480 resultados para Sodio - Excreção
Resumo:
Visto l’attuale fabbisogno di fosforo, è fondamentale, in un’ottica di sostenibilità ambientale, mettere a punto un trattamento che consenta di ottenere un efficiente recupero del fosforo. Il seguente lavoro di tesi si pone come obbiettivo quello di caratterizzare la prestazione di un adsorbente utilizzato in un impianto pilota presso l’università di Cranfield per il recupero del fosforo da acque reflue municipali dopo 2 anni di utilizzo, corrispondenti a 66 cicli di adsorbimento/desorbimento. In particolare sono state confrontate le prestazioni ottenibili dalla resina usata rigenerata con la procedura standard (mediante NaOH 2%) e con una procedura di ricondizionamento mediante un trattamento più forte (mediante NaOH 2% + NaCl 5%) con quelle della resina vergine. Le due tipologie di soluzione rigenerante serviranno a valutare il contributo all’adsorbimento totale delle nanoparticelle di HFO e dei gruppi funzionali presenti sulla resina. I test sono stati condotti sia in soluzioni sintetiche di fosfato (acqua demineralizzata a cui viene aggiunto un determinato quantitativo di sali di fosfato), sia in soluzioni reali (wastewaters, fornite dalla multiutility HERA). Lo studio è stato condotto mediante isoterme di adsorbimento e test in continuo (curve di breakthrough). I risultati ottenuti confermano che la resina, dopo due anni, mantiene ottime prestazioni, molto simili alla vergine. Il materiale ha mostrato una ottima resistenza meccanica, durabilità e facilità di rigenerazione, dimostrandosi un eccellente adsorbente per gli ortofosfati anche alle basse concentrazioni tipiche degli effluenti secondari di scarto. I test in continuo hanno inoltre mostrato come, alle tipiche concentrazioni delle acque reflue, la rigenerazione dei gruppi funzionali della resina mediante sodio cloruro non porti ad un significativo miglioramento delle proprietà adsorbenti. Dai dati ottenuti si può affermare con certezza che il ciclo vitale della resina risulta essere ben oltre i 2 anni.
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Una tra le maggiori problematiche ambientali è la presenza di numerosi composti chimici nelle riserve e nei corsi d’acqua, provocando un impatto molto dannoso per l'ambiente e l'uomo, con quantità in costante aumento a causa della crescente industrializzazione. Un forte contributo deriva dai coloranti, molto impiegati dall’industria; in letteratura sono riportate numerose metodologie di rimozione come: scambio ionico, filtrazione su membrana, trattamento elettrochimico o termico. Tra tutte, lo scambio ionico risulta il più efficiente ed economico. Negli studi effettuati presso ISTEC-CNR (Faenza RA) si è valutata la capacità adsorbente di sfere geopolimeriche ottenute tramite diverse tecnologie di processo, usando blu di metilene come colorante modello di tipo cationico. L’utilizzo dell’adsorbente in forma di sfere con diametro di 2–3mm ne favorisce l’applicabilità su scala industriale. Per estenderne il campo di applicazione dei geopolimeri (adsorbono cationi) è necessario produrre compositi con l’aggiunta di cariche in grado di adsorbire altre specie chimiche. L’idrotalcite viene usata come adsorbente per specie anioniche, grazie alla sua elevata capacità di scambio. Scopo del presente lavoro è stato ampliare il campo di applicazione di adsorbenti geopolimero-idrotalcite, approfondendo la letteratura relativa ai processi di adsorbimento nei materiali di partenza e nei loro compositi. I compositi geopolimero-idrotalcite sono stati prodotti in forma sferica sfruttando la gelazione ionotropica dell’alginato di sodio, fornendo un composito ibrido organico (alginato)/ inorganico (geopolimero). Dopo la formatura e la caratterizzazione dei compositi, è stato studiato l’adsorbimento del Blu di metilene (cationico), dell’Acid Blue 9 (zwitterionico) e dell’Acid Black 194 (anionico), per valutare la variazione della capacità di adsorbimento in seguito all’aggiunta di idrotalcite e la funzione adsorbente del composito nei confronti di coloranti cationici e anionici.
