologia è quello dell'ingegnerizzazione dei materiali alla nano-scala. Si procede così alla realizzazione di materiali aventi morfologia, struttura e composizione ottimizzate per migliorarne specifiche proprietà in maniera controllata. In questo lavoro sono stati realizzati campioni nanoparticellari a base di magnesio con la tecnica (R-)IGC (Reactive or Inert Gas Condensation) allo scopo di studiare come l'atmosfera nella quale vengono sintetizzati ne influenzi le proprietà morfologiche e strutturali, al fine di poterne controllare la crescita per impieghi specifici. In particolare, si sono voluti analizzare i risultati ottenuti in diverse situazioni: nel caso in cui la sintesi avvenga in un'atmosfera contenente una piccola concentrazione di ossigeno e nel caso della coevaporazione di magnesio e titanio in atmosfera inerte o contenente idrogeno. I campioni sono poi stati analizzati dal punto di vista morfologico, composizionale e strutturale mediante microscopia a scansione elettronica e diffrazione a raggi X. E' stato mostrato che la presenza controllata di ossigeno durante la sintesi permette di realizzare strutture core-shell di dimensione media 40nm e che la co-evaporazione di magnesio e titanio permette la sintesi di nanoparticelle di dimensioni medie anche inferiori ai 12nm. La presenza di idrogeno durante l'evaporazione permette inoltre di crescere nanoparticelle contenenti idruro di titanio senza dover ricorrere ad una idrurazione successiva. Le proprietà termodinamiche e cinetiche di (de)-idrurazione dei campioni sintetizzati sono state misurate utilizzando sia un apparato barometrico Sievert, sia effettuando un'analisi direttamente nel sito di crescita. I campioni realizzati non mostrano una termodinamica significativamente diversa da quella del magnesio bulk, mentre le cinetiche dei processi di assorbimento e desorbimento risultano notevolmente più rapide.
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Evaluar la contaminación por metales pesados en los ecosistemas permite conocer la capacidad bioindicativa de especies vegetativas. El objetivo fue determinar la concentración de metales pesados en Prosopis laevigata, Acacia spp. y Schinus molle bajo el efecto de usos suelo y temporalidad. El área se sitúa en la colindancia de los Municipios de Soledad de Graciano Sánchez y San Luis Potosí fragmentada por usos de suelo: agropecuario, comercio y servicios, residencial urbano y minero. Fueron tomadas muestras de hojas de las tres especies en las estaciones de verano, otoño, invierno y primavera y se evaluó la concentración de metales pesados a través de la técnica de ICP-MS. Los análisis estadísticos indicaron niveles de Aluminio (Al) > Cinc (Zn) > Plomo (Pb) > Cobre (Cu) > Titanio (Ti) > Vanadio (V) > Arsénico (As) > Cromo (Cr) > Cadmio (Cd) > Cobalto (Co). Los elementos Al, As, Cd, Cr, Pb y Ti presentaron niveles por encima del umbral normal en vegetación. El uso de suelo tuvo efecto significativo con Al, Ti, Cd, As y Pb; los árboles ubicados en los usos de suelo minero, comercio y servicios tuvieron la mayor concentración. La especie tuvo efecto significativo con Al y Pb siendo Acacia spp. el que presentó la mayor capacidad de acumulación. La temporada del año impactó significativamente en la acumulación de As, Cd, Co, Cu, Cr y Ti en las tres especies. La dinámica antropogénica de los diferentes usos de suelo genera partículas y residuos con metales pesados impactando en la disponibilidad y acumulación en las especies evaluadas. Se contribuye a evaluar el impacto ambiental en el sistema fragmentado recomendando dar continuidad a este tipo de estudios.
