1000 resultados para CINE - ESTETICA
Bienvenido, Míster Truman: Estados Unidos y Europa en el cine norteamericano de la posguerra mundial
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El Consejo Social de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, en colaboración con el Vicerrectorado de Cultura y Deporte, instituyó en 2006 varios premios anuales para fomentar la creatividad entre los estudiantes inscritos en dicha Universidad... Se acordó otorgar el Primer Premio de este IV Concurso de Creación Multimedia, modalidad Cine Corto a don Rubén Melián Alemán, por su creación titulada Mi vida... un videoclip, el segundo a Beatriz Sidi Perdomo por su creación titulada Sivodnia Joladna y el tercero a doña Fayna Padrón Cano y doña Attasa Cabrera Pérez por su creación titulada Dos días.
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The research is an itinerary from the discovery of the force of Love in the Song of Songs, where the human figure is given entirely through aesthetics, right to the agony of the other's death, where ethics, the "Severe Name of Love", is the only guard left; a journey through the contradictions of human mind, that, though aiming at Good, Beauty, Happiness, is completely immersed into the darkness of its finiteness and into evil. The consciousness leads to the creation of a world whose essential prefiguration is the Beauty; whose fundamental expression is the Good. Ethics must translate itself in responsability towards the other, in the history. This immersion into reality preserves the aesthetic and ethic dimension from the temptation of absolutizing the finite. In this work, the proximity and divergence between the aesthetic and ethic dimension is analysed, with reference to significant moments of the philosophical reflection, namely in the thought of Ingarden, Tishner and Levinas.
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Facultad de Traducción e Interpretación
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L’ermeneutica filosofica di Hans-Georg Gadamer – indubbiamente uno dei capisaldi del pensiero novecentesco – rappresenta una filosofia molto composita, sfaccettata e articolata, per così dire formata da una molteplicità di dimensioni diverse che si intrecciano l’una con l’altra. Ciò risulta evidente già da un semplice sguardo alla composizione interna della sua opera principale, Wahrheit und Methode (1960), nella quale si presenta una teoria del comprendere che prende in esame tre differenti dimensioni dell’esperienza umana – arte, storia e linguaggio – ovviamente concepite come fondamentalmente correlate tra loro. Ma questo quadro d’insieme si complica notevolmente non appena si prendano in esame perlomeno alcuni dei numerosi contributi che Gadamer ha scritto e pubblicato prima e dopo il suo opus magnum: contributi che testimoniano l’importante presenza nel suo pensiero di altre tematiche. Di tale complessità, però, non sempre gli interpreti di Gadamer hanno tenuto pienamente conto, visto che una gran parte dei contributi esegetici sul suo pensiero risultano essenzialmente incentrati sul capolavoro del 1960 (ed in particolare sui problemi della legittimazione delle Geisteswissenschaften), dedicando invece minore attenzione agli altri percorsi che egli ha seguito e, in particolare, alla dimensione propriamente etica e politica della sua filosofia ermeneutica. Inoltre, mi sembra che non sempre si sia prestata la giusta attenzione alla fondamentale unitarietà – da non confondere con una presunta “sistematicità”, da Gadamer esplicitamente respinta – che a dispetto dell’indubbia molteplicità ed eterogeneità del pensiero gadameriano comunque vige al suo interno. La mia tesi, dunque, è che estetica e scienze umane, filosofia del linguaggio e filosofia morale, dialogo con i Greci e confronto critico col pensiero moderno, considerazioni su problematiche antropologiche e riflessioni sulla nostra attualità sociopolitica e tecnoscientifica, rappresentino le diverse dimensioni di un solo pensiero, le quali in qualche modo vengono a convergere verso un unico centro. Un centro “unificante” che, a mio avviso, va individuato in quello che potremmo chiamare il disagio della modernità. In altre parole, mi sembra cioè che tutta la riflessione filosofica di Gadamer, in fondo, scaturisca dalla presa d’atto di una situazione di crisi o