492 resultados para Asbestos, Serpentine


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Obiettivi. Lo scopo di questo studio è di confrontare la mortalità e lâincidenza per tutte le cause, tutti i tumori, tumori specifici e per le cause non neoplastiche, in una coorte dei lavoratori impiegati nel cantiere navale di Monfalcone (GO) tra il 1974 e il 1994, con quella della popolazione generale della regione FVG e dâItalia. Lâobiettivo è eseguire tali confronti considerando il livello di esposizione ad amianto, la durata di esposizione (in anni) precedente al 1985, il periodo di prima assunzione, quali principali indicatori di esposizione occupazionale ad asbesto. Obiettivo secondario è quello di contribuire alla conoscenza circa la correlazione tra esposizione ad asbesto e lâincidenza di tumori nelle principali sedi digestive. Metodi. Tramite metodo indiretto sono stati calcolati SIR (periodo 1995-2009) e SMR (periodo 1995-2012) per tumore maligno della pleura, tumore di trachea bronchi e polmone, per tutti i tumori e per malattie non neoplastiche. È stato condotto uno studio caso- controllo nested per la stima degli gli ORs rispettivamente per tumore maligno della pleura e del polmone. Sono stati applicati modelli di Poisson per la stima degli IRRs riguardanti le principali sedi digestive, utilizzando quali variabili esplicative: a) il rischio di esposizione ad asbesto legato alla mansione e b) il numero di anni di esposizione precedenti al 1985. Risultati. Nellâintera coorte (5582 uomini) gli SMR indicavano un eccesso di mortalità per tumore maligno della pleura incrementato rispettivamente di circa 7 volte (SMR= 7,03; IC95% 5,61-8,79) e di poco più di 14 volte (SMR= 14,20; IC95% 11,33-17,75) rispettivamente quando il confronto è stato fatto con la popolazione standard del FVG e dellâItalia. Lâaumento della mortalità per tumore maligno della pleura risulta fortemente aumentato in tutte le stratificazioni. Gli SMR per il tumore di trachea, bronchi e polmone sono risultati essere prossimi all'unità quando le analisi sono state eseguite nellâintera coorte, mentre risultano aumentati in modo significativo rispetto alla popolazione generale quando calcolati nei soggetti a rischio medio e assunti presso i cantieri navali di Monfalcone prima del 1974 (SMR= 1,38 95%CI 1,00-1,85) e nei soggetti classificati a rischio medio e assunti nel periodo 1985-1994 (SMR= 4,88 95%CI 1,00-14,25). Analogamente, nellâintera coorte, i SIR per tumore maligno della pleura calcolati nellâintera coorte erano aumentati di oltre 7 volte (SIR= 7,65; IC95% 6,19-9,49), mentre lâincidenza del tumore di trachea bronchi e polmone non vede incrementi rispetto alla popolazione di riferimento. Coloro che hanno avuto una durata di esposizione maggiore di 30 anni prima del 1985 dimostrano un aumento dellâincidenza di tumore di trachea, bronchi e polmone (SIR=1,34 IC95% 1,00-1,77), statisticamente significativo, così come per coloro che son stati classificati a rischio medio di esposizione e assunti precedentemente al 1974 (SIR=1,46 IC95% 1,06-1,95) e per coloro che sono stati classificati ad alto rischio e assunti nel periodo 1985-1994 (SIR=5,68 IC95% 1,17-16,60). Nellâintera coorte si registra un significativo aumento di incidenza di tumore dello stomaco in coloro classificati a alto rischio (SIR= 1,47 IC95% 1,05-2,00), mentre lâincidenza di tumore del pancreas vede un incremento dellâincidenza in coloro classificati a medio rischio di esposizione ad asbesto (SIR= 2,21 IC95% 1,21-3,72). Il sottogruppo le cui informazioni risultavano mancanti mostrano un incremento del SIR, borderline ma non significativo, per tumore del colon-retto (SIR= 1,29 IC95% 0,94-1,73). Emerge un significativo aumento dellâincidenza del tumore dello stomaco in coloro con un periodo di esposizione precedente al 1985 compreso tra 10 e 20 anni (SIR= 1,71 IC95% 1,12-2,49). Anche i SIR per il tumore del pancreas vedono un incremento statisticamente significativo in coloro che hanno una durata di esposizione precedente al 1985 inferiore a 10 anni e maggiore di 30: rispettivamente i SIR sono stati di 2,23 (IC95% 1,07-4,10) e 2,57 (IC95% 1,53-4,07). I risultati relativi ai confronti interni non mostrano significatività statistica. Conclusioni. I risultati indicano che nella coorte degli uomini ex- lavoratori dei cantieri navali di Monfalcone vi era un incremento forte e statisticamente significativo della mortalità e dellâincidenza di tumore maligno della pleura rispetto sia alla popolazione generale del FVG sia a quella dellâItalia. Eccessi di mortalità ed incidenza sono stati rilevati talvolta anche per il tumore di trachea, bronchi e polmone, quando le analisi sono state condotte stratificando la coorte in gruppi omogenei di rischio. Il più elevato eccesso rispetto allâatteso sia della mortalità per tumore maligno della pleura e del tumore del polmone, che dellâincidenza, si osservava nei lavoratori con mansioni a rischio medio, seguito dal gruppo con mansioni a rischio elevato. I Risultati riguardanti lâincidenza dei tumori delle principali sedi digestive ha visto nellâintera coorte un aumento significativo dei SIR per tumore dello stomaco e del pancreas, anche quando condotti per sottogruppi. Tuttavia le stime relative agli outcome diversi dal tumore maligno della pleura e del tumore del polmone devono essere interpretate con cautela. Le associazioni positive riscontrate tramite confronti interni non presentano significatività statistica.