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Este trabajo es parte de un seguimiento de la cultura y la actividad de la comunidad japonesa de Colonia Urquiza. Se han explorado temas relacionados con lo económico, cultural y social , y de estos últimos, haremos mención, de cómo el deporte tiene una importancia muy especial desde varios aspectos: como actividad física, sociabilidad, disciplina, solidaridad, trabajo en equipo, cooperación, etc. En la Argentina, el deporte más popular es el fútbol, practicado por todas las generaciones, en forma profesional o amateur, siendo común hacerlo como pasatiempo de una reunión o encuentro entre amigos. ;En Colonia Urquiza, los alumnos de la escuela japonesa, practican diversas actividades físicas como parte de la currícula y esparcimiento, lo que los lleva en algunos casos, a ver el deporte en forma profesional, como ocurre con el ping pong y el béisbol. El fútbol y el vóley, convocan a los adolescentes, mientras que el golf, park golf y pesca deportiva a los adultos. ;Focalizaremos nuestra atención en el béisbol (baseball), deporte que en esta comunidad, instalada en un mundo rural, a 20 km de la capital de la provincia de Bs. As., comenzó a tener impulso en la década del ´90, logrando conformar delegaciones nikkei de infantiles en Argentina, para medirse con sus pares en Japón. Cabe mencionar que en Argentina este deporte fue encausándose, logrando conformar la Liga Metropolitana de la Provincia de Buenos Aires, donde hay equipos formados solo por descendientes de japoneses y otros equipos mixtos, y se confrontan en torneos infantiles, prejunior, junior y adultos, con las ligas de las provincias a nivel nacional e internacional. Por lo tanto, pretendemos estudiar la relación de la comunidad con el ambiente y el deporte, los que consideramos vitales en el imaginario de la sociedad nipona
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En este artículo analizaremos la trayectoria de un grupo de agricultores que fundó en el interior de la provincia de Misiones el Movimiento Agrario Misionero (MAM). Al principio, igual que en las demás provincias del Nordeste, los agricultores participaron juntos en las movilizaciones de protesta y fueron apoyados por el obispo católico del lugar. Los dirigentes se vincularon tempranamente con los líderes de la Tendencia de nivel nacional - creada por Montoneros- y de la capital provincial, y construyeron un discurso adonde afirmaban que el MAM debía representar, tanto a los medianos y pequeños propietarios como a la "clase trabajadora" del sector rural, lo que generó un creciente malestar entre sus filas. Con la llegada del peronismo al poder, se abrió otra etapa adonde quedaron expuestas las diferencias al interior del Movimiento. En 1974 se produjeron dos grandes rupturas: a principios de ese año, un grupo de agricultores formó la Asociación Misionera de Agricultores (AMA) y a mediados, otro sector decidió expulsar a los agricultores que integraban la conducción del MAM. Los expulsados formaron las Ligas Agrarias Misioneras (LAM) y en el medio de la escalada de la violencia armada y el pase a la clandestinidad de Montoneros, crearon junto a los dirigentes capitalinos, el Partido Descamisado primero y el Partido Auténtico después. Participaron de las elecciones de abril de 1975, ganaron dos bancas y en la Cámara Legislativa siguieron defendiendo los intereses de los "obreros rurales" y la instauración de la "patria socialista". Esta historia se vio violentamente interrumpida con la llegada del golpe militar del 24 de marzo de 1976, cuando los militantes del MAM, las LAM y del Partido Auténtico fueron el blanco de la represión en la provincia, aunque ésta se había iniciado unos meses antes. Pretendemos mostrar, a partir del microanálisis, cómo se fue organizando y consolidando desde 1972, este grupo de militantes locales provenientes de la capital provincial y del interior, que pretendió encuadrar al MAM en la Tendencia y fue perdiendo apoyos avanzada la década. Aún después de la expulsión, veremos de qué manera continuaron considerándose la "vanguardia" de los "agricultores" y de la "clase trabajadora rural". Todo esto en un clima adonde la cúpula de Montoneros ordenaba el pase a la clandestinidad y privilegiaba la lucha armada. En suma, trataremos de rescatar la complejidad que envolvió a estos grupos y que fue característica de esos años.