disagio nella quale si troverebbero oggi il nostro mondo e la nostra civiltà. Una crisi che, data la sua profondità e complessità, si è per così dire “ramificata” in molteplici direzioni, andando ad investire svariati ambiti dell’esistenza umana. Ambiti che pertanto vengono analizzati e indagati da Gadamer con occhio critico, cercando di far emergere i principali nodi problematici e, alla luce di ciò, di avanzare proposte alternative, rimedi, “correttivi” e possibili soluzioni. A partire da una tale comprensione di fondo, la mia ricerca si articola allora in tre grandi sezioni dedicate rispettivamente alla pars destruens dell’ermeneutica gadameriana (prima e seconda sezione) ed alla sua pars costruens (terza sezione). Nella prima sezione – intitolata Una fenomenologia della modernità: i molteplici sintomi della crisi – dopo aver evidenziato come buona parte della filosofia del Novecento sia stata dominata dall’idea di una crisi in cui verserebbe attualmente la civiltà occidentale, e come anche l’ermeneutica di Gadamer possa essere fatta rientrare in questo discorso filosofico di fondo, cerco di illustrare uno per volta quelli che, agli occhi del filosofo di Verità e metodo, rappresentano i principali sintomi della crisi attuale. Tali sintomi includono: le patologie socioeconomiche del nostro mondo “amministrato” e burocratizzato; l’indiscriminata espansione planetaria dello stile di vita occidentale a danno di altre culture; la crisi dei valori e delle certezze, con la concomitante diffusione di relativismo, scetticismo e nichilismo; la crescente incapacità a relazionarsi in maniera adeguata e significativa all’arte, alla poesia e alla cultura, sempre più degradate a mero entertainment; infine, le problematiche legate alla diffusione di armi di distruzione di massa, alla concreta possibilità di una catastrofe ecologica ed alle inquietanti prospettive dischiuse da alcune recenti scoperte scientifiche (soprattutto nell’ambito della genetica). Una volta delineato il profilo generale che Gadamer fornisce della nostra epoca, nella seconda sezione – intitolata Una diagnosi del disagio della modernità: il dilagare della razionalità strumentale tecnico-scientifica – cerco di mostrare come alla base di tutti questi fenomeni egli scorga fondamentalmente un’unica radice, coincidente peraltro a suo giudizio con l’origine stessa della modernità. Ossia, la nascita della scienza moderna ed il suo intrinseco legame con la tecnica e con una specifica forma di razionalità che Gadamer – facendo evidentemente riferimento a categorie interpretative elaborate da Max Weber, Martin Heidegger e dalla Scuola di Francoforte – definisce anche «razionalità strumentale» o «pensiero calcolante». A partire da una tale visione di fondo, cerco quindi di fornire un’analisi della concezione gadameriana della tecnoscienza, evidenziando al contempo alcuni aspetti, e cioè: primo, come l’ermeneutica filosofica di Gadamer non vada interpretata come una filosofia unilateralmente antiscientifica, bensì piuttosto come una filosofia antiscientista (il che naturalmente è qualcosa di ben diverso); secondo, come la sua ricostruzione della crisi della modernità non sfoci mai in una critica “totalizzante” della ragione, né in una filosofia della storia pessimistico-negativa incentrata sull’idea di un corso ineluttabile degli eventi guidato da una razionalità “irrazionale” e contaminata dalla brama di potere e di dominio; terzo, infine, come la filosofia di Gadamer – a dispetto delle inveterate interpretazioni che sono solite scorgervi un pensiero tradizionalista, autoritario e radicalmente anti-illuminista – non intenda affatto respingere l’illuminismo scientifico moderno tout court, né rinnegarne le più importanti conquiste, ma più semplicemente “correggerne” alcune tendenze e recuperare una nozione più ampia e comprensiva di ragione, in grado di render conto anche di quegli aspetti dell’esperienza umana che, agli occhi di una razionalità “limitata” come quella scientista, non possono che apparire come meri residui di irrazionalità. Dopo aver così esaminato nelle prime due sezioni quella che possiamo definire la pars destruens della filosofia di Gadamer, nella terza ed ultima sezione – intitolata Una terapia per la crisi della modernità: la riscoperta dell’esperienza e del sapere pratico – passo quindi ad esaminare la sua pars