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Ricerche nel campo del danno renale acuto e frazioni urinarie escrete. La prima parte verte sull’analisi dei dati provenienti da una casistica di cani con leptospirosi, sono stati confrontati due gruppi di cani, il primo con AKI da leptospirosi e l’altro con AKI per eziologie differenti. In queste due popolazioni di pazienti abbiamo valutato alcuni analiti sierici ed urinari come ad esempio l’escrezione elettrolitica frazionata e biomarker di AKI come NGAL. I cani con leptospirosi, hanno mostrato maggiore kaliuresi e più grave glicosuria rispetto a quelli non affetti da leptospirosi, così come erano più frequentemente glicosurici rispetto agli altri. Questi dati sono in analogia con quanto è riportato nell’uomo e dimostrano un pattern di danno tubulare tipico in corso di questa malattia se paragonato appunto ad altre cause di danno tubulare acuto e AKI La seconda parte riguarda la valutazione della funzionalità renale e del danno renale acuto in cani affetti da insufficienza valvolare mitralica. E’ stata incentrata sul danno renale in corso di cardiopatie e per questa ragione abbiamo pensato di valutare esclusivamente pazienti con MVD per varie ragioni: poiché sono pazienti che si presentano frequentemente nella pratica clinica; la malattia è tipicamente cronica e il paziente rimane stabile a lungo con un andamento progressivo della malattia; questi pazienti possono presentare frequenti episodi di AKI legati allo scompenso cardiaco e/o alla terapia con diuretico 3/o ace-i che questi animali ricevono. Abbiamo valutato prospetticamente l'impatto della terapia orale con furosemide sulla chimica urinaria, nei cani con malattia della valvola mitrale mixomatosa. Tali differenze sono state attribuite all'effetto della terapia con furosemide sugli elettroliti renali. La chimica urinaria è utile per stimare la risposta diuretica nei cani con malattie cardiache. I dati suggeriscono differenze significative tra i diversi stadi ACVIM con particolare riferimento all’escrezione elettrolitica di Sodio, Potassio e Cloro.
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La quantificazione del benzene ematico è un tema di grande interesse nell'ambito della tossicologia occupazionale. La determinazione dell'analita, estratto nello spazio di testa di un vial, è eseguita mediante l'utilizzo di un gascromatografo con rilevatore a ionizzazione di fiamma (GC-FID). Si è cercato di ottimizzare il processo di estrazione del benzene dal sangue allo spazio di testa ed il successivo trasferimento dell'analita nella colonna cromatografica, mediante l'applicazione di un disegno sperimentale fattoriale a tre fattori e due livelli (DoE). I fattori individuati per impostare il piano sperimentale sono stati: variazione della temperatura di incubazione (A) del vial contenente il campione di sangue, pH del campione (B), modulato mediante aggiunta di una soluzione di H2SO4 e forza ionica (C), regolata mediante una soluzione acquosa di NaCl. I livelli scelti per ciascuna variabile sono stati: per A 40 e 60 °C; per B pH naturale del campione e pH a seguito dell'aggiunta di 1 mL di H2SO4 1.8 M; per C FI naturale del campione e FI dovuta all'aggiunta di una soluzione acquosa di sodio cloruro (5 g/L). Dall'analisi dei risultati forniti dal DoE, si è osservato che A, B e C hanno effetti tra loro contrastanti, per questo motivo non sembra essere vantaggioso combinare variabili differenti. In compenso, sia l'aumento di temperatura che l'aggiunta di acido solforico portano a significativi miglioramenti nell'estrazione di benzene dal sangue. Tra i tre trattamenti risulta essere B quello più efficace, motivo per il quale si ritiene che l'aggiunta di una soluzione acquosa di H2SO4 al campione di sangue porti ad una maggiore sensibilità e risoluzione strumentale. Sicuramente la sensibilità del metodo elaborato non può essere paragonata alle tradizionali determinazioni con spettrometro di massa, ma si ritiene possa essere sufficientemente soddisfacente per valutare l'esposizione a benzene dei lavoratori a rischio e come analisi di screening rapida ed economica.
