997 resultados para Pérez de Oliva
Resumo:
Nel presente elaborato di tesi la metodologia Life Cycle Assessment (che in accordo con le norme ISO 14040-44 permette di quantificare i potenziali impatti sull’ambiente associati ad un bene o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita) è applicata a processi appartenenti al settore agro-industriale, con particolare riguardo alla valorizzazione dei coprodotti della filiera olivicola olearia. Nello specifico vengono descritti i risultati di un’analisi del ciclo di vita condotta sul processo di valorizzazione delle sanse di oliva operata dalla Società Agricola A.R.T.E, che ha sede in Puglia. In questo processo, la sansa di olive è trattata mediante digestione anaerobica che permette la produzione di energia elettrica e di un digestato, stabilizzato e utilizzato come ammendante. Il processo analizzato si pone in alternativa sia al metodo di produzione che dà origine a sanse trifasiche, sia allo spandimento delle sanse su suolo agricolo, confrontati in termini di impronta di carbonio. Inoltre nello studio sono state confrontate diverse tecnologie di upgrading di biogas a biometano per valutare quale risulta essere ambientalmente preferibile e potenzialmente installabile nell’azienda A.R.T.E. Il sistema analizzato risulta un'alternativa complessivamente preferibile, da un punto di vista ambientale, sia al metodo di produzione che dà origine a sanse trifasiche, sia allo spandimento delle sanse su suolo agricolo. Il credito ambientale conseguibile mediante il recupero energetico dal biogas prodotto dalla digestione anaerobica delle sanse bifasiche e la produzione di un digestato stabile permettono un beneficio ambientale che controbilancia l’emissione di CO2 attribuibile all’intero sistema. Inoltre lo studio ha permesso una stima di quale tecnologia di raffinazione del biogas a biometano sia potenzialmente installabile nell’azienda A.R.T.E. I risultati mostrano che la tecnologia separazione a membrana risulta meno impattante rispetto alle altre tecnologie di upgrading.
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Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un aumento di episodi fraudolenti nel settore alimentare. Ciò è vero anche per il settore oleario: per il suo elevato valore economico, nutrizionale e sensoriale, l’olio extra vergine di oliva è un bersaglio perfetto dei frodatori, che realizzano molteplici tipologie di adulterazione. Questo lavoro di tesi si è focalizzato, in particolare, sull’adulterazione dell’olio extra vergine di oliva con olio di semi di girasole. Su campioni preparati in laboratorio per simulare la frode, a partire da due oli extra vergini di oliva addizionati con percentuali diverse di olio di girasole, sono state effettuate determinazioni analitiche utilizzando un sensore spettrale, basato sulla spettroscopia nel vicino infrarosso, seguite da un’elaborazione chemiometrica dei risultati. Lo strumento portatile è stato sviluppato da una start-up olandese presso cui ho svolto il tirocinio curriculare. Il modello di stima risultante dalle risposte fornite dai 16 pixel del sensore ha mostrato una capacità di rilevazione soddisfacente nei confronti di questa adulterazione, conducendo ad un errore medio nella stima della percentuale di olio di girasole aggiunto intorno al 3%. Tale risultato, se verrà confermato da ulteriori analisi grazie alle quali il modello predittivo potrà essere reso più robusto, potrebbe incoraggiare l’utilizzo di questa metodologia analitica come tecnica rapida di screening, facilmente applicabile anche in un contesto industriale, a supporto delle più laboriose e complesse tecniche analitiche tradizionali, nella rilevazione di adulterazioni di oli extra vergini di oliva con oli di semi di girasole.
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La presente sperimentazione ha avuto come obiettivo la formulazione di oli aromatizzati, ottenuti mediante la tecnica di co-frangitura delle olive con arancia, sottoprodotti dell’arancia, melagrana e pepe nero. In questo lavoro di tesi viene affrontata la definizione di olio aromatizzato, cioè un olio d’oliva arricchito con uno o più composti aromatici, come oli essenziali, spezie, erbe aromatiche o frutti. Inizialmente vengono esposte le principali tecniche di aromatizzazione. Successivamente vengono trattati i principali parametri di qualità per la classificazione merceologica degli oli, i composti volatili e i composti fenolici che caratterizzano questi prodotti, ed infine viene descritta la valutazione sensoriale degli oli d’oliva. I campioni di olio prodotti sono stati sottoposti ad analisi per la valutazione dello stato idrolitico, mediante determinazione titrimetrica dell’acidità libera e del contenuto di composti ad attività riducente tramite determinazione spettrofotometrica con reattivo di Folin-Ciocalteu. Infine, sono stati studiati i composti volatili degli oli aromatizzati prodotti, identificando e quantificando i principali attributi sensoriali mediante analisi descrittiva effettuata da un gruppo di assaggiatori addestrati. Dalle analisi eseguite sui campioni si è potuto riscontrare come gli oli prodotti non abbiano problemi di degradazione idrolitica, possiedano un contenuto medio/alto di composti fenolici e siano caratterizzati dalla presenza di attributi secondari positivi.