costruens, consistente a mio giudizio in un recupero critico di quello che egli chiama «un altro tipo di sapere». Ossia, in un tentativo di riabilitazione di tutte quelle forme pre- ed extra-scientifiche di sapere e di esperienza che Gadamer considera costitutive della «dimensione ermeneutica» dell’esistenza umana. La mia analisi della concezione gadameriana del Verstehen e dell’Erfahrung – in quanto forme di un «sapere pratico (praktisches Wissen)» differente in linea di principio da quello teorico e tecnico – conduce quindi ad un’interpretazione complessiva dell’ermeneutica filosofica come vera e propria filosofia pratica. Cioè, come uno sforzo di chiarificazione filosofica di quel sapere prescientifico, intersoggettivo e “di senso comune” effettivamente vigente nella sfera della nostra Lebenswelt e della nostra esistenza pratica. Ciò, infine, conduce anche inevitabilmente ad un’accentuazione dei risvolti etico-politici dell’ermeneutica di Gadamer. In particolare, cerco di esaminare la concezione gadameriana dell’etica – tenendo conto dei suoi rapporti con le dottrine morali di Platone, Aristotele, Kant e Hegel – e di delineare alla fine un profilo della sua ermeneutica filosofica come filosofia del dialogo, della solidarietà e della libertà.
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Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia, semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura, ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante, di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura. Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà, risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico. Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte, che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario, dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di finzione e ricezione.
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Purpose: Respiratory motion causes substantial uncertainty in radiotherapy treatment planning. Four-dimensional computed tomography (4D-CT) is a useful tool to image tumor motion during normal respiration. Treatment margins can be reduced by targeting the motion path of the tumor. The expense and complexity of 4D-CT, however, may be cost-prohibitive at some facilities. We developed an image processing technique to produce images from cine CT that contain significant motion information without 4D-CT. The purpose of this work was to compare cine CT and 4D-CT for the purposes of target delineation and dose calculation, and to explore the role of PET in target delineation of lung cancer. Methods: To determine whether cine CT could substitute 4D-CT for small mobile lung tumors, we compared target volumes delineated by a physician on cine CT and 4D-CT for 27 tumors with intrafractional motion greater than 1 cm. We assessed dose calculation by comparing dose distributions calculated on respiratory-averaged cine CT and respiratory-averaged 4D-CT using the gamma index. A threshold-based PET segmentation model of size, motion, and source-to-background was developed from phantom scans and validated with 24 lung tumors. Finally, feasibility of integrating cine CT and PET for contouring was assessed on a small group of larger tumors. Results: Cine CT to 4D-CT target volume ratios were (1.05±0.14) and (0.97±0.13) for high-contrast and low-contrast tumors respectively which was within intraobserver variation. Dose distributions on cine CT produced good agreement (< 2%/1 mm) with 4D-CT for 71 of 73 patients. The segmentation model fit the phantom data with R2 = 0.96 and produced PET target volumes that matched CT better than 6 published methods (-5.15%). Application of the model to more complex tumors produced mixed results and further research is necessary to adequately integrate PET and cine CT for delineation. Conclusions: Cine CT can be used for target delineation of small mobile lesions with minimal differences to 4D-CT. PET, utilizing the segmentation model, can provide additional contrast. Additional research is required to assess the efficacy of complex tumor delineation with cine CT and PET. Respiratory-averaged cine CT can substitute respiratory-averaged 4D-CT for dose calculation with negligible differences.
DIGITAL BOUNDARY DETECTION, VOLUMETRIC AND WALL MOTION ANALYSIS OF LEFT VENTRICULAR CINE ANGIOGRAMS.
