917 resultados para Façades of buildings
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Il contesto nazionale è cambiato recentemente per l’introduzione del nuovo Sistema Geodetico coincidente con quello Europeo (ETRS89, frame ETRF00) e realizzato dalle stazioni della Rete Dinamica Nazionale. Sistema geodetico, associato al cartografico UTM_ETRF00, divenuto per decreto obbligatorio nelle Pubbliche Amministrazioni. Questo cambiamento ha consentito di ottenere rilevamenti dei dati cartografici in coordinate assolute ETRF00 molto più accurate. Quando i dati così rilevati vengono utilizzati per aggiornamenti cartografici perdono le coordinate originarie e vengono adattati a particolari cartografici circostanti. Per progettare una modernizzazione delle mappe catastali e delle carte tecniche finalizzata a consentire l’introduzione degli aggiornamenti senza modificarne le coordinate assolute originarie, lo studio è iniziato valutando come utilizzare sviluppi di strutturazione dei dati topografici presenti nel Database Geotopografico, modellizzazioni 3D di fabbricati nelle esperienze catastali INSPIRE, integrazioni in ambito MUDE tra progetti edilizi e loro realizzazioni. Lo studio è proseguito valutando i servizi di posizionamento in tempo reale NRTK presenti in Italia. Inoltre sono state effettuate sperimentazioni per verificare anche in sede locale la precisione e l’affidabilità dei servizi di posizionamento presenti. La criticità della cartografia catastale deriva sostanzialmente dal due fatti: che originariamente fu inquadrata in 850 Sistemi e successivamente fu trasformata in Roma40 con una esigua densità di punti rimisurati; che fino al 1988 fu aggiornata con modalità non rigorose di bassa qualità. Per risolvere tali criticità si è quindi ipotizzato di sfruttare le modalità di rilevamento NRTK per aumentare localmente la densità dei punti rimisurati e reinquadrare le mappe catastali. Il test, realizzato a Bologna, ha comportato un’analisi preliminare per individuare quali Punti Fiduciali considerare coerenti con le specifiche cartografiche per poi utilizzarli e aumentare localmente la densità dei punti rimisurati. La sperimentazione ha consentito la realizzazione del progetto e di inserire quindi i prossimi aggiornamenti senza modificarne le coordinate ETRF00 ottenute dal servizio di posizionamento.
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Nella presente tesi è proposta una metodologia per lo studio e la valutazione del comportamento sismico di edifici a telaio. Il metodo prevede la realizzazione di analisi non-lineari su modelli equivalenti MDOF tipo stick, in accordo alla classificazione data nel report FEMA 440. Gli step per l’applicazione del metodo sono descritti nella tesi. Per la validazione della metodologia si sono utilizzati confronti con analisi time-history condotte su modelli tridimensionali dettagliati delle strutture studiate (detailed model). I parametri ingegneristici considerati nel confronto, nell’ottica di utilizzare il metodo proposto in un approccio del tipo Displacement-Based Design sono lo spostamento globale in sommità, gli spostamenti di interpiano, le forze di piano e la forza totale alla base. I risultati delle analisi condotte sui modelli stick equivalenti, mostrano una buona corrispondenza, ottima in certi casi, con quelli delle analisi condotte sui modelli tridimensionali dettagliati. Le time-history realizzate sugli stick model permettono però, un consistente risparmio in termini di onere computazionale e di tempo per il post-processing dei risultati ottenuti.
