910 resultados para Termografia, super-risoluzione, super-resolution, dispositivo di micro-movimentazione, prove termografiche sperimentali su pistone
Resumo:
Implicazioni tettoniche ed estetiche delle logiche monoscocca integrate e stress lines analysis in architettura.
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Il progetto di questa tesi affronta le tematiche relative agli interventi di riqualificazione, adeguamento e rigenerazione urbana di un edificio residenziale di 15 unità abitative situato nella zona della Bolognina in Via Tibaldi. Le condizioni di vetustà dell’edificato e l’evoluzione economico sociale del quartiere hanno portato negli anni all’insorgere di nuove situazioni di criticità. Si sono riscontrati problemi relativi alle dimensioni degli alloggi (troppo grandi per le esigenze dei nuovi nuclei familiari), ai bassi livelli di comfort interni (rapporti illuminanti non rispettati e dimensioni dei vani non confacenti a normativa), all’accessibilità (vano ascensore inefficiente) e alla bassa efficienza energetica, che produce elevati costi di esercizio. L’analisi degli spazi esterni invece ha evidenziato uno stato di abbandono della corte, caratterizzata dalla disorganizzazione dei percorsi e delle aree verdi oltre a una carenza del numero di posti auto necessari agli abitanti dell’isolato. L’obiettivo che si pone la tesi è quello di adeguare l’area alle nuove esigenze dell’utenza e di migliorare gli standard qualitativi dell’edificato, considerando la fattibilità dell’intervento e ipotizzando misure che si pongano in alternativa ad una demolizione completa dell’edificio. Inoltre, le soluzioni proposte sono state studiate in modo da poter essere applicate non solo sul caso studio, ma anche sull’intero isolato, in un’ottica di riqualificazione urbana.Per gli spazi interni, le scelte adottate riguardano la demolizione e ricostruzione puntuali delle murature non portanti o collaboranti e l’ampliamento delle superfici finestrate, conformando a normativa i vani degli alloggi, dotandoli di una maggior superficie utile e riducendo la condizione di discomfort luminoso interno. La stessa strategia è stata adottata anche per ridefinire e diversificare il taglio degli alloggi. Infine per migliorare l’accessibilità all’edificio e agli alloggi le soluzioni prevedono l’inserimento un sistema loggiato per rendere raggiungibili direttamente dal vano ascensore preesistente, che presentava uno sbarco solo interpiano, due appartamenti per piano (dal primo al quarto). Per raggiungere invece le unità abitative collocate nel piano rialzato si è previsto di innalzare la quota del terreno fino all’altezza della soglia di ingresso ai vani. Parallelamente ci si è occupati della riprogettazione degli spazi esterni, optando per un’azione a scala urbana. La riorganizzazione delle aree è avvenuta attraverso l’inserimento di nuovi percorsi pedonali di collegamento all’edificato e mediante la progettazione e riqualificazione di spazi per la socializzazione. Infine, per arginare le problematiche relative al fabbisogno di parcheggi, si è agito diversificando e ponendo su livelli differenti la viabilità carrabile e gli spazi verdi attraverso l’inserimento di un parcheggio seminterrato.
