567 resultados para Tubo de permeação
Resumo:
In questo lavoro, svolto presso l'Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T.) (I.R.C.C.S) di Meldola, si sono studiate le caratteristiche di un tomografo Philips Brilliance iCT 256 strati, con l'obiettivo di individuare le variazioni di qualità delle immagini e di dose in funzione dei parametri di acquisizione dello strumento, al fine di una successiva ottimizzazione dei protocolli degli esami tomografici. Le valutazioni sono state fatte sul tomografo multistrato Philips mediante uso di diversi fantocci e dosimetri, seguendo le linee guida della pubblicazione per il controllo di qualità in tomografia computerizzata dell'International Atomic Energy Agency (IAEA). Si è utilizzato il fantoccio Catphan per la caratterizzazione della qualità dell'immagine, acquisendo immagini sia in modalità assiale che spirale e variando parametri di acquisizione quali spessore di strato, kV, mAs e pitch. Per le varie combinazioni di questi parametri sono state misurate, mediante l'utilizzo dei software ImageJ ed ImageOwl, grandezze oggettive quali risoluzione spaziale, risoluzione a basso contrasto e rumore dell'immagine acquisita. Due fantocci di polimetilmetacrilato (PMMA) head e body sono serviti, insieme ad una camera a ionizzazione di tipo pencil, per la misura di indici di dose per la tomografia computerizzata (CTDI). L'irraggiamento di questi strumenti è stato effettuato a diversi valori di tensione del tubo radiogeno e ha permesso di confrontare i valori CTDI misurati con quelli forniti dal tomografo. Si sono quindi calcolate le dosi efficaci di alcuni protocolli della macchina per poi confrontarle con livelli di riferimento diagnostici (DRL), strumenti utilizzati con l'obiettivo di raggiungere valori di dose adeguati per lo scopo clinico dell'esame. Come ulteriore valutazione dosimetrica, si è utilizzato il fantoccio antropomorfo Rando, in cui sono stati inseriti dei dosimetri a termoluminescenza (TLD) per la misura della dose organo. Dai risultati si osserva un andamento inversamente proporzionale tra tensione del tubo radiogeno e contrasto dell'immagine. Impostando valori alti di kV si ottiene però un'immagine meno rumorosa. Oltre alla tensione del tubo, si è valutato come anche lo spessore di strato e la corrente influiscano sul rumore dell'immagine. I risultati ottenuti dimostrano che i valori dei parametri oggettivi di qualità delle immagini rientrano nei limiti di attendibilità, così come i valori di CTDI visualizzati dal tomografo. Lo studio della dipendenza di questi parametri oggettivi dalle impostazione di scansione permette di ottimizzare l'acquisizione TC, ottenendo un buon compromesso fra dose impartita e qualità dell'immagine.
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La tesi di laurea è stata svolta presso l’Università di Scienze Applicate di Rosenheim, in Germania; il progetto di ricerca si basa sulla tecnica di rinforzo conosciuta come “Soil Nailing”, che consiste nella costruzione di un’opera di sostegno nella realizzazione di pareti di scavo o nel consolidamento di versanti instabili. L’obiettivo principale dell’elaborato sarà quello di valutare la fattibilità dell’impiego di tubi fabbricati con legno di faggio, in sostituzione dei chiodi d’acciaio comunemente utilizzati; la scelta di questo tipo di legno è dettata dalla larga disponibilità presente in Germania. La sollecitazione principale su tali tubi sarà di trazione parallela alla fibratura, tramite test sperimentali è stato possibile valutare tale resistenza nelle diverse condizioni in cui si verrà a trovare il tubo dopo l’installazione nel terreno. A tal proposito è necessario specificare che, l’indagine per risalire all’influenza che le condizioni ambientali esercitano sull’elemento, verrà condotta su provini costituiti da un singolo strato di legno; in tal modo si può apprezzare l’influenza direttamente sull’elemento base e poi risalire al comportamento globale. I dati ottenuti dall’indagine sperimentale sono stati elaborati tramite la teoria di Weibull, largamente utilizzata in tecnologia dei materiali per quanto riguarda materiali fragili come il legno; tali distribuzioni hanno permesso la determinazione della resistenza caratteristica dei provini per ogni condizione ambientale d’interesse. Per quanto riguarda la valutazione della fattibilità dell’uso di tubi in legno in questa tecnica di consolidamento, è stato eseguito il dimensionamento del tubo, utilizzando i dati a disposizione ottenuti dall’indagine sperimentale eseguita; ed infine sono state eseguite le verifiche di stabilità dell’intervento.
