538 resultados para Mounir Khalil


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Fundação do Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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Mucoceles are the most common lesions of the minor salivary glands and typically appear as a fluctuant, bluish, nontender, submucosal swelling with a normal overlying mucosa. Mucoceles of the glands of Blandin-Nuhn (in the anterior portion of the ventral surface of the tongue) have been considered to be uncommon. This article reports an unusual case of a large extravasation mucocele involving the ventral surface of the tongue, which appeared after a lingual frenectomy.

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Paracoccidioidomycosis (PCM), a disease caused by the fungus Paracoccidioides brasiliensis (Pb), is highly prevalent in Brazil, where it is the principal cause of death by systemic mycoses. The disease primarily affects men aged 30-50 year old and usually starts as a pulmonary focus and then may spread to other organs and systems, including the joints. The present study aimed to develop an experimental model of paracoccidioidomycotic arthritis. Two-month-old male Wistar rats (n = 48) were used, divided in 6 groups: test groups EG/15 and EG/45 (received one dose of 100 mu l of saline containing 10(5) Pb viable yeasts in the knee); heat killed Pb-group HK/15 and HK/45 (received a suspension of 10(5) Pb nonviable yeasts in the knee) and control groups CG/15 and CG/45 (received only sterile saline in the knee). The rats were killed 15 and 45 days postinoculation. In contrast with the control rats, the histopathology of the joints of rats of the test groups (EG/15 and EG/45) revealed a picture of well-established PCM arthritis characterized by extensive sclerosing granulomatous inflammation with numerous multiple budding fungal cells. The X-ray examination revealed joint alterations in these groups. Only metabolic active fungi evoked inflammation. The experimental model was able to induce fungal arthritis in the knees of the rats infected with metabolic active P. brasiliensis. The disease tended to be regressive and restrained by the immune system. No evidence of fungal dissemination to the lungs was observed.