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La recente Direttiva 31/2010 dell’Unione Europea impone agli stati membri di riorganizzare il quadro legislativo nazionale in materia di prestazione energetica degli edifici, affinchè tutte le nuove costruzioni presentino dal 1° gennaio 2021 un bilancio energetico tendente allo zero; termine peraltro anticipato al 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici. La concezione di edifici a energia “quasi” zero (nZEB) parte dal presupposto di un involucro energeticamente di standard passivo per arrivare a compensare, attraverso la produzione preferibilmente in sito di energia da fonti rinnovabili, gli esigui consumi richiesti su base annuale. In quest’ottica la riconsiderazione delle potenzialità dell’architettura solare individua degli strumenti concreti e delle valide metodologie per supportare la progettazione di involucri sempre più performanti che sfruttino pienamente una risorsa inesauribile, diffusa e alla portata di tutti come quella solare. Tutto ciò in considerazione anche della non più procrastinabile necessità di ridurre il carico energetico imputabile agli edifici, responsabili come noto di oltre il 40% dei consumi mondiali e del 24% delle emissioni di gas climalteranti. Secondo queste premesse la ricerca pone come centrale il tema dell’integrazione dei sistemi di guadagno termico, cosiddetti passivi, e di produzione energetica, cosiddetti attivi, da fonte solare nell’involucro architettonico. Il percorso sia analitico che operativo effettuato si è posto la finalità di fornire degli strumenti metodologici e pratici al progetto dell’architettura, bisognoso di un nuovo approccio integrato mirato al raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico. Attraverso una ricognizione generale del concetto di architettura solare e dei presupposti teorici e terminologici che stanno alla base della stessa, la ricerca ha prefigurato tre tipologie di esito finale: una codificazione delle morfologie ricorrenti nelle realizzazioni solari, un’analisi comparata del rendimento solare nelle principali aggregazioni tipologiche edilizie e una parte importante di verifica progettuale dove sono stati applicati gli assunti delle categorie precedenti
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Social Housing and energy performance in a study case in Queimados within the Programa Minha Casa Minha Vida: analysis and proposals for improvement. The thesis in based on a personal experience lived in Brazil, working with a firm that deals with the construction of housing, for the population with incomes between 1.600 R$ and 3.100 R$ per month, in the Programa Minha Casa Minha Vida. Thanks to the construction site and contact with the local people, it was possible to attend to the construction phases and to understand the pros and cons of this Program. Working with the company made also possible to know the costs of the construction and to see that they reached the limit budget imposed by the Program (160.000 R$). Between the critical aspects of the program there is the fact that it doesn’t deal with the energy consumptions of buildings. For that reason it was interesting to calculate the energy requirements for cooling- using the software EnergyPlus and Legacy Opens Studio plug-in for Google Sketchup- and, later, to try to propose ideas for improving performances and reduce energy consumption introducing: increase in the wall mass, frame windows and patio doors, exterior blinds, wall shading on the west side. From the analysis of these simulations, considering the decrease of energy requirements for cooling, the decrease of operative and mean radiant temperatures and costs, the most convenient proposal was the exterior curtain. As all these assumptions were too expensive for the program it was analyzed how the behavior of the inhabitants influence energy consumption. Thinking of an intelligent ventilation –opening windows while the outside temperature is lower than the inside one- the reduction of energy requirements is about 27%. These result is really important, if you consider that it is obtained without spending more money.
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Snow avalanches pose a threat to settlements and infrastructure in alpine environments. Due to the catastrophic events in recent years, the public is more aware of this phenomenon. Alpine settlements have always been confronted with natural hazards, but changes in land use and in dealing with avalanche hazards lead to an altering perception of this threat. In this study, a multi-temporal risk assessment is presented for three avalanche tracks in the municipality of Galtür, Austria. Changes in avalanche risk as well as changes in the risk-influencing factors (process behaviour, values at risk (buildings) and vulnerability) between 1950 and 2000 are quantified. An additional focus is put on the interconnection between these factors and their influence on the resulting risk. The avalanche processes were calculated using different simulation models (SAMOS as well as ELBA+). For each avalanche track, different scenarios were calculated according to the development of mitigation measures. The focus of the study was on a multi-temporal risk assessment; consequently the used models could be replaced with other snow avalanche models providing the same functionalities. The monetary values of buildings were estimated using the volume of the buildings and average prices per cubic meter. The changing size of the buildings over time was inferred from construction plans. The vulnerability of the buildings is understood as a degree of loss to a given element within the area affected by natural hazards. A vulnerability function for different construction types of buildings that depends on avalanche pressure was used to assess the degree of loss. No general risk trend could be determined for the studied avalanche tracks. Due to the high complexity of the variations in risk, small changes of one of several influencing factors can cause considerable differences in the resulting risk. This multi-temporal approach leads to better understanding of the today's risk by identifying the main changes and the underlying processes. Furthermore, this knowledge can be implemented in strategies for sustainable development in Alpine settlements.