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L'obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare la stabilità di uno spettro raggi X emesso da un tubo usurato per analisi cardiovascolari, in modo da verificare il suo comportamento. Successivamente questo tipo di analisi sarà effettuata su tubi CT. Per raggiungere questo scopo è stato assemblato un particolare set-up con un rivelatore al germanio criogenico in modo da avere la miglior risoluzione energetica possibile ed alcuni particolari collimatori così da ridurre il flusso fotonico per evitare effetti di pile-up. Il set-up è stato costruito in modo da avere il miglior allineamento possibile nel modo più veloce possibile, e con l'obiettivo di rendere l'intero sistema portabile. Il tubo usato è un SRM Philips tube per analisi cardiovascolari; questa scelta è stata fatta in modo da ridurre al minimo i fattori esterni (ottica elettromagnetica, emettitori) e concentrare l'attenzione solo sugli effetti, causati dalle varie esposizioni, sull'anodo (roughness e bending) e sul comportamento di essi durante il surriscaldamento e successivo raffreddamento del tubo. I risultati mostrano come durante un'esposizione alcuni fattori di usura del tubo possono influire in maniera sostanziale sullo spettro ottenuto e quindi alterare il risultato. Successivamente, nell'elaborato, mediante il software Philips di ricostruzione e simulazione dello spettro si è cercato di riprodurre, variando alcuni parametri, la differenza riscontrata sperimentalmente in modo da poter simulare l'instabilità e correggere i fattori che la causano. I risultati sono interessanti non solo per questo esperimento ma anche in ottica futura, per lo sviluppo di applicazioni come la spectral CT. Il passo successivo sarà quello di spostare l'attenzione su un CT tube e verificare se l'instabilità riscontrata in questo lavoro è persiste anche in una analisi più complessa come quella CT.
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Endometriosis corresponds to ectopic endometrial glands and stroma outside the uterine cavity. Clinical symptoms include dysmenorrhoea, dyspareunia, infertility, painful defecation or cyclic urinary symptoms. Pelvic ultrasound is the primary imaging modality to identify and differentiate locations to the ovary (endometriomas) and the bladder wall. Characteristic sonographic features of endometriomas are diffuse low-level internal echos, multilocularity and hyperchoic foci in the wall. Differential diagnoses include corpus luteum, teratoma, cystadenoma, fibroma, tubo-ovarian abscess and carcinoma. Repeated ultrasound is highly recommended for unilocular cysts with low-level internal echoes to differentiate functional corpus luteum from endometriomas. Posterior locations of endometriosis include utero-sacral ligaments, torus uterinus, vagina and recto-sigmoid. Sonographic and MRI features are discussed for each location. Although ultrasound is able to diagnose most locations, its limited sensitivity for posterior lesions does not allow management decision in all patients. MRI has shown high accuracies for both anterior and posterior endometriosis and enables complete lesion mapping before surgery. Posterior locations demonstrate abnormal T2-hypointense, nodules with occasional T1-hyperintense spots and are easier to identify when peristaltic inhibitors and intravenous contrast media are used. Anterior locations benefit from the possibility of MRI urography sequences within the same examination. Rare locations and possible transformation into malignancy are discussed.