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INTRODUZIONE. Presentazione della ricerca e del metedo seguito per realizzarla. CAPITOLO PRIMO. Il contesto storico, politico e sociale di riferimento. - Storia della Siria, - La Siria politica e il conflitto israelo-palestinese - La società siriana: multiculturalismo, tradizione, islam. - Teatro e letteratura in Siria, e nel Bilad AlSham. CAPITOLO SECONDO. I testi. Traduzione integrale di due opere teatrali di Sa’d Allah Wannus. Breve presentazione. - “ Riti di segni e trasformazioni.”, (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), 1994. Il dramma si svolge nella Damasco del XIX secolo, dove un affare di morale e buon costume è il punto di partenza per la metamorfosi dei suoi protagonisti, mettendo a nudo le riflessioni, i desideri più intimi, le contraddizioni e le angosce di una società in crisi. Interessante l’analisi delle figure femminili di questa piece, le loro scelte, il loro ruolo nella società e soprattutto la presa di coscienza delle loro posizioni. - “ I giorni ubriachi.” , (Alayyam Almakhmura), 1997. Il ritratto di una famiglia siriana degli anni trenta. Due genitori, quattro figli, e un nipote che a distanza di anni decide di ripercorrere e raccontarci le loro storie.Una madre che vive tormentata dal suo spettro e che decide di abbandonare la propria famiglia e i propri figli per seguire un altro uomo. Un padre che tiene con violenza le redini delle proprie relazioni, e che rifiuta l’occidente in tutte le sue forme per restare aggrappato alle proprie tradizioni. Un figlio che sceglie l’ordine e la carriera militare, e che, incapace di risolvere il suo rapporto di dipendenza dalla madre, e di risolvere il conflitto tra la legge e un affetto quasi morboso, sceglie di suicidarsi. Un figlio che sceglie la via della perdizione, delle droghe, del furto e degli affari illegali, e che va incontro al successo e alla ricchezza... CAPITOLO TERZO. Biografia di Sa’d Allah Wannus, presentazione delle sue opere principali. Sa’d Allah Wannus (1941 – 1997) è sicuramente uno dei principali protagonisti nell’ambito del teatro arabo contemporaneo. Scrittore, critico, drammaturgo, riformatore, uomo impegnato politicamente, e infine essere umano nella lotta tra la vita e la morte (muore a 56 anni per tumore, dopo un lungo periodo di degenza). Mio intento è quello di analizzare l’opera di quest’autore, attraverso i suoi numerosi scritti e piece teatrali (purtroppo al giorno d’oggi ancora quasi interamente non tradotte dall’arabo), fino ad arrivare, attraverso queste, ad una lettura della società araba contemporanea, e al ruolo che il teatro assume al suo interno. Vita e opere di Sa’ad Allah Wannus. Nasce in Siria nel 1941 in un piccolo villaggio vicino alla città di Tartous, sulla costa mediterranea. Dopo aver terminato gli studi superiori, nel 1959, parte per Il Cairo (Egitto), per studiare giornalismo e letteratura. Rientra a Damasco nel 1964, lavorando al tempo stesso come funzionario al ministero della cultura e come redattore o giornalista in alcune riviste e quotidiani siriani. Nel 1966 parte per Parigi, dove studierà con Jean-Louis Barrault, e dove farà la conoscenza delle tendenze del teatro contemporaneo. Ha l’occasione di incontrare scrittori e critici importanti come Jean Genet e Bernard Dort, nonché di conoscere le teorie sul teatro di Brech e di Piscator, dai quali sarà chiaramente influenzato. In questi anni, e soprattutto in seguito agli avvenimenti del Maggio 1968, si sviluppa in modo determinante la sua coscienza politica, e sono questi gli anni in cui compone alcune tra le sue piece più importanti, come: Serata di gala per il 5 giugno (haflat samar min ajl khamsa huzayran) nel 1968, L’elefante, oh re del tempo! (al-fil, ya malik al-zaman!) 1969, Le avventure della testa del Mamelucco Jaber (Meghamarat ra’s al-mamluk Jabiir) 1970, Una serata con Abu-Khalil al- Qabbani (Sahra ma’a Abi Khalil Al-Qabbani) 1972, Il re è il re (al-malik uwa al-malik) 1977. Parallelamente porta avanti una intensa attività artistica e intellettuale. Soggiorna di nuovo in Francia e a Weimar, per portare a termine la sua formazione teatrale, fonda il Festival di teatro di Damasco, traduce e mette in scena numerosi spettacoli, scrive e pubblica numerosi articoli e una importante serie di studi sul teatro, intitolata: Manifesto per un nuovo teatro arabo (bayanat limasrah ‘arabi jadid) (1970). Scrive in numerose riviste e giornali e fonda la rivista La vita teatrale (al-hayyat al-masrahiyya), del quale sarà capo redattore. La visita del presidente egiziano Anouar Sadat a Gerusalemme nel 1977 e gli accordi di Camp David l’anno seguente, lo gettano in una profonda depressione. E’ l’inizio di un lungo periodo di silenzio e di smarrimento. Ritornerà a scrivere solamente nel 1989, con l’inizio della prima Intifada palestinese, scrive allora una piece teatrale intitolata Lo stupro (al-ightisab), dove presenta un’analisi della struttura dell’elite al potere in Israele. Questo testo apre una nuova epoca creativa, durante la quale Wannus compone alcuni testi molto importanti, nonostante la malattia e il cancro che gli viene diagnosticato nel 1992. Tra questi le pieces Miniature storiche (munamnamat tarakhiyya), nel 1993, e Rituali per una metamorfosi (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), nel 1994 e A proposito della memoria e della morte (‘an al-dhakira wa-l-mawt) nel 1996, una sua ultima opera in cui sono raccolti dei racconti, drammi brevi e una lunga meditazione sulla malattia e la morte. Nel 1997 l’UNESCO gli chiede di redigere il messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro, che si tiene ogni anno il 27 marzo. Nel 1997, poche settimane prima della sua scomparsa, realizza insieme ad Omar Almiralay il film documentario Il y a tant de choses a reconter, una intervista in cui Wannus parla della sua opera, e del conflitto Israelo-Palestinese. Muore a 56 anni, il 15 maggio 1997, per un’amara coincidenza proprio il giorno anniversario della creazione di Israele. Wannus drammaturgo engagè: l’importanza del conflitto israelo palestinese nella sua opera. Un’analisi dell’influenza e dell’importanza che le opere di Wannus hanno avuto nel seno della società araba, e soprattutto il suo impegno costante nell’uso del teatro come mezzo per la presa di coscienza del pubblico dei problemi della società contemporanea. Punto cardine dell’opera di Wannus, il conflitto israelo palestinese, e il tentativo costante in alcune sue opere di analizzarne le cause, le strutture, le parti, i giochi di potere. E’ il simbolo di tutta la generazione di Wannus, e delle successive. Analisi delle illusioni e dei miti che la società araba ripropone e che Wannus ha cercato più volte di mettere a nudo. La lotta contro le ipocrisie dei governi, e il tentativo di far prendere coscienza alla società araba del suo ruolo, e delle conseguenze delle sue azioni. L’individuo, la famiglia, la società ... il teatro. Distruggere le apparenze per mettere a nudo l’essere umano nella sua fragilità. CONCLUSIONI. APPENDICE: Intervista con Marie Elias BIBLIOGRAFIA.