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La vitivinicultura en la provincia de Mendoza, Argentina, se desarrolló a escala industrial y moderna a partir de fines del siglo XIX e inició su declinación en la década de 1970, lo que desencadenó la segunda modernización vitivinícola desde la de 1980. Las necesidades funcionales de esta época requirieron de construcciones con fines tanto habitacionales como productivos, lo que dio origen a conjuntos o complejos edilicios denominados establecimientos vitivinícolas. Las bodegas integrantes de estos conjuntos son los edificios destinados a elaborar vino; es decir, los cuerpos productivos donde se desarrolla la actividad vitivinícola. El resto de las edificaciones sirven de soporte para dicha actividad. Las unidades funcionales requeridas en los establecimientos han variado en el tiempo: se fueron adaptando de acuerdo con las diversas exigencias productivas de cada momento. En la actualidad, los establecimientos vitivinícolas que fueron construidos desde 1870 a 1970 se pueden encontrar adaptados a las nuevas exigencias productivas y en funcionamiento, o en un completo abandono. Los conjuntos de construcciones, junto a diversos implementos que los integran, son testimonios, huellas de otras realidades y conocimientos que acontecieron en ellos. Por ello, en el presente trabajo nos proponemos un análisis histórico-arquitectónico sobre la evolución de la materialidad de los establecimientos vitivinícolas desde 1870 hasta 1970; focalizamos nuestro estudio en comprender su crecimiento edilicio y el motivo de la distribución y ubicación de las diversas edificaciones que los integraron, en estrecha relación con la función y el marco contextual al que pertenecen
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La vitivinicultura en la provincia de Mendoza, Argentina, se desarrolló a escala industrial y moderna a partir de fines del siglo XIX e inició su declinación en la década de 1970, lo que desencadenó la segunda modernización vitivinícola desde la de 1980. Las necesidades funcionales de esta época requirieron de construcciones con fines tanto habitacionales como productivos, lo que dio origen a conjuntos o complejos edilicios denominados establecimientos vitivinícolas. Las bodegas integrantes de estos conjuntos son los edificios destinados a elaborar vino; es decir, los cuerpos productivos donde se desarrolla la actividad vitivinícola. El resto de las edificaciones sirven de soporte para dicha actividad. Las unidades funcionales requeridas en los establecimientos han variado en el tiempo: se fueron adaptando de acuerdo con las diversas exigencias productivas de cada momento. En la actualidad, los establecimientos vitivinícolas que fueron construidos desde 1870 a 1970 se pueden encontrar adaptados a las nuevas exigencias productivas y en funcionamiento, o en un completo abandono. Los conjuntos de construcciones, junto a diversos implementos que los integran, son testimonios, huellas de otras realidades y conocimientos que acontecieron en ellos. Por ello, en el presente trabajo nos proponemos un análisis histórico-arquitectónico sobre la evolución de la materialidad de los establecimientos vitivinícolas desde 1870 hasta 1970; focalizamos nuestro estudio en comprender su crecimiento edilicio y el motivo de la distribución y ubicación de las diversas edificaciones que los integraron, en estrecha relación con la función y el marco contextual al que pertenecen
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La vitivinicultura en la provincia de Mendoza, Argentina, se desarrolló a escala industrial y moderna a partir de fines del siglo XIX e inició su declinación en la década de 1970, lo que desencadenó la segunda modernización vitivinícola desde la de 1980. Las necesidades funcionales de esta época requirieron de construcciones con fines tanto habitacionales como productivos, lo que dio origen a conjuntos o complejos edilicios denominados establecimientos vitivinícolas. Las bodegas integrantes de estos conjuntos son los edificios destinados a elaborar vino; es decir, los cuerpos productivos donde se desarrolla la actividad vitivinícola. El resto de las edificaciones sirven de soporte para dicha actividad. Las unidades funcionales requeridas en los establecimientos han variado en el tiempo: se fueron adaptando de acuerdo con las diversas exigencias productivas de cada momento. En la actualidad, los establecimientos vitivinícolas que fueron construidos desde 1870 a 1970 se pueden encontrar adaptados a las nuevas exigencias productivas y en funcionamiento, o en un completo abandono. Los conjuntos de construcciones, junto a diversos implementos que los integran, son testimonios, huellas de otras realidades y conocimientos que acontecieron en ellos. Por ello, en el presente trabajo nos proponemos un análisis histórico-arquitectónico sobre la evolución de la materialidad de los establecimientos vitivinícolas desde 1870 hasta 1970; focalizamos nuestro estudio en comprender su crecimiento edilicio y el motivo de la distribución y ubicación de las diversas edificaciones que los integraron, en estrecha relación con la función y el marco contextual al que pertenecen