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La podredumbre morena de los frutales de carozo causada por Monilinia spp. es una de las enfermedades más importantes a nivel mundial, tanto en cultivo como poscosecha. Para su control se emplean habitualmente fungicidas de síntesis. La tendencia mundial a exigir alimentos de óptima calidad que no perjudiquen a la salud ni al ambiente ha llevado a tratar de disminuir el empleo de este tipo de sustancias. El uso de productos naturales, no nocivos para el ser humano y obtenidos por metodologías sencillas podría representar una alternativa de manejo fitosanitario de los cultivos válida. Los extractos vegetales han sido reconocidos como agentes antimicrobianos desde la antigüedad y recientemente han atraído el interés científico. Éstos presentan una importante producción de metabolitos secundarios, que eventualmente podrían poseer efecto fungitóxico. El objetivo de la presente tesis, es por ello, estudiar la bioactividad de los extractos vegetales de distintas especies de la flora autóctona o presente desde antaño (chañar, jarilla, pájaro bobo, retortuño y aguaribay) hacia Monilinia fructicola, responsable de las principales pérdidas en cultivo y poscosecha de frutales de carozo. Para ello se determinó el efecto de los extractos sobre la germinación de conidios y el crecimiento miceliar de M. fructicola. La actividad sobre la germinación fue determinada agregando concentraciones crecientes del extracto a una suspensión de conidios de Monilinia fructicola. Luego se observó su efecto al microscopio óptico. La actividad sobre el crecimiento miceliar fue determinada por medio de la técnica de terreno envenenado y por el efecto de los compuestos volátiles del extracto a diferentes concentraciones. Todos los extractos estudiados presentaron en menor o mayor medida un efecto inhibitorio sobre la germinación y el crecimiento de tubo germinativo de conidios de M. fructicola. El extracto de jarilla (Larrea divaricata) fue el más efectivo a las concentraciones estudiadas registrándose un efecto dosis-dependiente. En los ensayos de crecimiento miceliar se observó que a bajas concentraciones de extracto de jarilla, este se vio estimulado, mientras que a concentraciones elevadas del extracto se registró inhibición del crecimiento miceliar del hongo. Por todo lo mencionado anteriormente, podría decirse que el extracto de jarilla permite inhibir al hongo M. fructicola in vitro.
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Se describe un método de conservación de cepas microbianas por desecación al vacío, modificación del método de Sordelli. La modificación consiste en el empleo de un solo tubo, de 7 mm. de diámetro interno y de 1 mm, de espesor de paredes. Se deposita la pasta microbiana en el fondo de los tubos esterilizados, hunde el tapón de algodón e introduce algunos trocitos de KOH comprimidos suavemente entre dos trocitos de algodón. Introduce la etiqueta con las anotaciones necesarias y cierra al vacío por fusión del vidrio en una zona previamente estirada a la llama. El método, aún cuando no modifica en sus fundamentos al procedimiento original, presenta como ventajas el uso de un solo tubo y la seguridad del mantenimiento por tiempo indefinido del grado de vacío alcanzado por la bomba utilizada.
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En este trabajo se compara el comportamiento frente a cargas estáticas de sistemas provisionales de protección de borde (SPPB) fabricados con postes de tubo de acero y barandillas de dos tipos: de tubo acero y de tablas de madera de pino silvestre. Se han evaluado según la norma UNE-EN 13374 “Sistemas Provisionales de Protección de Borde. Especificaciones del producto. Métodos de ensayo” para sistemas clase A, obteniendo los diagramas carga-desplazamiento en los ensayos de flecha y de resistencia. Los resultados muestran que una parte importante de los SPPB, utilizados en las obras de construcción, no son capaces de superar los requisitos de la norma UNE-EN 13374 cuando se evalúan experimentalmente. Asimismo, para una luz entre postes de 2400 mm, los requisitos de flecha indicados por la norma son más exigentes que los requisitos de resistencia para los SPPB ensayados