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Sterne mit einer Anfangsmasse zwischen etwa 8 und 25 Sonnenmassen enden ihre Existenz mit einer gewaltigen Explosion, einer Typ II Supernova. Die hierbei entstehende Hoch-Entropie-Blase ist ein Bereich am Rande des sich bildenden Neutronensterns und gilt als möglicher Ort für den r-Prozess. Wegen der hohen Temperatur T innerhalb der Blase ist die Materie dort vollkommen photodesintegriert. Das Verhältnis von Neutronen zu Protonen wird durch die Elektronenhäufigkeit Ye beschrieben. Die thermodynamische Entwicklung des Systems wird durch die Entropie S gegeben. Da die Expansion der Blase schnell vonstatten geht, kann sie als adiabatisch betrachtet werden. Die Entropie S ist dann proportional zu T^3/rho, wobei rho die Dichte darstellt. Die explizite Zeitentwicklung von T und rho sowie die Prozessdauer hängen von Vexp, der Expansionsgeschwindigkeit der Blase, ab. Der erste Teil dieser Dissertation beschäftigt sich mit dem Prozess der Reaktionen mit geladenen Teilchen, dem alpha-Prozess. Dieser Prozess endet bei Temperaturen von etwa 3 mal 10^9 K, dem sogenannten "alpha-reichen" Freezeout, wobei überwiegend alpha-Teilchen, freie Neutronen sowie ein kleiner Anteil von mittelschweren "Saat"-Kernen im Massenbereich um A=100 gebildet werden. Das Verhältnis von freien Neutronen zu Saatkernen Yn/Yseed ist entscheidend für den möglichen Ablauf eines r-Prozesses. Der zweite Teil dieser Arbeit beschäftigt sich mit dem eigentlichen r-Prozess, der bei Neutronenanzahldichten von bis zu 10^27 Neutronen pro cm^3 stattfindet, und innerhalb von maximal 400 ms sehr neutronenreiche "Progenitor"-Isotope von Elementen bis zum Thorium und Uran bildet. Bei dem sich anschliessendem Ausfrieren der Neutroneneinfangreaktionen bei 10^9 K und 10^20 Neutronen pro cm^3 erfolgt dann der beta-Rückzerfall der ursprünglichen r-Prozesskerne zum Tal der Stabilität. Diese Nicht-Gleichgewichts-Phase wird in der vorliegenden Arbeit in einer Parameterstudie eingehend untersucht. Abschliessend werden astrophysikalische Bedingungen definiert, unter denen die gesamte Verteilung der solaren r-Prozess-Isotopenhäufigkeiten reproduziert werden können.