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En este artículo analizaremos la trayectoria de un grupo de agricultores que fundó en el interior de la provincia de Misiones el Movimiento Agrario Misionero (MAM). Al principio, igual que en las demás provincias del Nordeste, los agricultores participaron juntos en las movilizaciones de protesta y fueron apoyados por el obispo católico del lugar. Los dirigentes se vincularon tempranamente con los líderes de la Tendencia de nivel nacional - creada por Montoneros- y de la capital provincial, y construyeron un discurso adonde afirmaban que el MAM debía representar, tanto a los medianos y pequeños propietarios como a la "clase trabajadora" del sector rural, lo que generó un creciente malestar entre sus filas. Con la llegada del peronismo al poder, se abrió otra etapa adonde quedaron expuestas las diferencias al interior del Movimiento. En 1974 se produjeron dos grandes rupturas: a principios de ese año, un grupo de agricultores formó la Asociación Misionera de Agricultores (AMA) y a mediados, otro sector decidió expulsar a los agricultores que integraban la conducción del MAM. Los expulsados formaron las Ligas Agrarias Misioneras (LAM) y en el medio de la escalada de la violencia armada y el pase a la clandestinidad de Montoneros, crearon junto a los dirigentes capitalinos, el Partido Descamisado primero y el Partido Auténtico después. Participaron de las elecciones de abril de 1975, ganaron dos bancas y en la Cámara Legislativa siguieron defendiendo los intereses de los "obreros rurales" y la instauración de la "patria socialista". Esta historia se vio violentamente interrumpida con la llegada del golpe militar del 24 de marzo de 1976, cuando los militantes del MAM, las LAM y del Partido Auténtico fueron el blanco de la represión en la provincia, aunque ésta se había iniciado unos meses antes. Pretendemos mostrar, a partir del microanálisis, cómo se fue organizando y consolidando desde 1972, este grupo de militantes locales provenientes de la capital provincial y del interior, que pretendió encuadrar al MAM en la Tendencia y fue perdiendo apoyos avanzada la década. Aún después de la expulsión, veremos de qué manera continuaron considerándose la "vanguardia" de los "agricultores" y de la "clase trabajadora rural". Todo esto en un clima adonde la cúpula de Montoneros ordenaba el pase a la clandestinidad y privilegiaba la lucha armada. En suma, trataremos de rescatar la complejidad que envolvió a estos grupos y que fue característica de esos años.
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Este trabajo es parte de un seguimiento de la cultura y la actividad de la comunidad japonesa de Colonia Urquiza. Se han explorado temas relacionados con lo económico, cultural y social , y de estos últimos, haremos mención, de cómo el deporte tiene una importancia muy especial desde varios aspectos: como actividad física, sociabilidad, disciplina, solidaridad, trabajo en equipo, cooperación, etc. En la Argentina, el deporte más popular es el fútbol, practicado por todas las generaciones, en forma profesional o amateur, siendo común hacerlo como pasatiempo de una reunión o encuentro entre amigos. ;En Colonia Urquiza, los alumnos de la escuela japonesa, practican diversas actividades físicas como parte de la currícula y esparcimiento, lo que los lleva en algunos casos, a ver el deporte en forma profesional, como ocurre con el ping pong y el béisbol. El fútbol y el vóley, convocan a los adolescentes, mientras que el golf, park golf y pesca deportiva a los adultos. ;Focalizaremos nuestra atención en el béisbol (baseball), deporte que en esta comunidad, instalada en un mundo rural, a 20 km de la capital de la provincia de Bs. As., comenzó a tener impulso en la década del ´90, logrando conformar delegaciones nikkei de infantiles en Argentina, para medirse con sus pares en Japón. Cabe mencionar que en Argentina este deporte fue encausándose, logrando conformar la Liga Metropolitana de la Provincia de Buenos Aires, donde hay equipos formados solo por descendientes de japoneses y otros equipos mixtos, y se confrontan en torneos infantiles, prejunior, junior y adultos, con las ligas de las provincias a nivel nacional e internacional. Por lo tanto, pretendemos estudiar la relación de la comunidad con el ambiente y el deporte, los que consideramos vitales en el imaginario de la sociedad nipona