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Los perfiles tubulares de acero (PTA) son más habitualmente empleados el ámbito de las protecciones colectivas (PC) y medios auxiliares de edificación (MAE), al ser usados en ámbitos de seguridad, adquieren una importancia tal que motiva el estudio de la fiabilidad de su comportamiento mecánico. Por ello se motiva este trabajo estudiando a flexión PTA con las mismas calidades que los que habitualmente se emplean en PC y MAE. Han sido ensayadas a flexión un total de 150 secciones de PTA, utilizando como variables la velocidad del ensayo, la distancia entre los apoyos, la influencia del dispositivo de apoyo y la comparativa entre el comportamiento de PTA expuestos a la intemperie durante 3 años en la Sierra de Guadarrama (en servicio como postes en sistemas de protección de borde) con PTA adquiridos. En este trabajo se ha evaluado en todos los casos las diferencias existentes entre los espesores de cada PTA medido con calibre, su espesor nominal y su espesor medio de cada tubo. El esquema de solicitaciones y tensiones resultante del ensayo de flexión es muy similar en la mayoría de los casos a los esquemas de solicitaciones y tensiones reales a los que trabajan los PTA utilizados como PC y MAE. En este caso, la sección más desfavorable esta solicitada por el máximo momento flector y el máximo cortante y la variación del flector a lo largo de las barras es lineal. Documentos técnicos como el CTE-SE-A o el EC3, establecen una clasificación para determinar el método de cálculo de las secciones de acero, y en la que la mayoría de las secciones de los PTA son clase 1(aquella que permite la formación de una rótula plástica con capacidad de rotación suficiente para la redistribución de momentos) con lo que es posible utilizar el cálculo plástico o el elástico para la determinación de las solicitaciones. Esta clasificación indica directamente la capacidad de aprovechamiento de la sección antes de que se produzca la abolladura y depende de las dimensiones de las secciones de los PTA. Estudios anteriores desvelan que los PTA no llegan a plastificarse ya que antes de que se produzca este fenómeno se abollan, lo que motiva el colapso. Como resultado de este trabajo de investigación se pretende estudiar, como ya predijo en su tesis González García, M.N. [1] que la clasificación de secciones indicada por EC3 o CTE para PTA queda del lado de la inseguridad porque predice comportamientos plásticos en secciones que no tienen posibilidad de plastificación.
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Dependiendo de la conexión entre sus poros, las espumas metálicas se clasifican en espumas de poro abierto o poro cerrado. La mayoría de las espumas que se comercializan actualmente son espumas de poro cerrado. Sin embargo, para algunas aplicaciones son más apropiadas las espumas de poro abierto. En este trabajo, se estudia el coeficiente de absorción en tubo de impedancia de espumas de aluminio de poro abierto fabricadas mediante el proceso de infiltración. Estas espumas se caracterizan por una estructura muy homogénea y por un elevado valor del coeficiente de absorción a bajas frecuencias cuando se combinan con una cámara de aire
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El accidente de rotura de tubos de un generador de vapor (Steam Generator Tube Rupture, SGTR) en los reactores de agua a presión es uno de los transitorios más exigentes desde el punto de vista de operación. Los transitorios de SGTR son especiales, ya que podría dar lugar a emisiones radiológicas al exterior sin necesidad de daño en el núcleo previo o sin que falle la contención, ya que los SG pueden constituir una vía directa desde el reactor al medio ambiente en este transitorio. En los análisis de seguridad, el SGTR se analiza desde un punto determinista y probabilista, con distintos enfoques con respecto a las acciones del operador y las consecuencias analizadas. Cuando comenzaron los Análisis Deterministas de Seguridad (DSA), la forma de analizar el SGTR fue sin dar crédito a la acción del operador durante los primeros 30 min del transitorio, lo que suponía que el grupo de operación era capaz de detener la fuga por el tubo roto dentro de ese tiempo. Sin embargo, los diferentes casos reales de accidentes de SGTR sucedidos en los EE.UU. y alrededor del mundo demostraron que los operadores pueden emplear más de 30 minutos para detener la fuga en la vida real. Algunas metodologías fueron desarrolladas en los EEUU y en Europa para abordar esa cuestión. En el Análisis Probabilista de Seguridad (PSA), las acciones del operador se tienen en cuenta para diseñar los cabeceros en el árbol de sucesos. Los tiempos disponibles se utilizan para