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Negli ultimi anni i biosensori enzimatici sono diventati sempre più popolari nel campo delle determinazioni rapide di analiti di interesse industriale ed ambientale. L’utilizzo di tali biosensori consente di evitare, o comunque limitare, l’impiego di metodi analitici basati su tecniche più complesse e dispendiose in termini economici e temporali. Un grande obbiettivo della ricerca negli ultimi anni è quello di costruire biosensori reagentless, ossia dispositivi pronti all’uso da parte degli analisti, indipendentemente dalla loro esperienza. In questo lavoro di tesi sono stati sviluppati dei biosensori amperometrici reagentless che sfruttano l’enzima fosfatasi alcalina (ALP), come elemento di riconoscimento biologico, ed un elettrodo screen-printed (SPE) commerciale, come trasduttore. Per gli elettrodi SPE commerciali sono stati testati modificanti a base di nanomateriali carboniosi e del polimero conduttore PEDOT:ClO4. Sono inoltre stati messi a punto diversi biosensori costruiti utilizzando sia l’enzima ALP immobilizzato che lo stesso enzima in soluzione. I test sono stati eseguiti utilizzando il substrato enzimatico “ascorbil-fosfato di sodio (AAP)” ed alcuni inibitori enzimatici. I dispositivi reagentless sono stati fabbricati mediante stampa 3D e sono stati realizzati appositamente per gli elettrodi SPE commerciali utilizzati. Tali dispositivi sono stati utilizzati per effettuare la determinazione dell’AAP in campo cosmetico e la determinazione dell’enzima ALP in campo alimentare.
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L’acqua attivata al plasma (PAW), ottenuta esponendo una soluzione d’acqua al plasma freddo, è recentemente emersa come un’alternativa promettente per la decontaminazione degli alimenti freschi in sostituzione all’uso dei tradizionali disinfettanti al cloro. Lo scopo della tesi è stato quello di valutare l’effetto dei lavaggi con PAW su foglie di rucola (Eruca sativa), già testati per la decontaminazione microbica, sulle caratteristiche qualitative del prodotto durante lo stoccaggio. La PAW è stata ottenuta tramite un generatore ad alta tensione collegato ad un elettrodo a corona operante con una scarica di 12 kV a 5 Hz su acqua distillata per 60 secondi. I lavaggi con PAW per 2, 5 e 10 minuti sono stati confrontati con dei lavaggi attuati con acqua distillata non trattata ed una soluzione di ipoclorito di sodio (100 ppm). Durante la conservazione è stata monitorata l’evoluzione della composizione dello spazio di testa delle buste, il contenuto di sostanza secca, il grado di appassimento e le modifiche inerenti al colore delle foglie. I risultati hanno mostrato come i principali parametri qualitativi non siano risultati significativamente modificati a seguito dell’ immersione nella PAW, rispetto al trattamento con acqua distillata o con la soluzione di ipoclorito di sodio. Nel complesso, i risultati sperimentali hanno evidenziato come la PAW sia una tecnologia promettente, nonostante ciò, è necessario condurre ulteriori studi al fine di ottimizzare i parametri di processo.
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L'elaborato si occupa di analizzare diverse tecnologie di accumulo elettrochimico con lo scopo di dimensionare un sistema di accumulo che verrà accoppiato ad un parco eolico, collocato in Sicilia. Lo standard di connessione sarà in AT a 36 kV, un nuovo standard di Terna che permette di snellire le connessioni di impianti rinnovabili con potenza inferiore a 100 MW. A seguito di un primo dimensionamento analitico e di un confronto con i fornitori, si è optato per l'utilizzo della tecnologia Litio-ione, meno costosa e più performante e il cui impatto ambientale risulta essere controllato. Infine, si è realizzata una valutazione economica del sistema, ipotizzando tre diverse destinazioni di utilizzo del sistema di accumulo, che può offrire servizi ancillari alla rete o partecipare al nuovo mercato delle capacità di Terna, con lo scopo di creare una riserva di energia e partecipare al controllo e alla stabilità della rete. Si è quindi stimato un possibile tempo di ritorno dell'investimento, tenendo conto anche dell'aumento dei prezzi legato all'attuale condizione politico-economica.