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Este trabajo es parte de un seguimiento de la cultura y la actividad de la comunidad japonesa de Colonia Urquiza. Se han explorado temas relacionados con lo económico, cultural y social , y de estos últimos, haremos mención, de cómo el deporte tiene una importancia muy especial desde varios aspectos: como actividad física, sociabilidad, disciplina, solidaridad, trabajo en equipo, cooperación, etc. En la Argentina, el deporte más popular es el fútbol, practicado por todas las generaciones, en forma profesional o amateur, siendo común hacerlo como pasatiempo de una reunión o encuentro entre amigos. ;En Colonia Urquiza, los alumnos de la escuela japonesa, practican diversas actividades físicas como parte de la currícula y esparcimiento, lo que los lleva en algunos casos, a ver el deporte en forma profesional, como ocurre con el ping pong y el béisbol. El fútbol y el vóley, convocan a los adolescentes, mientras que el golf, park golf y pesca deportiva a los adultos. ;Focalizaremos nuestra atención en el béisbol (baseball), deporte que en esta comunidad, instalada en un mundo rural, a 20 km de la capital de la provincia de Bs. As., comenzó a tener impulso en la década del ´90, logrando conformar delegaciones nikkei de infantiles en Argentina, para medirse con sus pares en Japón. Cabe mencionar que en Argentina este deporte fue encausándose, logrando conformar la Liga Metropolitana de la Provincia de Buenos Aires, donde hay equipos formados solo por descendientes de japoneses y otros equipos mixtos, y se confrontan en torneos infantiles, prejunior, junior y adultos, con las ligas de las provincias a nivel nacional e internacional. Por lo tanto, pretendemos estudiar la relación de la comunidad con el ambiente y el deporte, los que consideramos vitales en el imaginario de la sociedad nipona
Resumo:
En este artículo analizaremos la trayectoria de un grupo de agricultores que fundó en el interior de la provincia de Misiones el Movimiento Agrario Misionero (MAM). Al principio, igual que en las demás provincias del Nordeste, los agricultores participaron juntos en las movilizaciones de protesta y fueron apoyados por el obispo católico del lugar. Los dirigentes se vincularon tempranamente con los líderes de la Tendencia de nivel nacional - creada por Montoneros- y de la capital provincial, y construyeron un discurso adonde afirmaban que el MAM debía representar, tanto a los medianos y pequeños propietarios como a la "clase trabajadora" del sector rural, lo que generó un creciente malestar entre sus filas. Con la llegada del peronismo al poder, se abrió otra etapa adonde quedaron expuestas las diferencias al interior del Movimiento. En 1974 se produjeron dos grandes rupturas: a principios de ese año, un grupo de agricultores formó la Asociación Misionera de Agricultores (AMA) y a mediados, otro sector decidió expulsar a los agricultores que integraban la conducción del MAM. Los expulsados formaron las Ligas Agrarias Misioneras (LAM) y en el medio de la escalada de la violencia armada y el pase a la clandestinidad de Montoneros, crearon junto a los dirigentes capitalinos, el Partido Descamisado primero y el Partido Auténtico después. Participaron de las elecciones de abril de 1975, ganaron dos bancas y en la Cámara Legislativa siguieron defendiendo los intereses de los "obreros rurales" y la instauración de la "patria socialista". Esta historia se vio violentamente interrumpida con la llegada del golpe militar del 24 de marzo de 1976, cuando los militantes del MAM, las LAM y del Partido Auténtico fueron el blanco de la represión en la provincia, aunque ésta se había iniciado unos meses antes. Pretendemos mostrar, a partir del microanálisis, cómo se fue organizando y consolidando desde 1972, este grupo de militantes locales provenientes de la capital provincial y del interior, que pretendió encuadrar al MAM en la Tendencia y fue perdiendo apoyos avanzada la década. Aún después de la expulsión, veremos de qué manera continuaron considerándose la "vanguardia" de los "agricultores" y de la "clase trabajadora rural". Todo esto en un clima adonde la cúpula de Montoneros ordenaba el pase a la clandestinidad y privilegiaba la lucha armada. En suma, trataremos de rescatar la complejidad que envolvió a estos grupos y que fue característica de esos años.
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Los aluminuros de titanio aparecen como una alternativa al empleo de aleaciones base níquel en trabajos a elevada temperatura, debido a que en estas condiciones son capaces de retener sus propiedades mecánicas, presentando además un mejor comportamiento a corrosión, oxidación y fluencia. En el presente trabajo se exponen los resultados obtenidos en la investigación llevada a cabo para determinar el comportamiento de una aleación �-TiAl en condiciones de alta temperatura y analizar el efecto de la velocidad de deformación. Para ello, se realizaron ensayos estáticos de tracción de referencia a baja velocidad de deformación y ensayos de tracción a alta velocidad de deformación mediante el dispositivo experimental de la barra Hopkinson, a temperaturas comprendidas entre los 25ºC y los 850ºC. Para ayudar a explicar el comportamiento mecánico obtenido, se hizo un estudio de las superficies de fractura mediante microscopía electrónica de barrido, en el que se observó una doble tipología microestructural del material, laminar y dúplex. Los resultados obtenidos en los ensayos muestran una influencia clara de la velocidad de deformación en la tensión máxima, pero no así de la temperatura; además se ha observado que la deformación máxima obtenida depende del tipo de microestructura predominant