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L’olio di oliva è tra i prodotti alimentari principali della dieta mediterranea e possiede delle caratteristiche salutistiche, compositive e sensoriali peculiari. La qualità e la genuinità dell’olio di oliva vergine sono valutate sia mediante determinazioni analitiche chimiche e strumentali, sia attraverso l’analisi sensoriale. Quest’ultima, realizzata con il metodo del panel test, è tra i metodi ufficiali per la classificazione degli oli di oliva vergini nelle tre categorie commerciali extra vergine, vergine e lampante. Tuttavia, l’analisi sensoriale presenta dei limiti legati, in particolare, al numero elevato di campioni di olio da analizzare rispetto alle capacità di lavoro dei panel. Negli ultimi anni è aumentata, così, la necessità di sviluppare e validare metodi analitici strumentali che, pre-classificando gli oli in esame, siano di supporto al panel test e possano ridurre il numero di campioni da sottoporre ad analisi sensoriale. In questo elaborato di tesi sono state prese in considerazione due diverse tecniche analitiche, la gas cromatografica accoppiata alla spettrometria a mobilità ionica (HS-GC-IMS) e la flash gas cromatografia (FGC E-nose), entrambe impiegate per la valutazione della frazione volatile dell’olio di oliva, responsabile degli attributi olfattivi del prodotto. Utilizzando i risultati ottenuti applicando queste due tecniche, mediante analisi multivariata, è stato possibile stimare la categoria merceologica di ogni campione appartenente ad un set di 52 oli di oliva vergini, classificandoli con un determinato livello di probabilità. Entrambe le metodiche analitiche sono già state utilizzate e valutate in precedenti studi; con la sperimentazione effettuata nell’ambito di questa tesi è stato possibile confermare l’efficacia dei modelli di stima che possono essere impiegati con finalità di screening in supporto al panel test, nell’ottica di renderli sempre più robusti ed affidabili per la classificazione degli oli di oliva vergini.
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In questa tesi sperimentale verranno mostrati e discussi i risultati dell’analisi svolta in Spagna presso l’Università di Granada. L’obbiettivo è stato quello di determinare la presenza di composti bioattivi a partire da cinque campioni di oli di oliva aromatizzati prodotti presso le strutture del Campus di Scienze degli Alimenti di Cesena. Per la precisione, si sono valutati tre oli ottenuti mediante aromatizzazione per co-estrazione di olive con arance, sottoprodotti di arance e pepe nero e due campioni di controllo ottenuti per frangitura delle sole olive utilizzate anche per le co-frangiture. Sotto la supervisione di un gruppo di docenti dell’Università di Granada, i campioni sopra citati sono stati sottoposti ad una prima fase di estrazione in soluzione idro-alcolica e ad una successiva analisi esplorativa qualitativa mediante UPLC-DAD-ESI-TOF-MS. I risultati sono stati commentati in relazione alla presenza nell’olio aromatizzato di molecole a struttura fenolica e polifenolica, note per potere esplicare anche in vivo attività salutistiche, che si sono ripartite dalle materie prime vegetali impiegate in co-frangitura all’olio ottenuto. Nello specifico, è emersa la presenza di composti bioattivi peculiari dei frutti dell’olivo, in particolar modo secoiridoidi e derivati, in netta minoranza rispetto ai composti non identificati ipoteticamente derivanti dalle matrici vegetali impiegate in co-estrazione.
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Il presente elaborato di tesi espone uno studio scientifico che ha come obbiettivo quello di valutare un metodo sostenibile per il recupero della frazione fenolica presente nella sansa d’oliva vergine, il sottoprodotto solido dell’industria olearia. L’attività di ricerca ha riguardato prove sperimentali di estrazione di tali composti minori polari da sanse d’oliva vergini successivamente caratterizzate con metodi analitici (Folin-Ciocâlteu, UHPLC-DAD). Lo scopo finale di questo studio è l’ottenimento di un estratto idroalcolico caratterizzato per il contenuto in componenti polari ad attività riducente, quali le molecole fenoliche; si intende quindi ottenere un semilavorato ad alto valore aggiunto che possa essere conferito successivamente all’industria alimentare, cosmetica, farmaceutica, per la produzione di prodotti funzionali con proprietà bioattive. Questo studio è orientato verso un concetto di innovazione di metodi efficaci per la valorizzazione di questi scarti. Il lavoro compiuto ha confermato la possibilità di valorizzare la sansa d’oliva in maniera sostenibile in un’ottica di economia circolare, con ottenimento di estratti idro-alcolici interessanti in termini di contenuto in composti ad attività riducente riconducibili, con molta probabilità, soprattutto a molecole a struttura fenolica. Gli studi preliminari sulle sanse hanno permesso di individuare il campione ideale da sottoporre al processo di valorizzazione, ovvero la sansa trifasica ma, salvo un costo maggioritario in termini energetici durante la fase di evaporazione dell’estratto filtrato, grazie al metodo messo a punto, possono essere valorizzate sanse sia bifasiche che trifasiche denocciolate. Le tecnologie considerate, quali ad esempio presse, sistemi di centrifugazione ed evaporazione e solventi “green’’ quali l’etanolo, suggeriscono la possibilità di uno scale-up a livello industriale per la produzione di estratti caratterizzati per il contenuto in composti riducenti e fenolici.