establecer los criterios de éxito para dichos cabeceros. Sin embargo, en una secuencia dinámica como el SGTR, las acciones de un operador son muy dependientes del tiempo disponible por las acciones humanas anteriores. Además, algunas de las secuencias de SGTR puede conducir a la liberación de actividad radiológica al exterior sin daño previo en el núcleo y que no se tienen en cuenta en el APS, ya que desde el punto de vista de la integridad de núcleo son de éxito. Para ello, para analizar todos estos factores, la forma adecuada de analizar este tipo de secuencias pueden ser a través de una metodología que contemple Árboles de Sucesos Dinámicos (Dynamic Event Trees, DET). En esta Tesis Doctoral se compara el impacto en la evolución temporal y la dosis al exterior de la hipótesis más relevantes encontradas en los Análisis Deterministas a nivel mundial. La comparación se realiza con un modelo PWR Westinghouse de tres lazos (CN Almaraz) con el código termohidráulico TRACE, con hipótesis de estimación óptima, pero con hipótesis deterministas como criterio de fallo único o pérdida de energía eléctrica exterior. Las dosis al exterior se calculan con RADTRAD, ya que es uno de los códigos utilizados normalmente para los cálculos de dosis del SGTR. El comportamiento del reactor y las dosis al exterior son muy diversas, según las diferentes hipótesis en cada metodología. Por otra parte, los resultados están bastante lejos de los límites de regulación, pese a los conservadurismos introducidos. En el siguiente paso de la Tesis Doctoral, se ha realizado un análisis de seguridad integrado del SGTR según la metodología ISA, desarrollada por el Consejo de Seguridad Nuclear español (CSN). Para ello, se ha realizado un análisis termo-hidráulico con un modelo de PWR Westinghouse de 3 lazos con el código MAAP. La metodología ISA permite la obtención del árbol de eventos dinámico del SGTR, teniendo en cuenta las incertidumbres en los tiempos de actuación del operador. Las simulaciones se realizaron con SCAIS (sistema de simulación de códigos para la evaluación de la seguridad integrada), que incluye un acoplamiento dinámico con MAAP. Las dosis al exterior se calcularon también con RADTRAD. En los resultados, se han tenido en cuenta, por primera vez en la literatura, las consecuencias de las secuencias en términos no sólo de daños en el núcleo sino de dosis al exterior. Esta tesis doctoral demuestra la necesidad de analizar todas las consecuencias que contribuyen al riesgo en un accidente como el SGTR. Para ello se ha hecho uso de una metodología integrada como ISA-CSN. Con este enfoque, la visión del DSA del SGTR (consecuencias radiológicas) se une con la visión del PSA del SGTR (consecuencias de daño al núcleo) para evaluar el riesgo total del accidente. Abstract Steam Generator Tube Rupture accidents in Pressurized Water Reactors are known to be one of the most demanding transients for the operating crew. SGTR are special transient as they could lead to radiological releases without core damage or containment failure, as they can constitute a direct path to the environment. The SGTR is analyzed from a Deterministic and Probabilistic point of view in the Safety Analysis, although the assumptions of the different approaches regarding the operator actions are quite different. In the beginning of Deterministic Safety Analysis, the way of analyzing the SGTR was not crediting the operator action for the first 30 min of the transient, assuming that the operating crew was able to stop the primary to secondary leakage within that time. However, the different real SGTR accident cases happened in the USA and over the world demonstrated that operators can took more than 30 min to stop the leakage in actual sequences. Some methodologies were raised in the USA and in Europe to cover that issue. In the Probabilistic Safety Analysis, the operator actions are taken into account to set the headers in the event tree. The available times are used to establish the success criteria for the headers. However, in such a dynamic sequence as SGTR, the operator actions are very dependent on the time available left by the other human actions. Moreover, some of the SGTR sequences can lead to offsite doses without previous core damage and they are not taken into account in PSA as from the point of view of core integrity are successful. Therefore, to analyze all this factors, the appropriate way of analyzing that kind of sequences could be through a Dynamic