Resumo:
La Cumbre Mundial de la Sociedad de la Información y el Conocimiento (Ginebra 2003/Túnez 2005) establece que, entre otros importantes puntos, en el documento final firmado por más de 190 presidentes de los cinco continentes el derecho a la información, no sólo en lo que se refiere al acceso sino también el derecho a expresarse libremente. Por otro lado asume la necesidad de desarrollar infraestructuras, políticas públicas y de estado que aseguren los beneficios del desarrollo tecnológico, no sólo dentro de los limites del mercado sino también en educación y cultura. La necesidad de abordar el desarrollo y crecimiento de las TICs y la posibilidad de acortar la brecha tecnológica, como un paso más para acortar la brecha económica y social en todo el mundo, es un desafío que no sólo deben asumir los gobiernos o tecnólogos pro o contra el avance tecnológico, sino también docentes, investigadores y la sociedad en general. Asumir algunas tecnologías como nuevos medios de comunicación, narrativas multimediales y lenguajes integrados en un único soporte y permitirá no sólo reflexionar sobre las TICs en forma particular sino también pensarlas como una herramienta útil para promover nuevas y necesarias reflexiones con una participación amplia; asegurando el pluralismo y la democratización de la información que estas tecnologías han publicitado desde su lanzamiento, pero que sólo a través de programas de investigación y desarrollo de gobiernos, universidades y Sociedad Civil podrán ser realidad. El presente proyecto, se relaciona en forma directa con la investigación anterior de este grupo: “Medios Audiovisuales en Soporte Telemáticos para la Educación. Cine, Video y TV: Estampas de la Crisis"; profundizando en esta etapa las formas de divulgación del mismo y sobre todo generando una reflexión sobre el papel de las TICs en nuestra sociedad actual y definiendo estrategias que mejoren el acceso y la producción de información en forma masiva, plural, democrática y con altos niveles de participación ciudadana. El proyecto se enmarca en el tipo de actividad orientada al desarrollo experimental. Su objetivo es el relevamiento teórico, la producción audiovisual digital y la difusión masiva por redes y medios telemáticos de la problemática cotidiana social y cultural con que se expresa la crisis que vive nuestro país, región y provincia, con el fin de plasmar imágenes y contenidos de gran perdurabilidad por su registro digital, orientados a la generación de espacios para la reflexión y el replanteo teórico crítico acerca de lo que nos sucedió y sucede, sobre todo dentro de espacios educativos, culturales y de la Sociedad Civil, con el fin de aportar ideas, escenarios posibles y proyectos a la Sociedad y el momento que nos toca vivir. Ser parte de una hipótesis que remite al mundo de las imágenes y al desarrollo de las TICs como modo de registro y difusión esencial para testimoniar y reflexionar sobre la crisis actual y el papel progresista y democratizador que pueden jugar las nuevas tecnologías en la promoción de espacios físicos y virtuales para el reforzamiento de la ciudadanía plena. La metodología se establece a través de tres momentos diferentes: 1- Relevamiento teórico, a través de encuestas cuanti-cualitativas, entrevistas, análisis de casos y seguimiento de la información económica, política, social y cultural de los últimos años. 2- El tratamiento de la información audiovisual, en soportes digitales, seguirá los pasos metodológicos propios del proceso de pre-producción, producción y post-producción específico de una realización audiovisual. 3- La difusión a través de redes y medios telemáticos de los productos obtenidos y el seguimiento de los procesos dinámicos (sincrónicos y asincrónicos) de participación, intercambio de ideas, reflexiones y propuestas a través de internet y sus herramientas (foros y chats), videoconferencias, aulas virtuales, etc. Como resultado final, se espera obtener un conjunto de producciones en soportes digitales on y off-line con el fin de promover escenarios de debate, reflexión y propuestas dentro de ámbitos educativos (polimodal y superior) ONGs., OSC y espacios públicos y privados. Para la consecución de su objetivo, metodología y resultado la Universidad Nacional de Cuyo y la Facultad de Ciencias Políticas y Sociales, cuentan como centro de desarrollo e investigación en TICs con el Centro de Información (CICUNC), uno de los proyectos institucionales más importantes y adelantados tecnológicamente para la comunicación y la educación en el contexto de las Universidades Nacionales y uno de los centros tecnológicos y de producción de contenidos más avanzado del país y de América Latina.
Resumo:
Fil: Alberti, Miguel.