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O objeto começa sugerindo um caso para análise, lembrando que o dentista deve conhecer cada vez mais os medicamentos e as suas repercussões na cavidade oral. Segue ressaltando que polifarmácia é muito comum em idosos, mas que também inclui indivíduos relativamente jovens. Observa que há um aumento crescente de pacientes com comprometimento sistêmico à procura de atendimento odontológico. Enfatiza que o consumo simultâneo de vários medicamentos pode determinar facilmente interação medicamentosa, que pode ser prejudicial ou não, e que muitas vezes aumenta a incidência de efeitos adversos. Termina apresentando exemplos de uma série de interações medicamentosas, algumas com benefício, outras com prejuízo para o paciente e lembra quetais interações podem ocorrer em alguma etapa da farmacocinética (absorção, distribuição, metabolismo, excreção) ou no mecanismo de ação (por atuação em receptores ou enzimas, por exemplo) ou ainda quando os medicamentos administrados agem de modo independente um do outro, mas alteram a mesma função. Unidade 4 do módulo 7 que compõe o Curso de Especialização em Saúde da Família.
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O objeto apresenta logo de início uma explicação sobre o que vem a ser a saliva, além de sua composição, chegando a elencar o que é adicionado a ela até ser conceituada como saliva total. Ressalta ainda que um fluxo salivar adequado é pré-requisito essencial para uma boa saúde bucal e que a identificação e o conhecimento dos seus componentes evidenciaram a complexidade do fluído salivar. Segue apresentando suas funções e o controle da produção e excreção salivar, além das características dos parassimpaticomiméticos na elevação da secreção e os parassimpaticolíticos, que propiciam a inibição da secreção salivar. Esclarece a aparente confusão no uso dos termos xerostomia e hipossalivação, que muitas vezes são empregados como sinônimos e lista 32 fármacos que apresentavam a xerostomia como possível efeito colateral. Termina por indicar o tratamento da boca seca através de controle de sinais e sintomas, paliativo, quando não for possível a substituição dos medicamentos e fornece uma lista com sete formas alternativas de tratamento paliativo. Unidade 5 do módulo 8 que compõe o Curso de Especialização em Saúde da Família.
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O aumento do número de indivíduos com insuficiência renal crônica tem sido significativo, fazendo da Doença Renal Crônica um problema de saúde pública. As pessoas acometidas por esta condição apresentam além das alterações próprias da doença de base, manifestações sistêmicas conseqüentes do dano renal ao organismo. O doente renal crônico geralmente apresenta quadro de anemia e estado imunológico alterado, sendo necessária uma estratégia especial no tratamento dentário desse grupo. Além disso, o uso de medicamentos com ação antiplaquetária e aqueles que dependem do metabolismo ou excreção renal devem ser evitados. Esta situação clínica complexa influência diretamente no diagnóstico e na conduta terapêutica odontológica. Considerando que o doente renal crônico, muitas vezes, está adscrito nas áreas de abrangência das equipes da Estratégia Saúde da Família e Saúde Bucal, o cirurgião dentista incluso nessas equipes deve estar preparado, para a abordagem odontológica desses pacientes. Sendo assim, o presente estudo propõe a elaboração de recomendações para a prática clínica odontológica na Estratégia Saúde da Família, para o atendimento ao paciente com insuficiência renal crônica em tratamento hemolítico. Para tal, utilizou-se como conduta metodológica uma revisão não sistematizada de pesquisas básicas e de revisão sobre o atendimento odontológico do doente renal crônico em tratamento hemolítico. Visando assim, qualificar as práticas profissionais em saúde bucal e proporcionar o atendimento seguro, tanto para o paciente como para a equipe de saúde bucal, a fim de contribuir para uma melhor qualidade de vida deste grupo populacional.