Event Tree methodology. This Thesis compares the impact on transient evolution and the offsite dose of the most relevant hypothesis of the different SGTR analysis included in the Deterministic Safety Analysis. The comparison is done with a PWR Westinghouse three loop model in TRACE code (Almaraz NPP), with best estimate assumptions but including deterministic hypothesis such as single failure criteria or loss of offsite power. The offsite doses are calculated with RADTRAD code, as it is one of the codes normally used for SGTR offsite dose calculations. The behaviour of the reactor and the offsite doses are quite diverse depending on the different assumptions made in each methodology. On the other hand, although the high conservatism, such as the single failure criteria, the results are quite far from the regulatory limits. In the next stage of the Thesis, the Integrated Safety Assessment (ISA) methodology, developed by the Spanish Nuclear Safety Council (CSN), has been applied to a thermohydraulical analysis of a Westinghouse 3-loop PWR plant with the MAAP code. The ISA methodology allows obtaining the SGTR Dynamic Event Tree taking into account the uncertainties on the operator actuation times. Simulations are performed with SCAIS (Simulation Code system for Integrated Safety Assessment), which includes a dynamic coupling with MAAP thermal hydraulic code. The offsite doses are calculated also with RADTRAD. The results shows the consequences of the sequences in terms not only of core damage but of offsite doses. This Thesis shows the need of analyzing all the consequences in an accident such as SGTR. For that, an it has been used an integral methodology like ISA-CSN. With this approach, the DSA vision of the SGTR (radiological consequences) is joined with the PSA vision of the SGTR (core damage consequences) to measure the total risk of the accident.
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El suelo es un importante recurso natural que necesita ser preservado y mejorado para permitirle mantener su calidad y capacidad productiva, para ello se deben proponer y aplicar prácticas sostenibles que permitan recuperar aquellos suelos degradados por un mal manejo del hombre, como por ejemplo la salinización. El objetivo planteado fue evaluar la biorecuperación de un suelo con problemas salino-sódico con la aplicación de dos proporciones (1,5 y 3% (p/p)) de tres enmiendas orgánicas: compost, vermicompost sólido y Lemna mesclados o no con el 100% de los requerimientos de fosfoyeso, generándose 15 tratamientos (incluyendo tres controles). La evaluación se realizó a través de tres ensayos: 1. Columnas simuladas de suelo. 2. Evolución de CO2 y 3. Crecimiento de plántulas de tomate. El suelo objeto de estudio está clasificado my como Fluventic Haplustepts, y fue tomado de una zona de la Hacienda Alto Viento, con una latitud de 10° 2' 15 N y una longitud de 72 ° 34' 15 W, en el estado de Zulia – Venezuela. Se tomó una muestra compuesta por 20 submuestras de 20 cm de profundidad del área problema, se secó al aire (2,3% de humedad), se tamizó y homogenizó. El suelo y las enmiendas orgánicas fueron caracterizadas. Los materiales orgánicos; compost y vermicompost fueron procesados en la misma Hacienda con el uso de estiércol de ganado bovino; la Lemna fue recolectada de orillas del Lago de Maracaibo en la ciudad de Maracaibo. El suelo se mezcló a las proporciones indicadas se le midió respiración basal y el efecto sobre la germinación de semillas de tomate y se empaquetó en un tubo de polietileno de 7,1 cm de diámetro y 70 a 90 cm de longitud, según la altura de la mezcla del suelo con la enmienda. El fondo de cada columna fue rellenado con 40 cm de arena lavada para facilitar el drenaje. En cada columna se utilizó la misma cantidad de suelo (1055 mg), la altura que ocupó dentro de las columnas dependió del tipo de enmienda orgánica y su proporción, la cual modificó la Da del suelo (1,328±0,05 g•cm-3). La altura dentro de la columna varió desde 20 cm para el suelo sin enmienda hasta 38,33±0,8 cm para el suelo enmendado con Lemna al 3,0%. Transcurrido el periodo de tres meses tiempo en el cual el suelo enmendado y colocado en las columnas fue lavado con una cantidad de agua que equivalente a la tasa de infiltración, la cual se calculó a partir de la precipitación anual de la zona y las perdidas por evaporación y escorrentía; se fraccionó en tres secciones de 7, 7 y 6 cm de longitud, y el suelo de cada fracción se