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Il progetto affronta le tematiche relative agli interventi di riqualificazione, adeguamento e rigenerazione urbana di un edificio residenziale degli anni ’20, di 15 unità abitative situato a Bologna, nella zona della Bolognina in Via Pellegrino Tibaldi. In tale edificio i problemi riscontrati riguardavano le dimensioni degli alloggi, i bassi livelli di comfort interni, l’accessibilità e la bassa efficienza energetica. Dall’analisi degli spazi esterni invece si evidenziava uno stato di abbandono della corte, caratterizzata dalla disorganizzazione dei percorsi e delle aree verdi oltre che dalla carenza di posti auto necessari agli abitanti dell’isolato. Per quanto concerne gli spazi interni, le scelte adottate riguardano la demolizione e la ricostruzione puntuale delle murature non portanti o collaboranti e l’ampliamento delle superfici finestrate mentre per riconfigurare e diversificare il taglio degli alloggi si è intervenuti solo sul quarto piano dove sono stati ricavati degli appartamenti di taglio inferiore. Infine per migliorare l’accessibilità all’edificio e agli alloggi si è previsto un sistema loggiato che rende raggiungibili direttamente dal vano ascensore preesistente, che presentava uno sbarco solo interpiano, due appartamenti per piano (dal primo al quarto). Per raggiungere invece le unità abitative collocate nel piano rialzato si è previsto di innalzare la quota del terreno fino all’altezza della soglia di ingresso ai vani. Parallelamente ci si è occupati della riprogettazione degli spazi esterni dotando le aree di nuovi percorsi pedonali di collegamento all’edificato e progettando spazi per la socializzazione. Infine, per arginare le problematiche relative al fabbisogno di parcheggi, si è agito diversificando e ponendo su livelli differenti la viabilità carrabile e gli spazi verdi attraverso l’inserimento di un parcheggio seminterrato.
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Il presente elaborato ha lo scopo di descrivere le fasi di riparazione del trave di coda di un Cessna Super Skymaster 337A danneggiatosi durante le fasi di rimessaggio in hangar. Per prima cosa andremo ad analizzare le normative in materia di manutenzione degli aeromobili, in particolare la circolare 13 del RAI (Metodi accettabili per la manutenzione degli aeromobili) e la circolare 43.13-1A delle FAA (Acceptable methods, techniques, and practices-Aircraft ispection and repair). Verificheremo poi la tipologia del danno subito dal velivolo e, rifacendoci anche al Service Manual del costruttore, andremo a progettare la riparazione. Riparazioni estese a rivestimenti resistenti su strutture a guscio, infatti, devono preferibilmente essere fatte seguendo le specifiche raccomandazioni del costruttore dell’aeromobile. In molti casi, soprattutto se il danno non è esteso, le parti della riparazione possono essere progettate, e ne può essere dimostrata l’adeguata resistenza, senza calcolare i carichi e le sollecitazioni di progetto, considerando nel modo dovuto il materiale e le dimensioni delle parti originali e dei giunti chiodati. La cosa importante è che la parte riparata dovrà risultare pari all’originale per quanto riguarda la robustezza in relazione a tutti i tipi di carichi e alla rigidezza generale. Nel nostro caso andremo comunque a effettuare un’analisi strutturale per verificare l’effettiva correttezza dei principi contenuti nel manuale di manutenzione. Una volta verificato questo, procederemo con la realizzazione della riparazione soffermandoci sulle caratteristiche dei materiali utilizzati e sulle metodologie utilizzate durante la lavorazione. A lavoro ultimato trarremo poi le dovute conclusioni.
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Peat deposits in Greenland and Denmark were investigated to show that high-resolution dating of these archives of atmospheric deposition can be provided for the last 50 years by radiocarbon dating using the atmospheric bomb pulse. (super 14) C was determined in macrofossils from sequential one cm slices using accelerator mass spectrometry (AMS). Values were calibrated with a general-purpose curve derived from annually averaged atmospheric (super 14) CO (sub 2) values in the northernmost northern hemisphere (NNH, 30 degrees -90 degrees N). We present a through review of (super 14) C bomb-pulse data from the NNH including our own measurements made in tree rings and seeds from Arizona as well as other previously published data. We show that our general-purpose calibration curve is valid for the whole NNH producing accurate dates within 1-2 years. In consequence, (super 14) C AMS can precisely date individual points in recent peat deposits within the range of the bomb-pulse (from the mid-1950s on). Comparing the (super 14) C AMS results with the customary dating method for recent peat profiles by (super 210) Pb, we show that the use of (super 137) Cs to validate and correct (super 210) Pb dates proves to be more problematic than previously supposed. As a unique example of our technique, we show how this chronometer can be applied to identify temporal changes in Hg concentrations from Danish and Greenland peat cores.
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Grabados xilográficos.