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ROJAS, Euberto Campos. Melhoria da atenção aos usuários com Hipertensão Arterial Sistêmica e/ou Diabetes mellitus na UBS Jardim Paraíso, Santana-AP. 2015. 89 f. Trabalho de Conclusão de Curso (Curso de Especialização em Saúde da Família) - Departamento de Medicina Social, Faculdade de Medicina, Universidade Federal de Pelotas, Pelotas, 2015. A Hipertensão Arterial Sistêmica (HAS) é uma doença crônica caracterizada por níveis elevados e sustentados de pressão arterial (PA), associando-se frequentemente a alterações funcionais e/ou estruturais dos órgãos-alvos doenças que mais acomete a população e é um problema de saúde pública. O Diabetes Mellitus (DM) é uma doença metabólica caracterizada pela alta taxa de glicose no sangue, ocorrendo pela ausência ou deficiência da excreção de insulina. Diante do exposto e da elevada morbimortalidade por DM e HAS presente na nossa área de abrangência, decidimos realizar a nossa intervenção com o objetivo de melhorar atenção à saúde dos usuários com HAS e/ou DM, contribuindo para melhorar a qualidade de vida deles, promovendo o cadastramento e ações específicas para os usuários pertencentes à área de abrangência, mediante ações de assistência, promoção e prevenção destas doenças e das suas complicações. O trabalho apresentado trata de uma intervenção realizada entre os meses de abril a junho de 2015, na Unidade Básica de Saúde Jardim Paraíso, do município de Santana do estado do Amapá. Antes da intervenção a UBS não contava com registros de nenhuma das ações programáticas, e por se encontrar em reforma, estávamos trabalhando em um local adaptado sem condições estruturais adequadas. Assim iniciamos o levantamento dos dados mediante o monitoramento constante dos usuários, com o rigoroso preenchimento dos prontuários e planilha de coleta de dados disponibilizados pela Especialização. Além disto, utilizamos os cadernos de atenção básica nº 36 (Diabetes mellitus) e nº 37 (Hipertensão Arterial Sistêmica) para qualificar nossa assistência. No transcurso da intervenção foi possível cadastrar 201 usuários hipertensos (26,7%) e 95 usuários diabéticos (36,4%). Além disto, conseguimos realizar os exames clínicos em dia para 84,1% dos hipertensos e 78,9% e a estratificação do risco cardiovascular para 97,5% nos hipertensos e 97,9% para os diabéticos. Ofertamos também a indicação de exames laboratoriais para 134 hipertensos (66,7%) e 69 diabéticos (72,6%) e todos os usuários cadastrados tiveram a prescrição de medicamentos na farmácia popular, receberam ações de promoção em saúde através de orientações sobre alimentação saudável, prática de atividade física regular, riscos do tabagismo e importância da higiene bucal. Com isto conseguimos estabelecer todas estas ações na rotina diária no serviço da UBS, melhorando a atenção à saúde dos usuários hipertensos e /ou diabéticos progressivamente. A equipe está muito mais envolvida com todas as ações realizadas, propiciando um vínculo maior com a comunidade e a incorporação destas ações à rotina do serviço. Palavras-chave: Saúde da Família; Atenção Primária à Saúde; Doença Crônica; Diabetes Mellitus; Hipertensão
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RODRIGUEZ CARMONA EVA. Melhoria da Atenção aos Usuários com Hipertensão Arterial Sistêmica e/ou Diabetes mellitus, na UBS Elesbão, Santana-AP. 2015. 98f. Trabalho de Conclusão de Curso A hipertensão Arterial Sistêmica (HAS) é uma doença crônica caracterizada por níveis elevados e sustentados de pressão arterial (PA), associando-se frequentemente a alterações funcionais e/ou estruturais dos órgãos-alvos doenças que mais acomete a população e um problema de saúde pública. O Diabetes Mellitus (DM) é uma doença metabólica caracterizada pela alta taxa de glicose no sangue, ocorrendo pela ausência ou deficiência da excreção de insulina. Diante do exposto e da elevada morbimortalidade por DM e HAS presente na nossa área de abrangência, decidimos realizar a nossa intervenção com o objetivo de melhorar atenção à saúde dos usuários hipertensos e diabéticos, contribuindo para melhorar a qualidade de vida deles, promovendo o cadastramento e ações específicas para os usuários pertencentes à área de abrangência da equipe 010, mediante ações de assistência, promoção e prevenção destas doenças e das suas complicações. O trabalho apresentado trata de uma intervenção realizada entre os meses de abril a junho de 2015, na Unidade Básica de Saúde Elesbão, do município de Santana do estado do Amapá. A mesma está localizada uma área rural e ribeirinha de difícil acesso tanto para os usuários quanto para os profissionais. Antes da intervenção a