secó al aire y se tamizó, y se le midió CEextr, pH, cationes en solución y cationes extraíbles para calcular el RAS y el PSI. Se tomó una cantidad equivalente de cada sección para conformar una muestra de 50 g de suelos a los cuales se le midió respiración basal e igualmente se tomó suelo para evaluar la germinación y crecimiento de plántulas de tomate. Se detectaron diferencias significativa (p<0,05) entre tratamientos, según la prueba de Tukey, para la variables evaluadas, aunque no hubo diferencias entre las proporciones ni entre la utilización del fosfoyeso mezclado con las enmiendas orgánicas. La enmienda que mostró menos potencial en la bio remediación fue la Lemna por sus altos contenidos de Na+. La metodología de las columnas simuladas del suelo, bajo las condiciones de estudio, no fue del todo adecuada para evaluar la bio remediación debido que en el suelo control por efecto de la aplicación de agua también hubo recuperación del mismo por su disminución en el la CE, RAS y PSI y en algunas variables su recuperación fue mayor que en aquellos enmendados con Lemna. Tomando en la respuesta del cultivo la mejor enmienda fue el vermicompost Abstract The soil is an important natural resource that needs to be preserved and improved to maintain its quality and production potential. Therefore, it is necessary to propose and apply sustainable practices that permit the recovery of soils that have been degraded by inadequate management, among these saline soils. The objective of this study was to evaluate the bioremediation of a saline-sodic soil through the application of two proportions (1,5 and 3% (p/p) of three organic amendments: compost, vermicompost and Lemna, mixed or not with gypsum phosphate, resulting in 15 treatments (including 3 controls). The evaluation was conducted through three tests: 1. Simulated soil columns. 2. Evolution of CO2 and 3. Growth of tomato seedlings The soil under evaluation was classified as Fluventic Haplustepts and was collected from the Alto Viento farm located at 10° 2' 15 North Latitude and 72° 34' 15 West longitude, in Zulia State, Venezuela. A composite soil sample, integrated of 20 subsamples taken to a depth of 20 cm collected in the problem area, was air dried (2.3 % moisture), sieved and homogenized. Soil and organic amendments were characterized. Organic material for the compost and vermicompost were obtained on the farm using cattle manure, whereas the Lemna was collected from the shores of Lake Maracaibo outside Maracaibo city. The soil was mixed in the above-mentioned proportions and its baseline respiration rate and effect on the germination of tomato seeds were recorded. Soil was packed in a PVC pipe (7,1 cm diameter and 70-90 cm length) to simulate a soil column. The bottom of each column was filled out with 40 cm of washed sand to facilitate drainage. The same amount of soil was used in each column (1,055 mg), but the height of the column varied according to the organic amendment and its proportion, which modified the apparent density of the soil (1,328±0,05 g•cm-3). The height of each column varied from 20 cm for the soil without amendment to 38,33±0,8 cm for the soil with 3% Lemna. After three months, the soil was treated with water (using the equivalent of the problem area infiltration rate), and was divided into three sections (7, 7 and 6 cm length). The soil from each section was air dried, sieved and its cationic exchange capacity, pH, cation solutions and extractable cations were measured to estimate RAS and PSI. An equivalent portion of each section was collected to compose a 50 g soil sample, and baseline respiration rate and tomato seedlings growth were recorded. Statistical differences (p<0,05) were observed among treatments for the variables under evaluation. Tukey test showed no differences among the proportions of organic amendments nor with the addition of gypsum phosphate to the organic amendments. The amendment which showed the lowest bioremediation potential was the Lemna, as a result of its high Na+ concentration. Under the conditions of this study, the soil column methodology used showed limitations to evaluate bioremediation because the control soil column, after being rinsed with water, also showed improvements as CE, RAS and PSI values were reduced. For some variables, the improvement noted in the control soil column surpassed those obtained with the soil amended with Lemna. Based on the best crop response amendment was vermicompost 3%.