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Contiene además las adiciones de Francesco di Piedimonte al Grabadin de Mesue (f. 142-271), y el comentario de Matthaeus Platearius al Antidotarium de Nicolás Salernitano (f. 271-303), acompañado del texto original.
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We have imaged the H92alpha and H75alpha radio recombination line (RRL) emissions from the starburst galaxy NGC 253 with a resolution of similar to4 pc. The peak of the RRL emission at both frequencies coincides with the unresolved radio nucleus. Both lines observed toward the nucleus are extremely wide, with FWHMs of similar to200 km s(-1). Modeling the RRL and radio continuum data for the radio nucleus shows that the lines arise in gas whose density is similar to10(4) cm(-3) and mass is a few thousand M., which requires an ionizing flux of (6-20) x 10(51) photons s(-1). We consider a supernova remnant (SNR) expanding in a dense medium, a star cluster, and also an active galactic nucleus (AGN) as potential ionizing sources. Based on dynamical arguments, we rule out an SNR as a viable ionizing source. A star cluster model is considered, and the dynamics of the ionized gas in a stellar-wind driven structure are investigated. Such a model is only consistent with the properties of the ionized gas for a cluster younger than similar to10(5) yr. The existence of such a young cluster at the nucleus seems improbable. The third model assumes the ionizing source to be an AGN at the nucleus. In this model, it is shown that the observed X-ray flux is too weak to account for the required ionizing photon flux. However, the ionization requirement can be explained if the accretion disk is assumed to have a big blue bump in its spectrum. Hence, we favor an AGN at the nucleus as the source responsible for ionizing the observed RRLs. A hybrid model consisting of an inner advection-dominated accretion flow disk and an outer thin disk is suggested, which could explain the radio, UV, and X-ray luminosities of the nucleus.
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A novel super-hydrophobic stearic acid (STA) film with a water contact angle of 166° was prepared by chemical adsorption on aluminum wafer coated with polyethyleneimine (PEI) film. The micro-tribological behavior of the super-hydrophobic STA monolayer was compared with that of the polished and PEI-coated Al surfaces. The effect of relative humidity on the adhesion and friction was investigated as well. It was found that the STA monolayer showed decreased friction, while the adhesive force was greatly decreased by increasing the surface roughness of the Al wafer to reduce the contact area between the atomic force microscope (AFM) tip and the sample surface to be tested. Thus the friction and adhesion of the Al wafer was effectively decreased by generating the STA monolayer, which indicated that it could be feasible and rational to prepare a surface with good adhesion resistance and lubricity by properly controlling the surface morphology and the chemical composition. Both the adhesion and friction decreased as the relative humidity was lowered from 65% to 10%, though the decrease extent became insignificant for the STA monolayer.
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El presente trabajo investigativo fue realizado en las fincas Las Mercedes y Santa Rosa, ambas propiedad de la Universidad Nacional Agraria, ubicadas en el departamento de Managua-Nicaragua. El objetivo de la presente investigación fué conocer si hay influencia del factor raza en la respuesta súper ovulatoria una vez aplicado el tratamiento hormonal súper ovulatorio FOLLTROPIN-V (análogo sintético de la hormona foliculoestimulante-FSH) en hembras bovinas donantes de las razas Pardo Suizo y Reyna. El tamaño requerido de la muestra fue de 10 hembras donantes para cada raza en estudio; las cuales fueron previamente seleccionadas según la calidad genética de cada hembra, la edad comprendida entre 3-5 años y los resultados del examen clínico y ginecológico que se les realizó para saber si cumplían con los requisitos ó parámetros de salud estimados para esta técnica de mejoramiento productivo. Los datos se obtuvieron mediante el conteo de cuerpos lúteos y folículos a través de palpación rectal de los ovarios; el mismo día en que se realizó la recolecta de los embriones; los cuales fueron llevados al laboratorio para ser clasificados según su estado de desarrollo y calidad, posteriormente fueron transferidos ó congelados. Los resultados obtenidos a ravés del análisis de la respuesta superovulatoria, indican que no existe una diferencia significativa del factor raza, sin embargo se observó que la raza Reyna se comportó mejor que la raza Pardo Su izo al dar mayor cantidad de cuerpos lúteos (R: 14.75 - PS: 11.5) y embriones (R: 9.25 – PS: 5.6), pero sí se atribuye a la raza, la calidad y el estado de desarrollo embrionario que se obtuvieron, siendo la raza Reyna la que obtuvo mejor calidad de embriones aunque por ser la que más embriones dió, también fue la que brindó mayor cantidad de embriones degenerados y oocitos infértiles que son intransferibles.