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Lâapparato respiratorio rappresenta il bersaglio di numerose sostanze tossiche aerodisperse che rivestono un ruolo chiave nella patogenesi della maggior parte delle patologie polmonari e pleuriche, sia benigne che maligne. Nonostante per alcune di esse siano noti specifici fattori di rischio, le sole attività di prevenzione primaria non sono sufficienti a limitarne la diffusione. Si rende quindi necessario attuare adeguate misure di prevenzione secondaria per la diagnosi di malattie potenzialmente curabili allo stadio iniziale, in modo da aumentare lâefficacia dei trattamenti terapeutici e le possibilità di guarigione. Un approccio non invasivo per lo studio dei meccanismi fisiopatologici alla base delle patologie polmonari e pleuriche potrebbe essere effettuato anche con nuove metodiche (es. naso elettronico), al fine di identificare e validare nuovi biomarcatori per un più specifico approccio diagnostico. Il lavoro scientifico ha riguardato inizialmente lâidentificazione di un indicatore o di un gruppo di indicatori dotati di potere diagnostico sufficientemente elevato per poter discriminare precocemente, nellâambito di soggetti con pregressa esposizone ad asbesto, patologie benigne, sia polmonari che pleuriche, da patologie maligne. Successivamente lâattenzione è stata rivolta alla diagnosi precoce di patologie neoplastiche a carico del solo parenchima polmonare, valutando il potere discriminante di un pattern di composti organici volatili (VOCs, tra cui pentano, 2-metilpentano, esano, etilbenzene, eptanale e trans-2-nonenale) raccolti con metodiche non invasive e dotati di potere diagnostico tale da discriminare patologie benigne da patologie maligne potenzialmente curabili in soggetti ad alto rischio di sviluppare cancro del polmone. Infine abbiamo tentato di ottimizzare i parametri di impostazione e raccolta di un nuovo strumento: il naso elettronico. Su di esso esistono alcuni lavori in letteratura in cui ne vengono descritte le potenzialità in ambito diagnostico per il riconoscimento di specifici pattern suggestivi di patologie polmonari, sia flogistiche (TBC, BPCO) che neoplastiche (mesotelioma, NSCLC). Purtroppo nessuno di questi lavori definisce le condizioni ottimali di utilizzo, i limiti dello strumento e le interferenze di fattori ambientali e soggettivi riguardo al segnale elaborato. Il lavoro si è concentrato soprattutto sullâindagine delle condizioni ottimali di utilizzo e sullâeventuale condizionamento del segnale da parte di determinate variabili ambientali (es. umidità) o individuali (es. fumo, cibo, alcol).