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Questo lavoro di traduzione nasce dal mio interesse per la traduzione dall’arabo all’italiano. Purtroppo, attualmente non sono moltissimi i libri tradotti dall’arabo ed è ancora scarso (rispetto ad altri paesi) l’interesse verso la vera letteratura araba, ed in particolar modo verso il genere del racconto breve. Oggigiorno, gli scaffali delle maggiori librerie in Italia riservano un angusto spazio ai libri tradotti dall’arabo. Certo, molto è stato realizzato in comparazione alla prima metà del Novecento, grazie anche all’assegnazione del premio Nobel per la letteratura nel 1988 a Naguib Mahfouz, evento che ha incentivato l’interesse verso gli scrittori in lingua araba. Tuttavia, sono convinta che si può stimolare in misura maggiore la lettura di romanzi e racconti che provengono dal così chiamato “Mondo arabo”, in riferimento a una vasta area geografia che comprende diversi stati, con un differente patrimonio culturale ma accomunati dall’uso della stessa lingua. A questo scopo, ho scelto di tradurre due racconti brevi di due diversi autori, entrambi dall’Egitto tracciando inizialmente la nascita di questo genere sino a delineare il suo valore odierno. Si tratta di due racconti che si allontanano dal modello de Le Mille e una notte, e diversamente da quest’ultime non godono della stessa notorietà. Non presentano tratti di esotismo che tanto affascinano i lettori occidentali e non si inseriscono tra le ultime tendenze letterarie. Si tratta di racconti fuori dagli schemi classici proposti dei racconti arabi già tradotti. Per tali motivi ho deciso di tradurli, in quanto sono convinta fermamente che la letteratura araba non sia solamente Naguib Mahfouz o Khalil Gibran (autori eccezionali senza dubbio), ma sia ricca di molti altri scrittori ancora da essere scoperti.

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Malignant rhabdoid tumor (MRT) of the liver is a rare malignancy with grave prognosis. This entity should be considered in the differential diagnosis of any aggressive liver tumor with low levels of alpha fetoprotein. We report 2 cases of hepatic MRT presenting in infancy. In these 2 cases, we show that loss of INI1 facilitates making the correct diagnosis of primary hepatic MRT utilizing BAF 47 (INI1 gene product) immunostains. Difficulty encountered in making this rare diagnosis, including the need for repeated biopsies, can be avoided if MRT is considered in the differential diagnosis early on and BAF 47 immunohistochemistry is ordered.

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Microbeam radiation therapy (MRT), a preclinical form of radiosurgery, uses spatially fractionated micrometre-wide synchrotron-generated X-ray beams. As MRT alone is predominantly palliative for animal tumors, the effects of the combination of MRT and a newly synthesized chemotherapeutic agent JAI-51 on 9L gliosarcomas have been evaluated. Fourteen days (D14) after implantation (D0), intracerebral 9LGS-bearing rats received either MRT, JAI-51 or both treatments. JAI-51, alone or immediately after MRT, was administered three times per week. Animals were kept up to ∼20 weeks after irradiation or sacrificed at D16 or D28 after treatment for cell cycle analysis. MRT plus JAI-51 increased significantly the lifespan compared with MRT alone (p = 0.0367). JAI-51 treatment alone had no effect on rat survival. MRT alone or associated with JAI-51 induced a cell cycle blockade in G2/M (p < 0.01) while the combined treatment also reduced the proportion of G0/G1 cells. At D28 after irradiation, MRT and MRT/JAI-51 had a smaller cell blockade effect in the G2/M phase owing to a significant increase in tumor cell death rate (<2c) and a proportional increase of endoreplicative cells (>8c). The combination of MRT and JAI-51 increases the survival of 9LGS-bearing rats by inducing endoreduplication of DNA and tumor cell death; further, it slowed the onset of tumor growth resumption two weeks after treatment.