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En los últimos tiempos, el estudio japonés SANAA ha realizado una serie de obras que le han puesto en el punto de mira de la arquitectura internacional, y que se ha visto reflejado en la concesión en el año 2010 del premio Pritzker a Kazuyo Sejima y Ryue Nishizawa por toda una carrera de trabajo ininterrumpido. SANAA ha construido una serie de edificios que han supuesto una gran influencia en el contexto de la arquitectura mundial y que está contribuyendo al trabajo de muchísimos arquitectos jóvenes, tanto en Japón como fuera de él, y su trabajo se estudia y analiza en las escuelas de arquitectura de medio mundo. La tesis doctoral, estudia el parque de SANAA desde las diversas formas en las que éste se presenta, parques por continuidad, o parques por acumulación, como una excusa para el estudio de los diferentes mecanismos arquitectónicos en los que se basa su modo de proyectar. Dichos mecanismos forman parte ya de una forma de proyectar contemporánea y su estudio permite la comprensión de algunos de los fenómenos arquitectónicos más interesantes que se están produciendo en la arquitectura de nuestro tiempo. La revelación de estos mecanismos supone el sacar a la luz gran parte de los procesos y desarrollos de proyecto, que por la lacónica manera de dibujar de SANAA, quedan ocultos la mayoría de las veces y, tan solo es percibido en una visita lenta y pausada por el edificio. El documento aquí presentado se convierte entonces, en una investigación, en la que el doctorando, como un detective, rastrea los proyectos de SANAA buscando aquellos mecanismos que permiten discernir el verdadero significado de conceptos como laberinto, jerarquía, orden, atmósfera o experiencia a lo largo de los principales proyectos de espacio horizontal de Sejima y Nishizawa. La tesis intenta por tanto dar forma a las principales referencias que constituyen el universo imaginario del estudio japonés y que, ya son parte de la cultura arquitectónica contemporánea. ABSTRACT In recent times, the Japanese Studio SANAA has produced a number of works that have taken it to the front sight of international architecture. This has led Kazuyo Sejima and Ryue Nishizawa to receiving the 2010 Pritzer award for an uninterrupted career. SANAA has built a series of buildings that have greatly influenced global architecture. Moreover, it is contributing to the work of many young architects, both in Japan and outside Japan. Its work is studied and assessed by architecture schools all over the world. This Doctoral thesis analyses the SANAA Park from all the perspectives it shows, parks by continuity or parks by accumulation, as an excuse to study different architectural mechanisms in which its way of projecting is based. Such mechanisms already are part of a contemporaneous way of projecting. In addition, its analysis allows for the further understanding of some of the most interesting architectural phenomena that are being produced nowadays. The release of these mechanisms entails shedding a light to most of the proceedings and courses of the project that, because of the SANAA’s laconic way of designing, remain hidden most of the times and are often noticed through a slow and thorough look at the building. This document becomes then a work of research, where the Doctorate, as a detective, tracks SANAA’s projects, searching for those mechanisms that allow for truly defining the meaning of concepts such as maze, hierarchy, order, atmosphere and experience throughout Sejima’s and Nishizawa’s main horizontal space projects. Therefore, this thesis aims at shaping key references that constitute the imaginary universe of the Japanese study and that already are part of the contemporaneous architectural culture.
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Los terremotos constituyen una de las más importantes fuentes productoras de cargas dinámicas que actúan sobre las estructuras y sus cimentaciones. Cuando se produce un terremoto la energía liberada genera movimientos del terreno en forma de ondas sísmicas que pueden provocar asientos en las cimentaciones de los edificios, empujes sobre los muros de contención, vuelco de las estructuras y el suelo puede licuar perdiendo su capacidad de soporte. Los efectos de los terremotos en estructuras constituyen unos de los aspectos que involucran por su condición de interacción sueloestructura, disciplinas diversas como el Análisis Estructural, la Mecánica de Suelo y la Ingeniería Sísmica. Uno de los aspectos que han sido poco estudiados en el cálculo de estructuras sometidas a la acciones de los terremotos son los efectos del comportamiento no lineal del suelo y de los movimientos que pueden producirse bajo la acción de cargas sísmicas, tales como posibles despegues y deslizamientos. En esta Tesis se estudian primero los empujes sísmicos y posibles deslizamientos de muros de contención y se comparan las predicciones de distintos tipos de cálculos: métodos pseudo-estáticos como el de Mononobe-Okabe (1929) con la contribución de Whitman-Liao (1985), y formulaciones analíticas como la desarrollada por Veletsos y Younan (1994). En segundo lugar se estudia el efecto del comportamiento no lineal del terreno en las rigideces de una losa de cimentación superficial y circular, como la correspondiente a la chimenea de una Central Térmica o al edificio del reactor de una Central Nuclear, considerando su variación con frecuencia y con el nivel de cargas. Finalmente se estudian los posibles deslizamientos y separación de las losas de estas dos estructuras bajo la acción de terremotos, siguiendo la formulación propuesta por