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O trabalho visa o desenvolvimento do sistema para medidas de distribuição de corrente e ampliação de escala (50 cm²) buscando aperfeiçoar as condições de preparação do conjunto eletrodo membrana (MEA) quanto às condições de operação da célula e avaliar a melhor geometria. Foram realizados estudos de síntese de catalisadores de Pt-M e avaliação do desempenho desses materias e das rotas de síntese utilizadas com objetivo de aplicar estes materias em sistemas de maior escala. A insuficiência do desempenho e estabilidade dos catalisadores são fatores que ainda inviabilizam o uso em larga escala das células a combustível de eletrólito polimérico sólido, destacando-se as perdas associadas ao desempenho do cátodo. Os catalisadores preparados foram nanopartículas bimetálicas PtM/C (M = Fe, Co e Ni) suportadas em carbono de elevada área superficial, por duas rotas sintéticas. Foram utilizadas as rotas: ácido fórmico e etilenoglicol modificado (EG). Em ambas as rotas se buscou catalisadores com alto grau de incorporação do segundo metal, tamanho de partícula pequeno e bom desempenho catalítico do cátodo. Observou-se que pela rota do ácido fórmico com modificações no processo de síntese é possível obter a incorporação nominal do segundo metal no catalisador, porém há desvantagem de o tamanho de partícula ser elevado. Pela rota do EG obteve-se catalisadores com pequeno tamanho de partícula, porém a incorporação do segundo metal mostrou-se ineficiente. Os estudos de ampliação de escala foram realizados em células de 50 cm2 variando-se as condições de operação; i) diferentes placas de distribuição de gás, e ii) diferentes valores de fluxo dos gases reagentes. Foi observado que a baixos fluxos de gases a quantidade de reagente é insuficiente para ser difundida por todo eletrodo, o que ocasiona reação apenas na região de entrada de gases no sistema, ocasionando uma rápida limitação em obter-se densidades de corrente alta. Pode-se observar que a diferença de desempenho entre as placas é pequena, porém a placa serpentina 6 apresentou melhor desempenho. O desempenho dos cátodos preparados com catalisadores comerciais e os sintetizados no laboratório nas células de 50 cm² mostrou sofrer bastante influência das condições de operação comparada com as células de 4,6 cm².

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A wide-angle seismic experiment at the Atlantis II Fracture Zone, Southwest Indian Ridge, together with geochemical analyses of dredged basalt glass samples from a site conjugate to Ocean Drilling Program hole 735B has allowed determination of the thickness and the most likely lithological composition of the crust beneath hole 735B. The measured Na, composition of 3.3 +/- 0.1 corresponds to a melt thickness of 3 +/- 1 km, a result consistent with rare earth element inversions which indicate a melt thickness of between 1.5 and 4.5 km. The seismic crustal thickness to the north and south of the Atlantis Platform (on which hole 735B is located) is 4 +/- 1 km, and probably consists largely of magmatic material since the seismic and inferred melt thicknesses agree within experimental uncertainty. Beneath hole 735B itself. the Moho is at a depth of 5 +/- 1 km beneath the seafloor. The seismic model suggests that, on average. about 1 km of upper crust has been unroofed on the Atlantis Platform. However, allowing for the inferred local unroofing of 2 km of upper crust at 735B, the base of the magmatic crust beneath this location is probably about 2 km beneath the seafloor, and is underlain by a 2-3 km thick layer of serpentinised mantle peridotite. The P-wave velocity of 6.9 km/s for the serpentinised peridotite layer corresponds to a 35 +/- 10 vol% serpentine content. The Moho beneath hole 735B probably represents a serpentinisation front.

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Mass-wasting deposits characterize the Upper Jurassic(?) to Lower Cretaceous sedimentary record of the Iberia Abyssal Plain. These deposits include olistostromes at Site 897, olistostromes and/or possible rock-fall deposits at Site 899, a breccia succession at Site 1068, slumped and fractured deposits at Site 1069, and a breccia succession at Site 1070. Whereas the exact origin of these deposits is uncertain, the regional common occurrence of middle to upper Mesozoic mass-wasting deposits suggests that they record the early rifting evolution of the west Iberia margin. This data report presents both qualitative and semiquantitative results from XRD analyses of the breccia matrix at Site 1068. In this study the matrix is defined as the fine-grained particles (as viewed through a binocular microscope) plus cement. Results are based on analytical methods that aimed to isolate the desired matrix from larger clast contamination prior to XRD analyses. In addition, the breccia was sampled at a higher resolution than was conducted aboard ship, producing a more complete description of downcore matrix mineralogical changes. The data presented here may be used to (1) further justify the subunit designation of Unit IV made aboard ship, (2) help determine to what degree the matrix and the larger clasts (studied in thin section aboard ship; Shipboard Scientific Party, 1998, doi:10.2973/odp.proc.ir.173.106.1998) are compositionally distinct, (3) help identify the extent of hydrothermal fluid migration in the breccia, and (4) support the proposed shipboard hypothesis that the Site 1068 breccia succession resulted from multiple mass-wasting.