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The purpose of the study is to determine the effects of the BIG 1-98 treatments on bone mineral density. BIG 1-98 compared 5-year adjuvant hormone therapy in postmenopausal women allocated to four groups: tamoxifen (T); letrozole (L); 2-years T, 3-years L (TL); and 2-years L, 3-years T (LT). Bone mineral density T-score was measured prospectively annually by dual energy X-ray absorption in 424 patients enrolled in a sub-study after 3 (n = 150), 4 (n = 200), and 5 years (n = 74) from randomization, and 1 year after treatment cessation. Prevalence of osteoporosis and the association of C-telopeptide, osteocalcin, and bone alkaline phosphatase with T-scores were assessed. At 3 years, T had the highest and TL the lowest T-score. All arms except for LT showed a decline up to 5 years, with TL exhibiting the greatest. At 5 years, there were significant differences on lumbar T-score only between T and TL, whereas for femur T-score, differences were significant for T versus L or TL, and L versus LT. The 5-year prevalence of spine and femur osteoporosis was the highest on TL (14.5 %, 7.1 %) then L (4.3 %, 5.1 %), LT (4.2 %, 1.4 %) and T (4 %, 0). C-telopeptide and osteocalcin were significantly associated with T-scores. While adjuvant L increases bone mineral density loss compared with T, the sequence LT has an acceptable bone safety profile. C-telopeptide and osteocalcin are useful markers of bone density that may be used to monitor bone health during treatment. The sequence LT may be a valid treatment option in patients with low and intermediate risk of recurrence.

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Purpose Skeletal-related events represent a substantial burden for patients with advanced cancer. Randomized, controlled studies suggested superiority of denosumab over zoledronic acid in the prevention of skeletal-related events in metastatic cancer patients, with a favorable safety profile. Experts gathered at the 2012 Skeletal Care Academy in Istanbul to bring forward practical recommendations, based on current evidence, for the use of denosumab in patients with bone metastases of lung cancer. Recommendations Based on current evidence, use of denosumab in lung cancer patients with confirmed bone metastases is recommended. It is important to note that clinical judgment should take into consideration the patient’s general performance status, overall prognosis, and live expectancy. Currently, the adverse event profile reported for denosumab includes hypocalcemia and infrequent occurrence of osteonecrosis of the jaw. Therefore, routine calcium and vitamin D supplementation, along with dental examination prior to denosumab initiation are recommended. There is no evidence for renal function impairment due to denosumab administration. At present, there is no rationale to discourage concomitant use of denosumab and surgery or radiotherapy.

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The aim of this perspective article is to share with the community of ion channel scientists our thoughts and expectations regarding the increasing role that computational tools will play in the future of our field. The opinions and comments detailed here are the result of a 3-day long international exploratory workshop that took place in October 2013 and that was supported by the Swiss National Science Foundation.

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BACKGROUND Idiopathic pulmonary fibrosis (IPF) is characterized by formation and proliferation of fibroblast foci. Endothelin-1 induces lung fibroblast proliferation and contractile activity via the endothelin A (ETA) receptor. OBJECTIVE To determine whether ambrisentan, an ETA receptor-selective antagonist, reduces the rate of IPF progression. DESIGN Randomized, double-blind, placebo-controlled, event-driven trial. (ClinicalTrials.gov: NCT00768300). SETTING Academic and private hospitals. PARTICIPANTS Patients with IPF aged 40 to 80 years with minimal or no honeycombing on high-resolution computed tomography scans. INTERVENTION Ambrisentan, 10 mg/d, or placebo. MEASUREMENTS Time to disease progression, defined as death, respiratory hospitalization, or a categorical decrease in lung function. RESULTS The study was terminated after enrollment of 492 patients (75% of intended enrollment; mean duration of exposure to study medication, 34.7 weeks) because an interim analysis indicated a low likelihood of showing efficacy for the end point by the scheduled end of the study. Ambrisentan-treated patients were more likely to meet the prespecified criteria for disease progression (90 [27.4%] vs. 28 [17.2%] patients; P = 0.010; hazard ratio, 1.74 [95% CI, 1.14 to 2.66]). Lung function decline was seen in 55 (16.7%) ambrisentan-treated patients and 19 (11.7%) placebo-treated patients (P = 0.109). Respiratory hospitalizations were seen in 44 (13.4%) and 9 (5.5%) patients in the ambrisentan and placebo groups, respectively (P = 0.007). Twenty-six (7.9%) patients who received ambrisentan and 6 (3.7%) who received placebo died (P = 0.100). Thirty-two (10%) ambrisentan-treated patients and 16 (10%) placebo-treated patients had pulmonary hypertension at baseline, and analysis stratified by the presence of pulmonary hypertension revealed similar results for the primary end point. LIMITATION The study was terminated early. CONCLUSION Ambrisentan was not effective in treating IPF and may be associated with an increased risk for disease progression and respiratory hospitalizations. PRIMARY FUNDING SOURCE Gilead Sciences.