Wolf (1988). Para estos estudios se han desarrollado una serie de programas específicos (MUROSIS, VELETSOS, INTESES y SEPARSE) cuyos listados y detalles se incluyen en los Apéndices. En el capítulo 6 se incluyen las conclusiones resultantes de estos estudios y recomendaciones para futuras investigaciones. ABSTRACT Earthquakes constitute one of the most important sources of dynamic loads that acting on structures and foundations. When an earthquake occurs the liberated energy generates seismic waves that can give rise to structural vibrations, settlements of the foundations of buildings, pressures on retaining walls, and possible sliding, uplifting or even overturning of structures. The soil can also liquefy losing its capacity of support The study of the effects of earthquakes on structures involve the use of diverse disciplines such as Structural Analysis, Soil Mechanics and Earthquake Engineering. Some aspects that have been the subject of limited research in relation to the behavior of structures subjected to earthquakes are the effects of nonlinear soil behavior and geometric nonlinearities such as sliding and uplifting of foundations. This Thesis starts with the study of the seismic pressures and potential displacements of retaining walls comparing the predictions of two types of formulations and assessing their range of applicability and limitations: pseudo-static methods as proposed by Mononobe-Okabe (1929), with the contribution of Whitman-Liao (1985), and analytical formulations as the one developed by Veletsos and Younan (1994) for rigid walls. The Thesis deals next with the effects of nonlinear soil behavior on the dynamic stiffness of circular mat foundations like the chimney of a Thermal Power Station or the reactor building of a Nuclear Power Plant, as a function of frequency and level of forces. Finally the seismic response of these two structures accounting for the potential sliding and uplifting of the foundation under a given earthquake are studied, following an approach suggested by Wolf (1988). In order to carry out these studies a number of special purposes computer programs were developed (MUROSIS, VELETSOS, INTESES and SEPARSE). The listing and details of these programs are included in the appendices. The conclusions derived from these studies and recommendations for future work are presented in Chapter 6.
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La leçon s'addresse à la comprehension du comportement des bâtiments soumis à l'accéleration séismique, et présente une introduction au comportement dynamique de oscillateurs (un ou plusieurs dégrés de liberté), du comportément hystérétique des structures (selon modes de dissipation) et aux paramètres séismiques relevants à la conception parasismique, notamment aux spectres de réponse et de démande, et sa relation avec la capacité de la structure (courbe de capacité) où on peut identifier les niveaux de dommage -ou les critères de performance- pour des intensités séismique prévues au projet. Elle considère aussi les méthodes de définition et détermination de la vulnérabilité, façe aux séismes, des différentes typologies constructives, avec l'inclusion finale des typologies pour les sistèmes de contreventement et recomandations visées à éviter aux mêmes la concentration de dommage d'origine séismique. Lecture's goal focuses in the understanding of the behaviour of buildings under seismic excitation. It presents an introduction of dynamics (single or multiple degrees of freedom oscillators) and the hysteretic behaviour of ductile structures, introducing the seismic parameters relevant to the structural design, mostly in the context of response and demand spectra and their relations with capacity curves of structures. On the capacity curve obtained in pushover analysis, points representing the design objectives in terms of performance levels can be identified and related with seismic demand. Lecture deals also with methods on vulnerability analysis for building construction typologies and the behaviour (and related recommendations) of seismic resistant structural typologies, having the distribution of dissipative energy and damage in mind.
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La tesis trata la evolución de la conciencia de la conservación de los centros históricos y de los instrumentos de gestión utilizados en las políticas de rehabilitación del casco antiguo de Madrid, desde las primeras experiencias de los años ‘80 hasta el perfeccionamiento del complejo mecanismo contemporáneo. El proceso de rehabilitación ha demostrado ser extremadamente coherente en cuanto a los objetivos y en cuanto al tema de los instrumentos ha seguido la tendencia de diversificar y flexibilizar. En Madrid se ha utilizado el concepto de rehabilitación en sentido integral, abarca una amplia gama de acciones que implican por una parte, intervenciones directas sobre los edificios y por otra, la valorización del espacio público, de los edificios representativos, la introducción de dotaciones y también un componente social. El tema se analizará desde la perspectiva del barrio de Embajadores, un área muy especial del casco antiguo de la ciudad. Desde 1998 hasta la actualidad allí funciona el Área de Rehabilitación Integral con el nombre de Lavapiés. El barrio de Embajadores representa un caso de extrema complejidad dada su tradición, que mantiene hasta el momento, de barrio