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Electrical double-layer capacitors owe their large capacitance to the formation of a double-layer at the electrode/electrolyte interface of high surface area carbon-based electrode materials. Greater electrical energy storage capacity has been attributed to transition metal oxides/nitrides that undergo fast, reversible redox reactions at the electrode surface (pseudo-capacitive behavior) in addition to forming electrical double-layers. Solution Precursor Plasma Spray (SPPS) has shown promise for depositing porous, high surface area transition metal oxides. This investigation explored the potential of SPPS to fabricate a-MoO 3 coatings with micro-structures suitable for use as super-capacitor electrodes. The effects of number of spray passes, spray distance, solution concentration, flow rate and spray velocity on the chemistry and micro-structure of the a-MoO 3 deposits were examined. DTA/TGA, SEM, XRD, and electrochemical analyses were performed to characterize the coatings. The results demonstrate the importance of post-deposition heating of the deposit by subsequent passes of the plasma on the coating morphology. © ASM International.
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A super-hydrophobic surface was obtained on a three-dimensional (313) polyvinylidene fluoride (PVDF) macroporous film. The porous films were fabricated through self-assembled silica colloidal templates. The apparent water contact angle of the surface can be tuned from 106 degrees to 153 degrees through altering the sintering temperature and the diameter of the colloidal templates. A composite structure of micro-cavities and nanoholes on the PVDF surface was responsible for the super-hydrophobicity. The wettability of the porous surfaces was described by the use of the Cassie-Baxter model and Wenzel's equation.
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We present comprehensive photometric and spectroscopic observations of the faint transient SN 2008S discovered in the nearby galaxy NGC 6946. SN 2008S exhibited slow photometric evolution and almost no spectral variability during the first nine months, implying a long photon diffusion time and a high-density circumstellar medium. Its bolometric luminosity (similar or equal to 10(41) erg s(-1) at peak) is low with respect to most core-collapse supernovae but is comparable to the faintest Type II-P events. Our quasi-bolometric light curve extends to 300 d and shows a tail phase decay rate consistent with that of Co-56. We propose that this is evidence for an explosion and formation of Ni-56 (0.0014 +/- 0.0003 M-circle dot). Spectra of SN 2008S show intense emission lines of H alpha, [Ca II] doublet and Ca II near-infrared (NIR) triplet, all without obvious P-Cygni absorption troughs. The large mid-infrared (MIR) flux detected shortly after explosion can be explained by a light echo from pre-existing dust. The late NIR flux excess is plausibly due to a combination of warm newly formed ejecta dust together with shock-heated dust in the circumstellar environment. We reassess the progenitor object detected previously in Spitzer archive images, supplementing this discussion with a model of the MIR spectral energy distribution. This supports the idea of a dusty, optically thick shell around SN 2008S with an inner radius of nearly 90 AU and outer radius of 450 AU, and an inferred heating source of 3000 K. The luminosity of the central star is L similar or equal to 10(4.6) L-circle dot. All the nearby progenitor dust was likely evaporated in the explosion leaving only the much older dust lying further out in the circumstellar environment. The combination of our long-term multiwavelength monitoring data and the evidence from the progenitor analysis leads us to support the scenario of a weak electron-capture supernova explosion in a super-asymptotic giant branch progenitor star (of initial mass 6-8 M-circle dot) embedded within a thick circumstellar gaseous envelope. We suggest that all of main properties of the electron-capture SN phenomenon are observed in SN 2008S and future observations may allow a definitive answer.