UBS não contava com o profissional médico, estava adaptada em uma casa alugada sem condições estruturais adequadas, pois a UBS estava passando por reformas. Assim iniciamos o levantamento dos dados mediante o monitoramento constante dos usuários, com o rigoroso preenchimento dos prontuários e planilha de coleta de dados disponibilizados pela especialização. Além disto, utilizamos os cadernos de atenção básica nº 36 (diabetes Melitus) e nº 37 (Hipertensão Arterial Sistêmica) para nos qualificar. No transcurso da intervenção foi possível cadastrar 196 usuários hipertensos e 79 usuários diabéticos, correspondendo respectivamente a 22,4% e 31,6% dos mesmos. Em todos os usuários participantes na intervenção foi realizado o exame clínico apropriado e a estratificação do risco cardiovascular. Todos os hipertensos e diabéticos cadastrados tiveram indicação de exames laboratoriais e foi garantido que 100% destes usuários tivessem prescrição de medicamentos na farmácia popular. Além disso, todos os usuários cadastrados durante a intervenção receberam ações de promoção em saúde através de orientações sobre alimentação saudável, prática de atividade física regular, riscos do tabagismo e importância da higiene bucal. É importante destacar que os resultados alcançados só foram possíveis, devido à organização que a equipe teve durante o processo, pois pela primeira vez, realizou o trabalho como uma verdadeira equipe. Isto pode ser observado na satisfação mostrada pelos hipertensos e diabéticos, seus familiares e a comunidade toda com a intervenção. Conclui-se que o trabalho realizado já foi incorporado à rotina do serviço, melhorando o estado de saúde dos usuários hipertensos e diabéticos, proporcionando uma qualidade de vida saudável para os mesmos. Palavras-chave: Saúde da família; Atenção Primária à Saúde; Doença Crônica; Diabetes Mellitus; Hipertensão.
Resumo:
GARCIA GIRALDO NIXY. Melhoria da Atenção aos Usuários com Hipertensão Arterial Sistêmica e/ou Diabetes mellitus, na UBS Alberto Lima, Santana-AP 2015. 117f. Trabalho de Conclusão de Curso (Curso de Especialização em Saúde da Família) - Departamento de Medicina Social, Faculdade de Medicina, Universidade Federal de Pelotas, Pelotas, 2015. A Hipertensão Arterial Sistêmica (HAS) é uma doença crônica caracterizada por níveis elevados e sustentados de pressão arterial (PA), associando se frequentemente a alterações funcionais e/ou estruturais dos órgãos-alvos. Já a Diabetes Mellitus (DM) é uma doença metabólica caracterizada pela alta taxa de glicose no sangue, ocorrendo pela ausência ou deficiência da excreção de insulina. A HAS e DM são doenças muito frequentes em nossa população, pois 7% da população brasileira adoecem de DM enquanto a prevalência de HAS no Brasil varia entre 22% e 44% para adultos. Diante do exposto e da elevada morbimortalidade por DM e HAS presente na nossa área de abrangência, decidimos realizar a nossa intervenção com o objetivo de melhorar a atenção à saúde dos usuários com HAS e/ou DM, contribuindo para melhorar a qualidade de vida deles, promovendo o cadastramento e ações específicas para os usuários pertencentes à área de abrangência da Unidade Básica de Saúde Alberto Lima, mediante ações de assistência, promoção e prevenção destas doenças. O trabalho apresentado trata de uma intervenção realizada entre os meses de abril a julho de 2015, na Unidade Básica de Saúde Alberto Lima, do município de Santana do estado do Amapá. Assim iniciamos o levantamento dos dados mediante o monitoramento constante dos usuários, com preenchimento dos prontuários e planilha de coleta de dados disponibilizados pela especialização. No transcurso da intervenção foi possível cadastrar 545 usuários hipertensos e 166 usuários diabéticos, correspondendo respectivamente a 24,5% e 30,2% dos mesmos. Em todos os usuários participantes na intervenção foi realizado o exame clínico apropriado e a estratificação do risco cardiovascular. Todos os hipertensos e diabéticos cadastrados tiveram indicação de exames. Além disso, todos os usuários cadastrados no projeto receberam ações de promoção em saúde através de orientações sobre alimentação saudável, prática de atividade física regular, riscos do tabagismo e importância da higiene bucal. É importante destacar que o esforço realizado pela nossa equipe foi reconhecido pelos usuários, que demonstraram satisfação frente à intervenção. Concluindo, posso garantir que as ações desenvolvidas durante a intervenção foram incorporadas à rotina do serviço, melhorando o estado de saúde dos usuários hipertensos e diabéticos e a adesão ao programa, que permite aumentar a qualidade de vida dos mesmos da nossa área de abrangência.