popular que ha tenido como consecuencia negativa un grave estado de deterioro de los edificios y de sus estructuras urbanas. Además, presenta una composición socio-cultural muy heterogénea ya que siempre ha alojado oleadas de inmigrantes que llegaban a la capital tanto de las provincias como del extranjero. Los ‘80 marcan en Madrid el inicio de la preocupación por la rehabilitación urbana y de los primeros intentos de definir unos mecanismos. Durante este período el barrio de Embajadores es escenario de los primeros proyectos piloto de rehabilitación. Se sientan las bases del sistema de subvenciones, que empujará hacia un modelo de rehabilitación generalizada. A principios de los años ‘90, la insatisfacción dejada por de los resultados obtenidos, la Administración decide reorganizar la estrategia y se procede a la rehabilitación integral por áreas, concentrando los esfuerzos geográfica y temporalmente. La idea ya se había utilizado diez años antes, pero sin encontrar nunca la voluntad política de aplicarla. En comparación con el casco antiguo, el barrio de Embajadores se dejó para el final del proceso para verificar los métodos en zonas más restringidas en cuanto a superficie y con menos problemas. Desde 1998 hasta hoy, período en que funciona el Área de Rehabilitación Integral de Lavapiés, los distintos tipos de actuaciones, de producción arquitectónica, urbanística y sociocultural, han mostrado su eficacia, de forma que los cambios que aportaron al barrio son evidentes para todos. Mientras que las Áreas de Rehabilitación del centro una vez alcanzados los objetivos, se preparan para su clausura, a nivel administrativo se están definiendo nuevas direcciones y nuevos objetivos para el casco antiguo: subastas para incentivar intervenciones de mejoramiento energético y del nivel de sostenibilidad de los edificios madrileños. La primera parte de la tesis establece las premisas presentando algunos puntos relevantes relativos al desarrollo histórico de los documentos y normativas más importantes que tendrán eco en el proceso de concienciación de la cultura de la conservación del patrimonio urbano de los centros históricos. Después, se habla de la experiencia de rehabilitación urbana en Europa, en España en general y en Madrid en particular, con referencia a los modelos de enfoque, al marco legislativo y a las experiencias relacionadas con el casco antiguo, y en definitiva a la creación de la conciencia de la rehabilitación y conservación de los centros de las ciudades. La segunda parte se centra en el caso de estudio, el barrio de Embajadores. En primer lugar, se presenta en detalle el barrio: ubicación, datos característicos, edificios representativos y flujos que generan, trama urbana, datos sobre la formación histórica, tipologías y características de construcción de los edificios y, para finalizar, algún dato demográfico para introducir la compleja problemática social. Más adelante se exponen las primeras experiencias de rehabilitación: dos proyectos piloto de intervención sobre las viviendas realizados en los años ‘80, uno privado y el otro público. La parte central del trabajo trata sobre la fase intensiva de rehabilitación, proceso puesto en marcha en el año ’98 y que corresponde al período en el que Embajadores es Área de Rehabilitación Integral. Se presentan y analizan los objetivos de la rehabilitación y luego los instrumentos de orden administrativo, normativo y legal que regulan las actuaciones en el barrio. Sucesivamente se afronta la rehabilitación de la parte residencial, en régimen privado y público, que fue el modelo principal que la Administración llevó a cabo. Se presenta todo el proceso, desde la decisión sobre el tipo de rehabilitación, las subvenciones y las soluciones técnicas adoptadas así como la rehabilitación de casos especiales de edificios, que por sus características, el alto nivel de degradación o porque ocupados por inquilinos con dificultades económicas, se realizó con intervención pública. Las enormes dificultades derivadas de la complicada gestión y de las incongruencias de las normativas también se analizan en este trabajo. El autor presenta un dosier de una veintena de trabajos llevados a cobo en el Barrio de Embajadores a lo largo de más de 15 años de experiencia profesional propia. Se intenta, en primer lugar, evaluar la actuación pública en comparación con la privada en cuanto a los modelos propuestos, a las problemáticas que generan y a los resultados obtenidos. Una segunda línea de argumentación se refiere a la relación que se establece entre los instrumentos que se promueven y los que obligan a la conservación y a la rehabilitación de los edificios. Quizás el elemento más interesante, por su conocida innovación, de la experiencia de la obligación de conservación a cargo de los propietarios y la introducción de una revisión periódica del estado de los edificios (ITE), que conduce a su mantenimiento permanente a lo largo del tiempo. El ultimo instrumento aparecido y de por si el más novedoso se refiere a la política de rehabilitación energética iniciada en los últimos años por el Ayuntamiento de Madrid. ABSTRACT Starting from the early experiences of the ‘80s and tackling the complex and improved contemporary techniques of development, the present thesis focuses on raising awareness of the conservation of urban heritage and deals with the evolution of rehabilitation policies adopted in the