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El presente proyecto presenta las actuaciones a llevar a cabo para la Construcción del Viaducto des Rocs en la ciudad de Poitiers (Francia). El emplazamiento del viaducto está ocupado actualmente por la pasarela des Rocs, una pasarela peatonal que conecta los barrios occidentales con el centro histórico de Poitiers, sobrevolando el valle de la Boivre, marcado por la presencia de una playa de vías propiedad de la SNCF (Societé Nationale des Chemins de Fer). Las malas condiciones de esta infraestructura (que presenta un estado de degeneración avanzado), así como los planes del consistorio para dotar a la Aglomeración de un sistema de transporte público mediante autobuses discurriendo por vías reservadas (BHNS), ha motivado el reemplazo de esta pasarela por el viaducto cuyo proyecto de construcción se presenta en este documento. La solución adoptada presenta una estructura metálica en celosía tubular por cuyo interior discurrirán los autobuses de la red BHNS y los peatones, disponiendo de una parada en su zona central, para lo cual el tubo se ensancha. La estructura proyectada presenta cuatro apoyos de los cuales sólo uno cae dentro de la playa de vías de la SNCF. La presencia de esta playa impondrá numerosos condicionantes a la construcción, que han sido analizados y estudiados en el presente estudio con objeto de minimizarlos.
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En este trabajo se han evaluado analítica y experimentalmente, bajo cargas estáticas, sistemas provisionales de protección de borde (SPPB), fabricados con barandillas de sección tubular de acero y con barandillas de tablas de madera de pino silvestre. En ambos casos los postes de sección tubular de acero se han separado 2400 mm. Los resultados muestran que SPPB fabricados con barandillas de tubo de acero necesitan una sección de 40·1,5. Si el SPPB está fabricado con barandilla de madera de pino silvestre de altura 150 mm, la tabla de espesor 22 mm de cualquier calidad es válida como rodapié. Como barandilla principal se necesita utilizar un espesor de 30 mm para poder garantizar que con cualquier clasificación de la madera se pueden superar los requisitos establecidos por la norma UNE-EN 13374 para la evaluación de SPPB.
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El presente trabajo fin de máster tiene como objetivo caracterizar los injertos de Dacron®, que se utilizan para reparar patologías de la aorta ascendente, para comparar el comportamiento mecánico con el que presenta la aorta ascendente. Se han realizado ensayos uniaxiales de tracción, de relajación y con una historia de cargas variable, tanto en probetas extraidas en la dirección circunferencial al tubo del injerto como en dirección longitudinal. Posteriormente, se han obtenido los parámetros necesarios para que los datos se ajusten a un modelo mecánico basado en el modelo de Maxwell generalizado. Por último, los datos obtenidos de los ensayos y los parámetros del modelo se han comparado con los ensayos y modelos de la aorta, obtenidos de la literatura.
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El trabajo desarrollado y aquí presentado trata de estudiar la carga crítica exterior que produce la abolladura de tuberías de acero confinadas en hormigón, como consecuencia de una presión externa provocada por la entrada de agua entre tubería y anillo exterior de hormigón, por una presión no controlada en la inyección de junta entre tubería y hormigón, o por otra causa. Para ello se abordará un estudio paramétrico en el cual intervendrán el espesor de la tubería, el diámetro de la misma, el límite elástico del acero, el espesor del confinamiento de hormigón, la posibilidad de que no haya un contacto directo entre acero y hormigón por una irregularidad o defecto en la superficie del tubo, así como cualquier otro parámetro que durante el desarrollo del trabajo se determine que influye en el fenómeno estudiado. Con el estudio desarrollado se comprobarán y contrastarán los resultados que se derivan de las expresiones analíticas y experimentales con las que se proyectan las conducciones y que se encuentran en la bibliografía especializada. En el desarrollo del trabajo se comprobará que el fenómeno físico que se pretende modelar es extraordinariamente ‘no lineal’ y que son muchas las fuentes de ‘no linealidad’ que influyen. Se discernirá cuáles de éstas pueden omitirse para facilitar el trabajo. Además, y atendiendo a la carga lectiva del TFM se pretende limitar el trabajo a un estudio 2D del fenómeno, planteando una posible línea de estudio la extensión a 3D y la influencia de rigidizadores longitudinales en este caso.