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Este estudo se propôs a identificar os fármacos prescritos na Odontologia geradores de riscos de interações medicamentosas com drogas que estão sendo empregadas para o controle de doenças sistêmicas comuns na senilidade. Foi realizada uma pesquisa bibliográfica na Literatura Latino-Americana e do Caribe em Ciências da Saúde - LILACs, Scientific Electronic Library Online - SCIELO e nos manuais do Ministério da Saúde e da Secretaria Estadual de Saúde associado à identificação das principais drogas usadas em tratamento de doenças comumente associadas à senilidade como a diabetes mellitus, a hipertensão arterial, a depressão, a artrite reumatóide e outras patologias. Várias drogas para controle de doenças sistêmicas predispõem o paciente a risco de interações medicamentosas. Como resultado da pesquisa constatou-se que o uso de antiinflamatórios não esteroidais (AINES) está relacionado à atenuação dos efeitos anti-hipertensivos inibidores de enzima conversora de angiotensina, betabloqueadores e diuréticos; potencialização dos efeitos adversos do Lítio, do efeito antiagregante plaquetário dos anticoagulantes e dos efeitos tóxicos do antimetabólico Metotrexato. O analgésico dipirona quando interage com cloropromazina, antipsicótico, causa aumento das reações adversas. Os antimicrobianos prescritos pelo odontólogo aumentam as concentrações sanguíneas por déficit na excreção renal do Lítio, digoxina, ansiolíticos (midazolan e triazolan), teofilina, anticoagulantes orais e Metotrexato. Novas drogas com novos espectros de ação são comercializadas a cada ano, criando sempre a necessidade de familiarização do profissional com a literatura clínica atual permitindo prevenir respostas iatrogênicas associadas com o uso de várias drogas ao mesmo tempo. Conclui-se que os profissionais odontólogos devem ter o conhecimento dos padrões do uso dos medicamentos e das prescrições para os idosos, visto que este conhecimento constitui uma medida importantíssima para se evitar interações medicamentosas na terapêutica farmacológica proposta.
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As Doenças Crônicas Não Transmissíveis (DCNT) são consideradas como doenças epidêmicas. Estas são a Diabetes Mellitus, Hipertensão Arterial, Doença Cardiovascular e Doença Renal Crônica, estas doenças causam 60% das mortes em todo o mundo. Espera-se que elas sejam a principal causa de morte e incapacidade em 2020. O Brasil apresenta hoje uma maior expectativa de vida e aumento da concentração de pessoas idosas na população em geral, seguindo a tendência mundial. Ocorrem mudanças epidemiológicas com a diminuição das doenças infecto-parasitárias e predomínio das doenças crônicas não transmissíveis, entre elas a Diabetes Mellitus tipo II (DM II), tomando proporções crescentes no que se refere ao aparecimento de novos casos e complicações. Segundo dados da Federação Internacional de Diabetes (FID) até o ano 2030 o número de pessoas com diabetes deverá chegar a 439 milhões. Aqui no Brasil estima-se que haja 12 milhões de diabéticos, 76% deles acometidos pelo tipo II da doença, que é o tipo mais comum, porém o único que é quase totalmente evitável. A Diabetes Mellitus é um dos principais fatores de risco para o desenvolvimento de Doença Renal Crônica(DRC). Pelo menos 50% dos pacientes com diabetes têm microalbuminúria, o primeiro sinal de DRC, caracterizada por excreção de pequenas quantidades de albumina na urina. Destes 50%, cerca de um terço irá desenvolver uma doença grave o suficiente para chegar à fase terminal, e exigem, portanto, diálise e transplante renal. Na verdade, a Diabetes Mellitus é hoje a principal causa de admissão de diálise no mundo. Além disso, foi demonstrado que pacientes com microalbuminúria têm um risco de doenças vasculares tais como infarto agudo do miocárdio ou acidente vascular cerebral, entre duas e três vezes mais elevadas do que os pacientes diabéticos sem microalbuminúria.