historical center of Madrid. The rehabilitation process has proven to be extremely coherent in terms of its objectives and, consequently, the subject of the instruments has forged ahead a trend of diversification and flexibility. Madrid has used the concept of rehabilitation in a comprehensive manner, encompassing a wide range of actions, which involved on the one hand, direct interventions on buildings and on the other, the appreciation of the public space with its representative edifices and endowments. Confident that the social components have not been neglected during the rehabilitation proceedings, the topic will be analysed in relation to the neighbourhood of Embajadores, an authentic area of the old town. From 1998 onwards, this quarter serves as a Comprehensive Rehabilitation Area under the name of Lavapies. Considering the tradition and popularity of the district, Embajadores represents a challenging case for rehabilitation projects, aiming to improve the severe state of deterioration of buildings and urban structures. Having a heterogeneous sociocultural dynamic, the neighbourhood has always hosted waves of immigrants who come to the capital both from other provinces and abroad. The 1980s in Madrid marked the beginning of concerns with urban regeneration and the first attempts to define feasible restoration techniques. During this period, the district of Embajadores has benefited from various pilot projects. The financial investments have significant effects on the overall environment, so the model of general rehabilitation has been encouraged throughout the years. In the early 90s, left by the dissatisfaction of the results obtained, the authorities proposed to reorganise the strategy and proceed to the full rehabilitation of areas, concentrating efforts geographically and temporally. The idea had already been used ten years before, but never encountered the political force to be implemented. Compared to the old town, the Embajadores neighbourhood has been left for the end of the process, which focused on verifying the methods in more restricted areas that caused fewer disruptions. For the Comprehensive Rehabilitation Area of Lavapies, the various types of administrative implementations from architectural to urban and socio-cultural productions have proved effective. The improvements experienced by the neighbourhood from 1998 are obvious to all. However, while the areas of rehabilitation of the city centre have achieved their objectives and prepare for closure, the administration is still generating new directions and new targets for the ancient surroundings: auctions to encourage the improvement of energy interventions and the sustainability level for the buildings of Madrid. Therefore, the first part of the thesis establishes the premises and introduces some relevant points concerning the entire city. It describes the historical development of urban projects, indicating the events that will echo in the rehabilitation process. This paper then turns to discuss the experience of urban regeneration in Spain, emphasising the case of Madrid with reference to models of approach, legislative frameworks and appreciation of the old structures. The second part reveals an in depth case study of the district of Embajadores. At first, the thesis provides insights into the neighbourhood: location, general data on representative buildings and propagated trends, urban, historical data on training, building typologies and characteristics. The section introduces some demographic data to complete the portrait of the elaborate social problems encountered in this district, also outlining the first experiences of rehabilitation: two pilot projects on housing intervention made in the 80s, one private and one public. The central part of the thesis deals with the intensive phase of rehabilitation developments launched in the year '98 when Embajadores joined the Comprehensive Rehabilitation Area. It analyses the goals of rehabilitation and the instruments of administrative, regulatory and governing legal proceedings of the neighbourhood. The following chapter addresses the privately and publicly founded plan of residential rehabilitation that constituted the main model conducted by the authorities. It describes the entire process: deciding the type of restoration, subsidies and technical solutions as well as the degree of rehabilitation for special buildings, which either have a high level of degradation or require public intervention when tenants face financial difficulties. The administrative difficulties caused by the enormous bureaucratic machinery and the inconsistencies in regulations are also discussed in this paper. Thus, a just evaluation of the public and private performances regarding the proposed models of rehabilitation, along with the problems they generate and the results obtained is desired throughout the thesis. A second line of argument concerns the relationship established between the instruments that are promoted and requiring conservation and the building restoration. Perhaps the most interesting and innovative element of the new rehabilitation policies is the owners' obligation to preserve their properties and the introduction of a periodic review for the state of the buildings (ITE). These thorough and meticulous regulations lead to an ongoing maintenance of constructions, preventing them from severe or sudden deteriorations.