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A ação programática do pré-natal e puerpério têm muita importância para a saúde materna e do recém-nascido, pois é um período de cuidado neomaterno onde ocorrer o compartilhamento de conhecimentos sobre a importância do aleitamento materno, dos cuidados do recém-nascido, manutenção das vacinas em dia e conhecimento sobre anticoncepção e planejamento familiar. O objetivo geral deste trabalho foi melhorar a atenção do pré-natal e puerperio na UBS Vila Oliva, Caxias do sul/RS, mediante o monitoramento do pré-natal e puerpério periodicamente. A intervenção foi realizada durante quatro meses. A população estimada é de 2000 habitantes. As ações foram realizadas baseadas em quatro eixos pedagógicos: monitoramento e avaliação, organização e gestão do serviço, engajamento público e qualificação da prática clínica. Foram cadastradas 14 gestantes, totalizando uma cobertura de 70%, 11 gestantes foram cadastradas no primeiro trimestre da gestação, perfazendo 78,6%. Realizamos exame ginecológico em 12 gestantes (85,7%) e exame de mamas em 13 gestantes (92,9%). Em 100% das gestantes cadastradas conseguimos solicitar os exames laboratoriais de acordo com o protocolo, prescrever sulfato ferroso e ácido fólico, manter a vacina antitetânica e contra hepatite B em dia e realizar atendimento odontológico. Cumpriu-se busca ativa em 100% das gestantes faltosas. Orientamos a 100% das gestantes sobre nutrição saudável durante a gestação, aleitamento materno exclusivo, cuidados com o recém-nascido e anticoncepção após o parto, sobre os riscos do tabagismo, uso de álcool e drogas na gestação e sobre higiene bucal. Em relação as metas planejadas para o puerperio atingimos uma cobertura de 7 puérperas cadastradas, totalizando 77,8%. Conseguimos realizar o exame de mamas, abdômen, ginecológico, avaliar o estado psíquico e prescrever um dos métodos de anticoncepção a 100% delas. Conseguimos manter registro na ficha de acompanhamento do programa, orientar sobre os cuidado do recém-nascido, aleitamento materno exclusivo e planejamento familiar em 100% das puérperas. A Importância da intervenção pra equipe esteve representada pelo trabalho integrado do médico, da enfermeira, das técnicas de enfermagem e dos ACS. O médico fez o controle das gestantes e puérperas, as enfermeiras e a gerente apoiaram ao médico no processo de monitoramento. Os ACS fizeram as buscas ativa das gestantes faltosas e monitoramento delas em suas casas, tendo impacto também sobre outras atividades no serviço da UBS, melhorou o registro e monitoramento das gestantes e puérperas, também ajudou à prevenção de doenças nos recém-nascidos. A intervenção reviu as atribuições da equipe viabilizando a atenção a mais pessoas, a melhoria dos registros e o agendamento das gestantes e puérperas, viabilizou a agenda para a atenção à demanda espontânea e de outras ações programáticas.
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To describe the prevalence of hepatic steatosis and to assess the performance of biochemical, anthropometric and body composition indicators for hepatic steatosis in obese teenagers. Cross-sectional study including 79 adolecents aged from ten to 18 years old. Hepatic steatosis was diagnosed by abdominal ultrasound in case of moderate or intense hepatorenal contrast and/or a difference in the histogram ≥7 on the right kidney cortex. The insulin resistance was determined by the Homeostasis Model Assessment-Insulin Resistance (HOMA-IR) index for values >3.16. Anthropometric and body composition indicators consisted of body mass index, body fat percentage, abdominal circumference and subcutaneous fat. Fasting glycemia and insulin, lipid profile and hepatic enzymes, such as aspartate aminotransferase, alanine aminotransferase, gamma-glutamyltransferase and alkaline phosphatase, were also evaluated. In order to assess the performance of these indicators in the diagnosis of hepatic steatosis in teenagers, a ROC curve analysis was applied. Hepatic steatosis was found in 20% of the patients and insulin resistance, in 29%. Gamma-glutamyltransferase and HOMA-IR were good indicators for predicting hepatic steatosis, with a cutoff of 1.06 times above the reference value for gamma-glutamyltransferase and 3.28 times for the HOMA-IR. The anthropometric indicators, the body fat percentage, the lipid profile, the glycemia and the aspartate aminotransferase did not present significant associations. Patients with high gamma-glutamyltransferase level and/or HOMA-IR should be submitted to abdominal ultrasound examination due to the increased chance of having hepatic steatosis.