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Among rodent models for brain tumors, the 9L gliosarcoma is one of the most widely used. Our 9L-European Synchrotron Radiation Facility (ESRF) model was developed from cells acquired at the Brookhaven National Laboratory (NY, USA) in 1997 and implanted in the right caudate nucleus of syngeneic Fisher rats. It has been largely used by the user community of the ESRF during the last decade, for imaging, radiotherapy, and chemotherapy, including innovative treatments based on particular irradiation techniques and/or use of new drugs. This work presents a detailed study of its characteristics, assessed by magnetic resonance imaging (MRI), histology, immunohistochemistry, and cytogenetic analysis. The data used for this work were from rats sampled in six experiments carried out over a 3-year period in our lab (total number of rats = 142). The 9L-ESRF tumors were induced by a stereotactic inoculation of 10(4) 9L cells in the right caudate nucleus of the brain. The assessment of vascular parameters was performed by MRI (blood volume fraction and vascular size index) and by immunostaining of vessels (rat endothelial cell antigen-1 and type IV collagen). Immunohistochemistry and regular histology were used to describe features such as tumor cell infiltration, necrosis area, nuclear pleomorphism, cellularity, mitotic characteristics, leukocytic infiltration, proliferation, and inflammation. Moreover, for each of the six experiments, the survival of the animals was assessed and related to the tumor growth observed by MRI or histology. Additionally, the cytogenetic status of the 9L cells used at ESRF lab was investigated by comparative genomics hybridization analysis. Finally, the response of the 9L-ESRF tumor to radiotherapy was estimated by plotting the survival curves after irradiation. The median survival time of 9L-ESRF tumor-bearing rats was highly reproducible (19-20 days). The 9L-ESRF tumors presented a quasi-exponential growth, were highly vascularized with a high cellular density and a high proliferative index, accompanied by signs of inflammatory responses. We also report an infiltrative pattern which is poorly observed on conventional 9 L tumor. The 9L-ESRF cells presented some cytogenetic specificities such as altered regions including CDK4, CDKN2A, CDKN2B, and MDM2 genes. Finally, the lifespan of 9L-ESRF tumor-bearing rats was enhanced up to 28, 35, and 45 days for single doses of 10, 20, and 2 × 20 Gy, respectively. First, this report describes an animal model that is used worldwide. Second, we describe few features typical of our model if compared to other 9L models worldwide. Altogether, the 9L-ESRF tumor model presents characteristics close to the human high-grade gliomas such as high proliferative capability, high vascularization and a high infiltrative pattern. Its response to radiotherapy demonstrates its potential as a tool for innovative radiotherapy protocols.

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Pelvic discontinuity is a complex problem in revision total hip arthroplasty. Although rare, the incidence is likely to increase due to the ageing population and the increasing number of total hip arthroplasties being performed. The various surgical options available to solve this problem include plating, massive allografts, reconstruction rings, custom triflanged components and tantalum implants. However, the optimal solution remains controversial. None of the known methods completely solves the major obstacles associated with this problem, such as restoration of massive bone loss, implant failure in the short- and long-term and high complication rates. This review discusses the diagnosis, decision making, and treatment options of pelvic discontinuity in revision total hip arthroplasty.