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¿Qué son los TRAJES ESPACIALES? El término Trajes Espaciales da nombre al “equipo de inmersión” 1 necesario para garantizar las condiciones de habitabilidad en determinados entornos o circunstancias. En diferentes coyunturas sociales, políticas o ambientales el formato convencional de la arquitectura se vuelve limitado o poco eficaz. Determinadas configuraciones de “vida a la intemperie” 2, asociadas a necesidades de protección, energía, comunicación, socialización…, en situaciones de alta emancipación e itinerancia, solicitan una reflexión sobre la posible portabilidad, o más concretamente, sobre la idoneidad del uso 3 de las condiciones arquitectónicas. La tesis pretende acotar o definir un no reconocido ámbito de los recursos proyectuales del arquitecto dirigido a la confección de las más cercanas envolventes corporales entendidas como elementos arquitectónicos. Casa y vestimenta, citando a Marshall McLuhan, se identifican en un discurso que entiende ambas esferas como “extensiones de la piel” 4 que garantizan el control energético y la definición social del sujeto que las habita. En determinados momentos el arquitecto ha tenido que desestimar como principal herramienta de trabajo la construcción de edificios, para abordar ciertas demandas sociales. La tesis pretende demostrar cómo el diseño de trajes ha sido en ocasiones una estrategia proyectual del repertorio de la arquitectura. Su aportación es la de abordar el mundo de la vestimenta más allá del simple ejercicio estilístico, defendiendo estas construcciones como un elemento capaz de hacer habitable un determinado entorno. Este acercamiento ha permitido a los arquitectos ensayar en los trajes lo que posteriormente desarrollarían en sus edificios. Temas tratados por la arquitectura como higienismo, ornamento, estandarización, pliegue… han encontrado en la escala de la vestimenta su expresión más pura. El diseño de estos trajes, su pertinencia y su confección como parte del proyecto arquitectónico, conformará el hilo conductor de esta tesis. ABSTRACT The term spacesuits tries to define the “diving equipment” 5 necessary to ensure the living conditions in certain environments or circumstances. In specific social, political or environmental circumstances, the architectural standard format becomes limited or ineffective. Some configurations of “life outdoor” 6, associated with protection, energy, communication and socialization needs, in situations of high emancipation and roaming, seek a reflection on the possible portability, or more specifically, on the appropriateness of wearing the architectural features. The thesis aims to limit or define an unrecognized field from the resources of the architect focused on body emvelopes as architectural elements. House and clothing, quoting Marshall McLuhan, are matched in a speech that understand both spheres as “extensions of the skins” 7, to ensure energy control and social definition of the subject who inhabit them. At times, the architect has had to dismiss the construction of buildings as the main tool for working, to address certain social demands. The thesis aims to demonstrate how the costume design is sometimes a projectual strategy in the repertoire of architecture. Its contribution splits with Fashion as a mere stylistic exercise, defending the dress as an artefact capable of making livable a certain environment. This approach has allowed architects to explore at costumes what they develope in their buildings later. Topics covered by the architecture as hygienism, ornament, standardization, folding... have found in the scale of the dress its purest expression. The design of these suits, their techniques and their relevance as part of the architectural project, will form the core of this thesis.
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El proyecto tiene como objetivo realizar el diseño de la cimentación de Torre Reforma. Torre Reforma se ubica en Av. Paseo de la Reforma No. 483, en la esquina con Rio Elba, en la ciudad de México. Dicha ubicación geotécnicamente corresponde a lo que se conoce como la Zona de Lago. La superficie construida será de 2780 m2 y el edificio contará con una altura de 244 m y un total de 57 plantas. Por debajo del nivel de calle el edificio constará de 10 niveles de sótano destinados a aparcamiento. Partiendo de los parámetros geotécnicos del terreno, el proyecto consistirá en calcular una parte de la cimentación empleada en este edificio. Este proyecto se podrá utilizar como guía para realizar cimentaciones parecidas para otros edificios. ABSTRACT The objective of this Project is to make the design of the foundation of Torre Reforma. Torre Reforma is located in Av. Paseo de la Reforma No. 483, on the corner with Río Elba in México City. Geotechnically this location corresponds to what it is known as “la Zona del Lago” or Lake Zone. The constructed area is of 2780 m2 and the building will have a height of 244 m and a total of 57 floors. Below street level the building will include ten basement levels for parking. Based on the geotechnical parameters of the site, the project will consist in calculating a part of the foundation used in this building. This project will be able to be used as a guide for future projects of foundations of buildings in similar conditions.
Resumo:
The city of Lorca (Spain) was hit on May 11th 2011 by two consecutive earthquakes with 4.6 and 5.2 Mw respectively, causing casualties and important damage in buildings. Lorca is located in the south-east region of Spain and settled on the trace of the Murcia-Totana-Lorca fault. Although the magnitudes of these ground motions were not severe, the damage observed was considerable over a great amount of buildings. More than 300 of them have been demolished and many others are being retrofitted. This paper reports a field study on the damage caused by these earthquakes. The observed damage is related with the structural typology. Further, prototypes of the damaged buildings are idealized with nonlinear numerical models and their seismic behavior and proneness to damage concentration is further investigated through dynamic response analyses.