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The mineralogical compositions of 119 samples collected from throughout the San Francisco Bay coastal system, including bayfloor and seafloor, area beaches, cliff outcrops, and major drainages, were determined using X-ray diffraction (XRD). Comparison of the mineral concentrations and application of statistical cluster analysis of XRD spectra allowed for the determination of provenances and transport pathways. The use of XRD mineral identifications provides semi-quantitative compositions needed for comparisons of beach and offshore sands with potential cliff and river sources, but the innovative cluster analysis of XRD diffraction spectra provides a unique visualization of how groups of samples within the San Francisco Bay coastal system are related so that sand-sized sediment transport pathways can be inferred. The main vector for sediment transport as defined by the XRD analysis is from San Francisco Bay to the outer coast, where the sand then accumulates on the ebb tidal delta and also moves alongshore. This mineralogical link defines a critical pathway because large volumes of sediment have been removed from the Bay over the last century via channel dredging, aggregate mining, and borrow pit mining, with comparable volumes of erosion from the ebb tidal delta over the same period, in addition to high rates of shoreline retreat along the adjacent, open-coast beaches. Therefore, while previously only a temporal relationship was established, the transport pathway defined by mineralogical and geochemical tracers support the link between anthropogenic activities in the Bay and widespread erosion outside the Bay. The XRD results also establish the regional and local importance of sediment derived from cliff erosion, as well as both proximal and distal fluvial sources. This research is an important contribution to a broader provenance study aimed at identifying the driving forces for widespread geomorphic change in a heavily urbanized coastal-estuarine system.

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Serpentinized abyssal peridotites sampled by the Ocean Drilling Program Leg 209 along the mid-Atlantic Ridge near the 15°20'N Fracture Zone have been analyzed for oxygen, hydrogen, and chlorine isotope compositions in order to determine isotopic behavior under a wide range of serpentinization conditions and place constraints on fluid history. Oxygen and hydrogen thermometry suggests peak serpentinization temperatures of 300-500°C. Serpentine separates have low deltaD values possibly due to a magmatic fluid component or low-temperature exchange during seafloor weathering. Chlorine geochemistry focused on three holes: 1274A and 1272A (serpentinized peridotites) and 1268A (serpentinite locally altered to talc). Concentrations of both, water-soluble chloride (WSC) and structurally bound chloride (SBC) are significantly lower at Hole 1268A compared to Holes 1274A and 1272A. The delta37Cl values for WSC and SBC of serpentinites in Holes 1274A and 1272A are slightly positive (avg. WSC = 0.20 per mil, n = 22 and avg. SBC = 0.35 per mil, n = 22), representing typical seawater-hydration conditions commonly determined for abyssal peridotite. The SBC of serpentinites from Hole 1268A are also positive (avg. = 0.63 per mil); whereas, the SBC in talc-dominated samples is negative (avg. = -1.22 per mil). The WSC of both talc- and serpentine-dominated samples are also negative (avg. = -0.15 per mil). We interpret the chlorine isotope data to preserve a record of multiple fluid events. As seawater hydrated the peridotite, 37Cl was preferentially incorporated into the forming serpentine and water-soluble salts, yielding similar delta37Cl values on a regional scale as sampled by Holes 1268A, 1274A and 1272A. The resultant pore fluid was left depleted in 37Cl. Locally (Hole 1268A), this evolved fluid was remobilized possibly due to the initiation of hydrothermal circulation in response to emplacement of a mafic magma body. The low delta37Cl pore fluids attained elevated SiO2 and sulfur concentrations due to interaction with the gabbroic intrusion and, when ascending through the surrounding serpentinite, caused formation of isotopically negative talc. This secondary fluid also flushed the preserved serpentinite of its previously formed salts, resulting in negative delta37Cl WSC values. The delta37Cl SBC values of the serpentinite samples remained unmodified by reaction with the secondary fluid.

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The high-pressure, low-temperature metamorphic rocks known as blueschists have long been considered to form in subduction zones, where the descent of a relatively cold slab leads to the occurrence of unusually low temperatures at mantle pressures. Until now, however, the link between blueschist-facies rocks and subduction zones has been indirect, relying on a spatial association of blueschists with old subduction complexes, and estimates of the geothermal gradients likely to exist in subduction zones. Here we strengthen this link, by reporting the discovery of blueschist-facies minerals (lawsonite, aragonite, sodic pyroxene and blue amphibole) in clasts from a serpentinite seamount in the forearc of the active Mariana subduction zone. The metamorphic conditions estimated from the mineral compositions are 150-250 °C and 5-6 kbar (16-20 km depth). The rocks must have been entrained in rising serpentine mud diapirs, and extruded from mud volcanoes onto the sea floor. Further study of these rocks may provide new insight into the tectonics of trench-forearc systems, and in particular, the processes by which blueschist-facies clasts come to be associated with forearc sediments in ancient subduction complexes.

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Vol. 15- also called new series v. 1-

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Das hier mitgeteilte bildet den ersten teil einer untersuchung deren vollständige publication an anderer stelle erfolgen wird."

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Based on data from Illinois State Cancer Registry, 1985-1987.