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There is a paucity of literature on haemophilia treatment in Latin American countries, a region characterized by rapidly improving systems of care, but with substantial disparities in treatment between countries. The aim of this study was to evaluate the musculoskeletal status of haemophilia patients from Latin America and to examine the relationship between musculoskeletal status and treatment practices across countries. The Committee of Latin America on the Therapeutics of Inhibitor Groups conducted a survey of its member country representatives on key aspects of haemophilia treatment in 10 countries. Musculoskeletal status of patients was obtained during routine comprehensive evaluations between March 2009 and March 2011. Eligible patients had severe haemophilia A (factor VIII <1%) without inhibitors (<0.6 BU mL(-1) ) and were ≥5 years of age. Musculoskeletal status was compared between three groups of countries, based primarily on differences in the availability of long-term prophylaxis. Overall, 143 patients (5-66 years of age) were enrolled from nine countries. In countries where long-term prophylaxis had been available for at least 10 years (Group A), patients aged 5-10 years had significantly better mean World Federation of Hemophilia clinical scores, fewer target joints and fewer affected joints than patients from countries where long-term prophylaxis has been available for about 5 years (Group B) or was not available (Group C). In Latin America, the musculoskeletal status of patients with severe haemophilia without inhibitors has improved significantly in association with the provision of long-term prophylaxis. As more countries in Latin America institute this practice, further improvements are anticipated.
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Yeast flocculation (Saccharomyces cerevisiae) is one of the most important problems in fuel ethanol production. Yeast flocculation causes operational difficulties and increase in the ethanol cost. Proteolytic enzymes can solve this problem since it does not depend on these changes. The recycling of soluble papain and the immobilization of this enzyme on chitin or chitosan were studied. Some cross-linking agents were evaluated in the action of proteolytic activity of papain. The glutaraldehyde (0.1-10% w·v(-1)), polyethyleneimine (0.5% v·v(-1)), and tripolyphosphate (1-10% w·v(-1)) inactivated the enzyme in this range, respectively. Glutaraldehyde inhibited all treatments of papain immobilization. The chitosan cross-linked with TPP in 5 h of reaction showed the yield of active immobilized enzyme of 15.7% and 6.07% in chitosan treated with 0.1% PEI. Although these immobilizations have been possible, these levels have not been enough to cause deflocculation of yeast cells. Free enzyme was efficient for yeast deflocculation in dosages of 3 to 4 g·L(-1). Recycling of soluble papain by centrifugation was effective for 14 cycles with yeast suspension in time perfectly compatible to industrial conditions. The reuse of proteases applied after yeast suspension by additional yeast centrifugation could be an alternative to cost reduction of these enzymes.
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The association between tridimensional scaffolds to cells of interest has provided excellent perspectives for obtaining viable complex tissues in vitro, such as skin, resulting in impressive advances in the field of tissue engineering applied to regenerative therapies. The use of multipotent mesenchymal stromal cells in the treatment of dermo-epidermal wounds is particularly promising due to several relevant properties of these cells, such as high capacity of proliferation in culture, potential of differentiation in multiple skin cell types, important paracrine and immunomodulatory effects, among others. Membranes of chitosan complexed with xanthan may be potentially useful as scaffolds for multipotent mesenchymal stromal cells, given that they present suitable physico-chemical characteristics and have adequate tridimensional structure for the adhesion, growth, and maintenance of cell function. Therefore, the purpose of this work was to assess the applicability of bioactive dressings associating dense and porous chitosan-xanthan membranes to multipotent mesenchymal stromal cells for the treatment of skin wounds. The membranes showed to be non-mutagenic and allowed efficient adhesion and proliferation of the mesenchymal stromal cells in vitro. In vivo assays performed with mesenchymal stromal cells grown on the surface of the dense membranes showed acceleration of wound healing in Wistar rats, thus indicating that the use of this cell-scaffold association for tissue engineering purposes is feasible and attractive.
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Universidade Estadual de Campinas . Faculdade de Educação Física
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Universidade Estadual de Campinas. Faculdade de Educação Física
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Universidade Estadual de Campinas . Faculdade de Educação Física
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